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Anna Lucheroni Introduzione al sonno - I Sogni nel Cassetto

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Etica profession<strong>al</strong>e<br />

Quel lavoro le piaceva. Aveva la possibilità di essere libera durante il<br />

giorno. Certo, essere impegnata d<strong>al</strong>le nove di sera <strong>al</strong>l’una di notte, non le<br />

permetteva di andare <strong>al</strong> cinema o a teatro dopo cena. Comunque erano più<br />

gli aspetti positivi di quelli negativi. Non le sarebbe piaciuto un lavoro<br />

d’ufficio tipo nove-tredici-pausa pranzo e poi si ricomincia. Oramai si era<br />

abituata a quel ritmo. Però la domanda “Che lavoro fai?”, le procurava ancora<br />

un po’ di fastidio.<br />

La risposta era fin troppo semplice, ma i commenti e la curiosità del<br />

dopo risposta l’avevano sempre messa a disagio. Qu<strong>al</strong>cuno rimaneva in<br />

silenzio, <strong>al</strong>tri la guardavano con strani occhi indagatori. I più m<strong>al</strong>iziosi le<br />

chiedevano particolari. Sorrisetti, insinuazioni e ammiccamenti. Eppure il<br />

suo era un lavoro, se non proprio vecchio come il mondo, <strong>al</strong>meno antico<br />

come la scrittura.<br />

Fin troppo semplice. Svolgerlo bene, era un <strong>al</strong>tro paio di maniche.<br />

Aveva bisogno di ritmi particolari e ritu<strong>al</strong>i precisi, <strong>al</strong>trimenti lo scopo non<br />

veniva raggiunto. E quel lavoro doveva inequivocabilmente raggiungere esiti<br />

evidenti. L’aspetto fisico era importante. Se si fosse presentata p<strong>al</strong>lida, con<br />

le borse sotto gli occhi e con l’aria stanca di chi non ha dormito, sarebbe stato<br />

preso come un segno di scarsa profession<strong>al</strong>ità. Nel giro di poco, avrebbe<br />

perso tutta la clientela. Anche il vestiario era stato motivo di studio accurato.<br />

Non particolari vistosi che potessero attirare troppo l’attenzione, né<br />

colori sgargianti. Doveva avere una linea dolce per fare solo intravedere la<br />

figura, e ton<strong>al</strong>ità tenui, capaci di far sognare.<br />

Aveva fatto numerose prove tingendo da sola la stoffa, fino ad arrivare<br />

a un bellissimo Blusfumato-Nottedisogno. Allora comprò molti metri di<br />

tessuto leggero, chiamato cencio della nonna, e si cucì una tunica con ampie<br />

maniche e scollatura ov<strong>al</strong>e. Poi prese un paio di mezzi guanti di cotone, tinse<br />

[isnc]isogni<strong>nel</strong>cassetto 10 Racconti di <strong>Anna</strong> <strong>Lucheroni</strong>

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