Le argille espanse nella costruzione di rilevati artificiali - Veronafiere
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Manutenzione e gestione delle infrastrutture<br />
<strong>Le</strong> <strong>argille</strong> <strong>espanse</strong> <strong>nella</strong> <strong>costruzione</strong> <strong>di</strong> <strong>rilevati</strong> <strong>artificiali</strong><br />
<strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Prisco, Politecnico <strong>di</strong> Milano, e Carlo Luisi, Laterlite spa<br />
L’utilizzo delle <strong>argille</strong> <strong>espanse</strong> <strong>nella</strong> realizzazione <strong>di</strong> <strong>rilevati</strong> <strong>artificiali</strong><br />
su terreni caratterizzati da proprietà geotecniche scadenti<br />
è <strong>di</strong>venuto negli ultimi venti anni sempre più comune. Nel seguito<br />
saranno allora <strong>di</strong>scusse le motivazioni progettuali che portano<br />
a preferire tale soluzione rispetto a quelle più tra<strong>di</strong>zionali.<br />
Dopo una breve introduzione concernente le caratteristiche geotecniche<br />
delle <strong>argille</strong> <strong>espanse</strong>, saranno <strong>di</strong>scussi i risultati <strong>di</strong> alcune<br />
semplici analisi parametriche finalizzate alla progettazione<br />
<strong>di</strong> <strong>rilevati</strong> <strong>artificiali</strong> compensati. Saranno prese in<br />
considerazione le con<strong>di</strong>zioni ultime e quelle <strong>di</strong> esercizio. Sarà<br />
in entrambi i casi mostrato come le soluzioni che prevedono la<br />
progettazione <strong>di</strong> <strong>rilevati</strong> totalmente o parzialmente compensati<br />
sono, a patto <strong>di</strong> rispettare alcune norme costruttive abbastanza<br />
semplici, adatte anche alle situazioni più <strong>di</strong>fficili.<br />
INTRODUZIONE<br />
La <strong>costruzione</strong> <strong>di</strong> <strong>rilevati</strong> <strong>artificiali</strong> su terreni molli, quali <strong>argille</strong><br />
tenere inorganiche, limi compressibili, <strong>argille</strong> organiche e torbe,<br />
è, a tutt’oggi, un problema <strong>di</strong> complessa soluzione. Ci si può<br />
trovare in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong>fficili sia per ciò che riguarda il collasso<br />
che le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> esercizio. L’utilizzo dei georinforzi può agevolmente<br />
ed in modo economico risolvere il primo dei due problemi<br />
ma altrettanto non può essere sostenuto se vengono considerati<br />
i problemi legati alla funzionalità dell’opera e cioè si<br />
valutano i ce<strong>di</strong>menti. Grazie all’utilizzo <strong>di</strong> geogriglie o geotessili,<br />
questi possono essere ridotti ma spesso non a tal punto da<br />
essere resi accettabili. A tal fine è pratica corrente far ricorso a<br />
tecniche economicamente onerose quali quelle che consistono<br />
nell’applicazione <strong>di</strong> un precarico e nell’utilizzo <strong>di</strong> dreni verticali<br />
per accelerare la fase <strong>di</strong> consolidazione oppure a quelle che<br />
prevedono bonifica o ra<strong>di</strong>cale consolidamento dei terreni molli<br />
<strong>di</strong> fondazione.<br />
I ce<strong>di</strong>menti che hanno luogo in seguito alla <strong>costruzione</strong> <strong>di</strong> un rilevato<br />
artificiale posto su <strong>di</strong> uno strato <strong>di</strong> terreno cedevole, sia esso<br />
ad esempio stradale o ferroviario, possono essere <strong>di</strong>stinti in:<br />
1.ce<strong>di</strong>menti imme<strong>di</strong>ati che hanno luogo pressoché istantaneamente<br />
dopo l’applicazione del carico e che avvengono, se il<br />
terreno è saturo, in con<strong>di</strong>zioni non drenate se la permeabilità<br />
del materiale <strong>di</strong> fondazione è molto bassa. Tali ce<strong>di</strong>menti sarebbero<br />
nulli se il rilevato fosse infinitamente esteso in quanto,<br />
in questo modo, si riprodurrebbero le con<strong>di</strong>zioni edometriche.<br />
Nel seguito saranno presi in considerazione <strong>rilevati</strong><br />
