Ecclesia de Eucharistia e Dottrina Neocat - InternEtica
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Signore. Com’è loro abitudine essi<br />
seguono solo gli insegnamenti <strong>de</strong>l<br />
fondatore, e fanno solo quello che<br />
Kiko stabilisce per loro.<br />
“La domenica ha un significato speciale<br />
perché la celebrazione è una festa<br />
che introduce al riposo; è l’entrata nell’eternità,<br />
nel riposo eterno. Tutto questo<br />
un ebreo lo capisce molto bene. E<br />
siccome i sacramenti non sono cose che<br />
uno si inventa, ma sono realtà, bisogna<br />
stare in riposo e in quiete fisica co-<br />
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me segno. Per l’ebreo non c’è distinzione<br />
tra anima e corpo e non si concepisce<br />
una Pasqua trascorsa lavorando<br />
o come se fosse un giorno qualsiasi:<br />
l’uomo costituisce un’unità completa e<br />
partecipa ad un riposo completo. L’essenza<br />
<strong>de</strong>lla Pasqua è il riposo eterno<br />
che inaugura, la festa, il riposo. Poiché<br />
i cristiani sono nati nello stesso ambiente,<br />
la domenica per essi è riposo.<br />
Non si concepisce un’eucaristia fuori<br />
<strong>de</strong>l riposo, al lavoro” (OR, p. 317).<br />
Per i cristiani ‘il giorno <strong>de</strong>l Signore’ è il primo <strong>de</strong>lla settimana, giorno<br />
<strong>de</strong>lla risurrezione di Gesù. In questo giorno trasferiscono tutti gli atti di<br />
culto che gli ebrei collegavano al sabato. Ma se gli ebrei ricordavano il<br />
riposo di Dio al settimo giorno, i cristiani ricordano l’ottavo giorno, la<br />
domenica, in cui Gesù è entrato nel riposo divino con la sua risurrezione.<br />
Questo mistero celebravano i cristiani; e che ancor oggi celebrano il<br />
giorno dopo il sabato, diventato così il ‘Giorno <strong>de</strong>l Signore’.<br />
Pare che i NC si siano fermati al tempo di Mosè o, forse, al giorno<br />
<strong>de</strong>l ‘Sabato <strong>de</strong>l villaggio’.<br />
Per loro la festa è il sabato notte. La domenica è il giorno <strong>de</strong>l riposo.<br />
Nella CONVIVENZA DI INIZIO CORSO a Porto S. Giorgio 23-26<br />
settembre 2004 Kiko afferma: .<br />
EUCARISTIA E TEOLOGIA<br />
Il Santo Padre parlando nell’Enciclica <strong>de</strong>l Mistero Eucaristico, ricorda<br />
che questo Mistero ha suscitato nell’intera storia <strong>de</strong>lla Chiesa<br />
“un gran<strong>de</strong> e grato stupore”. Perché nell’evento pasquale e nell’Eucaristia<br />
che lo attualizza nei secoli, c’è una “capienza” davvero enorme,<br />
nella quale l’intera storia è contenuta, come <strong>de</strong>stinataria <strong>de</strong>lla<br />
grazia <strong>de</strong>lla re<strong>de</strong>nzione. “Questo stupore <strong>de</strong>ve inva<strong>de</strong>re sempre la Chiesa<br />
raccolta nella Celebrazione eucaristica” (n. 5). Ora il S. Padre inten<strong>de</strong><br />
ri<strong>de</strong>starlo nelle anime, per esortarle tutte a farne sempre rinnovata<br />
esperienza (n. 6).<br />
Ecco la “premurosa attenzione” riservata in passato, dalla Chiesa al<br />
mistero eucaristico.<br />
“L’Eucaristia, presenza salvifica di<br />
Gesù nella comunità <strong>de</strong>i fe<strong>de</strong>li e suo<br />
nutrimento spirituale, è quanto di più<br />
prezioso la Chiesa possa avere nel suo<br />
cammino nella storia. Si spiega così la<br />
premurosa attenzione che essa ha sempre<br />
riservato al Mistero eucaristico,<br />
un’attenzione che emerge... nell’opera<br />
<strong>de</strong>i Concili e <strong>de</strong>i Sommi Pontefici. Come<br />
non ammirare le esposizioni dottrinali<br />
<strong>de</strong>i Decreti sulla Santissima Eucaristia<br />
e sul Sacrosanto Sacrificio <strong>de</strong>lla<br />
Messa promulgati dal Concilio di<br />
Trento? Quelle pagine hanno guidato<br />
nei secoli successivi sia la teologia sia la<br />
catechesi e tuttora sono punto di riferimento<br />
dogmatico per il continuo rinnovamento<br />
e per la crescita <strong>de</strong>l Popolo<br />
di Dio nella fe<strong>de</strong> e nell’amore all’Eucaristia.<br />
In tempi più vicini a noi, tre Encicliche<br />
sono da menzionare: l’Enciclica<br />
Mirae Caritatis di Leone XIII (28<br />
maggio 1902), l’Enciclica Mediator<br />
Dei di Pio XII (20 novembre 1947) e<br />
l’Enciclica Mysterium Fi<strong>de</strong>i di Paolo<br />
VI (3 settembre 1965).” (EE 9).<br />
“La ripresentazione sacramentale<br />
nella Santa Messa <strong>de</strong>l sacrificio di Cristo<br />
coronato dalla sua risurrezione implica<br />
una specialissima presenza che<br />
–per ripren<strong>de</strong>re le parole di Paolo VI–<br />
«si dice “reale” non per esclusione,<br />
quasi che le altre non siano ‘reali’, ma<br />
per antonomasia perché è sostanziale, e<br />
in forza di essa Cristo, Uomo-Dio, tutto<br />
intero si fa presente». È riproposta<br />
così la sempre valida dottrina <strong>de</strong>l Concilio<br />
di Trento: «Con la consacrazione<br />
<strong>de</strong>l pane e <strong>de</strong>l vino si opera la conversione<br />
di tutta la sostanza <strong>de</strong>l pane nella<br />
sostanza <strong>de</strong>l Corpo di Cristo, nostro<br />
Signore, e di tutta la sostanza <strong>de</strong>l vino<br />
nella sostanza <strong>de</strong>l suo Sangue. Questa<br />
conversione in modo conveniente e appropriato<br />
è chiamata dalla santa Chiesa<br />
cattolica transustanziazione».<br />
Davvero l’Eucaristia è mysterium<br />
fi<strong>de</strong>i, mistero che sovrasta i nostri pensieri,<br />
e può essere accolto solo nella fe<strong>de</strong>,<br />
come spesso ricordano le catechesi<br />
patristiche su questo divin Sacramento.<br />
«Non ve<strong>de</strong>re –esorta san Cirillo di<br />
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