marzo 2013 / anno 6 - numero 3 - Comune di Lerici

ANNO 6 - NUMERO 03
1 MARZO 2013
Laboratorio di
Giornalismo
delle scuole
medie F. Poggi
e P. Mantegazza
Lerici In… è un
allegato di Ameglia
Informa, registrato al
tribunale della Spezia
al n.2 del 4.2.1998
(stampato in proprio)
LERICI IN...
non ha alcun finanziamento
pubblico e
si regge solo grazie
alla pubblicità degli
inserzionisti
che permettono la
DISTRIBUZIONE
GRATUITA
alla popolazione
MENSILE DEL TERRITORIO DI LERICI
a cura dell’Istituto Comprensivo di Lerici
Lo sguardo di D’Annunzio verso il Golfo dei Poeti
Nell’anno in corso,
oltre al bicentenario
della nascita
di due giganti
del melodramma,
Verdi e
Wagner, ricorrono
anche centocinquanta
anni dalla nascita di
Gabriele D’Annunzio.
Il direttore di questo mensile
mi ha così chiesto di scrivere qualcosa
sul poeta, ultimo, in ordine di
tempo, della triade Carducci, Pascoli,
D’Annunzio, prolifica fra Ottocento
e Novecento.
Quella di D’Annunzio (nato a
Pescara il 12 marzo 1863 e morto
a Gardone Riviera il primo marzo
1938) è una figura complessa
quanto poche altre per una vita
inimitabile in pace e in guerra,
ricca di incontri amorosi che avevano
riempito le cronache mondane
di mezza Europa per lunghi
anni, ma soprattutto perché nel
campo delle lettere era stato letto
con avidità e solerzia quale brillante
giornalista, poeta, drammaturgo
e romanziere. Proprio per
tante disparate attività e così articolati
impegni letterari, non basterebbero
tutte le pagine di questo
periodico per tracciarne un sintetico
ritratto, e perciò mi limito a ricordarne
qualche verso tratto dal
terzo libro delle “Laudi”, Alcyone,
senz’altro il più noto e il più espressivo
tra i tanti suoi libri di
poesia.
Scritto in Versilia all’inizio del
secolo scorso quando era viva la
passione di D’Annunzio per Eleonora
Duse, fu pubblicato quando
alla grande attrice era subentrata
Alessandra di Rudinì, figlia dell’ex
Presidente del Consiglio Antonio,
due-tre anni dopo.
Pur avendo letto un numero
elevato di biografie dannunziane,
non ho mai riscontrato un cenno a
una sosta anche breve del poeta
nel nostro territorio. Ma da quella
Versilia dove trascorse le stagioni
estive di inizio secolo, rivolse spesso
lo sguardo al nostro Golfo, come
attesta l’ode Meriggio mentre
“sul mare Etrusco (…) grava la
bonaccia” e
“Riga di vele in panna
verso Livorno
biancica. Pel chiaro
silenzio il Capo Corvo
l’isola del Faro
scorgo”.
E, in Feria d’agosto:
“arde il Faro nell’isola del Tino.
Doppiano il Capo Corvo una
[ goletta
e un brigantino”.
Il poeta chiede di accogliere una
signora che viene dalla Grecia
con
“l’uva sugosa delle Cinque Terre
e nera e bionda
(…)
e il vino di Vernazza e di Corniglia
nelle inguistare”,
cioè nelle anfore dove già si custodiva
il succo delle viti nell’Ellade
antica.
Con l’avvicinarsi dell’autunno,
il Sole “Di Venere valica in Libra”
(Continua a pagina 2)
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quello della scuola, www.istitutocomprensivo-lerici.it con tutti i numeri di “Lerici In” a colori

(Continua da pagina 1)
come il poeta osserva in Undulna
e
“Tra il Serchio e la Magra, su
[ l’ozio
del mare deserto di vele
sospeso è l’incanto”.
Tralasciando altre rimembranze,
mi congedo anch’io
rilevando da Il Commiato,
l’ultima lirica di Alcyone, un
ricordo di quanto D’Annunzio
aveva visto e cantato durante
l’estate. E per ciò che riguarda
il nostro paesaggio:
“Da Capo Corvo ricco di
[ viburni
i pini vedess’io della Palmaria
che col lutto de’ marmi
[ notturni
sta solitaria!”.
Superfluo forse ricordare
che i marmi notturni sono
quelli del portoro, tipici della
nostra isola; ed ecco un altro
saluto:
“Potess’io sostentarti nella
[ mano
terra di Luni, come un vaso
[ etrusco!
In te amo il divin marmo
[ apuano
l’umile rusco”,
altro nome, quest’ultimo,
del pungitopo.
Poi, da Luni, un ritorno
all’isola del Tino, al nostro
Golfo, alla nostra città che si
Direttore Responsabile
Sandro Fascinelli
Capo-redazione
Maria Luisa Eguez
redattore docente
Gabriella Molli
Redazione
Christopher Desalvo
Marco Meneghini
Edoardo Santoro
Francesco Mencacci
Nicolò Conti
Alessandro Vegnuti
Pietro Bragazzi
Martina Bronzi
Kirsia Paulino
Nicolas Del Freo
Irene Gennaro
LERICI IN… - marzo 2013
trova oltre Capo Corvo qui rievocato
col nome di Caprione e
se è chiaro il raffronto ellenico
col Capo Sunio, già cantato nel
Primo Libro delle “Laudi”
come
“Promontorio fra tutti
venerando”.
Meno chiaro è forse quel
Mare Infero che - non risalendo
a Plinio - potrebbe suggerire
il sinonimo infernale. Qui il
“Mare Inferum” è il Tirreno,
contrapposto al “Mare Superum”,
l’Adriatico:
“O Tirreno, Mare Infero,
[ s’accende
nel tuo specchio l’insonne
[ occhio del faro;
ti veglia e guarda con le sue
[ tremende
navi d’acciaro
la Città Forte dietro il
[ Caprione
sacro agli Itali come ai Greci
[ il Sunio”.
La seconda parte del Commiato
ha meno interesse per
noi: D’Annunzio infatti dà incarico
all’ode di risalire il Serchio
per portare il suo saluto
fraterno a “l’ultimo figlio di
Virgilio”, il poeta e grande latinista
Giovanni Pascoli che
vive in Castelvecchio di Garfagnana.
Lo scorso anno non è stato
ricordato con la dovuta deferenza
il centenario della sua
morte; ma all’inizio del secolo
scorso, prima di lasciare la
Versilia, pensò D’Annunzio a
inviare al fraterno poeta una
simbolica ghirlanda
“Fatta è d’un ramo tenue che
[ crebbe
tra l’Alpe e il mare, ov’ebbe
[ il Cuor de’ cuori
selvaggio rogo e il Buonarroti
[ v’ebbe
i suoi furori”,
ricordando così la cremazione
del corpo di Shelley sulla
spiaggia di Viareggio e l’ansiosa
ricerca di marmi pregiati
da parte di Michelangelo.
Luigi Romani
UNITRE Marzo 2013 ore 15,30
Venerdì 1- Prof. Carletti: Mario
Tobino. Il clandestino
Lunedì 4 - Dott. Petacco: Cineforum,
“Il ragazzo con la bicicletta”.
Martedì 5 - Amm. Romani: Richard
Wagner: la tetralogia e altre
sue opere.
Martedì 12 - Prof. Calzolari: personaggi
legati alla storia del Borgo e
del Castello.
Venerdì 15 - Prof. Centi: La Divina
Commedia, lettura e commento
del canto decimo dell’Inferno.
Martedì 19 - Prof. Vignali: Picasso.
Venerdì 22 - Prof. Carletti: Antonio
Pennacchi: Canale Mussolini.
Martedì 26 - Prof. Vignali: Picasso.
La redazione, a suo insindacabile giudizio, potrà modificare, rinviare o rifiutare
la pubblicazione di scritti e annunci se non conformi all’etica ed allo spirito
della presente pubblicazione o per mancanza di spazio.
Sino a diverso orientamento, le lettere non vengono pubblicate. Gli articoli devono
essere concordati preventivamente con il direttore responsabile.
La redazione si riunisce lun. e mer. dalle ore 14 alle 15. Gli scritti, le lettere e le
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di Lerici piazza Bacigalupi, 5 o tramite e-mail a: lerici.in@libero.it .
Si avverte che la pubblicazione non ha fine di lucro, quindi gli scritti, gli
articoli e le collaborazioni sono accettate a titolo gratuito e di volontariato.
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Per la pubblicità si può contattare il n° di telefono 0187-601268 (anche fax e
segreteria telefonica) o lerici.in@libero.it .
Pagina 2

