free | anno nono | numero sessantotto | settembre-ottobre ... - Emmi srl
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32speednews<br />
Italiani cronoarmonici,<br />
nuova sede a berlino<br />
per la galleria Mario Mazzoli<br />
“Indagare una percezione del tempo<br />
fuori dal tempo”. Qualunque cosa significhi,<br />
questo sono stati chiamati a<br />
fare gli artisti protagonisti della mostra<br />
Condotti cronoarmonici, con la quale la<br />
galleria italiana-a-Berlino Mario Mazzoli<br />
ha inaugurato la nuova sede di Potsdamer<br />
Strasse, dove si è trasferita dalla<br />
location più centrale di Zimmerstrasse.<br />
Curata da Giacomo Matteo Miniussi, la<br />
mostra promossa dal brillante gallerista<br />
figlio d’arte - attivissimo nella promozione<br />
internazionale della giovane arte italiana - vede la partecipazione<br />
di Alessandro Bosetti, Guido Canziani-Jona, Paolo Inverni, Roberto<br />
Pugliese/Tamara Repetto, Michele Spanghero.<br />
www.galeriemazzoli.com<br />
Dagli stati uniti all’Australia,<br />
grande apertura per steP09<br />
Dopo i gemellaggi con Berliner Liste e Green Art Fair Pechino, prosegue<br />
senza sosta la preparazione della seconda edizione di StEP09,<br />
la fiera che si terrà a Milano dal 26 al 28 novembre presso il Museo<br />
Nazionale della Scienza e della Tecnologia. Ilaria Centola e Francesco<br />
Gattuso, insieme a Ivan Ferrari e Paolo Brazzoli, confermano<br />
la vocazione “internazionale” di StEP09, che passa attraverso<br />
speciali Projects frutto d’intesa tra gallerie in arrivo da Stati Uniti,<br />
Australia, Portogallo, Spagna, Svezia. Fra queste: Gallery Heidrun<br />
Quinque - Wessels (Berlino), 3 Punts Galeria (Barcellona), Wolfram<br />
r.i.p.<br />
cORNEIllE<br />
Era l’ultimo dei protagonisti<br />
del movimento Cobra<br />
ancora in vita, e ne<br />
era stato nel 1948 uno<br />
dei fondatori, con quel<br />
nome di successo tratto<br />
dalle prime lettere di<br />
COpenaghen, BRuxelles<br />
e Amsterdam. Ma con lui<br />
se ne va in assoluto uno<br />
degli ultimi grandi artisti<br />
dell’avanguardia novecentesca.<br />
Nato a Liegi nel 1922, Corneille, pseudonimo<br />
assunto da Guillaume Cornelis van Beverloo, è morto il 5<br />
<strong>settembre</strong> in Francia, a Auvers-sur-Oise, dove risiedeva<br />
da diversi anni, dopo aver assunto la nazionalità olandese.<br />
Formatosi artisticamente ad Amsterdam e inizialmente<br />
affine al Surrealismo, dopo la guerra fondò appunto - insieme<br />
ad artisti come Asger Jorn, Karel Appel, Constant e altri<br />
- Cobra, gruppo che si opponeva alla cultura razionalista<br />
occidentale. Il movimento, che fra le sue fila <strong>anno</strong>verava<br />
anche diversi poeti, si sciolse nel 1951. Dopo il trasferimento<br />
a Parigi, Corneille iniziò a collezionare arte africana,<br />
e diverse influenze del suo carattere primitivo iniziarono a<br />
comparire nelle sue opere. Altri viaggi importanti per lo sviluppo<br />
del suo percorso furono quelli compiuti nelle Antille<br />
e in America Latina.<br />
RuDOlF lEOPOlD<br />
Era considerato il più<br />
importante collezionista<br />
privato d’arte in Austria,<br />
e dalla sua raccolta<br />
è nato nel 2001<br />
il Leopold Museum<br />
che, all’interno del MuseumsQuartier,espone<br />
centinaia di capolavori<br />
d’arte moderna<br />
austriaca. Rudolf Leopold<br />
