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Politeia la pagina degli studenti - Liceomorelli.it

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<strong>Pol<strong>it</strong>eia</strong><br />

La <strong>pagina</strong> <strong>degli</strong> <strong>studenti</strong>


IL PAESE DEI BALOCCHI<br />

Anno Sco<strong>la</strong>stico 2010/2011<br />

NOVEMBRE 2010<br />

Le condizioni in cui versa l’Italia sono sempre più disastrose.<br />

E ciò è evidente a noi c<strong>it</strong>tadini, ma nondimeno a chi ci osserva da fuori.<br />

Quale sia <strong>la</strong> nostra ident<strong>it</strong>à forse dobbiamo ancora capirlo. Gli altri, quanti cioè osservano<br />

dall’alto, al di fuori dalle mura del nostro paese, si sono fatti un’idea ben precisa: un’idea non<br />

lusinghiera di noi <strong>it</strong>aliani, mi pare evidente. E forse non ingiustificatamente.<br />

L’emergenza rifiuti in Campania, sempre più drammatica e irrisolvibile , e i conseguenti scontri<br />

tra c<strong>it</strong>tadini stanchi di subire e dare senza mai ricevere e le forze dell’ordine che mai si negano a<br />

botte e violenze gratu<strong>it</strong>e mettono in cattiva luce il nostro paese. Ma fin qui nul<strong>la</strong> di anomalo:<br />

scontri del genere, e talvolta più duri e raccapriccianti, sono all’ordine del giorno in un’ Europa<br />

che tenta di riemergere dal<strong>la</strong> crisi (gli scontri in Francia su tutti).


Napoli, emergenza rifiuti Terzigno, scontri tra c<strong>it</strong>tadini e forze dell’ordine<br />

Continui scandali, cricche, appalti, tangenti; festini privati e sesso in cambio di soldi, potere e<br />

incarichi pubblici, questo però appartiene solo all’ Italia, tra i paesi democratici.<br />

Effettivamente in questo momento nessuno può dire con certezza cosa sia l’Italia: una repubblica<br />

in crisi, un impero al tracollo, una “d<strong>it</strong>tatura” fatta non di violenze e pestaggi ma gest<strong>it</strong>a attraverso<br />

i media, da parte di chi con le sue continue apparizioni si appropria dell’informazione pubblica<br />

tentando di sopprimere quanto di libero e antigovernativo ci sia.<br />

Siamo il paese dei balocchi, delle grandi promesse mai mantenute, l’Italia un<strong>it</strong>a più separata che<br />

mai, in cui in Nordcentrismo impera impedendo un omogeneo sviluppo del terr<strong>it</strong>orio e un’equa<br />

divisione delle risorse. Ma a questo sembriamo esserci ab<strong>it</strong>uati; sembriamo rassegnati al<strong>la</strong><br />

drammatic<strong>it</strong>à del<strong>la</strong> realtà. Forse non ce ne accorgiamo neppure.<br />

Ma se ne accorgono eccome all’estero dove ormai circo<strong>la</strong> di noi un’immagine che rasenta il<br />

ridicolo. Perché se ridico<strong>la</strong> è <strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse dirigente, vuoi che un po’ <strong>la</strong> colpa sia anche dei<br />

c<strong>it</strong>tadini? Forse è ciò che mer<strong>it</strong>ano, o sono anch’essi così. Il presente è catastrofico: il futuro non<br />

potrà essere di meglio. Il tasso di disoccupazione resta invariato, a livelli altissimi, le industrie<br />

fuggono <strong>la</strong>sciando i <strong>la</strong>voratori senza occupazione e in difficoltà irrisolvibili. L’Univers<strong>it</strong>à<br />

pubblica è allo sbando, mancano i fondi per <strong>la</strong> ricerca (e i nostri cervelli sono sempre più costretti<br />

a fuggire) e il patrimonio culturale va in malora. (Pompei, crollo del<strong>la</strong> Domus dei G<strong>la</strong>diatori).


La Domus dei g<strong>la</strong>diatori recentemente crol<strong>la</strong>ta Il noto attore Carlo Verdone al<strong>la</strong> recente manifestazione contro il taglio<br />

dei fondi all’Univers<strong>it</strong>à<br />

Resta da chiedersi quale futuro possiamo aspettarci, ma <strong>la</strong> risposta appare scontata, e per nul<strong>la</strong><br />

confortante.<br />

Davide De Pasquale<br />

Il Myanmar e i dir<strong>it</strong>ti umani<br />

“Le persone hanno dir<strong>it</strong>to, in ogni circostanza, al rispetto<br />

del<strong>la</strong> loro personal<strong>it</strong>à, del loro onore, dei loro dir<strong>it</strong>ti familiari,<br />

delle loro convinzioni e pratiche religiose, delle loro<br />

consuetudini e dei loro costumi. Esse saranno trattate<br />

sempre con uman<strong>it</strong>à e protette, in partico<strong>la</strong>re, contro<br />

qualsiasi atto di violenza o d’intimidazione, contro gli insulti e<br />

<strong>la</strong> pubblica curios<strong>it</strong>à. Le donne saranno specialmente<br />

protette contro qualsiasi offesa al loro onore e, in<br />

partico<strong>la</strong>re, contro lo stupro, <strong>la</strong> coercizione al<strong>la</strong> prost<strong>it</strong>uzione<br />

e qualsiasi offesa al loro pudore...”<br />

Questo è quanto precisa l’articolo 27 del<strong>la</strong> Quarta<br />

Convenzione tenutasi a Ginevra nel 1949. Provando a<br />

volgere il nostro sguardo al mondo intero ci accorgiamo,<br />

tuttavia, come nonostante vi siano tante analoghe leggi,<br />

come questa, che intendono tute<strong>la</strong>re e difendere i dir<strong>it</strong>ti<br />

umani imprescindibili di ogni essere umano e c<strong>it</strong>tadino del<br />

mondo, di fatto, le stesse non vengano rispettate.<br />

Il Myanmar è uno di quei paesi in cui ogni forma di libertà<br />

non viene tute<strong>la</strong>ta e in cui il rispetto dei dir<strong>it</strong>ti umani viene<br />

quotidianamente meno. In Myanmar è possibile trovare


soldati , seguaci del regime che tiene il paese in una morsa,<br />

che stuprano donne appartenenti a minoranze etniche,<br />

stupri che avvengono in silenzio, perchè par<strong>la</strong>re e<br />

denunciare significa incappare nel<strong>la</strong> dura repressione di un<br />

governo d<strong>it</strong>tatoriale. La dign<strong>it</strong>à del<strong>la</strong> donna viene<br />

costantemente lesa ed è inutile protestare e pretendere di<br />

essere rispettati, perché chi lo fa, si trova sempre ad essere<br />

v<strong>it</strong>tima di chi ha in mano il potere e di chi usa <strong>la</strong> violenza per<br />

imporsi sugli altri. In Myanmar è attiva <strong>la</strong> pena di morte, che<br />

il governo può eserc<strong>it</strong>are a suo piacimento, cosa che in più<br />

occasioni non es<strong>it</strong>a a fare.<br />

L’eserc<strong>it</strong>o birmano recluta continuamente bambini, che a 10<br />

anni si possono trovare lontani dalle loro famiglie con in<br />

mano un fucile pronti a dover sparare e obbedire ai loro<br />

comandanti contro <strong>la</strong> propria volontà e dovendo farlo per<br />

non essere brutalmente torturati. Episodi di questo genere<br />

non sono sempre resi noti dai mass media occidentali,<br />

eppure da molti anni, ogni giorno, si ripercuotono su<br />

incolpevoli c<strong>it</strong>tadini birmani, incapaci di reagire<br />

all’oppressione dello Stato.<br />

Le associazioni uman<strong>it</strong>arie internazionali, per quanto provino<br />

ad appel<strong>la</strong>rsi alle autor<strong>it</strong>à locali, non trovano riscontri<br />

concreti ma solo uomini insensibili e ciechi di fronte alle<br />

sofferenze altrui. La possibil<strong>it</strong>à di vivere liberamente in uno<br />

stato democratico resta così un sogno per gli ab<strong>it</strong>anti del<br />

Myanmar e, ad oggi , <strong>la</strong> loro sembra essere una speranza<br />

vana di libertà.<br />

Sembra assurdo che crimini umani di questo genere<br />

continuino a verificarsi arb<strong>it</strong>rariamente , eppure non c’è<br />

tanto da stupirsi, quello del Myanmar è infatti uno dei tanti


casi nel mondo in cui gruppi armati , con una golpe e<br />

attraverso colpi di stato, diventano padroni assoluti di un<br />

paese. Uomini bruti, dimentichi che « Tutti gli esseri umani<br />

nascono liberi ed eguali in dign<strong>it</strong>à e dir<strong>it</strong>ti.<br />

Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli<br />

uni verso gli altri in spir<strong>it</strong>o di fratel<strong>la</strong>nza. » ( articolo I del<strong>la</strong><br />

Dichiarazione universale dei dir<strong>it</strong>ti umani.)<br />

Infanzia rubata<br />

Giovanni Risoleo<br />

“Ogni individuo ha dir<strong>it</strong>to al<strong>la</strong> v<strong>it</strong>a, al<strong>la</strong> libertà e al<strong>la</strong> sicurezza del<strong>la</strong><br />

propria persona. Nessun individuo può essere sottoposto a tortura o<br />

trattamento o punizioni crudeli, inumane,degradanti. Ogni individuo ha<br />

dir<strong>it</strong>to all'istruzione". Così si legge nel<strong>la</strong> dichiarazione dei dir<strong>it</strong>ti umani...ma<br />

tutto ciò viene realmente rispettato? (Articoli 2, 3, 5, Dichiarazione dei<br />

dir<strong>it</strong>ti Umani).<br />

Immagine da Google<br />

Quel<strong>la</strong> che si consuma in Sudan è <strong>la</strong> più grave e complessa emergenza<br />

uman<strong>it</strong>aria attualmente in corso nel mondo. Cuore del<strong>la</strong> crisi sudanese è<br />

senz'altro il Darfur,vasta regione semidesertica ma ricca di risorse<br />

sotterranee, messa a ferro e fuoco dalle milizie dei Janjaweed spalleggiate<br />

dal governo di Khartoum, le cui scorrerie hanno costretto al<strong>la</strong> fuga metà<br />

del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione contadina. Neppure nei campi per sfol<strong>la</strong>ti c'è sicurezza per<br />

i civili: complici il sovraffol<strong>la</strong>mento e <strong>la</strong> scarsa tute<strong>la</strong> delle forze dell'ordine


locali, è sempre più diffuso l'uso del<strong>la</strong> violenza sessuale come arma di ricatto<br />

e umiliazione ai danni di donne e bambini. Allo stato attuale, almeno 4,7<br />

milioni di persone -circa due terzi del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione del Darfur- subiscono<br />

direttamente le conseguenze del confl<strong>it</strong>to. Metà di essi sono bambini.<br />

Il confl<strong>it</strong>to ebbe inizio nel 1955. Le motivazioni? Come ormai di routine,<br />

troviamo cause economiche, religiose... Le conseguenze sono catastrofiche:<br />

carestie, epidemie, gente trovatasi senza più un'ab<strong>it</strong>azione. Sicuramente<br />

quelli che soffrono maggiormente sono i bambini, ai quali vengono vio<strong>la</strong>ti i<br />

dir<strong>it</strong>ti fondamentali come l'istruzione e <strong>la</strong> salute, in quanto vengono<br />

frequentemente arruo<strong>la</strong>ti nell'eserc<strong>it</strong>o, nonostante siano ancora troppo<br />

giovani per combattere.<br />

Bambini ceduti da gen<strong>it</strong>ori in cambio di denaro, bambini rap<strong>it</strong>i e costretti a<br />

svolgere queste attiv<strong>it</strong>à in condizioni disumane: questa è <strong>la</strong> s<strong>it</strong>uazione<br />

sudanese. Le conseguenze sono drammatiche sia sul piano fisico che su<br />

quello psicologico: ma<strong>la</strong>ttie di ogni genere, denutrizione, gravi handicap<br />

fisici e psicologici che comprometteranno per sempre il loro reinserimento<br />

nel<strong>la</strong> società. Molto spesso finiscono per essere drogati con ogni sorta di<br />

psicofarmaci, soprattutto quando le condizioni fisiche non permettono più<br />

loro di <strong>la</strong>vorare. I fanciulli diventano una delle tante merci sul mercato,<br />

offerti da mediatori che non temono nul<strong>la</strong> in quanto <strong>la</strong> loro “losca attiv<strong>it</strong>à”<br />

gode del<strong>la</strong> protezione sia delle autor<strong>it</strong>à locali che del<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>v<strong>it</strong>a organizzata.<br />

Le famiglie purtroppo devono affrontare da sole <strong>la</strong> povertà, senza scuo<strong>la</strong> e<br />

san<strong>it</strong>à gratu<strong>it</strong>a, senza quel<strong>la</strong> solidarietà sociale che consentirebbe di<br />

soddisfare almeno i bisogni di base. Proprio per queste motivazioni sono<br />

nate delle organizzazioni che tute<strong>la</strong>no i dir<strong>it</strong>ti umani (Amnesty International,<br />

Save the Children, Unicef) che, in Sudan e in molti altri terr<strong>it</strong>ori, hanno<br />

sviluppato diversi progetti per far fronte ai disagi provocati dal<strong>la</strong> guerra:<br />

campagne di vaccinazione per prevenire ma<strong>la</strong>ttie mortali, costruzioni di<br />

ospedali con medici specializzati, interventi nell'educazione igienicosan<strong>it</strong>aria<br />

,costruzioni di scuole, per consentire l'istruzione a tutti, centri di<br />

reintegrazione sociale di v<strong>it</strong>time di guerra...<br />

Partecipano a questi progetti anche famosissimi musicisti, tra cui Bono Vox,<br />

leader <strong>degli</strong> U2 che spesso incontra i potenti del mondo per elemosinare<br />

qualche soldo da destinare al<strong>la</strong> gente più povera nei paesi in via di sviluppo<br />

ma, contemporaneamente, è azionista di una società che control<strong>la</strong> le<br />

maggiori multinazionali del mondo, perciò fa parte del sistema e solo per<br />

farsi pubblic<strong>it</strong>à finge di combatterlo. CHE DELUSIONE!Fortunatamente<br />

esistono anche persone come Gino Strada, chirurgo di guerra e fondatore di<br />

Emergency, una delle più importanti organizzazioni <strong>it</strong>aliane, che credono<br />

nel<strong>la</strong> uguaglianza di tutti gli esseri umani a prescindere dalle opinioni, dal<br />

sesso, dal<strong>la</strong> razza, dall'appartenenza etnica, pol<strong>it</strong>ica, religiosa, dal<strong>la</strong> loro<br />

condizione sociale ed economica. Ripudiano <strong>la</strong> violenza, il terrorismo e <strong>la</strong>


guerra come strumenti per risolvere le contese tra gli uomini, i popoli e gli<br />

stati. Vogliono un mondo basato sul<strong>la</strong> giustizia sociale, sul<strong>la</strong> solidarietà, sul<br />

rispetto reciproco, sul dialogo, su un'equa distribuzione delle risorse e<br />

spendono una v<strong>it</strong>a intera a cercare di realizzare questi obiettivi.<br />

Concludendo, è chiaro che il futuro ed il benessere dei popoli partono dal<br />

rispetto e dal<strong>la</strong> tute<strong>la</strong> dei minori, in quanto futuro dell'uman<strong>it</strong>à. I bambini<br />

sono i soggetti più deboli e vulnerabili all'interno di qualsiasi comun<strong>it</strong>à e<br />

aiutarli a raggiungere il loro pieno potenziale è un dovere <strong>degli</strong> adulti ed il<br />

miglior investimento nel progresso dell'uman<strong>it</strong>à.<br />

NASCERE ALBINI IN AFRICA: UNA CONDANNA A MORTE.<br />

Stefania Mazzeo<br />

Molte persone, nei vari posti del nostro pianeta, nascono affetti da una rara anomalia nel<strong>la</strong><br />

pigmentazione del<strong>la</strong> pelle, nota come albinismo. L’albinismo non è una ma<strong>la</strong>ttia infettiva,o<br />

virale, ma a carattere ered<strong>it</strong>ario; dunque una persona albina non ha motivo di essere<br />

discriminata, allontanata dal<strong>la</strong> società. Ebbene, nascere albini in Africa, è più che una<br />

discriminazione; è una condanna a morte, una tortura atroce che queste sventurate persone<br />

vivono giorno dopo giorno. La strage silenziosa <strong>degli</strong> albini sembra passare inosservata sotto i<br />

riflettori severi del mondo, eppure non è meno grave rispetto alle discriminazioni dei “bianchi”<br />

sui “neri” o <strong>degli</strong> immigrati. Ma gli albini non sono solo discriminati, allontanati dal<strong>la</strong> società e<br />

dal<strong>la</strong> famiglia, negati loro i servizi san<strong>it</strong>ari necessari per <strong>la</strong> protezione del<strong>la</strong> pelle soggetta<br />

maggiormente al cancro; queste persone vengono anche uccise, violentate, poiché in Africa si<br />

r<strong>it</strong>iene che un albino, tram<strong>it</strong>e un rapporto sessuale, possa guarire un individuo affetto da AIDS;<br />

vengono sacrificate e i loro organi fatti a pezzi, i loro arti, le loro unghie perfino, usati per fare<br />

pozioni magiche e unguenti dai presunti maghi che ne traggono cospicuo prof<strong>it</strong>to. Così ogni<br />

anno, in Tanzania o nel Burundi, muoiono tantissime persone. Noi siamo solo in grado di<br />

raccontare , di elencare tristemente tutti i soprusi , le ingiustizie che queste persone vivono. Non<br />

possiamo lontanamente comprendere <strong>la</strong> s<strong>it</strong>uazione psicologica di un albino, costretto a vivere<br />

senza libertà, con <strong>la</strong> paura che il male si trovi dietro un angolo, e con il terrore di non vedere<br />

l’alba del giorno dopo, o di <strong>la</strong>sciare una famiglia con dei figli ancora piccoli. Come possiamo<br />

descrivere l’ inquietudine interna di queste persone, africane, si, ma bianche quasi come uno<br />

scandinavo, il loro animo impregnato di terrore e di infelic<strong>it</strong>à per non essere “uguale agli altri”,<br />

per correre il pericolo di v<strong>it</strong>a per questo motivo? Il dir<strong>it</strong>to al<strong>la</strong> libertà e al<strong>la</strong> v<strong>it</strong>a sono privilegi che<br />

un albino africano non può avere, eppure è un uomo come noi, solo che è una gazzel<strong>la</strong> in mezzo<br />

ad un branco di leoni famelici.<br />

Erika Ciambrone


DICEMBRE 2010<br />

Uganda: <strong>la</strong> guerra dell’innocenza perduta.<br />

Molto spesso usiamo chiamarle’’ guerre dimenticate’’, ma questa<br />

dizione è impropria e anche abbastanza ipocr<strong>it</strong>a. Dovremmo<br />

infatti chiamarle ‘’guerre ignorate’’, perché non le abbiamo<br />

affatto dimenticate, ma le abbiamo semplicemente messe da<br />

parte preferendo guardare altrove, magari dove ci si può trovare<br />

un interesse economico, anche in una guerra, infatti non vi sono<br />

né miniere, né petrolio nel<strong>la</strong> cosiddetta terra <strong>degli</strong> Acholi. E<br />

mentre <strong>la</strong> dimenticanza può essere inconsapevole, ignorare è<br />

spesso un atto volontario. Così è per <strong>la</strong> guerra a bassa intens<strong>it</strong>à<br />

del nord dell’Uganda che continua ad andare avanti senza mai<br />

interrompersi da più di vent’anni in segu<strong>it</strong>o ad un insieme di<br />

molteplici fattori legati fra loro. In primo luogo <strong>la</strong> sua assoluta<br />

specific<strong>it</strong>à: è infatti una faccenda tra Acholi, e ciò fa si che <strong>la</strong><br />

guerra sia estremamente crudele ma anche circoscr<strong>it</strong>ta, lim<strong>it</strong>ata,<br />

capace di proseguire all’infin<strong>it</strong>o in uno spazio re<strong>la</strong>tivamente<br />

ristretto. In secondo luogo l’assenza di interessi strategici che<br />

conferisce al confl<strong>it</strong>to <strong>la</strong> sia interminabil<strong>it</strong>à, e infine l’ipocrisia<br />

generale: quel<strong>la</strong> del potere ugandese a cui non dispiace troppo<br />

che i suoi tradizionali oppos<strong>it</strong>ori, gli Acholi, si facciano guerra tra<br />

loro e quel<strong>la</strong> dei governi regionali che risultano alquanto<br />

indifferenti o non all’altezza del<strong>la</strong> s<strong>it</strong>uazione. E infine l’ipocrisia dei<br />

Paesi occidentali che per questa guerra non hanno né voglia,né<br />

attenzione, né passione ideologica poiché da tutto ciò non né<br />

trarrebbero alcun vantaggio. E cosi il confl<strong>it</strong>to ugandese va avanti,<br />

e vede, da una parte, il governo; e dall’altra l’eserc<strong>it</strong>o di resistenza


del Signore (LRA) guidato da Joseph Kony, Vincent Otti, Okot<br />

Odhiambo, e Dominic Ongwen, tutti già accusati per colpevolezza<br />

di crimini contro l’uman<strong>it</strong>à e crimini di guerra,ma mai processati<br />

nonostante i mandati d’arresto siano stati emessi dal<strong>la</strong> Corte<br />

Penale Internazionale (International Criminal Court o Icc). Buoni e<br />

cattivi, v<strong>it</strong>time e carnefici di questa guerra sono i bambini che<br />

risultano il principale bersaglio del<strong>la</strong> guerriglia dell’eserc<strong>it</strong>o di<br />

resistenza del Signore. I bambini che vengono rap<strong>it</strong>i nei vil<strong>la</strong>ggi<br />

strappati alle loro madri e alle loro famiglie e che trattati come<br />

bestiame vengono arruo<strong>la</strong>ti a forza sotto minaccia di morte e resi<br />

complici di crudeltà e violenza attraverso strani r<strong>it</strong>i iniziatici,<br />

costretti ad uccidere i loro coetanei o i loro famigliari per stringere<br />

un patto di sangue con i loro aguzzini e poi addestrati nel sud del<br />

Sudan, riportati nel<strong>la</strong> loro terra e mandati a combattere. E così,<br />

ogni sera, allo svanire del sole, le vie di Gulu, capoluogo del<strong>la</strong><br />

regione, si riempiono di bambini che marciano. Ce ne sono a<br />

migliaia e affluiscono tutti verso <strong>la</strong> c<strong>it</strong>tà, tutti con un fagotto sulle<br />

spalle e quasi tutti camminano a piedi nude tenendosi anche per<br />

mano. Tutti consapevoli che <strong>la</strong> loro innocenza di bambini è andata<br />

perduta. Vanno tutti a dormire in c<strong>it</strong>tà e il giorno dopo all’alba si<br />

alzeranno per tornare ai loro vil<strong>la</strong>ggi e continuare <strong>la</strong> ‘’loro<br />

guerra’’, bambini contro bambini, ormai veloci, imprevedibili nelle<br />

manovre e negli agguati e costretti a essere spietati in battaglia<br />

tanto che i soldati governativi Ugandesi hanno grande paura dei<br />

piccoli guerriglieri. Questa è una realtà molto crudele, alquanto<br />

atroce; ai bambini infatti non viene loro sottratta ‘’soltanto’’<br />

l’infanzia e <strong>la</strong> libertà di viver<strong>la</strong> come tutti gli altri bambini, ma<br />

molti di loro moriranno, e altri ancora commetteranno atti di<br />

grande crudeltà verso i loro coetanei. Alcune testimonianze,<br />

raccolte dai centri sociali nati per accogliere i bambini fugg<strong>it</strong>ivi in


Uganda, narrano vicende terrificanti. Tra queste una vicenda che<br />

mi ha molto colp<strong>it</strong>o molto è quel<strong>la</strong> di un ragazzo appena<br />

quattordicenne, che dopo aver viaggiato fianco a fianco fino in<br />

Sudan con il suo amico, è stato costretto ad ucciderlo e bagnarsi<br />

le braccia con il suo sangue. Questo ragazzo ora dice di sognare<br />

ogni notte il suo amico che gli appare chiedendogli il motivo per il<br />

quale lui l’ha ucciso. Sono storie agghiaccianti, e credo che sia<br />

meglio fermarsi e non descrivere altri episodi del genere.<br />

L’indifferenza verso questo confl<strong>it</strong>to è enorme, le potenze<br />

occidentali lo ignorano e <strong>la</strong>sciano che il destino di questi bambini<br />

si compia inesorabilmente. Credo che l’uman<strong>it</strong>à dovrebbe<br />

occuparsi maggiormente di queste problematiche, presenti non<br />

solo in Uganda, ma in altre molte zone dell’Africa e del mondo.<br />

(Foto scattate da alcuni volontari di medici senza frontiere)<br />

Giacomo Loporcaro


GENNAIO 2011<br />

Ancora vio<strong>la</strong>ta <strong>la</strong> libertà di espressione in Cina<br />

Nel<strong>la</strong> Grecia di Pericle (V sec. a.C.) Il dir<strong>it</strong>to di paro<strong>la</strong> (isegoria) era il presupposto<br />

stesso del<strong>la</strong> Democrazia Ateniese: ogni c<strong>it</strong>tadino poteva eserc<strong>it</strong>arlo nelle assemblee<br />

popo<strong>la</strong>ri nell’amb<strong>it</strong>o del<strong>la</strong> Cost<strong>it</strong>uzione. Perciò una pena sent<strong>it</strong>a era quel<strong>la</strong> del<strong>la</strong><br />

privazione del dir<strong>it</strong>to di paro<strong>la</strong>.<br />

Come già sottolineato dal<strong>la</strong> c<strong>it</strong>azione, questo dir<strong>it</strong>to è così antico quanto importante; e allora<br />

perché si sente par<strong>la</strong>re ancora del<strong>la</strong> mancanza del<strong>la</strong> così celebre “Libertà di Espressione”?<br />

Sono anni che essa cerca di svilupparsi: naturalmente non in tutti i Paesi del cosiddetto “Terzo<br />

Mondo” ancora si è fatta valere, e invece in quelli “sviluppati” sta cambiando il suo ruolo da<br />

dir<strong>it</strong>to a dovere. Ma uno fra questi ultimi si differenzia tra gli altri. Uno che rappresenta il nuovo<br />

trionfo dell’economia mondiale: <strong>la</strong> Cina.<br />

Come fa un terr<strong>it</strong>orio così vasto e sviluppato a non riconoscere ciò che normalmente è proprio<br />

di ogni c<strong>it</strong>tadino? Sarà forse colpa del “antiquato” sistema pol<strong>it</strong>ico interno a impedire <strong>la</strong><br />

costruzione di una vera “Repubblica Democratica Cinese”?<br />

Proprio lo stesso Stato si oppone a ogni forma di libertà e tiene sotto stretto controllo qualsiasi<br />

mossa possa essere esegu<strong>it</strong>a su questo enorme scacchiere: per quanto questo fattore possa<br />

sembrare un bene, spesso valica non solo il c<strong>it</strong>tadino ma anche lo stesso rappresentante del<strong>la</strong><br />

Nazione come nel caso qui presente di Jiabao!<br />

E il popolo? Come è costretto a informarsi?<br />

Semplice! L’informazione è sacra come il dir<strong>it</strong>to di ricever<strong>la</strong> è vano.<br />

Un’ent<strong>it</strong>à Nazionale non formata da un popolo che viene rappresentato e si eguaglia a quelle<br />

che sono le sue esigenze: il suo nome è sempre Cina.<br />

Benedetta Callipo


FEBBRAIO 2011<br />

L’Africa e <strong>la</strong> libertà<br />

Sono continue le notizie che costantemente provengono dal mondo africano, notizie che ci<br />

sconvolgono per l’ent<strong>it</strong>à del<strong>la</strong> loro grav<strong>it</strong>à ma che , riflettendoci su, non ci stupirebbero troppo.<br />

