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free | anno nono | numero sessantotto | settembre-ottobre ... - Emmi srl

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24speednews<br />

PENSIAMO<br />

a cura del Festival dell’Arte Contemporanea<br />

Il 7 <strong>ottobre</strong> l’associazione “gli Amici di Luca”, in collaborazione con il Festival dell’arte Contemporanea, promuove<br />

presso il MAMbo di Bologna il convegno “a cura di”, una rifl essione sul rapporto fra arte contemporanea<br />

e terapia, in occasione della 12esima Giornata nazionale dei Risvegli per la ricerca sul coma - Vale la<br />

pena. Sarà inoltre l’occasione per presentare il progetto “Existance” per la Casa dei Risvegli Luca De Nigris,<br />

composto da due lavori d’artista di Ettore Spalletti e Mimmo Paladino. Ne parla Alessandro Bergonzoni,<br />

attore, scrittore, artista e testimonial dell’iniziativa...<br />

La differenza tra “posto” e “imposto” fa di ogni ospedale l’apoteosi del non scegliere.<br />

Condizione sine qua non, è la condizione fi sica psichica (umana?) del re-cluso, monarca di passaggio del<br />

soggiorno dei forzati. La scelta al massimo è quella di farsi curare o meglio ancora di curarsi, leggendosi, auscultandosi,<br />

traducendo dal “come” ai “perché”.<br />

Ecco che un ricovero può diventare anche luogo a procedere o moto a luogo, spazio per oltre, zona pensata, arte<br />

aspettata.<br />

Asfi ssiati dal concetto di “sfi da” (da cui dobbiamo prendere tutte le distanze), lavorare sull’idea di arte e ospedale deve<br />

riguardare altro. Prima di tutto riguardare: vedere di nuovo, osservare in modo differente (e non sempre deferente, ossequioso,<br />

nei confronti della medicina, delle paure e delle dipendenze che ne conseguono).<br />

Deve crearsi una zona x, la stessa x di exit, existance, exitus (uscite, esiti, esistenze), dove artisti del fuori stravolgano i dentro, colgano e accolgano l’architettura<br />

delle ore nelle loro varie interminabilità, inabilità, smontando e rimontando le quattro pareti, della scienza della medicina dei servizi e dell’amministrare.<br />

Da quando collaboro con la Casa dei Risvegli, e in vista del futuro progetto d’arte (Exitance), ho capito che si deve far p’arte, ci si deve addentrare, scordando di<br />

arredare o esporre, ma ricordando di colmare.<br />

Il rapporto tra salute ed arte è già un’opera: qualsiasi “padiglione” si voglia allestire, bisogna “auricolare”, cioè studiare l’udito delle voci, cercare la sesta essenza<br />

di quell’abitare, guarire l’ambiente (insano?), salvare l’anatomia delle strutture, prendendosi cura di ciò che non c’è ancora.<br />

Ecco dove comincia l’invenzione di un posto, l’inimmaginabile planimetria del pensabile, la ristrutturazione dell’impensato, uomo compreso.<br />

L’artista può sottolineare ancor di più la differenza tra emozione e rimozione, e chi fa, chi inventa, chi crea, deve studiare con chi vive l’isolamento, la condivisione<br />

dei momenti, la spartizione delle aspettative, la fobia dell’incertezza, l’ammutinamento delle energie, il giorno letto e riletto, le diagnosi dell’attesa, il soffrire e<br />

l’offrirsi.<br />

Chi “opera” (evocando ben altre chirurgie) metta in mostra l’ombra inguardata e non l’inguardabile, perché l’arte non è utile ma duttile, non rianima ma anima.<br />

Anche questa è ricerca, anche questo concerne la politica, la politica non quella inferma, che nascosta dietro al sociale rimanda solo alle regole alle leggi, ma la<br />

politica fi losofi ca delle condizioni umane, per il bene delle trascendenze quindi dell’essere e non solo della persona.<br />

E nessuno si accontenti, nella degenza, di usufruire soltanto, ma pretenda dalle infermità che il “genius logi” scaturisca; cerchi di appendere al chiodo il quadro<br />

delle situazioni, pensi di uscire e riuscire a pensare.<br />

Quindi arte come condizione e non che condiziona, per accogliere nelle nuove so-stanze, (camere iperbariche del concetto), antimausolei dell’esperienza, zone<br />

del risorgere, altro ambito, non solite ambizioni.<br />

E come avrebbe detto Ippocrate a Leonardo da Vinci: “Grazie e arrivederci!”.<br />

