â² AIR WATER LIFE RESPECT - Tech Plus

MARZO 2011 

Anno 1- Numero 1 

organo ufficiale 

Associazione Ingegneri 

ambiente e territorio 

TURBO-DISC ® 

ECO-TRICK ® 

BIO-ECO ® 

WIND-ECO ® 

ECO-RING ® 

ECO-PACK 

ECO-FORM ® 

® 

ECO-FILLECO-SFERA ® 

POLI-ECO ® 

DROP-STOP ® 

ECO-GRID ® 

In caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Roserio-Milano per la restituzione al mittente previo pagamento resi 

AIR 

WATER 

LIFE RESPECT 

Gestione sostenibile 

delle ACQUE URBANE 

THIN FILM 

Sfidde attuali e future 

La certificazione CH OICE 2 

per l’idroelettrico 

⊳ 

precedente successiva 

prima pagina stampa cerca

LEM5 NEW 

Livellostato 

in acciaio inox 

AISI 316 

EPXTC 

Pressostato elettronico e 

trasmettitore di pressione 

con attacco TRI-CLAMP 

in acciaio inox AISI 316 

RK4 

Sonda di livello 

magnetostrittiva 

in acciaio inox 

AISI 316 

IF...VE 

Flussostato elettrico 

regolabile con indicazione 

visiva. 

Corpo in acciaio 

inox AISI 304 

HA 

H 

⊳ 

precedente successiva prima pagina stampa cerca

Apparecchi di controllo per fluidi 

Elettrotec progetta e produce strumenti di controllo per fluidi sviluppando sempre soluzioni tecniche innovative 

in grado di soddisfare ogni esigenza nel campo del controllo e del monitoraggio di pressione, vuoto, temperatura, 

livello e portata. Numerosi e diversificati sono i campi di applicazione: automazione industriale, sistemi 

di sollevamento, industria alimentare e delle bevande, sistemi di scambio termico, trasporto ferroviario, oleodinamica, 

macchine agricole e movimento terra, pneumatica, navale, industria chimica, cosmetica e farmaceutica, 

elettromedicale, impianti di lubrificazione, sistemi antincendio e macchine utensili. A totale garanzia dei più elevati 

e costanti livelli qualitativi, Elettrotec è certificata UNI EN ISO 9001:2008 

(e prossimamente ISO 14001) che copre tutte le fasi 

dell’organizzazione aziendale. Molte altre certificazioni quali 

RINA, Lloyd’s Register, Germanischer Lloyd, GOST, ATEX EExd IIC 

T6 e ATEX EExia IIC T6, IMQ, marchio CE, UL, assicurano inoltre 

una totale affidabilità e trasparenza delle prestazioni anche nel 

caso delle esigenze applicative più severe. 

Elettrotec: la risposta alle necessità di oggi e di domani. 

Pressostati - Vuotostati - Termostati - Flussostati 

Flussimetri - Livellostati - Sensori di livello - Pressostati elettronici 

Trasmettitori di pressione - Indicatori digitali 

NNOVER MESSE 2011 

Vi aspettiamo! 

ALL 17 - STAND F29 

ISO 9001:2008 - Cert. n° 0158/5 

APPARECCHI DI CONTROLLO PER FLUIDI 

20125 Milano - Via Jean Jaurés, 12 

Tel. +39 0228851811 - Fax +39 0228851854 

e-mail: marketing@elettrotec.it 

⊳ 


Isolamento . Sicurezza . Regolazione . Scarico condensa per BIOENERGIA: 

L‘energia del futuro ... 

... è rinnovabile, sostenibile e amica dell‘ambiente. 

Oggi la BIOENERGIA diventa sempre più importante. 

ARI propone una vasta gamma di prodotti per 

l‘isolamento, la sicurezza, la regolazione e lo 

scarico di condensa. La centrale di Lienz in Austria 

è solo uno degli esempi. E‘ il nostro contributo alla 

salvaguardia dell‘ambiente! 

Centrale di Lienz, Austria 

ZESA ® EURO-WEDI ® ASTRA ® FABA ® SAFE STEVI ® CONA ® 

VALVOSTEEL 

Tecnologia del futuro. 

VALVOLE DI QUALITÀ TEDESCA 

S 

R 

L , 20098 SAN GIULIANO MILANESE, VIA DELLA PACE 29, 

TEL. 02/982299.1, FAX 02/9840169, 

Internet: http://www.valvosteel.it, E-mail: info@valvosteel.it 

⊳ 


⊳ 


SOMMARIO 

12 

11 

18 

10 

26 

24 

n. 1 - marzo 2011 

EDITORIALE 

Energia e ambiente 9 

Paolo Berbenni 

IN PRIMO PIANO 

Depurazione biologica 10 

Trattamenti secondo natura 

a cura di Antonella Rampichini 

30 

33 

ATTUALITÀ 

Notizie 16 


ARIA E CLIMA 

Cancùn un passo importante verso un accordo 26 

globale sul clima 

Stefano Caserini 

RASSEGNA ACQUA 

Gestione delle acque urbane 30 

Criticità attuali e future del territorio di Expo 2015 

Alessandro Paoletti, Stefano Croci 

Energie & Ambiente oggi è stampato su VERTAPURE 70g 

della cartiera Vertaris (Voreppe - Francia). 

Prodotto 100% riciclato, certicato FSC e PEFC 

Vertaris trasforma e valorizza le carte da macero risultanti 

dalla raccolta selettiva di ufci amministrativi ed imprese. 

La Legenda di Energia&Ambiente oggi 

RICERCA EVENTI MERCATO EMISSIONI EOLICO 

NORMATIVA AZIENDA EFFICIENZA UNIONE 

ENERGETICA EUROPEA 

SOLARE ACQUA RIFIUTI GEOTERMICO 

Per facilitare 

la lettura delle notizie 

di attualità e di prodotto 

abbiamo associato 

una serie di icone 

che identi cano 

la tipologia o il settore 

di provenienza 

dell’informazione. 

SOLUZIONI ANALITICHE 

Ricerca di salmonella in ambiente idrico 46 

I vantaggi della PCR real time 

Elisa Cavallini, Laura de Lellis, Eva Balzani, 

Isotta Lorenzi, Gian Piero Stefanelli 

FOCUS SOLARE 

Thin lm - Avanti tutta? 53 

Franco Pecchio 

INTERVISTA 

Celle fotovoltaiche più efcienti 56 


SOLUZIONI FOTOVOLTAICHE 

Encoder e sensori nel condominio fotovoltaico 60 

Enrica Biondini, Carlo Sportello, Alessandro Canciani 

Una soluzione “a tutto tondo” 64 

Domenico Fumagalli 

2 n.1 marzo 2011 

⊳ 


⊳ 


AZIENDE 

ABB www.abb.it/energyef ciency 76, 84 

Aiat www.ingegneriambientali.it 94 

Aper www.aper.it 20 

API www.api-automation.it 36 

Argal www.argal.it 35 

Axow www.ax ow.it 35 

CLR www.clritalia.com 36 

Commissione Europea http://europa.eu 24 

Conveco www.conveco.com 88 

EAR Group www.eargroup.it 60 

Ebara Pumps Europe 

www.ebaraeurope.com 35 

Ecoplast www.ecoplast.it 10 

Elettronica Santerno www.santerno.com 86 

Endress + Hauser Italia 

www.it.endress.com 36 

Faggiolati Pumps 

www.faggiolatipumps.com 37 

Fast www.fastautomation.it 38 

Fluke www. uke.com 85 

Gefran www.gefran.com 85 

Gramaglia www.gramaglia.it 18 

Gruppo DSF www.dsftecnologia.com 18 

GSE www.gse.it 22 

Hach Lange www.hach-lange.it 38 

Hera www.gruppohera.it 46 

Horner www.horner-apq.com 84 

INSERZIONISTI 

A.M.G. Impianti 72 

ABB 21 

Camlogic 62 

Caprari 

III copertina 

Clomar 50 

Comsol 74 

Control Techniques 73 

Conveco 52 

CPS 58 

Donadon SDD 3 

Ecoplast 

copertina 

Elettrotec 

battente 

Endress + Hauser 65 

Eurovix 23 

Expoenergie 96 

General Smontaggi 63 

Gramaglia 37 

Hach Lange 19 

Horner 90 

Idexx 5 

Igus 83 

Idexx Europe Water www.idexx.it 38 

Inspiring Software 

www.inspiringsoftware.com 78 

Lacroix Softec www.lacroix-softec.it 39 

Oltremare www.oltremaremembrane.com 40 

Omron Electronics 

www.industrial.omron.eu 66 

Phoenix Contact www.phoenixcontact.it 40 

Picotronik www.picotronik.it 86 

Pircher www.pircher-edilizia.com 40 

Planiplastic Ecologia www.planiplastic.it 41 

Proacqua Group www.proacquagroup.com 42 

Prominent Italiana www.prominent.it 42 

Robuschi www.robuschi.it 88 

Servitecno www.servitecno.it 43 

Sick www.sick.it 60, 86 

Siem Impianti www.siemimpianti.it 60 

Siemens www.siemens.it 42, 80 

Silfab www.silfab.eu 56 

Solyndra www.solyndra.com 64 

SPS IPC Drives www.sps-italia.net 20 

Systea www.systea.it 44 

TCR Tecora www.tecora.it 90 

Tecam www.tecam.it 45 

Vacon www.vacon.com 44 

Valcom www.valcom.it 44 

Verlinde www.verlinde.com 45 

ITT Water & Wastewater 15 

Keller Italy 87 

Lenze Italia 91 

Luchsinger 43 

Messe Frankfurt Italia 69 

Minini Imballaggi 51 

Mitsubishi Electric Europe 

IV copertina 

Montagna 17 

R.E.M. 41 

Sick 8 

Simpec 39 

SKF Industrie 59 

TCR Tecora 29 

Teknofanghi 14 

Topight Italia 1 

TWK 65 

Unicalce 89 

Valvosteel 

II copertina 

Ventilazione Industriale 25 

Weidmuller 7 

www.energieambienteoggi.it 

Sede legale 

Sede operativa 

Piazzale Carlo Magno, 1 - 20149 Milano 

SS.del Sempione, 28 - 20017 Rho (Mi) 

tel. +39 02 4997.1 - fax +39 02 49976573 

www.eramilanoeditore.it 

Direzione Alberto Guglielmo Presidente 

Corrado Minnella Amministratore Delegato - Publisher 

Comitato tecnico-scientico: Ivo Allegrini Esperto Ambientale 

Paolo Berbenni Politecnico di Milano 

Luigi Campanella Università La Sapienza, Roma 

Alessandro de Carli Associazione Ingegneri Ambiente 

e Territorio 

Marci Frey 

Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa 

Pasquale Giampietro Avvocato in Roma, già consigliere 

di Cassazione 

Giorgio Nebbia Emerito di Merceologia all’Università 

di Bari 

Romano Pagnotta Istituto di Ricerca sulle Acque, Cnr, Roma 

Eleonora Perotto Politecnico di Milano 

Franco Pecchio Consulente Energetico 

Redazione Corrado Minnella Direttore Responsabile 

Antonella Cattaneo Responsabile Area Automazione 

e Energia 

Antonella Rampichini Coordinamento Editoriale 

tel. +390249976511 

antonella.rampichini@ eramilanoeditore.it 

Collaboratori: 

Alessandra Pelliconi 

Segretaria 

tel. +390249976509 

alessandra.pelliconi@ eramilanoeditore.it 

Eva Balzani, Marco Benedetti, Enrica Biondini, Alessandro 

Canciani, Stefano Caserini, Elisa Cavallari, Stefano Croci, 

Laura de Lellis, Ilaria De Poli, Domenico Fumagalli, Isotta Lorenzi, 

Manuela Lucca, Alessandro Paoletti, Lorenza Roncareggi, 

Carlo Sportello, Gian Piero Stefanelli, Michele Tedone. 

Graca e produzione Franco Tedeschi Coordinamento graci 

tel. +39 02 49976569 

franco.tedeschi@ eramilanoeditore.it 

Paola Queirolo Progetto graco e impaginazione 

tel. +390249976564 

paola.queirolo@ eramilanoeditore.it 

Alberto Decari Coordinamento DTP 

tel. +39 02 49976561 

alberto.decari@ eramilanoeditore.it 

Grache Sima Ciserano (BG) - Stampa 

Nadia Zappa 

Ufcio Traf co 

tel. +39 02 49976534 

nadia.zappa@ eramilanoeditore.it 

Pubblicità 

International Sales 

Abbonamenti 

Giuseppe De Gasperis Sales Manager 

tel. +39 02 49976527 

fax +39 02 49976570-1 

giuseppe.degasperis@ eramilanoeditore.it 

U.K.: Huson European Media • Natascha Lander • 

tel. +44/1932/564999 • fax +44/1932/564998 

Switzerland: IFF media ag • Carla Widmer • 

tel 0041-52-6330888 • fax 0041-52 - 6330899 

GErmany and Austria: Mediaagentur • Adela Ploner 

• tel. +49/8131/3669920 • fax +49/8131/3669929 

USA: Huson European Media • Ralph S. Lockwood • 

tel. 001/408/879/6666 • fax 001/408/879/6669 

Taiwan: Worldwide Services • Stuart Phillips - Laurie 

tel. +886/4/2325-1784 • fax +886/4/2325-2967 

N. di conto corrente postale per sottoscrizione 

48199749- IBAN: IT 61 A 07601 01600 000048199749 

intestato a : Fiera Milano Editore SpA, 

Piazzale Carlo Magno,1 - 20149 Milano. 

tel.02252007200 - fax 02 49976572 

e-mail: abbonamenti@ eramilanoeditore.it 

Si accettano pagamenti con CartaSì, Visa, Mastercard, 

Eurocard (www.ilb2b.it). 

Abbonamento 8 uscite: € 20,00 

Abbonamento per l’estero: 8 uscite: € 40,00 

Prezzo della rivista: € 4,00 – Arretrati: € 8,00 

Testata associata • Associazione Nazionale Editoria 

Periodica Specializzata 

Fiera Milano Editore è iscritta al Registro Operatori 

della Comunicazione n° 11125 del 25/07/2003 

Registrazione del Tribunale di Milano n° 7 del 4/01/2011. 

Tutti i diritti di riproduzione degli articoli pubblicati sono riservati. 

4 n.1 marzo 2011 

⊳ 


Semplice, 

rapido, 

accurato 

Soluzioni affidabili per le analisi delle 

acque di balneazione 

Test per i parametri-critici delle acque di balneazione 

usando una piattaforma unica, il sistema Quanti-Tray ® : 

 

® 

 

Colilert ® -18 

 

 

E. coli 

Enterolert ® -E 

 

 

 

 

 

0517094708 

idexx.it/balneazione 

 

 

 

 

 

 

 

 

⊳ 


Non perdere 

la bussola... 

...e naviga sulla 

cresta del business 

rimani aggiornato... 

...iscriviti alle nostre newsletter 

4 canali tematici: 

Elettronica, Automazione, 

Meccanica, Energia e Ambiente 

4 newsletter 

2.020.759 page views* 

385.704 visitatori unici* 

**Fonte: Google Analytics, agosto 2009 - luglio 2010 

ELETTRONICA E AUTOMAZIONE 

newsletter quindicinale - 19 numeri/anno 

MECCANICA, PROGETTAZIONE 

E COMPONENTISTICA 

newsletter mensile - 11 numeri/anno 

ENERGIA E AMBIENTE 


SOLUZIONI SOFTWARE 

PER L’INDUSTRIA 


www.ilb2b.it/newsletter_elettronica_automazione.asp 

www.ilb2b.it/newsletter_meccanica.asp 

www.ilb2b.it/newsletter_ambiente.asp 

www.ilb2b.it/newsletter_software.asp 

www.ilb2b.it è il portale dedicato al mondo dell'industria dove il visitatore può leggere le più importanti 

notizie, effettuare ricerche mirate di prodotti e aziende, accedere ad approfondimenti, recensioni, e 

altre informazioni qualificate. Parte integrante dei servizi informativi de ilb2b sono: le newsletter. Moderno 

strumento di informazione curato dalle redazioni delle riviste tecniche più autorevoli nei rispettivi settori. 

Per maggiori informazioni: 

redazione.ilb2b@fieramilanoeditore.it 

Tel. 02 49976564 

⊳ 


MULTITALENTO 

MODULO AMPLIFICATORE E ISOLATORE DI SEGNALI 

AD ELEVATA FUNZIONALITÀ CON INGOMBRO RIDOTTO 

www.weidmueller.com 

ACT20M – La nuova linea di prodotti comprende isolatori di corrente passivi 

a 2 vie, uno o due canali, convertitori per sonde di temperatura, amplificatori 

e isolatori universali tensione/corrente alimentati a 3 vie, sdoppiatori di 

segnale di tensione e corrente. Gli 8 punti di connessione in soli 6mm, consentono 

funzionalità aggiuntive come il doppio canale o l‘alimentazione 

sensore in campo generata dal modulo. 

Semplicità – Configurazione mediante DIP switch o con il software 

WI-Manager. DTM data file compatibili FDT 

Sicurezza – Elevato valore di tensione d‘isolamento galvanico: 2,5 kV 

Rapidità – Installazione e messa in servizio veloce. L‘alimentazione 24Vdc 

comune ai moduli è prelevata dal BUS direttamente montato nella guida. 

Elettronica – Made by Weidmüller 

⊳ 


⊳ 


EDITORIALE 

Energia 

e ambiente 

La consapevolezza, maturata negli ultimi anni, che le risorse 

naturali sono limitate e la dif cile situazione economica che ha 

coinvolto tutti i principali settori produttivi, ci induce a chiederci 

se il modello di crescita, basato su consumi ed indebitamenti 

spinti all’eccesso, non vada rivisto e si torni a valutare il senso 

etico di ogni nostro comportamento ed attività. In questo contesto 

l’energia, no ad oggi trascurata rispetto ad altre risorse come 

ad esempio l’acqua, assume un ruolo preminente. Negli anni ‘70 

era l’ecologia a dominare la cultura, assillati dai gravi problemi 

di inquinamento; oggi qualità dell’energia e qualità dell’ambiente 

sono la chiave per la crescita economica dei prossimi decenni. 

Nel libro “Le regole del gioco” Peter Atkins, della Oxford University, 

afferma che la consapevolezza che sia la qualità dell’energia 

più che la sua quantità a contare, riveste la massima importanza 

per la comprensione della natura e che l’obiettivo centrale della 

tutela dell’ambiente sia quello di ridurre al minimo l’aumento 

di entropia in tutto quello che facciamo. Le fonti di energia 

sono il petrolio, il carbone, il gas, la biomassa, l’idroelettrica, 

il nucleare e le fonti rinnovabili; quelle di cui disponiamo in 

quantità importanti sono il petrolio, il carbone e il gas. La 

produzione mondiale di petrolio greggio nel 2009 è stata di circa 

80 milioni di barili al giorno mentre la produzione commerciale 

di gas naturale è stata di oltre 2.800 miliardi di metri cubi. La 

riserva accertata di petrolio è di oltre 1.200 miliardi di barili. 

La domanda mondiale di energia è in funzione dello 

sviluppo economico dei singoli paesi e della crescita della 

popolazione e la maggior parte dei paesi del mondo è 

costretto a importare l’energia da altri stati. L’Italia, secondo 

i dati diffusi da Eurostat dipende dall’estero per l’86,8%. 

La questione energetica è emersa in tutte le sue dimensioni da 

quando l’Unione Europea nel pacchetto clima-energia, legato ai 

cambiamenti climatici, chiamato anche 20-20-20, approvato il 17 

dicembre 2008, ha stabilito che i consumi energetici debbano 

provenire per il 20% da fonti rinnovabili. Il problema delle risorse 

energetiche, come sostenuto da Carlo Carraro, Rettore della 

Università Ca’ Foscari di Venezia ha tre dimensioni: l’energia come 

risorsa scarsa, avvalorata dalle ricorrenti previsioni catastro che 

sulla ne dell’era del petrolio e sulla scarsità di energia; l’energia 

come risorsa”sporca” legata alle grandi e ricorrenti catastro 

di inquinamento ed in ne, come risorsa mal distribuita con 

una larga frazione della popolazione mondiale (1,6 miliardi) 

senza accesso all’energia elettrica e ad altre fonti primarie. 

A complicare la situazione si è inserito il prezzo del petrolio 

che, come è noto, dipende da molti fattori, quali la scoperta 

di nuovi giacimenti, la disponibilità di nuove fonti di energia, 

la crescita della popolazione e dell’economia oltre che 

dagli interventi della politica. Il prezzo che negli anni ‘70 

era di 0,75-3,25 dollari al barile dopo il 1981 è aumentato 

di oltre il 350% senza una plausibile spiegazione. 

