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Ecclesia de Eucharistia e Dottrina Neocat - InternEtica

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Costantino. La Chiesa passa dall’essere<br />

costituita da piccole comunità<br />

perseguitate ad essere la religione ufficiale<br />

<strong>de</strong>ll’impero e perciò protetta.<br />

Tutto questo influisce enormemente<br />

sull’evoluzione <strong>de</strong>ll’Eucarestia e di<br />

tutta la liturgia perché nella Chiesa<br />

entrano masse di persone senza essere<br />

state catechizzate.<br />

Si costruiscono basiliche enormi<br />

con le quali entrano nella liturgia<br />

elementi di fasto e solennità. Da questo<br />

momento la luce potente <strong>de</strong>lla<br />

Chiesa Primitiva si ricopre e si offusca<br />

caricandosi di elementi di fasto.<br />

La purezza <strong>de</strong>lla liturgia primitiva<br />

si riveste di orpelli. Esaminiamo...<br />

questi elementi di fasto.<br />

L’imperatore entra con gran solennità<br />

nella basilica: rito <strong>de</strong>ll’entrata,<br />

l’introito. Immaginate la processione<br />

che si organizza mentre entra tutto il<br />

corteo <strong>de</strong>ll’imperatore. Una gran<strong>de</strong><br />

entrata con canti. L’introito riveste<br />

una gran<strong>de</strong> importanza.<br />

Tenete presente che le chiese sono<br />

piene di gente che non è ebrea e che<br />

non ha vissuto la Pasqua di generazione<br />

in generazione. E’ gente che<br />

viene dai templi pagani dove prestava<br />

i suoi culti e, non essendo stata<br />

catechizzata, comincia a ve<strong>de</strong>re nel<br />

culto cristiano le stesse cose che faceva<br />

nella sua vecchia religione. Ognuno<br />

di essi ve<strong>de</strong> le cose come le ha<br />

<strong>de</strong>ntro, con gli occhiali che porta.<br />

Tutta questa gente non vive più la<br />

Pasqua, ma i propri modi religiosi di<br />

concepire Dio e le relazioni con Lui.<br />

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Così troviamo che entrano nella liturgia<br />

