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free | anno nono | numero sessantotto | settembre-ottobre ... - Emmi srl

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P.W: La città di Roma è davvero fortunata<br />

ad avere questo spazio unico.<br />

Sia Macro Testaccio che Pelanda<br />

sono eccezionali. Forse sono stati<br />

oscurati dalla stampa internazionale<br />

durante l’inaugurazione del Maxxi;<br />

ma se considerate tutti questi spazi,<br />

rappresentano una grande opportunità<br />

per Roma di promuovere una<br />

nuova identità che includa l’arte contemporanea.<br />

Personalmente, mi piacerebbe<br />

utilizzare sia Macro Testaccio<br />

che Pelanda per creare una città<br />

nella città, in cui il visitatore possa<br />

passare dalle 5 alle 8 ore visitando<br />

mostre, guardando film, partecipando<br />

a una discussione, pranzando o<br />

cenando, comprando libri o riviste,<br />

perdendosi e magari ballando fino<br />

a tarda notte. Esattamente come<br />

facciamo tutti quando usciamo in<br />

qualsiasi città per un intero giorno.<br />

Forse, nei prossimi due anni potremo<br />

raggiungere questo traguardo.<br />

Perciò la programmazione va considerata<br />

non solo in termini di mostre,<br />

ma anche in una cornice più ampia<br />

di eventi spalmati nel tempo ma concentrati<br />

in un unico luogo. Riguardo<br />

alla location, ogni mostra è a Testaccio<br />

per ragioni meramente pratiche:<br />

un singolo edificio, infatti, presenta<br />

un migliore controllo ambientale.<br />

Il budget a disposizione di questa<br />

rassegna lo hai trovato adeguato<br />

o avete dovuto fare una edizione...<br />

al risparmio?<br />

V.T.: Economicamente, il settore<br />

culturale (e non solo quello) vive un<br />

momento difficile, è inutile negarlo.<br />

Qualche ridimensionamento rispetto<br />

ai progetti iniziali c’è stato, soprattutto<br />

in termini di allestimento, ma<br />

abbiamo cercato di ottimizzare le risorse<br />

a disposizione non rinunciando<br />

mai alla qualità dei contenuti.<br />

M.P.: In una situazione economica<br />

generale ristretta all’osso, non ci<br />

possiamo attendere di avere a disposizione<br />

un budget enorme per<br />

una mostra. Abbiamo perciò dovuto<br />

prendere alcune decisioni in favore<br />

del risparmio e contro il design creativo<br />

e la qualità.<br />

P.W.: Il budget era significativo per<br />

realizzare il 90% della mostra che<br />

avevo proposto. Ma se il nostro scopo<br />

è quello di rendere il FotoGrafia<br />

Festival equivalente ai maggiori festival<br />

europei e di ottenere tutti i benefici<br />

che un processo del genere porta<br />

alla città (come il riconoscimento internazionale,<br />

l’aumento dei visitatori,<br />

eventi migliori per i romani), allora<br />

dobbiamo riflettere su come può essere<br />

raggiunto. Con risorse extra,<br />

questo festival potrebbe facilmente<br />

essere uguale, se non migliore, dei<br />

più importanti festival fotografici europei.<br />

Ciò dovrebbe essere qualcosa<br />

a cui aspirare.<br />

Chiudiamo parlando nello specifico<br />

della tua sezione. Come si articolerà<br />

la tua proposta? Come la svilupperai<br />

nei tre anni in cui sarai<br />

curatore del festival?<br />

V.T.: La mia mostra si intitola Maps<br />

and Legends. When Photography<br />

Met the Web ed è un’indagine sul<br />

rapporto tra il linguaggio fotografico<br />

e la cultura del web. Trattandosi di<br />

due realtà in movimento, la mappatura<br />

è necessariamente transitoria;<br />

la mostra stessa è pensata come<br />

una fotografia di un momento storico<br />

preciso. Non mi sono concentrata,<br />

tuttavia, sulla Rete come tecnologia,<br />

ma come luogo generatore di cultura,<br />

di storie, di linguaggi, perfino<br />

di leggende. La parola ‘legends’ del<br />

titolo è infatti volutamente ambigua:<br />

fa riferimento alle legende, intese<br />

come strumenti per decodificare una<br />

mappa, ma anche come miti, narrazioni.<br />

Ho selezionato il lavoro di dieci<br />

artisti, italiani e stranieri, che attraverso<br />

la loro ricerca mostrano come<br />

sia cambiata la percezione culturale<br />

della fotografia, anche e soprattutto<br />

in conseguenza dell’avvento di internet.<br />