infinitamente estesi soltanto lungo il proprio asse e verrà presa<br />
in considerazione unicamente la loro sezione trasversale.<br />
2.ce<strong>di</strong>menti <strong>di</strong>fferiti nel tempo, legati al fenomeno della consolidazione,<br />
e cioè associati alla <strong>di</strong>ssipazione delle pressioni in<br />
eccesso inizialmente accumulate dall’acqua contenuta nei pori<br />
ed al loro trasferimento allo scheletro solido (avendo ipotizzato<br />
per semplicità un substrato <strong>di</strong> argilla completamente<br />
saturo). Generalmente tale quota parte è dominante rispetto<br />
alla precedente e l’intervallo <strong>di</strong> tempo durante il quale tali ce<strong>di</strong>menti<br />
si sviluppano può essere molto grande (vari mesi) e<br />
<strong>di</strong>pende dalla permeabilità del terreno, dalla sua rigidezza e<br />
dalle con<strong>di</strong>zioni idrauliche al contorno che possono impe<strong>di</strong>re<br />
o al contrario facilitare il drenaggio.<br />
3.ce<strong>di</strong>menti che avvengono a sforzo efficace costante, avendo<br />
in<strong>di</strong>cato con sforzo efficace la quota parte <strong>di</strong> sforzo<br />
totale gravante sullo<br />
scheletro solido e con υ la pressione dell’acqua. Tali ce<strong>di</strong>menti<br />
sono allora associati alle proprietà viscose del materiale:<br />
la sua microstruttura può presentare infatti la tendenza ad<br />
assestarsi nel tempo anche se le con<strong>di</strong>zioni al contorno, sia<br />
idrauliche che meccaniche vengono mantenute inalterate. La<br />
finestra temporale <strong>di</strong> riferimento si sposta ulteriormente ed in<br />
questo caso si tratta <strong>di</strong> fenomeni che possono continuare negli<br />
anni.<br />
4.Infine ce<strong>di</strong>menti associati ai carichi ciclici indotti ad esempio<br />
dal passaggio <strong>di</strong> automezzi o treni sul rilevato. Data l’elevata<br />
frequenza dei carichi e la bassa permeabilità dei materiali presi<br />
in considerazione, il terreno sottostante potrà subire le sollecitazioni<br />
cicliche considerate ancora in con<strong>di</strong>zioni non drenate.<br />
I cicli <strong>di</strong> carico potranno causare un accumulo <strong>di</strong> pressione<br />
neutra che tenderà a <strong>di</strong>ssiparsi nell’intervallo <strong>di</strong> tempo che separa<br />
i singoli cicli <strong>di</strong> carico associati ad esempio al passaggio<br />
sul rilevato <strong>di</strong> un treno in corsa. In questo caso la frequenza<br />
dei carichi risulta una variabile <strong>di</strong> grande importanza. Associato<br />
all’aumento della pressione neutra ed al conseguente aumento<br />
del livello tensionale avrà luogo un accumulo <strong>di</strong> deformazioni<br />
che potrà stabilizzarsi nel tempo o ad<strong>di</strong>rittura crescere<br />
fino alla rottura. Generalmente, il secondo scenario è poco<br />
probabile ma, per ciò che concerne il primo, i ce<strong>di</strong>menti che<br />
si accumulano, possono, in situazioni particolari, rendere l’opera<br />
inutilizzabile.<br />
5.Infine, è giusto osservare quanto mostrato da vari autori<br />
(Varadarajan et al. (1999), <strong>di</strong> Prisco et al (1998)) sia numericamente<br />
che sperimentalmente, che l’uso dei geosintetici è in<br />
grado <strong>di</strong> evitare il fenomeno del “pompaggio” <strong>di</strong> materiale<br />
fine e <strong>di</strong> ri<strong>di</strong>stribuire il carico. Essi sono molto adatti nel far<br />
crescere la rigidezza secante della curva carico-ce<strong>di</strong>menti a<br />
livelli elevati <strong>di</strong> carico, ma la loro presenza influenza in modo<br />
poco marcato la rigidezza iniziale, che è poi il tratto <strong>di</strong> nostro<br />
interesse. Naturalmente sarebbe invece auspicabile l’utilizzo<br />
accoppiato <strong>di</strong> entrambi i materiali.<br />
Nel seguito sarà <strong>di</strong>scusso, facendo riferimento alle con<strong>di</strong>zioni<br />
limite ed a quelle <strong>di</strong> esercizio, secondo la schematizzazione appena<br />
introdotta, l’impiego <strong>di</strong> <strong>argille</strong> <strong>espanse</strong> <strong>nella</strong> progettazione<br />
