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Sintesi di STORIOGRAFIA FILOSOFICA ANTICA - Università ...

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Maurizio, <strong>Sintesi</strong> StgFA 44<br />

Nicholas D. SMITH (ed.), PLATO. Critical Assessments (4 vol <strong>di</strong> articoli in inglese, ed. Routledge, London and<br />

New York 1997): Vol.1 – Questioni generali <strong>di</strong> interpretazione; Vol.2 – Esame dei Primi Dialoghi; Vol.3 –<br />

Esame dei Dialoghi Me<strong>di</strong>; Vol.4 – Esame dei Dialoghi Posteriori (vecchiaia).<br />

- Introduzione Generale (p.XI-XVII): 1) Cronologia e prima parte delle vita <strong>di</strong> Platone 2) Platone dopo la morte<br />

<strong>di</strong> Socrate 3) Or<strong>di</strong>namento dei Dialoghi 4) Storia dei testi.<br />

- Vol.1. Nella prima parte si hanno 8 articoli che analizzano da varie prospettive la classificazione e il<br />

raggruppamento dei Dialoghi. J.A. PHILIP, in un articolo del 1970, presenta le classificazioni usate<br />

nell’antichità, dalla prima Accademia e da Aristotele: era una <strong>di</strong>visione <strong>di</strong>airetica ossia nel <strong>di</strong>alogo si<br />

<strong>di</strong>stingueva tra esposizione e investigazione, l’esposizione era <strong>di</strong>stinta in teoretica e pratica, l’esposizione<br />

teoretica era <strong>di</strong>stinta in fisica e <strong>di</strong>alettica, l’esposizione pratica in etica e politica; l’investigazione era <strong>di</strong>stinta in<br />

investigazione per la pratica e in investigazione per la competizione, l’investigazione per la pratica era <strong>di</strong>stinta<br />

a sua volta in maieutica e in esplorazione, l’investigazione per la competizione era <strong>di</strong>stinta in prova e<br />

confutazione. Nella seconda parte si hanno articoli che analizzano la forma del <strong>di</strong>alogo, ossia perché<br />

Platone scelte il <strong>di</strong>alogo come stile preferito. In un articolo del 1962 Ludwigg ELDESTEIN sostiene che Platone<br />

scelse l’anonimato per influenza dei Pitagorici, i quali concepivano la vita come ricerca continua della verità, e<br />

che Platone desidera estendere ad altri e guidarli come lui personalmente è stato guidato da Socrate, il quale<br />

pure anteponeva la ricerca della verità alla propria persona. Nella terza parte si hanno approcci <strong>di</strong><br />

interpretazioni generali. G.A. PRESS, in un articolo del 1996, sintetizza la situazione attuale degli stu<strong>di</strong> platonici<br />

alla fine del XX secolo: l’interpretazione dei Dialoghi in Platone sembra più <strong>di</strong>fficile, stando alla quantità dei<br />

<strong>di</strong>ssensi, <strong>di</strong> quella <strong>di</strong> qualsiasi altro autore. A metà del XX secolo i punti principali <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssenso erano 6 -1)la<br />

dottrina = come conciliare tra loro le tesi su Idee, immortalità dell’anima, conoscenza come reminescenza,<br />

Stato ideale e amore dei ragazzi? 2)lo sviluppo del pensiero platonico 3)la funzione <strong>di</strong>dattica = oltre a<br />

comunicare una dottrina, quale altro può essere lo scopo <strong>di</strong> un testo filosofico? E come avviene questo nei<br />

<strong>di</strong>aloghi aporetici? 4)gli argomenti probativi = sono vali<strong>di</strong> gli argomenti presentati? E se un argomento non<br />

risulta valido dobbiamo trarre inferenze sulla dottrina o sull’abilità logica <strong>di</strong> Platone? 5)la serietà, e quando è<br />

evidente l’ironia e la scherzosità che cosa se ne può dedurre? 6)i trattati = nella loro esposizione e nei loro<br />

contenuti quale incidenza ha la forma letteraria? Il consenso raggiunto nella prima metà del secolo sulla<br />

forma dogmatica, evolutiva e non letteraria dei <strong>di</strong>aloghi platonici è stata messa interamente in <strong>di</strong>scussione<br />

nella seconda metà. Nel frattempo si sono evolute anche alcune “scuole”, ad es. quella cosiddetta <strong>di</strong> Tubinga<br />

con Hans Krämer e Konrad Gaiser che hanno posto alla base della loro lettura il passaggio filosofico della<br />

Lettera VII e la critica alla scrittura nel Fedro. La vera dottrina <strong>di</strong> Platone starebbe nelle “dottrine non scritte”<br />

riferite da Aristotele e dalla tra<strong>di</strong>zione secondaria. La scuola <strong>di</strong> Tubinga ha trovato un potente alleato in<br />

Thomas Slezàk. Ha guadagnato un forte sostegno in Italia con Giovanni Reale alla Cattolica <strong>di</strong> Milano e<br />

Domenico Pesce, e qualche influenza in Francia con Marie-Dominique Richard e in USA. Ma le critiche della<br />

maggior parte degli stu<strong>di</strong>osi sono state piuttosto aspre. In USA sono stati più influenti Leo Strauss e Jacob<br />

Klein con il loro centro all’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> Chicago, i quali vedono i <strong>di</strong>aloghi come mimi, imitazioni letterarie più<br />

che dottrine filosofiche; si hanno molti seguaci <strong>di</strong> questa lettura, essa pure aspramente criticata. Una terza<br />

scuola che ha avuto qualche influenza negli USA è quella iniziata da Frederick Woolbridge e sostenuta da<br />

John Hermann Randall Jr e vari altri, per i quali i <strong>di</strong>aloghi platonici sono dei drammi teatrali a temi che offrono<br />

delle “visioni” più che delle dottrine filosofiche.<br />

- Vol.2. Dialoghi del periodo me<strong>di</strong>o: Metafisica ed Epistemologia Nella prima parte si hanno articoli che<br />

<strong>di</strong>scutono sulle Forme/Idee come “cause”. ANNAS, in un articolo del 1982, osserva che è errato pretendere <strong>di</strong><br />

leggere nel Fedone i significati <strong>di</strong> causa definita da Aristotele; la novità del Fedone sta nel <strong>di</strong>fferenziare la<br />

ricerca per cause dalla ricerca per definizioni, ossia la ricerca della definizione è un’analisi, quella della causa<br />

è un proce<strong>di</strong>menti deduttivo. Nella seconda parte si affronta il problema della partecipazione alle Idee, il<br />

rapporto fra essere e <strong>di</strong>venire. R.E.ALLEN, in un articolo del 1960, introduce al problema dell’autopre<strong>di</strong>cazione<br />

per cui l’idea <strong>di</strong> giustizia è giusta, quella <strong>di</strong> <strong>di</strong>spari è <strong>di</strong>spari ecc. Gail FINE, in uno stu<strong>di</strong>o del 1984, presenta<br />

una attenta anali della “separazione” criticata da Aristotele, ma Gregory VLASTOS, nel 1987, la rimette in<br />

questione rianalizzando la caratteristica platonica del “in sé e per sé”. La terza parte, de<strong>di</strong>cata<br />

all’epistemologia, si concentra sulla Repubblica. Gail FINE (1990) e Michael STOKES (1992) offrono due<br />

descrizioni contrastanti <strong>di</strong> ciò che Platone intende significare con conoscenza del “che cosa è”. Nicholas

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