È risaputo che <strong>la</strong> condizione d<strong>it</strong>tatoriale di molti paesi africani è frutto del periodo coloniale<br />

attuato da noi europei, o comunque occidentali, noi che abbiamo saputo servirci dell’immense<br />

risorse economiche che offre il continente , noi che come bruti sappiamo semplicemente<br />

rimanere atton<strong>it</strong>i. Ma quanto ci stupisce ciò realmente? A mio avviso quello che sta accadendo<br />

in Africa è un riscatto sociale, <strong>la</strong> presa di coscienza del popolo africano di dover lottar per <strong>la</strong><br />

propria libertà. Ma prima o poi ciò sarebbe dovuto accadere. . . Sembrerebbe un nuovo<br />

illuminismo: prima l’Eg<strong>it</strong>to, ora <strong>la</strong> Libia e dopo chissà quanti altri paesi si renderanno conto che è<br />

fin<strong>it</strong>o il tempo di essere schiavi,sudd<strong>it</strong>i e v<strong>it</strong>time. In Eg<strong>it</strong>to è terminato tutto, re<strong>la</strong>tivamente bene<br />

per le proporzioni che <strong>la</strong> ribellione poteva assumere, ma in Libia più di una volta si è rischiato il<br />

genocidio e lo sterminio di massa. È di pochi giorni <strong>la</strong> notizia dei due piloti disertori a cui era<br />

stato ordinato di bombardare i civili. Fortuna che sia stato dato a questi due eroi un tale ordine,<br />

perché l’es<strong>it</strong>o delle cose sarebbe potuto essere davvero inquietante e terribile. Tuttavia è chiaro<br />

che non si può ragionare in questi termini, non si può sperare che vada sempre bene. Il governo<br />

d<strong>it</strong>tatoriale libico si è macchiato di del<strong>it</strong>ti contro l’uman<strong>it</strong>à incredibili, più grandi di quanto già<br />

non lo sia <strong>la</strong> stessa d<strong>it</strong>tatura. Violenze arb<strong>it</strong>rarie,sparatorie sul<strong>la</strong> fol<strong>la</strong>,bombardamenti dall’alto e<br />

cosa ci si deve aspettare ora? Ci si augura che qualcuno agisca prima che accada qualcosa che<br />

oltre a rimanere sulle coscienze di tutti noi resterà per sempre nel<strong>la</strong> storia. L’uomo è nato libero,<br />

e così deve nascere. Il prezzo di questa libertà sembra enorme, ma,cinicamente par<strong>la</strong>ndo, per<br />

fortuna, c’è qualcuno che è disposto a pagarlo, anche se il mondo resta in silenzio e chi<br />

veramente può ,non fa niente per cambiare le cose.<br />

Giovanni Risoleo sui<br />

Una crisi uman<strong>it</strong>aria:Lampedusa<br />

Gli immigrati sono soltanto gli ultimi arrivati di quello che inizia a dipingersi come un esodo di<br />

massa del Nord Africa spazzato dalle rivoluzioni. La grave crisi, in partico<strong>la</strong>re dal<strong>la</strong> Tunisia e<br />

dall’Eg<strong>it</strong>to, sta portando ad una fuga di massa verso l’Italia. A fronte del<strong>la</strong> crisi uman<strong>it</strong>aria nel<br />

bacino del Med<strong>it</strong>erraneo il ministro dell’Interno ha convocato il Com<strong>it</strong>ato nazionale. Maroni ha<br />

sottolineato anche di aver chiesto il coinvolgimento del<strong>la</strong> commissione europea perché gli<br />

strumenti necessari per porre rimedio a questa s<strong>it</strong>uazione non possono essere messi in campo<br />

solo dall’Italia. Se c’è il rischio di una vera emergenza uman<strong>it</strong>aria, allora facciamo sì che chi è


fugg<strong>it</strong>o dall’Eg<strong>it</strong>to, dal<strong>la</strong> Tunisia, dal Maghreb non arrivi sulle nostre coste e venga <strong>la</strong>sciato<br />

all’addiaccio per ore e ore, com’è successo nei giorni scorsi in Sicilia. Giustamente il<br />

coinvolgimento del<strong>la</strong> Comun<strong>it</strong>à europea è necessario, ma l’Italia non può sottrarsi o comportarsi<br />

in maniera disumana verso che fugge da s<strong>it</strong>uazioni difficilissime. Ci sono richiedenti asilo tra gli<br />

oltre mille già arrivati a Lampedusa.; ed è stato assicurato che abbiano potuto fare <strong>la</strong> domanda<br />

prima del veloce trasferimento dagli alberghi a Porto Empedocle? Se questa è una emergenza<br />

bisogna che venga affrontata con responsabil<strong>it</strong>à e non soltanto con misure di sicurezza, prima<br />

che diventi esplosiva. A questi uomini va garant<strong>it</strong>a piena assistenza ed è anche probabile che<br />

questa nuova ondata di sbarchi continui anche nei prossimi giorni, molto dipenderà<br />

dall’evoluzione delle crisi in atto in Medio Oriente e Nord Africa, e mi chiedo come si possa<br />

pensare di affrontar<strong>la</strong> alloggiando queste persone in alberghi o <strong>la</strong>sciandole all’addiaccio. Il<br />

governo quando si accorgerà che è in atto una vera e propria emergenza? In pochi giorni in<br />

Sicilia sono sbarcati più di mille persone e gli stessi immigrati raccontano di migliaia di persone<br />

pronte a partire. La s<strong>it</strong>uazione rischia di esplodere da un momento all’altro ed il governo è del<br />

tutto impreparato. Da settimane <strong>la</strong> s<strong>it</strong>uazione nel Nord Africa è incandescente e il nostro paese,<br />

che si trova nel cuore del med<strong>it</strong>erraneo, è rimasto a guardare. Il governo, troppo impegnato ad<br />

occuparsi delle vicende giudiziarie del Presidente del Consiglio , non ha avviato nessuna<br />

iniziativa diplomatica e non ha programmato nessun piano per gestire un flusso migratorio più<br />

che prevedibile. Adesso cosa si intende fare? Come si intende fronteggiare l’emergenza? Non si<br />

può certo abbandonare tutto al destino e al<strong>la</strong> buona volontà delle organizzazioni del terzo<br />

settore. Continuano incessantemente gli sbarchi a Lampedusa: profughi provenienti dal Nord<br />

Africa, esuli dal<strong>la</strong> rivoluzione araba … non è <strong>la</strong> prima volta che il lembo di terra,<br />

geograficamente vicino all’Italia, venga preso d’assalto da fiumi di disperati che vedono nel<strong>la</strong><br />

piccolissima iso<strong>la</strong> <strong>la</strong> speranza di una v<strong>it</strong>a migliore. “Si salvi chi può”: forse questo è il motto delle<br />

persone ripescate nel Med<strong>it</strong>erraneo nelle ultime settimane. L’Italia per loro non rappresenta il<br />

punto di arrivo ma l’inizio di un nuovo viaggio: da qui sperano di raggiungere i paesi del Nord<br />

Europa. Il loro primo obbiettivo è scappare dall’orrore del<strong>la</strong> guerra civile che, cavalcando l’onda<br />

del<strong>la</strong> rivolta egiziana, sta incendiando le coste africane. Per risolvere tale crisi bisognerebbe<br />

attuare i veri principi democratici tra cui, il concetto di Xenia (osp<strong>it</strong>al<strong>it</strong>à), che in questo caso<br />

riassume il tutto. Basti pensare all’episodio di G<strong>la</strong>uco e Diomede nell’Iliade omerica : “ Si, tu per<br />

me sei un osp<strong>it</strong>e ered<strong>it</strong>ario e da lungo tempo, così io sono tuo osp<strong>it</strong>e nel cuore dell’Argolide e tu<br />

sei il mio in Licia, il giorno in cui andrai fino in quel paese. Ev<strong>it</strong>iamo allora entrambi il giavellotto<br />

l’uno dell’altro, scambiamoci piuttosto le armi, così che tutti sappiano qui che ci gloriamo di<br />

essere <strong>degli</strong> osp<strong>it</strong>i ered<strong>it</strong>ari”.<br />

Stefania Mazzeo


MARZO 2011<br />

MAI PIU’ UN ALTRO GIAPPONE<br />

Un terremoto di 8,9 gradi del<strong>la</strong> sca<strong>la</strong> Richter ha colp<strong>it</strong>o venerdì alle 14,46 (erano le 6,46 in<br />

Italia) <strong>la</strong> parte nord-orientale dell'iso<strong>la</strong> Honshu, <strong>la</strong> più grande del Giappone, a 380 km da<br />

Tokyo. Pochi minuti dopo uno tsunami con onde alte fino a dieci metri si è abbattuto sulle<br />

coste affacciate sul Pacifico seminando morte e distruzione nell'area di Sendai, <strong>la</strong> più vicina<br />

all'epicentro.<br />

L’evento è il più catastrofico di sempre per l’iso<strong>la</strong>, con migliaia di morti e di dispersi, treni e<br />

navi scomparsi, vil<strong>la</strong>ggi e c<strong>it</strong>tadine cancel<strong>la</strong>ti: un Paese messo in ginocchio. Eppure, senza<br />

voler sminuire assolutamente una catastrofe di tale ent<strong>it</strong>à, è altrettanto certo che, se non si<br />

fossero osservate quelle norme di sicurezza che il Giappone si è sempre curato di mantenere<br />

all’avanguardia, soggetto com’è quotidianamente a scosse telluriche, <strong>la</strong> tragedia avrebbe<br />

assunto ben altre proporzioni. Ed è un pensiero che nasce con orrore soprattutto in noi<br />

<strong>it</strong>aliani, che in fatto di terremoti siamo sì accomunabili ai Giapponesi, per quanto riguarda<br />

frequenza e intens<strong>it</strong>à, ma non certamente per prevenzione e gestione emergenze, dalle quali<br />

siamo lontani anni luce.<br />

La centrale nucleare di Fukushima<br />

Comunque il terremoto ha arrecato altri problemi e il danno è ancora tutto da definirsi<br />

visto che il Giappone deve fare i conti con l’incubo nucleare. Il reattore n.1 del<strong>la</strong> centrale di<br />

Fukushima, dopo aver avuto problemi gravi al sistema di raffreddamento( prima il fumo, poi


un’esplosione -<strong>la</strong> cui natura non è affatto chiara- manda in frantumi <strong>la</strong> grande gabbia di<br />

contenimento e costringe il governo nipponico a dichiarare l’ emergenza atomica ed ampliare<br />

l’evacuazione ad un raggio di 20 km), è esploso nel<strong>la</strong> notte fra il 13 e il 14, segu<strong>it</strong>o dal reattore n.3,<br />

mentre un’esplosione per il reattore n.2, nel quale è già in corso <strong>la</strong> fusione nucleare, non è da<br />

escludere nelle prossime ore.<br />

Infatti, il livello di radiazioni che si era raggiunto attorno all’area durante il<br />

col<strong>la</strong>sso del 1° reattore era « 1.000 volte più elevato del normale», fa sapere l’Agenzia<br />

per <strong>la</strong> sicurezza nucleare giapponese e secondo l’Author<strong>it</strong>y francese per <strong>la</strong> Sicurezza nucleare<br />

(Asn) l'incidente nucleare in Giappone dovrebbe essere portato da 4 a 5 o perfino a 6 del<strong>la</strong> sca<strong>la</strong> di<br />

al<strong>la</strong>rme nucleare (<strong>la</strong> massima allerta prevista è 7).<br />

E’ una storia tutta partico<strong>la</strong>re e senza senso quel<strong>la</strong> del Giappone e del nucleare. Protagonista<br />

del<strong>la</strong> tragedia atomica più memorabile, quel<strong>la</strong> delle due prime bombe sganciate nell’ agosto 1945<br />

su Hiroshima e Nagasaki dagli aerei <strong>degli</strong> Stati Un<strong>it</strong>i , il Paese, poi model<strong>la</strong>to a propria immagine<br />

e somiglianza dai carnefici stessi, è da sempre una delle nazioni che più conta sullo sfruttamento<br />

dell’energia nucleare. E di centrali nucleari, il Giappone, sul suo terr<strong>it</strong>orio ballerino, ne ha ben 18<br />

per un totale di 55 reattori: una assurda immens<strong>it</strong>à! Nel 2009 l'energia nucleare in<br />

Giappone ha generato il 28,89% dell'energia elettrica prodotta in totale nel Paese e<br />

con l’obiettivo entro pochi anni del raggiungimento del tetto record del 50 %.<br />

Ahimè, il disastro giapponese si presenta a tutti gli effetti come l’ennesima triste cronaca sul<br />

diario di bordo dell’uman<strong>it</strong>à, l’ultimo dei cap<strong>it</strong>oli di una storia su un naufragio annunciato. “<br />

L’unica ver<strong>it</strong>à che <strong>la</strong> storia insegna è che non si impara mai dal<strong>la</strong> storia” ha sentenziato<br />

<strong>la</strong>conicamente un noto filosofo. Non è bastato il terrore dell’uman<strong>it</strong>à devastata dinnanzi alle<br />

immagini dello storico fungo di Hiroshima, perfetto suggello per <strong>la</strong> guerra appena conclusa; non<br />

fu troppo l’incubo di quarant’anni di reciproche minacce fra le due potenze nucleari del globo;<br />

non sono stati troppi gli esperimenti francesi nel Sahara, poche le radiazioni che lo scirocco ha<br />

portato sin sulle nostre coste ca<strong>la</strong>bresi e siciliane; Three Mile Is<strong>la</strong>nd e Chernobyl appartengono<br />

nel<strong>la</strong> nostra memoria ad un’era remota ed indistinta? Per caso sapevate del<strong>la</strong> fuoriusc<strong>it</strong>a<br />

radioattiva in Nigeria del solo 11 Dicembre scorso ? Certo che no, perché qui le tragedie<br />

scomode o si inabissano nell’incogn<strong>it</strong>a del passato o, peggio, si affogano sul nascere nel<strong>la</strong> lordura<br />

del presente.<br />

La cartina del nucleare in Giappone


"La terribile s<strong>it</strong>uazione che si sta verificando in Giappone -ha dichiarato il presidente nazionale<br />

di Legambiente V<strong>it</strong>torio Cogliati Dezza- dimostra che per le centrali atomiche non esiste<br />

sicurezza. La centrale esplosa, dal<strong>la</strong> quale già ieri era fuoriusc<strong>it</strong>o materiale radioattivo, era stata<br />

progettata con tutti i più avanzati sistemi di sicurezza e dotata di accorgimenti tecnici che<br />

avrebbero dovuto resistere a terremoti di qualunque ent<strong>it</strong>à, così come previsto da un<br />

Paese, tecnologicamente molto avanzato, ab<strong>it</strong>uato a fare i conti con onde sismiche di elevata<br />

potenza. Eppure <strong>la</strong> tragedia in corso è immane e inarginabile''.<br />

''Le conseguenze saranno enormi e non ci sono strumenti di alcun tipo per fare fronte<br />

all'emergenza san<strong>it</strong>aria che seguirà -continua Cogliati Dezza- Non c'è bisogno di aggiungere altro<br />

all'evidenza, ma dobbiamo riflettere attentamente nel valutare e definire 'sicure' le<br />

centrali che si vorrebbero costruire in Italia, paese a rischio sismico e idrogeologico, dove<br />

non è in alcun modo possibile garantire <strong>la</strong> stabil<strong>it</strong>à e <strong>la</strong> sicurezza di impianti così pericolosi".<br />

Parole chiarissime. Tuttavia, Cogliati Dezza deve <strong>la</strong> sua essenzial<strong>it</strong>à ad una conoscenza<br />

profonda del problema, ma anche ad una consapevolezza che non si creda derivi da chissà quale<br />

corso di studi, ma semplicemente da una lucido senso di responsabil<strong>it</strong>à, fondato sulle<br />

argomentazioni di così palese evidenza che sono disponibili a tutti e che ora, soprattutto, devono<br />

interessare tutti.<br />

Un disastro nucleare, non è un gruzzolo di polvere che si può spazzare sotto il tappeto, nè il<br />

c<strong>la</strong>ssico “ è un tuo problema”, perché oltre a compromettere defin<strong>it</strong>ivamente <strong>la</strong> v<strong>it</strong>a del terr<strong>it</strong>orio<br />

interessato, rappresenta una minaccia reale per tutta <strong>la</strong> Terra, in quanto, le radiazioni e il<br />

materiale tossico, attraverso processi di evaporazione, di formazione e spostamento delle nubi e<br />

successive precip<strong>it</strong>azioni, si depos<strong>it</strong>ano a migliaia e migliaia di chilometri dal nucleo originario.<br />

C’è poi il problema delle scorie, il <strong>la</strong>to più scabroso del<strong>la</strong> faccenda. Appurato infatti il loro effetto<br />

mortifero per <strong>la</strong> salute nostra e dell’ambiente, finiscono solo per aggravare <strong>la</strong> s<strong>it</strong>uazione più di<br />

quanta grav<strong>it</strong>à vi sia già di intrinseco in esse, avvelenando i ventri del<strong>la</strong> terra e i mari, dove con<br />

molta non cha<strong>la</strong>nce vengono stipate tra mille complic<strong>it</strong>à.<br />

E’ una continua corsa fra i Paesi a scrol<strong>la</strong>rsele di dosso, ma per molti è l’ennesimo motivo di<br />

commercio. Sarebbe il destino dell’Italia quello di dipendere integralmente dagli altri per<br />

l’approvvigionamento di uranio e dagli altri, Francia in testa, ricevere le scorie e il pattume<br />

europeo. Prost<strong>it</strong>uiremo <strong>la</strong> nostra terra per avere bombe atomiche in casa e gli avanzi altrui:<br />

d’altronde, più o meno c<strong>la</strong>ndestinamente, lo facciamo da anni e anni. Perciò, stando così le cose…


Scorie nucleari. Lo smaltimento delle stesse è causa<br />

delle maggiori perpless<strong>it</strong>à sul<strong>la</strong> produzione di energia nucleare<br />

Le centrali nucleari hanno abbondantemente dimostrato <strong>la</strong> furia di tale fonte energetica, <strong>la</strong> storia<br />

con le guerre le ragioni. Anche se <strong>la</strong> propaganda amica dell’atomo ci ha sempre detto<br />

che è possibile prevenire qualsiasi problema grazie all’infallibil<strong>it</strong>à del<strong>la</strong><br />

strumentazione, chi ci garantirà l’infallibil<strong>it</strong>à umana da cui questa è inev<strong>it</strong>abilmente<br />

dipendente ? Il ragionamento dei nuclearisti a ben vedere si basa su un sofisma odioso, che<br />

pretende di attribuire alle macchine caratteri umani e agli umani carattere di macchine: perché<br />

dunque modificare forzatamente <strong>la</strong> realtà affinché risponda a pieno al nostro delirio di<br />

onnipotenza? Semplice, per denaro of course . Il nucleare è <strong>la</strong> più bieca delle miniere di lucro ai<br />

danni dell’uman<strong>it</strong>à e i suoi pa<strong>la</strong>dini si trovano anche tra persone più inaspettate.<br />

E’ deludente e triste vedere piegato ai fini del<strong>la</strong> propaganda senza scrupoli del pro-nucleare un<br />

professore così celebre quale Veronesi, nelle cui interviste trape<strong>la</strong> una semplicioneria<br />

ingannevole fatta di asserzioni sul tema, forse ingenue, ma più verosimilmente superficiali e fin<br />

troppo scopertamente tendenziose. Eccone alcuni esempi:


L’oncologo Umberto Veronesi, promotore del nucleare in Italia<br />

e direttore di un importante centro di ricerca.<br />

« Poi c’è <strong>la</strong> questione delle scorie e mi creda, nessuno mai al mondo è morto per<br />

inquinamento da scorie»- ci sarà un motivo se queste “scorie” sono tali ed è un<br />

problema eliminarle? -;<br />

« Cernobyl è qualcosa che non potrà più accadere. Là era tutto sbagliato (…) e il<br />

direttore dell’impianto non era un esperto di nucleare; (…)Che poiché il fattore umano è<br />

cruciale, <strong>la</strong> mia attenzione maggiore sarà formare personale adeguato dal punto di vista<br />

tecnico, scientifico,ma anche psicologico, perché sappia far fronte al<strong>la</strong> pressione» -<br />

l’obiezione possibile è quanto già esposto sopra: l’uomo non è infallibile. D’altronde,<br />

con tutto il rispetto, lui stesso non è un esperto nucleare-;<br />

«(Al giornalista che afferma <strong>la</strong> tesi <strong>degli</strong> ambientalisti per cui vi sono sempre delle<br />

emissioni radioattive dannose dalle centrali) E’ un’invenzione assoluta. Non esce nul<strong>la</strong>.<br />

Meglio, esce dell’acqua, che può avere minime quant<strong>it</strong>à di radiazioni, ma molto inferiori<br />

anche rispetto al livello di legge. Non crea problemi»- Che fa si contraddice e poi<br />

minimizza?-;<br />

« Lo sa che c’è uranio anche in un bicchier d’acqua? » -Osservazione alquanto infantile<br />

e poco professionale-;<br />

« Ma voglio dire che spesso <strong>la</strong> paura è frutto di ignoranza»- stupendo esempio di<br />

rivolgimento dei termini del discorso: chi sfrutta realmente l’ignoranza delle masse<br />

abbindo<strong>la</strong>ndole?-;<br />

« L’eolica? Procede, ma abbiamo poco vento e bisogna pensare anche al paesaggio e al<br />

turismo»;<br />

- Quando si dice un animo sensibile !-<br />

« Guardiamo che cosa succede nel mondo. Tutti i Paesi puntano sul nucleare. La Cina<br />

ha previsto 120 centrali, l’India 60, <strong>la</strong> Francia ne ha 62, il programma svizzero ne<br />

contemp<strong>la</strong> 8 per 8milioni di ab<strong>it</strong>anti. Capisce? E ancora: scommettono sul nucleare<br />

Paesi di cui si par<strong>la</strong> meno, <strong>la</strong> L<strong>it</strong>uania, <strong>la</strong> Slovacchia, l’Armenia. Ma lo sa che anche in<br />

Medio Oriente, nel<strong>la</strong> cul<strong>la</strong> del petrolio, hanno imboccato questa strada? Gli Emirati<br />

Arabi hanno ordinato 4 reattori, tanti quanti è previsto ne abbia l’Italia. Possibile che<br />

siamo noi i più intelligenti a opporci?».


Il Cancelliere tedesco Ange<strong>la</strong> Merkel.<br />

Dopo il disastro di Fukushima, <strong>la</strong> premier ha ordinato<br />

<strong>la</strong> chiusura di due centrali nucleari nel suo Paese.<br />

E guardiamo allora un po’ cosa succede nel mondo dopo il disastro giapponese : non si<br />

preoccupi Veronesi, c’è anche chi è più intelligente di noi. Proprio oggi in Germania <strong>la</strong> Merkel ha<br />

ordinato <strong>la</strong> chiusura di due centrali e <strong>la</strong> Svizzera ha r<strong>it</strong>enuto opportuno prendersi qualche mese<br />

prima di dar inizio alle procedure per le nuove centrali. Certo, come hanno detto alcuni, queste<br />

sono le conseguenze ovvie dello “sciacal<strong>la</strong>ggio” messo in atto dalle forze ambientaliste e simili.<br />

Lo storico vessillo del<strong>la</strong> campagna antinucleare in Italia


In Italia il dibatt<strong>it</strong>o fra fautori e contrari si è reso vivo da alcuni mesi è ha portato al<strong>la</strong><br />

programmazione di un nuovo referendum probabilmente in Giugno, visto che evidentemente nel<br />

nostro Paese, dove era già stato effettuato con valore defin<strong>it</strong>ivo nel 1987, i referendum- per dir<strong>la</strong><br />

con <strong>la</strong> L<strong>it</strong>tizzetto – hanno <strong>la</strong> scadenza come gli yogurt e <strong>la</strong> deliberazione popo<strong>la</strong>re significato<br />

marginale o re<strong>la</strong>tivo. E’ dunque giunta l’ora delle responsabil<strong>it</strong>à per l’Italia, che si trova dinnanzi<br />

ad un passaggio delicatissimo per il suo sviluppo civico.<br />

La s<strong>it</strong>uazione è grave, e inv<strong>it</strong>o tutti, per quell’occasione deliberativa, a guardare nel<strong>la</strong> propria<br />

coscienza e con serietà e dign<strong>it</strong>à compiere <strong>la</strong> scelta, liberi dai condizionamenti, che mai come in<br />

questo caso sono indice di meschin<strong>it</strong>à, ricordando l’estrane<strong>it</strong>à del<strong>la</strong> pol<strong>it</strong>ica ad una tematica <strong>la</strong> cui<br />

sensibil<strong>it</strong>à non può assolutamente essere pigiata in bordi c<strong>la</strong>ustrofobici e miopi, ma facendo<br />

appello a quel briciolo d’integr<strong>it</strong>à morale che pur deve essere rimasto in qualche angolo recond<strong>it</strong>o<br />

del nostro animo.<br />

Una v<strong>it</strong>toria pos<strong>it</strong>iva, perciò, non significherà soltanto il raggiunto sollievo per un’altra battaglia<br />

momentaneamente riposta, quanto piuttosto un forte messaggio di presenza cr<strong>it</strong>ica dinnanzi le<br />

questioni del mondo e contro <strong>la</strong> sonnolenza indotta dal sistema economico-pol<strong>it</strong>ico-culturale<br />

cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o.<br />

Purtroppo però questo sistema assume localmente le forme del<strong>la</strong> pol<strong>it</strong>ica. Questa tiene in ostaggio<br />

le problematiche importanti, per questo è nostro dovere liberarle. Come? Con <strong>la</strong> libertà di<br />

coscienza prima ancora che con <strong>la</strong> libertà d’opinione.<br />

Qui, alcune delle ragioni utili per cui bisogna sostenere <strong>la</strong> denuclearizzazione, sti<strong>la</strong>te da<br />

Greenpeace:


1. Il nucleare è molto pericoloso<br />

La tragedia di Cernobyl ha dimostrato <strong>la</strong> pericolos<strong>it</strong>à di questa fonte di energia. Quell’incidente ha<br />

causato e<br />

causerà ancora nel futuro centinaia di migliaia di v<strong>it</strong>time e ancora oggi a 23 anni di distanza le<br />

ricerche<br />

scientifiche mostrano ancora impatti sia sul<strong>la</strong> flora che sul<strong>la</strong> fauna. Cresce l’evidenza di leucemie<br />

infantili<br />

nelle aree vicino alle centrali nucleari.<br />

2. Il nucleare è <strong>la</strong> fonte di energia più sporca<br />

Le centrali nucleari generano scorie radioattive. Le scorie a v<strong>it</strong>a media rimangono radioattive da<br />

200 a 300<br />

anni, le scorie a v<strong>it</strong>a lunga anche miliardi di anni e non esiste ancora un sistema per <strong>la</strong> gestione in<br />

sicurezza<br />

delle scorie nel lungo periodo.<br />

3. Il nucleare è <strong>la</strong> fonte di energia che genera meno occupazione<br />

Gli obiettivi europei per le fonti rinnovabili e l'efficienza energetica al 2020 valgono il triplo del<br />

piano nucleare di Enel in termini energetici e creerebbero almeno 200 mi<strong>la</strong> nuovi posti di <strong>la</strong>voro<br />

"verdi" e dunque 10-15 volte l’occupazione indotta dal nucleare.<br />

4. Il nucleare è troppo costoso<br />

Secondo il Dipartimento USA dell’energia un EPR costa, in euro, 7,5 miliardi, una cifra ben<br />

maggiore rispetto<br />

a quanto propagandato da Enel e governo (4,5 miliardi). Se poi teniamo conto dello smaltimento<br />

delle scorie<br />

e dello smantel<strong>la</strong>mento e bonifica <strong>degli</strong> impianti nucleari, i costi per noi e le future generazioni<br />

saranno<br />

ancora più elevati.<br />

5. Il nucleare non è necessario<br />

Entro il 2020 le fonti rinnovabili, insieme a misure di efficienza energetica, sono in grado di<br />

produrre quasi<br />

150 miliardi di kilowattora, circa tre volte l'obiettivo di Enel sul nucleare, tagliando drasticamente<br />

le emissioni<br />

di CO2.<br />

6. Il nucleare è una falsa soluzione per il clima<br />

Il nucleare è una scelta inutile ai fini climatici, visto che le centrali saranno pronte certamente<br />

dopo il 2020 e<br />

invece bisogna ridurre oggi le emissioni di gas serra. Investire sul nucleare sottrae risorse alle<br />

fonti davvero<br />

pul<strong>it</strong>e, efficienza energetica e rinnovabili.<br />

7. Il nucleare non genera indipendenza energetica<br />

Se il nucleare dovesse tornare in Italia, continueremo a importare petrolio per i trasporti e<br />

diventeremo<br />

dipendenti dall’estero per l’Uranio e per <strong>la</strong> tecnologia, visto che il nuovo reattore EPR è un<br />

brevetto francese.<br />

E, comunque, <strong>la</strong> Francia leader del nucleare ha consumi procap<strong>it</strong>e di petrolio superiori a quelli<br />

<strong>it</strong>aliani.<br />

8. Il nucleare è una risorsa lim<strong>it</strong>ata<br />

L'Uranio è una risorsa molto lim<strong>it</strong>ata destinata a esaurirsi in poche decine di anni. Nel caso<br />

venissero costru<strong>it</strong>i<br />

nuove centrali, l'esaurimento delle risorse di Uranio si accelererebbe.<br />

9. Il nucleare non ha il sostegno dei c<strong>it</strong>tadini<br />

Gli <strong>it</strong>aliani hanno detto NO al nucleare con un'importante scelta referendaria. Oggi i sondaggi di<br />

opinione<br />

rive<strong>la</strong>no che <strong>la</strong> maggior parte dei c<strong>it</strong>tadini non vuole una centrale nucleare nel<strong>la</strong> propria Regione.<br />