<strong>di</strong> <strong>rilevati</strong> parzialmente o totalmente compensati. A tal fine<br />
verrà fornita una breve descrizione geotecnica del materiale e<br />
ne verranno <strong>di</strong>scusse le modalità <strong>di</strong> messa in opera.<br />
GEOTECNICA DELL’ARGILLA ESPANSA<br />
L’argilla espansa è un materiale artificiale e naturale allo stesso<br />
tempo; infatti viene ottenuto me<strong>di</strong>ante un processo termico<br />
a partire da <strong>argille</strong> naturali. Il singolo grano (Fig.1) è costituito<br />
COSTRUZIONE MANUTENZIONE GESTIONE
PRE-PINT INFRAVIA 2001<br />
Terza giornata<br />
Figura 1: Granulo <strong>di</strong> argilla espansa <strong>Le</strong>ca.<br />
da una “scorza” esterna più resistente e meno porosa e da una<br />
matrice interna caratterizzata da un elevato in<strong>di</strong>ce dei vuoti.<br />
Infatti all’interno dei grani stessi è presente una grande quantità<br />
<strong>di</strong> pori, alcuni dei quali non interconnessi. E’possibile allora in<strong>di</strong>viduare,<br />
all’interno <strong>di</strong> questo particolare mezzo poroso, due<br />
tipi <strong>di</strong>fferenti <strong>di</strong> vuoti che nel seguito saranno chiamati, rispettivamente,<br />
intergranulari e intragranulari (o endogranulari).<br />
Mentre i pori intergranulari sono interconnessi e vengono saturati<br />
facilmente quando il materiale è posto sotto falda, i pori<br />
intragranulari (o endogranulari) si riempiono d’acqua con molta<br />
più <strong>di</strong>fficoltà ed alcuni <strong>di</strong> essi non si satureranno mai. Per una<br />
migliore comprensione <strong>di</strong> quanto appena osservato, in Fig2, è<br />
schematizzata la <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> soli<strong>di</strong> e vuoti all’interno del<br />
continuo.<br />
SOLIDI<br />
Figura 2: Schema teorico della <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> soli<strong>di</strong> e vuoti nelle<br />
<strong>argille</strong> <strong>espanse</strong><br />
Tutti i risultati sperimentali utilizzati nel seguito <strong>di</strong> questo paragrafo<br />
sono stati tratti da uno stu<strong>di</strong>o sperimentale commissionato<br />
da Laterlite s.p.a. all’ISMES e ivi portato a termine nel 1998<br />
su miscela <strong>di</strong> Argilla espansa <strong>Le</strong>ca <strong>di</strong> tipo Normale idonea alla<br />
realizzazione <strong>di</strong> <strong>rilevati</strong> stradali.<br />
Il volume occupato dai pori intragranulari risulta essere una variabile<br />
aleatoria non facilmente controllabile. Di conseguenza<br />
nel seguito molti dei valori riportati saranno considerati variabili<br />
all’interno <strong>di</strong> un intervallo pari al 20%. L’unico valore che<br />
può essere assunto costante è quello associato al peso specifico<br />
dei soli<strong>di</strong><br />
che viene calcolato sbriciolando i singoli grani sino allo stato <strong>di</strong><br />
polvere, ove Ws e Vs rappresentano rispettivamente il peso ed<br />
il volume della parte solida, mentre il peso specifico dell’acqua.<br />
Nella tabella seguente verranno forniti i valori me<strong>di</strong> del<br />
peso specifico dei grani γg = Ws/Vg ove il termine a denominatore<br />
rappresenta il volume dei grani (generalmente γs e γg in<strong>di</strong>cano<br />
la medesima grandezza, in questo caso, invece, i due va-<br />
lori sono molto <strong>di</strong>fferenti), il peso specifico secco γd = Ws/V, ove<br />
il termine a denominatore rappresenta il volume totale. Il valore<br />
del peso alleggerito γ, riportato in tabella 1, è teorico in quanto<br />
è calcolato come γsat -γw e γsat è stato valutato ipotizzando che<br />
tutti i pori, sia quelli intergranulari che quelli intragranulari, siano<br />
completamente riempiti d’acqua. In generale questo avviene,<br />
come rapidamente <strong>di</strong>scusso qui <strong>di</strong> seguito, soltanto dopo che<br />
il materiale è stato immerso in acqua per un intervallo temporale<br />
molto elevato. Di conseguenza, a breve termine, γ sarà<br />
minore dell’unità e cioè le particelle tenderanno a galleggiare<br />