Il problema ambientale diventa essenziale. L’uso del petrolio, 

del carbone e del gas naturale determina un impatto sull’aria, 

sulle acque super ciali e sotterranee e sugli oceani, senza 

dimenticare le ripercussioni sui cambiamenti climatici e 

le conseguenze da essi derivati. Le scelte delle politiche 

energetiche nei differenti Paesi sono diverse e in Italia i 

risultati non sempre sono stati positivi in quanto è mancato il 

confronto con i Paesi che hanno seguito strade diverse. Le 

s de per il futuro non mancano. Si tratta di sviluppare fonti 

energetiche in grado di far fronte alla forte domanda e di limitare 

l’impatto sull’ambiente e sul clima, anche se necessitano forti 

investimenti, specie nelle nuove tecnologie, oltre che politiche 

in grado di modi care lo sviluppo della società attuale. 

De nire una problematica generale, che tenga conto 

delle tendenze future e delle lezioni del passato, 

riconsiderando la questione energetica, è lo scopo che 

si pre gge Energia & Ambiente Oggi. Rispondere ai 

fabbisogni energetici del secolo richiede un modo nuovo 

di produrre, un nuovo sistema tecnico-economico. 

Paolo Berbenni - Comitato tecnico scienti co - Energie & Ambiente Oggi 

Le parole di Paolo Berbenni, gura storica della ricerca e della divulgazione in 

campo ambientale, esprimono bene le ragioni che hanno spinto Fiera Milano 

Editore a rinnovare il proprio impegno editoriale per promuovere una conoscenza 

sempre più approfondita e consapevole delle problematiche e delle tecnologie 

ambientali ed energetiche. 

In questo primo numero, abbiamo scelto di dedicare un’attenzione particolare 

all’acqua e alle innovazioni tecnologiche che ne permettono una gestione sostenibile 

nelle aree urbane, dove la rapida crescita demogra ca e l’industrializzazione 

causano notevoli criticità idraulico-ambientali. Abbiamo poi focalizzato 

il nostro interesse sulle prospettive future del lm sottile, il miglioramento 

dell’ef cienza delle celle fotovoltaiche, i cambiamenti climatici, la certicazione 

delle rinnovabili e tanti casi esemplari che mostrano come sia possibile migliorare 

l’ambiente, rafforzando nel contempo la competitività delle imprese. 

Antonella Rampichini 

n.1 marzo 2011 

9 

⊳ 


IN PRIMO 

PIANO 

D E PURAZI ONE 

BIOLOGICA 

TRATTAME NTI 

SECONDO NATURA 

Forte della sua tradizione ed esperienza, 

sotto la spinta di un’evoluzione tecnologica 

di assoluta avanguardia, oggi Ecoplast, 

grazie alla sua specializzazione, nello 

stampaggio di materie plastiche ad alto 

contenuto tecnologico, svolge un ruolo 

fondamentale per affrontare le s de dell’era 

globale per il trattamento delle acque. 

Antonella Rampichini 

Nata negli anni ’70, n dalle origini Ecoplast ha avuto come principio 

ispiratore la salvaguardia dell’ambiente e nel corso della sua 

storia è cresciuta dando vita ad un’impresa internazionale per la 

produzione di impianti per la depurazione biologica con impiego 

di biodischi studiati e messi a punto per essere efcienti pur mantenendo 

dei costi competitivi. 

Sotto la spinta di un’evoluzione tecnologica di assoluta avanguardia, 

l’azienda si è distinta per le sue capacità di intervenire e risolvere 

problemi nel trattamento delle acque di qualsiasi tipo e 

dimensione: dalla progettazione alla realizzazione di impianti, ai 

grandi e complessi interventi di recupero e ripristino ambientale, 

come la depurazione a ciclo integrato delle acque. 

Presso la sede storica di Lentate sul Seveso (Milano), Ecoplast 

raggruppa tutte le attività dalla progettazione alla produzione, alla 

ricerca e sviluppo per quanto riguarda sia gli interventi privati sia 

quelli pubblici, anche su ampia scala. 

Oggi, più che mai, la società sente la necessità di investire in ricerca 

e sviluppo per migliorare il centro di produzione per il trattamento 

delle acque e per rispondere in modo attento e competente 

alle esigenze degli 8.000 clienti sparsi in tutto il mondo (Italia, 

Francia, Svizzera, Spagna, Grecia, Malta, Egitto, Turchia, Arabia 

Saudita, Emirati Arabi, Argentina, Cuba). 

Ecoplast, controlla inoltre un serie di società che operano principalmente 

a livello pubblico, utilizzando brevetti, metodologie e 

know-how di proprietà per la depurazione delle acque, per grandi 

interventi territoriali ed urbanistici. 

10 


⊳ 


publiredazionale 

BioGreenWorld 

Si tratta di un processo recente che 

consiste nell’introdurre nella vasca di aerazione, 

elementi mobili sfusi in polipropilene rigido 

di forma sferica cava di piccole dimensioni 

(diametro 15 mm), a densità prossima a quella 

dell’acqua, opportunamente sagomati in modo 

da non essere intasabili ed offrire al contempo 

un’elevata super cie speci ca (600 m 2 /m 3 di vasca). 

Vengono mantenuti in sospensione utilizzando 

ridotte energie di miscelazione. Sono denominati 

reattori a letto uido a biomassa adesa/sospesa. sa. 

Il massimo grado di riempimento possibile è circa il 60% 

del volume, in corrispondenza del quale la super percie specica 

ca 

disponibile per m 3 di vasca è di circa 500 m 2/m 3 

di vasca. 

L’innovativo sistema a biomassa adesa/sospesa, con corpo 

di riempimento BioGreenWorld risulta essere competitivo 

rispetto ai fanghi attivi, con i seguenti vantaggi: 

- indipendenza del tempo di resistenza cellulare da quello di ritenzione 

idraulica nei reattori biologici, senza operare ricircoli di biomassa; 

- assenza del ricircolo dei fanghi dal sedimentatore secondario e 

quindi possibilità di migliorare le caratteristiche di sedimentabilità 

del fango sottoponendolo ad eventuali trattamenti aggiuntivi; 

- specializzazione della biomassa adesa nella rimozione dei substrati, 

con conseguente incremento delle velocità di processo, che a loro volta 

favoriscono la riduzione dei volumi dei reattori e delle super ci occupate; 

- possibilità di migliorare le prestazioni degli impianti 

esistenti sottodimensionati o di rispettare standard più 

restrittivi per lo scarico delle acque re ue depurate. 

Il carico organico volumetrico in un unico stadio applicabile è dell’ordine 

di circa 4-5 kg Cod/m 3 /giorno, mentre per ottenere la nitricazione 

combinata con la rimozione del carbonio organico in un unico stadio, a 

12 °C, il carico va ridotto a meno di 3 kg Cod/m 3 /giorno, mantenendo nel 

contempo una concentrazione di ossigeno disciolto di almeno 3-4 mg/l. 

In tali condizioni il tasso giornaliero di azoto nitri cabile 

è dell’ordine di 0,3 kgNH 4 

-N/m 3 /giorno. 

La velocità di nitri cazione si calcola, ammettendo che il pH resti in 

campo alcalino; il valore d’ossigeno disciolto è mantenuto elevato (OD = 4 

mg/l) per evitare un’eccessiva introduzione nella fase di denitricazione. 

Bio-Eco 

Nel 1982 Ecoplast dà vita ad un progetto: realizzare un corpo di 

riempimento innovativo in plastica nalizzato al trattamento di 

acque reue in ltri percolatori che potesse risolvere i problemi 

riscontrati nei riempimenti tradizionali e che doveva rispondere 

ai seguenti requisiti: alto volume specico, basso peso, alto indice 

di vuoto, inintasabilità, semplice installazione e costo limitato. 

Dopo molte prove si è giunti alla realizzazione del Bio-Eco, 

un corpo di riempimento alla rinfusa per percolatori a medio/alto 

carico, destinati al trattamento di liquami domestici e/o industriali 

biodegradabili. I reui industriali più comunemente depurati per 

bioltrazione sono quelli da industrie lattiero-casearie, distillerie, 

agro-alimentari, macelli, birrici, allevamenti di suini, pollame, 

bovini ecc. Applicando il Bio-Eco si hanno due ordini di vantaggi: 

il primo dovuto al sistema di depurazione (percolazione) che 

consente sostanziali risparmi di energia rispetto a quello a fanghi 

attivi; oltre a presentare altri vantaggi (conduzione semplice, 

resistenza ai sovraccarichi, ingombro limitato); l’altro che deriva 

dalle le sue doti di elevata supercie specica ed alto indice di 

vuoto, permette buoni rendimenti depurativi anche per alti carichi 

organici applicati. Inoltre la leggerezza del Bio-Eco lo rende particolarmente 

adatto alla realizzazione di opere civili (percolatori) 

più semplici, e meno costose, rispetto ai riempimenti tradizionali 

in ghiaia o simili. A conferma della validità del Bio-Eco oggi sono 

numerose le installazioni realizzate per un volume di riempimento 

di circa 60/70 mila m 3 . 


11 

⊳ 


IN PRIMO 

PIANO 

Turbo-Disc 

Nel 1985, grazie all’esperienza acquisita nel trattamento acque 

reue in ltri percolatori, Ecoplast realizza Turbo-Disc. Il progetto 

consisteva nella costruzione di un rotore biologico che doveva 

rispondere ai seguenti requisiti: semplice controllo del processo, 

eccellente resistenza ai sovraccarichi, bassi costi energetici, bassi 

costi di esercizio e manutenzione, volumi ed ingombri limitati, 

trasferimento diretto dell’ossigeno, elevati rendimenti di rimozione 

del Bod, indipendenza dalla temperatura ambiente, assenza di 

rumori, assenza di aerosol, facilità di trasporto e montaggio. Turbo-Disc 

I rotori Turbo-Disc consistono sostanzialmente di unità costituite 

da dischetti in materiale plastico afancati e montati su un albero 

orizzontale. L’albero ruota lentamente, mentre il 40% della super- Bio Tk 

cie del rotore rimane immersa nel liquame. Durante la rotazione, Forte delle esperienze acquisite nelle installazioni del Turbola 

serie di dischetti che compongono il rotore biologico si ricopre 

immediatamente di uno strato di biomassa che trasporta una realizzato un impianto monoblocco per piccole utenze: Bio Tk. 

Disc, per rispondere alle richieste del mercato, Ecoplast ha poi 

pellicola Nata 

di negli efuente anni a ’70, contatto n dalle 

con l origini l’aria; l’efuente Ecoplast p a t percola ha 

avuto sulla come 

Questo ricerca impianto e sviluppo è completo po per migliorare e costituito il da centro grigliatura di produzione ne, diso- 

per 

super principio cie del ispiratore materiale la plastico salvaguardia assorbendo i dell’ambiente l’ossigeno e nel 

contenuto 

nell’aria. sua a storia I vantaggi è cresciuta del rotore dando biologico vita ad 

un’impresa Turbo-Disc, internazionale 

rispetto t ai nitri e cazione competente ente con rotore alle esigenze Turbo-Disc, degli sedimentazione 8.000 

clienti sparsi a pacchi 

in tutto il 

corso della leatore il trattamento a pacchi e to lamellari, delle acque sedimentazione e per 

rispondere primaria, in ossidazione/ 

modo attento 

tipi attualmente per la 

produzione in z on 

commercio, di impianti dipendono per la depurazione dal fatto i n che biologica il rotore 

con lamellari, mondo n o stabilizzazione (Italia, 

a, Francia, n dei Svizzera, fanghi, Spagna, disinfezione n Grecia, ee può Malta, essere 

Egitto, 

è costituito impiego da di 

biodischi numerosi studiati dischetti e i messi quali, a afancati punto per gli essere uni sere agli efcienti 

al- 

collegato Turchia, a dei Arabia pannelli Saudita, fotovoltaici i a, Emirati m Arabi, per la Argentina, produzione Cuba). di energia. 

Ecoplast, 

tri, formano pur mantenendo tanti piccoli dei rotori costi 

competitivi. 

che oltre t a ruotare attorno all’asse La sua controlla con gurazione inoltre un serie permette di società di eavere che un operano costo di principalmente 

gestione 

principale, Sotto durante la spinta nl’immersione a 

di un’evoluzione n e ruotano u n anche tecnologica su loro stessi, di assoluta 

aumentando 

avanguardia, g in ardia, tal modo l’azienda l’agitazione si è e distinta l’assorbimento ta 

per le sue dell’ossigeno capacità c di La gamma di proprietà di produzione per 

la depurazione si estende delle da 20 acque, no a per 1.000 grandi utenti. 

interventi 

s pari a allo livello zero. llo pubblico, b utilizzando brevetti, et 

ti, metodologie e know-how 

da parte intervenire della pellicola e risolvere biologica; problemi inoltre nel tale trattamento r ttam conformazione a 

delle acque evita 

di Le possibili territoriali o iali utenze ed urbanistici. 

interessate n all’utilizzo di Bio Tk sono: piccole 

possibili qualsiasi intasamenti asi tipo 

e dimensione: dovuti ad e una dalla a la 

crescita progettazione eccessiva alladella realizzazione 

pellicola 

di biologica. impianti, Durante ai grandi lo e spoglio complessi o 

edella si 

interventi pellicola, diquesta recupero non e deve ripristino 

istino mento, Bio-Eco comunità, centri turistici, cantine vinicole, porti turistici, 

zazione frazioni, campeggi, autolavaggi, casei ci, industrie di imbottiglia- 

attraversare ambientale, tutta come la larghezza depurazione p del rotore, a ciclo come clo integrato succede g delle nei acque. 

rotori 

comunità rurali, industrie conserviere ecc. 

tradizionali, Presso la ma sede deve storica solo r staccarsi di Lentate n dai dischetti sul Seveso del diametro (MI), Ecoplast 

c di 

Le soluzioni Nel 19828 adottate Ecoplast c nella dà progettazione vita ad un progetto: di Bio to: Tk realizzare presentano un di- 

corpo 

170 raggruppa mm. A confermare tutte tte le attività l’afdabilità i à dalla progettazione del Turbo-Disc taziz one alla sono produzione, dmolti z one, gli 

alla versi di 

vantaggi: riempimento imento assenza innovativo di opere ivo in plastica edili e di nalizzato costi energetici, ato al trattamento spazio 

di 

impianti ricerca realizzati e sviluppo da Ecoplast sia 

i per 

quanto attualmente n o riguarda d funzionanti gli interventi ntutta i privati Ita- 

che occupato acque limitato, reueu in gestione ltri 

percolatori non specializzata, ri che 

potesse assenza se risolvere di prodotti 

i problemi 

lia ed quelli adibiti pubblici, al trattamento anche su di ampia acque scala. 

reue a a. nei più svariati settori: chimici, riscontrati facilità i nei di movimentazione. 

riempimenti me 

tradizionali 

e che 

doveva rispondere re ai 

civili, Oggi, industriali, più che caseici, mai, la mattatoi, società camping sente n e la ecc. necessità essis di investire s ire in In ne, seguenti un enti costo requisiti: che u per alto 

abitante volume o equivalente specico, basso è pari a peso, 150 euro. alto indice 

12 n.1 marzo 2011 

⊳ 



13 

⊳ 


Salvaguarda la natura con 

Teknofanghi 

MONOBELT ® SCRUDRAIN 

TEKNOBAG ® - DRAIMAD ® 

POLYDILUTION SCRUFILTER ® 

Sludge Dewatering 

Le apparecchiature sono realizzate 

in acciaio inox AISI 304 

e costruite a normative 

>> TEKNOBAG DRAIMAD ® 

Disidratazione e imballaggio fanghi 

con sacchi a perdere. 

>> MONOBELT ® 

Nastro pressa per la disidratazione fanghi. 

>> SCRUDRAIN ® 

Addensatori dinamici 

a coclea. 

Sistemi per la disidratazione fanghi 

Sludge Dewatering Equipment 

Via Brescia, 18 

20063 Cernusco s/N (MI) - Italy 

Tel. +39.02.92143037 

Fax +39.02.92143038 

info@teknofanghi.it 

www.teknofanghi.it 

>> SCRUFILTER ® 

Microfiltrazione in continuo dell’acqua. 

>> POLIDILUTION ® (POLVERE) 

Impianti di preparazione polielettrolita. 

>> POLIDILUTION ® (EMULSIONE) 

Impianti di preparazione polielettrolita liquido. 

⊳ 


UV e ozono: l’acqua pura dalla natura! 

Tecnologie per depurare senza additivi chimici. 

La natura ha i suoi sistemi per depurare e sterilizzare le acque. ITT Water & 

Wastewater con il suo marchio Wedeco ha sviluppato la tecnologia per utilizzare 

questi sistemi ecologici con una efficienza tale da permetterne l’uso sia nella 

potabilizzazione che nella depurazione dei reflui. I raggi UV eliminano la carica 

batterica impedendo a virus e batteri di proliferare. L’ozono, eccellente ossidante, 

si può impiegare per migliorare la flocculazione, eliminare dalle acque sapori, 

odori e colorazione, per abbattere il contenuto di Fe e Mn, per la disinfezione, 

per eliminare il TOC e persino per l’eliminare le sostanze endocrine dai reflui. 

Wedeco: la natura insegna. 

Banco lampade UV 

Generatore di Ozono 

ITT Water & Wastewater Italia s.r.l. 

20020 Lainate (MI) Via G. Rossini, 1/A Tel. 02.90358.1 Fax 02.9019990 

● ● 

web: www.ittwww.it e-mail: ittwww.italia@itt.com 

● 

⊳ 


ATTUALITÀ 

TUAL 

ALIT 


Ricerca in ‘vetrina’ 

Su 84 ricerche candidate al Premio Sapio per la ricerca italiana 

20 riguardano ambiente ed energia. 

Su 84 ricerche candidate al 

Premio Sapio per la ricerca 

italiana 20 riguardano ambiente 

ed energia. Finalità del premio è 

quella di divulgare il lavoro dei ricercatori italiani 

che hanno voglia di far conoscere alla 

comunità scientifica e imprenditoriale, ma anche 

ai non addetti ai lavori, ciò su cui stanno 

lavorando, l’importanza del loro impegno, che 

è finalizzato alla scoperta di nuove soluzioni 

per la salute, per la sostenibilità ambientale, 

per il miglioramento della qualità della vita. 

Sono soprattutto i ricercatori che operano nel 

settore ambiente ed energia ad aver voluto 

presentare e far conoscere i risultati del loro 

lavoro. 

La ricerca in questo ambito in Italia conferma 

di essere in grande fermento: 20 studi di alto 

livello sono candidati ai 3 Premi Junior e, indipendentemente 

da quello che sarà l’elenco 

dei vincitori, rappresentano passi avanti concreti 

e importantissimi. 

Ben 8 delle ricerche sul tema ambiente riguardano 

le energie rinnovabili e propongono 

risposte e soluzioni che potranno avere applicazioni 

nel prossimo futuro. 

Una di queste riguarda lo sviluppo di tecniche 

innovative per la produzione e caratterizzazione 

alla nanoscala di nuovi materiali per il 

fotovoltaico di prossima generazione. 

Un’alternativa valida al silicio è quella dei 

semiconduttori organici, materiali simili alla 

plastica che possono essere prodotti a basso 

costo e, a differenza del silicio, sono leggeri 

e flessibili. 

Le ricerche effettuate in questi anni presso 

l’Istituto per la Sintesi Organica e la Fotoreattività 

di Bologna hanno affrontato sistematicamente 

questo problema, permettendo 

di comprendere in maniera dettagliata il funzionamento 

di celle solari e transistor basati 

su nanocristalli e fibre polimeriche nanoscopiche, 

e di collegare il funzionamento del 

materiale su scala nanometrica con la performance 

macroscopica del materiale all’interno 

di dispositivi funzionanti, in particolar modo 

celle solari e transistor. 

In particolare negli ultimi due anni è stata 

dedicata attenzione anche allo studio dell’interazione 

di vari semiconduttori organici col 

grafene, il materiale più sottile del mondo. Il 

ricercatore candidato al Premio Sapio 2010 

ha recentemente descritto una tecnica innovativa 

con cui, utilizzando la microscopia a 

sonda, è possibile “disegnare” transistor funzionanti 

direttamente sul grafene, modificando 

localmente le sue proprietà elettriche. 

Un’altra ricerca riguarda la preparazione di 

biodiesel da fonti non convenzionali. Svolta 

da due ricercatrici dell’Istituto di Scienze 

e Tecnologie Molecolari del Cnr, il lavoro di 

ricerca ha portato al deposito di un brevetto 

internazionale e alla domanda di deposito 

di un brevetto europeo ed ha consentito di 

instaurare contatti con alcune delle aziende 

produttrici di biodiesel italiane. 

NEWS 

Il 5-ter-butyl-2,4,6-trinitrom-xylene 

(musk xylene), il 

4,4’-diamminodifenilmetano 

(MDA), l’esabromociclododecano 

(Hbcdd), il di(2-etilesil) ftalato 

(Dehp), lo ftalato benzilico butilico 

(BBP) e lo ftalato dibutilico (DBP) 

sono state spostate dall’elenco di 

sostanze candidate all’elenco di 

sostanze soggette alla procedura 

di autorizzazione, noto quale 

allegato XIV, di cui al regolamento 

Reach dell’Unione Europea. 