Diego Tripodi


LA TUTELA MANCATA<br />

“Violenza sessuale in caserma,<br />

indagati i 3 carabinieri e il vigile urbano”<br />

(corriere del<strong>la</strong> sera)<br />

L’abuso sessuale è di per sé un’aberrazione e un atto gravissimo, tale<br />

diventa ancora più inquietante quando a commetterlo sono membri<br />

delle forze dell’ordine.E’ accaduto recentemente in Italia e <strong>la</strong> notizia<br />

ha susc<strong>it</strong>ato forte indignazione. L’abuso sessuale è una delle più gravi<br />

vio<strong>la</strong>zioni dei dir<strong>it</strong>ti dell’uomo: “Ogni individuo ha dir<strong>it</strong>to al<strong>la</strong> v<strong>it</strong>a,<br />

al<strong>la</strong> libertà ed al<strong>la</strong> sicurezza del<strong>la</strong> propria persona” c<strong>it</strong>a l’artico 3<br />

del<strong>la</strong> Dichiarazione universale dei Dir<strong>it</strong>ti umani, ebbene <strong>la</strong> sua<br />

vio<strong>la</strong>zione è costantemente attuata. Fa riflettere soprattutto che<br />

proprio chi deve tute<strong>la</strong>re <strong>la</strong> sicurezza del<strong>la</strong> persona sia colui il quale<br />

vi attenta.<br />

Sembra che a questa piaga atavica del<strong>la</strong> nostra società non si riesca a<br />

porre rimedio, il progresso tecnologico sembra non essere andato<br />

affatto di pari passo con quello culturale,perché è <strong>la</strong> cultura che<br />

manca e in partico<strong>la</strong>r modo il rispetto e l’etica. Non si può essere che<br />

pessimisti a riguardo. L’8 marzo di ogni anno ricorre <strong>la</strong> Festa del<strong>la</strong><br />

Donna, e quest’anno non sarà certamente festa per tutte quelle<br />

stuprate e v<strong>it</strong>time di abusi, sarà piuttosto commemorativa di quanto<br />

sia grande il male che ci circonda.<br />

Giovanni Risoleo


LIBIA:L’ORA DEL RISCATTO<br />

Dalle nostre case <strong>la</strong> terribile tempesta che sta squassando il mondo<br />

maghrebino sembra essere lontana anni luce ma ci riguarda molto da<br />

vicino , infatti milioni di uomini ,donne e bambini manifestano per<br />

affrancarsi da regimi tirannici e oscurantisti come quello libico che lim<strong>it</strong>ano<br />

ogni forma di libertà usando <strong>la</strong> paura e <strong>la</strong> forza per schiacciarli . Questi<br />

regimi d<strong>it</strong>tatoriali tentano di uccidere il libero pensiero dei loro popoli<br />

permettendo il proliferare dell’analfabetismo e dell’integralismo ma ora<br />

grazie al miracolo del<strong>la</strong> globalizzazione e di internet molti giovani di queste<br />

terre dimenticate hanno potuto comprendere <strong>la</strong> reale e dolorosa s<strong>it</strong>uazione<br />

in cui sono abbandonati ed emanciparsi liberandosi così dalle catene<br />

dell’ignoranza spinti da un ideale e da un desiderio che è innato nel<strong>la</strong><br />

natura umana:quello del<strong>la</strong> libertà. Le idee che muovono queste sommosse<br />

popo<strong>la</strong>ri sono molto simili a quelle che furono generate durante il secolo<br />

dei lumi e che diedero una ventata di speranza a tutto l’occidente. Ora ogni<br />

continente pare abbia avuto questo suo momento di riscatto grazie ad un<br />

pensiero o ideale semplice quanto rivoluzionario: <strong>la</strong> libertà è sacra come il<br />

pane .L’immagine panoramica del<strong>la</strong> s<strong>it</strong>uazione è ancora un po’ scura e<br />

complessa visto lo spettro del<strong>la</strong> sal<strong>it</strong>a al potere di regimi integralisti come<br />

l’alleanza dei fratelli mussulmani vicini ad Al Qaeda nei paesi interessati ma<br />

tutti sperano vivamente che questo rimanga tale e che i nostri fratelli<br />

magrebini non siano più costretti a tentare viaggi sulle carrette del mare<br />

rischiando <strong>la</strong> v<strong>it</strong>a e sappiano amministrare meglio le risorse delle loro terre<br />

coronando i loro sogni con l’instaurazione di saldi regimi democratici per<br />

non vedere i loro sforzi allontanarsi e svanire come un miraggio.<br />

Simone Iannello


La Riscoperta Dell’Indignatio<br />

Decimo Giunio Giovenale insegnava ad indignarsi.<br />

Decimo Giunio Giovenale<br />

Finalmente, stiamo riscoprendo cosa significhi, in un paese oramai al<strong>la</strong><br />

deriva.Cinquantami<strong>la</strong> donne scendono in piazza per dire basta a un sistema maschilista<br />

e a un modello femminile che vede <strong>la</strong> donna come oggetto di scambio e non come<br />

soggetto pensante, e che <strong>la</strong> donna stessa talvolta sfrutta per accelerare carriere che<br />

altrimenti non giungerebbero al via.<br />

Manifestazione 13 Febbraio per <strong>la</strong> dign<strong>it</strong>à delle donne


Ma non si tratta solo di un problema di donne; è un problema di tutti.Un problema<br />

certamente morale, ma soprattutto pol<strong>it</strong>ico.Lo scenario risulta deprimente: il paese è<br />

nelle mani di uomini corrotti (gli ambasciatori americani par<strong>la</strong>no di corruzione<br />

endemica, stando a quanto emerge dai resoconti di Wikileaks pubblicati da L‘Espresso)<br />

di continuo al centro delle attenzioni di una giustizia che non può stare a guardare e che<br />

ogni giorno riceve fango.<br />

Art. 54.<br />

Tutti i c<strong>it</strong>tadini hanno il dovere di essere fedeli al<strong>la</strong> Repubblica e di osservarne <strong>la</strong><br />

Cost<strong>it</strong>uzione e le leggi.<br />

I c<strong>it</strong>tadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con<br />

disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabil<strong>it</strong>i dal<strong>la</strong> legge.<br />

La Cost<strong>it</strong>uzione è l’anima di un popolo, dice Polibio.<br />

E’ dunque il nostro un popolo senz’anima? Quotidianamente, infatti, assistiamo a una<br />

brutale mortificazione del testo cost<strong>it</strong>uzionale, delle leggi, delle ist<strong>it</strong>uzioni che le<br />

rappresentano.<br />

L’articolo 54 delle nostra cost<strong>it</strong>uzione afferma chiaramente: chi ci rappresenta, lo faccia<br />

con disciplina e onore. Valori fondamentali e indiscutibili, oltraggiati da un presidente<br />

del consiglio turbato da comprensibili perversioni, che diverrebbero però reato se<br />

fossero provati rapporti sessuali con minorenni (le intercettazioni par<strong>la</strong>no chiaro; non<br />

c’è bisogno di una condanna per sapere come siano andate le cose) e che non sono<br />

ammissibili in un uomo di Stato.<br />

Il paese è nelle mani di un uomo facilmente ricattabile, da parte di chi è a conoscenza di<br />

ver<strong>it</strong>à da tenere nascoste, e che si presta a favori e raccomandazioni.<br />

Insomma, una notte di sesso per soldi, poltrone e potere.<br />

Dunque è un dramma non solo morale, ma pol<strong>it</strong>ico, che le nostre assemblee<br />

par<strong>la</strong>mentari siano colme di starlette prive di mer<strong>it</strong>i (dipende da che prospettiva) e che,<br />

in una società ammorbata da una crescente disoccupazione e da un altissimo tasso di<br />

precarietà, quello che un singolo operaio guadagna in un anno di <strong>la</strong>voro, finisca in un<br />

paio di notti nelle tasche delle “cortigiane del re”.<br />

L’ indignazione è l’unica arma, in un paese in cui chi cr<strong>it</strong>ica è un nemico e al contempo<br />

un bersaglio, in cui chi dissente è tacciato di fazios<strong>it</strong>à e ogni opposizione oggetto di<br />

tentata censura.


Giuliano Ferrara, direttore de “Il Foglio”, par<strong>la</strong> di scuole pronte a strumentalizzare le<br />

vicende pol<strong>it</strong>iche, a condizionare i ragazzi infondendo idee sbagliate e pericolose e<br />

instil<strong>la</strong>ndo odio.<br />

Giuliano Ferrara, direttore de “Il Foglio”<br />

Ma il nostro, quello di milioni di <strong>studenti</strong> e c<strong>it</strong>tadini non è odio, non è rancore, non è il<br />

tentativo di sovvertire il giudizio popo<strong>la</strong>re espresso durante l’ultima tornata elettorale: è<br />

<strong>la</strong> reazione d’orgoglio di un popolo fer<strong>it</strong>o, da troppo tempo calpestato e lontano dalle<br />

attenzioni del<strong>la</strong> pol<strong>it</strong>ica. Qualcosa sta cambiando.<br />

Roberto Vecchioni trionfa a Sanremo con un brano ricco di richiami al sociale,<br />

interrompendo il trionfo del<strong>la</strong> banal<strong>it</strong>à che nel nostro Paese pervade anche arte e<br />

musica; migliaia di c<strong>it</strong>tadini scendono in piazza, per <strong>la</strong> dign<strong>it</strong>à; chi non lo fa, è<br />

egualmente stanco, disgustato.<br />

C’è bisogno di giustizia, di cambiamento e rispetto. Ognuno ha quel che mer<strong>it</strong>a: noi<br />

mer<strong>it</strong>iamo molto di più.<br />

Mer<strong>it</strong>iamo chiarezza e di essere rappresentati da uomini onesti, che antepongano<br />

determinati valori a interessi egoistici e privati; dobbiamo esigere il rispetto di noi stessi<br />

e <strong>degli</strong> altri, e non possiamo permetterci di stare a guardare quando migliaia di persone<br />

vengono uccise,colpevoli di aver manifestato a favore del<strong>la</strong> libertà, ancorchè ciò non<br />

riguardi in pieno il nostro paese, ma i nostri vicini. Giustizia, rispetto, dign<strong>it</strong>à, è proprio<br />

da qui che si deve ripartire, per vivere meglio, per riacquisire <strong>la</strong> dign<strong>it</strong>à perduta agli<br />

occhi di chi, da fuori, assiste al degrado economico, morale e pol<strong>it</strong>ico del nostro Paese.<br />

Davide De Pasquale


APRILE 2011<br />

Per V<strong>it</strong>torio Arrigoni<br />

La guerra: una grande tragedia in cui sono<br />

sempre gli innocenti a subirne le<br />

conseguenze. Il caso V<strong>it</strong>torio Arrigoni<br />

rappresenta purtroppo un esempio<br />

emblematico di questa barbarie: un giovane<br />

ricco di ideali , pronto a mettere in gioco <strong>la</strong><br />

sua v<strong>it</strong>a per <strong>la</strong> libertà. Ed è proprio <strong>la</strong> sua v<strong>it</strong>a<br />

il prezzo che ha pagato: ucciso crudelmente e<br />

senza pietà. V<strong>it</strong>torio portava aiuto alle<br />

popo<strong>la</strong>zioni, aiutava i fer<strong>it</strong>i, assisteva i deboli,<br />

e si schierava dal<strong>la</strong> parte del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione<br />

palestinese martoriata e distrutta, ma<br />

soprattutto si batteva per <strong>la</strong> Pace.<br />

Proprio per questo motivo <strong>la</strong> figura di questo ragazzo irr<strong>it</strong>ava gli estremisti,<br />

che hanno pensato bene di farlo uscire di scena. Perché, si sa, questi ideali<br />

sono forti e basta anche una so<strong>la</strong> voce che se ne faccia carico, a far<br />

risvegliare il sentimento di libertà e <strong>la</strong> voglia di mettere in ordine una<br />

società distrutta. Gli estremisti pensano che con <strong>la</strong> morte di questo ragazzo<br />

questi sentimenti siano spazzati via, ma non sanno che non c’è morte<br />

capace di distruggere questi ideali immortali.<br />

Erika Ciambrone


Una realtà che non si deve ignorare<br />

Negli ultimi anni,come tutti sanno,in Italia si è fatta sempre più pressante <strong>la</strong><br />

questione legata agli immigrati,che quasi ogni giorno da due anni a questa<br />

parte,nello stato più fatiscente e insicuro,sbarcano al porto di<br />

Lampedusa,fuggendo letteralmente dall’orribile realtà che caratterizza i<br />

loro paesi .S<strong>it</strong>uazioni insostenibili,di guerriglia,di lotte intestine e<br />

quant’altro ogni giorno costringono decine e decine di famiglie da tutto il<br />

nord Africa a <strong>la</strong>sciare le loro ab<strong>it</strong>azioni,<strong>la</strong> loro patria,e talvolta anche<br />

familiari per un viaggio a dir poco f<strong>la</strong>gel<strong>la</strong>nte,di cui si spera <strong>la</strong> destinazione<br />

ma che in realtà è del tutto ignota. La destinazione reale di quelle famiglie<br />

non è un semplice porto, ma è <strong>la</strong> LIBERTA’,dir<strong>it</strong>to imprescindibile<br />

dell’uomo,che viene loro negato.<br />

Davide Timpano.<br />

Guardia nazionale Padana: ‘‘no grazie’’.<br />

Bossi e le sue camicie verdi leghiste sono ancora una volta riusc<strong>it</strong>i a fare<br />

rivoltare nel<strong>la</strong> tomba personaggi del calibro di Camillo Benso Conte di<br />

Cavour, Garibaldi, Nazario Sauro, Cesare Battisti per i loro atteggiamenti<br />

secessionisti e palesemente antinazionali. Tutto sommato il nuovo<br />

vergognoso progetto sembra non aver destato lo sdegno di tutti gli <strong>it</strong>aliani<br />

attenti troppo spesso a risultati solo di una part<strong>it</strong>a di calcio o distratti dai<br />

‘‘real<strong>it</strong>y’’ televisivi piuttosto che al<strong>la</strong> s<strong>it</strong>uazione in cui versa il nostro paese.<br />

Infatti il part<strong>it</strong>o del carroccio ha proposto <strong>la</strong> creazione di forze armate<br />

regionali i cui effettivi dovrebbero essere circa un migliaio e prestare<br />

servizio mil<strong>it</strong>are per alcuni mesi all’anno per dare manforte al<strong>la</strong> protezione<br />

civile e sostegno al mantenimento dell’ordine pubblico. Ma questa non è <strong>la</strong>


prima grottesca fantasia dei leghisti infatti già nel 1996 dopo aver fondato<br />

<strong>la</strong> cosiddetta Repubblica del nord proc<strong>la</strong>marono <strong>la</strong> formazione del<strong>la</strong><br />

‘’Gloriosa’’ Guardia Nazionale Padana segu<strong>it</strong>a poi dal<strong>la</strong> nasc<strong>it</strong>a delle famose<br />

ronde padane (sceriffi del nord). Era impossibile che il governo anche in<br />

questo caso vergognoso non prendesse distanze forti, infatti <strong>la</strong> replica a<br />

questa proposta di legge non si è fatta attendere e il ministro del<strong>la</strong><br />

difesa,l’onorevole Ignazio La Russa (tra l’altro forte alleato del<strong>la</strong> Lega:<br />

posizione contradd<strong>it</strong>toria dell’onorevole La Russa?) ha tonato dicendo che è<br />

una caratteristica dello stato un<strong>it</strong>ario avere un unico eserc<strong>it</strong>o disposto al<strong>la</strong><br />

difesa interna ed estera e che neanche il più federalista <strong>degli</strong> stati possiede<br />

questi ordina menti mil<strong>it</strong>ari. Infatti gli Stati Un<strong>it</strong>i d’ America possiedono si<br />

una guardia nazionale sul terr<strong>it</strong>orio ma questa risponde direttamente agli<br />

ordini dello stato centrale. Certamente non sono mancate le aspre cr<strong>it</strong>iche<br />

dell’opposizione giustificate e sensate che hanno bol<strong>la</strong>to l’azione pol<strong>it</strong>ica<br />

intentata come una pagliacciata, ma <strong>la</strong> s<strong>it</strong>uazione è in realtà molto più seria<br />

poiché solleva interrogativi molto pesanti come <strong>la</strong> lega punta dopo il<br />

federalismo fiscale ad una secessione mil<strong>it</strong>are ? Sembra proprio di essere<br />

tornati al medioevo proprio in quell’ età comunale dove si faceva <strong>la</strong> guerra<br />

tra regioni. Il destino dell’Italia sembra trabal<strong>la</strong>re appeso ad un filo nelle<br />

mani di uomini che non si sentono parte del nostro paese e purtroppo non<br />

ci resta,visto, <strong>la</strong> s<strong>it</strong>uazione di forza del<strong>la</strong> lega,che aspettare e sperare.<br />

La necess<strong>it</strong>à o meno del “repulisti”<br />

Iannello Simone e Loporcaro Giacomo<br />

Cinzia Bearzot nel<strong>la</strong> sua <strong>pagina</strong> cr<strong>it</strong>ica “L’ideologia del<strong>la</strong> conciliazione”,<br />

mette in luce una problematica che interessò Atene dopo <strong>la</strong> cacciata dei<br />

trenta tiranni e <strong>la</strong> restaurazione del<strong>la</strong> democrazia ad opera di Trasibulo:


l ‘attuazione o meno di un “repulisti” di tutti coloro che furono implicati<br />

nel<strong>la</strong> tirannide. Come sappiamo, Trasibulo scelse <strong>la</strong> via meno radicale,<br />

preferendo un allentamento delle tensioni, ev<strong>it</strong>ando dunque di fare piazza<br />

pul<strong>it</strong>a dei complici dei trenta. Sorge tuttavia spontaneo chiedersi se in<br />

questi casi, <strong>la</strong> via del<strong>la</strong> moderazione sia di fatto <strong>la</strong> preferibile. A propos<strong>it</strong>o è<br />

importante menzionare <strong>la</strong> v<strong>it</strong>tima insigne che <strong>la</strong> neo-democrazia produsse,<br />

ovvero Socrate, mostrando come fosse tutt’altro che democrazia e come<br />

in essa persistessero e rimanessero <strong>la</strong>tenti i caratteri del<strong>la</strong> tirannide. Le<br />

scelte di Trasibulo produssero certamente ciò che egli sperava, e l’amnistia<br />

generale ev<strong>it</strong>ò ulteriori spargimenti di sangue, ma così facendo, le tracce<br />

del governo precedente rimanevano inequivocabilmente. Ancora una volta<br />

il mondo greco è in grado di suggerirci tematiche di stringente attual<strong>it</strong>à, e<br />

ciò che accadde ad Atene ai tempi dell’oratore Lisia, si ripresenta ai tempi<br />

nostri. E’ di oggi il caso egiziano,dove, dopo numerosi scontri armati, si è<br />

riusc<strong>it</strong>i a togliere dal potere l’ex Rais Mubarak. Provvedimenti giudiziari<br />

devono essere presi so<strong>la</strong>mente nei riguardi dell’ex presidente egiziano e dei<br />

suoi seguaci più stretti o è necessaria l’attuazione di un “repulisti” ? Trovare<br />

delle risposte a queste problematiche non è affatto semplice, soprattutto<br />

se si considera <strong>la</strong> messa in atto di una rifondazione totale dei governi<br />

d<strong>it</strong>tatoriali, che suggerirebbe un ulteriore azione forzata. La via del<strong>la</strong><br />

moderazione sembrerebbe dunque, se non <strong>la</strong> migliore, sicuramente <strong>la</strong> più<br />

praticabile, in grado di mettere fine a sofferenza e oppressione. E’ indubbio<br />

tuttavia che chi sia macchiato di crimini contro l’uman<strong>it</strong>à debba essere<br />

pun<strong>it</strong>o e che i nuovi rappresentanti avviino il prima possibile <strong>la</strong> costruzione<br />

di governi realmente democratici e liberi.<br />

Giovanni Risoleo


SUL BEL DANUBIO BLU<br />

Ma ci rendiamo conto che le notizie ci scivo<strong>la</strong>no addosso come gocce d’acqua? Abbiamo forse<br />

sviluppato tutto in una volta una straordinaria viscos<strong>it</strong>à, che ci impermeabilizzi per benino dagli<br />

eventi del mondo? E com’è che ciò avviene solo per le notizie ,sì più drammatiche, ma proprio<br />

per l’intens<strong>it</strong>à del loro dramma più problematiche, scomode, insomma di quelle notizie<br />

catastrofiche che ci costringono ( che fatica !) a riflettere e a misurarci con una serie di<br />

considerazioni spontanee quanto, purtroppo, necessarie. Queste dannate notizie ci costringono<br />

a prendere una posizione maledettamente scomoda, così scomoda che, basta, non ce <strong>la</strong><br />

facciamo più, meglio abbandonarle o <strong>la</strong> nostra persona potrebbe non riaversene più! Eppure<br />

non è che non ci sia <strong>la</strong> buona volontà, perché l’indignazione c’è pure, ma è che dura giusto il<br />

tempo di un telegiornale, e, se se ne par<strong>la</strong>, non è mai più di una settimana e con <strong>la</strong> stessa<br />

superficiale leggerezza di un pettegolezzo, di qualche chiacchiera sull’ultima ricetta a La prova<br />

del cuoco o su come Jessica, Sharon, Mary, Kevin e chissà quale altro povero cretino del Grande<br />

Fratello ( quanto il nome del programma abbia fin<strong>it</strong>o per divenire esplicativo delle sue final<strong>it</strong>à,<br />

le stesse del libro omonimo, non so se sia una inquietante coincidenza) si sia chiuso il naso nel<strong>la</strong><br />

dispensa del<strong>la</strong> cucina o abbia con uno s<strong>la</strong>ncio di generos<strong>it</strong>à informato il pubblico e i compagni<br />

del<strong>la</strong> sua riunione in bagno di quel<strong>la</strong> mattina. Sulle nostre bocche ha dell’incredibile come un<br />

disastro nucleare, uno scandalo di corruzione e sesso, una chiazza di petrolio di dimensioni subcontinentali,<br />

una guerra sanguinosa assumano lo stesso peso di una scaloppa ai funghi trifo<strong>la</strong>ti o<br />

dei rumori notturni o gli strafalcioni linguistici di un burino catodico.<br />

Due immagini emblematiche che simboleggiano il processo di disinformazione: nel<strong>la</strong> prima ad un uomo viene<br />

inculcata in testa <strong>la</strong> poltiglia mediatica estratta dalle televisioni tram<strong>it</strong>e un imbuto; nel<strong>la</strong> seconda uno struzzo nel<strong>la</strong><br />

caratteristica posa di insabbiare <strong>la</strong> testa simboleggia l’ignoranza e <strong>la</strong> mancanza di conoscenza.<br />

D’altronde sarebbe lungo svolgere l’accusa all’informazione <strong>it</strong>aliana, smascherarne il reticolo di<br />

re<strong>la</strong>zioni economiche e pol<strong>it</strong>iche, condannarne <strong>la</strong> irreparabile corruzione culturale e morale, ma<br />

soprattutto sarebbe ripet<strong>it</strong>ivo. Basta, è stato già fatto. Sono vent’anni che si denuncia e si<br />

sbugiarda, si scopre e si smaschera. Ora, chi ha voluto capire ha cap<strong>it</strong>o: ne ha avuto tutti i modi<br />

e può rendersene conto benissimo da sé, tanto, ormai, non se ne fa più un mistero e “gli oscuri<br />

signori” dell’informazione, i lobbisti dei media, hanno ottenuto <strong>la</strong> licenza dal pensiero comune


ad agire sfacciatamente al<strong>la</strong> luce del sole. Non hanno più timori né vergogna; questa forse mai<br />

avuta.<br />

Fra l’altro il mio interesse ( che, certo, è pure collegato al<strong>la</strong> pol<strong>it</strong>ica dell’informazione ) è<br />

capac<strong>it</strong>are me e gli altri che di casi gravissimi per l’uman<strong>it</strong>à, dopo <strong>la</strong> durata standard di vend<strong>it</strong>a<br />

del<strong>la</strong> notizia, si perdono le tracce e del<strong>la</strong> facil<strong>it</strong>à con cui di buon grado si acconsente a perderle<br />

persona per persona. Cosa non facile, perlomeno dal mio punto di vista ancora lucido.<br />

La mia indagine riguarda un evento partico<strong>la</strong>re: <strong>la</strong> fuoriusc<strong>it</strong>a in Ungheria del<strong>la</strong> cosiddetta Marea<br />

Rossa- fanghiglia del<strong>la</strong> <strong>la</strong>vorazione d’alluminio- lo scorso Ottobre e il disastro ambientale<br />

derivato. Ve ne ricordate? Personalmente mi aveva fatto una grande impressione, anche per le<br />

immagini e perché andava a sommarsi al coevo disastro petrolifero nel Golfo del Messico,<br />

ugualmente spar<strong>it</strong>o dalle notizie quotidiane, che pure persiste ancora oggi nelle sue<br />

conseguenze: niente più v<strong>it</strong>a nei fondali messicani per un bel po’, niente più <strong>la</strong>voro per i<br />

pescatori messicani per un bel po’.<br />

Devecser, soldato con addosso tuta di protezione chimica Ajka, Ungheria, dopo <strong>la</strong> fuga tossica del 4 ottobre scorso<br />

In un primo momento ho pensato che se non sentivo più par<strong>la</strong>re del<strong>la</strong> fuga tossica di Ajka era di<br />

certo per <strong>la</strong> mia disinformazione ( ammetto di non essere costante nei miei appuntamenti con i<br />

telegiornali), ma quando , volendo scrivere questo articolo e darvi quanto più notizie fresche (<br />

quale sarà <strong>la</strong> s<strong>it</strong>uazione ad Ajka dopo sette mesi? ), sono ricorso all’aiuto pignolo di Google e mi<br />

sono accorto che <strong>la</strong> ver<strong>it</strong>à era diversa dalle mie giustificazioni e che trovare una corrispondenza<br />

dall’Ungheria, un aggiornamento, in data odierna era impossibile. Al che ho rinunciato. Il<br />

massimo dell’informazione ottenuta arrivava al giorno 12 ottobre quando <strong>la</strong> catastrofe era<br />

avvenuta da solo una settimana, il 4; da queste poche notizie, il più ricavato da una <strong>pagina</strong><br />

creata da Wikipedia, si sa che i morti, fra cui bambini, sono stati otto, centoventi i fer<strong>it</strong>i, e una<br />

intera regione, quel<strong>la</strong> dei fiumi Torna, Ràba, Marcal, potrebbe “apparire come il pianeta Marte<br />

per molti anni. Senza nessuna flora o fauna. Ora <strong>la</strong> grande incogn<strong>it</strong>a è <strong>la</strong> polvere. Se questa<br />

fanghiglia rossa e tossica si secca, il vento può trasportare metalli pesanti”( Ba<strong>la</strong>zs Tomory,


portavoce di Greenpeace in Ungheria). La fanghiglia ha persino raggiunto il Danubio,<br />

nonostante i tentativi di scongiurare quest’ultimo risultato.<br />

Una veduta aerea del<strong>la</strong> regione agrico<strong>la</strong> di Ajka sommersa dal<strong>la</strong> Marea Rossa<br />

La società produttrice, <strong>la</strong> Mal, non aveva una strategia da adottare in caso di incidente, così per<br />

<strong>la</strong> negligenza di un industriale, conscio del<strong>la</strong> pericolos<strong>it</strong>à del<strong>la</strong> <strong>la</strong>vorazione di cui è a capo, oggi il<br />

mondo assiste a uno dei più gravi casi di inquinamento di sempre e migliaia di contadini o di<br />

semplici ab<strong>it</strong>anti hanno perso tutto. Per non par<strong>la</strong>re dei danni ambientali, le cui immagini<br />

mettono le <strong>la</strong>crime agli occhi. Ma <strong>la</strong> negligenza è davvero tutta di un singolo? No, <strong>la</strong> negligenza<br />

delle c<strong>la</strong>ssi dirigenti, ungheresi in questo drammatico caso, ma di tutto il mondo sempre, ogni<br />

giorno nelle piccole e grandi Maree Rosse che macchiano il mondo del loro alone di morte.<br />

L’assoluta mancanza di responsabil<strong>it</strong>à si esplica nell’odiosa opposizione a serie pol<strong>it</strong>iche e<br />

provvedimenti ambientali, sia a livello statale sia a quello internazionale . Noi in Italia, dove<br />

l’insensibil<strong>it</strong>à a tali problemi ha raggiunto <strong>la</strong> proverbial<strong>it</strong>à, lo sappiamo meglio di altri. Cioè basti<br />

pensare che solo nel 2004 l'Ungheria ha modificato <strong>la</strong> denominazione di questi rifiuti (quelli<br />

d’allume), che non sono più catalogati come "pericolosi". Eppure il fango è, e rimane,<br />

fortemente cancerogeno. I responsabili ultimi del danno sono stati arrestati, ma potranno mai<br />

pagare completamente per tutto ciò? Probabilmente pagheranno, sì, ma per non pagare:<br />

almeno, da noi funziona spesso e volentieri così .E anche subendo <strong>la</strong> pena, che valore avrà mai<br />

se già mezzo mondo ha dimenticato quanto è successo e si proietta imperterr<strong>it</strong>o ad un nuovo<br />

errore, finché, probabilmente, <strong>la</strong> fine non lo coglierà di sorpresa.<br />

Noi ci resta il dolore di chi è controcorrente consapevole , ma soprattutto le immagini strazianti<br />

di quello che non è più Il Bel Danubio Blu.