SOSTA
E VIABILITÀ
A LERICI
mese di marzo
Al momento di
andare in stampa
sono in corso incontri per la limitazione
della ZTL al solo sabato mattina invece
dell’intero sabato e domenica quindi, nel
mese di marzo, il sabato e la domenica
fate attenzione al semaforo che segnala ai
varchi quando il transito è libero:
verde entrata libera - rosso ZTL in atto.
Quando il transito è libero i veicoli
sprovvisti di pass possono transitare nella
ZTL di Lerici e San Terenzo con possibilità
di parcheggio, a pagamento, solo in loc. Erbetta
e lungomare Venere Azzurra. (Dall’1-10 al
30-04 in loc. La Vallata e Bagnara il parcheggio
è gratis nei giorni feriali, escluso il sabato).
Chi non ha l’apposito pass non può sostare in
altre aree all’interno della zona a traffico limi-
COME FUNZIONA
IL SERVIZIO
DELLE FARMACIE
Le farmacie sono aperte
dalle ore 8.30 alle 12.30 e dalle
ore 15.30 alle 19.30 (s. 30-3);
chiuse i festivi e il lunedì mattina.
La farmacia di turno effettua
il seguente orario di apertura:
dalle ore 8.30 alle ore
13.00 e dalle ore 15.30 alle 21.
La farmacia di turno nelle
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iniziano alle ore 8.30 del lunedì
per terminare alle ore 8.30
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del mese di marzo 2013:
• Dal 25 febbraio al 4 marzo e
dal 25 marzo al 1° aprile farmacia
Giudici di Lerici,
• dal 4 all’11 marzo farmacia Padre
Pio di Tellaro,
• Dall’ 11 al 18 marzo farmacia
Bello di Lerici,
• Dal 18 al 25 marzo farmacia
Ghigliazza di San Terenzo,
N.B. durante l’anno le farmacie
tato. Il servizio di bus navetta gratuito che
collega i parcheggi in loc Bagnara e La Vallata
con i centri storici è in vigore il sabato e la domenica
con parcheggio a pagamento.
Il transito di ciclomotori e motocicli è
sempre consentito liberamente; la sosta è
prevista negli spazi indicati dalla segnaletica.
Pass Provvisori in deroga (ad es. clienti alberghi,
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Pranzo di Pasqua
LERICI IN… - marzo 2013 Pagina 3

La Pasqua, dall’antico Egitto ai giorni nostri
La Pasqua è una
delle feste tradizionali
più antiche
che si ricordino;
una ricorrenza
errante, poiché cade
con data diversa la prima domenica
dopo il plenilunio di
marzo, giorno in cui veniva
immolato un agnello.
Già ai tempi di Gesù si festeggiava
la Pasqua per ricordare
l’esodo degli Ebrei dal-
l’Egitto, quando Dio colpì il
paese con la decima piaga, salvando
solo le case degli Israeliti
segnate con il sangue del-
l'agnello sacrificato.
Secondo il rituale ebraico, il
capofamiglia, riempita una
capiente coppa di vino, la benedice,
ne beve per primo e la
passa a ciascun commensale
affinché tutti ne bevano.
Il pane azzimo viene distribuito
a tutti i presenti assieme
al “charòseth”, una salsa fatta
di mele spezzettate, vino, noci,
datteri, mandorle, miele e cannella.
Il colore della salsa e la
consistenza ricordano ai commensali
l’impasto dei mattoni
che gli Ebrei erano stati costretti
a confezionare durante
la loro presenza forzata in Egitto.
La cerimonia comprende
sulla tavola una zampa d’a-
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gli uffici e l’URP sono aperti al pubblico tutti i
giorni feriali dalle ore 9.00 alle ore 12.00
gnello a ricordare il sacrificio
che oggi non si fa più perché il
Tempio è stato distrutto, l’uovo
sodo simbolo dell’immortalità,
erbe amare a ricordo
dell’amarezza della schiavitù,
acqua salata o aceto in memoria
delle lacrime sparse per le
Dieci Piaghe d’Egitto, e si conclude
con un ultimo giro di
coppa.
Il memoriale del Pèsach
(Passaggio) si apre con la domanda
di un bambino: “Perché
questa notte è diversa dalle
altre notti?” e prosegue con la
rievocazione dell’Esodo attraverso
la lettura della Torah e
l’intonazione di salmi.
Le erbe amare nel Caprione
nella nostra lingua non hanno
nomi specifici, ma si riconoscono
per la loro caratteristica; le
più note sono la Crepis sancta,
l’Hyoseris radiata, l’urospermum
dalechampii, la cardamine
Hirsuta, la Capsella bursa
pastoris, il taraxacum officinalis
e altre. Nell’insieme, le portate
del Sèder (cioè “Ordine
del cerimoniale”) hanno dunque
un valore altamente simbolico.
Nella tradizione cristiana,
segnata dall’istituzione dell’Eucarestia
nell’ultima cena,
prima della Passione, l’agnello
è offerta e offerente, e conduce
alla resurrezione di Gesù e
all’avvento del regno di Dio.
Riguardo alle uova pasquali,
l’uovo, come si è visto, è il
simbolo della rinascita e il suo
colore è una vecchia storia
che, come tale, ha fondamento
forse più nella leggenda che
dalle documentazioni. Che fosse
Maria di Magdala, la Maddalena
dei Vangeli, a scoprire
il sepolcro vuoto di Gesù, lo
narrano le fonti scritte.
La leggenda inizia con la
stupefacente notizia che la
donna, immediatamente dopo
la scoperta della resurrezione,
recatasi dagli apostoli per informarli
di quanto fosse successo,
trovò in essi dubbio e
incredulità. In questo caso, fu
proprio Pietro che, parafrasando
la citazione evangelica
di Tommaso, rivolto a Maddalena
rispose: “Crederò a ciò
che dici solo se le uova contenute
in quel cestello diverranno
rosse”.
Pietro fu costretto a credere,
perché immediatamente le
uova che si trovavano sul tavolo
nella casa degli apostoli,
si colorarono proprio di rosso.
Da allora, si dice, che nacque
l’usanza di colorare le uova in
occasione della Pasqua; le uova
di cioccolato ne sono la con-
(Continua a pagina 5)
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LERICI IN… - - marzo 2013
Pagina 4

