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3alp-45b.qxd 22/11/04 20.34 Pagina 12<br />
DOSSIER OLIMPIADI Invervista a Pierino Gros campione di sci<br />
“Ad Innsbruck quel giorno<br />
nevicava...”<br />
Piero Gros, un tempo chiamato “Pierino la<br />
peste”, è uno dei più grandi sciatori di tutti<br />
i tempi. Valsusino purosangue, è nato a Sauze<br />
d’Oulx il 30 ottobre 1954. Venuto al<br />
mondo con gli sci ai piedi, Piero è ricordato<br />
da tutti per aver vinto la Coppa del Mondo<br />
di sci alpino nel 1974 e la medaglia d’oro<br />
nello slalom speciale alle Olimpiadi di<br />
Innsbruck del 1976. Dopo aver chiuso la<br />
carriera agonistica ai mondiali del 1982,<br />
Gros si è dedicato anche alla cosa pubblica,<br />
vestendo la fascia di sindaco del suo paese<br />
natale, sempre negli anni ottanta. Dopo aver<br />
cresciuto una bella famiglia (e suo figlio<br />
Giorgio è una delle speranze dello sci<br />
azzurro) è tornato alla ribalta quando il<br />
Toroc il comitato organizzatore dei giochi<br />
olimpici invernali di Torino 2006, gli ha<br />
affidato il compito di reclutare i volontari<br />
che saranno indispensabili durante le due<br />
settimane di gare tra Torino, la Valle di Susa<br />
ed il pinerolese. Così, mentre Piero appare<br />
in compagnia di Alberto Tomba in alcuni<br />
video-spot, il suo lavoro è in realtà molto<br />
più articolato, come sarà lui stesso a spiegarci.<br />
Meno male che sono venute queste<br />
Olimpiadi, così forse anche la Valle di Susa<br />
riscoprirà Piero Gros, e magari metterà un<br />
po’ da parte la sua consueta ritrosia ed<br />
eccessiva riservatezza per inorgoglirsi<br />
ancora una volta di aver dato i natali ad un<br />
grande campione, capace di imprese memorabili,<br />
stampate indelebilmente nell’albo<br />
d’oro dello sport mondiale. Diciamo questo<br />
perchè Piero è sempre un po’ dietro le quinte,<br />
e non tutti sanno che vive a lavora e Sauze,<br />
nella piccola borgata di Jouvenceaux, e<br />
pertanto anche lui, da buon valsusino, fa il<br />
pendolare riguardo Torino.<br />
Lei ha vissuto le Olimpiadi dal di dentro,<br />
e da protagonista, quando sciava. Come<br />
se le ricorda?<br />
Rispetto le altre gare, hanno sempre rivestito,<br />
per gli atleti, un fascino particolare. Se<br />
ne avvertiva la grandezza. E’ altrettanto<br />
vero, però, che quando si è atleti e si deve<br />
gareggiare, tutto passa in secondo piano.<br />
Non si pensa molto a quello che c’è dietro<br />
un evento, all’organizzazione...Devo dire<br />
che una volta i giochi olimpici erano più<br />
nascosti, con meno enfasi dei media, meno<br />
televisione, meno clamore. Altri tempi. Ho<br />
vissuto i giochi di Innsbruck e di Lake Placid,<br />
e devo anche aggiungere che ho vissuto<br />
assai poco anche il villaggio olimpico.<br />
Credo di essermi fermato lì soltanto la notte<br />
che ho vinto la medaglia d’oro, quando i<br />
giornalisti italiani ed<br />
altri amici mi organizzarono<br />
una piccola<br />
festa. Per il resto,<br />
ricordo che andammo<br />
una settimana prima a<br />
vedere un incontro di<br />
hockey che ci emozionò<br />
e caricò non poco:<br />
ci colpì in particolare<br />
la premiazione, il<br />
podio...<br />
Cosa provò quando<br />
vinse l’oro nello speciale,<br />
in Austria?<br />
La notte precedente la<br />
gara dormii pochissimo...C’erano<br />
su di noi,<br />
