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Indicazioni terapeutiche per la pancreatite felina - IDEXX Laboratories

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Diagnostic<br />

Update<br />

INDICAZIONI TERAPEUTICHE PER LA PANCREATITE FELINA<br />

I ntroduzione<br />

Nei gatti <strong>la</strong> <strong>pancreatite</strong> è una ma<strong>la</strong>ttia sottodiagnosticata poichè<br />

è difficile da identificare. I gatti sofferenti di <strong>pancreatite</strong> mostrano<br />

sintomi di malessere generici, come ad esempio letargia,<br />

inappetenza, disidratazione e <strong>per</strong>dita di peso. L’esame clinico e<br />

le analisi di routine danno risultati aspecifici e, fino a poco tempo<br />

fa, gli strumenti diagnostici a disposizione del medico pratico <strong>per</strong><br />

una diagnosi non invasiva del<strong>la</strong> <strong>pancreatite</strong> erano limitati. A causa<br />

delle difficoltà nel diagnosticare <strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia, le opzioni <strong>terapeutiche</strong><br />

non sono state adeguatamente approfondite.<br />

Nel<strong>la</strong> diagnosi e nel monitoraggio dei gatti con <strong>pancreatite</strong> si può<br />

ricorrere al test Spec fPL (lipasi pancreatica specifica <strong>felina</strong>) ora<br />

disponibile presso i <strong>la</strong>boratori di referenza <strong>IDEXX</strong>. Nell’attesa che<br />

vengano sviluppati nuovi e specifici approcci terapeutici, vogliamo<br />

comunque portare l’attenzione sul trattamento dei gatti affetti<br />

da <strong>pancreatite</strong> secondo un approccio che parte da una valutazione<br />

più accurata del<strong>la</strong> risposta al<strong>la</strong> terapia.<br />

Da studi p<strong>la</strong>cebo-control<strong>la</strong>ti su soggetti umani è emerso che le<br />

sole strategie <strong>terapeutiche</strong> rive<strong>la</strong>tesi efficaci contro <strong>la</strong> <strong>pancreatite</strong><br />

sono <strong>la</strong> fluidoterapia, <strong>la</strong> terapia del dolore e il supporto nutrizionale.<br />

Questi sono i fondamenti terapeutici anche nel trattamento<br />

del<strong>la</strong> <strong>pancreatite</strong> <strong>felina</strong>. Gli studi hanno tuttavia mostrato che circa<br />

i 2/3 dei gatti con <strong>pancreatite</strong> soffrono del<strong>la</strong> forma cronica, <strong>per</strong><br />

<strong>la</strong> quale le indicazioni <strong>terapeutiche</strong> sono meno chiare. 1,2 Inoltre,<br />

molti gatti sono contemporaneamente affetti da ma<strong>la</strong>ttie concomitanti<br />

(p.es. diabete mellito, lipidosi epatica, co<strong>la</strong>ngioepatite e<br />

ma<strong>la</strong>ttie infiammatorie croniche intestinali (IBD)). 3-5 La diagnosi e<br />

<strong>la</strong> terapia del<strong>la</strong> <strong>pancreatite</strong> e delle condizioni concomitanti sono<br />

fondamentali <strong>per</strong> un esito favorevole del<strong>la</strong> terapia. 6<br />

F luidoterapia<br />

La fluidoterapia intravenosa ha un ruolo chiave nel trattamento<br />

di un paziente con <strong>pancreatite</strong>. L’obiettivo principale è quello di<br />

garantire un’irrorazione sufficiente del pancreas. Innanzitutto i<br />

liquidi provvedono a correggere <strong>la</strong> disidratazione nel corso delle<br />

prime 12 – 24 ore, adempiendo così alle esigenze di mantenimento<br />

e al<strong>la</strong> compensazione di <strong>per</strong>dite dovute a vomito, diarrea<br />

o ad accumulo di liquidi nel “terzo spazio” (p.es. versamenti<br />

<strong>per</strong>itoneali come effetto secondario di una <strong>pancreatite</strong>). Eventuali<br />

squilibri elettrolitici o acido-base vanno monitorati strettamente e<br />

marzo 09<br />

corretti. Se viene rilevata un’ipocalcemia in un gatto con <strong>pancreatite</strong><br />