rendendo molto <strong>di</strong>fficoltosa la compattazione del materiale sotto<br />
falda. Si osservi che i valori riferiti alla sabbia naturale riportati<br />
inTab.1 sono ovviamente del tutto in<strong>di</strong>cativi.<br />
SABBIA LECA 0-30 NORMALE<br />
NATURALE (valori me<strong>di</strong> rappresentativi)<br />
γs [KN/m3] 26 23.14<br />
γg (a secco) [KN/m3] 26 6.14<br />
γd (in mucchio) [KN/m3] 15 3.8<br />
γd minimo [KN/m3] 14 3.75<br />
γd massimo [KN/m3] 17 4.4<br />
γ [KN/m3] 11 2.59<br />
Tabella 1: Confronto pesi specifici<br />
Quando viene compattato, il materiale perde parte del volume<br />
occupato dai vuoti interstiziali ma non quello contenuto all’interno<br />
dei grani. Quando il materiale viene saturato, i vuoti interstiziali<br />
si riempiono rapidamente mentre <strong>di</strong>fficilmente si saturano<br />
i vuoti intragranulari che spesso sono occlusi e non<br />
interconnessi. In Fig.3 è riportato l’andamento del coefficiente<br />
<strong>di</strong> imbibizione (definito come peso dell’acqua assorbita su peso<br />
del materiale secco) nel tempo: solo dopo circa tre mesi sembra<br />
raggiunto almeno asintoticamente un valore costante.<br />
Figura3:Prova <strong>di</strong> imbibizione<br />
Grazie ai risultati sperimentali ottenuti presso ISMES, su provini<br />
ricostruiti artificialmente in laboratorio <strong>di</strong> argilla espansa<br />
prodotta da Laterlite e <strong>di</strong>stribuita con il nome commerciale <strong>di</strong><br />
<strong>Le</strong>ca Normale, me<strong>di</strong>ante l’utilizzo <strong>di</strong> apparecchiature triassiali<br />
ed edometriche standard è inoltre possibile concludere quanto<br />
segue:<br />
1.L’angolo d’attrito Φ, così come accade per tutti i materiali granulari<br />
naturali quali sabbie e ghiaie, risulta fortemente influenzato<br />
dal valore <strong>di</strong> densità relativa Dr al quale i provini<br />
sono stati preparati in laboratorio e dal valore <strong>di</strong> pressione <strong>di</strong><br />
confinamento. Maggiore sarà la Dr più elevato sarà Φ, minore<br />
sarà la pressione <strong>di</strong> confinamento più elevato sarà Φ. I<br />
valori ottenuti sono molto variabili da un minimo <strong>di</strong> 30° ad un<br />
massimo <strong>di</strong> 50°.<br />
2.La coesione può essere considerata nulla
3.Valori rappresentativi del modulo <strong>di</strong> rigidezza edometrica M,<br />
pur fortemente variabili in funzione della Dr, della pressione<br />
<strong>di</strong> confinamento e del livello tensionale, sono compresi fra 2<br />
e 30 MPa.<br />
4.Il valore limite <strong>di</strong> pressione verticale che il materiale può sopportare<br />
in assenza <strong>di</strong> danneggiamento dei grani, durante una<br />
prova edometrica <strong>di</strong> carico monotono risulta pari a 0.3 MPa.<br />
Valori maggiori inducono una progressiva <strong>di</strong>minuzione della rigidezza<br />
verticale e l’abbandono del comportamento “locking”.<br />
I valori <strong>di</strong> pressione alla quale il materiale sarà preferibile lavori<br />
dovrà necessariamente essere inferiore a quelli <strong>di</strong> cui al punto<br />
4 precedente, mentre, per ciò che concerne il comportamento<br />
dello scheletro solido nel suo complesso e non il singolo grano,<br />
sarà importante raggiungere valori elevati <strong>di</strong> addensamento progettando,<br />
come sottolineato in seguito, un opportuno metodo <strong>di</strong><br />
deposizione.<br />
MODALITÀ COSTRUTTIVE DEI RILEVATI ARTIFICIALI<br />
COMPENSATI<br />
In Figura 4 è riportato uno schema semplificato <strong>di</strong> un rilevato<br />
alleggerito parzialmente o totalmente compensato: parte del terreno<br />
scadente <strong>di</strong> fondazione viene sostituito con <strong>Le</strong>ca così 1) da<br />
ottenere in parte un migliore terreno <strong>di</strong> fondazione e 2) da compensare,<br />
in parte o completamente, il sovraccarico. Il problema<br />
maggiore consiste <strong>nella</strong> compattazione della argilla espansa.<br />
Per ottenere buoni risultati e cioè una Dr me<strong>di</strong>a >80% risulta<br />