Le sei sostanze verranno proibite 

nell’arco dei prossimi tre-cinque anni 

a meno che singole imprese non 

abbiano ricevuto un’autorizzazione 

ad usarle. Gli operatori che 

intendessero vendere o usare tali 

sostanze dovranno dimostrare che 

sono state adottate le prescritte 

misure di sicurezza per controllare 

adeguatamente i rischi. 

16 n.1 marzo 2011 

⊳ 


i nostri impianti... 

..una sola cosa in comune... 

JUMBO 

SYSTEM 

ECO TRONIC 

CHANNEL SC-V 

ESPRIT 

CHANNEL SC-O 

KOMBI 

... acqua pura e sicura 

MONTAGNA s.r.l. 

www.montagna.it 

via De Gasperi, 12 - 20084 Lacchiarella (Milano) - Italy -Tel +39 02.90076990 r.a. Fax +39 02.90079097 e-mail: montagna@montagna.it 

sistemi di disinfezione a raggi UV 

⊳ 


ATTUALITÀ 

La tutela delle acque 

“Nel nostro Paese la cultura ambientale 

non è ancora diffusa 

come dovrebbe. Occorre insegnare 

come si tutelano le acque 

a scuola, all’interno delle famiglie e nella 

società civile e industriale. Basta guardarsi 

attorno per capire che non è così”. Sono 

parole di Francesco Capoccia, titolare di 

Gramaglia , azienda che quest’anno 

festeggia i suoi trent’anni di attività nel trattamento 

delle acque, per uso sia umano sia 

industriale, sia primarie sia re ue, che sottolinea 

come in Italia stenti ancora a diffondersi 

una mentalità rivolta alla tutela ambientale, al 

risparmio energetico e alla sostenibilità. Soprattutto 

tra le aziende medie e piccole. L’investimento 

in tecnologia “verde”, comporta 

un impegno non indifferente, in termini sia di 

risorse economiche sia umane e, il più delle 

volte, è sostenibile solo con ritorni a medio e 

lungo termine che devono essere incentivati. 

Oggi si parla di “Green Economy” ma al di là 

dello slogan poco si fa per attivarla; basterebbe 

poter de scalizzare gli investimenti in 

tempi brevi, senza contributi statali o regionali, 

per aver dei ritorni per tutti e vedere che 

l’acqua dei umi e del mare torni salubre. La 

normativa però esiste ed ‘è anche ben fatta’. 

Il problema è che le norme vengono disattese 

o sono inapplicate e i controlli non vengono 

effettuati. Come intervenire quindi? Sarebbe 

suf ciente applicare il sistema di auto-controllo 

per chi è in possesso e per chi chiede 

l’autorizzazione allo scarico, chi inquina deve 

essere obbligato a certi care il sistema di 

protezione scelto, possedere un documento 

di valutazione dei rischi, dei metodi adottati e 

dei controlli, insomma un libretto d’impianto! 

In questo modo, le autorità sarebbero facilitate 

nel proprio lavoro e potrebbero effettuare 

i controlli discrezionali di veri ca. Investire in 

tecnologie pulite, al contrario, può essere la 

carta vincente per il futuro anche per creare 

lavoro. Da questo punto di vista, la ricerca è 

fondamentale e anche se costa, senza di essa 

non sarebbe possibile rispondere ai problemi 

ecologici, alle esigenze di recupero, di risparmio 

energetico e alla necessità di ottimizzare 

i processi inquinanti, di riciclaggio e stoccaggio 

delle materie impiegate o di risulta. È per 

questo che nell’azienda Gramaglia sono allo 

studio sempre nuove realizzazioni per analizzare 

le caratteristiche dell’acqua, dell’aria 

e dei ri uti da trattare ed applicare, su scala 

pilota, i cicli più adatti, controllando le rese e i 

costi dei singoli processi, degli impianti e del 

mantenimento degli standard. 

Energia nuova sul mercato 

Il Gruppo Dsf ha 

annunciato l’acquisizione 

di Spark Energy, storico 

marchio nella produzione 

di cogeneratori e centrali di 

autoproduzione Spark Energy 

(Gruppo Riello), azienda 

veneta nata nel 1988 e nota 

per la continua innovazione 

applicata allo sviluppo di 

soluzioni per stazioni d’energia. 

L’acquisizione consente al 

Gruppo Dsf di completare 

la propria offerta con 

microcogeneratori e 

cogeneratori alimentati a gas 

metano e biogas e ne consolida 

la posizione nel settore 

delle energie rinnovabili. 

“Vogliamo essere l’azienda di 

riferimento nella realizzazioni 

di centrali che utilizzano 

energia rinnovabile per 

usi civili e industriali” ha 

affermato Giorgio Cavagnera, 

Presidente del Gruppo. 

Il Gruppo Dsf attraverso la 

costituzione della nuova 

Spark Energy ha rilevato il 

marchio storico, il pacchetto 

commerciale, i magazzini e i 

cespiti. Il team di esperti che 

componeva Spark Energy si 

è già unito a Dsf nel corso 

di questi anni. Spark Energy 

sarà un soggetto giuridico 

indipendente, costituito come 

Srl, dove il gruppo Dsf detiene 

il pacchetto di maggioranza. 

Il Gruppo Dsf impiega 

circa 80 persone nella 

progettazione, realizzazione 

e assistenza degli impianti. I 

settori in cui il Gruppo opera 

sono quelli della quadristica 

e impiantistica elettrica (Dsf 

Energia), della costruzione di 

impianti solari ad alta ef cienza 

chiavi in mano (Dsf Solar), 

della realizzazione di impianti 

di cogenerazione (Nikmat 

Ecopower e Spark Energy) 

e dello sviluppo di soluzioni 

nell’ambito dell’ef cienza 

energetica primariamente 

per il settore industriale. 

Nikmat Ecopower è stato 

no ad oggi il marchio 

commerciale del Gruppo Dsf 

relativo alla produzione di 

macchine di cogenerazione. 

Dopo l’acquisizione di Spark, 

Nikmat Ecopower sarà la linea 

di prodotti dedicata al biogas. 

La linea di prodotti relativa 

alla microcogenerazione 

delle macchine a gas rimane 

l’originale Stonepower, già 

commercializzata da Riello. 

18 n.1 marzo 2011 

⊳ 


K1100_orbisphere 1 4-02-2011 18:02:4 

⊳ 

 


ATTUALITÀ 

Il mondo dell’automazione 

si dà appuntamento a Parma 

C’è grande fermento in casa 

Sps/Ipc/Drives Italia e 

l’entusiastica risposta delle 

imprese del settore ha determinato il 

superamento delle più rosee aspettative 

in termini di partecipazione. 

Gli importanti investimenti delle aziende 

in termini di super cie espositiva e 

di sforzo promozionale e il costante 

usso di richieste, fa presagire che 

l’evento, che si svolgerà a Parma dal 

24 al 26 maggio, sarà completo e 

rappresentativo e che i visitatori troveranno 

in era la più ampia gamma di soluzioni 

tecnologicamente avanzate e di successo. 

Sps/Ipc/Drives Italia occuperà una 

super cie di oltre 28 mila metri quadri lordi, 

nei nuovi padiglioni 4 e 5 di Fiere di Parma 

e potrà contare sulla presenza di circa 200 

aziende espositrici nazionali e internazionali 

che esporranno le tecnologie e le soluzioni 

più innovative in ambito: PLC, Scada, 

inverter, terminali operatori, motori, PC 

industriali, brushless, reti di comunicazioni, 

motoriduttori sistemi di controllo, 

azionamenti, Hmi, motion control, sistemi 

meccanici/periferiche, software industriali. 

Il Comitato Scienti co, che raccoglie 

importanti rappresentanti di quali cati 

end user, costruttori di macchine e 

Vincoli di rete limitano 

produzione da fonte eolica 

Necessità di una rete più stabile per 

sviluppare l’eolico in Italia. Questo 

quanto emerge dallo studio “Rete 

e vento - Lo sviluppo della rete 

elettrica italiana per la connessione 

e l’integrazione della fonte eolica” 

realizzato dal Centro Studi di Aper 

e presentato durante il seminario 

organizzato dalla Fondazione 

EnergyLab, all’interno delle iniziative 

del Laboratorio Energie Rinnovabili. 

Il quadro che emerge analizzando i 

dati degli ultimi anni è scoraggiante: 

nelle principali aree di produzione 

di energia da fonte eolica si 

verica difatti la perdita di quantità 

signicative di energia per la scarsa 

capacità di trasporto delle linee di alta 

tensione e scarso carico elettrico. 

Relativamente al solo Appennino 

meridionale, è stata stimata una 

mancata produzione eolica di circa 

700 GWh - quasi un quarto dell’energia 

effettivamente producibile - per costi 

pari a 144 milioni di euro. La situazione 

sembra destinata a rimanere critica 

anche nei prossimi anni, in base alle 

previsioni di sviluppo dei parchi eolici 

suggerite dal gestore della rete. 

Il rapporto presenta i dati relativi 

alla connessione degli impianti 

eolici alla rete elettrica nazionale 

ed al suo potenziamento nalizzato 

all’integrazione dell’energia eolica, 

nel decennio dal 2000 al 2009 con 

l’obiettivo di ricostruire un quadro 

il più fedele ed oggettivo possibile 

della situazione, descrivendone 

dettagliatamente l’evoluzione 

ed evidenziando le cause che 

hanno portato alla condizione 

attuale, in cui in molte aree la rete 

elettrica si dimostra inadeguata a 

raccogliere e trasmettere la sempre 

maggiore energia proveniente 

dalle cosiddette wind farm. 

La Generazione Distribuita da fonti 

rinnovabili trasforma la rete da passiva 

ad attiva e richiede l’adozione di nuove 

logiche di sviluppo e di gestione. 

Con l’avvento delle smart grids si 

potrà integrare in modo efciente la 

microgenerazione, consentire una 

migliore integrazione delle risorse 

distribuite e ridurre le perdite di rete, 

riducendo nel contempo le emissioni. 

accademici delle principali facoltà 

italiane, ha individuato i temi trasversali 

dell’edizione 2011 in: misurazione 

e miglioramento dell’ef cienza; safety 

e security nell’automazione; identi cazione 

industriale/R d/tracciabilità; motion 

control, industrial communication. 

Questi gli argomenti delle soluzioni 

tecniche che le aziende si sono impegnate 

a presentare e che costituiranno i co 

ntributi dei convegni di Sps/Ipc/Drives Italia. 

Il tema che in questo momento sembra 

essere particolarmente sentito dall’intera 

community industriale è la produzione 

sostenibile, come dimostrato anche 

nel corso del convegno che Sps/Ipc/Drives 

Italia ha organizzato lo scorso ottobre 

a Milano, nel corso del quale è emerso 

come la sostenibilità, per esempio 

nell’esperienza di Bmw Italia, sia 

“un parametro stabile nella valutazione 

delle imprese, in quanto sicuro indicatore 

predittivo dei successi futuri”. 

Ma una manifestazione eristica per 

avere successo deve concentrare 

la maggior parte dei propri sforzi 

sulla promozione al visitatore. 

Per questo è già partita la campagna 

promozionale che sta raggiungendo: 

costruttori di macchine e impianti Oem, 

utilizzatori nali, fornitori di componenti 

e sistemi, System Integrator, società di 

ingegneria, consulenza, progettazione, 

distributori, grossisti, installatori, 

progettisti e contractor, Pubblica 

Amministrazione, Università ecc. 

Anche gli uf ci marketing e stampa 

delle aziende sono impegnati in 

questi mesi a promuovere la propria 

partecipazione a Sps/Ipc/Drives Italia e 

questa grande sinergia tra espositori e 

organizzatori è di ottimo auspicio per il 

raggiungimento di un successo comune. 

20 n.1 marzo 2011 

⊳ 


Analizzatori FTIR Serie MB 3000. Per migliorare 

l’effi cienza del tuo impianto e la qualità della produzione 

Gli analizzatori ABB basati su tecnologia FTIR sono un supporto indispensabile sia per i controlli 

di processo real time in campo, con la serie FTPA2000, sia per le analisi di routine in laboratorio, 

con la serie MB3000. 

La tecnologia FTIR di ABB rende disponibili in pochi secondi le proprietà chimiche e fi siche dei 

vostri processi chiave: dall’analisi componenziale delle nafte in ingresso ai forni di cracking, 

all’umidità nei processi di essiccamento farmaceutici, alle miscele di acidi impiegate nell’industria 

dei semiconduttori, al numero di ottano nei processi di blending benzine. 

Analizzatori FTIR Serie MB3000: massima affi dabilità e prestazioni garantite. www.abb.it 

ABB S.p.A. 

Process Automation Division 

Analytical Measurement 

Tel. +39 02 2414.8632 

Fax: +39 02 2414.8636 

Pag AnalitM B3000 210x297.indd 1 17-03-2010 16:44:47 

⊳ 


ATTUALITÀ 

La luce intrappolata 

depura l’acqua 

Uno dei problemi della depurazione delle acque 

reue è l’elevato costo dell’energia richiesta. 

Uno dei problemi della 

depurazione delle acque 

reflue è l’elevato 

costo dell’energia richiesta. 

In un articolo apparso 

sulla rivista Biomicrofluidics, 

pubblicata dall’ American Institute 

of Physics, viene descritto 

un nuovo sistema che combina 

due diverse tecnologie per eliminare 

gli agenti inquinanti grazie 

alla più economica delle fonti 

energetiche, la luce del sole. La 

microfluidica, il trasporto dell’acqua 

attraverso dei micro canali, 

e la fotocatalisi, l’uso della luce 

per decomporre le impurità, si 

fondono nella scienza dell’optofluidica. 

“Queste due tecnologie 

sono state sviluppate in parallelo 

ma, finora, sono stati fatti pochi 

tentativi di impiegare la naturale 

sinergia che esiste fra di loro” 

spiega l’autore Xuming Zhang 

del Politecnico di Hong Kong. “I 

risultati del nostro studio hanno 

mostrato un notevole miglioramento 

in termini di efficienza del 

fotocatalizzatore”. 

I ricercatori hanno inventato un 

reattore microfluidico planare, o 

microreattore, che è essenzialmente 

una camera rettangolare 

formata da due lastre di vetro rivestite 

con biossido di titanio, il 

principio attivo presente in molte 

creme solari. 

La parte fotocatalitica del processo 

è quella in cui le piastre 

del reattore sono esposte alla 

luce del sole e il rivestimento, 

colpito delle radiazioni, rilascia 

degli elettroni che reagiscono 

con gli agenti inquinanti presenti 

nell’acqua decomponendoli in 

sostanze innocue. 

L’elevata superficie del microreattore 

aumenta la capacità del 

catalizzatore di catturare la luce 

del sole. 

Anche se lo spazio tra le piastre 

è piccolo, Zhang prevede di ampliare 

la dimensione rettangolare 

di due metri quadrati. 

“L’attuale sistema, realizzato su 

piccola scala, dimostra la bontà 

dell’idea, ma prevediamo di aumentare 

la capacità del reattore 

ad una portata di 1.000 l/h” aggiunge 

Zhang. 

Se il reattore più grande risultasse 

efficace, si potrebbero 

realizzare dei sistemi con molti 

dispositivi in parallelo per gestire 

applicazioni industriali per il 

trattamento delle acque. 

Pubblicata 

la Guida al Terzo 

Conto Energia 

Gestore dei servizi energetici 

(Gse ) ha pubblicato sul proprio sito 

internet (www.gse.it) la Guida al Terzo 

Conto Energia che illustra nel dettaglio come richiedere 

gli incentivi per gli impianti fotovoltaici secondo quanto 

previsto dal Decreto Ministeriale del 6 agosto 2010. 

Il documento è uno strumento di consultazione completo 

sul quadro normativo di riferimento e sull’iter da compiere 

per accedere alle tariffe incentivanti e ai relativi premi. 

La Guida illustra alcuni dei principali aspetti collegati 

agli impianti fotovoltaici, quali: la connessione 

degli impianti alla rete; la misurazione dell’energia 

prodotta; la valorizzazione dell’energia prodotta 

dagli impianti; l’erogazione degli incentivi. 

Nelle appendici al documento sono inoltre riportate 

dettagliatamente le fondamentali regole tecniche 

da seguire per soddisfare i requisiti necessari al 

riconoscimento degli incentivi, oltre alle informazioni 

di base sugli aspetti tecnici ed economici che 

contraddistinguono la conversione solare fotovoltaica. 

Tali informazioni sono rivolte, soprattutto, ai non 

esperti del settore, interessati principalmente ad 

applicazioni di piccola taglia di tipo residenziale. 

22 n.1 marzo 2011 

⊳ 


⊳ 


ATTUALITÀ 

Acqua potabile 

a minor contenuto 

di deuterio 

L’Unione Europea 

non è ancora 

una “società del riciclo” 

Un gruppo di scienziati 

cinesi hanno sviluppato un metodo 

meno costoso e più ecologico per 

la produzione di acqua potabile a ridotto 

contenuto di deuterio. Il lavoro è stato 

pubblicato sul bisettimanale di ACS, 

Industrial & Engineering Chemistry Research. 

L’acqua naturale, spiegano Changgong 

Meng e Feng Huang, autori della ricerca, 

è ampiamente conosciuta come H 2 

O ma 

in realtà è una miscela di H 2 

O e di piccole 

quantità di D 2 

O - circa 150 parti per milione 

(ppm), o qualche goccia di D 2 

O in ogni 

litro d’acqua. L’acqua a minor contenuto 

di deuterio di solito contiene circa 125 

ppm. Il deuterio, che ha come simbolo 

una “D” è un isotopo dell’idrogeno ed è 

spesso denominato “idrogeno pesante”. 

Gli autori citano varie fonti della letteratura 

scientica che mostrano come l’acqua 

contenente elevati livelli di deuterio, può 

avere effetti negativi sulla salute degli 

animali e delle piante, mentre quella 

impoverita di deuterio può essere utile 

nel trattamento di alcune patologie. I 

metodi attuali per rimuovere il deuterio 

dall’acqua tendono ad essere costosi, 

inefcienti o dannosi per l’ambiente. 

I ricercatori hanno descritto un nuovo 

metodo che aiuta a superare questi 

problemi e che potrebbe essere la base per 

la prima produzione su scala industriale 

dell’acqua impoverita di deuterio. 

Si tratta di un catalizzatore in platino che 

elimina rapidamente e in modo efciente 

il deuterio dall’acqua utilizzando una 

combinazione di temperature calde e 

fredde. Nei test di laboratorio, la nuova 

tecnica ha ridotto la quantità di deuterio in 

acqua da circa 145 a 125 parti per milione. 

L’acqua risultante è potabile e, secondo 

gli scienziati, potrebbe essere prodotta 

in grandi quantità a basso costo. 

La Commissione 

europea ha pubblicato 

una relazione sui 

risultati ottenuti dagli Stati 

membri nella prevenzione e nel 

riciclo dei ri uti. Secondo quanto 

affermato dalla relazione, la 

produzione complessiva di ri uti 

è tendenzialmente in aumento 

(nel migliore dei casi, in via di 

stabilizzazione) nella maggior 

parte degli Stati membri, ma ad 

un ritmo più lento della crescita 

economica. Negli ultimi dieci 

anni, la produzione di ri uti 

urbani si è stabilizzata su circa 

524 kg pro-capite all’anno, 

sebbene nello stesso periodo 

i consumi domestici siano 

aumentati mediamente del 16%. 

Per ridurre la quantità di ri uti 

prodotti, in valore assoluto, si 

potrebbe pertanto fare di più. Il 

25% del cibo acquistato dalle 

famiglie europee, per esempio, 

nisce nella spazzatura. Si 

potrebbe evitare di gettar via 

circa il 60% di questi ri uti, 

con un risparmio dell’ordine di 

500 euro all’anno per famiglia 

(Wrap, www.wrap.org.uk). 

Esistono enormi differenze tra 

uno Stato membro e l’altro. 

I tassi di riciclo variano da 

pochi punti percentuali ad un 

massimo del 70%. In alcuni 

paesi lo smaltimento in discarica 

è virtualmente scomparso, 

in altri più del 90% dei ri uti 

viene ancora interrato. Gli 

obiettivi dell’UE in materia 

di raccolta e riciclo possono 

essere notevolmente migliorati 

incoraggiando l’introduzione 

di una combinazione degli 

strumenti economici e normativi 

utilizzati dagli Stati membri che 

registrano i risultati migliori. Per 

promuovere maggiormente il 

riciclo, inoltre, occorre rendere 

più coerenti la progettazione 

dei prodotti e le politiche in 

materia di ri uti. La relazione, 

inoltre, insiste sulla necessità 

di compiere sforzi continui per 

migliorare il coinvolgimento 

dei soggetti interessati e 

sensibilizzare i cittadini. I ri uti 

sono ancora al centro del 20% 

circa di tutti i procedimenti 

d’infrazione in materia di diritto 

ambientale. Come dimostrato dai 

recenti avvenimenti in Ungheria 

e in Italia, la piena attuazione 

delle norme in materia di 

ri uti è vitale per la tutela 

dell’ambiente e della salute. 

La nuova direttiva quadro sui 

ri uti, che avrebbe dovuto essere 

recepita entro il 12 dicembre 

2010, non è stata ancora 

trasposta negli ordinamenti 

nazionali in molti paesi dell’UE. 