Diego Tripodi<br />

Lo splendido paesaggio del Danubio<br />

MAGGIO 2011<br />

LA SVALUTAZIONE DEI VALORI E LA RIBALTA DELLA STUPIDITA’. IN<br />

MEMORIA DI CHI HA LOTTATTO CONTRO ENTRAMBE<br />

Dedicato, in partico<strong>la</strong>r modo, ai miei coetanei Dante Di Nanni e Anteo Zamboni


Anteo Zamboni e Dante Di Nanni<br />

Capisco bene che è antipatico tornare su cose già dette, note a tutti e sulle quali si sono<br />

pronunciate migliaia di persone infin<strong>it</strong>amente più di valore rispetto a me, ma anche milioni di<br />

persone infin<strong>it</strong>amente più somare. Ed è proprio il fluire tumultuoso e sgradevole del farneticare<br />

di queste ultime, del loro voler dare per forza fiato al<strong>la</strong> bocca a rischio di spararle così grosse da<br />

far tremare <strong>la</strong> terra, che giustifica, in certa misura, e concede, <strong>la</strong> riapertura di quelli che sono<br />

oramai dibatt<strong>it</strong>i storici, parte integrante del valore e del patrimonio culturali e storici del<strong>la</strong><br />

nazione, ma che nonostante tutto si ripropongono, a distanza di intervalli di tempo, insteril<strong>it</strong>i e<br />

ridotti a polemiche, le quali invero non dovrebbero essere degnate di un minimo d’attenzione,<br />

perche sempre ostaggio del<strong>la</strong> strumentalizzazione. Ho detto che ciò mi consente di intervenire e<br />

prendere posizione su un argomento di bene e interesse pubblici. Anzi, vorrei dire che in questo<br />

caso mi sento in dovere di porre all’attenzione comune e condividere con gli altri il mio sdegno,<br />

ma non per gloriarmi tronfio di una retorica partigiana fine a se stessa,ma per dare uno spunto<br />

semplice al<strong>la</strong> riflessione costruttiva, perché credo sia questo l’obiettivo di qualsiasi interazione<br />

fra uomini. Infatti, tutti siamo abili di esibire una vuota, spesso ipocr<strong>it</strong>a e non realmente<br />

condivisa, celebrazione dei valori, per così dire, “santi” e, ahimè, è divenuta questa l’unica<br />

modal<strong>it</strong>à dialettica nel<strong>la</strong> società <strong>it</strong>aliana , anche a rischio di indebolire le reali capac<strong>it</strong>à cr<strong>it</strong>iche<br />

del Paese, che <strong>la</strong>scia, così, libertà a chiunque voglia di minare seriamente proprio quei valori,<br />

strumentalizzando <strong>la</strong> libertà di visioni garant<strong>it</strong>a dal nostro sistema democratico (ma che,<br />

attenzione!, si è volutamente convert<strong>it</strong>a in uno stato paralizzante e amorale di buonismo<br />

gratu<strong>it</strong>o) e di riproporre gli sterili e falsi panegirici di cui sopra: insomma un circolo vizioso senza<br />

alcuna soluzione.<br />

Personalmente, lungi dal voler fare tutto questo, ma semplicemente mosso da una indignazione<br />

profonda ( ma forse anche un po’vana, perché impopo<strong>la</strong>re), non mi voglio curare del<strong>la</strong><br />

saturazione ma<strong>la</strong>ta che l’argomento che sto per trattare ha creato negli animi <strong>degli</strong> <strong>it</strong>aliani,<br />

venendogli irreparabilmente a noia,e condizionandone negativamente il loro giudizio. A questo<br />

non do rilievo, perché è falsato dal<strong>la</strong> totale mancanza di spir<strong>it</strong>o. Io delle mie cose sono sicuro<br />

perché sono mosso da onestà e sincer<strong>it</strong>à; se gli altri le recepiscono con scontentezza e<br />

procurano loro disagio è essenzialmente un loro problema.<br />

Ma venendo a noi, il fattaccio che mi ha portato a questa predica, che so quanto sia<br />

contorta ( scusate per favore <strong>la</strong> mia costruzione barocca , un po’ retrò, del<strong>la</strong> frase),<br />

è essenzialmente questo:non molto tempo fa cinque dei geni che manteniamo a Roma<br />

sono stati cofirmatari del disegno di legge cost<strong>it</strong>uzionale per abolire <strong>la</strong> norma trans<strong>it</strong>oria<br />

del<strong>la</strong> Carta che vieta <strong>la</strong> ricost<strong>it</strong>uzione del Part<strong>it</strong>o nazionale fascista, sul<strong>la</strong> cui base venne<br />

poi introdotto il reato di apologia del fascismo. Presentato in Senato, il ddl, primo<br />

firmatario Cristiano De Eccher (Pdl) e cofirmatari Fabrizio Di Stefano, Francesco<br />

Bevi<strong>la</strong>cqua ( nota gloria tutta locale ), Giorgio Bonacin, Achille Totaro (Pdl) e il senatore


Fli, Egidio Digilio, ha susc<strong>it</strong>ato l’immediata levata di scudi dell’opposizione e qualche<br />

perpless<strong>it</strong>à anche in seno al<strong>la</strong> maggioranza.<br />

Ecco, è tutto. Quello che volevo comunicare l’ho comunicato. Tirino un sospiro di<br />

sollievo tutti coloro che ho messo in disagio, perché non ho intenzione di ulteriori<br />

filippiche. Il fatto basta e avanza, si commenta da sé. Il mio vuole essere soltanto un<br />

inv<strong>it</strong>o ad una riflessione estemporanea, fatta, più che altro, sull’impatto emotivo del<strong>la</strong><br />

lettura. La morale? Al<strong>la</strong> stupid<strong>it</strong>à non c’è mai fine e, torno a dirlo, per combatter<strong>la</strong> va<br />

semplicemente ignorata. E’ il danno e <strong>la</strong> beffa maggiori che possiamo arrecarle.<br />

Però, anche se così facendo contraddirò buona parte delle riflessioni fin qui scr<strong>it</strong>te, voglio<br />

fare, sempre che così sia, il gioco del<strong>la</strong> stupid<strong>it</strong>à e rendere un mio omaggio (anche un po’<br />

commosso a dir<strong>la</strong> tutta) a chi, invece, ha creduto nell’abbattimento del<strong>la</strong> stupid<strong>it</strong>à e, con<br />

immensa speranza, in noi generazioni successive tram<strong>it</strong>e <strong>la</strong> lotta antifascista e ci ha<br />

consent<strong>it</strong>o di essere qui, oggi, a par<strong>la</strong>rne.<br />

Al tutto sommato esile muretto <strong>degli</strong> stupidi e <strong>degli</strong> ignoranti voglio, dunque,<br />

contrapporre <strong>la</strong> salda cinta muraria <strong>degli</strong> antifascisti, proponendone solo alcuni nomi per<br />

ovvi motivi, ma non dimentico, in cuor mio e in quello di tutti gli altri ancora devoti a<br />

