free | anno nono | numero sessantotto | settembre-ottobre ... - Emmi srl
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14 speednews<br />
ALCATrAZ<br />
di alessadro riva<br />
Di fronte al gigantesco, e metaforicamente maleodorante monumento alla merda esposto<br />
a Carrara, viene da chiedersi se sia meglio tacere o esprimere, non dico la propria<br />
contrarietà (ché altrimenti, non sia mai ti prendessero per benpensante!), ma il senso di<br />
immensa, deprimente, melmosa insulsaggine a cui è fatalmente giunta, nel suo complesso,<br />
l’arte contemporanea, non dico italiana, ma mondiale. Quel caravanserraglio di idee e<br />
ideuzze, di “sparate”, di enormità, di bla-bla-bla, teorico e visivo, che la circonda,<br />
come un chiacchiericcio tanto specialistico e apparentemente “intelligente”<br />
quanto inutile e vacuo, al quale solo gli “addetti ai lavori” sono dopotutto<br />
interessati, essendo del tutto scollati dalla vita delle persone per così<br />
dire “normali”; e nel quale l’artista, rotti tutti i codici, spazzato<br />
via qualsiasi riferimento estetico e qualsiasi orizzonte di senso,<br />
provate tutte le sperimentazioni possibili e, letteralmente, tutti<br />
gli orrori possibili e immaginabili (pulsioni omicide, suicide,<br />
perversioni sessuali, eresie, iconoclastie, bestemmie, sangue,<br />
torture, auto-flagellazione, violenze, feticci, immondizie), si<br />
sente, come il bambino a cui tutto sia stato concesso, tutto<br />
sia stato dato, tutto sia stato offerto, tutto permesso - e,<br />
anzi, più le spara grosse e più viene osannato e premiato dalla<br />
società, a cui in fondo si sente di non appartenere, poiché le è<br />
superiore, ma dalla quale pretende sempre lodi, commesse e<br />
prebende -, di non essere più in grado di fare altro se non di dire,<br />
con voce tonante e aria di sfida, di chi la spara più grossa di tutti:<br />
“Cacca!”. Sì, è fatale che si torni, istintivamente, all’analisi freudiana<br />
della “fase anale” del bambino, quella precedente alla “tirannide genitale”<br />
imposta dal mondo adulto, allorché il bambino fa, di tutte le attività piacevoli<br />
del proprio corpo, il suo solo e unico scopo: sì, è fatale che si torni lì, nel vedere<br />
compiersi, per mezzo di materiali più o meno nobili e con una forma riconoscibile, oltre<br />
che realistica, l’inutile e disarmante celebrazione, non di un santo o di un dio fattosi uomo<br />
(come avveniva quando l’uomo credeva ancora in una qualche resurrezione, oltreché in un<br />
possibile aldilà; e neppure di un uomo, celebre o saggio, come avveniva invece, attraverso<br />
i monumenti, celebrativi o funebri che fossero, quando si aveva ancora fiducia che l’uomo<br />
stesso potesse effettivamente cambiare la storia, e influire sul proprio futuro; e neppure, infine,<br />
di un oggetto, come è avvenuto invece negli ultimi trent’anni, con la celebrazione ovun-<br />
Giornata del Contemporaneo,<br />
roma fa repubblica a sé<br />
con Art2Nights<br />
Un lungo weekend dedicato all’arte contemporanea capitolina in<br />
collaborazione con Macro e Maxxi, un’iniziativa che unisce gallerie<br />
private e fondazioni in un opening collettivo tra vernissage, aperture<br />
straordinarie dei propri spazi, incontri con gli artisti. Questo diventa a<br />
Roma la VI edizione della Giornata del Contemporaneo, promossa<br />
da Amaci e qui “rinforzata” con l’organizzazione di Roma Art2Nights,<br />
evento patrocinato della Provincia e dal Comune, con partner di prestigio<br />
come Gioco del Lotto-Lottomatica e Premio Terna. Lo “start”<br />