La nuova direttiva aggiorna 

e sempli ca il nostro modo di 

concepire la politica in materia 

di ri uti, ispirandola al concetto 

del “ciclo di vita”. Introduce 

una gerarchia vincolante a 

seconda del tipo di ri uti, 

stabilendo un ordine di priorità 

per il loro trattamento. 

Antepone la prevenzione al 

riutilizzo, al riciclo e alle altre 

modalità di recupero, relegando 

in fondo alla scala sistemi di 

smaltimento quali la messa 

in discarica. Obbliga in ne gli 

Stati membri ad ammodernare 

i loro piani di gestione dei 

ri uti e a predisporre appositi 

programmi di prevenzione entro 

il 2013, nonché a riciclare il 

50% dei ri uti urbani e il 70% 

dei ri uti da costruzione e 

demolizione entro il 2020. 

24 n.1 marzo 2011 

⊳ 


⊳ 


ARIA 

E CLIMA 

Dopo la mesta conclusione 

delle 15-esima Conferenza 

delle Parti della Convenzione 

Quadro dell’Onu sui Cambiamenti 

Climatici (Unfccc) a Copenhagen, 

nel dicembre 2009, pochi si 

aspettavano risultati concreti dalla 

successiva conferenza che si è 

svolta a Cancùn, in Messico, dal 

29 novembre all’11 dicembre 2010. 

Come si ricorderà, la conferenza 

di Copenhagen del dicembre 

2009 si era chiusa senza un 

accordo globale sul clima, 

rimpiazzato in modo un po’ 

improvvisato da un accordo 

(denominato “Copenhagen 

Accord”) negoziato no a tarda 

ora dai più grandi leader mondiali 

e in seguito sottoposto alla presa 

d’atto della plenaria della Cop. 

L’accordo raggiungeva solo alcuni 

obiettivi minimi, fra cui quello di 

impegnare nei mesi successivi 

tutti i Paesi a scoprire le loro 

carte, dichiarando i loro impegni 

di riduzione delle emissioni, e di 

prevedere i primi fondi di aiuto ai 

Paesi più poveri, riconoscendo 

la necessità di aiutarli sia per 

far fronte agli impatti attesi per 

il futuro sia per implementare 

le prime azioni di mitigazione. 

In sostanza, il vertice di 

Copenaghen, caricato di molte 

attese per uno storico nuovo 

patto internazionale sul clima, era 

stato vissuto a tutti i livelli come 

un preoccupante fallimento. Il 

processo non partecipativo dei 

Grandi del mondo aveva messo in 

forse la stessa capacità dell’Unfccc 

di arrivare ad un accordo sul 

clima in linea con le indicazioni 

riportate nel IV Rapporto Ipcc. 

Per questo molti sono rimasti 

sorpresi dalle conclusioni 

della Cop16, che ha visto 

l’approvazione di tanti e 

importanti documenti nali, 

salutata da un lungo applauso. 

L’accordo di Cancùn è corposo, 

complesso, non di facile lettura 

in quanto composto da una 

ventina di documenti formalmente 

approvati. Non è facile valutare 

le conseguenze di questi 

accordi nelle negoziazioni che 

continueranno nei prossimi anni. 

La conclusione principale 

che si può trarre è che con 

gli accordi di Cancùn si è 

rinunciato ad enunciare obiettivi 

quantitativi globali a favore di un 

approccio sistemico fatto di più 

CANCÙN 

UN PASSO 

IMPORTANTE 

VERSO UN ACCORDO 

GLOBALE SUL CLIMA 

pilastri. Si è lavorato più sul 

costruire una solida macchina 

da guidare che sull’indirizzo 

da raggiungere col Gps. 

Un primo punto fermo è che 

gli “Accordi di Cancùn” dell’11 

dicembre, rimettono in moto la 

discussione intorno ai target di 

riduzione dei gas serra post 2012 

in ambito Unfccc, al trasferimento 

di tecnologie, al capacity-building, 

al proseguimento del Protocollo 

di Kyoto e all’adattamento 

ai cambiamenti climatici. 

Si è raggiunto un testo equilibrato, 

con un livello di dettaglio simile su 

tutti i pilastri indicati dal Bali Action 

Plan: mitigazione, adattamento, 

nanziamenti, tecnologia e 

capacity-building. Non ci sono 

i numeri precisi, ma c’è molto 

ragionamento di sistema. 

Gli accordi delineano inoltre una 

chiara strada per concretizzare 

una seconda fase operativa 

del protocollo di Kyoto alla 

prossima Cop17/Cmp7 a Durban 

in Sudafrica (28 novembre - 9 

dicembre 2011). Molti testi 

importanti sono stati approvati 

formalmente, e non ci si è limitati 

a “prendere nota” di accordi presi 

in sedi separate, come accadde a 

Copenhagen con il Copenhagen 

A dicembre, alla Cop16 

di Cancùn non c’è stato 

il fallimento da molti 

atteso; è invece ripartita la 

negoziazione internazionale 

sul clima. Ancora molto c’è 

da fare, ma i progressi sono 

indiscutibili. 

Stefano Caserini 

26 n.1 marzo 2011 

⊳ 


Accord. Alcuni testi sono molto 

lunghi, approfonditi, precisi, 

e segnano la conclusione di 

un lungo ed elaborato lavoro 

negoziale. Per esempio il 

testo del gruppo di lavoro sugli 

impegni a lungo termine (Ad 

Hoc Working Group on Longterm 

Cooperative Action under 

the Convention - AWG-LCA) 

è lungo 30 pagine, contro le 3 

del Copenhagen Accord e le 

20 del Protocollo di Kyoto. 

Cancùn ha saputo quindi ridare 

ossigeno all’Unfccc e produrre 

risultati su molti fronti. 

Per esempio, sul fronte della 

mitigazione, è stato prodotto 

un testo equilibrato in cui è 

importante tanto ciò che è scritto, 

quanto ciò che è possibile 

comprendere tra le righe. 

LA MITIGAZIONE 

DEI CAMBIAMENTI 

CLIMATICI 

La mitigazione, o riduzione delle emissioni di gas serra, è l’elemento 

centrale di un accordo internazionale sul clima e uno dei principali 

punti di discussione tra i due giganti, politici e climatici, USA e 

Cina, che si rinfacciano reciprocamente la richiesta di tagli più 

ambiziosi ai gas serra. Gli Stati Uniti sono giustamente accusati 

di essere i primi responsabili in termini di emissioni storiche e di 

non rispettare la Convenzione quadro sui cambiamenti climatici 

(Unfccc) che chiede ai Paesi sviluppati di essere i primi a ridurre 

le proprie emissioni. La Cina è altrettanto giustamente richiamata 

ad un maggiore impegno, da seconda economia mondiale ormai 

ben lontana dalle condizioni economiche in cui era nel 1992 (data 

in cui è stata de nita l’Unfccc) e di quelle in cui versa oggi la 

maggior parte dei Paesi in via di sviluppo. 

Il quadro è poi complicato dalle esigenze contrastanti, ad 

esempio, dei Paesi produttori di petrolio rispetto alle piccole isole 

del Pacico o dei Paesi che vivono in climi rigidi rispetto alla 

maggior parte dei Paesi africani. 

La necessità di coinvolgere tutti in modo equo (secondo le 

proprie responsabilità e possibilità) ed efcace (mantenendo 

l’innalzamento di temperatura sotto i 2°C) nella lotta al 

cambiamento climatico è, come noto, alla base del Bali Action 

Plan del 2007 e della creazione dei due percorsi negoziali paralleli: 

Protocollo di Kyoto (KP) e Long-term Cooperative Action (LCA). 

Pro 

e contro degli accordi 

Tra 

le cose esplicite salta 

subito all’occhio, nei risultati 

di Cancùn, la richiesta ai 

Paesi sviluppati aderenti al 

Protocollo di Kyoto “come 

gruppo” di ridurre le proprie 

emissioni del 25-40% entro il 

2020, rispetto ai valori del 1990. 

Parallelamente nel documento 

Long-term Cooperative Action 

si dice che i Paesi sviluppati, 

includendo in questo caso anche 

gli Usa che non sono parte del 

Protocollo di Kyoto, debbono 

ridurre maggiormente i gas 

serra, per allinearsi a quanto 

richiesto nel IV rapporto Ipcc 

(il riferimento non esplicitato 

è al taglio del 25-40% citato 

nel 

Protocollo). Fondamentale 

è anche la richiesta rivolta a 

I RISULTATI DI CANCÙN* 

La XVI sessione della Conferenza delle 

Parti (Conference of the Parties - Cop) 

della Convenzione Quadro delle Nazioni 

Unite sui Cambiamenti Climatici (United 

Nations Framework Convention on 

Climate Change - Unfccc) e la VI sessione 

della Conferenza delle Parti del Protocollo 

di Kyoto (Conference of the Parties 

serving as the Meeting of the Parties 

to the Kyoto Protocol – Cmp), si sono 

concluse la mattina dell’11 dicembre dopo 

due settimane di negoziati inizati il 29 

novembre scorso a Cancùn (Messico). 

Gli Accordi di Cancùn 

L’esito principale è consistito 

nell’adozione dei cosiddetti “Accordi di 

Cancùn” (“Cancùn Agreements”), un 

pacchetto bilanciato di decisioni che 

riettono i risultati dei Gruppi di lavoro 

ad hoc che negoziano un futuro accordo 

globale nell’ambito della Convenzione 

(AWG-LCA) e ulteriori impegni nell’ambito 

del Protocollo (AWG-KP), comprendendo 

inoltre le conclusioni degli organi 

sussidiari della Convenzione (SBI, Sbsta). 

Gli elementi più signicativi del pacchetto 

includono: 

- il riconoscimento ufciale nel processo 

multilaterale degli obiettivi di riduzione 

delle emissioni di gas serra dei Paesi 

industrializzati (promessi con l’Accordo 

di Copenaghen), accompagnato dal 

rafforzamento del reporting da parte di 

questi Paesi e la richiesta di valutare 

ed elaborare relativi piani e strategie di 

sviluppo a basse emissioni di carbonio, 

anche attraverso meccanismi di mercato; 

- il riconoscimento ufciale delle 

azioni di mitigazione dei Paesi in via di 

sviluppo, l’istituzione di un registro per 

documentare e confrontare tali azioni 

con il supporto nanziario, tecnologico 

e di capacity-building fornito dai Paesi 

industrializzati, e la pubblicazione di un 

rapporto biennale delle azioni sottoposto 

ad analisi e consultazione internazionale; 

- il rafforzamento dei Meccanismi di 

sviluppo pulito (Clean Development 

Mechanisms - CDM) nell’ambito del 

Protocollo; 

- il lancio di una serie di iniziative e 

istituzioni a sostegno dei Paesi più 

vulnerabili; 

- il riconoscimento dell’impegno di 30 

miliardi di Usd per il nanziamento rapido 

(“fast start nance”) entro il 2012, e 

dell’intenzione di mobilizzare 100 miliardi 

di Usd all’anno entro il 2020 da parte dei 

Paesi industrializzati per sostenere le 

azioni di mitigazione e adattamento nei 

Paesi in via di sviluppo; 

- la creazione del “Green Climate Fund” 

e il lancio di un processo per denirlo 

nell’ambito della Convenzione; 

- l’istituzione di un quadro d’azione per 

l’adattamento (“Cancùn Adaptation 

Framework”), di un Comitato per 

l’adattamento (“Adaptation Committee”), 

e di un programma di lavoro sulla 

questione delle perdite e dei danni dovuti 

ai cambiamenti climatici (“loss and 

damage”); 

- l’istituzione di un meccanismo per 

il trasferimento tecnologico, con un 

relativo Comitato Esecutivo (“Technology 

Executive Committee”), un centro ed 

una rete per il coordinamento (“Climate 

Technology Centre and Network”); 

- il rafforzamento del Redd+, ovvero delle 

azioni di mitigazione delle emissioni 

derivanti da deforestazione e degrado 

forestale e delle azioni di conservazione 

delle foreste nei Paesi in via di sviluppo, 

con l’adeguato supporto tecnologico e 

nanziario. 

In merito agli aspetti procedurali, entrambi 

i Gruppi di lavoro ad hoc hanno visto il 

rinnovo del loro mandato per un altro 

anno. Nel 2011 l’AWG-LCA avrà l’obiettivo 

di perseguire gli impegni contenuti nella 

relativa decisione della Cop e continuare 

a discutere della forma legale di un futuro 

accordo globale, al ne di presentare i 

risultati alla Cop17. L’AWG-KP proseguirà 

il suo lavoro negoziale sulla base della 

decisione della Cmp per raggiungere un 

accordo “il prima possibile” ed evitare un 

gap tra il primo e il secondo periodo di 

impegni del Protocollo di Kyoto. 

La prossima sessione della Cop/Cmp 

avrà luogo a Durban (Sudafrica) dal 28 

novembre al 9 dicembre 2011. 

* Dal sito del focal point Ipcc-Italia (www.cmcc. 

it/ipcc-focal-point/notizie/11-dicembre-2010- 

unfccc-kp-principali-conclusioni-della-cop16- 

cmp6-cancun-messico) 

27 

⊳ 


ARIA 

E CLIMA 

tutto il mondo di cooperare nel 

raggiungimento del picco delle 

emissioni di gas serra (momento 

in cui le emissioni raggiungono 

il loro massimo ed iniziano a 

decrescere) a livello “globale e 

nazionale”, altro punto nodale del 

percorso di stabilizzazione della 

concentrazione in termini di CO 2 

e ipotizzato nel IV Rapporto Ipcc. 

Risultati importanti sono 

stati ottenuti anche sul tema 

dell’Adattamento. Gli Accordi 

di Cancùn hanno creato un 

nuovo quadro di riferimento 

(“Adaptation Framework”) e 

un Comitato per l’Adattamento 

(“Adaptation Committee”), che 

mostrano l’importanza crescente 

di questo tema in ambito 

Unfccc e dovrebbero fornire 

utili linee guida e know-how per 

attuare azioni di adattamento 

in maniera più coerente ed 

efciente in futuro da parte di 

tutti i Paesi ed in particolare 

i Paesi in Via di Sviluppo. 

Un altro aspetto di interesse 

e che va sottolineato fra le 

positività del vertice di Cancùn, 

è il fatto che i negoziati 

sono stati trasparenti, senza 

trattative parallele, testi segreti 

o elaborati in stanze chiuse 

da gruppi ristretti, come 

avvenne a Copenhagen. 

L’approvazione nale è il 

risultato di un processo ampio, 

frutto del lavoro di molti contact 

group; un lavoro trasparente, 

che aveva visto la produzione 

di bozze signicative nelle 

sessioni di agosto e di novembre: 

l’approvazione mostra che 

le negoziazioni possono 

incidere sui testi nali. 

A Cancùn la presidenza 

della Cop ha lavorato sodo 

per ricostruire il rapporto fra 

Nazioni Unite e Società civile; in 

particolare la Presidenza della 

Cop ha più volte convocato 

incontri con tutti i partecipanti, 

alla presenza di Capi di Stato 

e del Presidente del Messico 

stesso Felipe Calderon, 

per illustrare lo stato delle 

negoziazioni e dei lavori. 

Da notare che un ruolo 

importante è stato quello di tre 

donne, tutte e tre appartenenti 

a Paesi in Via di Sviluppo e due 

in particolare a Paesi Latino- 

Americani, molto diplomatiche 

ma di polso nelle decisioni 

e nella gestione: Patricia 

Espinosa, Presidente Cop, 

Christiana Figueras, Segretario 

Esecutivo Unfccc e Margaret 

Mukahanana-Sangarwe 

chairwoman dell’AWG-LCA. 

Il principale motivo di 

insoddisfazione per il 

vertice di Cancùn è che 

gli accordi approvati non 

contengono obiettivi specici 

e legalmente vincolanti di 

riduzione delle emissioni. 

Le riduzioni più basse previste 

nell’Accordo di Cancùn 

potrebbero portare secondo 

alcuni studi scientici ad un 

Stefano Caserini e 

un’ingegnere ambientale 

e Dottore di Ricerca. 

Svolge attività di ricerca 

e consulenza nel settore 

dell’inquinamento 

dell’aria, degli inventari 

delle emissioni, delle 

strategie di riduzione delle 

emissioni in atmosfera 

e più recentemente dei 

cambiamenti climatici. 

Titolare del corso di 

Fenomeni di Inquinamento 

al Politecnico di Milano, 

è autore di pubblicazioni 

scientiche e divulgative. 

Ha pubblicato nel 2008 

il libro “A qualcuno piace 

caldo” e nel 2009 “Guida 

alle leggende sul clima 

che cambia”, entrambi 

per Edizioni Ambiente. 

Ha fondato e coordina il 

sito www.climalteranti.it. 

aumento della temperatura 

media del pianeta di circa 3°C, 

molto superiore all’obiettivo 

declamato di aumento di 1,5 

o 2°C rispetto ai livelli preindustriali 

(circa 200 anni fa) 

È stato quindi ancora rimandato 

un preciso impegno di riduzione 

delle emissioni post 2012 nei 

termini vincolanti del protocollo 

di Kyoto, senza ssare una 

scadenza precisa. Va notato 

che un accordo con impegni 

vincolanti di riduzione è ben 

più complesso, e richiede 

volontà politiche che oggi non 

sembrano presenti nei due 

maggiori emettitori mondiali, 

la Cina e gli Stati Uniti. 

Uno degli ostacoli più importanti 

sulla strada di un futuro accordo 

globale sul clima è la forte ostilità 

del Senato USA alle politiche 

sul clima. La ragione è in larga 

parte riconducibile al controllo 

esercitato dalle lobby del petrolio 

e del carbone, nonché dalla 

presenza di numerosi senatori 

con posizioni negazioniste sul 

tema climatico, come mostrato 

da un articolo del New York 

Times del novembre 2010. Si 

tratta di una cosa paradossale 

visto che proprio negli Stati Uniti 

ci sono alcuni dei più importanti 

centri di ricerca che hanno 

contribuito al consolidamento 

dell’evidenza scientica sul tema 

dei cambiamenti climatici. 

Da notare inne che negli accordi 

di Cancùn, il cambiamento 

climatico è denito come 

“inequivocabile” e dovuto 

all’uomo, inclusi gli eventi 

estremi e gli eventi a svolgimento 

graduale (innalzamento delle 

temperature, del livello del 

mare, acidicazione degli 

oceani, riduzione delle masse 

ghiacciate e impatti relativi, 

salinizzazione e degradazione 

delle foreste, perdita di 

biodiversità e deserticazione). 

L’apprezzamento per l’Ipcc è 

confermato, non solo rispetto alle 

conclusioni del Quarto Rapporto 

ma anche in vista del Quinto. 

Non c’è alcun spazio nei risultati 

della Cop16 per i negazionismi, 

per le montature del climategate 

e le tempeste mediatiche 

su singoli errori; queste 

posizioni sono, per la comunità 

internazionale nel suo insieme, 

fuori dal dibattito che conta. 

28 n.1 marzo 2011 

⊳ 


· Conforme ai metodi UNI EN 13284, 

UNI 10169 e US EPA M5, M17 

· Disponibile in differenti 

configurazioni 

· Regolazione isocinetismo in ogni 

condizione 

· Misura di velocità e temperatura in 

camino 

· Gestione anomalie e funzione di 

autotest 

· Scarico dati su chiavetta USB 

· Ampia libreria specifiche camini 

ricorrenti 

· Manutenzione ridotta e semplificata 

Via A. Volta 22 20094 Corsico 

(Milano) 

Tel. 02.4505501 Fax 02.48601811 

tcrtec@tecora.it www.tecora.it 

⊳ 


RASSEGNA 

ACQUA 

GESTIONE DELLE 

CRITICITÀ ATTUALI E FUTURE DEL TERRITORIO DI EXPO 2015 

In quale modo 

la massiccia 

urbanizzazione 

contribuisce al degrado 

idrico-ambientale 

di un territorio? 

Quali sde 

vengono poste 

agli amministratori, 

agli ingegneri 

e ai piani catori 

del territorio? 

Il Progetto della Via 

d’Acqua, previsto 

nel dossier 

di candidatura ad Expo 

2015, rappresenta 

una soluzione 

di ricomposizione 

e riquali cazione 

del bacino 

Lambro-Olona. 

Alessandro Paoletti 

Politecnico di Milano, 

Diiar, Sez. Cimi 

Stefano Croci 

Studio Paoletti 

Ingegneri Associati, 

Etatec srl, Milano 

Il territorio lombardo del bacino 

Lambro–Olona costituisce un esempio 

notevole delle straordinarie criticità idraulicoambientali 

derivanti dalla massiccia 

urbanizzazione di un territorio. 

Nella supercie complessiva di circa 

2.500 km 2 vive e opera una popolazione 

complessiva di circa 4 milioni di abitanti, 

con una incidenza sull’equilibrio idraulicoambientale 

assai rilevante per la presenza di 

attività industriali, agricole e zootecniche di 

grande rilevanza nazionale ed internazionale. 