acuta necrotizzante, bisogna procedere al<strong>la</strong> somministrazione<br />

di gluconato di calcio in dosi di 50 – 150 mg/kg <strong>per</strong> via<br />

intravenosa nel giro di 12 – 24 ore, monitorando nel corso del<strong>la</strong><br />

terapia le concentrazioni sieriche di calcio totale o ionizzato. Per<br />

migliorare <strong>la</strong> pressione osmotica è possibile ricorrere a colloidi<br />

come il destrano o l’amido idrossietilico, soprattutto in pazienti<br />

con ipoalbuminemia. Se ci sono tracce di coagulopatia o di coagu<strong>la</strong>zione<br />

intravasco<strong>la</strong>re disseminata (DIC) si può ricorrere al<strong>la</strong><br />

p<strong>la</strong>smaterapia, sebbene questa sia così facilmente disponibile<br />

come <strong>per</strong> i cani.<br />

Terapia del dolore<br />

Il dolore addominale è un sintomo più frequente nei cani affetti<br />

da <strong>pancreatite</strong> che nei gatti. Tuttavia, in molti gatti sottoposti ad<br />

una terapia analgesica, si osservano dei miglioramenti clinici.<br />

Molti specialisti credono che il controllo del dolore debba venire<br />

praticato su tutti i gatti affetti da <strong>pancreatite</strong> acuta. Si consiglia<br />

di ricorrere ad una terapia con oppioidi. I cerotti transdermici al<br />

fentanil si sono rive<strong>la</strong>ti partico<strong>la</strong>rmente efficaci nell’alleviare il dolore<br />

in quanto hanno un’azione analgesica più lunga. Occorrono<br />

almeno 6 ore prima di poter raggiungere livelli di fentanil sufficienti<br />

a tenere sotto controllo il dolore, sicché uno dei protocolli consigliati<br />

è quello di somministrare, al momento dell’applicazione del<br />

cerotto di fentanil, un altro analgesico <strong>per</strong> via intravenosa, come<br />

p.es. <strong>la</strong> buprenorfina. I pazienti vanno poi tenuti sotto stretto monitoraggio,<br />

<strong>per</strong> vedere se è necessario un trattamento analgesico<br />

supplementare. Anche i gatti con <strong>pancreatite</strong> cronica possono<br />

beneficiare di una terapia del dolore; in caso di pazienti ricoverati<br />

è possibile ricorrere al cerotto di fentanil, al<strong>la</strong> buprenorfina <strong>per</strong> via<br />

sublinguale, al butorfanolo o al tramadolo <strong>per</strong> via orale.<br />

Terapia antiemetica<br />

Il vomito, caratteristico nel<strong>la</strong> pancretite canina, può invece essere<br />

intermittente o mancare del tutto nei gatti. Se presente, esso va<br />

tenuto sotto controllo; se assente, una terapia con antiemetici<br />

va comunque presa in considerazione <strong>per</strong> il trattamento del<strong>la</strong><br />

nausea. Esistono diversi antiemetici disponibili. Uno dei più diffusi<br />

con i gatti è il metoclopramide, tuttora usato da molti medici<br />

pratici. Il metoclopramide è un antagonista del<strong>la</strong> dopamina: esso<br />

inibisce il vomito andando a bloccare i recettori del<strong>la</strong> dopamina


del sistema nervoso centrale (SNC) nel<strong>la</strong> zona chemorecettrice di<br />

attivazione (CTZ). Probabilmente <strong>la</strong> sua azione antiemetica non è<br />

estremamente efficace nei gatti, in quanto pare che dispongano<br />

di pochi recettori del<strong>la</strong> dopamina del SNC nel<strong>la</strong> CTZ. Il do<strong>la</strong>setrone<br />

(Anzemet ® ) e l’ondansetrone (Zofran ® ), che agiscono sui<br />

recettori 5-HT del<strong>la</strong> serotonina nel<strong>la</strong> CTZ, sono invece molto effi-<br />