capitolino, che ha affidato l’immagine a Marco Tirelli, vede la partecipazione<br />
- venerdì 8 e sabato 9 <strong>ottobre</strong> - delle galleria 1/9 Unosunove,<br />
Artsinergy, Co2, Delloro, Dora Diamanti, Federica Schiavo, Franz<br />
Paludetto, Furini, Gagosian, Marie-Laure Fleish, Ugo Ferranti, Giacomo<br />
Guidi & MG Art, Il Ponte Contemporanea, Limen otto9cinque,<br />
LipanjePuntin, Magazzino, Maniero, Maria Grazie Del Prete, Monitor,<br />
Lorcan O’Neill, Oredaria, RAM - Radioartemobile, Studio Pino Casagrande,<br />
Stefania Miscetti, The Gallery Apart, V.M. 21, Z2O Sara<br />
Zanin. Che dire? Uno start l’avevano ormai molte città - Genova, Torino,<br />
Milano, per fare gli esempi più noti e “storici” - mentre la Capitale<br />
non aveva dato segni degni di nota in questo senso, se non a livello<br />
“zonale” (in specie in area Macro). Ed era una mancanza che avevamo<br />
segnalato a più riprese. Ben venga dunque l’“allineamento”. E<br />
appuntamento ai primi di <strong>ottobre</strong>.<br />
www.art2nightsroma.org<br />
International Department,<br />
Civita in campo per esportare cultura<br />
Sostenere la cultura<br />
italiana e promuoverne<br />
le attività fuori<br />
dai confini nazionali,<br />
per competere alla<br />
pari con le grandi<br />
istituzioni omologhe<br />
di altri Paesi. E per<br />
invertire la tendenza<br />
che vede l’Italia, che<br />
ha esportato cultura in tutto il mondo per secoli, subire sensibilmente<br />
l’influenza straniera. È questa la mission di Civita International Department,<br />
dipartimento dell’Associazione Civita che, in autonomia gestionale<br />
e finanziaria, si dedicherà esclusivamente alla promozione<br />
delle attività di sviluppo verso l’estero. Prendendo spunto dall’esperienza<br />
dei poli museali di Torino, Venezia e - in un futuro prossimo<br />
- Roma, che dimostrano che le realtà italiane, se messe a sistema,<br />
sono in grado di fungere da volano per uno spirito nuovo. “Anche in<br />
considerazione”, si legge nelle note di presentazione, “del rinnovato<br />
spirito del Ministero per i Beni e le Attività culturali, che ha cominciato<br />
a porsi sempre più come promotore e attuatore di importanti progetti”.<br />
Civita ha ormai conquistato un ruolo da protagonista, rispondendo<br />
con efficacia ai nuovi bisogni del settore attraverso la costituzione<br />
di soggetti imprenditoriali per operare attivamente sul campo, che<br />
oggi le garantiscono l’attività su tutto il territorio nazionale. La nuova<br />
struttura si prefigge lo scopo di promuovere lo sviluppo delle attività<br />
di Civita verso il mercato estero e forse punta proprio sui musei, visto<br />
che gli eventi e le mostre, se le cose non cambier<strong>anno</strong> nella Finanziaria,<br />
sar<strong>anno</strong> solo un ricordo a partire dall’<strong>anno</strong> prossimo: nel nostro<br />
Paese non si potr<strong>anno</strong> più fare o quasi. Quali gli step del progetto?<br />
Innanzitutto individuare e indicare le strategie d’intervento più efficaci,<br />
quindi avviare le opportune azioni di promozione, per poi consolidare<br />
relazioni e creare partnership con soggetti e istituzioni internazionali.<br />
Il Civita International Department, presieduto da Emmanuele Francesco<br />
Maria Emanuele (sempre più dominus della cultura capitolina e<br />
non solo), coadiuvato nel suo compito dal segretario generale Albino<br />
Ruberti, opererà in totale autonomia e con la disponibilità di un budget<br />
garantito da risorse finanziarie messe a disposizione dalla Fondazione<br />
