free | anno nono | numero sessantotto | settembre-ottobre ... - Emmi srl
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38trailers<br />
advartising<br />
di raffaele bifulco<br />
“Io penso che per loro [Pasta Garofalo]<br />
sia una maniera molto elegante per<br />
avere un ritorno d’immagine, che<br />
sembra più indiretto [...] e che a me<br />
consumatore fa molto piacere”. In<br />
tempi di tagli ai fondi per il cinema<br />
italiano, Valeria Golino strizza l’occhio<br />
ai privati per il sostegno alle opere<br />
filmiche, assumendo tuttavia anche<br />
il punto di vista del consumatore. Il<br />
motivo è l’esordio alla regia dell’attrice<br />
di origini campane che, con la sua<br />
opera prima Armandino e il Madre,<br />
aggiunge il terzo capitolo alla serie<br />
di cortometraggi Garofalo firma il<br />
Cinema, format audiovisivo con cui<br />
Pasta Garofalo promuove l’immagine<br />
aziendale. Il cinema da alcuni anni è un<br />
asset strategico nella comunicazione<br />
dell’antico pastificio di Gragnano,<br />
esattamente da quando, prima col<br />
decreto Urbani (2004) e poi con il testo<br />
approvato dal Parlamento Europeo<br />
(2006), è autorizzata la presenza<br />
di prodotti a scopo promozionale<br />
al cinema e in televisione. Garofalo<br />
ha realizzato, nel giro di pochi anni,<br />
operazioni di product placement importanti, sostenendo diversi film, da Solo<br />
un padre di Luca Lucini a Saturno Contro di Ferzan Ozpetek, fino a Colpo<br />
d’Occhio di Sergio Rubini. Inoltre, Garofalo ha superato il concetto di semplice<br />
posizionamento del prodotto, iniziando a produrre direttamente, prima<br />
insieme a Fox L’Alchimia del Gusto di Edo Tagliavini e poi Questione di gusti<br />
di Pappi Corsicato. Adesso, supportati da Buena Onda, la neonata casa di<br />
produzione della coppia Golino-Scamarcio e Viola Prestieri, raccontano una<br />
storia di passione, amore, tormento e lieto fine in puro stile napoletano, ma<br />
con un sapore contemporaneo dato dal Museo Madre, nel ruolo di luogo<br />
galeotto in cui si svolge la narrazione, e le opere d’arte di Baselitz, Paladino,<br />
Clemente, Rovner, Gordon, Cattelan, Kapoor, Horn, Hirst, Kounellis, Neshat<br />
tra le quali Armandino scorribanda liberamente. Iaia Forte, bravissima, è il<br />
caso di dire che fa da guardia alla riuscita della recitazione generale, elevando<br />
la caratura dei tre bravi protagonisti esordienti (Nikolic, Garrel, Di Gennaro).<br />
L’idea è di PesceRosso, agenzia di comunicazione non convenzionale guidata<br />
da Benedetto Condreas, partner di Pasta Garofalo ormai da tre anni, con<br />
cui ha sviluppato un progetto di comunicazione di brand entertainment molto<br />
interessante legato al cinema. Il corto ha avuto una trasmissione abbastanza<br />
ampia, essendo stato proiettato fino ad ora in diversi cinema nazionali e in tv<br />
su La7 ed è stato portato al New York City International Film Festival, al Festival<br />
di Locarno, al Festival Internazionale I’ve Seen Films, al Festival di Montecatini<br />
e all’Ischia Film Festival. Buono il buzz sui social, prevalentemente Facebook.<br />
collezionisti<br />
a cura di francesca mila nemni<br />
antonio martino roma<br />
Quando hai cominciato a collezionare e qual è stato il tuo primo acquisto?<br />
Gradualmente, dal 1990. Il mio primo orgasmo nell’appendere un quadro alla parete l’ho<br />
provato con una carta intelata di Alighiero Boetti dal titolo Preistoria Primitiva.<br />
Da quanti pezzi è composta la tua collezione?<br />
Non lo so, non li ho mai contati, ma sicuramente in <strong>numero</strong> più che sufficiente per quelle<br />
che sono le mie disponibilità ed esigenze. Poi quello che conta non è il <strong>numero</strong> né le dimensioni,<br />