(Continua da pagina 4)
seguente evoluzione temporale,
tecnologica e commerciale.
La benedizione, in generale,
come per l’ulivo e per la
palma, che portiamo nelle nostre
case la Domenica delle
palme, oltre a derivare dalla
rievocazione neotestamentaria
del trionfale ingresso di Gesù
a Gerusalemme, assume anche
un significato augurale
propiziatorio e apotropaico:
“Quando a burasca l’è sorve ‘r
tecio, brusa l’uivo benedeto”.
Nella nostra tradizione si benedicevano
anche i “canestrei”,
pasta dolce intrecciata che con-
Posa di una targa commemorativa nel Ghetto
Il 27 gennaio, Giorno della
Memoria, è stata posta una
targa commemorativa all’accesso
di via del Ghetto a Lerici,
proprio dove sorgeva il primo
dei due cancelli che delimitavano
il quartiere ebraico.
Alcuni anni fa, durante la
ristrutturazione di un palazzo
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tutto lo staff della farmacia
è sempre disponibile per suggerimenti,
consigli ed eventuali indicazioni
adiacente, erano stati divelti e
gettati via i cardini che testimoniavano
la presenza di quel
mezzo di segregazione di una
parte della cittadinanza. Alla
cerimonia, molto partecipata,
sono intervenuti il sindaco
Marco Caluri, l’assessore Olga
Tartarini, la preside Eliana
Bacchini, Maria Luisa Eguez e
Valerio Botto, nostro collaboratore
e autore di “Nel cuore
di Lerici - Via del Ghetto”.
Nel quadrilatero Monterosso
(con la sua giudecca), La
Spezia (che si conquisterà il
prestigioso nome di Porta di
Sion), Lerici (con il suo ghetto)
e Luni (con una testimonianza
quasi bimillenaria), per non
parlare di Sarzana, Pontremoli,
Nicola, l’apporto ebraico allo
sviluppo del Levante ligure
nei secoli è rilevante anche se
non ricco di episodi eclatanti.
La solidarietà espressa da
una Spezia orribilmente ferita
dalla guerra ai sopravvissuti
teneva una o più uova dipinte;
di forma circolare, erano molto
simili a dolci o torte salate come
la “pasqualina” o il
“casatiello” campano e altri
piatti regionali contenenti uova,
ma questa è un’altra storia.
Buona Pasqua!
Gino Cabano
dai campi di sterminio non è
stato un episodio sporadico di
generosità ma l’indicatore di
una popolazione capace di relazionarsi
con l’altro da sé senza
pregiudizio; c’è poi il caso
del radicamento nel tempo di
gran parte degli ebrei lericini
nel tessuto sociale del paese
che è un altro segnale di come
questa assimilazione sia avvenuta
in maniera spontanea,
senza eventi traumatici che
abbiano portato a improvvise
migrazioni.
Oggi più che mai si dovrebbe
riflettere sull’integrazione
delle culture; ed allora riscoprire
l’apporto che proviene al
pensiero occidentale dalle sue
radici ebraiche significa compiere
un’operazione di consapevolezza
con una ricaduta
benefica sulla società contemporanea
in termini di arricchimento
spirituale e sviluppo
della capacità di una pacifica
convivenza.
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LERICI IN… - marzo 2013 Pagina 5