ALESSANDrO BErGONZONI<br />

7 <strong>ottobre</strong> - ore 15<br />

a cura di MAMbo<br />

Via Don Minzoni 14 - 40121 Bologna<br />

www.amicidiluca.it / www.festivalartecontemporanea.it<br />

Debutto parigino in <strong>ottobre</strong><br />

per la nuova megacollezione<br />

rosenblum<br />

15mila mq di spazio<br />

espositivo a Parigi<br />

sud, 13esimo<br />

arrondissement,<br />

nell’area un tempo<br />

occupata da un<br />

grande laboratorio<br />

di sviluppo fotografi<br />

co, ristrutturata<br />

degli architetti Joseph Dirand e Aurélien Bedel. Sarà questa la location<br />

per un nuovo grande progetto destinato ad arricchire il panorama<br />

del contemporaneo parigino, con l’inaugurazione - il 21 <strong>ottobre</strong>, nei<br />

giorni della Fiac - della Rosenblum Collection. Una raccolta accumulata<br />

negli anni dal collezionista francese Steve Rosenblum e da sua<br />

moglie Chiara, che con la mostra inaugurale Born in distopia intende<br />

tracciare un panorama della nostra storia recente, dal dopoguerra<br />

a oggi, grazie a opere di artisti che affrontano problemi politici, economici,<br />

sociali ed ambientali. Si tratta di Ahmed Alsoudani, Christian<br />

Boltanski, Christoph Buchel, Mounir Fatmi, Ramin Haerizadeh, Rokni<br />

Haerizadeh, Mark Handforth, Duane Hanson, Andreas Hofer, Kristof<br />

Kintera, Barbara Kruger, Tala Madani, Aleksandra Mir, Andrei Molodkin,<br />

Lili Reynaud-Dewar, Allen Ruppersberg, Steven Shearer, Kelley<br />

Walker. Ci sar<strong>anno</strong> inoltre due opere monumentali, di Matthew Day<br />

