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I dissesti che hanno interessato la fascia costiera tirrenica - Ordine ...

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Figura 20 – Il bacino idrografico del Rio Fereggiano è di<br />

circa 375 ettari, dello stesso ordine dei bacini imbriferi<br />

incombenti su Monterosso e Vernazza nelle Cinque Terre<br />

devastate dall’evento alluvionale del 25 ottobre 2011. Lo<br />

spartiacque si trova al<strong>la</strong> massima altezza variabile da circa<br />

400 a circa 500 m. I versanti sono mediamente inclinati<br />

da 30° a 40° e sono costituiti da un substrato <strong>la</strong>pideo con<br />

una copertura di alcuni metri di spessore di alterazione, con<br />

suolo e alberi d’alto fusto nei versanti esposti a nord. In località<br />

Quezzi l’alveo è stato coperto e trasformato in strada<br />

per circa 1500 m fino all’immissione nel T. Bisagno. Il 4 novembre<br />

2011 il bacino è stato <strong>interessato</strong> da un evento piovoso<br />

eccezionale <strong>che</strong> ha inondato <strong>la</strong> superficie del suolo con<br />

circa 450 mm tra le ore 9,30 e le 14,30 circa. Il pluviometro<br />

ARPAL di Vicomarasso ha registrato 181 mm di pioggia in<br />

un’ora, record assoluto italiano. Secondo i dati disponibili,<br />

intorno alle ore 14 sarebbe iniziata l’esondazione del Rio<br />

Fereggiano nel<strong>la</strong> zona dell’imboccatura dell’alveo coperto<br />

per cui le strade sovrastanti sono state improvvisamente<br />

inondate da flussi fangosi e detritici violenti e veloci <strong>che</strong>,<br />

a valle, si sono incana<strong>la</strong>ti in orso Sardegna riversandosi<br />

vero il mare.<br />

Figura 21 – La foto 1 illustra <strong>la</strong> via Fereggiano e il contiguo Rio a monte dell’alveo strada prima dell’alluvione. Le foto 2, 3 e 4 evidenziano l’incremento del<strong>la</strong> portata del Rio Fereggiano<br />

e <strong>la</strong> conseguente disastrosa esondazione intorno alle ore 13,00. La piena illustrata è ritratta a monte dell’imboccatura dell’alveo strada ed evidenzia <strong>che</strong> <strong>la</strong> portata era già di gran lunga<br />

superiore a quel<strong>la</strong> <strong>che</strong> poteva smaltire l’alveo coperto del Fereggiano più a valle.<br />

Figura 22 – Al<strong>la</strong> luce degli ultimi eventi delle Cinque Terre e di Genova si ripropone <strong>la</strong> necessità di mettere a punto un adeguato sistema di Al<strong>la</strong>rme Idrogeologico Immediato <strong>che</strong> consenta<br />

di attivare i piani di protezione civile locali all’inizio degli eventi piovosi eccezionali causati dal transito di cumulo nembi con varie decine di minuti di anticipo (an<strong>che</strong> alcune ore) prima<br />

<strong>che</strong> nei piccoli bacini idrografici (come il Rio Fereggiano e quelli a monte di Monterosso e Vernazza) si inneschino i potenti e veloci flussi idrici, fangosi e detritici <strong>che</strong> sistematicamente<br />

esondano (an<strong>che</strong> a causa del notevole trasporto solido e di tronchi d’albero) seminando danni e vittime.<br />

Geologia dell’Ambiente • Supplemento al n. 4/2011<br />

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