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Rivista n. 3 in formato per la stampa - Dipartimento Funzione Pubblica

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Mi sembra di poter affermare che, nel contesto europeo, il <strong>per</strong>iodo storico che stiamo vivendo<br />

risulti caratterizzato da sostanziali ristrutturazioni di tutti gli ord<strong>in</strong>amenti pubblici, da quelli che<br />

usualmente def<strong>in</strong>iamo come “Stati” a quelli che <strong>in</strong>dichiamo convenzionalmente come<br />

“Organizzazioni sovranazionali”.<br />

Se, <strong>per</strong>ò, poniamo attenzione a questo fenomeno ci rendiamo conto che tale processo di<br />

r<strong>in</strong>novamento costituzionale non si è uni<strong>formato</strong>, anzi, esso ha rappresentato uno dei volti con cui si<br />

può manifestare <strong>la</strong> libertà.<br />

Del resto non è un caso se <strong>per</strong>s<strong>in</strong>o <strong>la</strong> Costituzione “più antica”, quel<strong>la</strong> degli Stati Uniti d’America,<br />

ha soltanto più di due secoli di vita; ma, probabilmente, essa – <strong>in</strong> ragione degli emendamenti che<br />

ne hanno segnato <strong>la</strong> storia – si rive<strong>la</strong>, oggi, molto diversa da quel<strong>la</strong> che venne approvata dal<strong>la</strong><br />

Convenzione di Fi<strong>la</strong>delfia.<br />

In questi ultimi anni, dopo <strong>la</strong> grande stagione delle Costituzioni nazionali e delle Organizzazioni<br />

sovranazionali e <strong>in</strong>ternazionali che ha contraddist<strong>in</strong>to il <strong>per</strong>iodo successivo al<strong>la</strong> Seconda Guerra<br />

Mondiale (compresa l’istituzione delle Comunità europee), e dopo <strong>la</strong> fase che negli anni ’70 e nei<br />

primi anni ’80 ha segnato il ritorno al<strong>la</strong> democrazia di Paesi come <strong>la</strong> Spagna, <strong>la</strong> Grecia e il<br />

Portogallo, possiamo affermare che si è a<strong>per</strong>ta una nuova fase.<br />

Ritengo che il grande impegno che l’Italia, <strong>per</strong> assicurare <strong>la</strong> pace, ha profuso soprattutto <strong>per</strong><br />

l’avvio di quel nuovo processo costituente che riguarda tutti i Popoli d’Europa, ha f<strong>in</strong>ito <strong>per</strong><br />

sollecitare il nostro Paese al grande passo.<br />

Ugualmente, va riconosciuto un forte ruolo verso il <strong>per</strong>corso dell’<strong>in</strong>novazione costituzionale ai<br />

<strong>la</strong>vori svolti, nell’anno 1997, dal<strong>la</strong> Commissione par<strong>la</strong>mentare <strong>per</strong> le riforme costituzionali, istituita<br />

con apposita legge costituzionale (legge cost. n. 1 del 24 gennaio 1997).<br />

E sono stati <strong>la</strong>vori che si sono conclusi con l’e<strong>la</strong>borazione, anche allora, di proposte di riforma<br />

da parte del<strong>la</strong> maggioranza e delle m<strong>in</strong>oranze.<br />

Possiamo affermare che esse hanno costituito un tesoro di idee al quale si è att<strong>in</strong>to sia dal<br />

Governo che nel<strong>la</strong> XIII Legis<strong>la</strong>tura ha guidato il Par<strong>la</strong>mento al<strong>la</strong> approvazione del<strong>la</strong> legge<br />

costituzionale n. 3 del 2001, e sia dal Governo che ha guidato il Par<strong>la</strong>mento, oggi, nel<strong>la</strong> revisione di<br />

questa legge costituzionale che ha disegnato il modello costituzionale italiano “<strong>in</strong> senso federale”,<br />

affidando alle Regioni uno spazio di produzione legis<strong>la</strong>tiva più ampio rispetto al passato.<br />

L’Italia, con questa riforma costituzionale, ha compiuto una scelta oggettivamente molto netta a<br />

favore di un pieno co<strong>in</strong>volgimento delle Regioni nell’attività di costruzione dell’ord<strong>in</strong>amento <strong>in</strong>terno,<br />

assegnando direttamente anche ad esse e ai loro legis<strong>la</strong>tori il compito di garantire l'<strong>in</strong>tegrazione fra<br />

ord<strong>in</strong>amento <strong>in</strong>terno e ord<strong>in</strong>amento comunitario.<br />

Questa scelta politico-istituzionale non è stata <strong>in</strong><strong>in</strong>fluente sull’attuazione e sul completamento<br />

del<strong>la</strong> riforma costituzionale <strong>in</strong>terna.<br />

L’attuale Governo, nel portare a compimento <strong>la</strong> riforma costituzionale, ha mantenuto fermo<br />

l’atteggiamento di rivalutazione del ruolo delle Regioni nei riguardi dell’ord<strong>in</strong>amento comunitario, ma<br />

è corso ai ripari di fronte al<strong>la</strong> situazione di spaventosa crescita di conflitti tra Par<strong>la</strong>mento nazionale e<br />

Consigli regionali d<strong>in</strong>anzi al<strong>la</strong> Corte Costituzionale, <strong>la</strong>mentando i re<strong>la</strong>tivi Esecutivi <strong>in</strong>vasioni di<br />

campo nell’area del<strong>la</strong> legis<strong>la</strong>zione di competenza.<br />

E <strong>per</strong> consentire al<strong>la</strong> Corte Costituzionale di svolgere il suo ruolo di garante dell’unità del Paese,<br />

che ha visto qu<strong>in</strong>tuplicata, <strong>in</strong> poco meno di tre anni, <strong>la</strong> sua attività di “giudice delle leggi”, il Governo<br />

attuale ha ritenuto di dover re<strong>in</strong>trodurre nel testo del<strong>la</strong> riforma <strong>in</strong> corso di approvazione, quale<br />

parametro del<strong>la</strong> costituzionalità del<strong>la</strong> legis<strong>la</strong>zione regionale, il pr<strong>in</strong>cipio dell’ “<strong>in</strong>teresse nazionale”<br />

che il precedente legis<strong>la</strong>tore aveva espunto dal testo del 1948.<br />

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