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Sintesi di STORIOGRAFIA FILOSOFICA ANTICA - Università ...

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Maurizio, <strong>Sintesi</strong> StgFA 23<br />

rimuovere la presunzione <strong>di</strong> possedere una sapienza più che umana. VLASTOS, 1989, nota la concordanza tra<br />

la concezione della religione <strong>di</strong> S e quella dei filosofi ionici. Entrambi subor<strong>di</strong>nano la volontà degli dèi a principi<br />

razionali: per gli Ionici a quelli dell'or<strong>di</strong>ne naturale, per S a quelli dell'or<strong>di</strong>ne morale. Invece <strong>di</strong> una teologia<br />

naturale, S sviluppa una teologia morale. Secondo questa teologia gli dèi sono buoni e la loro bontà consiste<br />

nella perfetta conoscenza dei criteri obiettivi della virtù. I poeti sono <strong>di</strong>vinamente ispirati ma non capiscono<br />

quello che <strong>di</strong>cono, questo vale pure per gli oracoli infatti S per capire quello a lui rivolto deve usare il suo<br />

metodo elenctico. Solo l'uso della ragione può determinare il vero significato dei segni <strong>di</strong>vini. MCPHERRAN,<br />

1991, vede il metodo elenctico e la <strong>di</strong>vinazione come due fonti <strong>di</strong>stinte e complementari della conoscenza in S.<br />

Il segno <strong>di</strong>vino non fornisce a S dei principi generali necessari all'esperto, ma la conoscenza degli eventi futuri<br />

del non-esperto nell'ambito morale. La fiducia nel segno <strong>di</strong>vino è giustificata sia induttivamente, perché non gli<br />

ha mai dato un cattivo consiglio, sia deduttivamente, perché il segno è un dono degli dèi e gli dèi sono<br />

moralmente perfetti per cui non lo userebbero per danneggiare S. S è posseduto dal <strong>di</strong>o quando egli ascolta la<br />

voce daimonica, ma S resta in pieno possesso delle proprie facoltà razionali. S accetta l'avviso del daimonion<br />

senza <strong>di</strong>scutere; avrebbe avuto bisogno <strong>di</strong> sottometterlo all'esame razionale solo se l'avviso fosse stato in<br />

conflitto con le norme morali stabilite.<br />

- Socrates and the Sophists (pp.218-223): Nell'Apologia <strong>di</strong> Platone S <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> subire due tipi <strong>di</strong> accuse da due<br />

tipi <strong>di</strong> accusatori: dagli accusatori ufficiali (Meleto, Anito e Licone) <strong>di</strong> empietà e <strong>di</strong> corrompere i giovani, dagli<br />

accusatori antichi <strong>di</strong> investigare le cose sopra il cielo e sotto la terra come gli Ionici e <strong>di</strong> rendere più forte<br />

l'argomento più debole come i Sofisti (19b-c). I Sofisti proponevano nuovi meto<strong>di</strong> per argomentare, ma questo<br />

rese sospettosa molta gente verso <strong>di</strong> loro. Anche S usava un nuovo metodo per argomentare, ma non per<br />

insegnare a prevalere in tribunale o nell'assemblea, bensì per rendere la gente consapevole della loro<br />

ignoranza morale. Diverse persone confutate da S si sentirono umiliate e reagirono con rancore. Gli articoli<br />

sono, però, de<strong>di</strong>cati alla presenza o meno <strong>di</strong> fallacie nei <strong>di</strong>aloghi socratici.<br />

Volume III. Socratic Method<br />

- The Elenchus (pp.3-144): Nei primi <strong>di</strong>aloghi platonici S ha uno stile particolare <strong>di</strong> argomentare, l'elenctico o<br />

confutatorio per assurdo, ed è alla ricerca <strong>di</strong> definizioni. S in genere mette alla prova gli esperti per ricercare la<br />

definizione <strong>di</strong> un termine su cui l'interlocutore <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> avere competenza. Chiede a Eutifrone la definizione <strong>di</strong><br />

pietà, a Lachete e Nicia quella <strong>di</strong> coraggio, a Trasimaco la definizione <strong>di</strong> giustizia, a Menone quella <strong>di</strong> virtù,<br />

ecc. Il metodo elenctico è così legato a S da essere stato definito "metodo socratico". Lo stu<strong>di</strong>o classico su<br />

elenchos è quello <strong>di</strong> ROBINSON, 1941: "elenchos" significa esame o prova, ma con S prevale quello <strong>di</strong><br />

confutazione. S. trae dall'interlocutore molte affermazioni secondarie, poi mostra che sono inconsistenti con la<br />

definizione profferita. A questo punto l'altro abbandona la definizione, e il processo inizia da capo, fino a che<br />

l'interlocutore ammette <strong>di</strong> essere perplesso. La definizione è sempre controversa e le asserzioni ottenute dopo<br />

la definizione sono invece non problematiche, e questo spiega perché è la definizione ad essere abbandonata<br />

e non le altre asserzioni. E' un metodo <strong>di</strong> educazione morale che va collegato alla dottrina della virtù come<br />

conoscenza. SCHMID, 1981, rileva in S due tipi <strong>di</strong> elenchos, uno pedagogico e uno <strong>di</strong>struttivo. Con Carmide S è<br />

una guida gentile verso opinioni sulla temperanza che siano genuine e profonde, con Crizia invece, che<br />

presenta opinioni superficiali, è puramente <strong>di</strong>struttivo. L'elenchos praticato da S è sensibile ai bisogni reali<br />

dell'interlocutore. VLASTOS, 1983, sostiene che l'elenchos è uno strumento <strong>di</strong> ricerca della verità morale. Mette<br />

alla prova sia le credenze <strong>di</strong> come uno potrebbe vivere sia la vita <strong>di</strong> quel particolare interlocutore. Uno che<br />

accetta una credenza morale falsa, accetta anche una serie <strong>di</strong> credenze morali vere che <strong>di</strong>mostrano<br />

l'insostenibilità <strong>di</strong> quella falsa. BRICKHOUSE e SMITH, 1991, identificano tre aspetti della missione <strong>di</strong> S: 1)liberare<br />

la gente dalla pretesa <strong>di</strong> possedere la sapienza 2)esortarla a ricercare il vero su se stessi e la propria anima<br />

3)premettere alla preoccupazione per i beni materiali quella per la virtù. L'elenchos fornisce la conoscenza<br />

induttiva per il giusto modo <strong>di</strong> vivere. Esso guida alla scoperta dei fatti morali. S esamina vite e non<br />

proposizioni, ma lo fa attraverso le proposizioni perché gli interlocutori devono <strong>di</strong>re in che cosa credono.<br />

L'elenchos guida all'aporia e lascia nella confusione per spingere a una riflessione introspettiva aiutata dalla<br />

conoscenza <strong>di</strong> sé: L'elenchos aiuta a prendere coscienza <strong>di</strong> ciò che si crede davvero dopo aver confutato ciò<br />

che si pensava <strong>di</strong> credere. La vergogna provocata mira all'esortazione, a incoraggiare altri su come vivere.<br />

- Socratic Definition (pp.147-272): Lo scopo della ricerca <strong>di</strong> S. è la conoscenza, e la conoscenza, per S, inizia<br />

con le definizioni. Perché la conoscenza inizia con la definizione? L'analisi <strong>di</strong> questo problema è iniziata con

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