Buone Feste - PredazzoBlog
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2<br />
vita Di ComUnità<br />
Riserva Comunale Cacciatori<br />
“il prelievo del cervo”<br />
Come preannunciato nell’ultimo articolo<br />
iniziamo ora a parlare più nello specifico<br />
delle varie specie animali presenti sul nostro<br />
territorio, a partire dal cervo.<br />
Il cervo, la cui presenza in passato nella<br />
nostra valle è confermata dai nomi di alcune<br />
zone montane del nostro territorio, si<br />
è estinto in Trentino tra il 1819 e il 1824<br />
probabilmente in seguito alla “cacciagione”<br />
per esigenze per lo più alimentari.<br />
Un ruolo determinante per la successiva<br />
reintroduzione in Provincia è stato svolto<br />
dall’allevamento di Paneveggio, realizzato dall’Ufficio<br />
delle Foreste Demaniali. A partire dal 1963, infatti, vennero<br />
liberati alcuni capi dal recinto del Parco Naturale di<br />
Paneveggio, ai quali si aggiunsero, con ogni probabilità,<br />
altri animali provenienti dall’Alto Adige; ciò diede origine all’attuale<br />
consistente popolazione presente su quasi tutto<br />
il territorio Provinciale.<br />
Il cervo è l’ungulato dalle maggiori dimensioni presente<br />
in Italia; i maschi di tale specie sono provvisti di un grande<br />
palco ramificato, che viene volgarmente chiamato corna<br />
(o corni in forma dialettale). Grazie all’aspetto maestoso<br />
ed il portamento regale dei maschi questo ungulato ha<br />
conseguito l’appellativo di cervo nobile e, sicuramente,<br />
tuttora è uno degli animali selvatici più conosciuti a livello<br />
nazionale ed internazionale.<br />
Questa specie, in Italia, ha una bassa mortalità naturale<br />
in quanto è soggetta raramente a predazione; inoltre,<br />
se presente in consistenza adeguata, riesce a sopravvivere<br />
anche ad inverni lunghi, freddi e molto nevosi.<br />
Quando la consistenza numerica supera la capacità<br />
portante del territorio possono nascere vari problemi tra<br />
i quali l’irreparabile danno al rinnovamento forestale e vegetale<br />
in genere; la competizione interspecifica con gli altri<br />
ungulati o altri animali presenti sul territorio; l’aumento<br />
di probabilità di investimenti stradali; l’indebolimento della<br />
specie stessa.<br />
Nell’ultimo decennio, nella valle del Travignolo, grazie<br />
ad una eccessiva presenza di circa 700 cervi, si sono<br />
avverati i seguenti problemi: nelle nostre montagne, in<br />
modo particolare nella zona di Bellamonte - Paneveggio,<br />
si sono evidenziati danni al bosco e soprattutto al sottobosco;<br />
è stato provato scientificamente che un aumento<br />
della densità del cervo abbia portato ad una conseguente<br />
diminuzione delle densità degli altri ungulati ed anche degli<br />
animali che frequentano il sottobosco, quali i tetraonidi.<br />
Il capriolo è l’ungulato che risente maggiormente<br />
dell’occupazione del territorio da parte del cervo; è infatti<br />
risaputo che la consistenza di questi ultimi all’interno<br />
del Parco naturale di Paneveggio è minima come anche<br />
nella zona bramito a Predazzo, dove è vietato il prelievo<br />
venatorio al capriolo da più di un decennio.<br />
Esistono inoltre, per onere di prova, dei video<br />
fotoamatoriali girati nelle nostre zone<br />
che documentano cervi che allontanano<br />
caprioli dal proprio territorio rincorrendoli;<br />
l’aumento degli investimenti stradali è<br />
noto a tutti; si possono frequentemente<br />
leggere, sui quotidiani provinciali, articoli<br />
riguardanti tali incidenti con conseguenze<br />
a volte gravi anche per i conducenti; un’alta<br />
densità porta, infine, ad un inevitabile indebolimento<br />
della specie, sia sotto il profilo<br />
biometrico dell’animale che sotto il profilo delle dimensioni<br />
del palco, provato e documentato negli ambienti faunistici<br />
dove il prelievo venatorio è sempre stato chiuso.<br />
Tali aspetti possono essere, inoltre, condizionati dal<br />
prelievo a volte errato nei confronti degli animali più promettenti<br />
con dimensioni maggiori e con palchi più grandi<br />
e ramificati a favore di animali più “deboli” o con trofeo più<br />
ridotto e meno ramificato.<br />
Attualmente a livello provinciale non esistono “PENE”<br />
per coloro che prelevano i capi più promettenti e non sarebbe<br />
corretto nemmeno prevederle!<br />
D’altro canto però non esistono nemmeno “PREMI”<br />
per coloro che prelevano capi “sanitari” cioè visibilmente<br />
fisicamente deboli, sottopeso o con trofeo scadente e non<br />
proporzionato all’età dell’animale.<br />
L’impegno dell’attuale Consiglio Direttivo che cura la<br />
gestione della Riserva di Predazzo è quello di trovare e<br />
proporre ai cacciatori delle soluzioni che cerchino di risolvere<br />
il problema portando ad un miglioramento della<br />
gestione della specie in un prossimo futuro.<br />
Presso la sede della riserva si possono consultare i<br />
punti del regolamento interno attualmente in vigore.<br />
DAL REGOLAMENTO INTERNO 2012<br />
PRELIEVO DEL CERVO<br />
1) Il carniere individuale di partenza è di 3 capi.<br />
I capi disponibili per Riserva sono 140 per 61 cacciatori,<br />
vista l’attuale difficoltà di prelievo è necessario<br />
dare individualmente ad ogni la cacciatore la possibilità<br />
iniziale del prelievo di 3 capi.<br />
2) È concesso cedere un capo alla Riserva, l’eventuale<br />
capo ceduto sarà conteggiato per il rispetto dei limiti<br />
di classe/sesso imposti dal carniere individuale<br />
ma non sarà invece, nel limite massimo di un solo<br />
capo a cacciatore, conteggiato per i limiti numerici.<br />
Questo è un primo passo per favorire l’abbattimento<br />
di capi deboli o “sanitari” che possono in questo caso