bensì la qualità.<br />
Quali generi prediligi?<br />
Pittura e disegni, installazioni dinamiche - cioè dotate di movimento e quindi vive e vitali,<br />
animate -, poi pochi video e poi fotografia. Non nascondo ultimamente un personale netto<br />
calo d’interesse per quest’ultima, che comunque è sufficientemente presente nella mia<br />
collezione.<br />
Arte italiana o internazionale?<br />
Assolutamente entrambe, in maniera non premeditata ma casuale.<br />
Quali sono gli artisti maggiormente rappresentati nella tua collezione?<br />
Luigi Ontani, Carla Accardi, Stefano Arienti, Mario Airò, Donato Piccolo, Andres Serrano,<br />
Nicolas Hlobo, Diango Hernández…<br />
L’ultimo nome entrato in collezione?<br />
Per incoraggiare i giovanissimi, le ultime acquisizioni sono state contemporaneamente del<br />
venticinquenne Alberto Scodro e del ventiduenne Andrea Barzaghi.<br />
Ti poni anche come committente?<br />
Committente per alcuni interventi in casa site specific: di Richard Woods con il legno e di<br />
Francesco Simeti e Alice Schivardi con la carta da parati.<br />
Vendi spesso pezzi della tua collezione?<br />
Ogni tanto. Perché coerentemente rientra nel mio modo di collezionare e di vivere l’arte,<br />
guidato esclusivamente dalla passione, dalla curiosità e dalla voglia di possesso irrequieta<br />
della bellezza, e certo pure dalle mie possibilità. Sono un passionale e non un freddo accumulatore,<br />
e quindi il calo di tensione determinato da diminuzione d’interesse e feeling verso<br />
a cura di alfredo sigolo<br />
s<br />
rassegna stampa internazionale<br />
STOP AI PRIVILEGI<br />
Tra gli effetti collaterali della crisi economica si respirano negli States una diffusa<br />
voglia di trasparenza e un’attenzione puntuale verso la gestione economica delle<br />
istituzioni culturali, che faticosamente cercano di risalire la china. A finire nell’occhio<br />
del ciclone sono stavolta le spese sostenute per le abitazioni di direttori e figure<br />
dirigenziali. Ellen V. Futter, presidente dell’American Museum of Natural History,<br />
abita un lussuoso appartamento del valore di 5 milioni di dollari, mentre l’alloggio<br />
di Thomas P. Campbell, direttore del Metropolitan, ne vale 4. Meglio di tutti va a<br />
Glenn D. Lowry del MoMA, la cui magione vale 6 milioni. L’uso di queste proprietà immobiliari dei musei è concesso a<br />
titolo gratuito ma soprattutto libero da qualsiasi imposta. A fare eccezione il J. Paul Getty, che considera l’alloggio dei<br />
dirigenti come reddito imponibile. Il New York Times tra le righe invoca un maggior controllo sulla gestione delle proprietà<br />
immobiliari dei musei, che già godono di un regime fiscale particolarmente agevolato.<br />
Chi: Kevin Flynn e Stephanie Strom<br />
Dove: New Yorkz Times<br />
Quando: 9 agosto<br />
LA CINA E LA SINDROME DA VIA GLUCK<br />
Quel che non ti aspetti: il direttore dell’amministrazione statale cinese dei beni culturali, Shan Jixiang, critica il frenetico<br />
sviluppo urbanistico che sta cambiando il volto delle principali città del Paese del Dragone. Centri storici distrutti,<br />
quartieri rasi al suolo, l’architettura tradizionale è spazzata via per lasciar spazio ai nuovi palazzi e grattacieli della<br />
globalizzazione, simboli del boom economico ma anche della perdita di una parte importante dell’identità nazionale. A<br />
preoccupare Shan è anche lo spreco di risorse, convinto che quest’ansia edificatoria produca strutture di cattiva qualità<br />
e antieconomiche, dalla prospettiva di vita limitata a qualche decennio. Il paesaggio urbano secolare cede il passo al<br />
nuovo consumismo architettonico omologante.<br />
Chi: Tania Branigan<br />
Dove: Guardian<br />
Quando: 4 agosto<br />
PICCOLO è BELLO<br />
