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Prigionieri degli affitti - Scuola di Giornalismo Radio Televisivo ...

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FEBBRAIO 2008<br />

ECONOMIA 9<br />

L’economia locale, coniugando tra<strong>di</strong>zione e innovazione, ha raggiunto nel tempo standard elevati e prestigio internazionale<br />

I fiori all’occhiello dell’Umbria<br />

Agroalimentare, manifatturiero, artigianato e componenti meccaniche: la sfida alla globalizzazione si gioca sulla qualità<br />

Eccellenza e territorio. Un binomio che in<br />

Umbria funziona e che è sinonimo <strong>di</strong> un sistema<br />

<strong>di</strong> imprese specializzate e ben ra<strong>di</strong>cate nella<br />

regione che fanno da traino all’economia.<br />

Al centro <strong>di</strong> questo modello vincente c’è la valorizzazione<br />

dei prodotti tipici umbri: dal vino alla moda,<br />

dalla cioccolata alle ceramiche, dall’olio extravergine<br />

alla meccanica <strong>di</strong> precisione. Sono tanti i settori in cui<br />

la regione è riuscita a imporsi non solo come marchio<br />

Made in Umbria ma come esempio <strong>di</strong> sviluppo<br />

fondato sul territorio e su azioni integrate <strong>di</strong> promozione<br />

delle risorse economiche. Lo scambio <strong>di</strong> esperienze,<br />

la cooperazione e la formazione integrata e<br />

verticale tra le aziende UN AIRBUS A380 IN VOLO.<br />

sono i punti <strong>di</strong> forza <strong>di</strong> A BORDO DI QUESTO AEREO<br />

SONO INSTALLATE<br />

questa “economia delle<br />

MOLTE COMPONENTI<br />

eccellenze” umbra. Nel<br />

PRODOTTE DALLA<br />

piano <strong>di</strong> sviluppo rurale<br />

UMBRA CUSCINETTI<br />

La storia/1<br />

Sfide e successi dell’Umbra Cuscinetti<br />

Ucs, la tecnologia<br />

che fa volare<br />

Tra le eccellenze umbre è impossibile non parlare<br />

della Umbra Cuscinetti, azienda con base a Foligno<br />

che produce componentistica <strong>di</strong> alta precisione<br />

utilizzata in campo aeronautico. Nata nel 1972,<br />

l’azienda è leader nella costruzione <strong>di</strong> cuscinetti <strong>di</strong> gran<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>mensioni e <strong>di</strong> viti a ricircolo <strong>di</strong> sfere.<br />

Nel corso <strong>degli</strong> anni, la Ucs ha aperto filiali in Germania<br />

e Stati Uniti e ha raggiunto accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> fornitura<br />

