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lenti a contatto morbide e presbiopia.pdf - Professional Optometry

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Lenti a <strong>contatto</strong> <strong>morbide</strong> e <strong>presbiopia</strong><br />

Giorgio Parisotto<br />

Istituto B. Zaccagnini, sede di Cividale del Friuli (UD) - Optometrista S.Opt.I<br />

La prima domanda che un <strong>contatto</strong>logo deve porsi è:<br />

perché applicare <strong>lenti</strong> a <strong>contatto</strong> ai soggetti presbiti?<br />

La risposta è semplice: primo perché i pazienti presbiti<br />

lo richiedono, secondo perché un gran numero<br />

di loro riuscirà a soddisfare completamente le proprie<br />

esigenze visive.<br />

Le <strong>lenti</strong> a <strong>contatto</strong> per la <strong>presbiopia</strong> possono essere<br />

di estrema soddisfazione per le esigenze di tutti quei<br />

portatori che iniziando ad avvicinarsi alla <strong>presbiopia</strong><br />

desiderano continuare l’uso delle <strong>lenti</strong> a <strong>contatto</strong><br />

senza dover utilizzare altre forme di compensazione<br />

11<br />

aggiuntive. Le statistiche indicano come molti degli<br />

attuali portatori stiano avvicinandosi alla soglia<br />

della <strong>presbiopia</strong>, è nostro preciso dovere offrire delle<br />

opportunità compensative che non si discostino dal<br />

mezzo utilizzato fino a questo momento.<br />

Le <strong>lenti</strong> a <strong>contatto</strong> per la <strong>presbiopia</strong> possono offrire<br />

un importante metodo di compensazione anche alle<br />

persone che si avvicinano a questa delicata fase anche<br />

in assenza di vizi refrattivi. È chiaro, e basta guardarsi<br />

attorno, come la fascia di persone dai 40 ai 50 anni<br />

sia una popolazione molto dinamica, sportiva, attenta


dossier<br />

Fig. 1<br />

ai bisogni quotidiani e con personalità estremamente<br />

giovane, che richiede la consulenza di professionisti<br />

con le capacità di soddisfare tutte queste esigenze.<br />

Oltre alle motivazioni estetico-funzionali, dobbiamo<br />

tenere presente che dividendo la popolazione europea<br />

in due fasce, minori e maggiori di 40 anni, la quantità<br />

di persone è la medesima, in Italia la popolazione tra i<br />

45 e i 65 anni è di circa 14 milioni di persone, il 25%<br />

dell’intera popolazione nazionale, e proprio in questa<br />

fascia abbiamo una popolazione altamente impegnata<br />

in un’attività lavorativa.<br />

Quello che stupisce è che solo l’1% fa uso di <strong>lenti</strong> a<br />

<strong>contatto</strong> per la compensazione della <strong>presbiopia</strong>.<br />

Dobbiamo quindi richiamare l’attenzione dei portatori<br />

abituali e dei nuovi portatori (giovani presbiti)<br />

alle grandi opportunità offerte da questa tipologia di<br />

correzione (Fig. 1).<br />

Selezione del portatore<br />

Una delle principali chiavi di successo in qualsiasi<br />

pratica clinica, è la selezione del portatore. Il requisito<br />

fondamentale è la motivazione che deve essere<br />

seguita da una chiara esemplificazione delle possibilità<br />

correttive delle <strong>lenti</strong> a <strong>contatto</strong>.<br />

Una prima selezione sul candidato ideale si può eseguire<br />

partendo da questo questionario:<br />

a) Portatore abituale o nuovo portatore?<br />

b) Presenza o meno di astigmatismo, necessità di<br />

un’addizione bassa o alta?<br />

c) Uso giornaliero delle lac o part-time ?<br />

d) Usa il computer?<br />

e) Fa sport, Hobbies particolari?<br />

f) Le condizioni oculari?<br />

Vanno attentamente valutate le reali richieste visive<br />

del soggetto, dobbiamo raccogliere informazioni sulla<br />

CONTATTOLOGIA<br />

12<br />

professione, sull’ambiente di lavoro, la distanza di<br />

maggior utilizzo della visione prossimale, ed il grado<br />

di illuminazione ambientale. Se queste sono compatibili<br />

con le modalità di compensazione offerte dalle<br />

<strong>lenti</strong> a <strong>contatto</strong>, sicuramente l’applicazione avrà successo<br />