3<br />

caci nei gatti. Infine il maropitant citrato (Cerenia), sebbene sia<br />

stato registrato solo <strong>per</strong> l’uso sui cani, è diventato un antiemetico<br />

molto diffuso ed efficace <strong>per</strong> i gatti: esso agisce sui recettori del<strong>la</strong><br />

neurochinina (NK) nel “centro del vomito” e può essere somministrato<br />

con dosi dimezzate rispetto ai cani.<br />

Supporto nutrizionale<br />

Gli specialisti consigliano di praticare il supporto nutrizionale<br />

enterale in tutti i pazienti pancreatitici. L’indicazione tradizionale<br />

“nil <strong>per</strong> os” (NPO) in caso di animali con <strong>pancreatite</strong> non è più<br />

universalmente accettata, tanto più che in caso di insufficiente<br />

rifornimento calorico i gatti possono sviluppare una lipidosi epatica.<br />

Attualmente le indicazioni degli es<strong>per</strong>ti sono di continuare<br />

ad alimentare il paziente <strong>per</strong> via orale se il suo tratto gastrointestinale<br />

funziona e nel caso vomiti, somministrargli un antiemetico<br />

in modo che possa trattenere il cibo. La nutrizione enterale<br />

stabilizza <strong>la</strong> barriera gastrointestinale, migliora lo stato di salute<br />

degli enterociti e <strong>la</strong> funzione immunitaria, favorisce <strong>la</strong> motilità<br />

gastrointestinale, previene il catabolismo e riduce <strong>la</strong> morbidità e<br />

<strong>la</strong> mortalità. Dal momento che i gatti affetti da <strong>pancreatite</strong> sono<br />

inappetenti, è raro che ingeriscano calorie in quantità sufficiente.<br />

L’alimentazione forzata è da sconsigliare in quanto, oltre al<strong>la</strong><br />

difficoltà di conseguire il livello di consumo calorico desiderato,<br />

essa può indurre al rigetto del cibo. 7 Per <strong>la</strong> nutrizione enterale si<br />

può ricorrere a tutta una serie di sonde <strong>per</strong> alimentazione, fra cui<br />

il sondino nasogastrico, nasoesofageo, <strong>per</strong> esofagostomia, <strong>per</strong><br />

gastrostomia o <strong>per</strong> digiunostomia.<br />

Se non è possibile tenere il vomito sotto controllo, allora si può<br />

cercare di soddisfare, in parte o totalmente, il fabbisogno calorico<br />

del paziente ricorrendo al<strong>la</strong> nutrizione parenterale parziale (NPP)<br />

o parenterale totale (NPT). L’NPT è di norma disponibile solo<br />

all’interno di struttura sanitaria 24 ore su 24, mentre l’NPP è più<br />

pratica e di più facile applicazione in ogni ambu<strong>la</strong>torio. Tuttavia,<br />

anche quando soddisfa il fabbisogno calorico del paziente, <strong>la</strong><br />

nutrizione parenterale non nutre gli enterociti. Di conseguenza<br />

alcuni specialisti consigliano di provvedere al<strong>la</strong> nutrizione microenterale<br />

<strong>per</strong> mezzo del sistema “a caduta” (goccia a goccia)<br />

attraverso un sondino di alimentazione, garantendo così <strong>la</strong><br />

nutrizione del tratto gastrointestinale. Le ricerche hanno mostrato<br />

che anche una nutrizione enterale di modesta entità è in grado di<br />

prevenire le complicazioni proprie dell’indicazione “nil <strong>per</strong> os”.<br />

Selezione del<strong>la</strong> dieta<br />

Non ci sono studi che sostengano partico<strong>la</strong>ri opzioni dietetiche<br />

<strong>per</strong> i gatti affetti da <strong>pancreatite</strong>. I dietologi specializzati non credono<br />

che un’alimentazione ricca di grassi sia <strong>la</strong> causa predisponente<br />

del<strong>la</strong> <strong>pancreatite</strong> <strong>felina</strong>. Tuttavia alcuni internisti ritengono<br />

di aver riscontrato occasionalmente una corre<strong>la</strong>zione ed evitano<br />