è morto a giugno<br />
in una clinica di Vienna, all’età di 85 anni. Aveva avviato<br />
la collezione dopo la fine della Seconda guerra mondiale,<br />
giungendo a possedere la più grande e importante collezione<br />
di Egon Schiele al mondo, oltre a molti capolavori<br />
di Gustav Klimt, Oskar Kokoschka, Josef Hofmann, Alfred<br />
Kubin, Koloman Moser. Una collezione il cui valore, già<br />
negli anni ‘90, era stimato in quasi 600 milioni di euro. La<br />
reputazione di Leopold ha subito negli ultimi anni molti attacchi<br />
a causa della dubbia origine di alcune delle opere,<br />
presumibilmente acquisite durante il nazismo. Soprattutto<br />
la comunità ebraica di Vienna ha criticato duramente Leopold<br />
per il suo rifiuto di fornire accesso ai suoi archivi, per<br />
consentire indagini sull’origine di alcuni dipinti. Invece di<br />
restituire le opere di dubbia provenienza, Leopold ha sempre<br />
provato a raggiungere accordi extragiudiziali.<br />
PINO SETTANNI<br />
“Taranto, la mia città, è molto malata, quasi quanto me,<br />
spero che lei si salvi”. Queste parole, tristemente premonitorie,<br />
sono fra le ultime pronunciate pubblicamente<br />
il commento del mese<br />
“E per l'occasione innumerevoli gadget terribili<br />
testimonier<strong>anno</strong> l'evento. Dio salvi la regina”<br />
A Ezio non va proprio giù. Sarà una questione<br />
relativa al sempre rischioso trasporto di opere<br />
antiche (nella fattispecie, quattro dei dieci<br />
arazzi disegnati da Raffaello per la Cappella Sistina)<br />
oppure si tratta di un pizzico di anticlericalismo?<br />
Fatto sta che, per la notizia della visita<br />
di Papa Benedetto in Inghilterra, si invoca un<br />
aiuto divino...<br />
[in calce alle notizie su exibart.com]<br />
Woelcker Fein Art (Berlino),<br />
NRoom (Tokyo), Art Hobler<br />
(Lisbona), Svenska Konst Galleriet<br />
(Malmo), BlackArtProjects<br />
(Melbourne) e re-C Art Space<br />
(Chengdu). Tutte le gallerie<br />
presenter<strong>anno</strong> Solo Show o<br />
progetti speciali, come la Art<br />
Hobler di Lisbona, che punterà<br />
su Jakub Nepraš, interessante videoartista della nuova generazione<br />
che coniuga magistralmente creatività e glamour. Ci sarà anche una<br />
prima italiana assoluta, con la presentazione di Family Tree, progetto<br />
dall’artista israeliano Tal Rosner che “esplora le mitologie legate alla<br />
famiglia, in cui si agitano verità conflittuali”. Ma la seconda edizione di<br />
dal grande fotografo<br />
Pino Settanni in<br />
un’intervista al settimanale<br />
tarantino<br />
Wemag. Settanni è<br />
infatti morto a fine<br />
agosto a Roma,<br />
dove si era trasferito<br />
nel 1973 per fare<br />
il fotografo professionista.<br />
Nato a Grottaglie nel 1949, nel 1978 aveva conosciuto<br />
Renato Guttuso, proponendogli di reinterpretare<br />
fotograficamente in bianco e nero la Sicilia alla quale lui<br />
si era ispirato per i suoi quadri; il pittore lo aveva invitato<br />
a diventare suo assistente e fotografo personale. Ma in<br />
quegli anni prende forma la specializzazione che avrebbe<br />
reso Settanni celebre: la sensibilità innata per la ritrattistica.<br />
Per il suo studio di posa passano i più importanti<br />
personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo, da<br />
Federico Fellini a Marcello Mastroianni, Monica Vitti, Ennio<br />