con estrema soddisfazione del nostro portatore.<br />

Particolare importanza riveste anche la motivazione<br />

del <strong>contatto</strong>logo, fase purtroppo molto spesso trascurata,<br />

dobbiamo chiederci se nella nostra attività professionale<br />

la compensazione della <strong>presbiopia</strong> con <strong>lenti</strong><br />

a <strong>contatto</strong>, rientra tra quelle pratiche optometriche e<br />

<strong>contatto</strong>logiche in cui abbiamo investito gli adeguati<br />

strumenti per determinarne il successo. Questi strumenti<br />

sono le conoscenze tecniche e la possibilità di<br />

supportare il paziente con il necessario numero di<br />

<strong>lenti</strong> diagnostiche. Dobbiamo considerare che l’approccio<br />

alla prescrizione di <strong>lenti</strong> a <strong>contatto</strong> per la <strong>presbiopia</strong>,<br />

è un servizio molto specializzato con impiego<br />

notevole di tempo e quindi necessita di un compenso<br />

più elevato per l’applicazione. In questo rientra anche<br />

la preparazione dello staff che ci affianca, molto<br />

spesso il <strong>contatto</strong>logo non è la prima persona con<br />

cui viene a <strong>contatto</strong> il soggetto presbite, quindi ogni<br />

membro dello staff deve essere in grado di fornire le<br />

giuste indicazioni sulla possibilità di compensazione<br />

con <strong>lenti</strong> a <strong>contatto</strong>, generando le giuste motivazioni<br />

e le giuste aspettative, ricordando che la compensazione<br />

con <strong>lenti</strong> a <strong>contatto</strong> può essere un’alternativa<br />

all’occhiale, ma molto più spesso è una metodologia<br />

compensativa che si affianca al tradizionale occhiale<br />

per lettura, con notevoli vantaggi.<br />

Selezione del paziente<br />

Esame obiettivo:<br />

- Ispezione del segmento anteriore.<br />

- Cheratometria e topografia corneale.<br />

- Pupillometria: molte delle misure oculari sono<br />

importanti nella prescrizione di lac, ma la misura<br />

della pupilla è una delle chiavi del successo applicativo<br />

nelle <strong>lenti</strong> per la <strong>presbiopia</strong>. Non essendo<br />

