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AgorÀ n. 10 - novembre-dicembre 2011 pagina 12 pagina 13 n. 10 - novembre-dicembre 2011 AgorÀ LA “VIA D’ESODO SOSPESA” APRE NUOVE FRONTIERE STRADA DEI MARMI ESEMPIO TECNICO DA SEGUIRE Presentate le avveniristiche soluzioni per la sicurezza delle gallerie adottate a Carrara Il 25 Ottobre scorso alla IMM a Marina di Carrara è stato organizzato, da “Fastigi”, un convegno dal titolo “La Via d’esodo sospesa” della Strada dei Marmi di Carrara. Il Sindaco Zubbani, l’Amministrazione comunale e Progetto Carrara erano tutti presenti, come gli ingegneri da ogni parte d’Italia giunti in loco ad ascoltare i relatori nelle persone degli ingegneri Gaetano Farro e Giuseppe Fruzzetti per “Progetto Carrara”, e i colleghi Alessandro Focaracci per “Prometeo Engineering”, Emilio Cafaro per “Politecnico di Torino”; professionisti che hanno rappresentato questa innovativa risposta metodologica all’esigenza di un miglioramento della sicurezza delle infrastrutture in sotterraneo, particolarmente avvertita dopo gli incidenti del Monte Bianco, Frejus, Gottardo. Le vie d’esodo sospese sono state concretizzate per la prima volta a livello mondiale sulla Strada dei Marmi di Carrara -afferma la Presidente della Progetto Carrara Silvia Dell’Amico- ed in esse vedo coniugata creatività, visione del futuro, tecnologia e precisione ingegneristica. Tutto questo, come direbbe Steve Jobs, è segno di un pensiero differente. Vi è stata da parte di tutti noi una grandissima attenzione alla tutela dell’ambiente in un’ottica di sviluppo sostenibile; un’attenzione particolare ai dettagli e nella complessità della grande opera della via d’esodo sospesa. Anche un ritorno all’artigianalità del tutto, con una minuziosa messa in opera che ha visto il processo simbiotico tra l’uomo e i macchinari. Infrastrutture, eco-sostenibilità, tecnologia e creatività sono la strada giusta per il futuro della città. E -conclude Silvia Dell’Amico- per la città del futuro”. La Strada dei Marmi: una strada moderna, funzionale e sicura che collega direttamente i luoghi di estrazione con quelli di lavorazione. Due lotti separati, uno che corre da Miseglia bassa fino alla Foce e l’altro che dalla Foce scende fino alla SS Aurelia, per un totale di 5633 m., 4 gallerie e 6 viadotti. La costruzione delle gallerie è avvenuta in due cicli diversi: il primo nel 2010, che ha condotto al completamento di un tunnel e di un viadotto; il secondo di compimento di 4 gallerie, due viadotti e una rotatoria. Durante l’esecuzione dei lavori, cominciati nel 2008, si è evidenziata la necessità di apportare alcune modifiche nella conformazione, disposizione e tipologia di alcune parti delle opere in progetto al fine di adattarle alle esigenze richieste dal territorio e dagli Enti locali coinvolti. Erano previste gallerie di emergenza che presentavano problematiche ad ele- Silvia Dell’Amico, Presidente di Progetto Carrara vato impatto sulle strutture adiacenti e sull’ambiente. Il progetto esecutivo iniziale considerava la realizzazione di finestre laterali alle gallerie, utilizzate come via di fuga. Solo che questa soluzione avrebbe comportato: · scavo di migliaia di metri cubi di ulteriore materiale con evidenti disagi causati alla cittadinanza e dovuti al traffico dei mezzi d’opera. Grave impatto ambientale per il fatto che il materiale scavato avrebbe dovuto essere trasportato in discariche autorizzate. Tempi di esecuzione e costi dilatati, causa le incertezze di tipo geologico, idrogeologico e geotecnico dei materiali incontrati durante lo scavo. Problematiche che si sono palesate durante lo scavo delle gallerie naturali con il sopraggiungere di sfornellamenti ed inerenti l’impianto di ventilazione. In particolare durante l’esecuzione dei lavori delle gallerie principali, a seguito delle mutate condizioni geologiche dell’ammasso attraversato, si sono appalesate notevoli difficoltà