Roma, che partecipa con Civita alla nuova impresa.<br />
www.civita.it<br />
Tu bmw? Io Audi!<br />
Hirst “risponde” a Koons<br />
con l’art-car per elton John I loro nomi siamo<br />
abituati a trovarli<br />
affiancati in testa<br />
alle classifiche,<br />
dove si rimpallano<br />
la prima e seconda<br />
posizione<br />
nelle varie “power<br />
list” o “best of” di<br />
tutto il globo. Difficile<br />
dunque che<br />
Damien Hirst o<br />
Jeff Koons accettino di buon grado di rimanere dietro l’amico/rivale in<br />
un nuovo progetto o iniziativa, specie se di grande visibilità mediatica.<br />
Koons viene scelto come 17esimo autore della Bmw art-car? Ed ecco<br />
Hirst subito all’opera su un’Audi A1. Creata per l’Aids Foundation di<br />
Sir Elton John, che la venderà all’asta nell’evento organizzato annualmente<br />
con il partner David Furnish nella loro residenza di Windsor.<br />
L’auto offerta dalla casa tedesca - un’anteprima, il modello di serie<br />
sarà commercializzato da novembre - sarà messa all’asta insieme a<br />
uno spin painting creato da Damien Hirst in contemporanea. Prezzo<br />
di partenza? 420mila euro. E non è tutto: preso piede nel settore,<br />
LA CHIAVE? UNO SPAZZOLINO DA DENTI<br />
que imperante dell’oggettistica e del design, perfetta metafora di quel “feticcio della merce”<br />
di marxiana memoria, innalzato però a idolo iper-democratico, onnipresente e ovunque<br />
diffuso) ma, semplicemente, dei propri escrementi. Jean Clair, nel suo De immundo, aveva<br />
già predetto, e attentamente descritto (in quel pamphlet che i critichini conformisti avevano<br />
definito, ça va sans dire, “reazionario”) questa deriva inarrestabile e deprimente dell’estetica<br />
contemporanea, questa metafora lampante della fase suprema della “dittatura del<br />
subumano”, come definì Panofsky la tendenza nichilista che inevitabilmente<br />
portò agli orrori nazisti: leggendovi già, in controluce, il segno di “una fissazione<br />
del desiderio a uno stadio infantile”. Dal momento che l’artista<br />
contemporaneo, “che pretende di esercitare un potere assoluto sui<br />
suoi spettatori soggetti... è diventato, lui solo, l’individuo totale, il<br />
bambino assoluto”, al punto che, “allo ‘stato totale’ che abbiamo<br />
conosciuto nel secolo scorso, sarebbe succeduto oggi l’‘individuo<br />
totale’. E al culto del sangue, che ha fondato la società totalitaria...<br />
sarebbe succeduto il culto dell’escrementizio, in cui si<br />
afferma la potenza dell’individuo totale. L’individuo totale, l’artista<br />
mancato, il plasticatore degli ultimi tempi, colui che impone agli<br />
altri la propria merda, è il bambino dei primi giorni”. Tranquillizzatevi:<br />
non c’è più scandalo benpensante, di fronte a questo. Anzi,<br />
non c’è scandalo tout court, in questa deriva scatologica dell’arte:<br />
perché anche lo scandalo è morto, decenni e decenni fa; abbiamo<br />
abolito tutto, anche la capacità di scandalizzarci, di sorprenderci, di<br />
indignarci. Sì, non c’è più scandalo, così come non ci sono più benpensanti,<br />
né bourgeois da épater, in un mondo dove la medicina e la chirurgia<br />
estetica h<strong>anno</strong> già reso possibile qualsiasi trasformazione post-umana, dove il<br />
denaro è diventato l’unico feticcio possibile, dove la proprietà ha esteso i suoi diritti<br />
persino sulle idee, e dove la vita reale e la fiction h<strong>anno</strong> da tempo confuso i propri limiti e<br />
le proprie regole. Nessuno, in questo mondo bizzarro, che ha superato se stesso, si scandalizza<br />