Nel sistema idrogra co del bacino 

Lambro–Olona (Figura 1) l’uomo ha nel 

tempo creato una tta interconnessione 

di reticoli rispondenti a differenti nalità. 

Possono in particolare distinguersi cinque 

sistemi idraulici. Il sistema uviale, e cioè il 

sistema dei corsi d’acqua “naturali”, ancorché 

fortemente modicati non solo nell’assetto 

delle loro sezioni di deusso, ma anche nel 

loro stesso tracciato. Le deviazioni dal tracciato 

naturale, già iniziate in epoca romana, hanno 

riguardato Olona, Bozzente e Lura, umi che 

presso Rho sono stati deviati verso Milano. 

Il sistema prestigioso e monumentale dei 

Navigli, creato a partire dall’alto medioevo e 

sviluppato nell’epoca rinascimentale, con lo 

scopo di creare vie d’acqua importantissime 

per il rifornimento idrico e la vita sociale, oltre 

che per i trasporti e il commercio: il Naviglio 

Grande, il Naviglio di Bereguardo, il Naviglio 

Martesana, il Naviglio di Paderno ed il Naviglio 

di Pavia. Il sistema dei canali scolmatori delle 

piene, creati nel secolo scorso per difendere 

la città di Milano: Canale Scolmatore di Nord 

Ovest (Csno) e Deviatore Olona. Tale sistema 

ha la funzione di deviare parte delle acque di 

piena del torrente Seveso, dei torrenti delle 

Groane, del torrente Lura e dell’Olona, che 

gravano sulla città di Milano, verso il Ticino e 

verso il Lambro Meridionale. Il sistema irriguo, 

composto dalla ttissima rete di rogge e canali 

che si diramano non solo dai Navigli ma anche 

dal grande sistema irriguo del Consorzio 

del Canale Villoresi, importantissima arteria 

idraulica che trae alimentazione dalla presa sul 

Ticino e percorre trasversalmente l’intero bacino 

con andamento ovest–est no a sboccare 

in Adda. I sistemi fognari e di drenaggio 

urbano di tutte le aree abitate del territorio. 

Le molteplici interconnessioni tra i sistemi 

suddetti e i conseguenti scambi idrici che 

si alternano nel corso delle stagioni e 

degli eventi meteorici sono anche favoriti, 

in modo determinante, dall’andamento 

fortemente pianeggiante del territorio della 

pianura a sud di Milano tra Ticino e Adda. 

Criticità idraulico-ambientali 

L’intensa urbanizzazione del sottobacino 

Lambro-Olona in uenza in modo assai 

rilevante l’equilibrio idrologico e ambientale 

complessivo del territorio. Gli effetti 

che ne derivano riguardano il bilancio 

idrologico delle risorse idriche super ciali 

e sotterranee, l’esaltazione dei fenomeni di 

piena, l’impatto sulla qualità delle acque. 

Si presentano, pertanto, gravi 

situazioni di criticità, tra cui: 

- inadeguatezza della capacità di de usso 

dei corsi d’acqua con conseguenti situazioni 

di rischio da inondazione di notevoli aree 

urbanizzate, anche in presenza di precipitazioni 

di non rilevante intensità: i corsi d’acqua posti a 

nord di Milano presentano tutti indistintamente 

una conformazione consolidata con capacità 

di de usso che, paradossalmente, si riducono 

da monte verso valle; l’urbanizzazione del 

territorio di fatto ha con nato i tratti terminali 

dei corsi d’acqua in ambiti o in sezioni chiuse 

il cui ampliamento non risulta proponibile; i 

contributi dei sistemi di scarico delle acque 

meteoriche provenienti dai centri urbani sono 

da soli in grado di saturare il sistema “naturale”. 

- pessima qualità chimico- sica, biologica 

30 


⊳ 


ACQUE URBANE 

e idromorfologica dei corsi d’acqua: sia il 

Programma di tutela e uso delle acque (Ptua) 

della Regione Lombardia sia il Piano di 

Gestione distrettuale dell’Autorità di Bacino del 

ume Po mettono ben in evidenza tale criticità. 

Interventi necessari 

Gli interventi già piani cati per affrontare le 

suddette criticità sono molteplici e i principali 

sono contenuti nei Piani di Coordinamento 

Territoriale della Regione Lombardia e delle 

Province lombarde, nel Piano per l’Assetto 

Idrogeologico (Pai) dell’Autorità di Bacino del 

ume Po e nel Ptua della Regione Lombardia. 

In particolare, per quanto riguarda gli aspetti 

idraulici, l’Autorità di Bacino del ume Po ha 

recentemente approntato (2004) lo “Studio 

di Fattibilità della Sistemazione idraulica 

dei corsi d’acqua naturali ed arti ciali 

all’interno dell’ambito idrogra co di pianura 

Lambro –Olona”, all’interno del quale sono 

stati proposti degli interventi, che consistono 

essenzialmente in importanti opere di 

regimazione dei corsi d’acqua quali vasche 

di laminazione (sono previste 33 aree di 

laminazione per una capacità di invaso 

complessiva di 17.000.000 m 3 , oltre a tutti 

gli interventi di laminazione urbana atti a 

rispettare la normativa regionale per le aree 

già urbanizzate), canali scolmatori, diversivi 

o by-pass importanti ecc., atti a ridurre 

signi cativamente la portata di progetto. 

Dal punto di vista qualitativo, si evidenzia 

un’assoluta necessità di af ancare ai 

potenziamenti depurativi, altri provvedimenti 

che rientrano nelle strategie di miglioramento 

complessivo della qualità ambientale 

e territoriale. Appaiono indispensabili 

le misure riguardanti il contenimento 

dell’inquinamento veicolato dalle acque 

meteoriche e immesso nei corsi d’acqua 

ricettori in numerosissimi punti di scarico 

pubblici e privati. Inoltre, occorre che i corsi 

d’acqua recuperino tutte le loro potenzialità 

autodepurative legate alla rinaturalizzazione 

degli alvei e delle sponde e dei relativi 

apparati ecologici, oltre all’incentivazione 

delle todepurazioni sia spontanee sia 

programmate in apposite aree umide. 

Il Progetto della Via d’Acqua Expo 2015 

Il sito Expo interessa un’area di circa 1.100.000 

m 2 posta all’interno del Comune di Milano, nella 

zona a nord-ovest della città, e del Comune 

di Rho, e si colloca all’interno del suddetto 

complesso sistema territoriale metropolitano 

milanese, in particolare tra il sottobacino del 

Lura e quello del Guisa (Figura 2), laddove si 

assommano molteplici fattori di criticità, sia di 

natura idraulica, sia di natura idroqualitativa. 

Il Progetto della Via d’Acqua, previsto 

nel Dossier di candidatura a Expo 2015, 

Figura 1 - Sistema idraulico 

Lambro-Olona. 


31 

⊳ 


RASSEGNA 

ACQUA 

Figura 3 - Il canale navigabile del sito EXPO 2015. 

Figura 2 - Ubicazione del sito EXPO 2015. 

rappresenta una delle maggiori espressioni 

e testimonianze dell’Esposizione Universale 

del 2015 nella città e nel territorio. 

Per l’Expo 2015 si è assunta 

un’impostazione totalmente nuova rispetto 

alle edizioni precedenti, escludendo di 

prevedere nuovi insediamenti monumentali, 

grattacieli o architetture muscolosamente 

incombenti sul territorio, ma impostando 

il Dossier di candidatura su un progetto 

“agricolo” dimostrativo dell’importanza e 

delle possibilità di produzione agricola 

per il Pianeta, nel pieno rispetto del 

tema dell’Esposizione Universale: 

“Nutrire il pianeta, energia per la vita”. 

Il Masterplan di Expo (2010) prevede 

la realizzazione di un canale (Figura 3) 

che segue tutto il perimetro dell’area 

destinata all’esposizione per una 

lunghezza complessiva di circa 5 km. La 

notevole rilevanza del canale consente 

di af dare allo stesso non solo funzioni 

turistico-ricreative, ma anche funzioni 

di equilibrio idraulico ed ambientale del 

sito, oltre che di approvvigionamento dei 

sistemi di irrigazione e di antincendio 

presenti all’interno del sito espositivo. 

In particolare il canale, ricettore dei 

de ussi meteorici del sito, dovrà 

assorbirne i corrispondenti impatti qualiquantitativi, 

evitando esaltazioni delle già 

rilevanti criticità del reticolo idrico di valle. 

Rispondendo a tali obiettivi il sistema 

di drenaggio è stato concepito come 

un sistema “duale” (Figura 4): un primo 

sistema di tubazioni interrate convoglia le 

portate meteoriche potenzialmente più 

inquinate corrispondenti agli eventi di 

modesta intensità verso alcuni settori del 

canale bio-attrezzati con vegetazione atta 

a trattamenti di todepurazione, prima di 

essere immesse nel canale principale; un 

secondo sistema di canalette super ciali 

Figura 5 - Progetto La Via d’Acqua da Dossier EXPO 2015. 

Figura 4 - Sezione tipologica sistema di drenaggio “duale”. 

32 n.1 marzo 2011 

⊳ 


poste ai bordi delle strade e dei vialetti 

interni al sito, che entra spontaneamente in 

funzione quando il primo sistema è saturo, 

immette direttamente nel canale le portate 

meteoriche derivanti dagli eventi più intensi. 

Nei confronti delle portate di piena, stimate 

pari a circa 30 m 3 /s negli eventi meteorici 

più intensi, totalmente incompatibili con 

il già gravemente insufciente reticolo 

idrogra co esistente, il canale, con la 

sua grande capacità, assumerà anche 

il ruolo di serbatoio di laminazione 

mediante l’invaso temporaneo dei 

volumi di piena attraverso un incremento 

massimo del livello idrico di circa 0,7 m. 

Per quanto riguarda poi il territorio 

esterno al sito espositivo, il Progetto 

della Via d’Acqua (Figura 5) si sviluppa 

in un territorio dove già sono attive 

le politiche regionali e provinciali di 

ruralizzazione del modello insediativo e 

di ricomposizione e riqualicazione del 

reticolo idrico. È un progetto di grande 

qualità paesaggistico-ambientale: circa 

800 ha lungo 15 km di aree a parco che 

si sviluppano in un territorio in cui le reti 

irrigue sono valorizzate in un disegno 

di ricomposizione multifunzionale. 

L’intervento di riconnessione dell’Olona 

con l’Olona Inferiore 

Come già detto, in epoca storica l’Olona 

è stato completamente deviato verso 

la città di Milano, con beneci in termini 

di approvvigionamento idrico nei secoli 

passati, ma con evidenti problemi di 

rischio idraulico e di degrado degli 

ambienti una volta naturali, accentuati 

via via dagli anni ’60 ad oggi. 

L’intervento di riconnessione dell’Olona 

con l’Olona Inferiore (Regione Lombardia 

e l’Autorità di Bacino del Po), che prevede 

la formazione di un nuovo alveo nonché 

la ricalibratura e l’adeguamento degli alvei 

esistenti, mira pertanto a ricomporre il 

bacino dell’Olona ricostruendo il percorso 

“geologico” del ume che anticamente 

solcava da nord a sud il territorio lombardo 

no alla conuenza in Po (Figura 6). 

Il nuovo/antico ume Olona si propone 

quindi come spina dorsale e traino per 

la ricomposizione del territorio agricolo 

e urbano, per il riequilibrio idraulico 

ambientale del bacino e per la capacità di 

assorbire i futuri impatti idraulico-ambientali 

prodotti dalle nuove infrastrutture. 

Conclusioni 

Nel quadro del degrado idraulicoambientale 

che riscontrano i territori 

fortemente urbanizzati, la sda che oggi si 

propone agli amministratori, agli ingegneri 

e ai pianicatori del territorio è assai 

rilevante, dal momento che essa attiene 

non solo a decisioni di mera difesa dagli 

impatti mediante l’inserimento di nuove 

infrastrutture di laminazione e depurazione 

delle acque meteoriche prodotte nelle nuove 

aree urbanizzate e nei nuovi sedimi stradali 

e ferroviari, ma necessariamente richiede 

di concepire una nuova ricomposizione 

del territorio urbano e agricolo ai ni 

del riequilibrio idrogeologico, della 

riqualicazione paesaggistico–ambientale 

e del contenimento del degrado secondo 

gli indirizzi delle direttive europee. 

Il caso del bacino Lambro-Olona 

costituisce un notevole esempio di 

degrado derivante dalla massiccia 

urbanizzazione di un territorio. 

L’interesse è anche legato alla realizzazione 

di Expo 2015, evento internazionale 

che costituisce stimolo e traino verso 

nuove soluzioni di ricomposizione e 

riqualicazione a scala di bacino. 

Si tratta di una sda che rientra pienamente 

nelle tematiche di Expo 2015: “Nutrire il 

pianeta. Energia per la vita”. In particolare 

l’acqua, in tutti i suoi aspetti di uso, tutela 

e difesa, è assoluta protagonista non 

solo di tali tematiche ma della stessa 

concezione del sito Expo, fortemente 

dominato dall’acqua dei reticoli irrigui e 

uviali che si intersecano nel territorio di 

interesse e del prestigioso futuro corridoio 

agricolo e urbano del Progetto del Parco 

della “Via d’Acqua” che circonda a ovest 

la città e si connette a nord con il sito 

Expo ed a sud con il Parco Sud Milano. 


33 

⊳ 


RASSEGNA 

ACQUA 

Figura 6 - Prima indicazione di tracciato della riconnessione uviale Olona – Olona Inferiore– Po. 

Ma il prestigio degli interventi Expo 

richiede di estendere la pianicazione 

di riequilibrio idraulico e ambientale 

all’intero bacino Lambro-Olona. Presso la 

Regione Lombardia e l’Autorità di Bacino 

del Po si è così rafforzata la proposta di 

ricomporre il bacino dell’Olona ricostruendo 

il percorso “geologico” del ume che fu 

interrotto in epoca romana quando l’Olona 

e suoi af uenti furono deviati in Milano 

per esigenze di alimentazione idrica, 

di trasporto e di boni ca della città. 

BIBLIOGRAFIA 

AA VV, “Sistemi di fognatura 

- Manuale di progettazione”, 

1997, Csdu, Hoepli, Milano. 

G. Becciu, A. Paoletti, “Fondamenti 

di Costruzioni Idrauliche”, 2010, Utet 

Scienze Tecniche, Assago (Milano). 

I. Innocenti, M. Manfredi et al. “Criteri 

progettuali per interventi di protezione 

idraulica lungo il torrente Lura con 

creazione di idropaesaggi: il caso 

pilota dell’area di Bregnano-Lomazzo”, 

in Atti del 3° Convegno Nazionale 

di Idraulica Urbana: Acqua e Città, 

Milano, Italia, 6-9 ottobre 2009, Csdu, 

Milano, Isbn 978-88-903223-3-4. 

G. La Loggia, G. Freni, “Confronto 

tecnico - economico tra strutture 

alternative di laminazione e infiltrazione 

diffusa delle acque meteoriche”, in Atti 

del 3° corso di aggiornamento: Sistemi 

e tecnologie avanzate per il drenaggio 

idraulico urbano moderno - Stadium 

’09 - Riabilitazione e riqualificazione 

dei sistemi di fognatura e di drenaggio 

urbano, Milano, 13-15 maggio 2009, 

AA VV, Csdu, Milano, 2009. 

G. La Loggia, G. Freni “Interventi 

strutturali e non strutturali, centralizzati 

e diffusi (Bmp). L’infiltrazione delle 

acque meteoriche” Ibidem. 

S. Papiri, S. Todeschini “Qualità e 

controllo delle acque di dilavamento 

di infrastrutture viarie”, in Atti della 

giornata di studio - Acque di prima 

pioggia: insediamenti produttivi ed 

infrastrutture/Genova, 26 novembre 

2004, AA VV, Csdu, Milano, 2005. 

Washington State Department of 

Ecology, “Stormwater Managment 

Manual for Western Washington”, 

Volume V - Runoff Treatment Bmps, 

Water Quality Program, 2001, Publication 

Numbers 99-11 through 99-15. 

Y.A. Yousef, M.P. Wanielista, et 

al., “Best Management Practices: 

Removal of highway contaminants 

by roadside swales”, Final Report. 

Contract 99700., 1985, Submitted 

to the Florida Department of 

Transportation, Tallahassee, FL. 

Il presente articolo è parte 

di una memoria pubblicata 

integralmente su 

www.energieambiente.it 

34 n.1 marzo 2011 

⊳ 


AXFLOW 

AxFlow, distributore autorizzato per il mercato europeo 

dei prodotti di Bran+Luebbe presenta l’analizzatore 

multiparametrico Power mon S per il monitoraggio 

delle acque. Questo è un analizzatore tradizionale a cabina 

di tipo estrattivo con caratteristiche di estrema versatilità 

rese possibili dalla gamma di con gurazioni analitiche 

disponibili, ottenibili grazie al concetto di modularità 

che permette di con gurare l’analizzatore in vari modi, 

dalla semplice analisi spettrofotometrica Uv-Vis con la 

con gurazione Light, alla con gurazione Resources I e 

II per l’analisi aggiuntiva di uno oppure due parametri 

colorimetrici a scelta tra azoto ammoniacale, azoto nitroso, 

ortofosfati e cloro libero o totale, no alla più so sticata 

Resources III dove possono essere implementati due 

metodi colorimetrici tra quelli elencati più l’azoto totale 

oppure il fosforo totale, oppure la sola versione TN/TP 

per la sola misura dell’azoto totale e fosforo totale. 

PowerMon S dispone di un basso consumo di 

reagenti, pur mantenendo ed aumentando le 

prestazioni analitiche di alto livello, nei termini di limiti 

di rilevamento ed accuratezza dei risultati che hanno 

sempre caratterizzato i prodotti Bran+Luebbe. 

Questi sistemi hanno funzioni integrate di autodiagnostica, 

calibrazione automatica, che garantiscono 

lunghi intervalli tra gli interventi di manutenzione 

routinaria, con costi operativi contenuti. Sono dotati 

di funzionalità multistreaming potendo analizzare 

no a 6 linee campione in modo sequenziale. 

Caratteristiche salienti sono la disponibilità di 

evoluzioni tecnologiche allo stato dell’arte, tra cui: 

- utilizzo di un ampio display a cristalli liquidi dotato 

di touch-screen, con messaggi e testi operativi 

multilingue di facile ed intuitiva comprensione; 

- elettronica sviluppata per potersi interfacciare con le 

interfaccia più comuni: LAN, per una completa integrazione 

in rete; Modem, analogico o Isdn: per poter eseguire 

diagnostica remota e 

trasmettere anche 

SMS; USB, per 

trasferimento dati e 

aggiornamento 

software; RS232, 

per collegamento 

con stampante o 

terminale seriale 

oppure con 

PC esterno; 

- Pro bus, per 

integrazione in reti di 

processo, Dcs, ed 

altra strumentazione 

che utilizza questo 

tipo di bus di campo. 

ARGAL 

Le pompe Argal della gamma Saturn sono 

centrifughe, mono-stadio, ad asse orizzontale e conformi 

alla normativa Ansi/Asme B73.1. 

I corpi pompa, integralmente realizzati in FRP (resine 

termoindurenti rinforzate con bre di vetro), non hanno 

bisogno di carenature protettive o rinforzi metallici 

esterni e offrono una notevole resistenza meccanica. 

L’uso di differenti formulazioni della resina base 

(epossi-vinilestere) permette di espandere lo spettro 

della resistenza chimica. L’abbinamento di resistenza 

chimica e di resistenza meccanica rende la gamma 

Saturn ideale per il mercato delle pompe destinate 

alle applicazioni nei comparti dell’acqua di mare 

(dalla sani cazione alla desalinizzazione), della depurazione 

delle acque industriali e civili, degli impianti 

di disinquinamento atmosferico, della generalità dei 

processi produttivi che impiegano liquidi chimici. 

Le pompe Saturn sono realizzate in due differenti 

versioni: Zgs normalizzata (long-coupled), 

con supporto meccanico proprio indipendente e 

Zms monoblocco (close-coupled), più pratica 

ed economica. Il supporto meccanico indipendente 

con cuscinetti e giunto elastico di accoppiamento al 

motore elettrico della versione Zgs offre il vantaggio 

della maggior durata di tutte le parti meccaniche della 

pompa e del motore, anche nelle applicazioni più 

gravose caratterizzate da servizio continuo. L’accoppiamento 

mediante il giunto elastico facilità lo smontaggio 

della pompa e del motore che sono alloggiati 

EBARA PUMPS EUROPE 

Ebara Pumps Europe, sviluppatore e produttore di 

elettropompe e sistemi di pompaggio industriali e 

domestici, presenta 3TP , la nuova elettropompa 

sommersa da 3” ad alta velocità. 3TP è una elettropompa 

di facile impiego, comoda da maneggiare 

e di semplice installazione, caratterizzata da una 

costruzione compatta e robusta. Sia la pompa che il 

motore che la compongono sono ad alta ef cienza, in 

questo modo si ha un notevole risparmio energetico 

ed un conseguente minore impatto ambientale. 