che hanno comportato un pesante slittamento dei tempi, incompatibile con la necessità del Comune di Carrara di poter usufruire dell’opera in tempi rapidi e certi. La soluzione ottimale è stata trovata con la “Via di Esodo Sospesa”, un camminamento ancorato alla calotta della galleria in grado di assicurare la salvaguardia degli utenti in caso d’incidente rilevante in galleria. Questa risoluzione assicura la conformità a tutte le normative nazionali ed europee nel campo della sicurezza dei tunnel stradali. Affronta e risolve tutte le problematiche scaturite dall’analisi del progetto esecutivo in relazione alle vie di fuga, e in particolare: · non necessita di scavi aggiuntivi, perché la via d’esodo viene ricavata all’interno della sezione trasversale della galleria evitando problemi d’impatto ambientale ed acustico; e quindi di disturbo alla cittadinanza. · la struttura, realizzata in elementi prefabbricati modulari e standardizzati, determina tempi realizzativi e costi certi assicurati dal processo d’industrializzazione delle fasi operative. · le uscite avvengono in corrispondenza degli imbocchi,in zone facilmente raggiungibili dalle squadre di soccorso. · non sono necessarie ulteriori aree se non quelle già a servizio delle gallerie, dove predisporre le uscite dalla via d’esodo sospesa tramite strutture dedicate. La costruzione è realizzata tramite elementi prefabbricati in calcestruzzo armato a forma trapezia di lunghezza m. 2.4 e sviluppo trasversale m 7.2. Essi sono collegati longitudinalmente tramite giunti “maschio-femmina” in modo tale da formare un camminamento continuo. Il singolo concio prefabbricato è ancorato direttamente alla calotta della galleria attraverso quattro ancoranti chimici con caratteristiche REI 120 cui sono collegati 4 dei tiranti di acciaio a loro volta ancorati tramite delle piastre agli elementi prefabbricati. Gli elementi laterali inclinati possiedono due nervature d’irrigidimento. A queste sono state collegate quattro piastre di acciaio che attraverso ancoranti meccanici ad espansione assicurano il fissaggio alla calotta. La struttura è stata testata in termini di resistenza, isolamento ed ermeticità con Un fotomontaggio che mostra l’impiego della “via d’esodo sospesa” prove a fuoco dal vero. L’accesso alla Via d’Esodo Sospesa è stato realizzato ricavando la risalita alla struttura prefabbricata, all’interno di un vano protetto posto in corrispondenza degli allarghi delle piazzole di sosta. Gli utenti, una volta saliti sulla via d’esodo, vengono indirizzati con l’ausilio dell’impianto di comunicazione verso l’uscita più vicina, costituita dall’imbocco della galleria, dove se ne andranno all’esterno grazie a delle strutture dedicate. La progettazione della via di esodo ha considerato, mediante idonei modelli di calcolo tridimensionali, il tempo richiesto per l’uscita come determinato dalle caratteristiche strutturali ed impiantistiche della via di esodo sospesa ed il tempo disponibile per la fuga, come determinato dall’evoluzione degli scenari di incendio in galleria e dalle prestazioni dei sistemi di sicurezza installati, in particolare della resistenza al fuoco. La progettazione, la realizzazione e il collaudo del prototipo sono stati realizzati in collaborazione tra Prometeoengineering. it, Adanti SpA, Progetto Carrara SpA. La prova su scala reale è stata effettuata all’interno della galleria Santa Croce della “Strada dei Marmi”. Il soggetto che ha assunto il compito di validare l’opera, progettando e seguendo in situ tutti i test, è il Politecnico di Torino Dipartimento di Energetica. I risultati ottenuti a livello progettuale, sperimentale e realizzativo grazie alla sinergia tra l’Amministrazione comunale, i tecnici progettisti e le imprese realizzatrici hanno consentito di portare a termine un’opera d’ingegneria, di alto valore per la salvabilità degli utenti delle gallerie. I 2,6 km circa di via di fuga, con i relativi imbocchi verso l’esterno, realizzati in circa 1 anno dall’approvazione del progetto, con costi particolarmente contenuti rispetto ad analoghe soluzioni, consentono di concludere che la “Strada dei Marmi” dona nuove prospettive al panorama italiano ed europeo del “tunnelling”, ponendo Carrara come importante esempio di utilizzo di nuove e avanzate soluzioni tecniche per la gestione della sicurezza nelle gallerie.