con molte aziende aeronautiche come Boeing e Airbus.<br />

«Il nostro primo contratto con la Boieng - ci racconta<br />

Valter Baldaccini, amministratore delegato dell’azienda<br />

- risale al 1987. Da allora il nostro giro si è allargato<br />

e ad oggi, nel mondo, non c’è un aereo <strong>di</strong> capienza<br />

superiore ai 100 posti che<br />

“ Qualsiasi aereo<br />

al mondo<br />

superiore<br />

ai cento posti<br />

possiede nostre<br />

componenti<br />

non sia costruito con particolari critici<br />

prodotti dalla Umbria Cuscinetti.<br />

E per particolari critici - chiarisce<br />

- si intendono elementi funzionali<br />

strutturali, ad esempio cuscinetti per<br />

i carrelli o viti per la movimentazione<br />

<strong>di</strong> elementi mobili sulle ali, come<br />

i flap».<br />

La tecnologia acquisita dal gruppo<br />

è stata anche trasferita in campo biome<strong>di</strong>co: «Abbiamo<br />

messo le nostre competenze a <strong>di</strong>sposizione del<br />

progetto VAD – prosegue Baldaccini - che ha portato<br />

alla costruzione del primo cuore artificiale made in<br />

Italy. Lo stu<strong>di</strong>o è durato 15 anni, e l’Ucs ha costruito<br />

la pompa, una delle parti più importanti. Siamo ancora<br />

in una fase <strong>di</strong> sperimentazione clinica, ma speriamo<br />

che si possa presto arrivare alla produzione industriale<br />

<strong>di</strong> quest’organo artificiale».<br />

Da piccola factory ad avanzato polo tecnologico <strong>di</strong><br />

respiro planetario, l’Umbra Cuscinetti è uno dei fiori<br />

La casa <strong>di</strong> moda Cucinelli è tra le prime aziende<br />

produttrici italiane <strong>di</strong> cachemire. Nata nel<br />

1978 in un piccolo laboratorio <strong>di</strong> 40 metri<br />

quadri e con un finanziamento <strong>di</strong> 500 mila lire, oggi<br />

la “Brunello Cucinelli cashmere” produce 880<br />

mila capi all’anno, con un fatturato che per il 2008<br />

è stimato sui 145 milioni <strong>di</strong> euro (+ 20,8%). Oltre<br />

la metà della produzione è destinata<br />

al mercato internazionale: Germania,<br />

Francia, Svizzera, Nord Europa,<br />

Usa, Russia, Giappone e Taiwan.<br />

Senza <strong>di</strong>menticare le economie<br />

emergenti come Cina, In<strong>di</strong>a e Brasile,<br />

dove l’azienda è cresciuta dal<br />

7,9% del 2006 al 9% del 2007. Il piano<br />

<strong>di</strong> sviluppo prevede l’apertura <strong>di</strong><br />

punti ven<strong>di</strong>ta monomarca in tutto il mondo, che<br />

per ora rappresentano il 17% del fatturato. Oggi<br />

sono 22 e si trovano nelle principali capitali e nel-<br />

Valorizzare<br />

il territorio<br />

garantendo<br />

la qualità<br />

del prodotto<br />

““<br />

2007-2013, ad esempio, la Regione ha destinato quasi<br />

18 milioni <strong>di</strong> euro per il sostegno alla promozione dei<br />

prodotti agroalimentari <strong>di</strong> qualità.<br />

L’Umbria negli ultimi tempi ha saputo recuperare<br />

la sua memoria storica e i saperi legati alle produzioni<br />

tra<strong>di</strong>zionali, coniugandoli con la ricerca e<br />

l’innovazione. Una scelta vincente che ha permesso<br />

ai prodotti locali <strong>di</strong> affermarsi sul mercato nazionale<br />

ed estero. Un progetto che risponde ai dettami della<br />

all’occhiello della regione nel mondo. «Quando siamo<br />

partiti – ricorda ancora l’ad - eravamo parte <strong>di</strong> una<br />

multinazionale tedesca. Nel 1993, si è deciso <strong>di</strong> effettuare<br />

un management buyout, e oggi la proprietà è totalmente<br />

italiana. Abbiamo anche acquisito aziende<br />

estere, per cui si può ben <strong>di</strong>re che l’Umbra Cuscinetti<br />

sia oggi una piccola multinazionale. L’azienda - spiega<br />

- dà lavoro a oltre 900 persone in tutto il mondo,<br />

e il solo stabilimento <strong>di</strong> Foligno ne occupa 700, che<br />

salgono a più <strong>di</strong> 1.000 se si considera l’indotto. E si<br />

tratta per lo più <strong>di</strong> umbri, altamente specializzati.».<br />

Ma quali sono le <strong>di</strong>fficoltà che un’azienda incontra<br />

partendo dall’Umbria e ritrovandosi in un contesto internazionale?<br />

«L’ostacolo più gran-<br />

de - ammette Baldaccini - è riuscire<br />

a imporsi in un mercato che ha<br />

un’immagine pessima del nostro<br />

paese. Se ti presenti come italiano,<br />

automaticamente ti porti <strong>di</strong>etro <strong>degli</strong><br />

stereotipi negativi che è <strong>di</strong>fficile<br />

eliminare. Il segreto del nostro successo<br />

sta nell’aver saputo offrire un<br />

prodotto <strong>di</strong> qualità e all’avanguar<strong>di</strong>a,<br />

investendo nella ricerca e innovando le procedure<br />

produttive. Purtroppo non esistono molti sussi<strong>di</strong><br />

istituzionali in questo settore, a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> altri paesi,<br />