il pupillometro ad infrarossi uno strumento ad<br />

alta diffusione, possiamo eseguire ma misurazione<br />

della pupilla in condizioni fotopiche in<br />

lampada a fessura con luce bianca, e simulare le<br />

condizioni scotopiche, anteponendo il filtro blu<br />

cobalto e riducendo al massimo l’intensità luminosa.<br />

Oggi la maggior parte dei design delle <strong>lenti</strong><br />

multifocali si basano sulla visione simultanea con


la porzione di lettura localizzata al centro della<br />

lente. Un paziente con pupilla stretta utilizzerebbe<br />

prevalentemente la zona da vicino anche durante<br />

la visione a distanza, mentre ad un paziente con<br />

pupilla larga, la porzione della lente che permette<br />

la visione a distanza andrebbe ad interferire con la<br />

visione prossimale. In genere si ha quindi la tendenza<br />

a prescrivere per pupille superiori a 5 mm<br />

<strong>lenti</strong> con design “Centro-vicino” e per pupille piccole<br />

<strong>lenti</strong> con design “Centro-lontano”.<br />

- Esame al biomicroscopio della congiuntiva e della<br />

cornea.<br />

- Esame del film lacrimale, con controllo dei menischi<br />

lacrimali, test di Schirmer, B.U.T. Va riposta<br />

particolare attenzione alla valutazione del film<br />

lacrimale, soprattutto in quanto persone in fase<br />

presbiopica, molto spesso assumono farmaci che<br />

possono interferire nella produzione e nella qualità<br />

del film lacrimale.<br />

- Refrazione: la refrazione deve essere fatta in<br />

maniera accurata, determinando la correzione<br />

totale del difetto visivo e dell’addizione necessaria<br />

per la distanza prossimale. Nella determinazione<br />

dell’addizione, eseguire la verifica dell’accomodazione<br />

relativa, positiva e negativa, per valutare<br />

la flessibilità soggettiva e determinare il valore<br />

minimo dell’addizione che consente un’adeguata<br />

visione prossimale.<br />

- Ricercare la dominanza oculare, sia prima della<br />

correzione, o con quella in uso abitualmente.<br />

- Esame della visione binoculare, con valutazione<br />

delle forie sia a distanza infinita che prossimale,<br />

della stereopsi e della motilità oculare estrinseca.<br />

- Esame della sensibilità al contrasto: l’esame della<br />

sensibilità al contrasto è uno degli esami che<br />

dovrebbero rientrate nella routine optometrica.<br />

Sono disponibili vari ottotipi con caratteristiche<br />

diverse, Pelli-Robson, Vistech, tavole di Arden e<br />

sistemi computerizzati. Al nostro scopo risulta<br />

utile ed altamente efficace la tavola di sensibilità<br />

al contrasto proposta da Anto Rossetti, che permette<br />

una valutazione estremamente pratica pre e<br />

post applicativa (per informazioni www.optometria.it<br />

e www.sopti.it).<br />

Opzioni di correzione per i pazienti presbiti<br />

Occhiale da lettura<br />

È il metodo di compensazione più utilizzato e più semplice.<br />

Non è un’opzione da eliminare per i pazienti che<br />

CONTATTOLOGIA<br />

13<br />

desiderano usare <strong>lenti</strong> a <strong>contatto</strong>, ma molto spesso si<br />

affianca ad esse ad esempio alla rimozione delle <strong>lenti</strong><br />

a <strong>contatto</strong>, a volte è necessario considerare una prescrizione<br />

da utilizzare assieme alle <strong>lenti</strong> in tutte quelle<br />

condizioni in cui la compensazione può risultare di<br />

non completa soddisfazione. In alcune attività prossimali<br />

particolari, ad esempio un orologiaio, possiamo<br />

consigliare di utilizzare un’occhiale adeguatamente<br />

predisposto assieme alle <strong>lenti</strong>, durante l’esecuzione di<br />

riparazioni, e solo le <strong>lenti</strong> a <strong>contatto</strong> nella fase commerciale<br />

del lavoro.<br />

Monovisione<br />

Il principio della monovisione si basa sulla compensazione<br />

con <strong>lenti</strong> a <strong>contatto</strong> monofocali sferiche ed<br />

anche toriche, dell’ametropia a distanza per l’occhio<br />

dominante e la correzione da vicino per l’occhio non<br />

dominante. Quello che si viene a creare è una miopizzazione<br />

dell’occhio non dominante tale da permettere<br />

la visione a distanza prossimale. La tecnica è<br />

stata proposta oltre 30 anni fa da Westsmith. Questa<br />

tipologia compensativa ha dei riflessi sulla visione<br />

binoculare, si è notata una leggera riduzione della<br />

stereopsi, anche se di entità minore rispetto ad un<br />

soggetto anisometrope corretto con <strong>lenti</strong> da occhiali,<br />

e della sensibilità al contrasto, con difficoltà soggettive<br />

ad esempio nella guida notturna. Ancora oggi il<br />

50% dei presbiti corretti con <strong>lenti</strong> a <strong>contatto</strong> usa un<br />