AgorÀ n. 10 - novembre-dicembre 2011 pagina 14 pagina 15 n. 10 - novembre-dicembre 2011 AgorÀ OMAGGIO AL MONUMENTO A MESCHI Il monumento ad Alberto Meschi di Piazza “Gramsci” (stralcio da “Carrara e la Sua Gente” di Gemignani - Borgioli), opera dello scultore Ezio Nelli ed inaugurato in Carrara nel 1965. Come nota H. Rolland nel suo volume: “Il sindacalismo anarchico di Alberto Meschi”, il monumento è “il primo omaggio di questo tipo fatto in Italia per onorare un anarchico”. L’osservazione corrisponde a verità, almeno se si considerano i grandi esponenti dell’Anarchismo italiano. Carlo Cafiero, ad esempio, ha si la sua statua nel paese natale ma, stranamente, i concittadini vi posero una didascalia che lo ricorda soprattutto come studioso e scrittore. Nelli ha figurato Meschi in modo realistico e nel suo contesto storico più congeniale: in mezzo ad un gruppo di cavatori, con al fianco una madre che tiene il figlioletto in braccio. La massa delle figure è rilevata in un blocco lasciato grezzo e posto sopra un piedistallo. Le scritte in bronzo ai lati ricordano il numero delle ore a cui Meschi riuscì a ridurre la giornata lavorativa dei minatori e dei cavatori. La scritta centrale recita: Inaugurato nel 1965 è il primo omaggio di questo tipo fatto in Italia per onorare un anarchico “NESSUNO DI NOI DIMENTICHI CHE QUESTO MARMO TRIBOLATO HA NOME LIBERTA’ FRATELLANZA FEDE DI A L B E R T O M E S C H I ANARCHICO E SINDACALISTA COSTRUTTORE DI TEMPI MIGLIORI MAGNIFICO OPERAIO FRA OPERAI E REIETTI CUORE APERTO ALLE FERITE DELL’UOMO E DELLA SOCIETA’ CONQUISTO’ PER CAVATORI E MINATORI LA RIDUZIONE DELLA GIORNATA LAVORATIVA SULLE NOSTRE TERRE E PER I PURI L’ALBA DELLA SUA ONESTA’ IRRADIA DA QUI UN SOLE CHE NON VEDRA’ MAI TRAMONTO” IL POPOLO DI CARRARA D’APRES CANOVA A PALAZZO BINELLI OMAR GALLIANI OPERE 1977-1980 Nella bella cornice del restaurato “Palazzo Binelli”, nuova sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara, la mostra “D’après Canova. L’800 a Carrara. L’Accademia e i suoi maestri”, inaugurata lo scorso giugno, si arricchisce di alcune opere realizzate da Omar Galliani nella seconda metà degli anni Settanta e “dedicate” ad Antonio Canova. L’esposizione mette in relazione i 27 gessi selezionati dalla storica gipsoteca dell’Accademia di Belle Arti di Carrara e realizzati dagli scultori che nell’Ottocento si sono confrontati con il magistero di Antonio Canova, oltre che con quello di Bertel Thorwaldsen: (da Carlo Nicoli a Benedetto Cacciatori, da Pietro Tenerani a Luigi Bienaimè, da Carlo Finelli a Carlo Chelli fino a Ferdinando Pelliccia e Pietro Lazzerini). In analogia con i lavori contemporanei di Omar Galliani: il “fil rouge” che connette le opere è il rapporto con il grande scultore neoclassico. Le opere di Galliani esposte, tra le quali “Inremeabilis error”, “Emanazione” e “Principium individuationis”, rivisitano alcuni particolari delle sculture canovia- INCONTRO CON I CAVATORI ANARCHICI DI GRAGNANA Facciamo visita al Circolo Anarchico di Gragnana intitolato ad Errico Malatesta (Capua 14 dicembre 1853 - Roma 22 luglio 1932); grande pensatore, giornalista e scrittore anarchico, esule e perseguitato, amico tra gli altri di Michail Bakunin e Petr Kropotkin. È forse il Circolo più antico del mondo. Al suo interno tante immagini di libertari: Pietro Gori, Bruno Filippi, Alberto Meschi, Camillo Berneri; Umberto Marzocchi tra Sacco e Vanzetti e i Martiri di Chicago; i nostri Jacopo Lombardini e Leandro Biselli. I