La piazzetta di Pugliola
Per gli anziani del luogo “l’è
a fose” (la foce), per tutti “a
piasseta”, a me piace chiamarla
piazza Fausto Coppi per la
bella targa in marmo che ricorda
la vittoria del campionissimo
nel 1939.
“Fose” è un toponimo che
ricorre molto spesso in Liguria,
anche alla Spezia c’è il
Passo della Foce sulla Via Aurelia,
e indica un valico generalmente
percorso da una
strada. Potrebbe derivare dal
latino “fauces” (gola) e ha un
significato tutto diverso dallo
stesso termine che indica la
foce di un fiume.
Chiamatela come volete: la
piazzetta è il cuore pulsante
del paese, ci passano tutti e si
fermano con l’auto anche solo
pochi minuti per comprare il
giornale, le sigarette o bere un
caffè, ma soprattutto è un
punto d’incontro per scambiarsi
un saluto, opinioni sui fatti
del giorno riassunti nelle locandine
dei nostri due giornali
locali.
Partendo
dalla targa
che raffigura
lo scambio
di boraccia
fra Coppi
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farinata
crostoni
focacce
affettati
sgabei
Feste
musica
perché le due tifoserie hanno
sempre interpretato la famosa
foto a modo loro) e percorrendo
la piazzetta in senso orario
incontriamo, in via Gazzoli, il
“Bed &.Breakfast Chez le coq”
situato in una palazzina d’epoca.
Attraversando la strada
che porta al parcheggio e alla
scuola elementare entriamo
nella piazzetta vera e propria
(foto a destra) troviamo il “Bar
-Tabacchi-Giornali” di Antonio
e Sonia Cosenza che hanno
rilevato il locale nel 2005 da
Edoardo Righetti, lo storico
“Edo”. Alla gestione del locale
collabora anche la figlia Clio
che nel mese di gennaio ha
dato alla luce una bambina
che hanno chiamato Chanel.
Cogliamo l’occasione per fare
gli auguri a genitori e nonni.
Adiacente al bar c’è il salone
“Acconciature Franca”.
I più giovani forse conosceranno
la signora Franca Randazzo
come la mamma di Valentina
Maggetti, la giovane
fotografa che ha già partecipato
a mostre e pubblicato libri.
L’ulti-mo progetto artistico di
Valentina, almeno nel nostro
territorio, è stato “Sarzana
dall’al-to”, ovvero la città sbirciata
da mansarde e soffitte,
riproducendo prima con una
foto e poi con il disegno ciò
formaggi
acciughe
vino e birra
che vedeva. I suoi lavori esposti
la scorsa estate in tutti i
negozi di Sarzana sono poi diventati
souvenirs sotto forma
di segnalibri, magliette ecc.
Dopo il portone d’ingresso
della casa troviamo lo studio
tecnico del geometra Francesco
Ferrarese con il quale collaborano
molti professionisti nel
campo dell’edilizia. Ultima
attività della piazzetta è il negozio
di alimentari aperto solo
da pochi mesi da Francesco
Silvestri, genero dei signori
Cosenza: “Mini Market da
Francè”, locale piccolo, ma ben
fornito.
Proprio di fronte alla fermata
dell’autobus, c’è il forno
riaperto recentemente dal giovane
Yuri Di Carlo, peraltro
figlio d’arte perché la madre
Nelly Del Punta vanta molti
attestati di stima nel campo
della panificazione. A Yuri facciamo
tanti auguri per la sua
nuova attività.
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LERICI IN… - marzo 2013 Pagina 6

Festa della donna: una riflessione linguistica VOTAZIONI del 3-2-2013 per i
Di scottante attualità per
l’Otto Marzo è il tema del
“femminicidio”, parola che non
è neanche più tanto un neologismo
in quanto già ai primi
dell’Ottocento il termine femicide
(“femmicidio”) veniva usato
in Inghilterra per indicare
l'uccisione di una donna da
parte di un uomo.
Da notare che esistono sin
dall’antichità termini come
matricidio, parricidio, fratricidio,
infanticidio, uxoricidio per
indicare l’uccisione rispettivamente
di madre, padre, fratello,
bambino, moglie; al giorno
d’oggi l’uso della parola “femminicidio”
sottolinea la relazione
del delitto con un’identità
di genere.
Un’altra parola più recente
è entrata nel linguaggio internazionale
ed è quella del “feticidio”:
non si tratta però di
aborto, ma dell’eliminazione
selettiva di una bambina appena
venuta al mondo, soprattutto
nei paesi asiatici dove
sono le stesse leggi per la pianificazione
delle nascite che
spingono a preferire un figlio
maschio e ad eliminare quindi
le neonate al momento del
parto (cfr. il libro di Xinran Le
figlie perdute della Cina, ed.
Longanesi).
Più di 120 sono state le
donne ammazzate in Italia nel
2012, con una media di un omicidio
ogni tre giorni.
L’identikit dell’assassino ci
rivela, nella maggioranza dei
casi, il volto del marito, compagno
o fidanzato ancora convivente
oppure già abbandonato
a causa del suo temperamento
violento, ma talvolta
anche quello del padre o di
qualche altro parente. In qualche
altro più raro caso l’omicida
è una conoscenza occasionale
o uno sconosciuto.
L’identikit della vittima
denota un’età variabile dai 7
ai 70 anni, diversità per cultura
e ceto sociale. Spesso
l’omicidio è l’epilogo di una
serie di violenze fra le mura
domestiche o atti persecutori
già denunciati.
In Italia sino al 5 agosto
1981, data in cui state abrogate
con la legge n° 442, esistevano
ancora le disposizioni sul
delitto d'onore, che comminava
pene miti a chi ammazzava
la moglie perché era o si credeva
tradito (cfr. il film Divorzio
all’italiana di P. Germi con M.
Mastroianni e S. Sandrelli,
1961); inoltre un violentatore
poteva farla franca dichiarandosi
disposto a sposare la sua
vittima.
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Candidati scrutinati in ordine di
preferenze. Gli eletti verranno nominati
con decreto del Sindaco.
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Domenico, Buzzi Mauro, Ragghianti
Emanuela, Cabano Gino,
Repetto Silvio, Zanello Giuseppe,
Greco Mario, De Ponte Maria
Concetta, Bonvicini Marco,
Junior - Venturini Andrea, Buticchi
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MUGGIANO - Comiti Catia, Gilli
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LERICI IN… - marzo 2013 Pagina 7

