Il giovane ribelle - Risorse Avventiste
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terra, e con immensa tenerezza lo risollevò e, tenendolo per le spalle, gli sussurrò:<br />
“Ti sbagli, Ribelle, tu vali molto: vali la mia vita.”<br />
“Signore, io...” Ricominciò il vecchio.<br />
“SSSSSS... - lo zittì il Principe mettendogli un dito sulle labbra - Io sono venuto quella notte al castello<br />
proprio per questo, ricordi? Io sono stato trattato come tu meritavi, proprio perché un giorno, sempre<br />
che tu avessi accettato il mio sacrificio, tu fossi trattato con lo stesso onore che è dovuto alla mia<br />
persona... ed ora, questo giorno è arrivato!”<br />
“Principe, prima che tu prenda la tua decisione definitiva, vorrei dirti che non sempre ho onorato il tuo<br />
nome, dopo la tua morte... - disse precipitosamente Ribelle con le lacrime agli occhi - Era tanta<br />
l’abitudine a comportarmi male che, qualche volta...”<br />
“Credi che non lo sappia? - lo interruppe lui - Ma so anche che ogni volta te ne sei molto rammaricato<br />
e il fatto che la fiammella della lampada dorata sia accesa dimostra che non ti sei mai dimenticato che<br />
la tua libertà mi apparteneva.”<br />
E mentre diceva questo, fece cenno ad un servo che, sveltamente, porse al Principe un libro dalla<br />
copertina bianca. Questi a sua volta lo mise in mano a Ribelle che lo aperse. Con stupore vide che<br />
ogni pagina riportava tutto quanto di<br />
buono e gentile aveva fatto in tutta la<br />
sua vita. Non una parola era scritta di<br />
tutti i suoi innumerevoli sbagli.<br />
17<br />
“Mio Signore, dove sono i ricordi dei<br />
miei errori?”<br />
“Nell’attimo stesso che cominciasti,<br />
quella mattina a casa tua, a provare<br />
dolore per la tua vita passata e<br />
prendesti la decisione di rimediare,<br />
dove fosse possibile, ai tuoi errori, il<br />
Re - mio padre - strappava le pagine<br />
che ricordavano la tua vita fino ad<br />
allora e le faceva gettare in fondo al<br />
mare.”<br />
“E tutti gli sbagli commessi da quel<br />
momento in poi?”<br />
“Non appena ti scusavi, rimpiangendoli, io stesso ne strappavo il ricordo; anche quelle pagine sono in<br />
fondo al mare.”<br />
Ribelle rimase lì, muto; il suo cuore traboccava di tanta riconoscenza che non sapeva trovare le parole<br />
adatte per esprimerla, ma era sicuro che il Principe capiva i suoi sentimenti. Allora richiuse piano il<br />
libro bianco. Sulla copertina c’era inciso a lettere dorate un nome: FEDELE!<br />
“Mio Signore - esclamò - ma questo libro è di un altro, anche se non so spiegarmi come mai vi siano<br />
scritte proprio tutte le mie azioni!”<br />
Ora cominciava ad essere nuovamente sopraffatto dalla consapevolezza della propria indegnità:<br />
“Tu lo sai, il mio nome non è quello... è RIBELLE, RIBELLE di nome e di fatto, un nome che da solo<br />
basterebbe a disonorare la tua regale dimora!”<br />
“<strong>Il</strong> libro è tuo, invece - spiegò con pazienza il Principe - Io ti ho dato un nome nuovo: tu non sarai mai<br />
più chiamato Ribelle; tu sarai per sempre FEDELE, FEDELE di nome e di fatto!”<br />
Un largo sorriso illuminò il suo viso dolcissimo, mentre gli mostrava un registro dalla copertina dorata<br />
dove c’era scritto: LIBRO DELLA VITA e sotto: Ribelle, detto FEDELE.<br />
<strong>Il</strong> vecchio non poté più a lungo trattenersi e si gettò fra le braccia del suo Signore, piangendo.<br />
Dopo che si furono a lungo abbracciati, un altro servitore si avvicinò e fece indossare a Fedele degli