<strong>per</strong>ciò una dieta ad alto contenuto di grassi. Se si usano sondini<br />

nasogastrici, nasoesofagei o <strong>per</strong> digiunostomia, è necessario<br />

ricorrere ad una dieta liquida. La dieta liquida CliniCare ® (<strong>per</strong><br />

cani/gatti) dell’Abbott Animal Health disponibile in commercio,<br />

<strong>per</strong> quanto ricca di grassi, è di uso comune. Le diete liquide sviluppate<br />

<strong>per</strong> pazienti umani hanno un contenuto proteico troppo<br />

basso <strong>per</strong> poter essere impiegate con i gatti. In caso di utilizzo<br />

del sondino <strong>per</strong> esofagostomia o <strong>per</strong> gastrostomia è possibile<br />

ricorrere a diete misce<strong>la</strong>te in scato<strong>la</strong>, facilmente digeribili, a basso<br />

contenuto di grassi e di fibre alimentari.<br />

Nel caso del<strong>la</strong> <strong>pancreatite</strong> <strong>felina</strong>, le varie indicazioni dietetiche<br />

sono sostanzialmente frutto di pareri soggettivi. Spesso è necessario<br />

effettuare diversi tentativi, anche commettendo alcuni errori,<br />

prima di trovare una dieta efficace <strong>per</strong> un determinato animale.<br />

Fattori complicanti sono, inoltre, le ma<strong>la</strong>ttie concomitanti di cui<br />

spesso sono affetti i gatti con <strong>pancreatite</strong>. Una dieta povera di<br />

fibre alimentari può essere <strong>la</strong> dieta adatta <strong>per</strong> un gatto affetto<br />

esclusivamente da <strong>pancreatite</strong>, ma in presenza di una concomitante<br />

ma<strong>la</strong>ttia intestinale è possibile che una dieta proteica sia<br />

invece un’opzione migliore. I proprietari di questi pazienti vanno<br />

avvertiti che è importante che il gatto mangi e nel caso non<br />

accetti nessuna di queste diete speciali, è necessario che loro<br />

ricorrano agli alimenti con cui prima nutrivano l’animale.<br />

Stimo<strong>la</strong>nti dell’appetito<br />

Nei gatti con <strong>pancreatite</strong> gli stimo<strong>la</strong>nti dell’appetito possono aiutare<br />

a mantenere un consumo calorico rego<strong>la</strong>re, possono ridurre<br />

<strong>la</strong> necessità di ricorrere al sondino di alimentazione, possono far<br />

diminuire sul lungo <strong>per</strong>iodo <strong>la</strong> dipendenza dell’animale dal sondino<br />

stesso e renderne più facile l’abbandono. Si può praticare<br />

una somministrazione off-<strong>la</strong>bel di mirtazapine (Remeron ® ) con<br />

il seguente dosaggio: 1/4 di una compressa da 15 mg ogni tre<br />

giorni. Il cyproheptadine (Periactin ® ) è invece autorizzato <strong>per</strong> l’uso<br />

nei i gatti, ma deve essere somministrato due volte al giorno.<br />

Terapia con glucocorticoidi<br />

Nei gatti con <strong>pancreatite</strong> è frequente che si presentino altre<br />

condizioni concomitanti. Per indicare il complesso di co<strong>la</strong>ngioepatite,<br />

<strong>pancreatite</strong> e IBD è stato coniato il termine “triadite”. Un<br />

trattamento a dosi antinfiammatorie con prednisone, prednisolone<br />

e desametasone non è controindicato in questi gatti e può<br />

essere piuttosto efficace, ma solo nei gatti affetti da <strong>pancreatite</strong>


cronica l’azione antinfiammatoria dei corticosteroidi può recare<br />

un beneficio effettivo.<br />

Terapia antibiotica<br />

In genere <strong>la</strong> <strong>pancreatite</strong> è un processo patologico sterile nei gatti<br />

ed è raro che siano prescritti degli antibiotici. La loro indicazione<br />

si applica ai casi di sepsi (possibile in seguito a traslocazione<br />

batterica dal tratto gastrointestinale), di <strong>per</strong>itonite batterica e ad<br />

altre infezioni (p.es. infezione del tratto urinario), eventualmente<br />

anche ai casi di co<strong>la</strong>ngioepatite suppurativa in presenza di un sospetto<br />

di <strong>pancreatite</strong> suppurativa. Tuttavia, sostanzialmente non<br />

c’è ragione di ricorrere agli antibiotici e dal momento che alcuni<br />

antibiotici possono provocare nausea e vomito nei gatti, esiste un<br />

buon motivo <strong>per</strong> non usarli.<br />

Terapia con antiacidi<br />

Anche se non vengono indicati normalmente, gli antagonisti dei<br />

recettori H (ranitidina o famotidina) o gli inibitori del<strong>la</strong> pompa<br />