Testata la “catena di S. Antonio” sull’ictus
In questa “catena” si narra
un episodio di vita comune in
cui una giovane donna muore
per il mancato riconoscimento
precoce di in ictus cerebrale;
seguono una serie di consigli
che, nonostante alcune
inesattezze che potrebbero
creare un eccessivo allarmismo,
hanno sicuramente
fondamentale importanza.
Con tutta la spazzatura che
gira su Internet credo che effettivamente
tali iniziative
sarebbero sicuramente utili
vista la straordinaria potenzialità
di divulgazione del
mezzo informatico. Provo in
poche righe a fare un po’ di
chiarezza su cosa è l’ictus
(parola che in latino significa
colpo) e come si riconosce.
L'ictus si manifesta quando
l'apporto di sangue ad una
parte del cervello viene interrotto
per un’occlusione, rottura
o spasmo di un vaso cerebrale.
Per questo motivo l'ictus
è una vera e propria emergenza
medica, che dev'essere
prontamente riconosciuta e
trattata per limitarne le conseguenze.
L’ictus può essere di due
tipi: il primo è l’ischemia cerebrale
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un’arteria cerebrale per un
trombo (coagulo) che ottura
un’irregolarità (placca) dell’arteria
stessa (trombosi), oppure
per coaguli partiti da lontano
(emboli), generalmente dal
cuore o da placche delle arterie
periferiche (embolia cerebrale).
Un intervento entro
le tre ore potrebbe essere risolutivo.
Il secondo tipo è l’emorragia
cerebrale (15% dei casi)
per rottura di un’arteria del
cervello in genere per “colpi”
di pressione arteriosa che
“rompono” vasi normali o malformati
(aneurismi).
Il TIA (transient ischemic
attack) è l’ictus in cui i sintomi
di allarme durano generalmente
meno di 24 ore e
che può essere meno grave
perché dovuto solo a uno spasmo
di un’arteria cerebrale.
L’ictus, pur essendo più frequente
nell’età avanzata può
colpire anche i giovani (6-19 %
sotto i 45 anni) e, in alcuni casi,
i bambini.
La sintomatologia è piuttosto
variabile in quanto dipende
dalla zona del cervello
colpita e dalla sua estensione.
Si può avere una forma di
debolezza, formicolii, intorpidimento
o una completa inca-
doriahotels
Recentemente è stata divulgata,
via internet, una specie di catena
di S. Antonio di cui ha parlato
anche il TG1 e che ha avuto una
notevole diffusione anche a Lerici,
come è successo anche ad alcuni
della redazione.
Per testare la veridicità dei consigli
“di vita o di morte” di questa
“catena” abbiamo interpellato il
medico lericino Marco Sturlese.
Il messaggio saliente che viene
trasmesso da questa “catena” è il
seguente: “… Quattro punti per
riconoscere se qualcuno ha avuto
un ictus cerebrale.
• chiedete alla persona di sorridere
(non ce la farà);
• chiedete alla persona di pronunciare
una frase completa
(esempio: oggi è una bella
giornata) e non ce la farà;
• chiedete alla persona di alzare
le braccia (non ce la farà o ci
riuscirà solo parzialmente);
• chiedete alla persona di mostrarvi
la lingua (se la lingua è
gonfia o la muove solo lateralmente
è un segno di allarme)”.
La redazione
pacità a muovere una metà
del corpo, difficoltà a deglutire,
lingua storta, afasia (difficoltà
di comprensione o espressione),
agitazione, incapacità
a rendersi conto del
proprio stato o di riconoscere
familiari o amici, disturbi visivi
(cecità di un occhio, comparsa
di macchia scura nel centro
(Continua a pagina 9)
LERICI IN… - marzo 2013 Pagina 8

(Continua da pagina 8)
del campo visivo), vertigini,
con perdita di equilibrio e coordinazione
dei movimenti,
ma anche sintomi più sfumati
quali mal di testa (forte), con
nausea e vomito, incapacità al
controllo delle emozioni con
crisi improvvise di pianto e
risate, una parlata strascicata
simile a quella di un ubriaco,
la comparsa di un sapore strano
in bocca sono tutti sintomi
di allarme. Tutti sono comunque
caratterizzati dalla comparsa
improvvisa.
Importante per i familiari
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tomi precoci ricoverando il
paziente in fretta in ospedale,
anche perché entro tre
ore dai primi sintomi può essere
efficace la terapia trombolitica,
che talora può sciogliere
il trombo che provoca l’ictus
ischemico (che rappresenta
oltre 3/4 dei casi) e fugare la
malattia.
Intervenire quindi con
grande tempestività è l’unico
modo per prevenire effetti devastanti
o invalidanti o letali,
quindi è importante di fronte
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che raccontano la
storia del nostro Paese, ricche
di notizie e curiosità.
• Il Museo delle Poste.
• Quella volta che consegnai
la posta a…: tre diverse
generazioni di portalettere
ci raccontano i protagonisti
degli eventi d’Italia.
• Patrimoni d’Italia: artisti,
tradizioni, chiese e santuari,
mare guardia medica o medico
di famiglia, evitando assolutamente
di mettersi a letto in
attesa che i sintomi spariscano
La raccomandazione finale
è quella di concentrare gli
sforzi d’informazione sulle fasce
di popolazione ad alto rischio
di ictus, come ad esempio
gli anziani, gli ipertesi e
chi ha un fattore rischio aumentato
quali il colesterolo
alto, il fumo, la sedentarietà,
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LERICI IN… - marzo 2013 Pagina 9
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Una figura di lericino fuori le righe
Fra i personaggi caratteristici
della vita lericina del primo
dopoguerra “Gianoni” (al
secolo Domenico Cresci) è stato,
a parere di molti, uno dei
più interessanti. Era il titolare
di quello che attualmente è il
bar Cristallo, che gestiva assieme
alla mamma Maria.
Persona piuttosto schiva,
aveva una certa cultura (forse
il diploma di maestro elementare)
e si esprimeva sempre in
italiano. Ma la particolarità
che lo contraddistingueva era
certamente una certa vena di
inventiva che, unita a comportamenti
ritenuti stravaganti
per il periodo, ne faceva un
personaggio. Noi ragazzi frequentavamo
il bar sia per consumare
gelati e bibite sia per
giocare con il biliardino (chiamato
allora “calciobalilla).
Al locale si accedeva scendendo
tre scalini, sulla sinistra
c’era il bancone e in un
locale adiacente la sala biliardo;
all’esterno sulla piazza erano
posizionati alcuni tavolini.
Più volte, mentre giocavamo
a biliardino, abbiamo visto
“Giannoni” partire con una
Guzzi Alcione dal bar: accendeva
il motore, posizionava
un’apposita tavola in legno
sugli scalini, quindi con una
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… una bontà che piace.
La famiglia Oriani
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accelerata usciva dal bar.
Oltre alla moto possedeva
una lancia Ardea, la cui selleria
sdrucita era stata sostituita
con il panno verde del biliardo,
da parte di un artigiano
locale. La posteggiava davanti
al bar al termine di una
manovra spericolata, che prevedeva
il passaggio in velocità
sotto i tre archivolti di via Roma,
poi una violenta frenata (e
contemporaneamente una sterzata)
per andare a fermarsi
davanti al bar.
A poca distanza era posizionato
un piccolo chiosco dei
giornali. che veniva regolarmente
sfiorato. Era “Er casotto
da Manin”, che vendeva anche
caramelle, dolcetti ecc …
Raccontano che una volta sia
stato colpito e spostato dai
supporti.
Gianoni praticava lo sci
d’acqua. Possedeva infatti un
motoscafo in legno, con il quale
si faceva trainare nello
specchio acqueo antistante la
passeggiata, facendo evoluzioni
sempre più vicine a riva.
Ricordo che una domenica
mattina, dopo aver richiesto al
pilota un sempre maggior avvicinamento
alla riva (la frase
rimasta famosa: “Accosta, Morino”),
fece sì che il motoscafo
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della
donna
finisse sulla scogliera di protezione.
Gianoni è stato anche un
antesignano nella pubblicità.
Nel primo dopoguerra infatti
aveva posizionato alcuni altoparlanti
sulle palme limitrofe
al bar, sulle quali spiccava la
scritta: Radio Oriel. Era la radio
di Masino Rossi, titolare di
un negozio di elettricità dell’epoca,
in via Roma. Trasmetteva
anche le radiocronache del
giro di Francia che appassionavano
i concittadini. Ecco le
sue strofette pubblicitarie:
“Il tutù del vaporetto segna il
mare di rimpetto,
si lecca i baffi il passeggero a
toccar l’imbarcadero,
sogna il mare, sogna i pesci e i
gelati del bar Cresci”.
E ancora:
“L’aragosta o il fritto misto
non li trovi da Callisto
ma da Gino il taverniere
che fa anche il cameriere”.
Gino Calloni era il proprietario
del ristorante “La Calata”.
Negli ultimi tempi, con il
contributo di esperti locali,
aveva trasformato un piccolo
pullman in una specie di camper
super attrezzato, con il
quale aveva effettuato un viaggio-avventura
nel Medio
Oriente. Quando ha lasciato il
bar è andato ad abitare in una
(Continua a pagina 11)
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centri tavola, composizioni semplici
o particolari con palloncini.
LERICI IN… - marzo 2013 Pagina 10