per cui bisogna provvedere in proprio. Negli ultimi<br />

3 anni, ad esempio, abbiamo speso 26 milioni <strong>di</strong> euro<br />

solo per rinnovare i macchinari, ma - conclude orgoglioso<br />

- possiamo tranquillamente affermare che, ad<br />

oggi, il nostro sia lo stabilimento più avanzato del<br />

mondo in questo settore». Un “gioiello” che nel 2007<br />

ha fatturato 90 milioni <strong>di</strong> euro e che nel 2008 punta a<br />

raggiungerne 110. MANUEL CODIGNONI<br />

“<br />

La storia/3<br />

le più esclusive località <strong>di</strong> villeggiatura, entro il<br />

2008 saranno 25.<br />

La storia dell’azienda va <strong>di</strong> pari passo con quella del<br />

suo fondatore. All’inizio <strong>degli</strong> anni ’80 Brunello Cucinelli<br />

ha l’intuizione che lo porterà al successo: la<br />

scelta <strong>di</strong> un settore <strong>di</strong> nicchia, quello del cachemire,<br />

e l’idea <strong>di</strong> renderlo colorato per proporlo a una clientela<br />

femminile, fino a quel momento<br />

esclusa dal mercato <strong>di</strong> questa lana pregiata.<br />

Le ven<strong>di</strong>te partono bene e la<br />

piccola fabbrica a conduzione familiare<br />

decolla. Il cachemire arriva dalla Cina<br />

e dalla Mongolia, dove<br />

l’impren<strong>di</strong>tore si reca due o tre volte<br />

l’anno per selezionare le lane che vengono<br />

interamente lavorate in Italia. Il<br />

cuore dell’azienda si trova a Solomeo, un piccolo borgo<br />

umbro del ‘300 che Cucinelli ha interamente ristrutturato<br />

nel corso <strong>degli</strong> anni, e dove lavorano 420<br />

Ue sulla promozione <strong>degli</strong> aspetti culturali dei territori,<br />

soprattutto attraverso il turismo, volano economico<br />

della regione con oltre sette milioni <strong>di</strong> presenze<br />

nel 2006 (67% italiani e 33% stranieri), che hanno<br />

portato all’Umbria oltre 710 milioni <strong>di</strong> euro, <strong>di</strong> cui il<br />

43% proveniente dai mercati internazionali.<br />

La qualità si afferma, dunque, come il centro del<br />

sistema produttivo umbro, che <strong>di</strong>venta laboratorio e<br />

metafora della “soft economy”, quell’economia del<br />

Vino, cultura, territorio, slancio creativo e<br />

innovazione. Sono questi gli elementi che<br />

hanno fatto, e continuano a fare, la storia<br />

della cantina Lungarotti. Un’azienda che in pochi<br />

anni non solo è riuscita ad affermarsi nel settore<br />

vitivinicolo, ma a <strong>di</strong>stinguersi come una delle<br />

eccellenze italiane nella produzione <strong>di</strong> vini. A <strong>di</strong>rlo<br />

non sono soltanto i prestigiosi riconoscimenti<br />

nazionali e internazionali tra cui i “Tre bicchieri”<br />

del Gambero Rosso e la medaglia d’argento al<br />

“Decanter World Wine Awards”,<br />

ma anche i numeri: oltre 2 milioni<br />

e 500 mila bottiglie prodotte<br />

me<strong>di</strong>amente ogni anno, cento <strong>di</strong>pendenti<br />

a cui si aggiungono i lavoratori<br />

stagionali, e un fatturato<br />

che nel 2006 ha superato abbondantemente<br />

gli 11 milioni <strong>di</strong> euro.<br />

Cifre che parlano chiaro, che testimoniano lo stato<br />

<strong>di</strong> ottima salute <strong>di</strong> cui gode l’azienda e che rappresentano<br />