distanza di settant’anni, di chi qui non appare:<br />

A<br />

Filippo Abignente jr<br />

Ettore Accorsi<br />

Alberto Acquacalda<br />

V<strong>it</strong>torio Bartolomeo Acquarone<br />

Gaetano Afeltra<br />

Ferdinando Agnini<br />

Giorgio Agosti<br />

Giovanni A<strong>la</strong>sia<br />

Davide Augusto Albarin<br />

Pilo Albertelli<br />

Edgardo Alboni<br />

Mario Alicata<br />

Filippo Amedeo<br />

Giorgio Amendo<strong>la</strong><br />

Mario Andreis (pol<strong>it</strong>ico)<br />

Carlo Ange<strong>la</strong><br />

Roberto Angeli<br />

Mario Angeloni<br />

B cont.<br />

Donato Bendicenti<br />

Garibaldo Benifei<br />

Rosario Bentivegna<br />

Enrico Berlinguer<br />

Dante Bernamonti<br />

Carlo Bernari<br />

Camillo Berneri<br />

Marie Louise Berneri<br />

Roberto Berthoud<br />

Giuseppe Bertini (presb<strong>it</strong>ero)<br />

Angelo Bevi<strong>la</strong>cqua<br />

Enzo Biagi<br />

Laura Bianchini<br />

Alessandro Bianconcini<br />

Enrico Bigatti<br />

Giulio Biglieri<br />

Giorgio Bigongiari<br />

Walter Binni<br />

C cont.<br />

Emilio Canzi<br />

Enzo Capecchi<br />

Aldo Cap<strong>it</strong>ini<br />

Giacomo Cappellini<br />

Luigi Cappello<br />

Gildo Caputo<br />

Filippo Caracciolo<br />

Emanuele Caracciolo<br />

Nicolò Carandini<br />

Filippo Caria<br />

Antonio Carini<br />

Dante Carnesecchi<br />

Enrico Caronti<br />

Aldo Carpi<br />

Adriano Casadei<br />

Carlo Casalegno<br />

Emilio Casalini<br />

Carlo Casso<strong>la</strong>


Aldo Aniasi<br />

Lazzaro Anticoli<br />

Varese Antoni<br />

Franco Antonicelli<br />

Mario Apollonio<br />

Alberto Apponi<br />

Achille Ardigò<br />

Mario Argenton<br />

Arioldo Arioldi<br />

Emanuele Artom<br />

Filippo Asaro<br />

Cristoforo Astengo<br />

Walter Audisio<br />

Salvatore Auria<br />

B<br />

Francesco Babini<br />

Sauro Babini<br />

Vincenzo Baccalà<br />

Ugo Baglivo<br />

Alfredo Bai<br />

Franco Balbis<br />

Marcel<strong>la</strong> Balconi<br />

Vincenzo Baldazzi<br />

Zeffirino Bal<strong>la</strong>rdini<br />

Angiolo Bandinelli<br />

Primo Bandini<br />

Gian Luigi Banfi<br />

Giovanni Barbareschi<br />

Tommaso Barbieri<br />

Norma Barbolini<br />

Battista Bardanzellu<br />

Alberto Bardi<br />

V<strong>it</strong>torio Bardini<br />

Achille Bari<strong>la</strong>tti<br />

Ernesta B<strong>it</strong>tanti Battisti<br />

Giovanbattista B<strong>it</strong>to<br />

Giorgio Bo<br />

Norberto Bobbio<br />

Giorgio Bocca<br />

Renzo Ildebrando Bocchi<br />

Pietro Boetto<br />

Attilio Boldori<br />

Emilio Bonatti<br />

Corrado Bonfantini<br />

Piero Boni<br />

Gina Borellini<br />

Luigia Maria Pucheria Borgato<br />

Giuseppe Antonio Borgese<br />

Gianguido Borghese<br />

Pasquino Borghi<br />

Armando Borghi<br />

Pio Borri<br />

Mario Borsa<br />

Giannino Bosi<br />

Libero Bovio<br />

Giorgio Braccia<strong>la</strong>rghe<br />

Paolo Braccini<br />

Roberto Bracco<br />

Aldo Braibanti<br />

V<strong>it</strong>tore Branca<br />

Bruno Brandellero<br />

Lojze Bratuž<br />

Giuseppe Bravin<br />

Gianni Brera<br />

Paride Brunetti<br />

Pietro Bucalossi<br />

Ada Buffulini<br />

Ernesto Buonaiuti<br />

Giacomo Buranello<br />

Dante Castellucci<br />

Ettore Castiglioni<br />

Vincenzo Caval<strong>la</strong>ri<br />

Luigi Cavallo<br />

Giordano Cavestro<br />

Giuseppe Cederle<br />

Aldo Cento<strong>la</strong>ni<br />

Maddalena Cerasuolo<br />

Antonio Ceron<br />

Ennio Cervel<strong>la</strong>ti<br />

Fratelli Cervi<br />

Davide Cesare<br />

Anselmo Cessi<br />

Federico Chabod<br />

Émile Chanoux<br />

Aurelio Chessa<br />

Nico<strong>la</strong> Chiaromonte<br />

Oberdan Chiesa<br />

Felice Chi<strong>la</strong>nti<br />

Giacomo Chilesotti<br />

Ivone Chinello<br />

Pietro Chiodi<br />

Nino Chiovini<br />

Carlo Azeglio Ciampi<br />

Alberto Cianca<br />

Antonio Cieri<br />

Renato Cigarini<br />

Germinal Cimarelli<br />

Gianni C<strong>it</strong>terio<br />

C<strong>la</strong>udio Varalli e Giannino Zibecchi<br />

Angelo Cocconcelli<br />

Leonardo Coc<strong>it</strong>o<br />

Alessandra Codazzi<br />

Tristano Codigno<strong>la</strong><br />

Arnaldo Colleselli


Eugenio Baroni<br />

Ezio Bartalini<br />

Gianfranco Bartolini<br />

Maria Bartolotti<br />

Giovanni Bassanesi<br />

Roberto Battaglia<br />

Gigino Battisti<br />

Mario Batà<br />

Riccardo Bauer<br />

Arrigo Beccari<br />

Lidia Beccaria Rolfi<br />

Lorenzo Bedeschi<br />

Adele Bei<br />

Ambrogio Belloni<br />

Filippo Beltrami<br />

Cristoforo Bendazzi<br />

C<br />

Eugenio Curiel<br />

D<br />

Giuseppe D'Agata<br />

Gian Attilio Dal<strong>la</strong> Bona<br />

Elia Dal<strong>la</strong> Costa<br />

Amilcare Dal<strong>la</strong>gherarda<br />

Alberto Damiani<br />

Alceste De Ambris<br />

Gianfranco De Bosio<br />

Ettore De Corti<br />

Ilo De Franceschi<br />

Aldo Buscalferri<br />

Ugo Buzzo<strong>la</strong>n<br />

C<br />

PIERO CALAMANDREI<br />

Franco Ca<strong>la</strong>mandrei<br />

Piero Ca<strong>la</strong>mandrei<br />

Amos Calderoni<br />

Piero Caleffi<br />

Guido Calogero<br />

Marino Calvaresi<br />

Eugenio Calò<br />

Gustavo Camerini<br />

Luigi Canali (partigiano)<br />

Antonio Canepa<br />

Giovanni Battista Canepa<br />

Raffaele Cantoni<br />

F cont.<br />

Piero Folli<br />

Antonio Fonda Savio<br />

Franco Fontana (partigiano)<br />

Riccardo Formica<br />

Pierino Fornaciari<br />

Giovanni Fornasini<br />

Gabriele Foschiatti<br />

Maurilio Fossati<br />

Ezio Franceschini<br />

Gastone Franchetti<br />

Eduino Francini<br />

Eugenio Colorni<br />

Gianfranco Contini<br />

Silvio Corbari<br />

Dante Corneli<br />

P<strong>la</strong>cido Cortese<br />

Giovanni Corvi<br />

Umberto Cosmo<br />

Armando Cossutta<br />

Raimondo Craveri<br />

Primo Cresta<br />

Benedetto Croce<br />

Enrico Cuccia<br />

V<strong>it</strong>torio Culpo<br />

I<br />

Umberto I<strong>la</strong>riuzzi<br />

Pietro Ingrao<br />

Ferdinando Innamorati<br />

Francesco Innamorati<br />

Nilde Iotti<br />

Pietro Iotti<br />

Giuseppe Iso<strong>la</strong><br />

Giorgio Issel<br />

J<br />

Mario Jacchia<br />

Alberto Jacometti


Gino De Marchi<br />

Francesco De Martino<br />

Fernando De Rosa<br />

Guido De Ruggiero<br />

Cecilia Deganutti<br />

Gabriel<strong>la</strong> Degli Esposti<br />

Dino Del Bo<br />

Pao<strong>la</strong> Del Din<br />

Gaetano Di Bartolo Mi<strong>la</strong>na<br />

Salvatore Di Benedetto<br />

Dante Di Nanni<br />

Danilo Dolci<br />

Gioacchino Dolci<br />

Giovanni Dolino<br />

Pio Donati<br />

Guido Dorso<br />

Ermanno Dossetti<br />

E<br />

Costanzo Ebat<br />

Marx Emiliani<br />

Anna Maria Enriques Agnoletti<br />

Arnaldo Evangelisti<br />

F<br />

Francesco Fabbri<br />

Paolo Fabbri<br />

Mario Fabiani<br />

Renato Fabrizi<br />

Angelo Faggi<br />

Oriana Fal<strong>la</strong>ci<br />

Francesco Fancello<br />

Bruno Fanciul<strong>la</strong>cci<br />

Alberto Fantacone<br />

Ermes Farina<br />

Giuseppe Faè<br />

Augusto Frassineti<br />

Antonio Fur<strong>la</strong>n<br />

Stojan Fur<strong>la</strong>n<br />

Federico Fusco<br />

Giovanni Fusconi<br />

G<br />

PIERO GOBETTI<br />

Venanzio Gabriotti<br />

Duccio Galimberti<br />

Tommaso Gal<strong>la</strong>rati Scotti<br />

Nadia Gallico Spano<br />

Ettore Gallo<br />

Settimio Garavini<br />

Peppino Garibaldi<br />

Aldo Garosci<br />

Aldo Gastaldi<br />

Gino Gatta<br />

Matteo Gaudioso<br />

Armando Gavagnin<br />

Pierino Gelmini<br />

Andrea Ghetti<br />

Ferruccio Ghinaglia<br />

Antonio Ghirelli<br />

Gigi Ghirotti<br />

Enzo Giacchero<br />

Enrico Giachino<br />

Gianni Giadresco<br />

Giandante X<br />

Primo Gibelli<br />

Piero Jahier<br />

Guglielmo Jervis<br />

K<br />

Rodolfo Kubik<br />

L<br />

Ugo La Malfa<br />

Giorgio Labò<br />

Primo Lacchini<br />

Luciano Lama<br />

Francesco Lattanzi<br />

Giuseppe Lattanzi<br />

Spartaco Lavagnini<br />

Giuseppe Lazzati<br />

Francesco Leone<br />

Roberto Lepet<strong>it</strong><br />

Bruno Lepre<br />

Alessandro Levi<br />

Carlo Levi<br />

Primo Levi<br />

Lionello Levi Sandri<br />

Giorgio Liuzzi<br />

Maurizio Liverani<br />

Mario Lizzero<br />

Riccardo Lombardi (pol<strong>it</strong>ico)<br />

Foscolo Lombardi<br />

Bruno Longhi (antifascista)<br />

Luigi Longo<br />

Manlio Longon<br />

Umberto Lorenzoni<br />

Maria Assunta Lorenzoni<br />

Terzo Lori<br />

Gino Lucetti<br />

Luciano Bolis<br />

Folco Lulli


Riccardo Fedel<br />

Armando Fedeli<br />

Ugo Fedeli<br />

Silvano Fedi<br />

Beppe Fenoglio<br />

Innocenzo Fergnani<br />

Maurizio Ferrara<br />

Francesco Ferrari (pol<strong>it</strong>ico PCI)<br />

Francesco Luigi Ferrari<br />

Pietro Ferreira<br />

Guglielmo Ferrero<br />

Leo Ferrero<br />

Emilio Ferretti<br />

Giovanni Ferro (antifascista)<br />

Gogliardo Fiaschi<br />

Marcel<strong>la</strong> Ficca Monaco<br />

Eraldo Fico<br />

Mario Finzi<br />

Athos Fiordelli<br />

Edoardo Firpo<br />

Attilio Firpo<br />

Francesco Flora<br />

Gisel<strong>la</strong> Floreanini<br />

V<strong>it</strong>torio Foa<br />

Galliano Fogar<br />

Vincenzo Gigante<br />

Nino Giglio<br />

Gilberto Gilioli<br />

Antoine Gimenez<br />

Leone Ginzburg<br />

Igino Giordani<br />

Mario Giovana<br />

Giovanni Girardini<br />

Giuseppe Girotti<br />

V<strong>it</strong>torio Mario Giuliani<br />

V<strong>it</strong>toria Giunti<br />

Antonio Giuriolo<br />

Ada Gobetti<br />

Piero Gobetti<br />

Mario Gordini<br />

Ermanno Gorrieri<br />

Angelo Gotti<br />

ANTONIO GRAMSCI<br />

Antonio Gramsci<br />

Luciano Granzotto Basso<br />

Alessandro Grassi Ormisda<br />

Mario Grecchi<br />

Antonio Greppi<br />

Pietro Grifone<br />

Balil<strong>la</strong> Grillotti<br />

Nico<strong>la</strong> Grosa<br />

Guido Gua<strong>la</strong>ndi<br />

Umberto Lusena<br />

Emilio Lussu<br />

Joyce Lussu<br />

M<br />

Domenico Macaggi<br />

Gaetano Macchiaroli<br />

Ugo Macchieraldo<br />

Bruno Maderna<br />

Eugenio Maggi<br />

Terenzio Magliano<br />

Ferruccio Magnani<br />

Franca Magnani<br />

Giannantonio Manci<br />

Achille Marazza<br />

Alessandro Marcello Del Majno<br />

Concetto Marchesi<br />

Alberto Marchesi<br />

Aristide Marchetti<br />

Irma Marchiani<br />

Guglielmo Marconi (partigiano)<br />

Giovanni Marcora<br />

Silvio Marcuzzi<br />

Ancil<strong>la</strong> Marighetto<br />

Giorgio Marinco<strong>la</strong><br />

Mario Betto


M<br />

CONCETTO MARCHESI<br />

Attilio Mariotti<br />

Erasmo Marrè<br />

Sabato Martelli Castaldi<br />

Car<strong>la</strong> Liliana Martini<br />

Giovanna Marturano<br />

Francesco Maruca<br />

Edoardo Marzari<br />

Umberto Marzocchi<br />

Corrado Masetti<br />

Walter Masetti<br />

Massenzio Masia<br />

Luigi Masini<br />

Luigi Massignan<br />

Cesare Massini<br />

Silvio Mastio<br />

Umberto Mastroianni<br />

Teresa Mattei<br />

Giacomo Matteotti<br />

Raffaele Mattioli<br />

Angelo Mauri<br />

Primo Mazzo<strong>la</strong>ri<br />

Dante Meaglia<br />

Albano Meazzini<br />

Aldo Mei<br />

Luigi Meneghello<br />

Egidio Meneghetti<br />

Emilio Guarnaschelli<br />

Renato Guatelli<br />

Luigi Gui<br />

N cont.<br />

Bruno Neri<br />

Nerio Nesi<br />

Franco Nico<strong>la</strong>zzi<br />

Germano Nicolini<br />

Giuseppe P<strong>la</strong>cido Nicolini<br />

Giorgio Nissim<br />

Luciana Nissim Momigliano<br />

Federico N<strong>it</strong>ti<br />

Francesco Fausto N<strong>it</strong>ti<br />

Teresa Noce<br />

Federico Nomi<br />

O<br />

Giuseppe Ennio Odino<br />

Antonio Olearo<br />

V<strong>it</strong>o Olivetti<br />

Adolfo Omodeo<br />

Domenico Or<strong>la</strong>ndini<br />

Ottorino Or<strong>la</strong>ndini<br />

Cesare Orsenigo<br />

Dolfino Orto<strong>la</strong>n<br />

P<br />

CESARE PAVESE<br />

Randolfo Pacciardi<br />

P cont.<br />

Gino Pistoni<br />

Alfredo Pizzoni<br />

Amino Pizzorno<br />

Enrico Pocognoni<br />

Remo Polizzi<br />

Giovanni Ponti<br />

Neri Pozza<br />

Giacomo Prandina<br />

Norma Pratelli Parenti<br />

Vasco Pratolini<br />

Or<strong>la</strong>ndo Pucci<br />

Giancarlo Puecher Passavalli<br />

Q<br />

Ettore Quaglierini<br />

R<br />

NELLO E CARLO ROSSELLI<br />

Guido Radi<br />

Leda Rafanelli<br />

Carlo Ludovico Ragghianti<br />

Libero Raglianti<br />

Or<strong>la</strong>ndo Rampolli<br />

Paolino Ranieri<br />

Giuseppe Rapelli


Clorinda Menguzzato<br />

Piero Mentasti<br />

Tina Merlin<br />

Lina Merlin<br />

Ego Spartaco Meta<br />

Ercole Miani<br />

Mario Migliorini<br />

Massimo Mi<strong>la</strong><br />

Lorenzo Mi<strong>la</strong>ni<br />

Liana Millu<br />

Giovanni Minzoni<br />

Enzo Misefari<br />

Sisinnio Mocci<br />

Giuseppe Emanuele Modigliani<br />

Mario Modotti<br />

Elio Monari<br />

Walter Monier<br />

Giuseppe Montalbano<br />

Danilo Montaldi<br />

EUGENIO MONTALE<br />

Eugenio Montale<br />

Armando Montanari<br />

Averardo Montesperelli<br />

Augusto Monti<br />

Luigi Morandi (partigiano)<br />

Rodolfo Morandi<br />

Francesco Moranino<br />

Giovanni Padoan<br />

Giuseppe Pagano Pogatschnig<br />

Ernesto Page<br />

Armando Pagel<strong>la</strong><br />

Giulio Paggio<br />

Marcello Paglia<br />

Giorgio Paglia<br />

Giancarlo Pajetta<br />

Giuliano Pajetta<br />

Giuseppe Maria Pa<strong>la</strong>tucci<br />

Giovanni Palmieri<br />

Arturo Paoli<br />

Pietro Pappagallo<br />

Vincenzo Pappalettera<br />

Goffredo Parise<br />

Lorenzo Parodi<br />

Giovanni Paro<strong>la</strong><br />

Ferruccio Parri<br />

Mario Pasi<br />

Silvio Pasi<br />

Guido Pasolini<br />

Alessandro Passerin d'Entrèves<br />

Bortolo Manlio Pat<br />

Cesare Pavese<br />

C<strong>la</strong>udio Pavone<br />

Aurelio Peccei<br />

Belgrado Pedrini<br />

Lelio Peirano<br />

Bruno Pelizzi<br />

Luigi Pel<strong>la</strong>nda<br />

Edmondo Peluso<br />

Ottavia Penna Buscemi<br />

Gaetano Perillo<br />

Giacomo Per<strong>la</strong>sca<br />

Giuseppe Perotti<br />

Domenico Rasi<br />

Ludwig Karl Ratschiller<br />

V<strong>it</strong>aliano Ravagli<br />

Silvio Ravera<br />

Bino Rebel<strong>la</strong>to<br />

Egidio Rebonato<br />

Alfredo Reichlin<br />

Egidio Renzi<br />

Francesco Repetto<br />

Nuto Revelli<br />

Angelo Ricap<strong>it</strong>o<br />

Pellegrino Riccardi<br />

Umberto Ricci (partigiano)<br />

Mario Ricci (pol<strong>it</strong>ico)<br />

Alfredo Rigodanzo<br />

Dina Rinaldi<br />

Ugo Rindi<br />

Mario Riondino<br />

Giuseppina Rippa<br />

Rutilio Robusti<br />

Domenico Roccia<br />

Franco Rodano<br />

Gianni Rodari<br />

Enrico Rosa<br />

Rossana Rossanda<br />

Fratelli Rosselli<br />

Ernesto Rossi<br />

Modesta Rossi<br />

Manlio Rossi Doria<br />

Giovanni Roveda<br />

Egisto Rubini<br />

Francesco Ruffini<br />

S<br />

Carlo Salinari


Giorgio Morelli<br />

Aldo Moretti<br />

Ugo Morin<br />

Giuseppe Morosini<br />

Fratelli Moscardini<br />

Cristoforo Moscioni Negri<br />

Augusto Murer<br />

Mario Musolesi<br />

Marisa Musu<br />

N<br />

Giovanni Nardi<br />

Aldo Natoli<br />

Alessandro Natta<br />

Antonio Negro<br />

Licio Nencetti<br />

V<strong>it</strong>toria Nenni<br />

S<br />

DON LUIGI STURZO<br />

Beniamino Schivo<br />

Francesco Sciucchi<br />

Mauro Scoccimarro<br />

Francesco Scotti<br />

Guido Seborga<br />

Pietro Secchia<br />

Argo Secondari<br />

Umberto Segre<br />

Eros Sequi<br />

Francesco Perri<br />

Raffaele Persichetti<br />

Sandro Pertini<br />

Giovanni Pesce<br />

Giuseppe Pianezza<br />

Italo Piccagli<br />

Guido Picelli<br />

V<strong>it</strong>torio Picelli<br />

Luigi Pierobon<br />

Otello Pighin<br />

Amelia Pincherle<br />

Giaime Pintor<br />

Luigi Pintor<br />

T cont.<br />

Sante Tani<br />

Leonardo Tarantini<br />

Alberto Tarchiani<br />

Adriano Tardelli<br />

Aurelio Tarroni<br />

Antonio Tatò<br />

Paolo Emilio Taviani<br />

Piero Terracina<br />

Umberto Terracini<br />

Luigi Tinti<br />

Carlo Todros<br />

Mario Toffanin<br />

Palmiro Togliatti<br />

Zefferino Tomè<br />

Vincenzo Torraca<br />

Massimo Salvadori Paleotti<br />

Rodolfo Salvagiani<br />

Luigi Salvatorelli<br />

Gaetano Salvemini<br />

Agide Samar<strong>it</strong>ani<br />

Gennaro Sasso<br />

Angelo Pellegrino Sbardellotto<br />

Giuseppe Sca<strong>la</strong>rini<br />

Oscar Luigi Scalfaro<br />

Remo Scappini<br />

Stefano Schiapparelli<br />

Raffaele Schiavina<br />

Antonio Schivardi<br />

V cont.<br />

Ferruccio Valobra<br />

Lelio V<strong>it</strong>torio Valobra<br />

Bruno Vasari<br />

Vera Vassalle<br />

Tullio Vecchietti<br />

Giacomo Vender<br />

Carlo Venegoni<br />

Mauro Venegoni<br />

Franco Venturi<br />

Marcello Venturi<br />

Giovanni Venturini<br />

Roberto Veratti<br />

Armando Vezzelli<br />

Raimondo Viale<br />

V<strong>it</strong>torio Vidali


Ezio Serantoni<br />

Giovanni Serbandini<br />

Nico<strong>la</strong> Serino<br />

Silvio Serra<br />

Cesare Sessa<br />

Agostino Sette<br />

Carlo Sforza<br />

Mario Sil<strong>la</strong><br />

Arnaldo Silva<br />

Mario Simonazzi<br />

Sandro Sinigaglia<br />

Giovanni Sissa<br />

Beniamino Socche<br />

Settimio Sorani<br />

Aldo Spallicci<br />

Velio Spano<br />

Tonino Spazzoli<br />

Lelio Speranza<br />

Altiero Spinelli<br />

Vanzio Spinelli<br />

Paolo Spriano<br />

Emilio Strafelini<br />

Giovanni Battista Stucchi<br />

Giani Stuparich<br />

Walter Suzzi<br />

T<br />

UMBERTO TERRACINI<br />

Antonio Torrini<br />

ARTURO TOSCANINI<br />

Arturo Toscanini<br />

Emanuele Toso<br />

Giuseppe Tramarollo<br />

Nello Traquandi<br />

Bruno Trentin<br />

Silvio Trentin<br />

Pietro Tresso<br />

C<strong>la</strong>udio Treves<br />

Domenico Troilo<br />

Ettore Troilo<br />

Antonello Trombadori<br />

Norina Trombini<br />

Libero Tubino<br />

Giuseppina Tuissi<br />

David Maria Turoldo<br />

Saverio Tutino<br />

U<br />

Giulio Cesare Uccellini<br />

Giacomo Ulivi<br />

V<br />

Giorgio Vaccarino<br />

Natalina Vacchi<br />

Francesco Valentino<br />

Leo Valiani<br />

Ferdinando Valletti<br />

Renata Viganò<br />

Maurizio Vigiani<br />

Aldo Viglione<br />

Lorenzo Vigo-Fazio<br />

Ezio Vigorelli<br />

Sante Vincenzi<br />

Bruno Visentini<br />

Giorgio Visintin<br />

Elio V<strong>it</strong>torini<br />

Benvenuto Volpato<br />

Valerio Volpini<br />

Z<br />

Anteo Zamboni<br />

Adolfo Zamboni<br />

Angelo Giuseppe Zancanaro<br />

Adamo Zanelli<br />

Armando Zanetti<br />

Ruggero Zangrandi<br />

T<strong>it</strong>o Zaniboni<br />

Ottorino Zanon<br />

Angelo Zanti<br />

Andrea Zanzotto<br />

Bruno Zevi<br />

Luigi Zoppetti<br />

Carlo Zucchini


I<strong>la</strong>rio Tabarri<br />

Lorenzo Tacchel<strong>la</strong><br />

Ezio Taddei<br />

Luigi Antonio Tami<br />

Elenco tratto dal web con alcune aggiunte.<br />

"Ucciso dal<strong>la</strong> Legge".<br />

"Polemiche incandescenti dopo <strong>la</strong> morte del<br />

trentunenne arrestato il 16 ottobre per pochi<br />

grammi di cannabis e deceduto il 22 ottobre, in<br />

circostanze a dir poco misteriose. Omicidio<br />

preterintenzionale: è il reato ipotizzato per il<br />

momento contro ignoti dal pubblico ministero<br />

di Roma Vincenzo Barba al quale è stata<br />

affidata l’inchiesta".<br />

Il Quotidiano, 30 ottobre 2009.<br />

Anno Sco<strong>la</strong>stico 2009/2010<br />

Stefano Cucchi.<br />

Diego Tripodi<br />

IIIB<br />

"Un immigrato in attesa di processo racconta di aver sent<strong>it</strong>o le grida e di essersi affacciato allo<br />

spioncino e di aver visto due agenti di polizia pen<strong>it</strong>enziaria picchiare il giovane. Il sindacato di<br />

polizia smentisce tutto".


Il Quotidiano, 11 novembre 2009.<br />

"Cucchi morì per abbandono terapeutico. Nuove<br />

accuse ai medici del Pertini dopo l'ispezione<br />

del com<strong>it</strong>ato di par<strong>la</strong>mentari «Ver<strong>it</strong>à per Stefano»".<br />

Il Corriere del<strong>la</strong> sera, 27 novembre 2009.<br />

“Cucchi a un detenuto: «Mi hanno ammazzato di botte i carabinieri»”.<br />

“Cucchi, Dap assolve gli agenti carcerari.<br />

La famiglia: «Grottesco»”.<br />

Il Corriere del<strong>la</strong> sera, 27 novembre 2009.<br />

Il Messaggero, 2 dicembre 2009.


Non può che apparire scioccante <strong>la</strong> storia di Stefano Cucchi e ancora più infelice se si considera che i<br />

responsabili del<strong>la</strong> sua morte sono ancora un'incogn<strong>it</strong>a, o meglio per tali sono stati formalmente giudicati<br />

sino ad ora. Stefano Cucchi al momento dell'arresto era apparentemente sano, ma nel caso in cui non lo<br />

fosse stato, era obbligo del<strong>la</strong> polizia condurlo in ospedale per adeguate cure mediche; è evidente che il<br />

terribile maltrattamento nei confronti del ragazzo si è consumato entro le mura del carcere pen<strong>it</strong>enziario in<br />

cui troppo spesso <strong>la</strong> violenza di certi agenti pretende di sost<strong>it</strong>uirsi al<strong>la</strong> giustizia. "E` pun<strong>it</strong>a ogni violenza<br />

fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà", afferma l'articolo 13 comma 4<br />

del<strong>la</strong> Cost<strong>it</strong>uzione, o ancora "Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di uman<strong>it</strong>à e<br />

devono tendere al<strong>la</strong> rieducazione del condannato", rec<strong>it</strong>a l'articolo 27 comma 3; in sintesi non è possibile<br />

sottoporre chi è lim<strong>it</strong>ato nel<strong>la</strong> propria libertà a violenza fisica e psicologica. La morte di Stefano Cucchi è<br />

una chiaro esempio di vio<strong>la</strong>zione di tale dir<strong>it</strong>to e di conseguenza anche del dir<strong>it</strong>to all'integr<strong>it</strong>à fisica, al<strong>la</strong><br />

salute, al<strong>la</strong> v<strong>it</strong>a. Stefano Cucchi ha sub<strong>it</strong>o l'ingiustizia di una morte ancora più dolorosa che una pena<br />

cap<strong>it</strong>ale, un supplizio consapevole dietro cui si nascondono persone responsabili di un del<strong>it</strong>to, non ultimi i<br />

medici che più avanti nel<strong>la</strong> vicenda hanno refertato <strong>la</strong> v<strong>it</strong>tima come "non col<strong>la</strong>borativo" e "ostile" quando<br />

era ormai paralizzato e vicino al<strong>la</strong> morte, precluso al sostegno fisico dei familiari. Sconvolgenti e atroci sono<br />

le immagini del corpo di Stefano, spaventosamente deformato e deturpato, al quale era stato rifiutato<br />

anche il dir<strong>it</strong>to di contattare il suo avvocato di fiducia, come afferma l'articolo 24 del<strong>la</strong> Cost<strong>it</strong>uzione (comma<br />

2: "La difesa è dir<strong>it</strong>to invio<strong>la</strong>bile in ogni stato e grado del procedimento"), reato cui <strong>la</strong> v<strong>it</strong>tima rispose<br />

opponendosi all'alimentazione e all'idratazione forzata. I medici del carcere hanno detto che Stefano "è<br />

caduto accidentalmente dalle scale", ma pare impossibile pensare che una caduta dalle scale possa<br />

provocare lesioni simili a quelle che le terrificanti immagini del ragazzo deceduto mostrano. Giustizia per<br />

Stefano è quanto ora <strong>la</strong> famiglia Cucchi pretende e quanto tutti noi ci aspettiamo.<br />

Ma non resta che un tragico interrogativo: è questa vera democrazia?<br />

14 dicembre 2009, Liceo c<strong>la</strong>ssico M. Morelli, Vibo Valentia.<br />

Oscar Wilde The Profundis<br />

Mio carissimo ragazzo,<br />

Alessandro Zampogna<br />

I SENTIMENTI AL DI LA’ DELLE BARRIERE<br />

questo è per assicurarti del mio amore immortale,<br />

eterno per te. Domani sarà tutto fin<strong>it</strong>o. Se <strong>la</strong> prigione e<br />

il disonore saranno il mio destino, pensa che il mio amore<br />

per te e questa idea, questa convinzione ancora più divina,<br />

che tu a tua volta mi ami, mi sosterranno nel<strong>la</strong> mia infelici-<br />

tà e mi renderanno capace, spero, di sopportare il mio<br />

dolore con ogni pazienza. Poiché <strong>la</strong> speranza, anzi, <strong>la</strong> cer-


tezza, di incontrarti di nuovo in un altro mondo è <strong>la</strong> meta<br />

e l’ incoraggiamento del<strong>la</strong> mia v<strong>it</strong>a attuale, ah! debbo con-<br />

tinuare a vivere in questo mondo, per questa ragione.<br />

Il caro *** mi è venuto a trovare oggi. Gli ho dato<br />

parecchi messaggi per te. Mi ha detto una cosa che mi ha<br />

rassicurato: che a mia madre non mancherà mai niente. Ho<br />

sempre provveduto io al suo mantenimento, e il pensiero<br />

che avrebbe potuto soffrire delle privazioni mi rendeva<br />

infelice. Quanto a te (grazioso ragazzo dal cuore degno di<br />

un Cristo), quanto a te, ti prego, non appena avrai fatto<br />

tutto quello che puoi fare, parti per l’ Italia e riconquista<br />

<strong>la</strong> tua calma, e componi quelle belle poesie che sai fare tu,<br />

con quel<strong>la</strong> grazia così strana. Non esporti all’ Inghilterra<br />

per nessuna ragione al mondo. Se un giorno, a Corfù o in<br />

qualche iso<strong>la</strong> incantata, ci fosse una casetta dove potessi-<br />

mo vivere insieme, oh! <strong>la</strong> v<strong>it</strong>a sarebbe più dolce di quanto<br />

sia stata mai. Il tuo amore ha ali <strong>la</strong>rghe ed è forte, il tuo<br />

amore mi giunge attraverso le sbarre del<strong>la</strong> mia prigione<br />

e mi conforta, il tuo amore è <strong>la</strong> luce di tutte le mie ore. Se<br />

il fato ci sarà avverso, coloro che non sanno cos’è l’amore<br />

scriveranno, lo so, che ho avuto una cattiva influenza sul<strong>la</strong><br />

tua v<strong>it</strong>a. Se ciò avverrà, tu scriverai, tu dirai a tua volta<br />

che non è vero. Il nostro amore è sempre stato bello e<br />

nobile, e se io sono stato il bersaglio di una terribile tra-<br />

gedia, è perchè <strong>la</strong> natura di quell’ amore non è stata com-<br />

presa. Nel<strong>la</strong> tua lettera di stamattina tu dici una cosa che<br />

mi dà coraggio. Debbo ricordar<strong>la</strong>. Scrivi che è mio dovere<br />

verso di te e verso me stesso vivere, malgrado tutto. Cre-<br />

do sia vero. Ci proverò e lo farò. Voglio che tu tenga<br />

informato Mr Humphreys dei tuoi spostamenti così che<br />

quando viene mi possa dire cosa fai. Credo che gli avvoca-<br />

ti possano vedere i detenuti con una certa frequenza. Così<br />

potrò comunicare con te.<br />

Sono così felice che tu sia part<strong>it</strong>o! So cosa deve esserti<br />

costato. Per me sarebbe stato un tormento pensarti in In-<br />

ghilterra mentre il tuo nome veniva fatto in tribunale.<br />

Spero tu abbia copie di tutti i miei libri. I miei sono<br />

stati tutti venduti. Tendo le mani verso di te. Oh! possa<br />

io vivere per toccare i tuoi capelli e le tue mani. Credo che<br />

il tuo amore veglierà sul<strong>la</strong> mia v<strong>it</strong>a. Se dovessi morire,<br />

voglio che tu viva una v<strong>it</strong>a dolce e pacifica in qualche<br />

luogo fra fiori, quadri, libri, e moltissimo <strong>la</strong>voro. Cerca di<br />

farmi avere tue notizie. Ti scrivo questa lettera in mezzo<br />

a grandi sofferenze ; <strong>la</strong> lunga giornata in tribunale<br />

mi ha spossato. Carissimo ragazzo, dolcissimo fra tutti<br />

i giovani, amatissimo e più amabile. Oh! aspettami! aspetta-<br />

mi! io sono ora, come sempre dal giorno in cui ci siamo<br />

conosciuti, devotamente il tuo, con un amore immortale.<br />

Oscar


Lunedì sera 29 Aprile 1895<br />

Carcere di S.M. Holloway<br />

Infine terminerei con uno stralcio tratto da: “Sicurezza, democrazia e c<strong>it</strong>tà” – Manifesto di Saragozza – 4<br />

novembre 2006:<br />

I nostri sforzi devono tendere a favorire l’emergere di una<br />

consapevolezza dei problemi da parte dell’insieme del<strong>la</strong><br />

comun<strong>it</strong>à e del<strong>la</strong> nostra capac<strong>it</strong>à di risolverli in modo<br />

cooperativo, nell’obiettivo di mantenere il dialogo tra le c<strong>it</strong>tà<br />

di tutti i continenti, basato sul mutuo arricchimento, <strong>la</strong><br />

tolleranza e il rispetto del<strong>la</strong> libertà”.<br />

Io penso che ognuno ha i propri gusti e non per questo le persone dovrebbero crearsi problemi o<br />

discriminare chi r<strong>it</strong>engono "diverso". Al<strong>la</strong> fine chi è il "diverso"? Ognuno di noi è diverso.<br />

Ognuno di noi è unico. A cura di Roberta Dinatolo<br />

Liceo c<strong>la</strong>ssico “M.Morelli”, Vibo valentia<br />

Dicembre 2009


I BAMBINI E LA GUERRA<br />

Hanno <strong>la</strong> stessa età dei bambini occidentali, ma al contrario dei nostri cari , viziati e cocco<strong>la</strong>ti bambini che<br />

sperperano le loro giornate tra cartoni animati, videogiochi e merendine ultra caloriche, a molti dei bambini<br />

africani l'infanzia viene rubata ogni giorno. A sette, dieci, dodici anni, <strong>la</strong> loro guerra non è un gioco, non è<br />

virtuale, è quel<strong>la</strong> vera, terribile, <strong>la</strong>stricata di morte, sangue e atroc<strong>it</strong>à. Bambini senza ricordi, con gli sguardi<br />

vuoti. Sono i baby-soldato. Un fenomeno da anni in inarrestabile espansione. Sono in trecentomi<strong>la</strong> ormai che<br />

deboli e infelici abbracciano un ka<strong>la</strong>shnikov, leggero da caricare e maneggiare come i giocattoli che a Natale<br />

i nostri bambini tengono orgogliosamente tra le mani, contenti di aver<strong>la</strong> avuta vinta per l'ennesima volta su i<br />

loro gen<strong>it</strong>ori pronti a cedere ad ogni loro richiesta. Utilizzati in sessanta paesi, da eserc<strong>it</strong>i rego<strong>la</strong>ri, guerriglia,<br />

ribelli, impegnati in interminabili guerre etniche, religiose, regionali, sono bambini e ragazzi al di sotto dei 18<br />

anni, costretti spesso con <strong>la</strong> forza, talvolta con false promesse, a <strong>la</strong>sciare <strong>la</strong> v<strong>it</strong>a normale per cominciare ad<br />

adoperare un fucile m<strong>it</strong>ragliatore.<br />

Per i ragazzi che sopravvivono al<strong>la</strong> guerra e non hanno riportato fer<strong>it</strong>e o muti<strong>la</strong>zioni, le conseguenze sul<br />

piano fisico sono comunque gravi: stati di denutrizione, ma<strong>la</strong>ttie del<strong>la</strong> pelle, patologie respiratorie e<br />

dell'apparato sessuale, incluso l'AIDS.<br />

Inoltre ci sono le ripercussioni psicologiche dovute al fatto di essere stati testimoni o aver commesso<br />

atroc<strong>it</strong>à. Si aggiungano le conseguenze di carattere sociale: <strong>la</strong> difficoltà dell'inserirsi nuovamente in famiglia<br />

e del riprendere gli studi spesso è tale che i ragazzi non riescono ad affrontar<strong>la</strong>.<br />

Gli stati, che vengono reputati moderni, dovrebbero dire un forte “STOP” all'uso dei bambini soldato;<br />

soprattutto dovrebbero chiedere scusa e fare anche un “mea culpa” perchè spesso ciò che è più atroce è <strong>la</strong><br />

loro indifferenza.<br />

Liceo C<strong>la</strong>ssico “M.Morelli”, Vibo Valentia<br />

Gennaio 2010 A cura di Anna Pao<strong>la</strong> Romano<br />

Minori: <strong>la</strong> violenza sui bambini è ancora molto diffusa.<br />

La violenza ai danni dei minori è una emergenza globale che riguarda indistintamente qualsiasi strato<br />

sociale e ogni paese del mondo, comprese le nazioni “ricche” e l’Italia.Un esempio ec<strong>la</strong>tante di come sia<br />

di<strong>la</strong>gante questo fenomeno anche in Italia, è sicuramente il recente episodio avvenuto nel nostro paese in<br />

uno <strong>degli</strong> asili di Piacenza. L' asilo defin<strong>it</strong>o “l'asilo <strong>la</strong>ger” è stato scenario di terribili atroc<strong>it</strong>à; un bambino<br />

colp<strong>it</strong>o con schiaffi sul<strong>la</strong> testa, una bambina tirata dai capelli e costretta a ingurg<strong>it</strong>are <strong>la</strong> pappa e poi picchiata<br />

con un giocattolo. E ancora: un bimbo piange seduto su una sedia, <strong>la</strong> maestra lo prende per il polso, lo<br />

solleva da terra e lo picchia. La violenza inaud<strong>it</strong>a delle maestre è stata ripresa da telecamere nascoste che<br />

hanno permesso il bl<strong>it</strong>z dei carabinieri. Nel vedere simili immagini,purtroppo prendiamo coscienza che<br />

viviamo in una società dove <strong>la</strong> natura umana prende pieghe mostruose. Spero in una giustizia esemp<strong>la</strong>re ed<br />

oggettiva, qui non c'e' posto per nessun psicologo comprensivo che possa tute<strong>la</strong>re queste donne<br />

perfettamente lucide nel compiere queste violenze inaud<strong>it</strong>e.<br />

Gennaio 2010<br />

A cura di Anna Pao<strong>la</strong> Romano


NON UMILIAMOCI CON LE NOSTRE MANI<br />

Già compromessa per <strong>la</strong> forte e pressante presenza di ’ndrangheta e criminal<strong>it</strong>à ,<br />

l’immagine del<strong>la</strong> Ca<strong>la</strong>bria è stata enormemente danneggiata dagli episodi<br />

recentissimi avvenuti a Rosarno.<br />

La Ca<strong>la</strong>bria turistica , tanto osp<strong>it</strong>ale , <strong>la</strong> nostra terra , che amiamo e difendiamo da<br />

cr<strong>it</strong>iche e assalti continui di chi , costantemente , tenta sempre più di emarginar<strong>la</strong> ,<br />

ha dato un pessimo segnale , dimostrando inciviltà e tanta ignoranza . Perché<br />

certamente solo l’ignoranza e <strong>la</strong> paura che essa determina spinge a tali<br />

atteggiamenti . Xenofobia e razzismo sono quello che si è visto in questi giorni , e<br />

una tale affermazione non prescinde da una condanna del<strong>la</strong> violenza sfociata dal<strong>la</strong><br />

protesta <strong>degli</strong> immigrati avvenuta a Rosarno . Quello che passa dei fatti avvenuti in<br />

questi giorni , quello che è un po’ sul<strong>la</strong> bocca di tutti , è che i poveri rosarnesi si sono<br />

trovati assediati da una tribù di incivili , violenti e pericolosi , ingrati per anni e anni<br />

di accoglienza e per i posti di <strong>la</strong>voro concessi loro e che permettevano loro di andare<br />

avanti , di vivere . Ma non tanto è grave e sconcertante l’opinione popo<strong>la</strong>re che<br />

circo<strong>la</strong> nel<strong>la</strong> nostra terra , quanto l’immagine dell’episodio che si è cercato di<br />

trasmettere con <strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione delle em<strong>it</strong>tenti televisive , di giornalisti interessati<br />

solo dall’audience e che intervistano , fra tanta gente onesta ca<strong>la</strong>brese , il peggio in<br />

circo<strong>la</strong>zione , razzisti , ignoranti , gente accan<strong>it</strong>a contro il nemico straniero .<br />

Non ci si chiede il perché e cosa abbia spinto questa povera gente a protestare , a<br />

gridare giustizia e chiedere aiuto . Gente che fugge da miseria per trovare , poi , altra<br />

miseria . E’ vero , gli diamo <strong>la</strong>voro , ma che <strong>la</strong>voro e a che prezzo : con 25 euro al<strong>la</strong><br />

giornata certo si fatica davvero ! E parte di questi soldi finisce in mano di caporali e<br />

camionisti .<br />

Certo da condannare è <strong>la</strong> violenza e <strong>la</strong> degenerazione del loro corteo inizialmente<br />

civile .<br />

Non ci sentiamo ripagati per aver sistemato questa gente ; ma sono sistemati<br />

uomini che vivono e dormono in capannoni industriali dismessi , al freddo e senza<br />

servizi igienici ?<br />

Poi , al<strong>la</strong> luce di ciò che è successo , sub<strong>it</strong>o si è trovata <strong>la</strong> soluzione più facile . Gli<br />

africani di Rosarno sono stati allontanati dal<strong>la</strong> c<strong>it</strong>tà , addir<strong>it</strong>tura i c<strong>la</strong>ndestini saranno


espulsi e torneranno a quel<strong>la</strong> miseria da cui sono fugg<strong>it</strong>i per vivere in nuova miseria .<br />

Le loro ex dimore rosarnesi sono già state abbattute . Ma da quando facile vuol dire<br />

migliore ? Bisogna mettere chi arriva nel nostro paese in condizioni migliori ,<br />

rego<strong>la</strong>mentando un maggior numero di ingressi e ev<strong>it</strong>ando <strong>la</strong>voro in nero che ,<br />

molto spesso , viene sfruttato dal<strong>la</strong> nostra gente e da parte di organizzazioni<br />

criminali .<br />

Ma <strong>la</strong> gente ca<strong>la</strong>brese non è solo quel<strong>la</strong> che abbiamo visto in questi giorni nei nostri<br />

telegiornali , non è solo una massa ignorante e xenofoba . Ed è per chiarirlo che oggi<br />

, 11 Gennaio , un gran numero di c<strong>it</strong>tadini scenderà in piazza per manifestare contro<br />

il razzismo e manifestare <strong>la</strong> propria solidarietà ai migranti .<br />

“Gli Africani salveranno Rosarno” è il t<strong>it</strong>olo del libro di Antonello Mangano ,<br />

pubblicato nel Febbraio 2009 , che in un’ intervista ri<strong>la</strong>sciata in questi giorni dice :<br />

“Al<strong>la</strong> base c’è una s<strong>it</strong>uazione di degrado e di sfruttamento che va avanti dai primi anni ‘90 ed è<br />

formalmente tollerata. C’è una s<strong>it</strong>uazione di violenza, di intimidazioni sul terr<strong>it</strong>orio da parte dei<br />

criminali che vengono sub<strong>it</strong>e anche dagli <strong>it</strong>aliani, <strong>la</strong> differenza è che gli africani si ribel<strong>la</strong>no.”<br />

Dovremmo dunque esser grati a questa gente che , seppur viva in condizioni bestiali<br />

, ha molto da insegnarci , per spir<strong>it</strong>o di sacrificio ma non meno quanto a civiltà .<br />

Poi , sulle condizioni <strong>degli</strong> africani , aggiunge : “ Guardi, ci sono anche tanti <strong>it</strong>aliani che<br />

provano ad assisterli, glielo posso assicurare: associazioni cattoliche, Libera, l’osservatorio per i<br />

migranti… Poi certo, adesso il paese si <strong>la</strong>menta, ma finché questi stavano z<strong>it</strong>ti a raccogliere le<br />

arance a 25 euro al giorno nessuno diceva niente. Io voglio vedere <strong>la</strong> gente di Rosarno che si<br />

ribel<strong>la</strong> quando c’è l’omicidio di un ragazzino di 14 anni per strada, come è successo un anno fa.<br />

La violenza e <strong>la</strong> degenerazione è assolutamente da condannare. Ma questa non è una<br />

manifestazione di un part<strong>it</strong>o pol<strong>it</strong>ico, non c’è servizio d’ordine , é <strong>la</strong> rivolta di persone<br />

esasperate, e non certo solo perché hanno sparato a due di loro. Non si può par<strong>la</strong>re di<br />

integrazione in una s<strong>it</strong>uazione di sfruttamento.