(Continua da pagina 10)
villetta alla Venere Azzurra,
trascinandosi dietro una specie
di zoo. Aveva diversi animali
ai quali si rivolgeva come
a una persona: “Vedrai che ti
troverai bene nella nuova si-
Il 30 marzo 1913, dunque
quasi cento anni fa, alla Spezia
si vara l'Andrea Doria, una
corazzata che per l'epoca era il
massimo che si potesse realizzare.
La giornata in cui la nave
entra per la prima volta
nell'acqua è veramente memorabile
anche perché la arricchiscono
una serie di iniziative
collaterali che contribuiscono
a fare più bello il programma.
Così si apre a un pubblico
numerosissimo il Castello di
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stemazione”.
Raccontano che abbia pagato
il proprio avvocato, che lo
aveva patrocinato in una causa
persa, con un sacco colmo di
monetine.
Gianoni appartiene a un
periodo tutto sommato spensierato
e divertente. La sua
figura così fuori dalle righe,
piena di inventiva e anticonformista,
ha suscitato molta
simpatia.
Raimondo Pagano
100 anni fa il varo della corazzata A. Doria
Lerici che per il degrado in cui
versava al tempo, era chiuso
da non pochi anni.
Nell'occasione si può visitare
la fortificazione che quasi
quattro secoli prima aveva ospitato
Andrea Doria, un nobile
dell'estremo Levante ligure
che aveva scelto fin da giovane
la carriera delle armi affermandosi
come grande uomo di
mare. Come Ammiraglio inizialmente
prestò servizio sotto
il Re di Francia Francesco, ma
ben presto entrò in rotta di
collisione con la sua politica
che opprimeva in modo vessatorio
Genova occupata dai
Francesi.
A quel punto il Nostro abbandona
il sovrano francese
che gli manda contro l'ammiraglio
Barbasieux con l'incarico
di catturarlo e mozzargli la
testa. Doria per sventare la
minaccia si ritira proprio nel
nostro Castello, mentre il nemico
entra con la sua flotta
nel Golfo. Barbasieux con false
promesse lo invita sulla sua
nave ammiraglia, ma Andrea,
intuendo la minaccia, si dice
ammalato. Il Francese a quel
punto lo va a trovare ripetendo
i suoi inganni, ma invano.
Doria non cade nella trappola
e congeda il nemico.
Però gli fa trovare fuori della
cabina, mentre esce, gli artiglieri
con le micce accese disposti
in assetto di combattimento
attorno alle bombarde.
Barbasieux, intendendo bene
la minaccia, alza la vela ed
abbandona precipitosamente
le nostre coste.
Questo era il legame che
univa Doria a Lerici nel lontano
1528. Noi sappiamo queste
cose per il resoconto che del
fatto stendono gli antichi periodici
spezzini, oggi facilmente
consultabili in Rete, descrivendo
l'Uomo cui era intitolata
la corazzata il cui varo avvenne
quasi un secolo fa e che
vide così anche il borgo marinaro
di Lerici partecipe del
grande avvenimento.
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la cucina classica nazionale
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LERICI IN… - marzo 2013 Pagina 11

(2) Spettacoli del cielo: “the Sun dogs”
Una recente foto del fenomeno
Alcuni anni or sono, verso le
prime ore di una mattina di
primavera, sono stato spettatore
di un altro fenomeno raro.
Mi trovavo alla guida della
mia automobile, in direzione
del sole sull’Aurelia verso Massa,
quando con mia sorpresa
mi sono accorto che la luce proveniente
dal cielo stava aumentando
in maniera sensibile.
Ho rallentato la velocità di
19 marzo, San Giuseppe, Festa del Papà
Pierino ti sembra bello
non avermi fatto nemmeno
un piccolo regalo
per la festa del papà?
Vignetta di Irene Gennaro
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marcia, ho osservato meglio
cosa stesse accadendo e, per
mia fortuna, ho trovato subito
un'area di sosta e mi sono fermato.
Davanti a me, posti in croce,
ai due lati e sopra e sotto il sole,
c'erano altri quattro soli di
uguale luminosità, ma non c'è
nulla di soprannaturale in tutto
questo. Non so se qualcuno
di voi ha notato, in certi tramonti
con il cielo velato, la presenza
di una specie di “arcobaleno
sferico” a una certa distanza
in orizzontale dal disco
solare.
La luminosità di questo fenomeno
può variare da debole
fino a divenire una “copia” del
sole stesso. Si possono anche
osservare, talora, due “copie”
Il regalo me lo sono
tenuto perché ho pensato
che se non ci fossi
io non saresti papà.
VIVERE IL BELLO
Prosegue nei giorni indicati,
alle ore 16, il programma delle
videoproiezioni di opere liriche
presso la sede dell’AUSER di
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2 marzo “Rigoletto” di G. Verdi
9 marzo “Lohengrin” di R. Wagner
16 marzo “Salomè” di R.
Strauss
23 marzo “Passione secondo
Matteo” di J. S. Bach.
CLIMACALOR
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IMPIANTI
del sole, ad eguale distanza da
una parte e dall'altra. Questo
fenomeno viene detto “parelio”,
gli inglesi lo definiscono “sun
dogs”, cioè “cani del sole”, e si
verifica a circa 22 gradi di arco
dal sole stesso.
È dovuto alla rifrazione di
cristalli esagonali che si trovano
nei cirri, le nuvole più alte
nel cielo. Ma torniamo a quella
mattina. La mia unica sfortuna,
come in altri casi purtroppo,
è stata quella di non avere
con me un apparecchio fotografico
per documentare le mie
affermazioni.
Una delle più antiche documentazioni
del fenomeno risale
al 1535 quando, una mattina
di primavera a Stoccolma, per
un'ora apparvero molti altri
soli attorno al sole. (continua)
Sergio Marchi
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LERICI IN… - marzo 2013 Pagina 12