Jackson e Loris Gréaud, create appositamente per la mostra.<br />

www.rosenblumcollection.eu<br />

un palazzo fi rmato Koolhaas<br />

in pieno centro a Venezia.<br />

Ma il sindaco dice no...<br />

Decisamente messo in ombra dal successo planetario dei retailer<br />

spagnoli (Zara) e scandinavi (H&M) e con la prospettiva di vedersi<br />

sbarcare in Italia il campione nazionale statunitense (Gap), Benetton<br />

punta a un restyling d’immagine dei suoi negozi e dell’allure che ruota<br />

attorno al suo marchio. E se un grande store a fi rma di Massimiliano<br />

Fuksas dovrebbe essere realizzato nel cuore di Roma, la Biennale<br />

d’Architettura è stata l’occasione per presentare un grande progetto<br />

di spazio multifunzionale nel pieno centro di Venezia, a Rialto, dove<br />

la società di investimenti immobiliari della famiglia di Ponzano Veneto<br />

ha acquisito l’ex palazzo delle Poste. Il progetto? Una sorta di<br />

grande piazza coperta con spazi commerciali (non solo store Benet-<br />

ton) e con ampie aree<br />

dedicate a esposizioni<br />

d’arte. Il tutto collegato<br />

da tre livelli di scale<br />

mobili fl uttuanti all’interno<br />

della struttura. Ma<br />

non vi illudete, voi che<br />

considerate sensato il<br />

recupero e la rifunzionalizzazione<br />

di un palazzo<br />

centralissimo attualmente abbandonato: “Per trasformare uno spazio<br />

a destinazione pubblica in un area anche commerciale occorre che<br />

il Comune realizzi un cambio di destinazione d’uso e la cosa non<br />

è assolutamente prevista”, ha tuonato il sindaco di Venezia Giorgio<br />

Orsoni, che è parso infi schiarsene anche del fatto che a fi rmare il<br />

progetto è nientemeno che Rem Koolhaas. “Contiamo di avere tutti i<br />

permessi in due anni”, ha invece rassicurato Benetton. Che, mettendo<br />

le mani avanti, ha dichiarato: “Non possono dirci di ‘no’ a priori.<br />

Questo progetto porterà quattrocento nuovi posti di lavoro in una città<br />

che si sta inesorabilmente spopolando”. Beh, ma cosa volete che siano<br />

400 posti di lavoro quando di mezzo c’è un cambio di destinazione<br />

d’uso? Mah...<br />

www.benetton.it<br />

Premio Arte laguna,<br />

le novità della V edizione<br />

Non è la partnership con Open, l’Esposizione Internazionale di Sculture<br />

e Installazioni all’aperto tenutasi a Venezia Lido in occasione del<br />

Festival del Cinema, l’unica novità della V edizione del Premio Internazionale<br />

Arte Laguna, che lancia il bando per il 2011. Il premio si<br />

arricchisce infatti di due nuove sezioni - Video arte e Performing art<br />

- che v<strong>anno</strong> ad aggiungersi a quelle ormai assodate di Pittura, Scultura<br />

e Arte Fotografi ca. La mostra collettiva fi nale - che espone le 110<br />

opere fi naliste selezionate dai giurati -, in programma a marzo 2011,<br />

coniuga la prestigiosa sede espositiva - l’Arsenale di Venezia -, ulte-<br />

riormente ampliata, a una serie di aperture straordinarie. Per quanto<br />

riguarda i premi, quattro sono le principali novità. Si inaugurano infatti<br />

quest’<strong>anno</strong> il nuovo Premio Sala Stampa, la cui giuria è composta<br />

da sette giornalisti di settore - Daniele Capra (Exibart), Elisa Delle<br />

Noci (Artkey/Teknemedia), Lorella Pagnucco Salvemini (Arte In), Cristiano<br />

Seganfreddo (Innov(e)tion Valley), Chiara Somajni (Il Sole 24<br />

Ore), Gloria Vallese (Arte), Maurizio Zuccari (Insideart) - chiamati a<br />

scegliere tra i fi nalisti un artista al quale assegnare la menzione; i<br />

Premi Speciali Artist in Residence - che prevedono l’assegnazione<br />

di tre residenze d’artista, realizzate sia in Italia sia all’estero - ideati<br />

con il preciso intento di promuovere e sostenere la formazione e incentivare<br />

la creatività dei giovani artisti vincitori; il Premio Speciale<br />

Tina B, realizzato in collaborazione con l’omonimo festival di Praga e<br />

dedicato alla performance; e, infi ne, il Premio Speciale Arte Communication,<br />

che offre la partecipazione gratuita alla 14esima edizione di<br />

Open. Il termine ultimo per partecipare al bando è il 16 novembre per<br />

le iscrizioni via posta e il 10 dicembre per quelle online.<br />

www.premioartelaguna.it<br />

Detto fatto. In <strong>ottobre</strong><br />

Gagosian sbarca a Parigi<br />

Come spesso ci accade, noi di Exibart eravamo stati fra i primi ad<br />

anticipare la notizia,<br />

esattamente un <strong>anno</strong><br />

fa. Ora arriva la conferma,<br />

con tanto di<br />

date e qualche particolare.<br />

Larry Gagosian<br />

sbarca a Parigi,<br />

con un nuovo spazio<br />

di circa 900 mq su<br />

quattro livelli nell’VIII<br />

arrondissement -<br />

zona assai insolita per le gallerie a Parigi -, inaugurazione il 20 <strong>ottobre</strong>.<br />

Lo spazio, situato al 4 di rue de Ponthieu - tra avenue Matignon<br />

e gli Champs Elysées -, avrà oltre 350 mq di area espositiva su due<br />

piani. La grande sala principale, rettangolare, misura 12 metri per 9,<br />

con circa 5 metri di altezza, e un lucernario di 6,5 per 3,5 metri. Un<br />

altro piano funzionerà come project space, per mostre speciali e progetti<br />

di collaborazione. La nuova galleria, che diventa la nona gestita<br />

dallo “squalo” in tutto il mondo, è stata progettata dall’architetto parigino<br />

Jean-François Bodin in collaborazione con lo studio londinese<br />

Caruso St. John.<br />

www.gagosian.com

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