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giulia cenci / 2010 - 2012 - Fondazione Antonio Ratti

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<strong>giulia</strong> <strong>cenci</strong> / <strong>2010</strong> - <strong>2012</strong>


pianoB/7morsetti<br />

Casa terremotata, cinghie in nylon per la messa in<br />

sicurezza, sette morsetti in acciaio.<br />

Parco per l’Arte di Cancelli, foligno, <strong>2010</strong>.<br />

(planB/7clamps)<br />

House within which an earthquake occurred, nylon<br />

cordstraps, seven inox claps.<br />

Art Park of Cancelli, foligno, <strong>2010</strong>.<br />

“pianoB/7morsetti” è un intervento realizzato nel luglio<br />

<strong>2010</strong> nel territorio del Parco per l’arte di Cancelli<br />

(Foligno), come progetto finale di “manufattoinsitu4”,<br />

workshop a cura di viaindustriae e neoncampobase.<br />

L’intervento indaga uno dei principali motivi per cui<br />

il territorio sopracitato ha subito un forte spopolamento:<br />

il terremoto del 1997. L’abitazione dove è stato<br />

realizzato il lavoro è infatti uno degli esempi di<br />

case lasciate vuote dopo la fuga dalla catastrofe.<br />

Il mobilio trovato all’interno dell’abitazione, rimasto immobile<br />

dopo l’ultima scossa, è stato posto in equilibrio,<br />

sul punto di cadere o tornare nella posizione originale,<br />

per poi essere così bloccato tramite l’uso di cinghie in<br />

nylon per la messa in sicurezza, le stesse utilizzate per<br />

assicurare gli edifici che hanno subito un terremoto; e<br />

7 morsetti in acciaio che fermano le cinghie nella giusta<br />

misura per mantenere i mobili nella posizione scelta.


esercizio per un ancoraggio<br />

Casa privata svuotata, lampadario appartenente<br />

all’abitazione, cinghie in nylon per la messa in<br />

sicurezza, gancio d’ancoraggio in acciaio, cavo<br />

elettrico.<br />

Abitazione privata, bologna, 2011.<br />

(/exercise for a anchorage)<br />

Private dilapidated house, original chande- lier, nylon<br />

cordstrap, inox tow hook, electric cable.<br />

Private house, bologna, 2011.<br />

Come il resto della casa anche lo spazio del soggiorno è<br />

completamente svuotato. Solo un oggetto presiede a costituirne<br />

il ricordo e a definirne lo spazio : il suo lampadario,<br />

la sua illuminazione. Spostato dalla sua collocazione originale<br />

il tragitto del percorso che ha subito è tracciato dalla<br />

tensione di una cinghia bianca. Saldamente ancorato al<br />

soffitto, volutamente poggiato a terra. La luce artificiale,<br />

elemento che quotidianamente ci fornisce la possibilità<br />

di visualizzare lo spazio superando l’oscurità, ha subito e<br />

costituito un capovolgimento, toccando la fine -la finitezza-<br />

dello spazio che illuminava, adesso descrive un limite.<br />

testo di Giovanni Copelli.


esercizio per una caduta<br />

Casa disabitata da quattro anni, tenda appartenente<br />

all’abitazione, quattro ventilatori.<br />

Abitazione privata, cortona, 2011.<br />

nelle pagine seguenti frame da video.<br />

video disponibile su:<br />

https://vimeo.com/28943103<br />

(/exercise for a fall)<br />

four fans, found curtain. The curtain is set in a house<br />

which has been abandoned for the previous four<br />

years. Intervention in “Ogni luogo è temporanea-<br />

mente un palazzo”, curated by CortonaOnTheMove/<br />

next.<br />

Private house, cortona, 2011.<br />

still from video to be seen in the following pages.<br />

video avalaible at:<br />

https://vimeo.com/28943103<br />

All’interno di un’abitazione chiusa da quattro anni, l’unica<br />

tenda ancora presente alle finestre è stata rianimata tramite<br />

l’uso di 4 ventilatori posti dietro di essa. I getti d’aria,<br />

nonostante la finestra chiusa, impedivano alla tenda di<br />

arrestarsi e tornare nel suo asse verticale, mantenendola<br />

continuamente alzata e nel tentativo di riposizionarsi.