A primavera, solo la primavera in tavola
Che bellezza la stagionalità
a tavola. Oggi non facciamo più
caso alle verdure (o alla frutta)
che mettiamo sulla tavola o in
pentola. Durante tutto l’ anno,
infatti, si trovano in vendita
nei supermercati frutta e verdura
non di stagione, per esempio
le fragole importate o
coltivate in serra. Abbiamo
chiesto alle nostre mamme e ci
hanno proposto una ricetta che
è totalmente (e solo) di primavera:
la frittata di asparagi.
È un classico piatto legato
alla comparsa degli asparagi.
Può essere servito come antipasto,
tagliato a piccoli quadretti
(in campagna, in Val di
Vara lo si divide in piccole losanghe,
una forma antica che
si riferisce ai tempi in cui le
donne veneravano la Madre
Terra). Oppure come secondo
piatto in porzioni più abbondanti.
Gli asparagi sono ricchi
di minerali e uniti a uova e formaggio
sono completi dal punto
di vista della nutrizione.
Inoltre se si va a coglierli
nei campi o sui sentieri, è
un’esperienza assai gradevole
anche dal punto paesaggistico.
La frittata di asparagi può
essere considerata un piatto
rustico; può essere preparata
con largo anticipo poiché, come
ogni frittata, è ottima anche
Associazione Sportiva
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scampagnate e pasti all’aperto.
Ingredienti:
• asparagi di campo (non molto
grossi, 800 gr),
• 6 uova,
• un piccolo porro,
• Pepe macinato q.b.,
• scamorza o provola affumicata
150 gr,
• Un cucchiaio di erba tritata
(in alternativa va bene anche
il prezzemolo,
• 40 gr di burro ,
• tre cucchiai di olio extravergine
di oliva,
• tre cucchiai di parmigiano
Reggiano (grattugiato),
• sale q.b.
Preparazione
Lavate per prima gli asparagi,
togliete loro la parte più
dura del fusticino quindi legateli
assieme a mazzetto e lessateli
(per circa 15 minuti) ponendoli,
se possibile, in piedi in
acqua salata dentro a una pentola
stretta e alta dove possano
fuoriuscire solo le punte (che si
cuoceranno con il vapore).
Quando saranno cotti scolateli
e tagliateli a pezzettini.
Pulite quindi il porro, levando
le foglie esterne più coriacee,
lavatelo e tagliatelo a fettine
sottili, che adagerete in un tegame
nel quale avrete fatto
sciogliere il burro. Fate appas-
sire il porro, poi salate, pepate
e aggiungete gli asparagi a
pezzetti già cotti; fate cuocere
tutto per qualche minuto, fino
a che gli asparagi non perderanno
più acqua di cottura.
A questo punto salate, poi
spegnete il fuoco e lasciate intiepidire.
In una terrina sbattete
le uova, aggiungete il pepe
macinato, il formaggio grattugiato,
gli asparagi passati, la
provola affumicata tagliata a
dadini, l’erba cipollina; amalgamate
bene gli ingredienti tra
loro.
In una padella antiaderente,
ponete l’olio e scaldatelo;
aggiungete poi il composto di
uova e cuocete la frittata per 2-
3 minuti a fuoco allegro ma
non alto, poi ponete un coperchio
sopra la padella e abbassate
leggermente la fiamma in
modo che anche l’interno della
frittata si cuocia in modo uniforme.
Quando i lati della frittata
cominceranno a diventare
ben dorati, giratela aiutandovi
con il coperchio; fate dorare
anche l’altra superficie della
frittata e poi fatela scivolare
sopra a un piatto da portata.
Servitela immediatamente dividendola
a spicchi.
Kirsia Paulino e Martina
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LERICI IN… - marzo 2013 Pagina 13

Concorso dei Presepi a Tellaro
Domenica 13 gennaio 2013 presso l’ex oratorio
della Confraternita di Santa Maria dei Battuti
in Tellaro si è svolta (alla presenza di un
folto pubblico fra cui il sindaco del Comune di
Lerici dott. Marco Caluri, il parroco di Lerici
don Federico Paganini e quello di Tellaro don
Simone Borrini, la preside dell’Istituto Comprensivo
di Lerici prof. Eliana Bacchini) la cerimonia
di consegna dei premi del Concorso
“Presepi nel Borgo” bandito ed organizzato
dall’Unione Sportiva Tellaro in collaborazione
con la Parrocchia San Giorgio Martire e il patrocinio
del Comune di Lerici.
Il primo premio del valore di 1.500 euro è
stato attribuito a Masino Lazzeri per un “Presepe
realizzato con conchiglie e radici”.
Il secondo premio di 1.000 euro è stato
assegnato al gruppo cresimandi di Lerici per il
Cineforum gratuito per i giovani a Sarzana
L'Associazione "Progetto
Uomo", fondata da Maria Clotilde
Fiori, da circa un anno
ha una sezione giovanile denominata
"Campo di volo".
Ogni domenica, alle ore 17,
noi ragazzi ci ritroviamo nella
sede di "Progetto Uomo" (Via
Gramsci 13, accanto al Comune),
guardiamo un film e lo
commentiamo. Ogni incontro
viene coordinato dallo psicologo
Stefano Bianco e dal facilitatore
sociale Elena Stefanini
e al termine facciamo uno
spuntino.
Responsabile di "Campo di
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volo" è Eugenio Micheli (nipote
di Maria Clotilde, cell. 328
9329318).
Questa esperienza è molto
interessante, sia perché guardiamo
film recenti e scelti da
noi stessi, sia perché ci abitua
a sviluppare uno spirito critico.
Naturalmente, l'analisi del
film costituisce il punto di partenza
per dialogare, dibattere,
confrontarci. Per il nuovo anno
appena cominciato, vogliamo
alternare al cineforum alcune
conferenze.
Poiché tra poco ci saranno
le elezioni e molti ragazzi vo-
1° premio per il presepe realizzato con conchiglie e radici
tema “Memoria delle vittime di tutte le guerre”.
Il terzo premio di 500 euro è stato attribuito
alla bambina di sei anni Iris Savi che ha
presentato un’opera intitolata “la Natività ripescata
sul fondo del mare”.
Il Il Gambero Gambero
Gambero
Nero
Nero
teranno per la prima volta,
abbiamo deciso di organizzare
qualche incontro che ci aiuti a
capire come funzionano le istituzioni.
Per il 24 marzo alle ore 17
abbiamo in programma una
conferenza del prof. Egidio
Banti sulla storia dei partiti
politici.
Ci piacerebbe organizzare
anche qualche incontro nelle
scuole della provincia spezzina.
Ricordo che ogni iniziativa
di "Campo di volo", cinema
compreso, è completamente
gratuita e aperta a tutti.
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Il Gambero nero
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LERICI IN… - marzo 2013 Pagina 14
SF