La parte elettronica integrata nel motore provvede 

ad un avviamento di tipo “Soft start” e lo protegge 

completamente dalle alte temperature, dal funzionamento 

o “marcia” a secco, da eventuali sovraccarichi, 

da sovratensioni e sottoalimentazioni. La nuova 

sommersa Ebara può essere utilizzata in sistemi di 

approvvigionamento idrico residenziale in quanto è 

fabbricata in conformità alle certi cazioni europee 

Tifq, Acs, Wras, riguardanti le acque destinate 

al consumo umano. È adatta per applicazioni in 

piccoli acquedotti, per l’irrigazione e il pompaggio 

dell’acqua in generale, per il trasferimento 

di acqua e per incrementi di pressione di 

acque chiare per agricoltura, usi domestici o 

industriali. Un’altra importante peculiarità è 

che può essere sostituita ad una pompa da 

su un basamento comune. La costruzione ‘back pull 

out’ permette lo smontaggio del supporto e delle parti 

idrauliche rotanti senza disconnettere il corpo pompa 

dall’impianto e senza muovere il motore elettrico dalla 

base. La costruzione monoblocco della versione 

Zms, proposta no alla potenza di 37kW, offre una 

importante novità con vantaggi funzionali e applicativi. 

Il cuscinetto reggispinta alloggiato nella lanterna di 

raccordo al motore elettrico, speci catamente voluto 

per reggere i carichi radiali, riduce lo sbalzo dell’albero 

e quindi il carico dei cuscinetti del motore. Da ciò 

ne consegue una maggiore durata dell’intero gruppo 

pompa-motore e quindi la possibilità di soddisfare 

applicazioni più gravose. Le basi sono realizzate interamente 

in vetroresina, il dimensionamento rispetta 

la normativa Ansi/Asme accettando motori Nema ed 

anche Iec. Nelle pompe Saturn possono essere installate 

diverse tipologie di tenute meccaniche. 

4” in pozzi dimessi o occlusi. La nuova 3TP va 

ad aggiungersi alla ampia gamma di elettropompe 

sommerse da pozzo da 3”, 4”, 6” e 8” in acciaio inossidabile 

che Ebara offre sul mercato con prestazioni 

comprese tra 0,6 e 126 m 3 /h per accontentare diversi 

tipi di esigenze come l’approvvigionamento idrico da 

pozzi profondi, la pressurizzazione, il trattamento acque, 

il ltraggio e l’osmosi inversa, sistemi industriali 

di raffreddamento, fontane ed impianti antincendio. 


35 

⊳ 


RASSEGNA 

ACQUA 

API 

CLR 

Clr è specializzata nella progettazione e 

produzione di sensori e strumenti per la 

misura dei parametri elettrochimici che 

caratterizzano la qualità dell’acqua. Il 

punto di forza della società è la capacità 

di realizzare su richiesta prodotti ad hoc 

per applicazioni particolari. La gamma 

di prodotti include analizzatori di pH, 

redox, conducibilità, torbidità, ossigeno 

disciolto, cloro, biossido di cloro, ozono, 

acido peracetico, perossido di idrogeno, 

sol ti, metabisol ti, anidride solforosa; 

ciascuna linea di prodotto comprende 

diversi tipi di sensori, ognuno adatto 

a speci che esigenze applicative con 

possibilità di installazione diretta in vasche 

e in tubazioni chiuse, oppure adatti ad 

installazioni a de usso su linee di bypass. 

Uno dei prodotti Clr più interessanti 

per gli impianti di trattamento delle 

acque re ue civili ed industriali è il 

sistema di misura del pH 

per acque contenenti sostanze fortemente 

inquinanti, in cui i normali elettrodi pH 

verrebbero distrutti in breve tempo. 

Il sistema è costituito da un elettrodo pH con 

riferimento separato, costruito per operare 

in modo continuativo in condizioni gravose 

ed inseriti in una sonda a riempimento totale 

di elettrolita, che garantisce la protezione 

dall’inquinamento del riferimento, la 

pulizia del setto poroso e lunghi periodi di 

funzionamento senza necessità di rabbocco. 

Clr produce anche analizzatori di pH con 

elettrodi in antimonio dedicati alla misura 

del pH in acque particolarmente sporche e 

contenenti sostanze incrostanti, adatti per 

esempio a controllare la neutralizzazione 

con calce. Anche gli elettrodi pH e redox 

differenziali sono progettati per lavorare 

in applicazioni particolarmente gravose, 

dove la vita del riferimento di elettrodi 

pH standard risulterebbe troppo breve, 

come per esempio in soluzioni contenenti 

gli ioni Hg 2+ , Pb 2+ , Cu ++ , ClO 4- 

, Ag + , Br - , 

I - , CN - , S 2- , ed i processi con presenza 

elevata di sostanze incrostanti o oleose 

che tendono a depositarsi sull’elettrodo 

di riferimento rendendolo inutilizzabile. 

Lo staff tecnico di Clr è sempre disponibile 

per individuare il tipo di misura ottimale 

per le particolari condizioni di utilizzo. 

Api presenta una gamma di prodotti Wfs 

mirati al trasferimento dati e potenza senza 

li attraverso l’acqua ed il terreno. 

Attraverso l’uso di particolari frequenze, 

del processo di digitalizzazione dei segnali 

e di un design di antenna proprietari si 

superano barriere considerate insormontabili 

per la Radio Frequenza, permettendo 

così l’utilizzo di questa tecnologia per 

sopperire ai limiti di altre, come quella 

acustica. Seatext/Terratext è 

in grado di trasferire dati attraverso l’acqua 

ed il terreno a distanze di 100 metri con 

velocità dell’ordine delle decine di bit al 

secondo; Seatext/Terratooth 

è in grado di arrivare alle centinaia di kbps 

per distanze dell’ordine delle decine di metri; 

Viewtooth è in grado di trasferire 

ENDRESS+HAUSER 

Endress+Hauser dedica particolare attenzione 

alla gestione integrata del servizio dell’acqua. 

Per rispondere ad una legislazione sempre 

più restrittiva e all’introduzione di criteri di 

ef cienza in tutto il ciclo integrato dell’acqua 

e di risparmio energetico nella gestione 

degli impianti, Endress+Hauser ha lanciato il 

controllore multiparametro e multicanale 4- li 

Liquiline CM442 con l’estensione 

della serie di sensori in protocollo Memosens. 

L’uniformità è l’obiettivo principale della nuova 

piattaforma analitica. La nuova centralina, 

offrendo la stessa interfaccia, lo stesso 

design e lo stesso layout per tutte le misure, 

aggiunge ulteriori vantaggi ai clienti quali l’alto 

grado di essibilità e facilità di utilizzo. 

La centralina multiparametrica Liquiline M 

CM442 è il cuore della piattaforma stessa 

e la chiave per raggiungere questi obiettivi. 

Tutti i componenti della piattaforma parlano lo 

video a breve distanza e soluzioni ibride come 

SeaPar che permette il trasferimento dati 

(100kbps) e di potenza (200W) permettendo 

stesso linguaggio: Memosens. E Memosens 

è anche il nome dei nuovi sensori! 

L’estrema robustezza e af dabilità della 

connessione induttiva - che è in grado di 

resistere ef cacemente ai fattori ambientali 

esterni e il protocollo digitale - garantiscono 

af dabilità in termini di trasmissione 

dati e un facile utilizzo del sistema. 

Il Liquiline M CM442 può correntemente misurare 

6 differenti parametri: pH (vetro, Isfet e tecnologia 

a ceramica), Orp, conducibilità conduttiva e 

induttiva, torbidità, nitrati e ossigeno disciolto. 

Qualsiasi combinazione di 2 dei suddetti sensori 

può essere inizialmente connessa alla stessa 

centralina, con la possibilità di estendere la 

connessione in un secondo tempo no a otto 

canali. In tal modo il cliente ha bisogno di un 

minor numero di trasmettitori per gli stessi punti 

di misura e perciò può ridurre considerevolmente 

i costi di installazione e manutenzione. 

I componenti meccanici così come il sistema 

di montaggio a palina o il pratico e essibile 

sistema di assemblaggio Flexdip, garantiscono 

sempre un perfetto attacco e tenuta meccanica. 

unitamente a tutto ciò, il nuovo Liquiline 

M CM442 offre i seguenti vantaggi: 

- Plug&Play per sensori e moduli; 

- capacità del sistema di espandere e 

includere nuove funzioni, principalmente 

Pro bus, Ethernet, Gsm/Gprs; 

- un solo controllore per tutti i parametri con 

uno standardizzato concetto di funzionalità 

assicurano all’operatore estrema facilità di utilizzo 

del controllore con tutti i parametri di misura. 

36 n.1 marzo 2011 

⊳ 


la completa eliminazione di connettori. Tra 

le applicazioni di successo ricordiamo il 

monitoraggio costiero, con la creazione 

di una rete mesh subacquea per il 

trasferimento di dati da sensori posizionati 

sul fondale, la videosorveglianza in 

tunnel sotterranei o posti non accessibili 

o ermetici, il controllo di robot in acqua o 

sottoterra, realizzazione di connettori per 

potenza e segnale senza la necessità di 

un accoppiamento meccanico. I materiali 

attraverso i quali questi strumenti possono 

comunicare sono i più svariati: si va 

dall’acqua dolce o salata, al ghiaccio, dalla 

sabbia, fango alla roccia, dal cemento 

armato al ferro. Con questa tecnologia 

Api e Wfs si propongono, sia a costruttori 

sia ad utilizzatori nali, come partner per 

risolvere problemi di trasferimento segnali e 

potenza in ambiente dif cilmente cablabile. 

FAGGIOLATI PUMPS 

La Faggiolati Pumps ha realizzato una nuova gamma di macchine con rivestimento dell’idraulica in 

poliuretano per applicazioni dove è richiesta un’elevata resistenza all’abrasione. Le elettropompe 

Sand Vortex Water sono concepite per applicazioni in impianti con presenza di 

sabbie, nella lavorazione di marmi, nell’industria ceramica, lavorazione dei cristalli e processi 

industriali con liquidi abrasivi. Il rivestimento in poliuretano, garantisce un’elevata af dabilità della 

macchina contenendo i costi di gestione. Le proprietà elastiche del materiale utilizzato, lo rendono 

particolarmente resistente ai liquidi con forti agenti abrasivi. In presenza di elevate concentrazioni di 

sabbie fortemente abrasive, la durata della girante e del corpo pompa è triplicata rispetto a quella dei 

normali materiali con trattamenti di indurimento, evitando frequenti fermi impianti. La minore usura 

della parti rotanti, a contatto con il liquido pompato, riduce le sollecitazioni sui cuscinetti e sull’intera 

macchina, aumentando l’af dabilità. L’albero delle elettropompe Sand Vortex Water è in acciaio inox 

AISI 420B, il motore di classe H 

(180°C) IP68, le fusioni principali 

sono realizzate in ghisa EN-GJL-250. 

Le tenute meccaniche sono: 

superiore ceramica/gra te, inferiore 

carburo di silicio/carburo di silicio. 

Il girante è realizzato in poliuretano 

con anima in acciaio mentre il corpo 

pompa è in ghisa EN-GJL-250 

rivestito con poliuretano nelle zone di 

maggiore usura. 

DEPURAZIONE E FILTRAZIONE ACQUE “KNOW HOW MENCAGLIA” 

con GRAMAGLIA ® 

ed A.E.F. ® l’ac 

qua 

lità ® 

Siamo leader negli impianti 

di trattamento delle 

acque primarie: 

osmosi, potabilizzazione, 

nella depurazione 

dei reflui civili e industriali; 

Costruiamo macchine 

ed attrezzature. 

La garanzia: 

oltre quattromila 

impianti installati, 

funzionanti e certificati. 

PER IL CENTRC 

O SUD ITALIA 

GRAMAGLIA srl 

60027 Osimo (An) Via d’Ancona, 67 

Tel.071.7108700 Fax. 071.7108767 

info@gramaglia.it www.gramaglia.it 

PER IL NORD ITALIA 

A.E.F. S.r.l. 

20019 Settimo Milanese (MI) Via R. Romoli, 

2/13 

Tel. 

02 33502912 Fax n.1 02 marzo 335003643 

2011 

0364 

37 

info@aef 

f .it www.aef.it 

⊳ 


RASSEGNA 

ACQUA 

FAST 

HACH LANGE 

Hach Lange offre un’ampia gamma di soluzioni e di ultime 

tecnologie per l’analisi di acque re ue, acque potabili e industriali. 

La strumentazione Hach Lange ottimizza l’ef cienza e la sicurezza 

delle centrali elettriche e consente al tempo stesso di eseguire 

analisi af dabili nell’acqua di alimentazione caldaie, nei cicli 

acqua-vapore, nelle torri di raffreddamento e nell’acqua di scarico. 

Tra le novità di prodotto c’è da annoverare il sensore per 

ossigeno disciolto, Orbisphere K1100 , il sensore 

ottico che rivoluziona l’analisi dell’ossigeno nell’industria 

dell’energia. Basato sulla tecnologia dell’ossigeno disciolto 

con tecnica a luminescenza (LDO, Luminescent Dissolved 

Oxygen), il sensore presenta le principali caratteristiche: 

- minima deriva: è il sensore più stabile presente sul 

mercato. Garantisce una precisione di 0,8 ppb con limite 

di rilevamento di 0,6 ppb. Tale accuratezza di misura è 

fondamentale per il controllo di bassi livelli di ossigeno 

negli impianti di produzione di energia elettrica; 

- manutenzione annuale: in 2 minuti e senza l’utilizzo di 

sostanze chimiche. K1100 risulta il sensore con intervalli 

di calibrazione più lunghi presente nel mercato; 

- massima af dabilità: la tecnologia LDO elimina la 

membrana e l’elettrolita, pertanto il sensore non risente delle 

modi che nel usso di processo. I costi di manutenzione 

ed operatività risultano così notevolmente ridotti. 

La ormai brevettata tecnologia LDO, consente di massimizzare 

l’ef cienza delle centrali elettriche e di ridurre i costi di 

esercizio e di manutenzione. Più di 55.000 sensori LDO di 

Hach Lange sono attualmente utilizzati in tutto il mondo! 

LDO funziona attraverso Il diodo uorescente viene 

eccitato da una radiazione blu per poi tornare allo stato 

energetico originale emettendo luce rossa. Il tempo che 

intercorre tra l’eccitazione e la riemissione è inversamente 

proporzionale alla concentrazione dell’ossigeno disciolto. 

Orbisphere K1100 offre un nuovo modo di monitorare 

l’ossigeno negli impianti di produzione dell’energia. 

38 


Oggi è possibile ridurre la dispersione di acqua 

negli acquedotti prima che ciò costituisca 

un’emergenza. La “distrettualizzazione” 

della rete ed il monitoraggio permanente 

dei parametri idraulici permette al gestore 

un intervento rapido e mirato. 

Per questo Fast ha sviluppato 

Aquaworks , un software che, 

integrato con diversi data logger installati e 

distribuiti sul territorio, fornisce gli strumenti 

di visualizzazione e interpretazione dei dati 

necessari al monitoraggio delle perdite idriche e 

alla gestione dell’acquedotto. In un unico sistema, 

infatti, è possibile: gestire in modo intelligente 

l’acquedotto; ricercare le perdite utilizzando il 

monitoraggio permanente e real-time della rete; 

intervenire prontamente grazie alla gestione 

avanzata degli allarmi e delle anomalie. 

Aquaworks è uno strumento di supervisione 

e analisi dei parametri idraulici. È un sistema aperto, semplice da utilizzare 

ed estremamente essibile, in grado cioè di elaborare sia le tracce in 

IDEXX LABORATORIES 

Idexx Laboratories, società oprerante 

nel settore dell’analisi della qualità 

dell’acqua, annuncia il lancio europeo di 

Enterolert-DW (idexx.it/acqua/ 

enterolert-dw) per il rilevamento degli 

enterococchi nell’acqua potabile. Il nuovo test 

è superiore ai metodi di analisi convenzionali 

in termini sia di velocità sia di accuratezza. 

Le normative europee richiedono la ricerca 

degli enterococchi, dei coliformi e dell’E.coli 

nell’acqua potabile. La presenza di questi 

batteri indica la possibile contaminazione 

dell’acqua che potrebbe rappresentare un 

rischio per la salute dei consumatori. 

“Il test Enterolert-DW offre risultati comprovati 

e af dabili in sole 24 ore, rispetto ai due 

giorni necessari per i metodi di analisi 

convenzionali”, afferma Dana Belisle, 

Amministratore e Direttore Generale di 

Idexx Microbiologia dell’acqua. “Il nuovo 

test permette ai laboratori di analisi 

dell’acqua e agli impianti di acqua potabile 

di prendere decisioni in materia di igiene e 

sicurezza in modo più rapido e af dabile”. 

Il nuovo metodo include reagenti pronti all’uso 

e richiede un tempo di preparazione del test 

di solo un minuto, facilitandone l’uso rispetto 

al metodo di analisi (Iso 7899-2, conosciuto 

anche come “Slanetz e Bartley”). Per il metodo 

convenzionale è necessaria la presenza di 

un tecnico che ltra l’acqua attraverso una 

membrana e che, dopo averla posizionata 

su una piastra agar, viene incubata per 48 

ore; il tecnico trasferisce quindi la membrana 

su un’altra piastra agar per la conferma e 

procede a contare le colonie batteriche. 

Il test Enterolert-DW utilizza gli stessi 

dispositivi e procedure di analisi del 

noto test di analisi Idexx Colilert-18 per i 

coliformi e l’E. coli. Questo signi ca che i 

laboratori e le imprese di pubblica utilità 

possono ora usare una singola piattaforma 

per tutti i loro principali test microbiologici 

per l’acqua potabile e ottenere risultati 

accurati e completi in sole 24 ore. 

⊳ 


LACROIX SOFTEC 

arrivo da periferiche appartenenti alla gamma di prodotti Fast sia 

i dati provenienti da altri sistemi già in uso presso il gestore. 

Le aziende che già posseggono un sistema di telecontrollo saranno 

così in grado di utilizzare le apparecchiature eventualmente 

già presenti, integrandone le installazioni solo dove serve, 

minimizzando i costi di implementazione e gestione. 

Una gra ca chiara e intuitiva guida l’utente nella con gurazione delle 

periferiche, dei distretti e nella creazione di gra ci e statistiche. Questa 

fase può essere a richiesta curata direttamente dai tecnici Fast. 

La logica dell’organizzazione dei dati ha come fulcro il 

distretto. Allo scopo di accedere in modo semplice ai 

gra ci è possibile utilizzare il sinottico geogra co. 

Il punto saliente del software è costituito dalla gra ca. Ogni 

traccia viene supportata da una riga di statistiche contenenti: 

punto minimo, massimo, medio, integrazione dei volumi (nel 

caso di portate). È quindi possibile: creare tracce derivate; 

creare tracce statistiche; creare tracce calcolate. 

Aquaworks mette a disposizione una serie di allarmi riguardanti 

la mancata acquisizione dati da una periferica e la deriva 

di valori controllati al ne di una rapida individuazione del 

distretto fuori soglia. È anche possibile impostare allarmi che 

avvertano l’utente di eventuali derive riguardanti pressioni, livelli, minime 

portate notturne, volumi giornalieri o qualsiasi altro parametro scelto. 

Sviluppate per rispondere ai requisiti speci ci delle installazioni in 

camerette interrate, le stazioni remote della gamma Sofrel LS 

costituiscono una soluzione innovativa ed ef cace per la 

distrettualizzazione delle reti di adduzione dell’acqua potabile. 

Stagni, alimentati da batteria, comunicanti mediante GSM 

o Gprs, semplici da installare e da utilizzare, i prodotti 

della gamma LS consentono: la ricerca perdite mediante 

la registrazione di conteggi e portate; la telelettura dei 

contatori; il controllo dei consumi delle grandi utenze. 

Veri e propri data logger comunicanti, le stazioni LS integrano molteplici 

innovazioni: apparato stagno (IP 68), comunicazione remota via GSM/ 

Gprs. Alimentazione a batteria 

( no a 10 anni di autonomia), 

antenna integrata per utilizzo 

in pozzetto, comunicazione 

Bluetooth, diagnostica della rete 

GSM, invio d’allarmi via SMS, 

estrema semplicità d’installazione. 

Particolarmente competitive, 

le stazioni remote di 

distrettualizzazione LS 

garantiscono una redditività 

immediata degli investimenti 

contribuendo ef cacemente 

al miglioramento del 

rendimento delle reti. 


39 

⊳ 


RASSEGNA 

ACQUA 

OLTREMARE 

PHOENIX CONTACT 

Per garantire il trasporto dei dati provenienti dai 

diversi impianti geogra camente distribuiti verso centri 

di supervisione e controllo, che hanno il compito di 

acquisire le informazioni e di gestire le risorse idriche, è 

necessario disporre di infrastrutture di comunicazione. 

Il nuovo modem GSM di Phoenix 

Contact utilizza la rete radiomobile GSM diffusa 

in tutto il mondo in associazione alla conveniente 

tecnologia Internet per fornire connessioni 

sicure a reti Ethernet industriali remote. 