più, per le bizzarrie del bambino assoluto. Anche lui, oggi, è fatalmente destinato a<br />
rimanere solo, con l’inutilità del proprio vano e deprimente narcisismo. Non ha cambiato<br />
il mondo, non ha scosso le coscienze, non rappresenta neppure più nulla, o nessuno. È<br />
solo, con la sua grande montagna di escrementi. Ma prima o poi, forse anche lui, come il<br />
bambino freudiano, dovrà tornare ad affrontare il principio di realtà.<br />
Voce importante dell’Inghilterra post-tatcheriana, Jonathan Coe ha regalato ai<br />
lettori alcuni memorabili affreschi della società britannica in varie fasi della sua<br />
storia. Romanzi come La famiglia Winshaw, La banda dei brocchi e Circolo chiuso<br />
sono intelligenti specchi letterari. Nella medesima scia sta quest’ultima prova,<br />
dove a farla da padrona è la crisi, economica e personale. Certo, lo happy end<br />
non è proprio da Coe, e nemmeno la scelta un poco facile dell’intervento diretto<br />
dell’autore (in carne e ossa, se così si può dire) nelle ultime pagine del romanzo.<br />
Ma per gli amanti dell’arte ciò che conta è la scintilla che dà il via all’intreccio: una<br />
fotografia scattata da Tacita Dean del Teignmouth Electron, la barca con la quale<br />
Donald Crowhurst tentò di fare il giro del mondo in solitaria. Quanto agli ex YBAs:<br />
“Non solo nessuno aveva qualcosa di interessante da dire sulle proprie opere, ma<br />
l’unica cosa di cui riuscivano a parlare - a parte il fatto che all’epoca scopavano<br />
tutti tra loro - era quanto fossero ‘shoccanti’ quelle opere e quanto loro fossero<br />
preoccupati di cosa avrebbero detto i genitori nel vederle”.<br />
Jonathan Coe, I terribili segreti di Maxwell Sim, Feltrinelli, Milano 2010<br />
l’“azienda” Damien Hirst resta in tema, proponendo i copricerchioni<br />
firmati. E prontamente accolti nel listino di Other Criteria, la “divisione”<br />
merchandising di quello che sempre più appare come un venditore<br />
del proprio nome, più che delle proprie opere d’arte.<br />
www.ejaf.org<br />
la scure della manovra<br />
sul Museo della Fotografia di Milano<br />
Niente Museo della Fotografia,<br />
almeno per com’era<br />
stato pensato finora, ossia<br />
come uno degli interventi<br />
qualificanti a Milano in<br />
vista del 150esimo anniversario<br />
dell’Unità d’Italia.<br />
Niente da fare, invece: i<br />
tagli alla cultura sono implacabili,<br />
e lo Stato - che<br />
doveva contribuire con 21<br />
dei 49 milioni di euro preventivati<br />
- risponde picche.<br />
Ad annunciarlo l’assessore<br />
milanese alla cultura Massimiliano<br />
Finazzer Flory, il<br />
quale tuttavia ha promesso<br />
che cercherà di recuperare,<br />
rastrellando fondi da privati e fondazioni bancarie. Il progetto Triennale<br />
Immagine, che dovrebbe sorgere in Zona Tortona, nei pressi della<br />
Città delle Culture di David Chipperfield, doveva vedere schierati la<br />
Triennale, il Comune - che ha stanziato i rimanenti 28 milioni - e lo<br />
Stato, con la struttura creata per i 150 anni dell’Unità d’Italia. “Il sindaco”,<br />
ha ricordato al Corriere della Sera il presidente della Triennale,<br />
Davide Rampello, “si rivolse a me, e io lanciai la proposta del Centro<br />
della fotografia, che venne accettata. Il museo è troppo importante<br />
per essere abbandonato, va fatto. Troveremo una soluzione”.<br />
www.triennale.it<br />
stralciodiprova<br />
di marco enrico giacomelli<br />
arte e letteratura? continuano sul blog .::raccolta differenziata::. all'indirizzo me.giacomelli.blog.exibart.com