una buona fetta dell’economia regionale che<br />

gira intorno al comparto vitivinicolo. Gran<strong>di</strong> risultati<br />

raggiunti senza mai perdere <strong>di</strong> vista quei valori che<br />

Teresa Severini, a capo dell’azienda insieme alla madre<br />

Maria Grazia Marchetti e alla sorella Chiara Lungarotti,<br />

ritiene immancabili nella ricetta del successo<br />

dell’azienda: «Qualità, impegno personale, equilibrio,<br />

ma soprattutto un’anima profondamente legata al<br />

territorio». Parole d’or<strong>di</strong>ne che hanno scritto la biografia<br />

<strong>di</strong> una famiglia che da sempre si occupa a tempo<br />

pieno della propria attività. Una scelta che, <strong>di</strong>ce<br />

la Severini, «ci ha permesso <strong>di</strong> andare avanti con le<br />

nostre idee e che ha consentito <strong>di</strong> metterle <strong>di</strong>rettamente<br />

in atto». Una caratteristica che ha sedotto e<br />

Brunello Cucinelli: «Creatività, professionalità e amore per il lavoro sono le nostre carte vincenti»<br />

Il cachemire che seduce i mercati esteri<br />

persone. «Un principio che mi è caro<br />

- racconta l’impren<strong>di</strong>tore - è proprio<br />

quello <strong>di</strong> valorizzare il territorio e le<br />

sue genti, garantendo allo stesso tempo<br />

la massima qualità del prodotto.<br />

Questo valore aggiunto - prosegue<br />

Cucinelli - ci permette <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguerci<br />