Dalle gif animate alle fotografie<br />

nei mondi virtuali; dalle immagini di<br />

Google Street View agli scatti che<br />

cambiano in tempo reale con il flusso<br />

dei dati. C’è anche una macchina fotografica<br />

che cattura il tempo, invece<br />

dello spazio, rendendo la fotografia<br />

un’attività condivisa. Per quanto riguarda<br />

le prossime edizioni, ho intenzione<br />

di costruire due progetti tematici,<br />

due capitoli specifici che far<strong>anno</strong><br />

da approfondimento, da focus, dopo<br />

una prima edizione introduttiva. In<br />

particolare, per la seconda edizione<br />

mi piacerebbe costruire un percorso<br />

attraverso i tentativi - sempre più <strong>numero</strong>si<br />

- di fotografare l’invisibile.<br />

M.P.: La mia sezione si concentra<br />

su Fotografia ed Editoria: ho deciso<br />

perciò di seguire, nel corso dei tre<br />

anni, le fasi differenti della pubblica-<br />

zione fotografica. La prima mostra<br />

espone lavori inediti; la seconda<br />

mostrerà piccole pubblicazioni che<br />

ricevono una scarsa attenzione; nel<br />

terzo e ultimo <strong>anno</strong> analizzerò quelle<br />

pubblicazioni che h<strong>anno</strong> oltrepassato<br />

il confine del pubblico locale e/o fotografico<br />

per raggiungere un’audience<br />

più ampia, globale. L’intero programma<br />

è un’indagine dei motivi che - al<br />

di là della qualità - f<strong>anno</strong> raggiungere<br />

a una determinata pubblicazione<br />

fama mondiale, e che destinano invece<br />

all’oblio un’altra, di pari qualità<br />

e interesse. La prima mostra espone<br />

dunque bookdummies, reportage e<br />

progetti artistici mai pubblicati, ma<br />

anche siti di fotografi che non riescono<br />

ad attrarre un ampio <strong>numero</strong> di<br />

visitatori. Voglio dimostrare così che i<br />

fotografi st<strong>anno</strong> creando pezzi incredibili<br />

che potremmo non vedere mai.<br />

Oltre a questa ragione ovvia, la mostra<br />

ha lo scopo di mostrare le vere<br />

intenzioni di questi autori, non modificate<br />

da editori che h<strong>anno</strong> la loro visione<br />

particolare di ciò che il pubblico<br />

vuole, o del modo in cui un certo progetto<br />

dovrebbe essere visto.<br />

P.W.: La fotografia viene generalmente<br />

discussa al passato. Una volta<br />

che una foto è scattata, guarda indietro<br />

nel tempo, non avanti. Roland<br />

Barthes, in Camera Lucida, lo definisce<br />

“ciò che era”. Ma alcuni fotografi<br />

st<strong>anno</strong> mettendo in discussione questa<br />

affermazione, realizzando immagini<br />

che guardano avanti nel tempo:<br />

st<strong>anno</strong> lavorando cioè come gli scrittori<br />

di fantascienza e st<strong>anno</strong> usando<br />

il processo fotografico per immagina-<br />

approfondimenti 49<br />

re l’aspetto del futuro. Bumpy Ride<br />

mette insieme i lavori di otto fotografi<br />

contemporanei che usano tecniche<br />

analogiche e digitali, e che st<strong>anno</strong><br />

sfidando le nostre aspettative su ciò<br />

che vediamo in un’immagine fotografica.<br />

Ho preso il titolo della mostra<br />

da una pubblicazione dell’Intelligence<br />

Council statunitense, Global Trends<br />

2025: A Transformed World, che<br />

predice come il mondo stia entrando<br />

in un periodo di grande instabilità:<br />

abbiamo di fronte una “corsa<br />

turbolenta”. Ho già alcune idee per il<br />

prossimo <strong>anno</strong>, ma vediamo intanto<br />

come va l’edizione del 2010, e ciò<br />

che possiamo imparare dall’uso dello<br />

spazio e dalla risposta del pubblico.<br />

Il team del festival si incontrerà e riconsidererà<br />

le attività di quest’<strong>anno</strong>,<br />

valutando i miglioramenti in vista del<br />

prossimo. <br />

[a cura di m. t.]<br />

info<br />

dal 23 <strong>settembre</strong> al 24 <strong>ottobre</strong><br />

FotoGrafia Festival 2010<br />

Futurspectives<br />

direzione artistica di Marco Delogu<br />

a cura di Marc Prust, Valentina Tanni<br />

e Paul Wombell<br />

Macro Testaccio<br />

Piazza Orazio Giustiniani 4<br />

00153 Roma<br />

da martedì a domenica ore 16-24<br />

tel. 06 671070400<br />

www.macro.roma.museum

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