sistema di monovisone (Holden 1988, Kirschen 1999).<br />

È possibile utilizzare la tecnica in maniera flessibile,<br />

adottando una terza lente con potere da lontano o da<br />

vicino da applicare in caso di richieste visive particolari<br />

come la guida notturna od un prolungata attività<br />

prossimale. La tecnica della monovisione consente la<br />

correzione del difetto della <strong>presbiopia</strong> anche associata<br />

ad astigmatismo. Con l’avvento sul mercato delle<br />

<strong>lenti</strong> multifocali si è passati alla cosidetta monovisione<br />

modificata.<br />

Monovisione modificata<br />

Con la monovisione modificata, nell’occhio dominante<br />

viene mantenuta una lente a <strong>contatto</strong> con correzione<br />

a distanza, mentre nel controlaterale viene<br />

applicata una lente a <strong>contatto</strong> multifocale. Questa<br />

metodica compensativa, consente un aumento delle<br />

performance visive e di stereopsi nella visione a<br />

distanza, ma può di conseguenza diminuire la qualità<br />

visiva a distanza prossimale. Un’interessante miglioria<br />

alla tecnica, è consentita dall’uso di <strong>lenti</strong> a <strong>contatto</strong> a dossier


dossier<br />

visione bifocali concentriche, utilizzando la lente con<br />

centro per lontano sull’occhio dominante e la lente<br />

con centro da vicino sull’occhio non dominante.<br />

Lenti a <strong>contatto</strong> multifocali<br />

Le <strong>lenti</strong> a <strong>contatto</strong> multifocali sono caratterizzate da<br />

un cambiamento del potere continuo partendo dalla<br />

zona centrale alla periferica o viceversa. La geometria<br />

della lente si basa su una curva asferica di<br />

valore “e” pari ad 1,6-1,8. Queste <strong>lenti</strong> presentano<br />

il vantaggio di fornire una visione sufficientemente<br />

chiara anche alle distanze intermedie. La maggior<br />

parte delle <strong>lenti</strong> in commercio attualmente si basano<br />

su questo principio.<br />

Determinare la refrazione<br />

Prima di eseguire la refrazione è necessario determinare<br />

l’occhio dominante sia nella visione a distanza<br />

che nella visione prossimale con gli usuali metodi, test<br />

del foro per distanza e dello specchietto per vicino. La<br />

verifica della dominanza ci sarà utile nel caso dovessimo<br />

utilizzare per migliorare la qualità visiva la tecnica<br />

della monovisone modificata.<br />

La refrazione deve determinare la miglior correzione<br />

possibile utilizzando nel caso di piccoli astigmatismi<br />

la tecnica dell’equivalente sferico, cioè il valore sferico<br />

della correzione per la lente a <strong>contatto</strong> è dato<br />

dal valore sferico determinato durante la refrazione<br />

soggettiva, a cui va addizionato la metà del valore<br />

cilindrico.<br />

Dopo la fase di refrazione è opportuno far leggere<br />

un ottotipo da vicino senza l’addizione riscontrata<br />

e far notare al soggetto quale riga riesce a leggere,<br />

annotandone assieme a lui il riferimento. Determinati<br />

i valori refrattivi ed eventualmente calcolati i valori<br />

corretti per la distanza al vertice corneale, applicheremo<br />

la coppia di <strong>lenti</strong> diagnostiche, selezionate sia<br />

per geometria che per tipologia di materiali.<br />

Subito dopo l’applicazione lo stesso ottotipo che<br />

abbiamo fatto leggere al paziente nella fase precedente<br />

senza correzione presbiopica, deve essere posto<br />

al soggetto, ed egli immediatamente potrà apprezzare<br />

l’effetto multifocale delle <strong>lenti</strong>. Questo metodo consente<br />

di far apprezzare in modo chiaro ed immediato<br />

come le <strong>lenti</strong> a <strong>contatto</strong> aiutino in maniera determinante<br />

la visione prossimale, fino ad ora il <strong>contatto</strong>logo<br />

ha spiegato a parole il funzionamento delle <strong>lenti</strong>,<br />

ma da questo momento il paziente può finalmente<br />

apprezarne l’effetto in maniera pratica.<br />

CONTATTOLOGIA<br />

14<br />

L’applicazione andrà quindi valutata dopo un adeguato<br />

tempo di adattamento, come per le altre tipologie<br />

di <strong>lenti</strong> a <strong>contatto</strong>.<br />

Da questo momento dobbiamo porre la nostra massima<br />

attenzione nell’ascolto delle impressioni soggettive<br />

dell’uso delle <strong>lenti</strong> a <strong>contatto</strong>, e porre rimedio ai<br />