“Santità al femminile”: storie ritrovate
È uscito in
libreria Santità al femminile
(Edizioni Paoline) di Maria
Luisa Eguez.
Questo libro raccoglie brevi
storie vere di sante, di donne
determinate e forti, disposte a
dare la vita per seguire Gesù e
dedicarsi pienamente al prossimo.
Abbiamo rivolto alla
nostra caporedattrice qualche
domanda.
Da quanto tempo è che
scrivi?
R. Da sempre: certe passioni,
come le malattie esantematiche,
vengono da bambini. Ho
scritto il mio primo romanzo
nell’estate fra la quinta elementare
e l’inizio delle medie;
poco dopo è venuta la prima
poesia, dedicata a Giovanna
d’Arco. Il primo libro (una raccolta
di poesie) mi è stato
stampato come pubblicazionepremio
al concorso “La Madia
d’oro” nel 1979.
Quanti libri hai scritto e
di che genere?
R. Ho pubblicato una deci-
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Da più di un secolo al servizio dei soci e
della comunità santerenzina
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na di libri fra poesia, narrativa
e saggistica.
Di cosa tratta quest’ultimo?
R. È una raccolta, in ordine
alfabetico dalla A alla Z, di
brevi ritratti di donne che
hanno rappresentato il volto
femminile della Chiesa cattolica;
sono rappresentative dei
vari stati di vita (laiche, religiose,
nubili, sposate, vedove),
delle più diverse estrazioni
sociali, di due millenni di storia
e di differenti latitudini
geografiche. In comune hanno,
come dice il sottotitolo, l’essersi
rivelate “donne determinate
e forti”. E la «Roccia» a
cui tutte sono ancorate è la
Parola di Dio che continua a
incarnarsi nei credenti d’ogni
tempo e luogo.
Come mai hai deciso di
scrivere quest’opera?
R. È un libro nato “su commissione”
una ventina d’anni
fa. Non me l’aveva richiesto
però un editore, ma una delle
mie figlie. Lei sapeva d’essere
nata per intercessione di Caterina
da Siena ed io le raccontavo
alla sera, prima che
s’addor-mentasse, la storia di
Caterina e poi di altre donne
che si erano tutte innamorate
dello stesso Uomo, Gesù.
Mia figlia continuava a do-
Ristorante
del Molo
meta di artisti e poeti...
dove rivivono
gli antichi sapori
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le vere ricette di mare della tradizione lericina
dolci della casa
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mandarmi di raccontarle quelle
storie che le sembravano
quasi delle favole e allora un
Natale gliene ho messa per
iscritto qualcuna. Poi quei
primi capitoli hanno riposato
per anni nel cassetto, sinché
ho deciso, per i suoi trent’anni,
di farle un altro dono completando
l’opera.
Ho spedito l’inedito alle
Paoline e così, molto semplicemente,
ho ricevuto dalla Casa
Editrice un riscontro affermativo.
Sandro Fascinelli
ANAGRAFE in gennaio 2013
abitanti al 31 dicembre 10.623
abitanti al 31 gennaio 10.606
nati 3
morti 11
immigrati 35
emigrati 44
matrimoni 0
ORARIO SS. MESSE
Località Prefestivo
(ora solare)
Lerici
S. Francesco
(*San Rocco)
18.00
Festivo
(ora solare)
(*8.30) 10.00
11.30, 18.00
S.Terenzo 18.00 8.00 - 10.30
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Tellaro 18.00 11.00
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LERICI IN… - marzo 2013 Pagina 15

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La comunità
parrocchiale di
Lerici ha ricollocato
(grazie
alla generosità
di Margherita e
A l e s s a n d r o
Bracco) nella
chiesa di San
Francesco un
suo gioiello
costituito da un
fonte battesimale
del ‘700,
ospitato fino a oggi nell’oratorio di
San Bernardino. I due fratelli hanno
contribuito economicamente al
progetto del recupero per riportarlo
allo stato originale in memoria dei
loro genitori, Elvira e Giambattista.
Il fonte ha trovato una sistemazione
nella parte a sinistra della
chiesa parrocchiale (foto sopra) ed
è tornato quindi ad assolvere al
suo compito religioso, assumendo
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oggi anche una valenza documentaria
sul borgo e sulle sue trasformazioni.
Se la chiesa di San Francesco
nel ‘700 aveva un fonte così importante,
altrettanta importanza aveva
assunto nell’ambito ligure. Anche il
vescovo Ernesto Palletti ha benedetto
il fonte partecipando a una
cerimonia che per Lerici non è soltanto
una ricollocazione. I cosiddetti
“gioielli” lericini sono pochi,
ma parlano tutti del passato del
borgo: di arte e genio, di fede e riti
religiosi come è nel caso del fonte
battesimale tornato nella chiesa di
San Francesco.
Ma non solo. Ci sono sempre
messaggi più profondi che vengono
dal disegno e dall’uso dei materiali
di opere urbane e manufatti. Ci
sono le correlazioni con il vivere
quotidiano e con gli spostamenti
degli uomini, raccontano di economie
e di disegni politici. Dopo es-
• cibo per gli animali
• prodotti per la casa e per
l’igiene
• ...e tanto altro ancora
Superato San Terenzo, ci trovate a sinistra, subito dopo la galleria degli Scoglietti
A Lerici un fonte battesimale rinato.
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sere stato conservato nell’oratorio
di San Bernardino (dove raramente
oggi si tengono cerimonie religiose)
c’è voluto un po’ di tempo perché
questo fonte ricomparisse. E
c’è voluto un parroco giovane (don
Federico) per guardarlo con occhio
umido e pensare che non c’erano i
soldi per farlo rinascere. Quando
Margherita e Alessandro Bracco
hanno saputo di questo desiderio,
è stato tutt’uno il decidere di intervenire
economicamente.
La parrocchia ha deciso allora
di affidarsi a due giovani architetti
con studio in San Terenzo. È stata
scelta una base moderna in marmo
(concepita quindi in modo contemporaneo)
così il fonte ha trovato
una collocazione più alta e agevole
per i battesimi. E sopra è stato
aggiunto un San Giovanni Battista
(del 1570, come si legge alla base
del piccolo reperto). Anche lui prodigo
di messaggi, ma che era nascosto
alla vista.
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