Quello che ci resta da fare è riflettere su ciò che è cap<strong>it</strong>ato in questi giorni nel<strong>la</strong><br />

nostra terra . Lottiamo il razzismo , l’ ignoranza , <strong>la</strong> paura e <strong>la</strong> ‘ndrangheta .Vogliamo<br />

una Ca<strong>la</strong>bria onesta , migliore ? Costruiamoce<strong>la</strong> .<br />

Gennaio 2010 Davide De Pasquale<br />

Sud contro Sud.<br />

Al<strong>la</strong> luce delle vicende emerse nei giorni precedenti nel<strong>la</strong> c<strong>it</strong>tadina di Rosarno noi ca<strong>la</strong>bresi indignati<br />

non ci riconosciamo in posizioni e atteggiamenti non appartenenti al<strong>la</strong> nostra cultura e al<strong>la</strong> nostra<br />

tradizione, fatta di emigrazione e diaspore di gente umile e osp<strong>it</strong>ale che ora dovrebbe essere pronta<br />

ad accogliere gli immigrati e conviverci usando un po’ di sana e cristiana compassione. Ciò che<br />

però susc<strong>it</strong>a maggiore sdegno è l’assenza totale dell’autor<strong>it</strong>à nel<strong>la</strong> nostra terra: lo sfruttamento <strong>degli</strong><br />

extracomun<strong>it</strong>ari impiegati nel<strong>la</strong> raccolta di prodotti agricoli, che <strong>la</strong>voravano (e <strong>la</strong>vorano)16 ore al<br />

giorno per 20 euro nel<strong>la</strong> totale mancanza di condizioni <strong>la</strong>vorative, era visibile agli occhi di tutti. E<br />

allora ciò che ci si chiede è: perché nessuna autor<strong>it</strong>à è intervenuta prima? Perché nessuno si è<br />

preoccupato del<strong>la</strong> condizioni di totale illegal<strong>it</strong>à nel quale quel <strong>la</strong>voro veniva svolto? Perché tutti hanno<br />

chiuso gli occhi sulle condizioni disumane dei dorm<strong>it</strong>ori? Questa è <strong>la</strong> Ca<strong>la</strong>bria che nessuno conosce,<br />

perché nessuno osserva attentamente <strong>la</strong> Ca<strong>la</strong>bria che muore a causa di appalti truccati, <strong>la</strong> Ca<strong>la</strong>bria che<br />

sparisce dall’oggi al domani, <strong>la</strong> Ca<strong>la</strong>bria delle ‘Ndrine che minacciano <strong>la</strong> pace di questa terra, <strong>la</strong><br />

Ca<strong>la</strong>bria, per così dire, poco osp<strong>it</strong>ale, che r<strong>it</strong>iene l’immigrato “tollerato” a patto che se ne stia buono e<br />

non pretenda di essere pagato come un <strong>it</strong>aliano o di avere un tetto sotto cui riparasi. Ed ecco che in un<br />

comune dove <strong>la</strong> giunta è stata sciolta per infiltrazioni mafiose , scoppia una guerra tra poveri, i<br />

penultimi contro gli ultimi in un tessuto sociale profondamente squarciato, in una terra abbandonata<br />

a se stessa. A Rosarno è successa una cosa tristissima: il Sud fa guerra al Sud.<br />

Nataly De Pace<br />

Vibo Valentia, Febbraio 2010<br />

QUALCOSA FORSE E’ CAMBIATO<br />

Qualcosa forse è cambiato. Qualcosa forse si è mosso. Qualcosa forse non sarà più come prima. Il<br />

“forse” però è d’obbligo. Ci stiamo riferendo agli avvenimenti successivi al<strong>la</strong> Pasqua, che hanno<br />

portato nell’occhio del ciclone dei mass media nazionali un piccolo centro del<strong>la</strong> nostra tanto<br />

travagliata provincia: Sant’Onofrio, comune a pochi chilometri da Vibo Valentia. Non si fa<br />

riferimento (e quasi fa strano dirlo!) ad un’altra “v<strong>it</strong>toria” del<strong>la</strong> criminal<strong>it</strong>à organizzata sullo stato e<br />

sul<strong>la</strong> società civile, ma anzi possiamo par<strong>la</strong>re di sua una sconf<strong>it</strong>ta, se non in termini investigativi o<br />

giudiziari, quanto meno morali e simbolici. L’avvenimento forse è noto a tutti: il rifiuto del priore<br />

del<strong>la</strong> Confratern<strong>it</strong>a del Rosario di far portare a spal<strong>la</strong> le statue dell’Affruntata (festa popo<strong>la</strong>re del<strong>la</strong><br />

tradizione pasquale) a esponenti dei c<strong>la</strong>n mafiosi locali, i quali ormai da anni si r<strong>it</strong>enevano i<br />

leg<strong>it</strong>timi detentori di questo “onore”, manifestazione del loro “potere” rispetto al resto del<strong>la</strong><br />

comun<strong>it</strong>à. L’Affruntata è stata rimandata al<strong>la</strong> domenica successiva (si sarebbe dovuta svolgere il<br />

giorno di Pasqua) e il priore ha ricevuto le intimidazioni, vigliacche come sempre. Ma questa volta<br />

sono sbattuti contro il muro innalzato dal Priore e don Vattiata, parroco del paese. Si è detto NO al<strong>la</strong><br />

mafia, si è detto NO alle sue ingerenze, si è detto NO al compromesso. Qualcosa forse è cambiato<br />

dunque. Infatti, nei giorni successivi, e specialmente domenica 11 aprile (data dell’Affruntata


imandata), Sant’Onofrio ha assist<strong>it</strong>o ad una presenza delle autor<strong>it</strong>à e delle ist<strong>it</strong>uzioni. Ma il vero<br />

cambiamento non sarà tale se i pochi ribel<strong>la</strong>tisi al potere mafioso resteranno soli: l’intera comun<strong>it</strong>à,<br />

i rappresentanti del<strong>la</strong> pol<strong>it</strong>ica e del<strong>la</strong> legal<strong>it</strong>à dovranno fare fronte comune contro i c<strong>la</strong>n e fare in<br />

modo che questo “picco<strong>la</strong> fiamma antimafiosa” che si è accesa (forse per caso) a Sant’Onofrio non<br />

si estingua, ma sia sempre alimentata affinché non resti so<strong>la</strong>mente un simbolo, ma diventi un punto<br />

di partenza concreto.<br />

Qualcosa forse è cambiato: tocca ora a noi far sì che il cambiamento sia reale e non retorico.<br />

CHIEDIAMO PIU’ CHIAREZZA<br />

MAGGIO 2010<br />

Candido Porcelli & Simone Morfuni<br />

« Io accetto , ho sempre accettato il... più che il rischio, <strong>la</strong> condizione, quali sono le conseguenze<br />

del <strong>la</strong>voro che faccio, del luogo dove lo faccio e, vorrei dire, anche di come lo faccio. Lo accetto perché ho<br />

scelto, ad un certo punto del<strong>la</strong> mia v<strong>it</strong>a, di farlo e potrei dire che sapevo fin dall'inizio che dovevo correre<br />

questi pericoli.<br />

La sensazione di essere un sopravvissuto e di trovarmi , come viene r<strong>it</strong>enuto, in estremo pericolo, è una<br />

sensazione che non si disgiunge dal fatto che io credo ancora profondamente nel <strong>la</strong>voro che faccio, so che<br />

è necessario che lo faccia, so che è necessario che lo facciano tanti altri assieme a me.<br />

E so anche che tutti noi abbiamo il dovere morale di continuarlo a fare senza <strong>la</strong>sciarci condizionare...<br />

dal<strong>la</strong> sensazione che, o financo, vorrei dire, dal<strong>la</strong> certezza, che tutto questo può costarci caro. »<br />

(Paolo Borsellino, intervista a L. Sposini, inizio luglio 1992).<br />

Questo è quanto disse Paolo Borsellino qualche tempo prima del<strong>la</strong> strage di via d’Amelio, in cui ,<br />

oltre il magistrato , furono coinvolti ben cinque fra gli agenti di scorta. Solo uno di loro si salvò.<br />

C’era bisogno di gente così allora , ce n’è bisogno oggi , nel 2010, perché nul<strong>la</strong>, o poco, è cambiato.<br />

« Pol<strong>it</strong>ica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso terr<strong>it</strong>orio: o si fanno <strong>la</strong> guerra o si<br />

mettono d'accordo. »<br />

(Lirio Abbate, Peter Gomez)


E possiamo dire con certezza che si mettono d’accordo: <strong>la</strong> mafia promette e procura voti, <strong>la</strong><br />

pol<strong>it</strong>ica promette favori, appoggio e salvaguardia. Soltanto a volte, poi , fatti di tal genere vengono<br />

in superficie, e si brinda al successo. Iniziano processi, che durano decenni, ventenni, ai danni di<br />

uomini pubblici da noi eletti e che scopriamo organici al<strong>la</strong> ma<strong>la</strong>v<strong>it</strong>a. E questi si concludono con<br />

es<strong>it</strong>i ridicoli (non certo per incapac<strong>it</strong>à dei giudici , quanto per assenza di elementi probatori dal<br />

momento che dall’alto si cerca di nascondere ogni traccia che porti a ver<strong>it</strong>à scomode e<br />

compromettenti) , irrispettosi al<strong>la</strong> memoria di chi ,come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino ha<br />

perso <strong>la</strong> propria v<strong>it</strong>a per una carriera dedicata al<strong>la</strong> lotta al male : niente carcere, niente pena. Al<br />

lim<strong>it</strong>e prescrizione, se non addir<strong>it</strong>tura assoluzione.E allora per l’opinione pubblica quel pol<strong>it</strong>ico<br />

indagato è innocente , o addir<strong>it</strong>tura v<strong>it</strong>tima del<strong>la</strong> magistratura.<br />

« L'equivoco su cui spesso si gioca è questo: si dice quel pol<strong>it</strong>ico era vicino ad un mafioso, quel pol<strong>it</strong>ico è<br />

stato accusato di avere interessi convergenti con le organizzazioni mafiose, però <strong>la</strong> magistratura non lo<br />

ha condannato, quindi quel pol<strong>it</strong>ico è un uomo onesto. E NO! questo discorso non va, perché <strong>la</strong><br />

magistratura può fare soltanto un accertamento di carattere giudiziale, può dire: beh! Ci sono sospetti, ci<br />

sono sospetti anche gravi, ma io non ho <strong>la</strong> certezza giuridica, giudiziaria che mi consente di dire<br />

quest'uomo è mafioso. Però, siccome dalle indagini sono emersi tanti fatti del genere, altri organi, altri<br />

poteri, cioè i pol<strong>it</strong>ici, le organizzazioni disciplinari delle varie amministrazioni, i consigli comunali o quello<br />

che sia, dovevano trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze tra pol<strong>it</strong>ici e mafiosi che non<br />

cost<strong>it</strong>uivano reato ma rendevano comunque il pol<strong>it</strong>ico inaffidabile nel<strong>la</strong> gestione del<strong>la</strong> cosa pubblica.<br />

Questi giudizi non sono stati tratti perché ci si è nascosti dietro lo schermo del<strong>la</strong> sentenza: questo tizio<br />

non è mai stato condannato, quindi è un uomo onesto. Ma dimmi un poco, ma tu non ne conosci di gente<br />

che è disonesta, che non è stata mai condannata perché non ci sono le prove per condannar<strong>la</strong>, però c’è il<br />

grosso sospetto che dovrebbe, quantomeno, indurre soprattutto i part<strong>it</strong>i pol<strong>it</strong>ici a fare grossa pulizia, non<br />

soltanto essere onesti, ma apparire onesti, facendo pulizia al loro interno di tutti coloro che sono<br />

raggiunti comunque da episodi o da fatti inquietanti, anche se non cost<strong>it</strong>uenti reati? »<br />

(Paolo Borsellino, agli <strong>studenti</strong> dell’Ist<strong>it</strong>uto Tecnico Professionale di Bassano del Grappa 26/01/1989)<br />

Chiediamo chiarezza a chi ci rappresenta , perché da noi è stato chiamato a farlo. Impediamo ,<br />

indipendentemente dal colore delle proprie idee , che <strong>la</strong> ver<strong>it</strong>à continui ad essere nascosta,<br />

occultata ; che chi sa non parli e non si renda utile al<strong>la</strong> giustizia ; che restino al potere e , godendo<br />

di immun<strong>it</strong>à varie e mediante decreti e proposte di legge , ev<strong>it</strong>ino processi a loro carico uomini<br />

che, chiamati a rappresentare noi e lo stato in Italia e nel mondo, sono macchiati o se non altro<br />

accusati di crimini o di concorso esterno in associazione mafiosa . Nessuno può sottrarsi al<strong>la</strong> legge.<br />

Articolo 3 del<strong>la</strong> Cost<strong>it</strong>uzione:


Tutti i c<strong>it</strong>tadini hanno pari dign<strong>it</strong>à sociale [cfr. XIV] e sono eguali davanti al<strong>la</strong> legge, senza distinzione di<br />

sesso [cfr. artt. 29 c. 2, 37 c. 1, 48 c. 1, 51 c. 1], di razza, di lingua [cfr. art. 6], di religione [cfr. artt. 8, 19],<br />

di opinioni pol<strong>it</strong>iche [cfr. art. 22], di condizioni personali e sociali.<br />

E` comp<strong>it</strong>o del<strong>la</strong> Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, lim<strong>it</strong>ando di fatto <strong>la</strong><br />

libertà e l'eguaglianza dei c<strong>it</strong>tadini, impediscono il pieno sviluppo del<strong>la</strong> persona umana e l'effettiva<br />

partecipazione di tutti i <strong>la</strong>voratori all'organizzazione pol<strong>it</strong>ica, economica e sociale del Paese.<br />

Informiamoci e teniamo informati gli altri. Non diventiamo schiavi del<strong>la</strong> pubblica informazione ,<br />

non è sempre fonte di ver<strong>it</strong>à . Internet è un bene grandissimo , sfruttiamolo , indaghiamo per<br />

quanto ci è possibile e diamo luce a ver<strong>it</strong>à tenute nascoste.<br />

Cominciamo così , continuiamo a lottare per noi e per <strong>la</strong> nostra dign<strong>it</strong>à. Combattiamo <strong>la</strong> mafia non<br />

solo con cortei e manifestazioni, apprezzabili ma quasi inutili, ma chiedendo ai nostri dirigenti e<br />

uomini pubblici di agire concretamente, e che le loro azioni abbiano es<strong>it</strong>i visibili e non solo<br />

apparenti . Ci accontentano con qualche retata quando in realtà tutto resta uguale, e in<br />

par<strong>la</strong>mento c’è chi opera per conto del<strong>la</strong> criminal<strong>it</strong>à organizzata . Non ammettiamo che nelle<br />

nostre giunte, di regioni cr<strong>it</strong>iche come Ca<strong>la</strong>bria , Campania , Puglia e Sicilia siano presenti<br />

infiltrazioni mafiose. Eliminiamo <strong>la</strong> mafia dal<strong>la</strong> cosa pubblica , e di conseguenza avremo annientato<br />

<strong>la</strong> mafia.<br />

Facciamolo per noi e per il nostro futuro, al<strong>la</strong> memoria di Borsellino , Falcone e di tutti quegli eroi<br />

caduti v<strong>it</strong>time di quel mostro multiforme che è <strong>la</strong> mafia .<br />

Loro per noi hanno dato <strong>la</strong> v<strong>it</strong>a. Agiamo , quantomeno perché <strong>la</strong> loro scomparsa non sia stata<br />

inutile.<br />

Febbraio 2010 Davide De Pasquale<br />

MANIFESTAZIONE “NO-PONTE DAY”<br />

APRIAMO GLI OCCHI


Momento del<strong>la</strong> manifestazione (foto di DiegoTripodi) 19/12/2009<br />

Rispetto a tutte le manifestazioni alle quali ho partecipato, devo dire che <strong>la</strong> giornata<br />

del “No-Ponte Day”, tenutasi a Vil<strong>la</strong> S.Giovanni, è stata animata dal<strong>la</strong> presenza di<br />

moltissimi miei coetanei e giovani di questa regione, che, in un certo senso, hanno<br />

voglia di ridare, insieme alle vecchie generazioni, una speranza a questa Ca<strong>la</strong>bria<br />

abbandonata da tutti.<br />

E’ onorevole, oltre che doveroso, ricordare <strong>la</strong> drammatica morte di Franco Nisticò,<br />

Presidente del Com<strong>it</strong>ato per <strong>la</strong> difesa del<strong>la</strong> fascia ionica ca<strong>la</strong>bra e dell’Unione dei<br />

Comuni che ricadono in quel comprensorio, il quale, nel corso del suo breve e<br />

accorato intervento dal palco, pochi istanti prima che il suo cuore cessasse di<br />

battere, ha sollec<strong>it</strong>ato noi giovani a contrastare l’attuazione del Ponte sullo Stretto.<br />

Nel corso del raduno in piazza Valsesia e per tutta <strong>la</strong> durata del corteo si sono visti<br />

spiegamenti di Forze dell’Ordine non indifferenti: Carabinieri e Polizia presidiavano<br />

tutte le strade, contemporaneamente un elicottero a bassa quota e due mezzi navali


di quest’ultima sorvegliavano tutto il resto. La preoccupazione era, come ovvio, che<br />

tra i quindicimi<strong>la</strong> ci fosse qualche gruppo di facinorosi, e di ciò, secondo quanto reso<br />

noto nel corso del<strong>la</strong> manifestazione, erano stati messi in allerta gli ab<strong>it</strong>anti di Vil<strong>la</strong>,<br />

attraverso una mirata “campagna di terrore” ingigant<strong>it</strong>a dai media e da alcune<br />

autor<strong>it</strong>à locali. Ordine e correttezza hanno invece caratterizzato tutta <strong>la</strong> protesta,<br />

compreso il momento immediatamente successivo al<strong>la</strong> pietosa partenza di Nisticò,<br />

trasportato all’ospedale Riun<strong>it</strong>i di Reggio Ca<strong>la</strong>bria da un mezzo di soccorso del<strong>la</strong><br />

Polizia (scandalosamente non provvisto di strumenti per <strong>la</strong> rianimazione).<br />

Evidentemente, nei cortei di protesta civile, dove si ur<strong>la</strong> di pol<strong>it</strong>ica, soprusi,<br />

ma<strong>la</strong>ffare, carenza di strutture primarie, deturpazione del terr<strong>it</strong>orio, contestando <strong>la</strong><br />

realizzazione di mega cantieri insostenibili e demagogici, è più lec<strong>it</strong>o prevedere<br />

sommosse piuttosto che malesseri fisici, quest’ultimi assolutamente all’ordine del<br />

giorno in manifestazioni “nazionali” di questa portata.<br />

Vil<strong>la</strong> S.Giovanni, nonostante le cattive condizioni meteo che hanno, tra l’altro, creato<br />

non pochi disagi su strade e ferrovie ai manifestanti provenienti dal centro e nord<br />

Italia, ha osp<strong>it</strong>ato un corteo partico<strong>la</strong>rmente variopinto: “il popolo vio<strong>la</strong>”, quello del<br />

“No-B Day”, il nuovo movimento che il 5 dicembre scorso è sceso in piazza a Roma, il<br />

WWF di Vibo Valentia, l’associazione “Terre Libere”, sindacati autonomi, part<strong>it</strong>i<br />

pol<strong>it</strong>ici come Rifondazione Comunista, Idv etc.<br />

Il 23 dicembre scorso è avvenuta <strong>la</strong> posa del<strong>la</strong> prima pietra (variante ferroviaria di<br />

Cann<strong>it</strong>ello-opera r<strong>it</strong>enuta dal Governo propedeutica al Ponte) e con ciò si è dato<br />

l’avvio, in maniera ufficiale, all’inizio dei <strong>la</strong>vori. Il progetto attuale dell’opera che è<br />

stato appaltato prevede un costo di circa 3,88 miliardi di euro; prendendo in<br />

considerazione questa cifra esorb<strong>it</strong>ante, mi viene da pensare a quanti problemi si<br />

potrebbe mettere fine se tale somma venisse impiegata in modo più coscienzioso,<br />

anziché realizzare un “mostro di metallo” utile so<strong>la</strong>mente ad arricchire le casse del<strong>la</strong><br />

criminal<strong>it</strong>à organizzata e a distruggere uno dei luoghi più belli al mondo.<br />

Ora sta a noi ca<strong>la</strong>bresi far si che non si realizzi questo scempio: riempiamo le piazze,<br />

informiamo <strong>la</strong> gente , facciamo valere <strong>la</strong> nostra voce e i nostri dir<strong>it</strong>ti, perché molto a<br />

lungo sono stati calpestati.


A fine giornata: tramonto sullo Stretto di Messina (foto di DiegoTripodi )<br />

19/12/2009<br />

A cura di Antonio Alicastro<br />

Liceo C<strong>la</strong>ssico “M.Morelli”, Vibo Valentia<br />

LE DONNE SECONDO SCHOPENHAUER<br />

Donne orribilmente muti<strong>la</strong>te, picchiate, violentate, prive di qualsiasi libertà e dign<strong>it</strong>à, questo è il<br />

macabro scenario a cui si assiste nei paesi sottosviluppati e purtroppo anche in quelli<br />

industrialmente e pol<strong>it</strong>icamente avanzati come il nostro. Questi atti, non ammissibili dai dir<strong>it</strong>ti<br />

umani, sono frutto di una tradizione che vede <strong>la</strong> donna come un oggetto sottomesso all’uomo in<br />

grado solo e unicamente di “ mettere al mondo figli” e di obbedire prima al padre e poi al mar<strong>it</strong>o.


Bisogna combattere in tutti i modi queste barbarie e per iniziare vorrei farvi leggere una c<strong>it</strong>azione<br />

di Schopenhauer tratta dal suo libro dedicato alle donne:<br />

“Il principio del<strong>la</strong> v<strong>it</strong>a scaturisce dal grembo di una donna, il primo balbettio te lo insegnano le sue <strong>la</strong>bbra,<br />

el<strong>la</strong> ti ha asciugato le prime <strong>la</strong>crime, e molto spesso il nostro ultimo sospiro è accolto da una donna”<br />

Ludovica Marrel<strong>la</strong> 17 /12 / 2009<br />

Liceo C<strong>la</strong>ssico “Michele Morelli” Vibo Valentia<br />

UNA REALTA’ DAVVERO LONTANA DA NOI<br />

Da “Sulle donne”<br />

“Ogni giorno, almeno 17 ragazze vengono uccise per questione di dote. Molte sono stuprate,<br />

picchiate, private dei loro dir<strong>it</strong>ti fondamentali.<br />

Quando si par<strong>la</strong> di India si pensa a un subcontinente immenso, splendido e ricco di antiche<br />

tradizioni, ma anche di atroci ingiustizie, specie nei riguardi delle donne. Ma chi <strong>la</strong> vis<strong>it</strong>a e si<br />

guarda intorno senza preconcetti, scopre che le cose non stanno proprio così. O, per meglio<br />

dire, non solo cosi. Bisogna per esempio prendere atto dell'esistenza di centinaia di<br />

associazioni femminili che lottano con tutti i mezzi per <strong>la</strong> difesa (e in molti casi <strong>la</strong> scoperta) dei<br />

dir<strong>it</strong>ti di metà del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione. Sono in ogni vil<strong>la</strong>ggio, c<strong>it</strong>tà, Stato. Le mantiene in v<strong>it</strong>a il<br />

contributo quotidiano di tutte le donne, e anche un discreto apporto del governo”.<br />

Da L’India delle donne di Sophie de Hérédia<br />

(su Pegasus di questo s<strong>it</strong>o)<br />

Il quadro illustrato da Sophie Hèrèdia sulle condizioni inumane del<strong>la</strong> donna in India, ma in<br />

generale in tutto il continente asiatico appare molto chiaro e davvero inaccettabile,<br />

soprattutto per un ragazzo che, come me, non si è mai trovato di fronte queste realtà di cui si<br />

conosce ben poco nel mondo occidentale. Nonostante <strong>la</strong> presenza di leggi che tute<strong>la</strong>no le<br />

donne, molte continuano ad essere le aggressioni da parte del sesso forte, spesso dei loro<br />

parenti più stretti, poche, invece, le denunce di ragazze coraggiose e stufe di tali soprusi.


Certamente nel<strong>la</strong> società indiana è molto forte il sentimento misogino un<strong>it</strong>o al maschilismo e<br />

questo comporta <strong>la</strong> mancanza di una reale uguaglianza tra i sessi, riguardo a cui poco si sta<br />

facendo per superar<strong>la</strong>: le stesse donne preferiscono subire piuttosto che rendere noti i loro<br />

problemi perché terrorizzate da una possibile (quasi certa) vendetta. Queste non sono v<strong>it</strong>time<br />

<strong>degli</strong> uomini, dei loro mar<strong>it</strong>i, ma del<strong>la</strong> società, del<strong>la</strong> tradizione, <strong>degli</strong> usi e del<strong>la</strong> religione.<br />

Infatti secondo i testi sacri Hindu <strong>la</strong> donna non ha alcun valore e dir<strong>it</strong>to senza un uomo<br />

accanto, che sia padre o fratello da bambina, o mar<strong>it</strong>o poi; e quando resta vedova è <strong>la</strong> fine<br />

anche per lei. Non potrà più risposarsi, deve vivere in povertà e iso<strong>la</strong>mento, dedicando <strong>la</strong> v<strong>it</strong>a<br />

che le resta al<strong>la</strong> memoria del defunto sposo. Anche se da molti anni è fuori legge, si sente<br />

ancora raccontare di casi in cui <strong>la</strong> vedova è immo<strong>la</strong>ta sul<strong>la</strong> pira funebre del mar<strong>it</strong>o; nei casi<br />

meno peggiori è gettata fuori dal<strong>la</strong> casa dei suoceri, privata di tutto, soprattutto del<strong>la</strong> dign<strong>it</strong>à.<br />

Considerata un peso, spesso è allontanata dagli stessi figli. La v<strong>it</strong>a di queste donne è dura:<br />

malnutrizione, sporcizia, ma<strong>la</strong>ttie regnano nei locali che le osp<strong>it</strong>ano, le ashram. Ma le più<br />

sfortunate rimangono per strada a fare <strong>la</strong> car<strong>it</strong>à; alcune rimpiangono di non essere morte<br />

insieme al mar<strong>it</strong>o, piuttosto che dover sopportare molte umiliazioni. Inoltre incredibile è il<br />

numero di vedove bambine (si contano circa 55 milioni di bambine sposate prima dei 15<br />

anni); <strong>la</strong> maggior parte di queste diventano v<strong>it</strong>time di violenze sessuali o sono costrette a<br />

prost<strong>it</strong>uirsi. A quanto pare ancora oggi non è stato ascoltato l’insegnamento, <strong>la</strong> massima di<br />

saggezza del più grande indiano mai esist<strong>it</strong>o, Mahatma Gandhi: “Chiamare <strong>la</strong> donna il sesso<br />

debole è una calunnia; è un’ingiustizia dell’uomo nei confronti del<strong>la</strong> donna. Se per forza si<br />

intende <strong>la</strong> forza bruta, allora sì, <strong>la</strong> donna è meno brutale dell’uomo. Se per forza si intende <strong>la</strong><br />

forza morale, allora <strong>la</strong> donna è infin<strong>it</strong>amente superiore all’uomo. Non ha maggiore intuizione,<br />

maggiore abnegazione, maggior forza di sopportazione; maggior coraggio? Senza di lei<br />

l’uomo non potrebbe essere. Se <strong>la</strong> non violenza è <strong>la</strong> legge del<strong>la</strong> nostra esistenza, il futuro è con<br />

<strong>la</strong> donna. Chi può fare appello al cuore più efficacemente del<strong>la</strong> donna? Se soltanto le donne<br />

dimenticassero di appartenere al sesso debole, non ho dubbio che potrebbero opporsi al<strong>la</strong><br />

guerra infin<strong>it</strong>amente meglio <strong>degli</strong> uomini. D<strong>it</strong>e voi cosa farebbero i vostri grandi generali e<br />

soldati, se le loro mogli, figlie e madri si rifiutassero di sanzionare <strong>la</strong> loro partecipazione a<br />

qualsiasi forma o tipo di mil<strong>it</strong>arismo.”<br />

Rocco Gabriele Sorace<br />

Liceo C<strong>la</strong>ssico “M .Morelli”<br />

Febbraio 2010


La par<strong>it</strong>à dei sessi è una farsa<br />

Luisa Mauro nel suo libro “Donne e potere” cerca di spiegare come in realtà non vi è una vera uguaglianza<br />

tra donne e uomini. Lei stessa dice:” Fino a ieri dicevo che <strong>la</strong> par<strong>it</strong>à fra i sessi era un miraggio. Adesso<br />

comincio a pensare che sia una farsa, le donne non occupano gli stessi posti <strong>degli</strong> uomini , non hanno le<br />

stesse cariche, non scelgono gli stessi mestieri e questa è una discriminazione ai danni delle donne. Ma<br />

perché una simile farsa? La risposta che mi si presenta è questa:bisogna far finta che le donne siano<br />

inferiori agli uomini non più per natura ma per discriminazione.” E’ questo ciò che pensa <strong>la</strong> Mauro e per<br />

dar maggior cred<strong>it</strong>o al suo pensiero analizza anche l’attaccamento maschile al potere sostenendo che gli<br />

eletti che siedono al par<strong>la</strong>mento sono soprattutto maschi, mentre le femmine risultano tanto meno numerose.<br />

Questa disuguaglianza è un altro <strong>degli</strong> elementi che caratterizza, quasi da sempre, <strong>la</strong> condizione delle<br />

donne, condizione che non è molto semplice (basti vedere le continue aggressioni che subiscono da parte del<br />

cosiddetto sesso forte). Tuttavia non bisogna sottovalutare l’eccellenza del<strong>la</strong> donna , anche perchè da<br />

quanto risulta l’uomo non sarebbe niente senza <strong>la</strong> donna e non ci sarebbe futuro senza di lei , custode del<strong>la</strong><br />

v<strong>it</strong>a sul<strong>la</strong> terra. Non sarebbe giusto distinguere il sesso forte con il sesso debole, nessun sesso deve prevalere<br />

sull’altro, ma devono raggiungere entrambi par<strong>it</strong>à di dir<strong>it</strong>ti in quanto, a mio parere, non esisterebbe l’uno se<br />

non ci fosse l’altro. Sembra molto difficile sradicare il pensiero tradizionale del<strong>la</strong> donna , vista come un<br />

essere fragile , indifeso , privo di dir<strong>it</strong>ti perché donna, ma le DONNE devono continuare a combattere, così<br />

come hanno sempre fatto utilizzando come mezzo <strong>la</strong> loro forza interiore , morale , per far capire a tutti che<br />

il mondo non è fatto di soli uomini.<br />

La cost<strong>it</strong>uzione e i giovani<br />

« Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata <strong>la</strong> nostra<br />

Cost<strong>it</strong>uzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove<br />

furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un<br />

Italiano per riscattare <strong>la</strong> libertà e <strong>la</strong> dign<strong>it</strong>à, andate lì, o giovani, col pensiero,<br />

perché lì è nata <strong>la</strong> nostra Cost<strong>it</strong>uzione. »<br />