fastidi eventualmente evidenziati dal soggetto, con le<br />

seguenti opzioni.<br />

Visione prossimale insoddisfacente<br />

a) Aggiungere binocularmente +0,25, se la visione è<br />

soddisfacente verificare che non comprometta la<br />

visione a distanza. Se la visione a distanza risulta<br />

compromessa, togliere 0,25 dall’occhio dominante<br />

e lasciare lo 0,25 sul controlaterale.<br />

b) Se la tipologia di lac lo permette aumentare l’addizione<br />

in entrambi gli occhi e verificare visus vicino<br />

e lontano.<br />

c) Verificare il visus utilizzando il metodo della<br />

visione modificata applicando una lente di addizione<br />

bassa sull’occhio dominante ed una di addizione<br />

alta sull’occhio non dominante.<br />

Visione a distanza insoddisfacente<br />

a) Aggiungere binocularmente -0,25 e verificare i<br />

miglioramenti, se la visione è soddisfacente, verificare<br />

la visione a distanza prossimale, se risulta<br />

compromessa lasciare -0,25 solo sull’occhio dominante<br />

b) Ridurre il valore dell’addizione sull’occhio dominante<br />

e se ancora insoddisfacente applicare <strong>lenti</strong><br />

con addizione più bassa in entrambi gli occhi,<br />

Verificare che non venga penalizzata la visione da<br />

vicino ed eventualmente aggiungere +0,25 sull’occhio<br />

non dominante<br />

Tutte queste procedure devono essere attuate e valutate<br />

strettamente in visione binoculare.<br />

Se il risultato raggiunto è di soddisfazione per il<br />

paziente, sarà utile consegnare le <strong>lenti</strong> diagnostiche e<br />

programmare un ulteriore controllo, che permetterà al<br />

soggetto di valutare la qualità visiva nel suo ambiente<br />

di lavoro abituale.<br />

Nel caso in cui le varie metodiche non producano un<br />

risultato soddisfacente per il portatore, abbiamo la<br />

possibilità utilizzando una diversa geometria di ripetere<br />

l’applicazione e rivalutare il caso. In questa fase<br />

è indispensabile la collaborazione della varie case<br />

costruttrici che metteranno a disposizione gli ade-


Fig. 2<br />

guati set diagnostici, solo con un adeguato numero di<br />

<strong>lenti</strong> e varie geometrie, saremo in grado di produrre il<br />

miglior risultato possibile.<br />

Lenti a <strong>contatto</strong> e ametropie associate alla<br />

<strong>presbiopia</strong><br />

Emmetropia<br />

È probabilmente il soggetto che presenta la difficoltà<br />

di compensazione più elevata, in quanto mal<br />

tollera un piccolo decadimento della qualità visiva a<br />

distanza. Deve essere determinata la coppia di <strong>lenti</strong><br />

che fornisce la miglior visone da lontano e l’addizione<br />

aumentata di 0,25 alla volta, agendo soprattutto con<br />

il sistema della monovisione modificata.<br />

Ipermetropia<br />

Il giovane presbite che presenta un’ametropia di tipo<br />

ipermetropico è probabilmente il soggetto ideale<br />

all’uso di lac multifocali. Normalmente il soggetto si<br />

lamenta di un calo del visus a distanza prossimale,<br />

ma ad un attento esame avremo molto spesso accettazione<br />

di lente positiva anche a distanza, questo ci<br />

permetterà di prescrivere <strong>lenti</strong> ad addizione molto<br />

bassa, dato che la compensazione con lac risulta<br />

anche psicologicamente più accettata rispetto alla<br />

stessa compensazione con <strong>lenti</strong> oftalmiche.<br />

Miopia<br />

Nel caso della miopia ci troveremo nella condizione<br />

in cui molto probabilmente il soggetto è già portatore<br />

di <strong>lenti</strong> a <strong>contatto</strong>, quindi la motivazione sarà<br />

