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Il bambino sordo a scuola: integrazione e bilinguismo. - Corso di ...

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<strong>di</strong>fferently constructed, they have much to teach us about language that<br />

spoken forms cannot” ed inoltre afferma che la lingua verbale segue un<br />

andamento sequenziale, mentre quella segnica è simultanea, nel senso che<br />

ogni segno rappresenta un insieme <strong>di</strong> configurazioni e movimenti portatori<br />

<strong>di</strong> senso.<br />

La lingua dei segni assurge, dunque, alla denominazione <strong>di</strong> lingua vera e<br />

propria, ciò nonostante ancora oggi essa non viene regolarmente utilizzata<br />

nell’istruzione dei bambini sor<strong>di</strong>.<br />

Le motivazioni possono essere rintracciate nella scarsità <strong>di</strong> competenza e<br />

conoscenza, da parte soprattutto dei genitori stessi <strong>di</strong> questi bambini, sia<br />

della LIS sia dei meto<strong>di</strong> riabilitativi che possono e devono, in molti casi,<br />

essere applicati per <strong>di</strong>minuire l’han<strong>di</strong>cap, meto<strong>di</strong> che esulano dalla<br />

protesizzazione o l’impianto presso i centri <strong>di</strong>agnostici specializzati.<br />

I soggetti coinvolti, non potendo esprimersi nella forma comunicativa che<br />

viene loro spontanea, molto spesso subiscono importanti traumi nella<br />

delicata fase dello sviluppo delle loro abilità cognitive, linguistiche e<br />

sensoriali, con possibili ricadute psicologiche che danno vita a<br />

comportamenti quali impulsività, iper<strong>di</strong>pendenza, bassa autostima,<br />

aggressività.<br />

Per abbattere queste barriere linguistiche e principalmente psicologiche,<br />

come <strong>di</strong>mostrano gli stu<strong>di</strong> neuro-psichici, è necessario mutare l’approccio<br />

socio-educativo nei confronti dei non udenti a partire dal contesto familiare<br />

<strong>di</strong> riferimento. Attuare nuove strategie comunicative per impe<strong>di</strong>re il<br />

manifestarsi dell’isolamento, come rifugio dalle <strong>di</strong>fficoltà, può costituire un<br />

punto <strong>di</strong> partenza notevole.<br />

La sor<strong>di</strong>tà, infatti, non è una malattia incurabile, tutt’altro, è una <strong>di</strong>versità che<br />

può <strong>di</strong>ventare un’occasione <strong>di</strong> arricchimento culturale per il <strong>sordo</strong> stesso e<br />

per il contesto socio-culturale in cui interagisce, un’opportunità <strong>di</strong> crescita e<br />

confronto fra esperienze <strong>di</strong>verse in cui ritrovare la vera identità linguistica e<br />

personale <strong>di</strong> queste persone, il silenzio come strumento <strong>di</strong> comunicazione<br />

attraverso i gesti.<br />

Da <strong>di</strong>verse ricerche specialistiche sono, infatti, emersi dati molto significativi<br />

circa la necessità, intesa come manifestazione dell’abilità innata dell’uomo al<br />

linguaggio, <strong>di</strong> qualsiasi tipo esso sia vocale-acustico o visivo-gestuale, dei<br />

non udenti <strong>di</strong> esprimere il loro intimo, la loro cultura e personalità attraverso<br />

la forma comunicativa a loro naturale: il linguaggio dei segni. Stu<strong>di</strong><br />

autorevoli hanno in merito <strong>di</strong>mostrato che la capacità dei bambini sor<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

apprendere una lingua vocale-acustica è maggiormente facilitata se<br />

intervengono due fattori principali: la libertà del <strong>bambino</strong> <strong>di</strong> utilizzare la<br />

lingua dei segni quale forma <strong>di</strong> potenziamento della sua capacità <strong>di</strong><br />

appren<strong>di</strong>mento delle categorie grammaticali fondamentali ed il contatto

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