su me in particolare,<br />
fortissime pressioni.<br />
Eravamo la squadra da<br />
battere ed avevamo raccolto fino a quel<br />
momento poco: un bronzo con Plank ed un<br />
argento con Claudia Giordani. Quel mattino<br />
nevicava. A me questo non piaceva, anche<br />
perchè ero abituato a scendere senza niente<br />
in testa...Succede che chiudo al quinto<br />
posto la prima manche, davanti comunque a<br />
Stenmark ed a Gustavo (Thoeni, ndr).<br />
Quando sono sceso di nuovo, partendo<br />
come secondo, ricordo soltanto di aver fatto<br />
una grande manche, staccando significativamente<br />
uno dei miei avversari più<br />
agguerriti, Frommelt. Ancora adesso, quando<br />
vado in Austria, patria di queste specialità,<br />
in tanti se lo ricordano e mi festeggiano.<br />
Che successe dopo?<br />
Era tutto....più umano, credo. Non ci furono<br />
entusiasmi eccessivi. Ricordo soltanto con<br />
piacere la scommessa di alcuni miei amici,<br />
Chiaravalli, Rouget, Marcuzzi e Pizzimento,<br />
che se la fecero a piedi da Sauze a Torino,<br />
con un’auto al seguito, e la scalata fino<br />
alla Madonna del Cotolivier, in mio onore,<br />
da parte di Augusto Lelli, oggi purtroppo<br />
scomparso. Poi, pian piano chiusi la carriera.<br />
Negli ultimi anni mi piazzavo ancora<br />
bene, ma io ho sempre sciato per arrivare<br />
primo. Così , mi sono dedicato alla famiglia.<br />
Comunque ho preso parte a dieci Coppe<br />
del Mondo, con un primo posto, due<br />
secondi, un quarto...<br />
E adesso, la grande avventura di Torino<br />
2006...<br />
Stranamente, non mi occupo di un settore<br />
tecnico...o sportivo.E’ stato Marcello<br />
XII<br />
Piero Gros con il numero di 3<strong>Alpi</strong><br />
Piero Gros avec l’exemplaire de 3<strong>Alpi</strong><br />
Pochettino a chiedermi questo impegno. E<br />
devo dire che ho trovato nuovi stimoli, ho<br />
conosciuto persone, e poi posso dire alla<br />
gente come la penso.Dobbiamo reclutare 20<br />
mila volontari. Saranno la spina corsale delle<br />
Olimpiadi. Con la gente che incontro e<br />
contatto dovunque è mio compito enfatizzare<br />
il discorso olimpico. Da due anni mi<br />
spacciano come responsabile, ma io più che<br />
altro mi occupo di comunicazione e di promozione<br />
per ottenere iscrizioni nel registro<br />
dei volontari.<br />
Lei che è anche valsusino, cosa prevede<br />
succederà dopo i giochi per queste vallate?<br />
Le Olimpiadi faranno fare alle nostre valli<br />
un salto di qualità inimmaginabile. Avremo<br />
tra l’altro cinque mila posti letto in più! Qui<br />
ci si lamenta come avremmo fatto se non ci<br />
fossero state affidate. Dobbiamo pensare al<br />
turismo futuro, ma anche ai benefici che<br />
tutto questo porterà a noi. Perciò occorrerà<br />
sfruttare questi impianti soprattutto per i<br />
nostri giovani, facendo in modo che possano<br />
facilmente avere accesso alle strutture.<br />
Perchè fare sport vuol dire amicizia, agonismo,<br />
sogni e possibilità di lavoro. Non possiamo<br />
stare a guardare. Ricordo la fine che<br />
ha fatto la pista di ghiaccio a Susa...Mi dispiace,<br />
perchè la scelta sarebbe stata vincente.<br />
Susa potrebbe avere un palazzo del<br />
ghiaccio come quello che invece hanno fatto<br />
a Torre Pellice. Dobbiamo fare di più a<br />
livello locale, essere i primi gestori e fruitori<br />
di quello che le Olimpiadi ci lasceranno.<br />
Giorgio Brezzo