SALA D’ATTESA/esercizi per una caduta<br />

24 neon in via d’esaurimento, 4 spine multiple da tre<br />

posizioni.<br />

bologna, <strong>2012</strong>.<br />

nelle pagine seguenti frame da video.<br />

video disponibile su:<br />

https://vimeo.com/39060250<br />

(WAITING ROOM/ exercise for a fall)<br />

24 neon lights which are gradually depleting, placed<br />

in a house which has been abandoned for the previous<br />

four years. The neon lights were kept turned<br />

on during the entire length of the exhibition, and<br />

throughout time gradually finished the gas, thus depleting<br />

the light source.<br />

bologna, <strong>2012</strong>.<br />

Still from video available in the following pages.<br />

Video avalaible at:<br />

https://vimeo.com/39060250<br />

“SALA D’ATTESA/esercizi per una caduta” è<br />

un’installazione che prevede l’utilizzo di un numero<br />

variabile di neon sul punto di esaurire.<br />

Nel video presente 24 neon carenti di gas, sono lasciati a<br />

terminare all’interno dello spazio. Le lampade sono disposte<br />

a terra, sdaraiate su un lato e l’attività dei neon, si modifica<br />

durante il corso dei giorni, così come il loro impatto visivo e<br />

sonoro (sullo spettatore e sullo spazio che la luce investe).


SALA D’ATTESA<br />

6 neon in via d’esaurimento, due spine multiple da<br />

tre posizioni.<br />

cortona, bologna, 2011.<br />

nelle pagine seguenti frame da video.<br />

video disponibile su:<br />

https://vimeo.com/28937033<br />

(WAITING ROOM)<br />

six neon lights which are gradually depleting, placed<br />

in a house which has been abandoned for the previous<br />

four years. The neon lights were kept turned<br />

on during the entire length of the exhibition, and<br />

throughout time gradually finished the gas, thus depleting<br />

the light source.<br />

cortona, bologna, 2011.<br />

Still from video available in the following pages.<br />

Video avalaible at:<br />

https://vimeo.com/28937033<br />

“SALA D’ATTESA” è un’installazione che prevede l’utilizzo<br />

di un numero variabile di neon sul punto di esaurire.<br />

Nel video presente 6 neon carenti di gas, sono stati<br />

lasciati a terminare per 30 giorni all’interno dello<br />

spazio. Le lampade sono disposte a terra, sdaraiate<br />

su un lato e l’attività dei neon, si modifica durante il<br />

corso dei giorni, così come il loro impatto visivo e sonoro<br />

(sullo spettatore e sullo spazio che la luce investe).<br />

Durante l’ultima settimana di installazione soltanto<br />

uno dei sei neon è rimasto attivo. Nello spazio ,<br />

di conseguenza, permaneva principalmente il buio.


Dove comincia il buio<br />

Lampada, cavo elettrico, presa elettrica.<br />

bologna, 2011.<br />

(where the darkness begins)<br />

Lamp, electric cable.<br />

Lamp placed inside of a structural wall.<br />

bologna, 2011.<br />

In “Dove comincia il buio” una lampada di uso comune<br />

è stata murata per metà, all’interno di una parete.<br />

In questo modo, visibile il retro della lampada, si crea<br />

una doppia oscurazione della luce: la prima costituita<br />

dalla sua posizione, che rivolgendo il retro nei confronti<br />

dello spettatore, illumina il muro creando una sorta di<br />

eclissi artificiale. La seconda nella sua installazione; entrando<br />

all’interno della parete stessa, una parte della luce<br />

prodotta dalla lampada svanisce all’interno della materia<br />

strutturale dello spazio. La componente luminosa,<br />

quasi impercettibile, viene concretizzata dal limite materico<br />

della parete, elemento all’apparenza irremovibile.