Maria Cristina Nicolino<br />

Liceo C<strong>la</strong>ssico “M.Morelli”<br />

Aprile 2010<br />

(Piero<br />

Ca<strong>la</strong>mandrei)<br />

A segu<strong>it</strong>o del<strong>la</strong> terribile esperienza nazi-fascista, il regime total<strong>it</strong>ario fu abbandonato e con il referendum<br />

ist<strong>it</strong>uzionale del 2 giugno 1946 fu proc<strong>la</strong>mata <strong>la</strong> Repubblica ed iniziò <strong>la</strong> redazione del<strong>la</strong> Cost<strong>it</strong>uzione, ad opera di<br />

un’Assemblea rappresentativa eletta democraticamente dal popolo.<br />

Dopo il regime d<strong>it</strong>tatoriale del periodo precedente tutti sentivano <strong>la</strong> necess<strong>it</strong>à di una totale trasformazione in senso<br />

progressivo dell’organizzazione dello Stato e del<strong>la</strong> comun<strong>it</strong>à, che portò al raggiungimento di un compromesso tra i<br />

grandi part<strong>it</strong>i di massa (da una parte i democristiani, dall’altra i socialisti e i comunisti); ma, soprattutto, i<br />

c<strong>it</strong>tadini sentivano il bisogno di maggiori garanzie per se stessi, per i propri dir<strong>it</strong>ti e per <strong>la</strong> propria libertà. Per


questo uno dei principali aspetti trattati dal<strong>la</strong> Cost<strong>it</strong>uzione è proprio quello riguardante il riconoscimento e <strong>la</strong><br />

garanzia dei dir<strong>it</strong>ti di libertà, di per sé invio<strong>la</strong>bili seppure lim<strong>it</strong>ati dal rispetto di quelli altrui.<br />

Inoltre il suo comp<strong>it</strong>o era quello di sost<strong>it</strong>uire l’ormai obsoleto Statuto Albertino emanato nel 1848, cioè quasi un<br />

secolo prima dell’approvazione defin<strong>it</strong>iva del<strong>la</strong> carta cost<strong>it</strong>uzionale.<br />

Volendo fare un confronto fra l’attuale documento fondamentale e lo Statuto, si deve porre in rilievo, oltre alle<br />

differenze formali, le profonde divers<strong>it</strong>à di significato e di contenuto, fra l’una e l’altro. I due documenti sono<br />

prodotto di due cicli storici separati, non soltanto dal tempo di un secolo, ma soprattutto da drammatiche<br />

esperienze pol<strong>it</strong>iche, economiche, sociali.<br />

Una Cost<strong>it</strong>uzione rappresenta, per lo stato cui appartiene, l’organizzazione giuridica fondamentale, essa<br />

conferisce allo stato una sua individual<strong>it</strong>à, leg<strong>it</strong>tima i poteri pubblici e definisce i dir<strong>it</strong>ti e i doveri del c<strong>it</strong>tadino nei<br />

confronti del singolo e del<strong>la</strong> comun<strong>it</strong>à.<br />

E’ poi importante ricordare l’idea patriottica del<strong>la</strong> Cost<strong>it</strong>uzione, ri<strong>la</strong>nciata insieme ai valori fondanti dell’un<strong>it</strong>à<br />

del<strong>la</strong> repubblica, per ribadire l’ident<strong>it</strong>à del<strong>la</strong> nazione <strong>it</strong>aliana e <strong>la</strong> necess<strong>it</strong>à di mantenere <strong>la</strong> sua un<strong>it</strong>à, soprattutto<br />

nell’amb<strong>it</strong>o del<strong>la</strong> realtà odierna, su cui incombe il pericolo dell’affermarsi di idee, in contrasto con gli ideali di<br />

un’Europa un<strong>it</strong>a.<br />

Il principio di nazional<strong>it</strong>à altro non è che l’espressione del<strong>la</strong> presa di coscienza, da parte delle singole comun<strong>it</strong>à<br />

nazionali, del<strong>la</strong> loro precisa e specifica fisionomia storica, nonché dell’esigenza di un nuovo tipo di re<strong>la</strong>zioni<br />

internazionali, fondate sul reciproco riconoscimento e rispetto del<strong>la</strong> loro ent<strong>it</strong>à collettiva.<br />

Esiste, oltre al dir<strong>it</strong>to pos<strong>it</strong>ivo, vale a dire il complesso di norme giuridiche emanate e vigenti all'interno di un dato<br />

assetto sociale, una serie di "regole" dettate dal<strong>la</strong> Natura, come era sostenuto dai giusnaturalismi, che<br />

rivendicavano l'esistenza di un dir<strong>it</strong>to naturale superiore alle leggi create dall'uomo. La posizione giusnaturalista<br />

si è riaffermata nel nostro secolo, soprattutto dopo <strong>la</strong> seconda guerra mondiale, momento in cui risultò evidente che<br />

il dir<strong>it</strong>to pos<strong>it</strong>ivo, da solo, non era stato in grado di proteggere gli uomini mettendosi più volte al servizio dei<br />

regimi total<strong>it</strong>ari e leg<strong>it</strong>timando <strong>la</strong> violenza.<br />

La Cost<strong>it</strong>uzione del<strong>la</strong> Repubblica <strong>it</strong>aliana attualmente in vigore è stata promulgata dall'Assemblea Cost<strong>it</strong>uente il<br />

27 dicembre 1947 ed è entrata in vigore il 1° gennaio 1948.<br />

I suoi 139 articoli, oltre alle norme sul<strong>la</strong> struttura e il funzionamento <strong>degli</strong> organi dello Stato, delle Regioni e delle<br />

autonomie locali, comprendono un'ampia parte dedicata ai "Principi fondamentali" .<br />

I dir<strong>it</strong>ti e i doveri sono il mezzo per garantire l'uguaglianza tra i c<strong>it</strong>tadini e di conseguenza ottenere lo stesso<br />

trattamento davanti al<strong>la</strong> legge; lim<strong>it</strong>arli significherebbe quindi ridurre <strong>la</strong> libertà di ogni singolo e in questo modo lo<br />

si priverebbe del<strong>la</strong> cosa più grande e preziosa che possiede. E' proprio per questo motivo che nel<strong>la</strong> Cost<strong>it</strong>uzione<br />

<strong>it</strong>aliana vengono trattate una ad una tutte le libertà, che riguardano il singolo, ma anche <strong>la</strong> collettiv<strong>it</strong>à,<br />

intendendo con essa <strong>la</strong> tute<strong>la</strong> di ogni individuo in quanto membro di una società.<br />

Roberta Dinatolo<br />

Federica Giofrè<br />

Liceo C<strong>la</strong>ssico “M.Morelli”, Vibo Valentia<br />

Marzo 2010


CAOS CALMO<br />

In Italia qualcosa non va . Scandalo dopo scandalo , gli <strong>it</strong>aliani sembrano non accorgersi del<strong>la</strong><br />

s<strong>it</strong>uazione del paese : appalti truccati , sprechi giganteschi , mafie, corruzione e una democrazia<br />

che non c’è più!<br />

Un governo, a suo dire, impeccabile , a disposizione del c<strong>it</strong>tadino , all’insegna del<strong>la</strong> legal<strong>it</strong>à.<br />

La maggioranza è ancora solida ; il consenso rimane immutato , ed è ciò che stupisce . E non è<br />

questione di colore , ma sarebbe nel<strong>la</strong> normal<strong>it</strong>à chiedere chiarezza e rispetto delle regole. Invece<br />

no .<br />

Berto<strong>la</strong>so è coinvolto in un maxi scandalo , ma cosa importa : è il superman che risolve le<br />

emergenze , guai a chi lo cr<strong>it</strong>ica! Uomini pubblici sono coinvolti in indagini compromettenti ,<br />

accusati di concussione , abuso d’ufficio , concorso esterno in associazione mafiosa , scandali a luci<br />

rosse.<br />

Se da una parte ci si dimette , in preda al<strong>la</strong> vergogna , dimostrando quantomeno dign<strong>it</strong>à , e ci si<br />

allontana , seppur momentaneamente dal<strong>la</strong> v<strong>it</strong>a pubblica , dall’altra si denuncia il complotto , si<br />

va all’attacco di avversari pol<strong>it</strong>ici e di una magistratura colpevole per l’aver svolto il proprio<br />

dovere.<br />

Viviamo in un clima di odio e , diciamolo pure , di dispotismo . Non ufficialmente , sia chiaro: ma se<br />

qualcosa non è di gradimento del SOVRANO , si ricorre a leggi ad hoc.<br />

Risale a questi ultimi giorni <strong>la</strong> pubblicazione di intercettazioni in cui il Presidente del Consiglio<br />

chiede agli organi di vertice dell’informazione televisiva <strong>la</strong> chiusura di tutti quei programmi<br />

“giustamente” considerati scomodi : del resto , lì ancora l’ informazione vive ! Non si può dire<br />

certamente lo stesso di altri salotti televisivi .<br />

Avv.David Mills<br />

Il giornalismo è morto , nelle reti private non più che in quelle pubbliche (sentir dire dal direttore<br />

del TG1 , che Mills sia stato assolto , quando invece è stato prescr<strong>it</strong>to , colpevole ma prescr<strong>it</strong>to per<br />

questioni di tempi , è tutto meno che giornalismo).


Lavoratori in protesta per <strong>la</strong> chiusura <strong>degli</strong> stabilimenti FIAT Renata Polverini, cand<strong>it</strong>ato PDL al<strong>la</strong> Presidenza del<strong>la</strong> regione Lazio<br />

La crisi aleggia , le fabbriche chiudono . Tuttavia si par<strong>la</strong> d’altro , delle liste escluse nel Lazio (non<br />

sono sati rispettati i tempi di consegna previsti dal<strong>la</strong> LEGGE) che si cerca di far rientrare a tutti i<br />

costi in corsa per le elezioni regionali ricorrendo a decreti notturni e continui ricorsi .<br />

Questa è l’Italia nel 2010 . C’è chi se ne è accorto . C’è chi dorme invece ad occhi aperti , che finge<br />

di non vedere , a cui piace questo paese regno di corruzione e “demer<strong>it</strong>ocrazia” .<br />

I giovanissimi dormono , attratti e affascinati dall’immagine dell’uomo ricco, potente , circondato<br />

da donne e lussi .<br />

Si trascura una realtà drammatica , penosa.<br />

Forse un giorno l’Italia si rialzerà . In attesa di quel giorno , non rinunciamo alle nostre battaglie.<br />

C’ERA UNA VOLTA LA DEMOCRAZIA…<br />

Camera dei deputati a Roma, dove nascono le leggi che ci tute<strong>la</strong>no<br />

Davide De Pasquale<br />

Liceo C<strong>la</strong>ssico M.Morelli<br />

Marzo 2010


A scanso d’equivoci, credo sia bene fare una premessa a questo scr<strong>it</strong>to, <strong>la</strong> quale potrà d’altronde<br />

giovare al suo contenuto, poiché altro non vuole se non esplic<strong>it</strong>are le intenzioni sul come esporsi<br />

riguardo <strong>la</strong> difficile s<strong>it</strong>uazione che viviamo costantemente, ormai da anni, nel nostro Paese e da sub<strong>it</strong>o<br />

chiarire che non si vorranno usare mezzi termini a riguardo, pur essendo consigliati dai più, ma anzi,<br />

in odio a questi e a qualsiasi forma di panegirico espressivo, usare il modo più diretto per dire <strong>la</strong><br />

ver<strong>it</strong>à, per quanto scomoda e, di sol<strong>it</strong>o, oramai ignorata, facendo fede nel<strong>la</strong> sensibil<strong>it</strong>à dei miei<br />

interlocutori. Credo infatti che <strong>la</strong> mancanza di sensibil<strong>it</strong>à nei riguardi di tutto ciò che è collettivo,<br />

comun<strong>it</strong>ario, non individualistico, che non comporti interesse personalistico, sia, al momento, <strong>la</strong> piaga<br />

del<strong>la</strong> società <strong>it</strong>aliana e <strong>la</strong> più grave causa del<strong>la</strong> libertà che l’el<strong>it</strong>e di potere e quel<strong>la</strong> economica si sono<br />

cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>e indisturbate, in barba ai principi democratici, e perseguendo sempre più una linea<br />

autor<strong>it</strong>aria e di pericoloso regime.<br />

Ed è proprio <strong>la</strong> tranquill<strong>it</strong>à e <strong>la</strong> naturalezza con cui tutto ciò sta avvenendo che lo rende sconcertante<br />

e mi angoscia circa gli inimmaginabili sviluppi che in breve tempo potrà conseguire; il fatto in sé è<br />

snervante per colui che ancora possiede (cosa assai rara) una mente autonoma e non veico<strong>la</strong>ta dal<strong>la</strong><br />

terribile e f<strong>it</strong>ta propaganda che il Governo <strong>la</strong>ncia quotidianamente agli <strong>it</strong>aliani e che un’opposizione, a<br />

mio vedere, abbastanza collusa o, ahimè, incapace, <strong>la</strong>scia passare senza troppo dolersene. La ver<strong>it</strong>à è<br />

che <strong>la</strong> mancanza di coscienza nell’<strong>it</strong>aliano medio, e non solo medio, dovuta ad un abbrutimento da<br />

astinenza di stimoli ed esempi culturali, dal fallimento delle ideologie e delle ist<strong>it</strong>uzioni, dal<strong>la</strong> cresc<strong>it</strong>a<br />

puramente economicistica del progresso tecnologico, ha originato un’opinione pubblica ebete e<br />

reazionaria che ha ben pochi precedenti nel<strong>la</strong> nostra storia.<br />

Il fenomeno del berlusconesimo dell’ultimo ventennio racchiude in se tutte le brutture del<strong>la</strong> nostra<br />

epoca, le superstizioni, i preconcetti, le insicurezze, i dubbi, le maldicenze di un’epoca di pancia<br />

finalizzata all’accaparramento e al<strong>la</strong> competizione e fondata sull’hobbsiano homo homini lupus , mai<br />

valido come oggi.<br />

Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.<br />

Se gli <strong>it</strong>aliani si risvegliassero da questo brutto incubo e facessero come si fa con i mostri illusori del<strong>la</strong><br />

nostra fantasia, i quali se capiamo che non esistono scompaiono, scoprirebbero che oggi <strong>la</strong> pol<strong>it</strong>ica si


egge, anche ai livelli ist<strong>it</strong>uzionali più alti, troppo spesso sulle menzogne che ha creato (al di là dei<br />

misfatti) e perciò incredibilmente precario. E allora come è spiegabile? Certamente, c’e chi ha<br />

compreso che l’<strong>it</strong>aliano altro non chiedeva se non che gli venissero spianate le strade, che gli fosse<br />

detto tutto e il contrario di tutto , che gli fosse concesso e giustificato l’agire nel modo più conveniente,<br />

anche se non oggettivamente giusto, che fosse elogiato anche quando non vi era bisogno, e fossero<br />

sotterrate le pecche da correggere. Così facendo si è “cresciuto” un Paese a pieno consenso dei nuovi<br />

demagoghi, che si sono garant<strong>it</strong>i <strong>la</strong> libertà di farsi gli affarucci loro con amici e imprend<strong>it</strong>ori mafiosi.<br />

Ma il dramma è che gli <strong>it</strong>aliani, nei meandri dei loro animi, sanno benissimo di aver stipu<strong>la</strong>to questo<br />

contratto demoniaco e se ne compiacciono.<br />

D’altronde è di fronte agli occhi di tutti che potentati economici del nostro Paese hanno sfruttato e<br />

sfruttano il sistema democratico, per raggiungere posizioni di carisma e potere( ricordiamo il celebre<br />

precedente, seppur per alcuni aspetti puramente storici differente, di H<strong>it</strong>ler, divenuto per elezione<br />

cancelliere tedesco nel 1933) ed è ovvio che quando si cerca di dare l’al<strong>la</strong>rme circa il regime che si sta<br />

instaurando non si vuol dire che, praticamente,si voglia con un colpo di stato edificare un<br />

“ordinamento d<strong>it</strong>tatoriale”, poiché sarebbe alquanto anacronistico, ma semplicemente gestire<br />

l’opinione pubblica tram<strong>it</strong>e via mediatica e tram<strong>it</strong>e una pol<strong>it</strong>ica di fatto populista .<br />

Tuttavia, oggigiorno, non c’è che dire, chi ci governa realmente rappresenta e incarna <strong>la</strong> realtà<br />

<strong>it</strong>aliana, e questo mi sfiducia.<br />

Altro dato che ho raccolto con amarezza in questa specie di analisi, non voluta, ma estemporanea, è<br />

questo: in Italia non ci si scandalizza più di alcunché e più turpe è l’evento che ci viene sottoposto<br />

maggiore è l’indifferenza o, peggio, il cinismo.<br />

Nel nostro paese i miei coetanei con noncha<strong>la</strong>nce usano ormai bruciare i barboni nelle stazioni;<br />

l’apologia del fascismo senza remore torna al<strong>la</strong> ribalta; si mercanteggia con le d<strong>it</strong>tature africane<br />

rest<strong>it</strong>uendo loro i fuoriusc<strong>it</strong>i che, disperati, affol<strong>la</strong>no le nostre coste, rispondendo al problema<br />

immigrazione con <strong>la</strong> linea “dura” e disumana dei campi di raccolta e, d’altro <strong>la</strong>to, addestrando il popolo<br />

con una massiccia dose di razzismo; si incorre quotidianamente nel<strong>la</strong> vio<strong>la</strong>zione dei dir<strong>it</strong>ti umani<br />

basi<strong>la</strong>ri; si inneggia al<strong>la</strong> ignoranza e ai volgari modelli popo<strong>la</strong>ri ; in Italia continuiamo a mantenere<br />

una condotta di consumo che è uno schiaffo al<strong>la</strong> decenza e al<strong>la</strong> sensibil<strong>it</strong>à in un periodo di al<strong>la</strong>rmante<br />

cresc<strong>it</strong>a del<strong>la</strong> fame nel mondo; ugualmente ci comportiamo con <strong>la</strong> problematica ambientale e climatica<br />

continuando a seguire una strada completamente ant<strong>it</strong>etica alle pol<strong>it</strong>iche europee; stiamo nuovamente<br />

cadendo nel<strong>la</strong> oppressiva ingerenza di una Chiesa rarefatta; soffriamo sempre più <strong>la</strong> dispar<strong>it</strong>à di<br />

c<strong>la</strong>sse, insostenibile in una Repubblica con una Cost<strong>it</strong>uzione come <strong>la</strong> nostra, che ogni giorno è attentata<br />

da personalissimi interessi i chi ormai continuamente si sbertuccia fra barzellette offensive, gravi<br />

intimidazioni e scandali dei più vergognosi e, veramente, nauseabondi.<br />

A ciò si aggiungano, appunto, i pericolosissimi precedenti venutisi a creare negli ultimi mesi: il<br />

prepotente e quasi fatto passare per leg<strong>it</strong>timo tentativo da parte del part<strong>it</strong>o di Governo di aggirare le<br />

leggi elettorali, <strong>la</strong> continua e pesantissima denigrazione del<strong>la</strong> magistratura( finora l’unica nostra<br />

speranza di salvezza), nonché il gravissimo atto del divieto ad alcune trasmissione televisive, vero e<br />

proprio pugno al<strong>la</strong> libertà d’opinione.


Il Presidente del<strong>la</strong> Repubblica Giorgio Napol<strong>it</strong>ano,<br />

garante del<strong>la</strong> Cost<strong>it</strong>uzione nei confronti dei poteri.<br />

Ora, anche mentre sto scrivendo, non so se quanto detto risalta so<strong>la</strong>mente ai miei occhi, poiché è<br />

questa <strong>la</strong> sensazione che ogni giorno provo, una sensazione di impotenza e deso<strong>la</strong>zione, forse anche<br />

perché parto sfiduciato; eppure con questi miei pensieri ho voluto gettare uno stimolo, certamente<br />

provocatorio, nel<strong>la</strong> speranza che qualcuno vi risponda e nel<strong>la</strong> convinzione che nelle difficoltà non<br />

bisogna mai smettere di par<strong>la</strong>rne.<br />

L’ultima paro<strong>la</strong> voglio <strong>la</strong>sciar<strong>la</strong> ad Elsa Morante ed al<strong>la</strong> riduzione fedele d’ un suo scr<strong>it</strong>to, che, spero,<br />

appaia a molti sconcertante ( ed inquietante) e susc<strong>it</strong>i riflessione:<br />

"Il capo del Governo si macchiò ripetutamente<br />

durante <strong>la</strong><br />

sua carriera di<br />

del<strong>it</strong>ti che, al cospetto di un popolo onesto, gli<br />

avrebbero mer<strong>it</strong>ato <strong>la</strong><br />

condanna, <strong>la</strong> vergogna e <strong>la</strong> privazione di ogni<br />

autor<strong>it</strong>à di<br />

governo. Perché il<br />

popolo tollerò e addir<strong>it</strong>tura app<strong>la</strong>udì questi<br />

crimini?<br />

Una parte per<br />

insensibil<strong>it</strong>à morale, una parte per astuzia, una parte<br />

per interesse e<br />

tornaconto personale. La maggioranza si rendeva<br />

naturalmente conto delle<br />

sue<br />

attiv<strong>it</strong>à criminali, ma preferiva dare il suo voto<br />

al forte piuttosto che al<br />

giusto. Purtroppo il popolo <strong>it</strong>aliano, se deve<br />

scegliere<br />

tra il dovere e il<br />

tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo<br />

dovere,


sceglie sempre il<br />

tornaconto. Così un uomo mediocre, grosso<strong>la</strong>no, di<br />

eloquenza volgare ma di<br />

facile effetto, è un perfetto esemp<strong>la</strong>re dei suoi<br />

contemporanei. Presso un<br />

popolo onesto, sarebbe stato tutt'al più il<br />

leader di un<br />

part<strong>it</strong>o di modesto<br />

segu<strong>it</strong>o, un personaggio un po' ridicolo per le<br />

sue<br />

maniere, i suoi<br />

atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo<br />

per il<br />

buon senso del<strong>la</strong><br />

gente e causa del suo stile enfatico e<br />

impudico. In Italia<br />

è diventato il<br />

capo del governo. Ed è difficile trovare un più<br />

completo esempio <strong>it</strong>aliano.<br />

Ammiratore del<strong>la</strong> forza, venale, corruttibile e<br />

corrotto, cattolico senza<br />

credere in Dio, presuntuoso, van<strong>it</strong>oso, fintamente<br />

bonario,<br />

buon padre di<br />

famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro<br />

che<br />

disprezza, si<br />

circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di<br />

prof<strong>it</strong>tatori; mimo<br />

abile,e<br />

tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come<br />

ogni<br />

mimo, senza un<br />

proprio carattere, si immagina sempre di essere il<br />

personaggio che vuole<br />

rappresentare."<br />

(Qualunque cosa abbiate pensato, il testo, del 1945, si riferisce a Mussolini).


Elsa Morante<br />

Diego Tripodi II B<br />

Liceo C<strong>la</strong>ssico “Michele Morelli”<br />

Marzo 2010


SALVIAMO LA DEMOCRAZIA<br />

Michele Santoro, conduttore di Annozero Giovanni Floris, conduttore di Bal<strong>la</strong>rò<br />

Lo stato degenerativo in cui versa il nostro Paese ormai è sotto <strong>la</strong> luce di tutti e il clima d’illegal<strong>it</strong>à, accentua<br />

tosi ancora di più dopo gli ultimi eventi di cronaca, sta minando le fondamenta di una democrazia già da<br />

tempo ma<strong>la</strong>ta e bombardata da chi invece <strong>la</strong> dovrebbe tute<strong>la</strong>re. Una democrazia in cui l’equilibrio tra i<br />

poteri (esecutivo, legis<strong>la</strong>tivo e giudiziario) è saltato da tempo, che invece di rispondere alle esigenze<br />

prior<strong>it</strong>arie dei c<strong>it</strong>tadini, fa l’interesse di pochi; una democrazia derubata dagli stessi organi di controllo che<br />

dovrebbero mantener<strong>la</strong> viva e attiva, continuamente schiaffeggiata dagli stessi legis<strong>la</strong>tori che non si<br />

rifiutano di stracciare <strong>la</strong> “legge” per eccellenza, <strong>la</strong> Cost<strong>it</strong>uzione, infangando <strong>la</strong> memoria di chi per essa ha<br />

dato <strong>la</strong> v<strong>it</strong>a.<br />

Le ultime vicende di cronaca testimoniano <strong>la</strong> patologia imperversa nel<strong>la</strong> nostra Repubblica, oggi come non<br />

mai esposta al grave rischio di r<strong>it</strong>ornare “sotto regime” e so<strong>la</strong>mente il fatto che nel Par<strong>la</strong>mento <strong>it</strong>aliano si<br />

seggano par<strong>la</strong>mentari inquis<strong>it</strong>i, rinviati a giudizio, pregiudicati, ci deve far pensare a come si può vivere in<br />

una democrazia sana se coloro che detengono il comp<strong>it</strong>o di legiferare sono dei fuorilegge.<br />

Le oscure vicende di Trani, <strong>la</strong> chiusura dei talk-show televisivi (Annozero, Bal<strong>la</strong>rò e addir<strong>it</strong>tura Porta a<br />

Porta), il cavilloso <strong>it</strong>er giudiziario intrapreso dal<strong>la</strong> maggioranza per salvare le candidature alle elezioni<br />

regionali e il conseguente “DL interpretativo” firmato incomprensibilmente dal Presidente del<strong>la</strong> Repubblica,<br />

mettendo in discussione il suo ruolo di primo garante del<strong>la</strong> Cost<strong>it</strong>uzione e infrangendo le regole che<br />

stabiliscono le sue funzioni e ne delim<strong>it</strong>ano <strong>la</strong> sua carica.<br />

Le a dir poco squallide intercettazioni pubblicate da “Il Fatto Quotidiano” che vedono protagonista Silvio<br />

Berlusconi (Presidente del Consiglio), Augusto Minzolini (Direttore Tg1) e Giancarlo Innocenzi (ex deputato<br />

del Pdl, ora commissario dell’Autor<strong>it</strong>à per le comunicazioni) in una scandalosa conversazione nel<strong>la</strong> quale il<br />

primo ministro chiede esplic<strong>it</strong>amente a Innocenzi che il programma condotto da Santoro venga chiuso<br />

immediatamente, mentre il direttore del Tg1 in un’altra c<strong>la</strong>morosa conversazione avrebbe promesso<br />

ed<strong>it</strong>oriali sulle “fals<strong>it</strong>à di Spatuzza”(testimone nel processo dell’Utri che ha dichiarato quest’ultimo, insieme<br />

a Berlusconi, referente pol<strong>it</strong>ico dell’organizzazione Cosa Nostra) e servizi mirati su alcuni magistrati. Tutto


ciò è <strong>la</strong> chiara dimostrazione che <strong>la</strong> plural<strong>it</strong>à dell’informazione è morta e non mi meraviglio affatto quando<br />

uno dei padri del giornalismo <strong>it</strong>aliano, Giorgio Bocca, par<strong>la</strong> di “sultanato dell’informazione”. La censura<br />

posta dal Presidente del Consiglio sulle trasmissioni di Floris e Santoro evidenzia una chiara intenzione di<br />

assumere il controllo su due programmi che, oltre a vantare uno share molto alto, ultimamente stavano<br />

riportando al<strong>la</strong> luce ver<strong>it</strong>à scomode per quanto riguarda i processi in cui è implicato il Premier (Processo<br />

Mills, Processo Fininvest-Mondadori), tram<strong>it</strong>e inchieste capil<strong>la</strong>ri atte ad accertare <strong>la</strong> ver<strong>it</strong>à, anche se di<br />

quest’ultimo aspetto dovrà occuparsi <strong>la</strong> “magistratura pol<strong>it</strong>icizzata”.<br />

Augusto Minzolini,direttore del Tg1, insieme a Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio<br />

L’infin<strong>it</strong>a rincorsa del<strong>la</strong> maggioranza a cercare di far rientrare in gioco <strong>la</strong> lista del<strong>la</strong> Polverini (Candidata al<strong>la</strong><br />

presidenza del<strong>la</strong> regione) in Lazio, oscurando una chiara incapac<strong>it</strong>à e negligenza nel rispettare i tempi<br />

previsti tram<strong>it</strong>e un’abile strumentalizzazione del fatto, colpevolizzando l’opposizione di non far votare i<br />

c<strong>it</strong>tadini democraticamente. Un ostinato susseguirsi di ricorsi prima ai tre gradi di giudizio (Processo<br />

amministrativo, Appello e Corte di Cassazione), poi al Tar (Tribunale amministrativo regionale) e infine al<br />

Consiglio di Stato (Organo giurisdizionale amministrativo) che ha rigettato sia il rinvio delle elezioni sia <strong>la</strong><br />

possibil<strong>it</strong>à del<strong>la</strong> candidatura del<strong>la</strong> lista di V<strong>it</strong>torio Sgarbi. Per non par<strong>la</strong>re del “decreto-legge<br />

interpretativo”promulgato grazie al Presidente Napol<strong>it</strong>ano, al fine di risolvere <strong>la</strong> matassa e rimettere <strong>la</strong> lista<br />

del Pdl di nuovo in lizza. Sull’incost<strong>it</strong>uzional<strong>it</strong>à del decreto si pronuncerà <strong>la</strong> Corte cost<strong>it</strong>uzionale tra due-tre<br />

mesi<br />

Par<strong>la</strong>re di decadimento del<strong>la</strong> democrazia in Italia non è da sconsiderati, anche se si pensa all’uso-abuso dei<br />

decreti-legge che difatti escludono il dialogo tra le parti in Par<strong>la</strong>mento e al cappio che si sta mettendo<br />

all’informazione, non garantendo di dir<strong>it</strong>to <strong>la</strong> libertà di pensiero (art.13 del<strong>la</strong> Cost<strong>it</strong>uzione: “La libertà<br />

personale è invio<strong>la</strong>bile.<br />

Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, nè qualsiasi altra<br />

restrizione del<strong>la</strong> libertà personale, se non per atto motivato dell’autor<strong>it</strong>à giudiziaria e nei soli casi e modi<br />

previsti dal<strong>la</strong> legge.<br />

In casi eccezionali di necess<strong>it</strong>à ed urgenza, indicati tassativamente dal<strong>la</strong> legge l’autor<strong>it</strong>à di pubblica<br />

sicurezza può adottare provvedimenti provvisori che devono essere comunicati entro quarantotto ore<br />

all’autor<strong>it</strong>à giudiziaria e, se questa non li convalida nelle successive quarantotto ore, s’intendono revocati e<br />

restano privi di ogni effetto.