decisamente elevata. Anche con i pazienti miopi è<br />

determinante, come negli emmetropi, la qualità visiva<br />

CONTATTOLOGIA<br />

15<br />

da lontano. Nei pazienti miopi, è necessario proporre<br />

una correzione con <strong>lenti</strong> multifocali fin dalla prima<br />

manifestazione della sintomatologia presbiopica per<br />

poterne favorire l’adattamento con addizioni basse,<br />

ed eventualmente utilizzare il sistema della monovisione<br />

modificata. La valutazione delle dimensioni<br />

pupillari è uno dei fattori determinanti del successo,<br />

nel caso di miopi con pupilla molto stretta la zona<br />

principalmente usata è quella centrale, zona in cui<br />

la maggior parte delle <strong>lenti</strong> a <strong>contatto</strong> presentano la<br />

visione prossimale. L’utilizzo prevalente della zona<br />

centrale, comporterà un decadimento della qualità<br />

visiva da lontano.<br />

Astigmatismo<br />

Nei soggetti affetti da astigmatismo dobbiamo considerare<br />

nella prescrizione l’equivalente sferico, procedura<br />

che permette la correzione fino ad astigmatismi<br />

di 0,75-1,00 diottrie. Nel caso di astigmatismi superiori<br />

possiamo considerare la compensazione con la<br />

tecnica della monovisione utilizzando 2 <strong>lenti</strong> toriche<br />

con compensazione per lontano nell’occhio dominante<br />

e per vicino nel controlaterale. Solo recentemente<br />

sono state proposte negli Stati Uniti delle <strong>lenti</strong><br />

a <strong>contatto</strong> idrofile con compensazione della <strong>presbiopia</strong><br />