Titolo confinatorio (in alto, a pezzi)<br />

Finestra, stucco.<br />

Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce, Genova,<br />

<strong>2012</strong>.<br />

(in the top, to pieces)<br />

Window.<br />

Museum of Contemporary Art Villa Croce, Genova,<br />

<strong>2012</strong>.<br />

In una sala sotterranea del Museo di Villa Croce a Genova,<br />

l’unica finestra presente nello spazio è occultata da<br />

una pannellatura in legno, distante 50 cm dal muro strutturale,<br />

che impedisce per metà la visione dell’intera finestra.<br />

Questa, in parte interrata, affaccia a sua volta<br />

su di un’altra finestra la cui vista, dal punto ribassato<br />

del sotterraneo, mostra un pezzo di cielo.<br />

La parte di finestra nascosta è quindi la parte che mostra<br />

l’interratura del museo, un pezzo di muro confinante con il<br />

terreno che svela per quanti centimetri lo spazio è interrato.<br />

“Titolo confinatorio ( in alto , a pezzi)”, ha previsto<br />

l’apertura di una nuova finestra nella pannellatura, installata<br />

in modo da mostrare a sua volta per metà una parte<br />

di muro e, per l’altra metà, la finestra prima occultata.<br />

Si sono così venuti a creare tre piani prospettici e geologici,<br />

tre finestre la cui vista affaccia in parte sulla sequenza<br />

della struttura e in parte sul paesaggio visibile, luminoso.


Visione della finestra prima dell’intervento.


PARETE/esercizio per una rottura<br />

Sezione di parete in calcestruzzo aerato autoclavato<br />

intonacato frammentata, cinghia a cricchetto.<br />

cortona, bologna, 2011.<br />

(WALL/exercise of a fracture)<br />

Autoclaved aerated concrete fragmeneted wall section,<br />

ratchet strap.<br />

cortona, bologna, 2011.<br />

“Esercizi per una rottura” comprende una raccolta<br />

di materiali edili frantumati e ricollocati a giugno<br />

2011 all’interno di uno spazio espositivo a Bologna.<br />

“PARETE/esercizio per una rottura” sono frammenti di muro<br />

proveniente da una rimozione da un’abitazione privata. I<br />

frammenti sono stati ricomposti e bloccati insieme tramite<br />

l’utilizzo di una cinghia a cricchetto. La tensione permette ai<br />

frammetti di tenersi uniti e alla sezione di riaquistare la stabilità<br />

per essere posta nuovamente in posizione verticale.


PASSO,PIAZZA,STRADA/esercizio per una rottura<br />

Lastra d’asfalto rotta adagiata a terra.<br />

cortona, bologna, 2011.<br />

(PASSAGE, PLACE, STREET/exercise of a fracture)<br />

Broken asphalt plate placed on floor.<br />

cortona, bologna, 2011.<br />

“PASSO/PIAZZA/STRADA/esercizio per una rottura” è una<br />

sezione d’asfalto portata al limite della sottigliezza raggiungibile<br />

dal materiale. Una volta stesa e fatta asciugare, la lastra<br />

ha subito una rottura provocata dalla rimozione. E’ stata<br />

così adagiata a terra, a riacquistare integrità tramite il posizionamento<br />

orizzontale. Lo spessore raggiunto è di 2 cm.


TRAMEZZO/esercizio per una costruzione<br />

Muro in mattoni forati largo 3 metri ed alto 2,50 metri<br />

in equilibrio, posto a dividere in due parti uno spazio<br />

percorribile.<br />

Mattoni forati, malta pronta.<br />

bologna, 2011.<br />

(PARTITION WALL/exercise of a construction)<br />

Wall constructed with air bricks, placed in balance,<br />

to divide a practicable space in two separate parts.<br />

bologna, 2011.<br />

“TRAMEZZO/esercizio per una costruzione” ha previsto<br />

la costruzione di un muro in mattoni forati largo<br />

3 metri e alto 2,50 metri, in equilibrio. La base del muro<br />

non è stata cementata a terra e le seguenti file di mattoni<br />

sono state poste sopra una fila non ancorata.<br />

La costruzione, così in equilibrio, divideva in 2 parti uno<br />

spazio di piccole dimensioni ma percorribile dallo spettatore,<br />

costretto ad un estrema attenzione nei movimenti e<br />

nei confronti del muro che una volta superato, lo lasciava<br />

solo nei rispetto al resto del pubblico, al di là della parete.<br />

La costruzione è stata “utilizzabile” per un solo giorno, condizione<br />

del progetto “Tutto quelo che non riesco a dirti”.


BLACKBOOK/story of an explosion<br />

Fotocopia della fotocopia precedente, fino al raggiungimento<br />

della pagina nera,<br />

148 pagine, formato libro.<br />

bologna, 2011.<br />

BLACKBOOK/story of an explosion<br />

Photocopy of previous photocopy, repeatedly done<br />

until arriving to black page.<br />

148 pages, artist’s book.<br />

bologna, 2011


<strong>giulia</strong><strong>cenci</strong>@gmail.com / <strong>giulia</strong><strong>cenci</strong>.blogspot.it

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