E’ pun<strong>it</strong>a ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà.<br />

La legge stabilisce i lim<strong>it</strong>i massimi del<strong>la</strong> carcerazione preventiva”).<br />

Certamente l’assenza totale di un movimento civile rischia di far conformare al quadro pol<strong>it</strong>ico vigente<br />

anche quel<strong>la</strong> parte di c<strong>it</strong>tadini che come me disdegnano questa condizione del Paese. Ma chi crede nei<br />

valori inestimabili del<strong>la</strong> libertà di pensiero e nel rispetto delle leggi cost<strong>it</strong>uzionali si adoperi nelle sue azioni<br />

a…<br />

Testo originale del<strong>la</strong> Cost<strong>it</strong>uzione del<strong>la</strong> Repubblica <strong>it</strong>aliana<br />

SALVARE LA DEMOCRAZIA!!!<br />

Antonio Alicastro II B<br />

Marzo 2010<br />

Liceo C<strong>la</strong>ssico “M. Morelli” Vibo Valentia


CHI SONO LE VERE BESTIE, LORO O NOI?<br />

Come vengono vio<strong>la</strong>ti i dir<strong>it</strong>ti umani, allo stesso tempo anche quelli <strong>degli</strong> animali<br />

subiscono delle trasgressioni. Lo sfruttamento di animali è praticato in tutto il<br />

mondo e rende più di 3 miliardi di euro l’anno. In tale amb<strong>it</strong>o le attiv<strong>it</strong>à più redd<strong>it</strong>izie<br />

al<strong>la</strong> mafia sono sicuramente le corse c<strong>la</strong>ndestine di cavalli ( solo queste producono<br />

un business di 1 miliardo di euro all’anno), il bracconaggio e <strong>la</strong> “cupo<strong>la</strong> del<br />

bestiame”; non meno fiorenti sono il traffico di fauna esotica e <strong>la</strong> pesca illegale.<br />

Preoccupante è il fenomeno del<strong>la</strong> “cupo<strong>la</strong> del bestiame”, che, con i connessi reati -<br />

truffe ai danni dell’ Erario, dell’ Unione Europea e dello Stato, traffico illegale di<br />

medicinali, furto di animali da allevamento( le statistiche affermano che il furto di<br />

animali interessa circa 100 mi<strong>la</strong> esemp<strong>la</strong>ri l’anno), falsificazione di documenti<br />

san<strong>it</strong>ari, reati di procurata epidemia e diffusione di ma<strong>la</strong>ttie infettive, attraverso il<br />

commercio di carni e derivati di animali ma<strong>la</strong>ti- porta a un fatturato annuo di 400<br />

milioni di euro. Il fenomeno del bracconaggio sia di animali vivi, con intro<strong>it</strong>i di circa<br />

250 mi<strong>la</strong> euro, sia di animali morti, che muovono un giro d’affari di oltre 5 milioni di<br />

euro, è da considerarsi una vera e propria attiv<strong>it</strong>à criminale. Non meno prospero,<br />

con un business di circa 500 milioni di euro l’anno, è il traffico illegale di fauna<br />

esotica protetta (scimmie, pappagalli e tartarughe in maggior numero). Ricordiamo<br />

che in Italia ogni anno arrivano 30 mi<strong>la</strong> cuccioli sottobanco dai Paesi dell’Est e che<br />

esiste un business legato al<strong>la</strong> gestione di canili “<strong>la</strong>ger” , i cui tutori ricevono un<br />

guadagno di circa 500 milioni di euro l’anno grazie a convenzioni amministrative<br />

locali per <strong>la</strong> loro gestione. Frequenti sono anche gli episodi di “cinomachia”-il<br />

combattimento tra animali- che è un business molto diffuso tra le organizzazioni<br />

mafiose poiché frutta fino a 300 milioni di euro annui. Il mare è, invece, interessato<br />

da un giro di affari di oltre 500 milioni di euro attraverso il traffico di ricci, caviale e<br />

datteri di mare destinati al mercato c<strong>la</strong>ndestino e l’utilizzo delle spadare - lunghe<br />

reti- che fanno strage di pescespada, delfini e capodogli, questi ultimi specie<br />

protette.


Il torero si fa scudo del cavallo incornato dal toro<br />

Da Tute<strong>la</strong>fauna.<strong>it</strong><br />

Dietro l’utilizzo cinematografico e pubblic<strong>it</strong>ario di animali è molto probabile che si<br />

nascondano violenza e sofferenza. Anche quando vediamo al<strong>la</strong> fine dei film <strong>la</strong><br />

dic<strong>it</strong>ura “No animals were harmed” (nessun animale è stato maltrattato), le cose<br />

non stanno proprio così … quello che ci sembra un sorriso in realtà è una<br />

espressione di dolore: infatti tutto ciò che apprendono contro natura (ad esempio<br />

indossare vest<strong>it</strong>i o andare in bicicletta) è insegnato loro a suon di botte, come<br />

accade nei vari circhi internazionali, anche in quelli di prestigio.<br />

Come è possibile che si utilizzino ancora questi trattamenti nell’ industria<br />

hollywoodiana , nonostante disponga di supporti dig<strong>it</strong>ali in grado di dare alternative<br />

a questo turpe sfruttamento? Chi può dare una risposta! Purtroppo siamo noi le<br />

bestie e non loro, v<strong>it</strong>time dell’animale più “irrazionale”, l’uomo, che, con le sue<br />

turp<strong>it</strong>udini, non fa altro che rovinare quel clima naturale, prim<strong>it</strong>ivo e istintivo, ricco<br />

di grande affettiv<strong>it</strong>à e sentimento, come dichiarò lo stesso poeta <strong>la</strong>tino Lucrezio,<br />

forse l’uomo più “razionale” del<strong>la</strong> storia, nel suo “De rerum natura”.Tutto ciò non<br />

può certo rientrare nel quadro del<strong>la</strong> naturale “ legge del più forte”, ma si fonda<br />

so<strong>la</strong>mente sull’opportunismo, egoismo e sul<strong>la</strong> crudeltà, senza alcun rispetto per le<br />

creature di Madre Natura, quindi né per l’ambiente né per l’uomo né per se stesso.<br />

Cosa si ricava da questo sfruttamento? Inutile dirlo: ricchezza e sicuramente una<br />

coscienza sporca, propria <strong>degli</strong> esseri ignobili. Forse dovremmo imparare ad amare<br />

creature così meravigliose e dilettevoli all’animo umano dall’elegiaco Catullo,<br />

quando, nei suoi carmi 2 e 3, elogia il passero dell’amata, motivo di gioia e seren<strong>it</strong>à.<br />

Dunque solo cominciando a rispettare i dir<strong>it</strong>ti <strong>degli</strong> animali, possiamo immaginare<br />

un mondo garante di quelli umani.


Immagini tratte dal s<strong>it</strong>o Tute<strong>la</strong>fauna.<strong>it</strong><br />

Rocco Gabriele Sorace<br />

Liceo C<strong>la</strong>ssico M.Morelli<br />

Aprile 2010<br />

CONTRO LA FAME NEL MONDO PARTENDO DA NOI<br />

Quest’anno <strong>la</strong> Giornata Mondiale dell’Alimentazione, sotto l’organizzazione del<strong>la</strong> stessa FAO, si è svolta<br />

proprio in Italia, nel<strong>la</strong> nostra Roma, e per chi avesse ancora voglia di documentarsi <strong>la</strong> rete offre ancora<br />

molti dei dati prodotti dalle inchieste dell’ultimo anno riguardo il problema del<strong>la</strong> fame nel mondo e <strong>la</strong><br />

malnutrizione, che, purtroppo, in generale non sembra avere risvolti pos<strong>it</strong>ivi, anzi…<br />

Per l’occasione ho, comunque, potuto rilevare che dallo sfogliare le pagine web sull’argomento se ne<br />

ricava un quanto mai caleidoscopico e contradd<strong>it</strong>torio insieme di dati, quant<strong>it</strong>ativi e qual<strong>it</strong>ativi; fatto che<br />

denuncia <strong>la</strong> fazios<strong>it</strong>à, ma soprattutto l’insicurezza di dati inaccettabile persino riguardo un argomento così<br />

mon<strong>it</strong>orato, <strong>la</strong> più pungente problematica, forse battuta solo dal<strong>la</strong> catastrofe climatico-ambientale, del<strong>la</strong><br />

contemporane<strong>it</strong>à.<br />

Ancora oggi non si è certi, sempre secondo i risultati a tutti disponibili via Internet e forn<strong>it</strong>i dai vari enti<br />

specifici, se i colp<strong>it</strong>i dal<strong>la</strong> fame nel mondo siano 1 miliardo o 800mi<strong>la</strong> o chissà quant’altro, se il triste<br />

primato spetti all’Africa o al Sud –Est Asiatico, e così via. Fazios<strong>it</strong>à che non si innesta solo nelle cause<br />

quanto più nelle possibili soluzioni al problema, quale ad esempio l’idea di sfruttare <strong>la</strong> coltura di prodotti<br />

OGM , più un pericolo che una soluzione.<br />

Spesso, fa male dirlo, persino del<strong>la</strong> fame c’è chi è riusc<strong>it</strong>o e riesce a fare un business.


La fame colpisce soprattutto l’infanzia di ogni parte del mondo; qui alcune immagini esemp<strong>la</strong>ri<br />

Che l’economia occidentale, il nostro benessere, si fondi sui retroscena storici del sottosviluppo altrui, e per<br />

altrui leggasi Terzo Mondo, e sul<strong>la</strong> altrui povertà, è oramai chiaro a tutti, e chiunque continui<br />

spudoratamente a negare tale realtà è un vigliacco.<br />

I primi sintomi di differenza fra le due aree geografiche in questione li riscontriamo già in quel sistema<br />

“barbaramente” economico che originò l’attuale liberalismo mercantile: parlo dell’economia-mondo e del<br />

colonialismo del XVII / XVIII sec.li, causa del<strong>la</strong> divisione fra centri e periferie; ma è di gran lunga <strong>la</strong><br />

globalizzazione ingorda <strong>degli</strong> ultimissimi decenni ad aver esasperato le contingenze .E’ interessante notare, e<br />

apro una picco<strong>la</strong> parentesi, quanto questo sistema ci si stia rivoltando contro.<br />

Esso, finché ha consent<strong>it</strong>o ai Paesi cap<strong>it</strong>alisti dell’Occidente di beneficiare delle risorse comuni, ma in una<br />

ristretta el<strong>it</strong>e, ci è parso gustoso e accattivante; ora, però, nuove conseguenze, erroneamente non<br />

considerate , vengono fuori; ad esempio <strong>la</strong> massiccia immigrazione dai Paesi sottosviluppati, al<strong>la</strong> quale,<br />

cogliendoci al<strong>la</strong> sprovvista, rispondiamo con ipocr<strong>it</strong>i e disumani provvedimenti ( questi uomini fuggono da un<br />

destino di fame e di sete e da una ered<strong>it</strong>à di guerre civili e d<strong>it</strong>tature del<strong>la</strong> quale siamo più responsabili di<br />

quanto neanche immaginiamo).


Conseguenza del<strong>la</strong> fame e del<strong>la</strong> globalizzazione è l’emigrazione dai propri Paesi d’origine di uomini disperati, disposti a<br />

viaggiare in condizioni disumane.<br />

Tuttavia, nel contesto internazionale da parte nostra si cerca di trovare compromessi con provvedimenti<br />

avvolti in strati di buonismo e commiserazione, di angelica innocenza, e dai propos<strong>it</strong>i virtuosi. Pur non<br />

mettendo in dubbio il sentimento che anima le organizzazioni uman<strong>it</strong>arie di ogni sorta, tuttavia più cr<strong>it</strong>ici è<br />

necessario porsi nei confronti di legami pol<strong>it</strong>ico-economici fra stati, come può essere il G8, tenutosi<br />

anch’esso quest’anno in Italia: riguardo questo argomento i potenti hanno rimarcato un provvedimento( il<br />

Millennium) tragicamente naufragato, stanziando venti miliardi di dol<strong>la</strong>ri da diluirsi in quattro anni per i<br />

Paesi a rischio. Solo alcune considerazioni:<br />

1. uno solo dei Paesi membri del G8 spende l’identica cifra in meno d’una settimana;<br />

2. è stato più volte affermato che tali stanziamenti sono dispersivi, finiscono nelle tasche dei<br />

d<strong>it</strong>tatori locali o delle multinazionali nostrane e spesso si tratta di un vero e proprio ricic<strong>la</strong>ggio<br />

di danaro, in quanto quei soldi ci vengono rest<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i, o perché questi paesi sono da noi<br />

dipendenti per i consumi, o perché debbono pagare ( VERGOGNA!) i deb<strong>it</strong>i che hanno nei nostri<br />

confronti ( non ci si stupisca, perciò, se alcuni Paesi tentano di sfuggirci perseguendo una<br />

pol<strong>it</strong>ica autonoma e nazionalista- si pensi al pericolo iraniano-)<br />

3. si è calco<strong>la</strong>to che quanto speso dagli Stati Un<strong>it</strong>i d’America per <strong>la</strong> sua guerra di<br />

“democratizzazione” dell’Afganistan avrebbe soddisfatto il necessario per le infrastrutture per<br />

debel<strong>la</strong>re una volta per tutte lo spettro del<strong>la</strong> fame dall’intera Africa.


I rappresentati delle otto più grandi ed influenti potenze.<br />

Nell’ordina da sinistra in alto : A. Merkel ( Germania), B.Obama (U.S.A),D. Medvedev ( Russia ), G.Brown ( Gran<br />

Bretagna), N. Sarkozy ( Francia ), S. Berlusconi ( Italia ), S. Harpel ( Canada ), Y. Hatoyama ( Giappone).<br />

A loro è legata <strong>la</strong> sorte del Pianeta.<br />

Davanti a realtà così degradanti e incancren<strong>it</strong>e, di fronte i dati scottanti d’una fame che cresce e d’una<br />

opinione pubblica sempre più reazionario ed insensibile, diviene umanissimo e comprensibile lo sconforto,<br />

il sentirsi piccoli e impotenti in un mondo che ti rema contro.<br />

Il fallimento delle solide ideologie passate, dei credi, dei pensieri filosofici, lo sgreto<strong>la</strong>mento dei messaggi<br />

d’ogni religione, hanno <strong>la</strong>cerato le coscienze e espropriato <strong>la</strong> speranza. Dobbiamo rest<strong>it</strong>uire all’uomo <strong>la</strong><br />

speranza, che racchiude in se quanto di più umano vi sia al mondo.<br />

D’altronde il problema non si presta a compromessi, né a risoluzioni parziali o a b<strong>la</strong>ndi sforzi di volontà;<br />

perciò, a rischio di riuscire utopistico, vedo l’unica soluzione nel consentire una cresc<strong>it</strong>a autonoma dei Paesi<br />

coinvolti( attenzione: non abbandonarli!), presupponendo, però, un volontario e radicale cambiamento del<br />

nostro sistema economico-sociale-culturale, se davvero ci sta a cuore <strong>la</strong> salvezza comune.<br />

Il fenomeno, anche teorizzato dagli studiosi, primo fra tutti il filosofo ed economista francese Serge<br />

Latouche, sul quale inv<strong>it</strong>o tutti a documentarsi, si chiama “decresc<strong>it</strong>a felice” e non è una regressione dalle<br />

nostre conquiste, come potrebbe apparire di primo acch<strong>it</strong>o, bensì uno sfruttamento d’esse per un fine<br />

comun<strong>it</strong>ario e ugualmente benefico. Ovviamente esso comporterebbe un cambiamento radicale dei nostri<br />

sistemi di v<strong>it</strong>a odierni, significherebbe una coscientizzazione più profonda delle persone, l’educazione al<br />

rispetto del<strong>la</strong> persona altrui solo in quanto esistente, una r<strong>it</strong>rattazione delle proprie posizioni, ma tutto<br />

sommato <strong>la</strong> ricerca di canali nuovi e di spazi personali più condivisibili. Può stupire che esso sia una<br />

soluzione applicabile anche al problema ambientale e ad altri aspetti negativi di oggi, e ci dovrebbe far<br />

pensare, dunque, ad una causa comune d’essi, E’ ovvio però che se ¾ delle risorse globali verranno<br />

sfruttate semplicemente da ¼ del<strong>la</strong> popo<strong>la</strong>zione tutto rimarrà invariato.<br />

Conclusione convenzionale ma efficace.


La v<strong>it</strong>toria dell’Uman<strong>it</strong>à sarà un mondo realmente di fratel<strong>la</strong>nza.<br />

Diego Tripodi II B<br />

RIFLESSIONE SUL 25 APRILE : LIBERIAMO LA CULTURA!<br />

Il 24 Aprile scorso è passato <strong>la</strong>sciando al<strong>la</strong> cronaca un evento gravissimo, chiara denuncia del malessere<br />

vissuto dal nostro Paese in questi giorni, che eppure non ha avuto, neanche troppo incredibilmente, <strong>la</strong><br />

risonanza mer<strong>it</strong>ata. In quel giorno di vigilia del<strong>la</strong> commemorazione del<strong>la</strong> Liberazione, è avvenuto<br />

paradossalmente quanto di meno concorde agli ideali fondamentali di libertà, pol<strong>it</strong>ica e d’opinione, e<br />

dir<strong>it</strong>to al<strong>la</strong> democrazia che il 25 Aprile dovrebbe portare con sé; dovrebbe, perché evidentemente non è<br />

così. D’altronde una data non custodisce volontariamente <strong>la</strong> memoria di un evento o di un insegnamento,<br />

ma siamo noi che <strong>la</strong> valorizziamo riflettendovi sopra questi stessi, e se dunque tale commemorazione<br />

manca nel proprio comp<strong>it</strong>o è indice d’una nostra disattenzione, dovuta probabilmente a un nostro<br />

cambiamento: in questo caso il cambiamento è stato in peggio e ha comportato <strong>la</strong> svalutazione d’un grande<br />

ricordo a semplice e polveroso cimelio nazionale, ad un quadretto storico da tenere un po’ nascosto in<br />

salotto, ad un a fotografia del<strong>la</strong> nostra storia a cui il tempo non ha dato giustizia per l’indifferenza e <strong>la</strong><br />

passiv<strong>it</strong>à <strong>degli</strong> animi e per il clima revisionistico sempre più accentuato. Gli <strong>it</strong>aliani amano dimenticare.<br />

Quali i risultati? Ascoltate, per tornare a noi, cosa l’indifferenza mediatica ha taciuto e che, bisogna dirlo,<br />

ancora una volta Annozero ha salvato dal dimenticatoio delle oscen<strong>it</strong>à.


Un’immagine storica del<strong>la</strong> Liberazione, una festa che oggi ha perso il sentimento originale,<br />

ben testimoniato invece dai visi di questa gente<br />

L’ipocrisia dei grandi festeggiamenti d’una Mi<strong>la</strong>no all’alba del<strong>la</strong> commemorazione, coinvolgeva anche un<br />

galà al<strong>la</strong> Sca<strong>la</strong>, al quale, osp<strong>it</strong>i d’onore, i Presidenti del Consiglio, Silvio Berlusconi, e del<strong>la</strong> Repubblica,<br />

Giorgio Napol<strong>it</strong>ano avrebbero partecipato accompagnati dal sindaco Letizia Moratti.<br />

A tal propos<strong>it</strong>o, bisogna però prima spiegare che dal difficile clima pol<strong>it</strong>ico, difficile a causa dell’arroganza<br />

con cui <strong>la</strong> pol<strong>it</strong>ica trasversalmente si re<strong>la</strong>ziona al<strong>la</strong> comun<strong>it</strong>à, non è rimasto escluso l’ambiente del<strong>la</strong> cultura<br />

nel nostro Paese, che mai quanto prima sta vivendo un periodo di stenti ed è oramai al col<strong>la</strong>sso; causa,<br />

proprio gli sfrontati tagli che specialmente questo governo sta adoperando, senza neanche ripensarci una<br />

seconda volta, e che gravano partico<strong>la</strong>rmente sul mondo dello spettacolo teatrale, operistico e soprattutto<br />

musicale. Ma tanto che male c’è ? Mai <strong>la</strong> musica, arte inferiore, che pur ci ha consacrato nel mondo, è stata<br />

oggetto di interesse da parte dell’educazione <strong>it</strong>aliana, men che meno del<strong>la</strong> c<strong>la</strong>sse pol<strong>it</strong>ica, che anzi vi ha<br />

sempre trovato il posto dove allungare le mani. D’altronde un popolo senza senso del bello è più facilmente<br />

manovrabile.<br />

Ma è un discorso estremamente adatto a tutti i campi del<strong>la</strong> cultura per <strong>la</strong> quale l’Italia dona solo, tenetevi<br />

forte, lo 0,30 ca. del suo PIL a fronte d’un patrimonio attestato come il più ricco del globo terreste e che<br />

ogni nazione, tranne <strong>la</strong> nostra, farebbe i miracoli pur di possedere.<br />

Noi piuttosto stipuliamo con i nostri talenti contratti a tempo indeterminato e <strong>la</strong>sciamo che fuggano al<br />

richiamo delle allettanti proposte all’estero.<br />

Poco prima dell’ultima rappresentazione operistica antecedente al decreto sui tagli, il grande direttore<br />

d’orchestra Zubin Mehta, a cui era affidata <strong>la</strong> direzione, in una intervista ha detto scandalizzato, che<br />

durante il nazismo in Germania molti illustri artisti furono costretti ad espatriare, ed ora, pur con<br />

motivazioni pol<strong>it</strong>iche diverse, lo stesso sta avvenendo in Italia.<br />

Così i <strong>la</strong>voratori del<strong>la</strong> Sca<strong>la</strong>, dai tecnici agli orchestrali, aspettavano in contestazione le due più eminenti<br />

cariche dello Stato, per manifestare nel clima di totale allineamento coraggiosamente il loro dissenso: pochi


i cartelli, tanta <strong>la</strong> serietà, un solo grande striscione moderato nei toni che pur gridava ai signori di Roma<br />

vergogna! e puntualizzava che non loro è il dir<strong>it</strong>to di decidere negativamente sul patrimonio pubblico.<br />

Allorché, giunti gli attesissimi, si aprono le danze, i <strong>la</strong>voratori ricorrono al loro dir<strong>it</strong>to di contestazione.<br />

Mossa sbagliata signori miei. E difatti , dal<strong>la</strong> fol<strong>la</strong>, <strong>degli</strong> anonimi scagnozzi strappano brutalmente lo<br />

striscione dalle mani dei manifestanti, impediscono loro di sroto<strong>la</strong>rlo; un altro, in nero e con occhiali da<br />

sole, spinge uno dei portavoce e gli prende ancor più rozzamente il megafono, troncandogli a metà una<br />

frase; <strong>la</strong> fol<strong>la</strong>, allora, ur<strong>la</strong> sdegnata, ma viene repressa dal<strong>la</strong> polizia e vo<strong>la</strong> anche una manganel<strong>la</strong>ta che<br />

ferisce un dimostrante.<br />

Un’immagine <strong>degli</strong> scontri dello scorso 24 aprile al<strong>la</strong> Sca<strong>la</strong> di Mi<strong>la</strong>no<br />

Lascio a ognuno di voi i commenti su questi fatti, le cui immagini sono impressionanti.<br />

Spesso si denuncia lo stato di regime dell’Italia oggi e osano paragoni col passato Ventennio che fanno<br />

tanto scalpore. Io personalmente rispondo con un evento che sub<strong>it</strong>o mi è venuto in mente quando ho visto<br />

quelle immagini e che molto somiglia a quanto avvenuto:<br />

Era il 14 Maggio 1931, e il grande direttore d’orchestra Arturo Toscanini, gloria tutta <strong>it</strong>aliana, avrebbe<br />

diretto in serata un concerto in memoria del compos<strong>it</strong>ore G. Martucci al Comunale di Bologna. Da vero<br />

artista il maestro si rifiutò di suonare l’inno fascista Giovinezza e <strong>la</strong> Marcia Reale al<strong>la</strong> presenza di Ciano e<br />

Arpinati e così, presso una usc<strong>it</strong>a <strong>la</strong>terale del teatro venne aggred<strong>it</strong>o da alcune camice nere e<br />

schiaffeggiato. Toscanini ovviamente non eseguì il concerto e, dopo una sbrigativa decisione familiare, fu<br />

portato a spatriare negli Stati Un<strong>it</strong>i, dai quali non tornerà per più d’un decennio. Il fatto provocò grande<br />

scalpore nell’opinione pubblica mondiale e inaugurò una lunga serie di gravi e meno gravi gestacci del<br />

governo fascista.


Due celebri immagini del direttore d’orchestra Arturo Toscanini , aggred<strong>it</strong>o dalle camice nere fasciste il 14 maggio<br />

1931 e sub<strong>it</strong>o dopo part<strong>it</strong>o per gli Stati Un<strong>it</strong>i dai quali tornerà so<strong>la</strong>mente nel dopoguerra.<br />

Forse dunque che proprio l’Italia si mer<strong>it</strong>i di rimanere un Paese senza arte e cultura, ma solo ricco di gesti di<br />

gravissima ent<strong>it</strong>à?<br />

La scelta sembrerebbe questa. Infatti il 30 Aprile il Presidente Napol<strong>it</strong>ano ha già firmato il decreto legge<br />

“Disposizioni urgenti in materia di spettacolo e di attiv<strong>it</strong>à culturali” e, neanche a dirlo, i sindacati hanno<br />

sub<strong>it</strong>o mobil<strong>it</strong>ato i maggiori teatri e accademie d’Italia, che ora sono in fermo e hanno rinunciato, in taluni<br />

casi, ad importanti prime, fra questi oltre <strong>la</strong> Sca<strong>la</strong>, l’Accademia di Santa Cecilia, il Teatro Regio di Torino, il<br />

Comunale di Bologna, il C. Felice di Genova e il S. Carlo.<br />

A ciò il ministro Bondi ha risposto così:"Gli scioperi proc<strong>la</strong>mati dai sindacati con l'annul<strong>la</strong>mento di molti<br />

spettacoli importanti, nonostante che sia stato già fissato un incontro con le parti sociali per giovedì 6<br />

maggio e nonostante <strong>la</strong> volontà da me espressa di tenere conto in sede par<strong>la</strong>mentare delle proposte e dei<br />

suggerimenti migliorativi che verranno dai par<strong>la</strong>mentari e dalle forze pol<strong>it</strong>iche, rive<strong>la</strong>no una mancanza di<br />

rispetto per il pubblico e un atteggiamento irresponsabile di fronte a problemi che nessuno può ignorare<br />

così disinvoltamente".<br />

Del<strong>la</strong> serie il bue dice cornuto all’asino.<br />

Certamente il pubblico, se davvero appassionato, capirà, preferendo oggi uno spettacolo in meno che<br />

domani un’arte priva delle giuste libertà.<br />

Battiamoci per ciò che è nostro, invio<strong>la</strong>bile, che ci spetta di dir<strong>it</strong>to, per ciò <strong>la</strong> cui universal<strong>it</strong>à trascende <strong>la</strong><br />

ragion di Stato, per qualcosa, dunque, che può essere anche <strong>la</strong> musica, l’istruzione o un bene come l’acqua.<br />

E allora, per tornare in tema, anche il 25 Aprile r<strong>it</strong>ornerà ad avere il suo leg<strong>it</strong>timo significato senza più<br />

ipocrisie.


La musica, come qualsiasi forma d’arte cultura, è un bene dell’uman<strong>it</strong>à che non può prestarsi a compromessi<br />

util<strong>it</strong>aristici.<br />

Maggio 2010<br />

Diego Tripodi IIB

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