e dell’astigmatismo. In soggetti motivati o abituali<br />

portatori considerare la compensazione con <strong>lenti</strong> a<br />

<strong>contatto</strong> rigide gas-permeabili.<br />

Le opzioni sul mercato<br />

Numerosi sono i design presenti sul mercato, in questo<br />

lavoro vedremo le caratteristiche delle principali <strong>lenti</strong><br />

diffuse sul territorio nazionale.<br />

Acuvue Bifocal “Johnson&Johnson Vision Care”<br />

La geometria dell’Acuvue Bifocal presenta un design<br />

multi-concentrico denominato “Pupil Intelligent<br />

Design” con zona centrale per lontano, a seguire<br />

delle zone multiconcentriche alternate lontano-vicino<br />

ed una zona periferica per il lontano. Sono disponibili<br />

4 addizioni +1,00, +1,50, +2,00, +2,50. Il materiale è<br />

L’Etafilcon A con Idratazione 58%, curva base 8,50 e<br />

diametro 14,20. La lente presenta un filtro protettivo<br />

UV (Fig. 2).<br />

Biomedics 73 Multifocal “Ocular Sciences”<br />

La lente presenta una superficie anteriore asferica con<br />

2 profili d’addizione 1 (Bassa) e 2 (alta), la zona per<br />

vicino è posta al centro. Il materiale di costruzione è dossier


dossier<br />

Fig. 3<br />

il Surfilcon A con idratazione pari al 73%, curva base<br />

8,60 e diametro 14,20 (Fig. 3).<br />

Focus Progressives Monthly e Dailies “Ciba<br />

Vision”<br />

La lente della Ciba è caratterizzata da una superficie<br />

esterna asferica con zona per vicino al centro.<br />

Il potere della lente a <strong>contatto</strong> da prescrivere deve<br />

essere calcolato in relazione al valore della refrazione<br />

e dell’addizione, in quanto la lente non presenta<br />

diverse addizioni nominali.<br />

Il potere risultante è dato dal valore della refrazione<br />

da lontano (tenendo conto dell’equivalente<br />

sferico) a cui deve essere sommata la metà del<br />

valore dell’addizione.<br />

La lente è disponibile in 2 regimi di sostituzione,<br />

CONTATTOLOGIA<br />

16<br />

giornaliera e mensile. La lente giornaliera è disponibile<br />

con curva base 8,60, diametro 13,80 mm, il<br />

materiale è il Nelfilcon A con idratazione 69,4%.<br />

La lente mensile è disponibile nel materiale Vifilcon<br />

A con idratazione 55% e 2 curve base 8,60 e<br />

8,90 con diametro 14,00 mm (Fig.4).<br />

Frequency Multifocal “Coopervison”<br />

La geometria offerta dalla Coopervision è caratterizzata<br />

da due design completamente diversi per<br />

l’occhio dominante e per l’occhio non dominante.<br />

Questa filosofia costruttiva prevede per l’occhio<br />

dominante una geometria che presenta nella parte<br />

centrale la zona riservata alla visione a distanza<br />

e, nell’occhio non dominate, la zona centrale presenta<br />

l’area di visione a distanza prossimale.<br />

Sono presenti tre tipologie di addizione che permettono<br />

la risoluzione delle varie fasi della <strong>presbiopia</strong>.<br />

Il raggio di curvatura è 8,70 con un diametro di<br />

14,40 mm, il materiale è il Methafilcon A con Idratazione<br />

del 55%.<br />

Sono disponibili 4 varianti di addizione, 1,00-<br />

1,50-2,00-2,50 diottrie (Fig. 5).<br />

Soflens Multifocal “Bausch&Lomb”<br />

La lente della Bausch&Lomb presenta una superficie<br />

anteriore asferica in cui il potere della zona da<br />

vicino è posto al centro, sono presenti 2 varianti<br />

di addizioni: bassa e alta. Nella lente ad addizione<br />

Fig. 4


Fig. 5<br />

CONTATTOLOGIA<br />

17<br />

bassa la massima addizione si ha nel centro della<br />

lente ed il potere diminuisce fino a raggiungere la<br />

gradazione da lontano ad una distanza di 5,5 mm<br />

dal centro. Nella lente ad addizione alta, la zona<br />

centrale con potere da vicino ha un’ampiezza di<br />

2,4mm, oltre la quale la variazione di potere è la<br />

stessa della lente ad addizione bassa (Fig. 6).<br />

Le aberrazioni indotte dalle <strong>lenti</strong> multifocali<br />

È chiaro come le caratteristiche geometriche e dei<br />

materiali delle <strong>lenti</strong> a <strong>contatto</strong> presenti sul mercato<br />

siano profondamente diverse l’una dall’altra.<br />

Con questa premessa risulta evidente come sia ben<br />

difficile che un soggetto possa conseguire le stesse<br />

performance visive indipendentemente dalla lente<br />

applicata, nonostante il principio su cui si basano per<br />

ottenere la multifocalità sia praticamanete condivisibile<br />

da ogni geometria.<br />

È quindi interessante poter acquisire delle informazioni<br />

sulle caratteristiche ottiche di ogni lente. Lo<br />

studio delle aberrazioni con le <strong>lenti</strong> multifocali in<br />

uso ci permette di evidenziare in maniera ben chiara<br />

quelle che sono le caratteristiche di ognuna, anche<br />

se la prova finale che determina la qualità visiva è<br />

sempre la reazione individuale di ogni soggetto.<br />

Il controllo delle aberrazioni indotte dalle <strong>lenti</strong> a<br />

<strong>contatto</strong> multifocali, è stato eseguito con l’aberrometro<br />

totale Nidek OPD Scan. Al soggetto sono state<br />

applicate varie <strong>lenti</strong> a <strong>contatto</strong>, seguendo i criteri<br />

consigliati dai produttori per un soggetto avente cor-<br />

Fig. 6<br />

dossier


dossier<br />

Fig. 7<br />

rezione “plano” a distanza con un’addizione di +2,00<br />

D a distanza prossimale.<br />

Nella figura 7 possiamo determinare le caratteristiche<br />

di un occhio privo di difetti ametropici a distanza e non<br />

caratterizzato da importanti valori di aberrazione sia di<br />

basso che alto ordine.<br />

Allo stesso soggetto sono state applicate in sequenza<br />

e misurate dopo un tempo adeguato di adattamento le<br />

aberrazioni indotte dalle <strong>lenti</strong> multifocali delle marche<br />

e tipologie descritte, considerando un diametro pupillare<br />

di 6 mm.<br />

Anche senza considerare uno per uno i valori di aber-<br />

Fig. 8 - Acuvue Bifocal.<br />

Fig. 9 - Ocular Sciences Multifocal Profilo 1.<br />

CONTATTOLOGIA<br />

18<br />

Fig. 10 - Ocular Sciences Multifocal Profilo 2.<br />

Fig. 11 - Coopervision Multifocal D.<br />

Fig. 12 - Coopervision Multifocal N.<br />

Fig. 13 - Bausch&Lomb Multifocal “High”.