necessario interporre, all’interno del rilevato, degli strati <strong>di</strong> misto<br />
granulare stabilizzato, e degli strati <strong>di</strong> geosintetico che assolvano<br />
la funzione <strong>di</strong> elementi separatori così da evitare la commistione<br />
<strong>di</strong> <strong>Le</strong>ca e del misto granulare stabilizzato stesso. Per<br />
semplicità tali elementi non sono rappresentati in Fig.4. Viene<br />
invece riportato lo strato <strong>di</strong> misto granulare stabilizzato più superficiale<br />
che, per problemi d’erosione o d’instabilità locale -<br />
concentrati negli strati superficiali - associati al basso valore del<br />
peso dei grani <strong>di</strong> <strong>Le</strong>ca e ai carichi ciclici/<strong>di</strong>namici agenti in superficie<br />
(mezzi viaggianti), non deve mai essere <strong>di</strong> spessore<br />
inferiore ai 300 mm.<br />
Nella prima fase è approfon<strong>di</strong>to lo scavo <strong>di</strong> sbancamento dal piano<br />
campagna al piano <strong>di</strong> fondazione e sul fondo scavo opportunamente<br />
livellato è collocato lo strato <strong>di</strong> geosintetico che funge<br />
da elemento separatore. In questo caso il geosintetico serve a <strong>di</strong>stribuire<br />
i carichi ma soprattutto ad evitare il fenomeno <strong>di</strong> pompaggio<br />
<strong>di</strong> materiale fine che altrimenti tenderebbe a mischiarsi<br />
ai materiali granulari che costituiscono il rilevato stesso.<br />
Fig.4: Schema semplificato <strong>di</strong> rilevato alleggerito compensato<br />
<strong>Le</strong>ca sarà posto in più strati, con interposizione <strong>di</strong> strati <strong>di</strong> spessore<br />
pari a 200 mm <strong>di</strong> misto granulare che rendono possibile<br />
la compattazione <strong>di</strong> <strong>Le</strong>ca stesso (ve<strong>di</strong> punto precedente); naturalmente<br />
lo spessore <strong>di</strong> <strong>Le</strong>ca varierà in relazione al tipo <strong>di</strong> sezione.<br />
La sequenza <strong>di</strong> lavoro prevederà lo scavo <strong>di</strong> sbancamento,<br />
la posa del geotessile non tessuto, la posa del primo strato<br />
<strong>di</strong> <strong>Le</strong>ca, la posa <strong>di</strong> un ulteriore geotessile non tessuto, la posa<br />
dello strato <strong>di</strong> misto granulare stabilizzato d’interposizione, la<br />
compattazione, i controlli (esecuzione in sito <strong>di</strong> prove su piastra),<br />
la posa del secondo strato <strong>di</strong> <strong>Le</strong>ca, la posa del geotessile<br />
non tessuto, la posa del secondo strato <strong>di</strong> misto granulare sta-<br />
Manutenzione e gestione delle infrastrutture<br />
bilizzato, la compattazione, ulteriori controlli, la posa dello strato<br />
finale <strong>di</strong> misto granulare stabilizzato (Fig.5).<br />
Fig.5: Sequenza <strong>di</strong> lavoro: posa del geotessile non tessuto, del primo<br />
strato <strong>di</strong> argilla e del primo strato <strong>di</strong> misto.<br />
La conseguenza progettuale più <strong>di</strong>retta delle modalità esecutive<br />
appena descritte consiste nell’aumento del sovraccarico indotto,<br />
a parità <strong>di</strong> geometria, dalla presenza del rilevato rispetto<br />
al caso <strong>di</strong> un utilizzo esclusivo <strong>di</strong> argilla espansa. In altre parole<br />
il peso specifico me<strong>di</strong>o sarà maggiore proprio a causa della<br />
presenza degli strati <strong>di</strong> inerte <strong>di</strong> cava.<br />
CRITERI PROGETTUALI<br />
Nel seguito si mostrerà, me<strong>di</strong>ante un’analisi parametrica molto<br />
semplificata <strong>di</strong> una tipologia standard <strong>di</strong> rilevato, come, per ciò<br />
che concerne le con<strong>di</strong>zioni limite <strong>di</strong> sprofondamento ed estrusione<br />
del terreno <strong>di</strong> fondazione, l’alleggerimento del rilevato<br />
me<strong>di</strong>ante l’utilizzo <strong>di</strong> argilla espansa sia sufficiente (insieme all’opportuno<br />
utilizzo <strong>di</strong> georinforzi) ad eliminare i problemi <strong>di</strong><br />