e continuare a produrre in Italia, senza<br />

bisogno <strong>di</strong> trasferirci all’estero.<br />

Credo fermamente nelle capacità e<br />

nel saper fare del nostro Paese, che offre artigianalità<br />

tramandata da una lunga cultura ed esperienza».<br />

Un’azienda che, come tutte, segue i criteri del libero<br />

mercato ma che è gestita in maniera non convenzionale,<br />

spingendo sulla leva del lavoro inteso come<br />

espressione del valore umano. «Qui la creatività <strong>di</strong><br />

ogni addetto ai laboratori è il bene prezioso <strong>di</strong> tutti -<br />

afferma con orgoglio l’impren<strong>di</strong>tore - e non lascia<br />

spazio ai cartellini da timbrare». Si parla, perciò, <strong>di</strong><br />

Devono<br />

interpellarci<br />

per in<strong>di</strong>viduare<br />

meglio le strategie<br />

<strong>di</strong> promozione<br />

““<br />

terziario che racchiude in sé l’attenzione all’ambiente<br />

e alla tra<strong>di</strong>zione, il coraggio dell’innovazione, la<br />

responsabilità sociale e la valorizzazione del territorio.<br />

Il cuore d’Italia che ha saputo farsi sistema e che,<br />

per questo, ha ricevuto il “Premio Anteo” - assegnato<br />

da “Symbola”, la fondazione per le qualità italiane<br />

- per la miglior partecipazione a “La<br />

Campionaria, fiera delle qualità italiane”. «Un premio<br />

all’Umbria e alla sua impren<strong>di</strong>toria, che hanno<br />

saputo interpretare al meglio le risorse naturali e le<br />

capacità produttive del territorio», ha detto la presidente<br />

della Regione, Maria Rita Lorenzetti. Uno stimolo<br />

alla competitività ma, soprattutto, una sfida<br />

VINO, DA ANNI SINONIMO<br />

DI QUALITÀ E CULTURA,<br />

DELL’AZIENDA FONDATA<br />

NEL 1962 A TORGIANO<br />

DA GIORGIO LUNGAROTTI<br />

per il futuro <strong>di</strong> questa piccola<br />

regione, sempre più<br />

riferimento del Made in<br />

Italy nel mondo.<br />

La storia/2<br />

LUCIA CAPPELLETTI<br />

Parla Teresa Severini della Lungarotti<br />

«Le istituzioni<br />

ci ascoltino»<br />

conquistato soprattutto i mercati internazionali perché<br />

proprio all’estero «identificare l’azienda con la<br />

famiglia è stata una delle chiavi del successo». Di fatto<br />

quasi la metà della produzione, il 45 per cento per<br />

l’esattezza, è assorbita dai mercati esteri. La Lungarotti<br />

oggi esporta in Europa, soprattutto in Germania,<br />

ma anche oltreoceano, negli Stati Uniti e in Canada,<br />

con un occhio all’apertura verso quei Paesi che<br />

sono in forte crescita economica: Russia, In<strong>di</strong>a e Cina.<br />

Un riconoscimento che comunque non toglie<br />

l’amaro in bocca a Teresa Severini<br />

quando parla del ruolo delle istituzioni<br />

regionali e nazionali per garantire<br />

la sopravvivenza delle eccellenze.<br />

«Sono subito pronte ad<br />

entusiasmarsi quando sono presenti<br />

sul territorio – <strong>di</strong>ce con tono<br />

polemico– ma se ne <strong>di</strong>menticano<br />

altrettanto velocemente». «Le eccellenze, al <strong>di</strong> là<br />

del termine, sono punte che servono da traino anche<br />

agli altri e per questo – continua – dovrebbero essere<br />

ascoltate e soprattutto aiutate nella realizzazione<br />

<strong>di</strong> nuovi progetti». In attesa <strong>di</strong> risposte concrete<br />

da parte <strong>degli</strong> organi <strong>di</strong> competenza l’azienda Lungarotti<br />

fa da sé. Perché eccellenza significa «sì tra<strong>di</strong>zione,<br />

ma anche capacità <strong>di</strong> creare e gestire innovazione».<br />

Un caposaldo della cultura d’azienda che il<br />

ministero delle Politiche Agricole ha premiato affidandole<br />

il primo progetto pilota italiano per produrre<br />

energia termica utilizzando i prodotti <strong>di</strong> scarto<br />

della viticoltura. «Di qui a poco saremo autonomi al<br />

70 per cento – sottolinea Severini – e speriamo <strong>di</strong> arrivare<br />

al 100 per cento».<br />

G. ALESSANDRO BUSCEMI<br />

IL TITOLARE DELLA<br />

“BRUNELLO CUCINELLI CASHMERE”<br />

ALL’INTERNO DI UNO DEI SUOI<br />

22 PUNTI VENDITA, PRESENTI NELLE<br />

LOCALITÀ PIÙ ESCLUSIVE DEL MONDO.<br />

ENTRO IL 2008 L’AZIENDA CONTA DI<br />

ARRIVARE A QUOTA 25<br />

“capitalismo etico” e “impresa<br />

umanistica”, un caso <strong>di</strong> moderna<br />

economia che viene<br />

guardato con interessi da più<br />

parti, oggetto <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o in numerose<br />

università. «Il fattore<br />

determinante che ha contribuito<br />

a renderci speciali è proprio<br />

questo: l’uomo è il bene<br />

supremo dell’impresa, e il profitto<br />

non è visto come un fine ma come mezzo per<br />

rendere l’azienda più forte». Sarà forse per questo che<br />

la sede, più che a una fabbrica, assomiglia a una bottega<br />

me<strong>di</strong>evale: travi in legno, camini <strong>di</strong> pietra, pitture<br />

murali e pavimenti in ammattonato, dove hanno<br />

trovato posto uffici e atelier. Una “casa-laboratorio”,<br />

dove la creatività e il “saper fare” umbro si prendono<br />

la rivincita sulla globalizzazione imperante.<br />

L. C.

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