Fig. 14 - Ciba Vision “Focus Progressives”.<br />

razioni indotte dalle <strong>lenti</strong> a <strong>contatto</strong>, possiamo anche<br />

visivamente, osservando le varie mappe, evidenziare<br />

come ogni geometria modifichi sostanzialmente la<br />

mappa aberrometrica in manierà diversa l’una dall’altra.<br />

Nel grafico (Fig.15) vediamo riportati i valori misurati<br />

con ogni lente in riferimento all’aberrazione sferica.<br />

Questi valori non sono i valori assoluti dell’aberrazione<br />

sferica indotta da ogni lente a <strong>contatto</strong>, ma la<br />

somma dell’aberrazione sferica delle <strong>lenti</strong> e dell’aberrazione<br />

sferica propria del soggetto in esame.<br />

La maggior conoscenza delle aberrazioni e la possibilità<br />

di eseguire le misurazioni con aberrometri totali,<br />

ed eventualmente anche a distanza prossimale, possono<br />

in futuro certamente aiutarci nella scelta preliminare<br />

della lente da utilizzare.<br />

Conclusioni<br />

Il successo di un’applicazione di <strong>lenti</strong> a <strong>contatto</strong> multifocali,<br />

è determinato da svariati fattori che comprendono<br />

innanzitutto la motivazione e l’aspettativa<br />

finale del paziente, ma soprattutto la conoscenza<br />

dell’ottico-optometrista delle varie tipologie di <strong>lenti</strong><br />

a <strong>contatto</strong> che il mercato offre. Il professionista deve<br />

Fig. 15<br />

CONTATTOLOGIA<br />

19<br />

essere in grado di cogliere quelli che sono i segnali<br />

che il portatore evidenzia e deve porne rimedio con<br />

la conoscenza tecnica delle <strong>lenti</strong> e della visione binoculare.<br />

Nessun tipo di geometria è esente da imperfezioni,<br />

ma il mercato ci offre una notevole varietà, sia<br />

di design che di materiali che insieme possono permetterci<br />

di eseguire applicazioni di successo su una<br />

grande percentuale di soggetti presbiti.<br />

Bibliografia<br />

- Andrew Gasson & Juduth Morris. “The Contact Lens Manual”<br />

Edizioni BH Seconda Edizione 1998<br />

- Thomas G. Quinn, OD, MS. “Correcting Presbiopia with soft<br />

contact lenses” Contact Lens Spectrum 05/98<br />

- Craig W. Norman. FCLSA “8 ways to maximize presbyopic<br />

contact lens fittine success” Contact lens Spectrum<br />

- Harris OD, Kuntz OD, Morris OD, Faria Zardo OD. “Use of pre-<br />

sbyopic Contact lens corretions in optometria pratice” Contact<br />

Lens Spectrum<br />

- Lorenzo Mannucci, Vuga Ana Grcic, Pierfrancesco Mirabelli,<br />

Giuliano Stramare. “Cap. Lenti a <strong>contatto</strong> per la <strong>presbiopia</strong> in<br />

Contattologia Medica” Edizioni SOI<br />

- Kenneth A Young, OD. “Improve fitting Success for a soft toric<br />

multifocal lens” Contact Lens Spectrum<br />

- Anto Rossetti, Pietro Gheller. “Manuale di optometria e <strong>contatto</strong>-<br />

logia” Seconda edizione Zanichelli<br />

Materiale tecnico delle aziende:<br />

Bausch&Lomb<br />

Ciba Vision<br />

Coopervision<br />

Johnson&Johnson Vision Care<br />

Ocular Sciences<br />

dossier

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