stabilità ma non quelli relativi ai ce<strong>di</strong>menti che possono essere<br />
invece ridotti me<strong>di</strong>ante la realizzazione <strong>di</strong> <strong>rilevati</strong> parzialmente<br />
o totalmente compensati.<br />
Analisi limite<br />
Verrà ora trattato il caso <strong>di</strong> un rilevato realizzato su uno strato<br />
saturo d’argilla molto cedevole e poco resistente <strong>di</strong> spessore limitato<br />
a sua volta posto su un substrato resistente (Fig.6). Saranno<br />
<strong>di</strong>scusse unicamente le con<strong>di</strong>zioni a breve termine perché più<br />
pericolose; sarà quantitativamente valutato l’incremento del fattore<br />
<strong>di</strong> sicurezza nel caso venga utilizzata <strong>Le</strong>ca secondo le modalità<br />
<strong>di</strong> cui sopra.<br />
Figura 6: Schematizzazione geometrica del problema<br />
L’analisi semplificata riferita allo stato limite ultimo per estrusione<br />
del terreno <strong>di</strong> fondazione ha senso quando lo spessore dello<br />
strato molle è limitato. Si ipotizza che a causa del peso del rilevato<br />
il terreno <strong>di</strong> fondazione trasli verso l’esterno causando un<br />
<strong>di</strong>ssesto dell’opera (Fig.7).<br />
Figura 7: Stato limite ultimo per estrusione<br />
COSTRUZIONE MANUTENZIONE GESTIONE
PRE-PINT INFRAVIA 2001<br />
Terza giornata<br />
Il blocco sul quale si opera l’equilibrio alla traslazione è il blocco<br />
1 <strong>di</strong> Fig.8.<br />
La zona <strong>di</strong> terreno a destra del blocco 1 è ipotizzata in spinta passiva,<br />
quella a sinistra in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> spinta attiva.<br />
Come schematizzato sinteticamente in Fig.8 (Hird e Jewell<br />
(1989)), sul blocco 1 in <strong>di</strong>rezione orizzontale agiscono la risultante<br />
degli sforzi orizzontali a sinistra (PA), la risultante degli<br />
sforzi orizzontali a destra (PP), la risultante degli sforzi <strong>di</strong> taglio<br />
TT agenti sull’interfaccia geosintetico – argilla e geosintetico –<br />
terreno <strong>di</strong> riporto, la risultante degli sforzi <strong>di</strong> taglio TB agenti<br />
sull’interfaccia argilla – strato resistente <strong>di</strong> base.<br />
Figura 8a: Schema <strong>di</strong> calcolo<br />
semplificato<br />
Figura 8b: Schema statico<br />
Il coefficiente <strong>di</strong> sicurezza Fs sarà definito come<br />
con PA = Spinta attiva = PA1+ PA2 ove il primo termine è riferito<br />
alla spinta attiva all’interno del rilevato, mentre il secondo<br />
alla spinta attiva all’interno dello strato <strong>di</strong> argilla. Utilizzando<br />
<strong>Le</strong>ca, come si evince dalle equazioni riportate in Nota 2, variano<br />
le componenti TB, TT e PA che compaiono <strong>nella</strong> definizione<br />
del coefficiente <strong>di</strong> sicurezza Fs, mentre rimane inalterata la<br />
componente PP. L’utilizzo <strong>di</strong> <strong>Le</strong>ca al posto <strong>di</strong> un tra<strong>di</strong>zionale<br />
inerte <strong>di</strong> cava, induce una marcata riduzione della spinta instabilizzante<br />
(PA) <strong>di</strong>rettamente proporzionale al peso del rilevato,<br />
una contemporanea riduzione <strong>di</strong> TT, funzione dell’angolo<br />
d’attrito geosintetico-terreno <strong>di</strong> riporto che costituisce il rilevato<br />
e del peso del rilevato stesso mentre lascia inalterato il<br />
valore <strong>di</strong> TB , in quanto sono state considerate le con<strong>di</strong>zioni a<br />
beve termine.<br />
In Fig.9 è riportato l’andamento del coefficiente <strong>di</strong> sicurezza<br />
al variare dell’inclinazione a del pen<strong>di</strong>o che costitutisce la scarpata<br />
del rilevato artificiale (Fig.8). I dati con riferimento ai quali<br />
sono state ottenute tali curve, sono riportati in Nota 1. Per<br />
ciò che concerne il terreno <strong>di</strong> fondazione, è stata presa in considerazione<br />
una argilla normalconsolidata con elevato contenuto<br />
organico. Dalla figura si evince chiaramente come l’utilizzo<br />
<strong>di</strong> <strong>Le</strong>ca faccia crescere in modo marcato il coefficiente <strong>di</strong> sicurezza<br />