Le chiamano jutaku kyosho e sono tipiche microhouse giapponesi. Nel Paese del Sol Levante un fenomeno conosciuto<br />
e oggi una tradizione che si rinnova grazie a nuove idee e tecnologie. L’architetto di Tokio Yasuhiro Yamashita è tra i<br />
più celebri nuovi interpreti di questa tecnica costruttiva. Risparmio di spazio grazie all’eliminazione di androni, corridoi,<br />
pareti interne e armadi, uso attento dell’illuminazione e di escamotage visivi per amplificare gli spazi. Ma la vera novità<br />
strategica è di rendere accessibile il massimo del lusso, seppur miniaturizzato. La vera scommessa non è solo quella<br />
di risparmiare spazio favorendo la concentrazione, ma di riuscire dimostrare come la qualità della vita non si misura in<br />
metri quadri. Come? Ad esempio inventando abitazioni simili a una lanterna di carta o sperimentando nuove forme di<br />
percezione attraverso pareti dinamiche e aperture flessibili.<br />
Chi: Lucy Craft<br />
Dove: NPR - National Public Radio<br />
Quando: 3 agosto<br />
GIÙ LE MANI DALLE PUBBLICHE COLLEZIONI<br />
Uno degli effetti più negativi della recente crisi è stato quello di consentire la possibilità di cedere beni da parte di<br />
musei e pubbliche collezioni per rimettere in sesto i bilanci. Fino a qualche <strong>anno</strong> fa vendere pezzi dalle collezioni non era<br />
possibile e a buon diritto: sono infatti troppi i rischi di cedere alle mode, di scoraggiare i donatori potenziali o anche solo<br />
di imbarcarsi in qualche progetto fallimentare. La conservazione e la preservazione dei beni per le generazioni future<br />
dovrebbe essere una mission insindacabile. In Inghilterra, a partire dagli anni ’80, le organizzazioni culturali sono state<br />
incoraggiate ad agire con spirito imprenditoriale e le loro funzioni sono state messe in discussione, declinate in ambiti<br />
non propri come quello dell’inclusione sociale. Derive pericolose che negli Usa sono state stoppate vietando l’uso dei<br />
fondi raccolti con la vendita delle collezioni per coprire spese di investimento (ad esempio per costruire un ristorante<br />
o assumere nuovo personale). Le collezioni tengano le porte aperte al pubblico, ma le chiudano in faccia a chi vuol<br />
vendersele.<br />
Chi: Tiffany Jenkins<br />
Dove: Spiked Magazine<br />
Quando: 22 luglio<br />
un’opera o un artista me la fa alienare,<br />
per sognare di aspettarne una<br />
nuova, da appendere e possedere.<br />
Dove andrà o a chi finirà la tua raccolta?<br />
Non ci voglio pensare... Il collezionista<br />
sfrutta l’immortalità dell’arte e degli<br />
artisti per guadagnarsi e meritarsi la<br />
propria... Comunque spero di sensibilizzare<br />
sempre di più la mia adorata<br />
figlia Valentina.<br />
Pensi che la crisi economica sia<br />
stata in un certo senso salutare<br />
per il mercato dell’arte?<br />
La crisi economica ha rallentato le<br />
forti speculazioni e favorito la qualità<br />
e lo spessore culturale, che in arte<br />
contemporanea, e non solo, paga<br />
sempre in maniera imperturbabile.<br />
Che riscontro sta avendo il tuo progetto www.collezionistidiartecontemporanea.it?<br />
Il sito nasce poco dopo il successo del gruppo su Facebook, che attualmente conta più<br />
di 2.000 iscritti. Concettualmente dinamica e attualissima e molto penetrante, questa<br />
modalità di diffusione e trasmissione non commerciale è gestita in maniera amatoriale<br />
ma selettiva, con serietà e qualità e profonda conoscenza della materia, senza invasioni di<br />
campo, ma sempre e soltanto dal punto di vista del collezionista.<br />
Nome e cognome: Antonio Martino<br />
Luogo e data di nascita: Roma, 29 maggio 1958<br />
Formazione: laurea in medicina<br />
Stato civile: divorziato, una figlia<br />
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