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testi Galeotto

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Tra i tanti versi proverbiali della Commedia certo vi è il v. 137 <strong>Galeotto</strong> fu il libro e chi<br />

lo scrisseI. Ma di che libro si tratta e chi è questo <strong>Galeotto</strong> reso celebre proprio dai<br />

versi danteschi? L’identificazione è resa facile dalle stesse parole del poeta: Noi<br />

leggiavamo un giorno per diletto/ di Lancialotto come amor lo strinse.<br />

Dunque un libro che ha come protagonista il famoso cavaliere della Tavola rotonda e<br />

in particolare il suo innamoramento, che si conclude in un bacio. Si tratta dunque del<br />

Lancelot, romanzo in prosa antico francese della prima metà del XIII sec., nucleo<br />

centrale di una più ampia compilazione chiamata Lancelot-Graal. Lancillotto,<br />

innamorato della regina Ginevra, moglie del re Artù, non avrebbe mai osato svelare i<br />

suoi sentimenti alla regina se non fosse intervenuto in suo aiuto il nobile <strong>Galeotto</strong> che<br />

implora la donna di avere pietà del giovane, di farlo suo cavaliere e di concedergli un<br />

bacio. Ginevra acconsente, ma di fronte alla timida reticenza dell’innamorato si assume<br />

lei l'iniziativa e, preso il giovane per il mento, lo bacia.<br />

2.<br />

Ma quando si comincia a parlare di <strong>Galeotto</strong>?<br />

<strong>Galeotto</strong> entra prepotentemente nel vasto e sfrangiato corpus testuale del<br />

Lancelot Graal, ―fabrica del mondo‖, occupa una sezione imponendosi come<br />

protagonista (ce lo dicono addirittura alcuni mss definendo questa sezione libre<br />

Galeot).<br />

Se infatti molti manoscritti indicano sotto la titolazione di Roman de Lancelot<br />

l’insieme del ciclo (così ad esempio il manoscritto di Bonn) è interessante osservare le<br />

sottosezioni. Per esempio nel ms di Bonn (posto a testo dell’edizione della Pleiade) noi<br />

abbiamo:<br />

1. La Marche de Gaule 2. Galehaut 3. La première partie de la quete de Lancelot<br />

et la Second partie.<br />

La sezione di Galehaut occupa le cc. 259-307 ed è in questa parte che viene<br />

inserita la riscrittura dello Chevalier de la Charrète<br />

Come tanti eroi del mito egli proviene dalle Isole lontane , dunque da quegli spazi<br />

isolati, luoghi dell’alterità “sires de tous ces gens devers” circondati dall’acqua<br />

dalle forti risonanze simboliche.<br />

La sua statura gigantesca, egli è definito come il figlio della Bele Jaiande,<br />

sembrerebbe trascinare con sé la figura ferina del gigante, del mostro smisurato e<br />

aggressivo contro l’altro diverso da sé.<br />

E invece il suo arrivo a a corte per conquistare il regno di Artù si inscrive sin<br />

dall’inizio sotto il segno della Prodezza e della Giustizia.<br />

La dama delle Marche informa Artù che <strong>Galeotto</strong> è entrato nella sua terra e ha<br />

conquistato il regno salvo due castelli (Micha, VIII 1). Artù decide immediatamente di

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