Secchiari perseguitati sin dal 1800; (FORSE) IL CIRCOLO PIù VECCHIO DEL MONDO poi “Goglià”, “Alfò”, “Il Taro”, “Franchini”, “Failla” e diversi altri. Manifesti e descrizioni di lotte anarchiche internazionali e locali come quelle del “Germinal”; tra le quali campeggia la gigantografia di Errico Malatesta. Vecchi cavatori anarchici raccontano episodi di vita la cui memoria si perde nei secoli di atti di fatica e di sentimenti libertari. Roberto Giovannelli da lustri si occupa del Circolo gragnanino. Ha 75 anni e dice: “Sono anarchico da quando ho aperto gli occhi, perché mio padre Zelindo Giovannelli da Ortonovo era un cavatore anarchico, come suo padre. Ma da Ortonovo fummo costretti a trasferirci a Torano poiché in quel paese erano tutti fascisti. Di anarchici ce n’erano solo due: mio padre ed un altro che venne ammazzato nel ’21. Quindi… ce ne siamo andati via. Da Torano a Gragnana, dove ho fatto il partigiano della “Gino Lucetti” comandata da Ugo Mazzucchelli. Ed eccomi qui da una vita nel nostro circolo “Malatesta” in Via “Leandro Biselli”, giovane socialista di Gragnana ucciso dai “Maimorti”. Al Circolo “Malatesta” nel corso degli anni, sono venuti a trovarci i compagni da tutto il mondo, e noi li abbiamo ricevuti sempre bene. Festeggiamo il I° Maggio anarchico dal 1947 ad oggi. Ho conosciuto Alberto Meschi (Fidenza 1879 - Carrara 1958) il grande sindacalista anarchico, che avevo 14 anni. Noi gragnanini anarchici non l’abbiamo mai dimenticato e l’undici dicembre di ogni anno, giorno della sua scomparsa, ci rechiamo presso la sua casa natale a Fidenza. Deponiamo una corona -conclude Roberto Giovannelli- e ce ne torniamo a casa. (V.P.) ne, da “Dedalo e Icaro” al “Cenotafio degli Stuart”, al “Monumento funerario per Maria Cristina d’Austria”, all’ “Ercole che saetta i figli”, alla “Venere Italica”, alla “Ballerina con le dita sul mento”. Riunite per la prima volta nel loro insieme esse offrono la possibilità di cogliere le sfumature e le declinazioni del legame intellettuale ed artistico che conduce Galliani, partito da un processo di decostruzione dell’opera originale, alla creazione di inedite letture del “corpus” canoviano. Apre la mostra il ritratto di Letizia Ramolino Bonaparte, opera che Antonio Canova dona all’Accademia nel 1810: alle sue spalle quella di Galliani, “Inreameabilis error” (1978), che presenta il disegno a parete della grande ala canoviana (dall’ala di un angelo del Monumento Funerario a Maria Cristina d’Austria) e al suolo una scaglia di marmo. Questo rapporto con la storia dell’arte, presente nell’universo poetico di Omar Galliani fin dai suoi esordi, si caratterizza non tanto come citazione stilistica, quanto come interpretazione delle singole opere con cui l’artista dialoga. In questo percor- La mostra si protrarrà fino al 20 gennaio. L’inaugurazione è stata preceduta da una tavola rotonda nell’aula magna dell’Accadema di Belle Arti. so il disegno si configura come il nucleo centrale attorno a cui si compongono i suoi quadri. Nel doppio itinerario della mostra l’osservatore si trova a contemplare opere d’arte contemporanea, dalle quali cui emergono voci del passato, inserite nel contesto dei gessi ottocenteschi. Ed è questo duplice registro, spaziale e temporale, che arricchisce il suo orizzonte di attesa. L’apertura della mostra è stata preceduta dall’inaugurazione dell’Anno Accademico. Concepita come una tavola rotonda, essa ha offerto momenti di riflessione sulla attitudine culturale dell’Accademia di Belle Arti di Carrara. Vi hanno partecipato il Sindaco Angelo Zubbani, il Presidente dell’Accademia Simone Caffaz, il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio Alberto Pincione, l’Assessore alla Cultura Giovanna Bernardini, l’artista Omar Galliani, il prof. Marco Baudinelli, la prof. Anna Vittoria Laghi e il Direttore dell’Accademia Lucilla Meloni.
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