2<br />

protonica (pantoprazolo) vanno presi in considerazione se c’è il<br />

sospetto di un’ulcerazione gastrointestinale.<br />

Terapia antiossidante<br />

Le sostanze che è possibile prescrivere sono: vitamina C ed E,<br />

silibina, S-adenosilmetionina (SAMe) e gli acidi grassi omega-3.<br />

Per i gatti sono disponibili i seguenti prodotti veterinari: Marin<br />

(vitamina E e sibilina), Denosylv (SAMe) e Denamarin ® (SAMe e<br />

sibilina), fabbricati dai Nutramax <strong>Laboratories</strong>, Inc.<br />

Supplementazione di coba<strong>la</strong>mina (vitamina B12 )<br />

La coba<strong>la</strong>mina (vitamina B ) è una vitamina idrosolubile che<br />

12<br />

viene assorbita nell’ileo. Nei gatti affetti da una ma<strong>la</strong>ttia gastrointestinale,<br />

come p.es. l’IBD, si osserva una riduzione delle concentrazioni<br />

di coba<strong>la</strong>mina nel siero. Dal momento che nei gatti con<br />

<strong>pancreatite</strong> è frequente osservare una ma<strong>la</strong>ttia gastrointestinale<br />

concomitante, una misurazione delle concentrazioni sieriche di<br />

coba<strong>la</strong>mina è in tal caso consigliabile. Se <strong>la</strong> carenza di coba<strong>la</strong>mina<br />

viene accertata, si deve procedere al<strong>la</strong> sua supplementazione<br />

tramite iniezione parenterale. Formu<strong>la</strong>zioni generiche di coba<strong>la</strong>mina<br />

sono facilmente disponibili ed estremamente convenienti.<br />

Per i gatti si raccomanda un dosaggio di 250 μg a iniezione, con<br />

il seguente ritmo: una somministrazione a settimana <strong>per</strong> le prime<br />

sei settimane, quindi una ogni due settimane <strong>per</strong> altre sei settimane,<br />

dopodiché un’iniezione al mese. 8<br />

Terapia insulinica<br />

I gatti affetti da <strong>pancreatite</strong> possono diventare resistenti all’insulina<br />

e sviluppare un diabete mellito transitorio. 4 Questo può<br />

risolversi, oppure divenire <strong>per</strong>manente, soprattutto nei casi di<br />

<strong>pancreatite</strong> cronica <strong>per</strong>sistente. La terapia insulinica deve essere<br />

adattata alle caratteristiche del singolo animale, senza dimenticare<br />

che il fabbisogno di insulina può variare in funzione del<br />

crescere o decrescere del<strong>la</strong> gravità del<strong>la</strong> <strong>pancreatite</strong>.<br />

Monitoraggio del<strong>la</strong> <strong>pancreatite</strong> acuta<br />

Se ospedalizzati, i gatti vanno sottoposti ad uno stretto monitoraggio.<br />

Innanzitutto vanno monitorati il peso corporeo e <strong>la</strong><br />

frequenza respiratoria, <strong>per</strong> assicurarsi che i liquidi vengano<br />

tollerati. L’ematocrito (PCV), i solidi totali, gli elettroliti, il calcio<br />

totale o ionizzato, <strong>la</strong> BUN e <strong>la</strong> creatinina, l’equilibrio acido-base,<br />

<strong>la</strong> pressione sanguigna e l’emissione delle urine vanno misurati<br />

ogni giorno. Il profilo ematico e biochimico ed anche <strong>la</strong> determinazione<br />

dei livelli di acido <strong>la</strong>ttico possono venire ripetuti ogni 2 – 3<br />

giorni, fino a che non si sia instaurata una tendenza al miglioramento.<br />

In casi gravi o in presenza di tracce di una coagulopatia,<br />

va effettuato un monitoraggio <strong>per</strong> l’eventuale sviluppo di una DIC<br />