anche per valori dell’inclinazione della scarpata molto elevati.<br />
Fig.9 Andamento del coefficiente <strong>di</strong> sicurezza al variare<br />
dell’inclinazione della scarpata<br />
Calcolo dei ce<strong>di</strong>menti<br />
Se si procede alla realizzazione <strong>di</strong> un rilevato parzialmente compensato,<br />
come quello rappresentato in Fig.4, la <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong><br />
comportamento tra rilevato realizzato con <strong>Le</strong>ca e quello con<br />
inerte <strong>di</strong> cava <strong>di</strong>venta enorme. Infatti, dato il basso valore del<br />
peso specifico sommerso <strong>di</strong> <strong>Le</strong>ca (g’= 2.59 KN/m3, nel caso<br />
si ipotizzino i pori endogranulari completamente saturi d’acqua),<br />
l’utilizzazione <strong>di</strong> <strong>Le</strong>ca permette, oltre alla naturale <strong>di</strong>minuzione<br />
dello spessore dello strato cedevole, una drastica riduzione<br />
del sovraccarico. Questo significa che utilizzando un inerte<br />
<strong>di</strong> cava si riducono i ce<strong>di</strong>menti unicamente perché lo spessore<br />
dello strato cedevole passa da S a S-D*, (avendo in<strong>di</strong>cato con<br />
D* la profon<strong>di</strong>tà massima dello scavo) ma il sovraccarico posto<br />
a profon<strong>di</strong>tà D* rimane pressoché inalterato. Al contrario,<br />
quando si utilizza <strong>Le</strong>ca si riducono sia lo spessore dello strato<br />
cedevole che il sovraccarico agente sullo strato cedevole.<br />
Per ciò che concerne i ce<strong>di</strong>menti che seguono la fase <strong>di</strong> consolidazione,<br />
in Fig.10 vengono confrontati gli andamenti del ce<strong>di</strong>mento<br />
sotto lo spigolo del rilevato (D =2m ed S=5m) che si<br />
ottengono utilizzando <strong>Le</strong>ca oppure un tra<strong>di</strong>zionale inerte <strong>di</strong> cava<br />
al variare dell’altezza del rilevato D*. Tali valori sono stati ottenuti<br />
ipotizzando <strong>di</strong> applicare la teoria dell’elasticità per valutare<br />
la <strong>di</strong>ffusione degli sforzi sotto il rilevato (Poulos e Davis<br />
(1974)) e <strong>di</strong> considerare trascurabili i ce<strong>di</strong>menti all’interno degli<br />
strati compattati, siano essi formati da tra<strong>di</strong>zionali inerti <strong>di</strong><br />
cava o da argilla espansa.<br />
Figura 10: Confronto dell’andamento dei ce<strong>di</strong>menti sotto lo spigolo<br />
del rilevato al variare <strong>di</strong> D* nel caso venga utilizzato <strong>Le</strong>ca o un<br />
normale inerte <strong>di</strong> cava (D=2m).<br />
Si fa inoltre notare che, in caso <strong>di</strong> rilevato totalmente compensato,<br />
se l’operazione <strong>di</strong> scavo e <strong>di</strong> riempimento me<strong>di</strong>ante<br />
argilla espansa è sufficientemente rapida, lo strato <strong>di</strong> argilla<br />
sottostante non si accorge nemmeno o quasi della variazione<br />
delle con<strong>di</strong>zioni al contorno ed il fenomeno della consolidazione<br />
risulta interrotto durante il suo stesso sviluppo.<br />
OSSERVAZIONI CONCLUSIVE<br />
Da quanto appena mostrato possiamo quin<strong>di</strong> concludere che<br />
il problema della minimizzazione dei ce<strong>di</strong>menti è sicuramente<br />
quello più delicato ed esso può essere risolto grazie alla compensazione<br />
dei carichi, ottenuta me<strong>di</strong>ante l’impiego <strong>di</strong> <strong>argille</strong><br />
<strong>espanse</strong>. Infatti:<br />
• i ce<strong>di</strong>menti istantanei possono essere trascurati perché avvengono<br />
ancora in fase <strong>di</strong> <strong>costruzione</strong> e sono molto limitati<br />
rispetto a quelli successivi. Nel caso <strong>di</strong> una completa com-
pensazione, essi sono, a lavoro ultimato, irrilevanti.<br />
• I ce<strong>di</strong>menti legati al fenomeno della consolidazione invece,<br />
dannosi per l’opera in quanto avvengono successivamente,<br />
vengono ridotti o ad<strong>di</strong>rittura annullati senza dover<br />