Morricone, Omar Sharif, Robert Mitchum, Alberto Moravia,<br />
Enrico Baj, Lina Wertmuller, Roberto Benigni, Massimo<br />
Troisi, Giacomo Manzù, Enzo Cucchi. La sua ultima importante<br />
personale è stata allestita da Vittorio Sgarbi a<br />
Spoleto, in concomitanza con l’edizione 2010 del Festival<br />
dei Due Mondi.<br />
GIANNI BERTINI<br />
Aveva deciso di trasferirsi in Normandia<br />
per recuperare le forze,<br />
indebolito da una malattia che lo<br />
tormentava da tempo. E lì ha trovato<br />
la morte, nella terra scelta<br />
prima di lui da Monet, Delacroix,<br />
Corot, Courbet. Gianni Bertini,<br />
uno dei grandi artisti italiani affermatisi<br />
in Europa a partire dalla<br />
fine della Seconda guerra mondiale,<br />
è morto a luglio all’età di 87<br />
anni. Nato a Pisa nel 1922, dopo<br />
la laurea in matematica aveva<br />
deciso di seguire la passione<br />
per la pittura, stabilendosi a Milano,<br />
dove fu tra i fondatori del Movimento Arte Concreta.<br />
Nel 1949 tenne la sua prima mostra proprio a Milano, alla<br />
Galleria Salto, prima di trasferirsi nel 1951 a Parigi. Alcune<br />
sue opere dove utilizzava la sgocciolatura, presentate<br />
nell’<strong>ottobre</strong> del 1951 alla Galleria Numero di Firenze, sono<br />
considerate fra le prime manifestazioni di pittura informale<br />
in Italia. Nel 1957 a Parigi fece parte del gruppo Espaces<br />
imaginaires, proposto da Pierre Restany, mentre nel 1960<br />
partì per gli Stati Uniti, dove risiedette a New York. Rientrato<br />
a Parigi, partecipò alle attività del Nouveau Réalisme<br />
e nel 1965 firmò il primo Manifesto della Mec-Art. Nel 1968<br />
venne invitato con una sala personale alla Biennale di Venezia,<br />
dove nell’edizione successiva del 1970 fu commissario<br />
di esposizione. Rientrò a Milano, dove tra il 1971 e il<br />
1972 fondò due riviste di poesia visiva, Mec e Lotta Poetica.<br />
Nel 1984 tornò nuovamente a Parigi, dove una grande<br />
retrospettiva gli venne dedicata dal Centre National des<br />
Arts Plastiques, mentre nel 1988-89 compì alcuni viaggi<br />
in Oriente, esponendo nei musei d’arte moderna di Seoul<br />
StEP09 accoglierà l’arte in tutte le sue espressioni; non poteva mancare<br />
quindi un importante progetto di BioArte, come quello di Brandon<br />
Ballengée per Nowhere Gallery. Dedicata agli appassionati di Arte<br />
Cinetica la sezione Kineticstep, che vedrà insieme alle opere di Brida,<br />
Fausto Falchi, Roberto Pugliese e Oto Lab, quelle dei Balint Bolygo,<br />
vero e innovativo erede della più storicizzata arte cinetica degli<br />
anni che furono, e Davide Angheleddu, unico artista italiano presente<br />
all’ultima edizione di Kinetica Art Fair tenutasi a febbraio a Londra.<br />
www.step09.com<br />
Installazione sull’A22,<br />
benvenuto da 120mila euro<br />
per stefano Cagol<br />
Tre colline, come quelle che<br />
h<strong>anno</strong> dato origine al nome<br />
e che, in una cornice di alte<br />
montagne, identificano tuttora<br />
la città. 150 mq di superficie<br />
totale, per tre strutture<br />
poliedriche piramidali complesse,<br />
realizzate con sedici<br />
tonnellate di acciaio. Questa sarà Tridentum, installazione monumentale<br />
permanente con la quale Stefano Cagol si è aggiudicato il<br />
concorso da 120mila euro per la caratterizzazione artistica della nuova<br />