Oltre alle connessioni dial-up GSM on demand per 

la tradizionale manutenzione remota di macchine e 

impianti, il modem può essere utilizzato anche per 

stabilire connessioni Gprs ed Edge basate su TCP/ 

IP. Questa possibilità è particolarmente interessante 

nei casi in cui sia necessario un rilevamento di dati 

continuo. Le connessioni Gprs ed Edge sono infatti 

fatturate in base al volume di dati e non alla durata 

della connessione. Edge, che rappresenta l’ulteriore 

evoluzione di Gprs, offre velocità di trasmissione 

signi cativamente superiori no a 210 kBit/s. 

Grazie alla tecnologia Quadband, indipendentemente 

dalla posizione del controllore o dell’impianto, i dati di 

processo sono disponibili ovunque nel mondo mediante 

una connessione Vpn sicura. Il modem, che funge 

anche da vero e proprio router, è in grado di collegare 

tra loro due reti Ethernet mediante la rete radiomobile. 

Un accesso protetto da password, cifratura IPsec e un 

rewall integrato offrono un grado elevato di sicurezza dei 

dati, mentre il pratico Web based management consente 

di installare il modem in modo rapido e semplice. Per 

il monitoraggio remoto sei ingressi commutati integrati 

possono inviare messaggi di allarme tramite SMS ed 

email. Altre quattro uscite possono essere attivate in 

remoto utilizzando messaggi SMS protetti da password. 

Oltremare, produttore di membrane ad osmosi inversa, 

nano ltrazione e ultra ltrazione è impegnata nel 

campo del trattamento delle acque, realizza moduli 

a osmosi inversa personalizzati, con la possibilità 

di modi care le dimensioni e le performance delle 

membrane a seconda delle richieste dei clienti. 

Fanno parte della gamma di prodotti Oltremare le 

membrane Low , che combinano risparmio 

energetico e alta reiezione; le BR, con eccellente 

reiezione e alta produttività; le Nano per 

nano ltrazione, ideali per le applicazioni che 

richiedono la rimozione di metalli, composti organici, 

batteri e virus; le Foul , che combinano una 

carica neutra per un minor sporcamento ad alta 

reiezione e produttività; in ne le membrane Sea 

per la desalinizzazione delle acque di mare. 

A anco dei modelli standard, membrane già 

conosciute sul mercato, Oltremare, sempre attenta 

all’innovazione tecnologica e alla ricerca, ha lanciato due modelli innovativi: 

le Compact , elementi all-in-one che combinano pressure vessel 

e membrana in un unico elemento, semplice da installare e da sostituire. 

PIRCHER 

Gli impianti di prima 

pioggia Pircher, realizzati 

con vasche monoblocco circolari 

e rettangolari in calcestruzzo, 

sono concepiti per ricevere le 

acque di super cie provenienti 

da aree pavimentate o coperture, 

canalizzarle e convogliarle dove 

possano essere trattate prima 

della loro immissione nelle reti 

fognarie o nelle acque bianche. 

Sono composti da una prima 

vasca (pozzetto selezionatore), 

installata a monte dell’impianto, in cui 

con uiscono le acque piovane. Da qui, 

per differenza di quote, le prime acque 

considerate maggiormente inquinate 

si immettono in una vasca di prima 

pioggia nella quale si sedimentano i 

materiali più pesanti e consistenti. 

Quando la vasca di prima pioggia è piena, 

la valvola antiri usso in essa installata 

blocca l’ingresso delle acque provenienti 

dal pozzetto selezionatore, obbligandole 

a versarsi o all’interno di altre vasche 

(seconda pioggia, laminazione ecc.) o 

direttamente nelle acque bianche. 

Al termine della precipitazione atmosferica, 

la sonda di rilevamento pioggia installata 

nel pozzetto selezionatore trasmette al 

quadro elettrico collegato l’impulso per lo 

svuotamento della vasca di prima pioggia 

(48/72/96 ore successive al termine della 

precipitazione), facendo azionare la 

pompa che rilancia le acque in un pozzetto 

di raccordo gettato in opera. Da qui, 

per gravità, le acque con uiscono in un 

separatore oli minerali circolare modello K. 

Al suo interno avviene il processo di 

separazione delle acque dagli oli e 

dalle particelle più leggere, sia grazie 

alla differenza di pesi speci ci sia 

all’apposito ltro a coalescenza che 

trattiene le sostanze inquinanti (oli e 

idrocarburi), evitandone l’immissione nelle 

reti fognarie o nelle acque bianche. 

40 n.1 marzo 2011 

⊳ 


PLANIPLASTIC ECOLOGIA 

Ciò permette di ridurre i 

costi di membrana+vessel e 

aiutare l’installazione degli 

elementi negli impianti. 

Con l’ultima arrivata, la membrana 

XL , vengono uniti le prestazioni 

delle membrane a bassa energia 

e ad alto usso a una maggiore 

super cie attiva totale, mai 

raggiunta su una membrana 4”. 

Oltremare offre: la maggior portata 

esistente; la maggior super cie 

attiva (105 ft 2) con brine spacer 

standard; la totale compatibilità con 

i pressure vessels in commercio; 

la massima facilità di utilizzo; il 

miglior rapporto prezzo/prestazioni 

esistente per una membrana 4”. 

Dal 2010 Oltremare è anche 

distributore italiano delle membrane 

Dow Filmtec e ha rmato con l’azienda americana un accordo in base al 

quale Oltremare può produrre i propri elementi con il at-sheet realizzato 

da Dow, con la possibilità di inserire sulle proprie etichette il logo Dow. 

Il sistema progettato da Planiplastic Ecologia prevede che le acque 

meteoriche cadute sull’asfalto intorno alla rotatoria, vengano captate 

e drenate attraverso le caditoie e quindi raccolte, subendo una prima 

parziale decantazione, nel pozzetto sifonato che svolge anche la funzione 

di trattenere i solidi grossolani ed evitare il ri usso dei cattivi odori. 

Tali acque vengono successivamente trattate attraverso un sistema 

di dissabbiatura e disoleazione a gravità con ltro a coalescenza, 

Planoil GN FC , che permette l’eliminazione degli oli e 

degli idrocarburi che erano giacenti sull’asfalto così dilavato. 

Le acque così trattate con uiscono nel serbatoio da interro Rewasystem 

dove vengono immagazzinate e quindi sollevate all’impianto di irrigazione 

grazie ad una pompa posizionata sul fondo della cisterna. 

Nel primo substrato del verde, compreso all’interno della rotatoria, sono installati 

dei tubi fessurati con il compito di drenare, raccogliere e convogliare di nuovo, 

nel serbatoio da interro, l’acqua irrigata in eccesso sul verde senza che essa 

raggiunga mai gli strati più profondi divenendo inutilizzabile. Grazie a questo 

procedimento, il verde compreso all’interno della rotatoria, potrà essere irrigato 

quotidianamente attraverso il riciclo completo dell’acqua meteorica mantenendo 

un aspetto rigoglioso e colorato e senza che venga mai utilizzata l’acqua potabile. 

41 


41 

⊳ 


RASSEGNA 

ACQUA 

SIEMENS 

Per far fronte alle normative sempre più restrittive che 

regolano la qualità delle acque di scarico, Industry 

Solutions, divisione di Siemens, ha reso disponibili sul 

mercato diverse tecnologie da scegliere in funzione del 

grado di af namento richiesto della qualità dell’acqua. 

In particolare Siemens propone soluzioni basate 

sulle membrane di ultra ltrazione Memcor , 

particolarmente adatte per la ltrazione/riuso delle acque 

di scarico, per i trattamenti di potabilizzazione e per la 

produzione di acque di processo al servizio delle industrie 

(incluso il pre-trattamento basato su osmosi inversa). 

Le membrane di ultra ltrazione sono disponibili in 

con gurazione sia sommersa “CS” sia pressurizzata “CP”. 

Il sistema a con gurazione pressurizzata CP è basato 

sulla tecnologia di ultra ltrazione con membrane a bra 

cava, contenute in speciali cartucce pressurizzate. Il 

PROMINENT 

ProLySys è un nuovo sistema 

“patent pending” che permette il signi cativo 

miglioramento nella degradazione del fango 

di supero utilizzando ozono. Il risultato 

è un forte abbattimento dei costi grazie 

alla riduzione della quantità del fango da 

smaltire. Il destino del fango di supero 

prodotto negli impianti di depurazione è un 

problema sempre più sentito non solo a livello 

italiano, ma anche europeo e mondiale. 

Attualmente il costo medio per il trattamento 

e smaltimento dei fanghi raggiunge 63,4€/t 

peso umido, corrispondente a 317€/t peso 

secco (pari al 25-65% del costo totale di 

esercizio degli impianti di depurazione) e 

si prevede un aumento nei prossimi anni. 

In questo contesto assume sempre più 

rilevanza la possibilità di minimizzare la 

produzione di fanghi direttamente all’origine, 

cioè presso l’impianto di depurazione, 

ricorrendo a tecnologie integrate con la linea 

acque o con la linea fanghi, prima di dover 

provvedere allo smaltimento nale dei fanghi 

residui. Tra le possibili tecnologie di intervento 

una soluzione molto promettente è costituita 

dall’ozonizzazione dei fanghi, per favorirne 

la lisi e potenziarne la biodegradabilità, 

contribuendo in tal modo a ridurne al massa 

secca. Il nuovo sistema “patent pending” 

ProLySys ProMinent è in grado di effettuare 

l’ozonolisi mediante ozono prodotto 

direttamente da aria, anziché da ossigeno 

puro, abbattendo fortemente i costi di gestione 

impianto e cancellando la dif cile e onerosa 

gestione in sicurezza dello stoccaggio di 

ossigeno puro. Grazie allo speciale design 

idraulico complessivo con dosaggio multipoint 

e reattore a micro bolle è possibile abbassare 

il dosaggio speci co di ozono ed avere una 

bassa incidenza sulla biomassa eterotrofa 

e nitri cante; in tal modo si bene cia degli 

effetti dell’ozono lasciando pressoché 

inalterata l’attività batterica necessaria per la 

successiva ossidazione biologica, sinergia 

non possibile con i sistemi tradizionali. Il 

sistema ProLySys è disponibile in 4 varianti 

di processo a seconda che venga impiegato 

sulla linea acque, fanghi o entrambe, 

abbassando il dosaggio di ozono no al 50% 

a parità di grado di riduzione dei fanghi. 

moto di ltrazione avviene dall’esterno verso l’interno 

delle bre, i solidi sono quindi trattenuti sulla super cie 

esterna delle membrane. Nel sistema a con gurazione 

sommersa CS l’acqua viene ltrata tramite una lieve 

depressione applicata alle bre per generare un 

moto di ltrazione dall’esterno verso l’interno. 

Entrambe le versioni consentono di ottenere un’elevata 

ed ef ciente rimozione dei solidi (trattenuti sulla super cie 

esterna delle bre) dalle acque ltrate (permeato) e 

quindi elevate qualità delle acque trattate con minimi 

ingombri e ridotti consumi energetici; facili inserimenti 

in impianti già esistenti; garanzia dei risultati richiesti; 

massima essibilità e semplicità di funzionamento. Le 

acque prodotte hanno caratteristiche tali da consentire 

il riutilizzo e la “chiusura” dei cicli di impiego. 

Tra le altre tecnologie ad alta ef cienza di ltrazione 

proposte da Siemens, ricordiamo anche il ltro a 

dischi “Sdf”, che utilizza un innovativo pannello 

“plissettato” brevettato la cui super cie ltrante è 

del 40% superiore rispetto a qualsiasi altro pannello 

tradizionale a super cie piana, e i ltri automatici a 

gravità “Asf”, con letto di sabbia o sabbia e antracite. 

PROACQUA 

VonTaine City è la versione moderna di 

una fontana pubblica. Eroga acqua liscia e gassata 

gradevolmente fresca, per promuovere l’acqua 

dell’acquedotto esaltandone le caratteristiche di 

qualità e sicurezza. Inoltre, come lo era in passato, 

diventa un punto che favorisce l’aggregazione 

e la socialità. Si riscopre un valore importante 

della tradizione valorizzato da una fontana 

contemporanea che fa uso delle più moderne 

tecnologie per l’acqua, con un attenzione particolare 

all’ambiente utilizzando tutte le nuove risorse a 

disposizione per risparmiare energia e ridurre 

la produzione di ri uti plastici con i conseguenti 

problemi di smaltimento. I vantaggi per una nuova 

politica di sviluppo sostenibile sono immediati. 

Per ogni vonTaine City si risparmia lo smaltimento 

di 30.500 bottiglie in PET da 1,5l al mese 

(corrispondenti a 950kg di plastica) e si evita 

l’immissione in atmosfera di 1.400 kg di CO 2 

al 

mese (produzione e trasporto bottiglie PET). Inoltre i 

cittadini possono risparmiare sull’acquisto dell’acqua 

minerale imbottigliata (politica sociale) e si promuove 

la qualità e la sicurezza dell’acqua pubblica. 

42 n.1 marzo 2011 

⊳ 


SERVITECNO 

Proficy iFix, , il pacchetto software Hmi/Scada prodotto 

da GE Intelligent Platforms, offre alle aziende del settore water/ 

wastewater numerosi bene ci grazie ad innovative caratteristiche 

quali capacità di failover potenziate, storicizzazione integrata e 

nuovi gra ci di trend. L’uso combinato di iFix con la soluzione 

Water Solutions Pack per il settore delle acque 

fornisce maggiori funzionalità in grado di migliorare la qualità e 

la sicurezza operativa e di ridurre i costi. Entrambe le soluzioni 

sono distribuite e supportate in Italia da ServiTecno. 

Water Solution Pack, compatibile con Pro cy iFix 4.5 e successivi, 

è una soluzione verticale sviluppata speci catamente per realtà 

operanti nel settore utility e industrie delle acque, interessate 

a ridurre il costo dell’installazione e del funzionamento dei 

sistemi Scada. Utilizzata con il software di visualizzazione 

Pro cy iFix, consente di diminuire il tempo di sviluppo e la 

standardizzazione grazie a numerose caratteristiche quali: 

nuove librerie Dynamo per il settore dell’acqua; integrazione 

con i software di reportistica, kit di strumenti biometrici e rma 

 

 

 

DustTrak 

Misura simultanea e in tempo reale 

Sia per uso indoor che outdoor 

Facile da programmare e usare 

Datalogger interno per 60.000 misure 

Versione da tavolo o portatile 

Alimentazione a batteria al litio (6 ore) 

 

 

Spettrometri 

Laser per Aerosol 

Conteggio e classificazione particelle da 0,09 a 7,5 μm 

100 canali dimensionali configurabili da utente 

Concentrazioni fino a 18.000 particelle/cm 3 

Datalogger e pompa interna 

elettronica basata su standard per una maggiore sicurezza. 

In particolare, Water Solutions Pack dispone di oltre 650 oggetti 

precon gurati denominati Dynamo che comprendono valvole, 

pompe e serbatoi no ad arrivare a smaltitori e attrezzature più 

complesse progettati speci camente per applicazioni water/ 

wastewater. Questi elementi, insieme con gli altri oggetti di iFix, 

permettono di con gurare le applicazioni in modo semplice 

e coerente, riducendo il TCO (Total Cost of Ownership) dal 

disegno dell’applicazione, all’installazione alla manutenzione. 

Una più stretta integrazione con appositi software di reportistica 

permette agli utenti di interfacciarsi e di visualizzare report senza 

lasciare le schermate iFix. L’opzione di reportistica è facile 

da con gurare e dispone di strumenti di analisi avanzata per 

ottimizzare l’operatività. iFix con Water Solutions Pack ha anche 

funzioni di rma elettronica in conformità agli standard Nerc e 

supporta la biometria (per esempio con impronta digitale) per 

offrire la massima sicurezza oggi disponibile per i sistemi Scada. 

 

 

Ultrafine Particle 

Monitor (UFP) 

Funzionamento automatico senza ausilio di operatorer 

Ideale per valutazione qualità aria urbana e impatto traffico veicolare 

Conteggio e classificazione particelle in 6 classi da 20 a 500 nm 

Sonda per il prelievo ambientale 

Accesso remoto delle misur 

e via Internet 

Sviluppato nell’ambito del progetto eur 

opeo UFIPOLNET 

www. luchsinger. i t 


43 

⊳ 


RASSEGNA 

ACQUA 

SYSTEA 

Attualmente nella maggior parte degli impianti di trattamento 

acque, ad uso civile ed industriale, le misure online sono 

limitate all’analisi dei parametri più convenzionali (pH, 

conducibilità, torbidità o solidi sospesi): l’analisi automatica 

dei composti dell’azoto e del fosforo permettono invece 

la veri ca ed il controllo in tempo reale dello stato di 

funzionamento dell’impianto, con ottimizzazione del 

processo di trattamento dei re ui e risparmio sui prodotti 

chimici utilizzati nel ciclo di trattamento stesso. 

Micromac C è una linea di analizzatori 

online prodotti dalla Systea, che permette l’analisi 

sequenziale automatica di oltre cinquanta diversi 

parametri chimici nelle acque, con possibilità di 

integrazione di più metodiche sullo stesso strumento. 

L’esclusiva tecnologia analitica brevettata denominata 

Loop Flow Analysis (LFA) permette una completa 

ed ef cace automazione del processo d’analisi, con 

l’utilizzo di un’unica pompa peristaltica ed un circuito 

idraulico molto compatto ma estremamente essibile. 

L’analizzatore online utilizza le metodiche colorimetriche 

standard utilizzate in tutti i laboratori accreditati per 

effettuare le analisi dei campioni di acqua re ua e dispone 

di una forte versatilità in termini di range operativi di 

misura, installazione ed integrazione in impianto e di 

facilità di utilizzo da parte di operatori non specializzati. 

L’analizzatore è alimentato a bassa tensione 12 Vcc e può 

quindi essere impiegato ove sia richiesto un basso consumo 

elettrico o l’utilizzo in postazioni remote non presidiate, 

senza la presenza dell’alimentazione elettrica di rete. 

La maggior parte degli analizzatori prodotti da Systea, azienda 

100% italiana, è attualmente venduta all’estero, dove i problemi 

di controllo ed ottimizzazione degli impianti di trattamento 

acque re ue sono maggiormente sentiti che nel nostro paese. 

Systea offre un supporto tecnico specializzato, volto 

a fornire un prodotto 

“chiavi in mano”, 

comprensivo di tutte 

le attività per la 

messa in servizio, 

l’addestramento 

del personale 

tecnico ed i servizi 

di assistenza 

post-vendita. 

VACON 

Vacon, industria globale di convertitori 

di frequenza, ha presentato la nuova 

famiglia d’inverter Vacon 100MM 

(installabili su motore). Progettati 

per ambienti estremamente severi, 

i nuovi inverter contribuiscono 

contemporaneamente ad un risparmio sia 

sui costi sia sullo spazio di installazione, dal 

momento che non sono richieste protezioni 

addizionali. Gli inverter Vacon 100MM sono 

disponibili per la gamma di potenza da 1,1 

a 30kW a 400V (la più estesa in questo 

settore). 

Forniti di un corpo in pressofusione e ampie 

alette di raffreddamento, Vacon 100MM 

costituisce la serie più robusta degli inverter 

dell’azienda. La protezione è classi cata 

VALCOM 

Il trasduttore della serie 85DL 

con datalogger prodotto da Valcom alimentato 

a batteria è in grado di rilevare misure di 

livello nonché di pressione relativa o assoluta, 

con campo variabile 100 mbar a 75 bar. La 

custodia del trasduttore è in acciaio inox Aisi 

316 e grado di protezione IP67. L’intervallo 

di misura/registrazione è impostabile da 1s a 

24h con capacità di immagazzinamento dati 

no ad un massimo di 95.000. L’autonomia 

di funzionamento è superiore ai 10 anni 

con intervalli di campionamento di 15 min 

e la memoria scaricabile con computer 

notebook, per cui ogni dato è associato a 

data e ora di registrazione. Appare evidente 

come uno strumento di questo tipo sia 

di enorme utilità per monitoraggi di tipo 

saltuario o dai brevi intervalli di tempo, che 

possono variare dalla settimana al mese. 

La versione remota con sensore immerso 

inoltre, trova la sua perfetta collocazione 

in applicazioni di monitoraggio ambientale, 

tra cui, in particolare, il controllo delle falde 

acquifere e il livello di dighe, bacini o laghi. 

Un controllo periodico su questo tipo di 

no a IP66 e progettata per sopportare 

forti vibrazioni, rendendo il dispositivo 

resistente alle peggiori condizioni di lavoro. 

Questi inverter non richiedono di essere 

installati in una posizione, sono intelligenti 

e essibili, disponendo anche di un sistema 

di programmazione PLC incorporato, al 

ne di soddisfare le necessità speci che di 

un particolare macchinario o applicazione. 

Aperti anche dal punto di vista della 

personalizzazione a bordo inverter con 

la possibilità di montare sezionatori, 

pulsanti, lampade, potenziometri, spine di 

collegamento ecc. 