(p.es. PT, PTT, piastrine, fibrinogeno, FDP, D-dimeri). Se si hanno<br />

segni di ostruzione biliare, i gatti vanno tenuti sotto controllo <strong>per</strong><br />

valutare l’eventuale sviluppo di un ittero, un’i<strong>per</strong>glicemia <strong>per</strong>sistente<br />

o progressiva, o di una chetosi. Infine, un monitoraggio<br />

del<strong>la</strong> concentrazione di Spec fPL nei gatti ospedalizzati ogni 2<br />

– 3 giorni può contribuire a riconoscere eventuali riduzioni dell’infiammazione<br />

del pancreas.<br />

Monitoraggio del<strong>la</strong> <strong>pancreatite</strong> cronica<br />

La frequenza con cui sottoporre ad un controllo i gatti con da<br />

<strong>pancreatite</strong> cronica sono in funzione dell’andamento del<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia,<br />

del<strong>la</strong> presenza o assenza di condizioni concomitanti e del<br />

regime terapeutico cui sono soggetti. In seguito al<strong>la</strong> diagnosi, si<br />

consiglia di procedere a visite bisettimanali <strong>per</strong> discutere con il<br />

proprietario l’andamento del<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia, esaminando attentamente<br />

il livello di attività, l’appetito e il peso corporeo dell’animale. In<br />

base alle condizioni concomitanti si può decidere di passare alle<br />

analisi di <strong>la</strong>boratorio, e <strong>per</strong> una valutazione del<strong>la</strong> <strong>pancreatite</strong> si<br />

può ricorrere al<strong>la</strong> concentrazione di Spec fPL.<br />

In caso di trattamento con glucocorticoidi si consiglia di effettuare<br />

un test di base Spec fPL. Si consiglia di effettuare un secondo<br />

test di controllo 10 – 14 giorni dopo l’inizio del<strong>la</strong> terapia, al fine di<br />

valutare <strong>la</strong> risposta del paziente. Se si osservano miglioramenti<br />

clinici nell’animale unitamente ad una diminuzione del<strong>la</strong> concentrazione<br />

di Spec fPL, <strong>la</strong> terapia va continuata. Se invece non vi<br />

sono miglioramenti visibili e <strong>la</strong> concentrazione di Spec fPL è


Diagnostic<br />

Update<br />

rimasta invariata o aumentata, <strong>la</strong> terapia va interrotta.<br />

Nei gatti con <strong>pancreatite</strong> affetti anche da una ma<strong>la</strong>ttia intestinale<br />

con i quali sia stata avviata una supplementazione di coba<strong>la</strong>mina,<br />

<strong>la</strong> determinazione delle concentrazioni di coba<strong>la</strong>mina e di Spec<br />

fPL va ripetuta una seconda volta a un mese di distanza dall’inizio<br />

del<strong>la</strong> terapia.<br />

P rognosi<br />

Nei gatti affetti da <strong>pancreatite</strong> <strong>la</strong> prognosi è direttamente collegata<br />

al<strong>la</strong> gravità del<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>ttia. In caso di forma grave di <strong>pancreatite</strong><br />

acuta, specie se in presenza di complicazioni sistemiche, <strong>la</strong> pro-<br />

Spec fPL di <strong>IDEXX</strong> Vet•Med•Lab<br />

Lipasi pancreatica specifica <strong>felina</strong><br />

Materiale: 0,5 ml siero<br />

Risultati: viene eseguito dal lunedì al venerdì ed i risultati si hanno in 1-2 giorni.<br />

gnosi è infausta. Una prognosi ancora peggiore si ha in presenza<br />

di ipocalcemia, che è una complicazione del<strong>la</strong> <strong>pancreatite</strong> <strong>felina</strong><br />

acuta necrotizzante. 9 Uno studio ha dimostrato che i gatti affetti<br />

contemporaneamente da <strong>pancreatite</strong> acuta e da lipidosi epatica<br />