“porta” A22 di Trento. L’opera sarà infatti collocata sulla rotatoria<br />
presso lo svincolo autostradale di Trento Sud, ossia quella antistante<br />
il nuovo casello autostradale che fungerà da principale porta di accesso<br />
alla città. Una nuova importante affermazione per Cagol, che<br />
ha appena concluso il suo artist in residence all’ISCP di New York,<br />
frutto dell’affermazione al Premio Terna 02.<br />
www.stefanocagol.com<br />
e Taiwan. Dal 2000 gli vennero tributati <strong>numero</strong>si omaggi<br />
con mostre antologiche a Firenze, Brescia, Pisa, Milano e<br />
Gallarate, e furono pubblicate tre importanti monografie.<br />
cHRISTOPH ScHlINGENSIEF<br />
Parliamo della Biennale<br />
Arte del 2011 ma<br />
per una notizia triste:<br />
quella che sarebbe<br />
stata una consacrazione<br />
per Christoph<br />
Schlingensief, eccentrico<br />
regista chiamato<br />
a rappresentare la<br />
Germania ai Giardini<br />
di Castello, si trasformerà<br />
in un omaggio postumo. L’artista 49enne, notissimo<br />
anche per i suoi visionari e utopistici progetti, come la<br />
costruzione di un teatro d’opera nel deserto del Burkina<br />
Faso, è infatti morto in agosto, vinto da una malattia con<br />
la quale combatteva da oltre due anni. Considerato una<br />
delle figure più importanti nel teatro tedesco contemporaneo,<br />
Schlingensief stava fra l’altro lavorando a Berlino al<br />
progetto Via Intolleranza II, basato su Intolleranza 1960 di<br />
Luigi Nono.<br />
cARlO AYMONINO<br />
L’architettura ce l’aveva<br />
nel Dna fin dalla nascita,<br />
se è vero che lo zio - che<br />
fin da subito assecondò la<br />
sua precocissima predisposizione<br />
- era il grande<br />
Marcello Piacentini, fra i<br />
massimi architetti e urbanisti<br />
del periodo fascista.<br />
Carlo Aymonino, una vita<br />
ai vertici, dalla politica<br />
al mondo universitario e istituzionale, è morto a luglio a<br />
Roma, all’età di 84 anni. Nato proprio a Roma nel 1926,<br />
Aymonino si era laureato in architettura nella Capitale nel<br />
1950, avviando la sua attività di docente presso le Facoltà<br />
di Architettura di Palermo (1967), di Venezia (dal 1963 al<br />
1981) e Roma. Dal 1974 al 1979 è stato rettore dello Iuav<br />
di Venezia. A livello professionale, negli anni ’50 aveva<br />
lavorato fra Roma e Matera, mentre negli anni ‘60 aveva<br />
progettato il complesso residenziale Monte Amiata del<br />
Gallaratese, a Milano. Degli anni ‘70 sono i progetti per<br />
l’Università di Firenze, per l’Università delle Calabrie, per<br />
il Palazzo di Giustizia a Ferrara, per il Campus Scolastico<br />
di Pesaro. Più recenti i progetti per edifici residenziali alla<br />
Giudecca a Venezia, a Pesaro, a Tor Sapienza a Roma, il<br />
sistema di piazze al centro di Terni, sistemi polifunzionali<br />
a Scandicci, a San Donà di Piave, via Ostiense a Roma.<br />
Fra il 1976 e il 1985 venne invitato a partecipare con le<br />
sue opere alla XIII e XV Triennale di Milano e alla Biennale<br />
di Venezia. Dal 1981 al 1985 Aymonino ricoprì la carica di<br />
assessore agli Interventi sul Centro Storico del Comune di<br />
Roma. Tra i suoi ultimi progetti, la sala del Marco Aurelio<br />
all’interno dei Musei Capitolini a Roma. Nel 2000 era stato<br />
decorato del premio Hononary Fellow dall’American Institute<br />
of Architects.