mo<strong>di</strong>ficare le caratteristiche meccaniche del terreno molle<br />
<strong>di</strong> fondazione. Se al contrario si intervenisse me<strong>di</strong>ante precarico,<br />
e dreni verticali così da rendere più rapida la fase <strong>di</strong><br />
consolidazione, si potrebbe al massimo ridurre i ce<strong>di</strong>menti<br />
verticali <strong>di</strong> un or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> grandezza, nel caso il precarico<br />
coincida con il carico definitivo, ma mai annullarli completamente.<br />
• I ce<strong>di</strong>menti viscosi hanno luogo a sforzo efficace costante<br />
ma tendono nel tempo a stabilizzarsi secondo una legge <strong>di</strong><br />
deca<strong>di</strong>mento logaritmica. Questo significa che essi sono<br />
funzione dell’entità del <strong>di</strong>sturbo (leggi incremento <strong>di</strong> sforzo<br />
efficace) e del tempo intercorso dall’ultimo incremento<br />
<strong>di</strong> carico vergine. La compensazione dei carichi tende allora<br />
ad annullare anche i ce<strong>di</strong>menti viscosi - dannosi per<br />
la durabilità dell’opera - poiché viene ridotto o ad<strong>di</strong>rittura<br />
annullato il <strong>di</strong>sturbo.<br />
• Infine, la velocità <strong>di</strong> accumulo dei ce<strong>di</strong>menti indotti dalle sollecitazioni<br />
cicliche causate dal passaggio <strong>di</strong> automezzi o treni<br />
sul rilevato, considerati ancora una volta trascurabili i ce<strong>di</strong>menti<br />
all’interno del corpo del rilevato stesso, al crescere<br />
del numero <strong>di</strong> cicli n risulta associato all’accumulo <strong>di</strong> pressione<br />
neutra all’interno del terreno molle <strong>di</strong> fondazione. Gli<br />
unici due mo<strong>di</strong> per limitare lo svilupparsi <strong>di</strong> tali ce<strong>di</strong>menti<br />
consistono nel: (a) sovraconsolidare il materiale (b) facilitare<br />
il più possibile il drenaggio. Si fa notare che nel caso <strong>di</strong> rilevato<br />
compensato per il quale (Fig.4) D tenda a zero e D*π0<br />
(compensazione negativa del carico), è possibile ottenere il<br />
primo dei due risultati ed, in<strong>di</strong>rettamente, riducendo il percorso<br />
<strong>di</strong> drenaggio, anche il secondo.<br />
Bibliografia<br />
<strong>di</strong> Prisco C., Montanelli F., Rimol<strong>di</strong> P., Sinisi G., Villa E. (1998) “Shallow<br />
Foundations on Granular Soils Reiforced by means of Geo-<br />
Synthetics”, 2nd Int. Conference on Ground Improvement<br />
Techniques, 8-9 Ottobre 1998 – Singapore, pp. 407-413<br />
Hird C.C. e Jewell (1989) The theory of reinforced embankments. Proc.<br />
of the Int. Conf. on Reinforced embankments theory and practice,<br />
Cambridge Univesity Shercliff ed..Thomas Telford London pp.<br />
117-142<br />
ISMES (1998) Caratterizzazione Geotecnica <strong>di</strong> <strong>Le</strong>ca – Rapporto<br />
commissionato da Laterlite S.p.A.<br />
Poulos H.G. e Davis E.H. (1974) Elastic Solutions for soil and Rock<br />
Mechanics. John Wiley and Sons. Inc.<br />
Varadarajan A., Sharma K.G. e Aly A.A. (1999) Finite element analysis<br />
of reinforced embankment foundation. Int. J. Anal. Meth.<br />
Geomech., 23, pp. 103-114<br />
NOTA 1 - DATI:<br />
TERRENO <strong>di</strong> FONDAZIONE:<br />
Manutenzione e gestione delle infrastrutture<br />
Cu = coesione non drenata<br />
= sforzo verticale efficace<br />
• B=4m (larghezza del rilevato),<br />
• CR (rapporto <strong>di</strong> compressione vergine) = 0.4.<br />
_________________________________________________<br />
N.B.: E’ stato scelto un valore me<strong>di</strong>o ed unico per tutto lo strato<br />
molle (Cu=8 KPa) senza introdurre una sua variazione in funzione<br />
della profon<strong>di</strong>tà. Per semplicità è stato considerato un unico<br />
strato <strong>di</strong> geosintetico con funzione stabilizzante, quello posto<br />
alla base del rilevato, mentre è stata trascurata la presenza degli<br />
strati interme<strong>di</strong> posti all’interno del rilevato stesso.<br />
NOTA 2<br />
N.B. Nel nostro caso TAM>TT sempre.<br />
COSTRUZIONE MANUTENZIONE GESTIONE