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Il giovane ribelle - Risorse Avventiste

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“Nell’attimo in cui lui è stato fatto prigioniero dalla Morte, io riguadagno la libertà. Aveva ragione il<br />

Principe a dirmi che questa mia libertà di ora gli appartiene, è cosa sua e l’ha pagata a caro prezzo!”<br />

9<br />

Mentre pensava così, barcollando, a causa<br />

delle scosse di terremoto, si precipitò fuori,<br />

attraversò il ponte levatoio e corse, corse,<br />

corse come non aveva mai fatto in vita<br />

sua; ogni tanto incespicava, cadeva, ma si<br />

rialzava, badando bene a non perdere né<br />

la lampada, né la scorta d’olio avute in<br />

dono.<br />

Mentre correva verso casa, si rese conto<br />

che era buio fitto: “Strano - pensò - avrei<br />

giurato che fosse pomeriggio.”<br />

Finalmente, esausto, raggiunse casa sua;<br />

vi si precipitò dentro e sprangò la porta<br />

dietro di sé. Poi, finalmente, poté sdraiarsi sul letto: una pace profonda gli era penetrata dentro, così<br />

Ribelle - poggiata la lampada e la piccola bottiglia sul tavolino - cadde in un sonno profondo.<br />

Quando si risvegliò, brillava una bella mattinata di sole; ora la stanchezza era passata, svanita era<br />

anche la paura che lo aveva attanagliato durante tutte quelle ore chiuso nel castello.<br />

Si alzò e si sedette al tavolino, davanti alla lampada. Subito si ricordò che il Principe gli aveva detto di<br />

rifornirla di olio tutti giorni, così lo fece immediatamente.<br />

Restò a guardare per qualche minuto la fiammella che si era fatta più viva; poi si prese la testa fra le<br />

mani e cominciò a riflettere sulla sua situazione. Ripensò a tutti i suoi sbagli, partendo dall’infanzia fino<br />

alla gioventù. Con dolore ricordò dei suoi genitori bisognosi e che, a causa sua, erano scesi<br />

precocemente nella tomba.<br />

Ormai nessuno dei suoi sbagli nei loro confronti avrebbe potuto più essere rimediato.<br />

Oh, se si fosse dato la pena di conoscere prima il buon Re “IO SONO” ed il Principe suo figlio...<br />

certamente avrebbe imparato ad amare le loro leggi e sarebbe vissuto felice! Un sentimento nuovo,<br />

mai provato prima in tutta la sua vita disgraziata, si fece strada dentro di lui: si trattava di rimorso, un<br />

profondo e sincero dispiacere per tutto il male seminato in passato, per la propria malvagità che aveva<br />

provocato la morte di colui che lo aveva amato più della sua stessa vita, nonostante che lui non lo<br />

meritasse affatto.<br />

Poi un pensiero fulmineo gli attraversò la mente e lo fece sorridere: “Se non posso più rimediare al<br />

male fatto ai miei genitori, posso però rimediare a quello fatto in seguito in questo paese; la maggior<br />

parte delle vittime della mia disonestà e violenza sono ancora vive. Quanto alle famiglie delle persone<br />

che ho ucciso, provvederò io in futuro ai loro bisogni. Tutta l’immensa ricchezza che ho<br />

accumulato fino ad oggi servirà per questo!”<br />

Detto fatto, prese presto carta e penna e scrisse a tutte le persone che<br />

aveva danneggiato, chiedendo perdono e restituendo quanto aveva<br />

rubato. Come si era ripromesso, provvide al mantenimento delle famiglie<br />

delle persone che aveva assassinato e chiese scusa a quelle che aveva<br />

anche solo offeso.<br />

La gente si meravigliò non poco del suo cambiamento. Ora, quando lo<br />

incontravano per via, le persone non scappavano più, ma gli sorridevano e a tutti quelli<br />

che glielo chiedevano, egli spiegava di chi fosse dono e a che cosa servisse quella piccola lampada<br />

dorata che portava inciso il nome “Emmanuele”. Egli amava anche raccontare tutto quello che il<br />

Principe aveva fatto per lui e come avesse offerto la sua vita per ridargli la libertà.<br />

Nessuno pensò d’imprigionarlo più per il suo passato criminale, perché tutti capivano che se il<br />

Principe - a costo della sua vita - gli aveva donato la libertà, certo non era in potere di alcuno di<br />

riprendergliela.

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