tutta una serie di i<strong>de</strong>e <strong>de</strong>lle<br />

religioni naturali: offrire cose a Dio<br />

per placarlo; sacrifici, agnelli, offerte<br />

varie” (OR, p. 320).<br />

Ricordiamo a Carmen che l’anno<br />

314 non è quello <strong>de</strong>lla conversione<br />

di Costantino. Già prima di quella<br />

data egli era favorevolmente propenso<br />

verso il cristianesimo al<br />

quale a<strong>de</strong>rì totalmente e formalmente<br />

solo nel giorno <strong>de</strong>l suo Battesimo,<br />

ricevuto alla vigilia <strong>de</strong>lla<br />

sua morte a Nico<strong>de</strong>mia, nel 337.<br />

L’editto di Milano <strong>de</strong>l gennaiofebbraio<br />

313 fu un “editto di tolleranza”,<br />

con il quale il cristianesimo,<br />

religione fino ad allora non<br />

riconosciuta nell’Impero, entrò a<br />

far parte legalmente di esso, come<br />

tante altre confessioni religiose<br />

riconosciute ed accettate da<br />

Roma. L’editto di Milano <strong>de</strong>tte<br />

ad ogni persona la piena libertà<br />

religiosa, <strong>de</strong>cretò la restituzione<br />

ai cristiani <strong>de</strong>lle proprietà ecclesiastiche,<br />

prece<strong>de</strong>ntemente incamerate.<br />

Di conseguenza l’Editto<br />

di Milano accordò alla Chiesa<br />

quei diritti che fino ad allora aveva<br />

goduto la religione pagana;<br />

cioè: l’esenzione ai chierici <strong>de</strong>i<br />

servizi pubblici; il diritto <strong>de</strong>lla<br />

Chiesa di accettare legati; il riconoscimento<br />

<strong>de</strong>lla festa <strong>de</strong>lla domenica;<br />

il diritto di affrancare gli<br />

schiavi nella Chiesa, come già facevano<br />

i pagani nei loro templi.<br />

Il cristianesimo non divenne<br />

per legge la religione ufficiale <strong>de</strong>ll’Impero.<br />

Tuttavia il paganesi-mo<br />

<strong>de</strong>crebbe rapidamente per motivi<br />

interni, e per il forte incremento<br />

<strong>de</strong>l cristianesimo.<br />

Il fasto e la solennità che entrarono<br />

nella Liturgia e negli edifici (le<br />

basiliche), era logica conseguenza<br />

<strong>de</strong>lla libertà conquistata, e <strong>de</strong>lla fe<strong>de</strong><br />

<strong>de</strong>i cristiani che vollero per Cristo,<br />

loro Dio, luoghi maestosi e<br />

culto solenne. Non sono certamente<br />

da condannare per questo.<br />

L’Introito <strong>de</strong>lla Messa, che aveva<br />

cominciato a svilupparsi fin dal<br />

tempo di S. Giustino e che ve<strong>de</strong>va<br />

al centro il Vescovo circondato dal<br />

suo presbiterio, assunse particolare<br />

importanza tra il sec VII e il sec<br />

VIII, in occasione <strong>de</strong>lla Messa solenne<br />

celebrata dal Papa <strong>de</strong>lla quale<br />

si parla negli antichi “Ordines<br />

romani” tra il 650 e l’VIII secolo.<br />

Non era però l’imperatore che entrava<br />

nella Basilica accompagnato<br />

da un gran<strong>de</strong> corteo, pieno di canti,<br />

ma il Papa che, accompagnato<br />

da un solennissimo corteo andava<br />

dal Patriarchio Lateranense alla<br />

chiesa stazionale, dove era fissata<br />

la celebrazione <strong>de</strong>lla Messa.<br />

Mentre si preparava la celebrazione<br />

<strong>de</strong>lla Messa e terminavano<br />

le Litanie che avevano accompagnato<br />

queste cerimonie e la Schola<br />

eseguiva <strong>de</strong>i canti. Terminati i<br />

preparativi il Papa entrava nella<br />

Basilica, e dopo essersi avvicinato<br />

processionalmente e lentamente<br />

all’altare, si cantava il Kyrie, dopo<br />

il quale il Papa intonava il Gloria<br />

e continuava la Messa.<br />

È da quest’ingresso <strong>de</strong>l Papa (e<br />

non da quello <strong>de</strong>ll’imperatore)<br />

che è <strong>de</strong>rivata la solennità <strong>de</strong>ll’Introito.<br />

Ma anche allora la Chiesa<br />

spiegava ai fe<strong>de</strong>li il senso <strong>de</strong>lle<br />

cerimonie che si compivano nella<br />

celebrazione <strong>de</strong>ll’Eucaristica.<br />

Così il “portare all’altare il pane e<br />

il vino” necessari per la celebrazione<br />

<strong>de</strong>lla Messa era il gesto necessario<br />

per presentare gli elementi<br />

per il sacrificio che si doveva<br />

compiere. Il <strong>de</strong>porre questi elementi<br />

sull’altare parlava da sé,<br />

perché quelle cose, diventavano<br />

“res sacrae”, cioè cose sacre; e diventavano<br />

“sacrificium”!<br />

Questo gesto, inizialmente compito<br />

senza pronunziare alcuna formula,<br />

in seguito fu accompagnato<br />

da formule che mettevano in risalto<br />

la fiducia <strong>de</strong>gli offerenti in Dio.<br />

Fin dai primi tempi l’offertorio<br />

ebbe perciò un significato liturgico<br />

e venne consi<strong>de</strong>rato come l’oblazione<br />

di tutta la Chiesa che, accettando<br />

il dono, indicava la comunione<br />

<strong>de</strong>i fe<strong>de</strong>li con la Chiesa<br />

stessa e con i fratelli (Didacheé).<br />

Ma per Carmen l’offertorio faceva<br />

pensare ai cristiani venuti<br />

dal paganesimo. Qualcosa di negativo,<br />

perché “si offre a Dio qual-<br />

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