hanno una prognosi più infausta dei gatti con <strong>la</strong> so<strong>la</strong> lipidosi<br />

epatica. 3 La <strong>pancreatite</strong> cronica, invece, è frequente nei gatti e<br />

richiede un trattamento di lungo <strong>per</strong>iodo, oltre che un grande<br />

impegno da parte del proprietario. La <strong>pancreatite</strong> può inoltre<br />

complicare <strong>la</strong> terapia di altre ma<strong>la</strong>ttie concomitanti, come il diabete<br />

mellito, le ma<strong>la</strong>ttie infiammatorie croniche intestinali (IBD) e <strong>la</strong><br />

co<strong>la</strong>ngioepatite. La salute di questi gatti dipenderà dal<strong>la</strong> riuscita<br />

del trattamento di tutte le condizioni concomitanti.<br />

Dr. Jane Roberts, DVM, DACVIM<br />

Head of Internal Medicine – <strong>IDEXX</strong> <strong>Laboratories</strong><br />

Il test Spec fPL è indicato soprattutto <strong>per</strong> completare <strong>la</strong> vostra diagnostica di routine, ad esempio in<br />

combinazione con il Check-up completo e con il profilo Geriatrico.<br />

Note<br />

1. De Cock HE, Forman MA, Farver TB, et al. Prevalence and histopathologic characteristics of pancreatitis in cats. Vet Pathol. 2007; 44: 39-49.<br />

2. Hänichen T, Minkus G. Retrospektive Studie zur Pathologie der Erkrankungen des exokrinen Pankreas bei Hund und Katze. Tierärztl Umschau.<br />

1990; 45: 363-368.<br />

3. Akol KG, Washabau RJ, Saunders HM, Hendrick MJ. Acute pancreatitis in cats with hepatic lipidosis. J Vet Intern Med. 1993; 7: 205-209.<br />

4. Goosens MC, Nelson RW, Feldman EC, Griffey SF: Response to insulin treatment and survival in 104 cats with diabetes mellitus (1985 – 1995).<br />

J Vet Intern Med. 1998; 12: 1-6.<br />

5. Weiss DJ, Gagne JM, Armstrong PJ. Re<strong>la</strong>tionship between inf<strong>la</strong>mmatory hepatic disease and inf<strong>la</strong>mmatory bowel disease, pancreatitis, and nephritis.<br />

J Am Vet Med Assoc. 1996; 209: 1114-1116.<br />

6. Whittemore JC, Campbell VL. Canine and feline pancreatitis. Compend Contin Ed Pract Vet. 2005; 27: 776-776.<br />

7. Zoran DL. Pancreatitis in cats: diagnosis and management of a challenging disease. J Am Anim Hosp Assoc. 2006; 42: 1-9.<br />

8. Ruaux CG. Coba<strong>la</strong>min and gastrointestinal disease. Proceedings from: American College of Veterinary Internal Medicine 20th Annual Forum, May 29 - June 1,<br />

2002; Dal<strong>la</strong>s, Texas.<br />

9. Kimmel SE, Washabau RJ, Drobatz KJ. Incidence and prognostic value of low p<strong>la</strong>sma ionized calcium concentration in cats with acute pancreatitis:<br />

46 cases (1996-1998). J Am Vet Med Assoc. 2001; 219: 1105-1109<br />

Le informazioni contenute in questo aggiornamento vanno intese come un’introduzione generale. Le Vostre decisioni re<strong>la</strong>tivamente al singolo paziente, come <strong>per</strong><br />

ogni diagnosi o trattamento, devono essere basate su una valutazione complessiva del caso comprendente anamnesi, esame clinico generale ed analisi di <strong>la</strong>boratorio.<br />

Per una terapia farmacologica od un programma di monitoraggio Vi preghiamo di attenerVi alle apposite spiegazioni del foglietto illustrativo su dosaggio,<br />

indicazione ed effetti col<strong>la</strong>terali, come pure alle avvertenze dello stesso.<br />

<strong>IDEXX</strong> Vet·Med·Lab<br />

di <strong>IDEXX</strong> <strong>Laboratories</strong> s.r.l.<br />

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