Vacon 100MM fa parte dei cosiddetti 

inverter decentralizzati e possono essere 

installati il più vicino possibile al motore, 

nella maggior parte dei casi proprio su di 

esso o sul macchinario da esso pilotato, 

ottimizzando gli spazi intorno ai macchinari. 

variabili è indispensabile per prevenire 

frane e smottamenti, ma anche cedimenti 

sici di strutture ed infrastrutture, che sono 

fortemente condizionate dall’azione combinata 

di usura sica ed aggressione atmosferica 

ad opera di elementi inquinanti esterni, 

che ne accelerano l’invecchiamento. 

Il controllo del livello delle falde diventa 

di estrema importanza a livello di impatto 

ambientale, allorché la commistione di 

sostanze trasportate dall’acqua da un terreno 

a terreni diversi sia evento indesiderato. 

Tale isolamento viene spesso ottenuto 

con la separazione sica tra i due terreni 

che da sola però non è suf ciente. 

Con le piogge i livelli delle falde possono 

innalzarsi no a superare l’ostacolo sico 

della divisione, fungendo da veicolo di 

trasporto di componenti altrove indesiderati. Il 

monitoraggio del livello diventa quindi cruciale 

anche in questa situazione. A tale scopo le 

opere di muratura sono solitamente af ancate 

alla creazione di pozzetti che monitorano 

il livello delle falde e che, raggiunta una 

situazione di preallarme, attivano sistemi 

di sicurezza atti al ripristino del normale 

livello della falda e ad un suo riequilibrio. 

44 


⊳ 


Con questa soluzione si risparmiano anche 

sale quadri separate, lunghi cavi schermati 

per il collegamento al motore o quadri 

elettrici dedicati. 

Per questo motivo Vacon 100MM è una 

perfetta soluzione per tutte le applicazioni 

di pompaggio e trattamento acque, in 

quanto può essere installato direttamente 

a bordo pompa con funzioni dedicate al 

“multipompaggio” e “water solution”. 

Caratteristiche principali: sovraccoppie 

no a 200% della coppia nominale, 

gestione di motori asincroni e anche 

a magneti permanenti, I/O di base 

6xDI-2xAI-1xAO-2xRO-termistore, 2 

slot per schede opzionali di estensione 

I/O o comunicazione, 2 protocolli di 

comunicazione integrati: Ethernet (Modbus/ 

TCP-BACnet/IP) più RS485 (BACnet- 

N2-Modbus), Funzione di sicurezza Sto 

integrata. 

Vacon 100MM include di serie il ltro Emc 

in classe residenziale C2 e una reattanza 

per il ltraggio delle armoniche nel 

rispetto dell’ultima normativa vigente, ed è 

conforme alla direttiva RoHS 

e Weee. 

TECAM 

Le limitazioni poste dalla direttiva nitrati dell’Unione Europea 

alla percentuale di azoto spargibile nei terreni agricoli per fertirrigazione 

impongono alle ormai molte aziende del settore 

zootecnico che producono energia elettrica dai re ui animali 

e dalle biomasse, il trattamento del digestato prodotto dal 

processo di fermentazione anaerobica, soprattutto quando 

esse non abbiano a disposizione un’estensione suf ciente di 

terreni agricoli dove spargerlo. Tecam è in grado di proporre 

un impianto che offre la modalità più completa 

di trattamento dei reflui prodotti da impianti 

a biomassa. Il primo stadio del processo consiste nella 

separazione della frazione solida del digestato da quella 

liquida. La frazione solida, palabile, può essere utilizzata 

come fertilizzante ad uso vivaistico oppure, previo processo 

di essiccamento, come combustile, consentendo in tal modo 

di eliminare la frazione solida da destinare allo spargimento 

(i fumi di combustione rispetteranno le norme quanto a 

contenuto di ossidi di carbonio e di azoto e le ceneri di 

combustione, ricche in azoto, fosforo e potassio, potranno 

essere utilizzate come ammendante). La fase successiva 

VERLINDE 

Ideali per gli impianti di trattamento 

acque, i processi industriali, il trattamento 

dei fanghi ed anche in agricoltura e 

piscicoltura, le gru a braccio e a portale 

della gamma Eurostyle H2O 

sono previste per uso in atmosfera 

aggressiva, facili da trasportare e da 

manovrare da parte di una sola persona. 

Le gru a braccio e a portale della gamma sono 

realizzate con elementi di peso decisamente 

inferiore a 25 kg, considerati dalla medicina 

del lavoro il limite da non superare in caso di 

ripetute movimentazioni manuali dei carichi. 

Eurostyle Alu Gamma H2O tipo 

Vefp ed Eurostyle Galva 

Gamma H2O tipo Vefpt, 

sono gru a braccio trasportabili, la prima in 

alluminio e la seconda in acciaio zincato. Per 

quanto riguarda il modello Vefp, le portate 

variano da 300 a 500 kg. Le apparecchiature 

di sollevamento sono fornite smontate in 3 

o 4 parti ed è suf ciente una sola persona 

per montarle e spostarle agevolmente con 

l’impiego delle apposite sacche di trasporto. 

La rotazione a 360° è decisamente morbida 

grazie al perno di base montato su cuscinetto. 

Sono anche economiche grazie alle diverse 

possibilità di installazione consentite dalla 

versatile piastra di base (da montare 

come mensola a parete, da inghisare o da 

imbullonare al suolo). In ne, lo sbraccio 

della versione Alu è regolabile no a 1,5 m. 

Al ne di garantire un’ottima tenuta ed 

un’elevata resistenza agli urti, la gru a braccio 

Alu è anodizzata e rivestita con pittura 

di nitura Ral. Sono possibili due altezze 

grazie a due prolunghe di diversa lunghezza 

(fornite di serie). La gru a braccio Galva tipo 

Vefpt è dotata di un perno elettrozincato 

montato su cuscinetti a sfere lubri cati. Sono 

presenti anche maniglie tubolari ripiegabili e 

smontabili e un paranco a catena zincata a 

leva manuale per l’orientamento del braccio. 

La gamma Eurostyle H2O comprende 

anche altri modelli (Eurostyle Vep, Alu tipo 

Vgpa)e può essere integrata con il paranco 

manuale a catena per uso corrente Vhr per 

portate da 250 a 5.000 kg, o con il paranco 

elettrico a catena in esecuzione compatta 

Eurochain VL per portate da 60 a 10.000 kg. 

consiste nello strippaggio (trasferimento dalla fase liquida 

a quella gassosa) dell’ammoniaca presente nella frazione 

liquida del re uo. La soluzione di solfato (o nitrato) ammonico 

liquido così recuperata può essere commercializzata come 

fertilizzante liquido oppure resa ancora più collocabile sul 

mercato trasformandola in solfato ammonico cristallino 

mediante un processo di evaporazione. La frazione liquida 

uscita dallo strippaggio, ricca di carbonio organico, sali e 

sostanze nutrienti, prima di essere destinata allo spandimento 

dovrà essere ulteriormente concentrata attraverso un 

processo di ultra ltrazione/nano- ltrazione, che permetterà il 

recupero della frazione carbonica ricca di azoto organico, che, 

aggiunta ai re ui nell’impianto di digestione, può aumentare la 

produzione di biogas. Il digestato liquido uscente dal processo 

di ultra ltrazione/nano- ltrazione potrà essere impiegato in 

agricoltura come base per la formulazione di fertilizzanti. 

Tra i vantaggi di questo impianto (che è realizzabile anche 

in singoli moduli in base alle esigenze) vi sono la riduzione 

anche no al 100% delle super ci agricole per lo spargimento 

del digestato, l’ottimizzazione dei costi di gestione grazie 

al riutilizzo dei materiali in uscita per la produzione di 

fertilizzanti o di energia elettrica, il basso impatto ambientale, 

l’occupazione di spazi ridotti e la possibilità di supervisionarne 

il funzionamento da una qualsiasi stanza dell’azienda. 


45 

⊳ 


SOLUZIONI 

ANALITICHE 

RICERCA DI SALMONELLA 

IN AMBIENTE IDRICO 

I VANTAGGI DELLA PCR REAL TIME 

La ricerca del batterio Salmonella in ambiente idrico normalmente 

avviene mediante metodi microbiologici tradizionali estremamente 

lunghi ed indaginosi. Per ottimizzare i tempi di risposta e ridurre 

le fasi operative, il Settore Biologico dei Laboratori del gruppo Hera 

ha introdotto la tecnica della Polymerase Chain Reaction (PCR). 

Lo studio di questo metodo dimostra l’elevata sensibilità e specificità 

di questa tecnica. 

Elisa Cavallari, Laura de Lellis, Eva Balzani, Isotta Lorenzi, Gian Piero Stefanelli* 

Il Settore Biologico dei Laboratori del gruppo Hera (Holding Energia 

Risorse Ambiente) effettua controlli microbiologici sulla qualità 

delle acque nelle diverse fasi del servizio idrico integrato. Tra questi 

controlli, particolare rilevanza ha la ricerca di Salmonella, in quanto 

nell’ambiente idrico la sua presenza è indice di contaminazione fecale. 

Il genere Salmonella (famiglia Enterobacteriaceae) comprende 

diversi microrganismi aerobi e anaerobi facoltativi, gram-negativi, C8- 

esterasi positivi, non fermentanti il lattosio; include specie patogene 

per l’uomo, in grado di provocare infezioni con sintomi anche molto 

gravi come la febbre tifoide. La trasmissione di questi patogeni all’uomo 

avviene tramite acqua e alimenti contaminati. 

Le caratteristiche di qualità dell’acqua superciale destinata alla produzione 

di acqua potabile sono denite nella tabella 1/A dell’allegato 

2 del Decreto Legislativo 258/2000: “Disposizioni correttive e integrative 

del decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152, in materia di tutela 

delle acque dall’inquinamento, a norma dell’articolo 1, comma 4, della 

legge 24 aprile 1998, n. 128”. L’indicazione guida prevede l’assenza 

di Salmonella spp. in 5.000 ml per le acque di categoria A1, sottoposte 

al trattamento sico semplice ed alla disinfezione, nonché l’assenza 

della stessa in 1.000 ml per le acque di categoria A2, sottoposte al 

trattamento sico e chimico normale ed alla disinfezione. 

L’assenza di Salmonella è anche il valore limite ssato per le acque 

*Laboratorio Unità Bologna 

Settore Ciclo Idrico, Hera Spa, Sasso Marconi (BO) 

reue nel Decreto Ministeriale 185/2003 che stabilisce i requisiti delle 

acque depurate destinate al riutilizzo: “Regolamento recante norme 

tecniche per il riutilizzo delle acque reue in attuazione dell’articolo 

26, comma 2, del decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152”. 

Per quanto riguarda le acque potabili, la ricerca di enterobatteri patogeni, 

che comprendono la Salmonella, viene considerata supplementare 

nell’avvertenza del Decreto Legislativo n.31/2001 “Attuazione 

della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al 

consumo umano”. La Salmonella deve essere costantemente assente 

in 1.000 ml. Il Settore Biologico dei Laboratori Hera ha utilizzato per 

anni i metodi microbiologici tradizionali di riferimento per la determinazione 

della Salmonella: il metodo Iss A 011A - Rapporti Istisan 07/5 

per le acque potabili [1] e il metodo Apat Irsa Cnr 7080 per le acque 

reue e super ciali [2]. Tali metodi sono estremamente lunghi ed indaginosi: 

prevedono un prearricchimento seguito da un arricchimento 

selettivo, un isolamento e l’identicazione biochimica e/o sierologica 

delle colonie sospette. L’esito di positività per Salmonella richiede 

quindi complessivamente 6 -7 giorni. Il “tempo-uomo” risulta essere 

rilevante ed inoltre, prevedendo l’analisi un impegno continuativo, vi è 

un coinvolgimento di personale tecnico anche durante i giorni festivi. 

Da qui è nata l’esigenza di valutare un metodo alternativo af dabile, 

rapido, sensibile e di semplice impiego, con un minore dispendio di 

risorse umane. Tra i metodi alternativi biomolecolari, basati sullo studio 

di speciche sequenze geniche dell’agente patogeno da ricercare, 

ci si è orientati verso la tecnica della Polymerase Chain Reaction 

46 n.1 marzo 2011 

⊳ 


(PCR), già applicata in campo alimentare 

[3], per l’elevata sensibilità e specicità, 

rapidità e possibilità di automazione. Le 

fasi di arricchimento, estrazione ed ampli 

cazione del DNA previste da tale metodo, 

necessitano di un tempo complessivo 

di due giorni per ottenere il risultato 

nale e di un minore impegno da parte 

degli operatori. La PCR è una reazione 

enzimatica di ampli cazione in vitro di un 

segmento di DNA ottenuta tramite una 

Taq polimerasi a partire da una coppia 

di primers speci ci, sequenze di DNA a 

singolo lamento necessari per l’innesco 

della reazione. Questa tecnica permette 

di ampli care un frammento di DNA del 

microrganismo target, cioè di crearne in 

vitro un numero elevato di copie (no a 

milioni) rendendo così possibile la rilevazione 

del patogeno in modo assolutamente 

speci co. In particolare, la PCR 

Real Time adottata dal laboratorio Hera, 

permette di ampli care le sequenze di 

DNA seguendo in tempo reale la formazione 

del prodotto di amplicazione. Nel 

sistema, completamente automatizzato, 

la rilevazione dei frammenti di DNA ampli 

cati avviene mediante la registrazione 

dell’emissione di uorescenza generata 

durante la reazione di amplicazione, 

grazie all’ibridazione di sonde altamente 

speci che (molecular beacons), marcate 

con uorofori (reporter), cioè legate a molecole 

uorescenti (Figura 1 [4]). I molecular 

beacons hanno struttura “a forcina”, composta da un’ansa (loop) 

e da un tratto a doppia elica (stem); nel momento in cui si appaiano 

alla sequenza complementare, si aprono ed emettono il segnale di 

uorescenza, dato dall’allontanamento del uoroforo dal suo inibitore 

(quencher), permettendo così di seguire istante per istante l’individuazione 

del patogeno. Il sistema adottato utilizza quindi due livelli di 

speci cità, primers classici e beacons, offrendo un sistema unico di 

rilevazione estremamente sensibile. 

Figura 1 - Ibridazione della sonda “molecular beacon”. 

Materiale e metodi 

I principi del protocollo di validazione per la scelta di un nuovo metodo 

si possono basare (Uni Cei En Iso/Iec 17025:2005 [5]) sullo studio 

comparativo tra metodo alternativo e metodo di riferimento, realizzato 

all’interno del laboratorio e/o attraverso studi interlaboratorio. Nel 

laboratorio Hera sono stati sottoposti a confronto il metodo colturale 

tradizionale per la ricerca di Salmonella ed il metodo PCR Real Time 

che utilizza il termociclatore Stratagene Mx3005P e il kit “Adiafood 

Rapid-Pathogen Detection system for Salmonella” di Aes Chemunex 

(Figura 2). 

Figura 2 - Termociclatore e PC con software integrato. 

Metodo tradizionale di riferimento 

Prearricchimento: consiste nell’arricchimento di 100 o 1.000 ml del 

campione, a seconda delle normativa di riferimento, in Buffered Peptone 

Water (Bpw) per 18-24 ore a 36±1°C, dopo ltrazione su membrana 

sterile. 

Arricchimento selettivo: trasferimento di un’aliquota del brodo di prearricchimento 

in brodo selettivo Rappaport Vassiliadis (RV) e incubazione 

per 24+24 ore a 42±1°C. 

Isolamento e identicazione: dal brodo RV si effettuano due subculture 

successive per strisci multipli su terreno di isolamento Hektoen 

Enteric Agar (HEA); la prima dopo 24±2 ore di incubazione, la seconda 

dopo 48±2 ore di incubazione; le piastre di isolamento vanno 

poi incubate per 24 ore a 36±1°C. In caso di colonie presuntive di 

Salmonella, verdi con o senza centro nero, si effettua la prova della 

citocromo ossidasi, della C8 esterasi e la successiva identi cazione 

biochimica con sistemi miniaturizzati. 

Metodo alternativo con PCR Real Time 

Prearricchimento: analogo alla fase tradizionale. 

Estrazione del DNA: per ogni campione si sottopongono ad estrazione 

due aliquote da 10 l di Bpw nella piastra da 96 pozzetti in 90 l 

della “miscela di estrazione” del kit. La reazione di estrazione, della 

durata di 20 minuti, avviene nel termociclatore Stratagene Mx3005P 

e prevede una prima fase di 10 minuti a 40°C e una seconda fase di 

5 minuti a 95°C. Al termine si effettua una centrifugazione di 5 minuti 

a 1.800 rpm. 

Ampli cazione e Rilevazione (Detection): 10 l di ogni aliquota del 

DNA estratto sono inseriti nelle “strips Flexiwell” fornite dal kit, ricostituite 

con 15 l di “miscela per detection” contenente Taq polimerasi, 

nucleotidi e tampone di reazione. Ogni campione viene processato in 


47 

⊳ 


SOLUZIONI 

ANALITICHE 

doppio sia nella piastra di estrazione sia nella strip di detection: nel 

primo pozzetto sono presenti primers e sonda (molecular beacon) 

speci ci per il patogeno, mentre nel secondo pozzetto avviene il controllo 

dell’eventuale inibizione di reazione (sono assenti i primers e la 

sonda speci ci del patogeno). Per ogni ciclo di analisi vengono inseriti 

6 controlli di reazione forniti dal kit, costituiti da 3 controlli negativi (per 

escludere contaminazioni), 2 controlli positivi (per vericare l’avvenuta 

ampli cazione del DNA) ed 1 controllo di inibizione (per vericare 

inibizioni dovute ad effetto matrice). Le strips, chiuse con gli specici 

tappi ottici, vengono agitate prima manualmente, poi col vortex per 

1 minuto, centrifugate per 1 minuto a 1.800 rpm ed inserite nel termociclatore 

per 1 ora e 30 minuti. Le condizioni di reazione sono: 1 

ciclo di attivazione di 15 minuti a 95°C e 40 cicli di denaturazione (15 

secondi a 94°C), appaiamento (30 secondi a 55°C) ed estensione (15 

secondi a 72°C). Al termine, a video, viene evidenziata la piastra con 

i risultati. Se la reazione è avvenuta correttamente, i controlli risultano 

evidenziati in verde. I campioni negativi vengono evidenziati in verde 

mentre in rosso sono segnalati i campioni positivi ed in giallo gli eventuali 

campioni non amplicati o dubbi, sui quali è necessario effettuare 

ulteriori valutazioni (ripetizione dell’analisi ecc). Secondo la specica 

del fornitore, il kit utilizzato permette l’amplicazione e quindi il rilevamento 

di 166 ceppi di Salmonella. È interessante notare che, nel 

caso in cui non sia possibile effettuare subito l’estrazione del DNA dai 

campioni, aliquote di brodo arricchito possono essere mantenute in 

frigo per una settimana. Anche i DNA estratti, se non immediatamente 

amplicati, possono essere mantenuti in frigo per una settimana. 

Risultati 

Lo studio condotto dal Settore Biologico del Laboratorio Hera per la 

validazione del metodo alternativo con tecnica PCR Real Time ha 

previsto la valutazione di: sensibilità, specicità, limite minimo di rilevazione 

(detection), corrispondenza dei risultati con il metodo di riferimento, 

partecipazione a circuiti interlaboratorio. 

Sensibilità e speci cità 

La valutazione della tecnica PCR è iniziata con la verica della corretta 

attribuzione all’esatto gruppo di appartenenza di campioni positivi e 

negativi secondo quanto descritto nella Iso/Tr 13843 [6]. 

La sensibilità (frazione del numero totale di campioni positivi attribuiti 

in modo corretto al gruppo di appartenenza) è stata determinata analizzando 

campioni arti ciali preparati in laboratorio mediante l’impiego 

di ceppi noti di Salmonella, provenienti da circuiti interlaboratorio o 

dall’American Type Culture Collection (Atcc), elencati in Tabella 1A. 

La speci cità (frazione del numero totale di campioni negativi attribuiti 

in modo corretto) è stata valutata amplicando il DNA estratto da ceppi 

noti non bersaglio (Tabella 1B). Le prove eseguite hanno evidenziato 

come la tecnica ed il kit utilizzati siano estremamente sensibili 

e speci ci: non si sono presentati casi di falsi positivi o falsi negativi, 

neppure in presenza di microrganismi afni a Salmonella. 

Prove di recupero e limite di rilevazione 

Prove con coltura pura - Sono state effettuate diluizioni scalari del 

ceppo Atcc 14028 di Salmonella typhimurium in brodo Brain Hearth 

Infusion (Bhi) in modo da ottenere soluzioni contenenti valori teorici 

da 100 a 0,01 Unità Formanti Colonia (UFC)/10 l: si è ottenuta 

A 

Ceppo batterico Provenienza Risultato PCR 

Salmonella typhimurium Atcc 14028 Collezione Hera Presente 

Salmonella typhimurium Atcc 14028 a titolo noto 

Salmonella oranienburg 

Prova interlab. Lgc 

Salmonella infantis 

Afnor 

Salmonella abony 

Prova interlab. Senate 

Salmonella nottingham 

Prova interlab. Unichim 

B 

Ceppo batterico Provenienza Risultato PCR 

Enterococcus faecalis Atcc 29212 Collezione Hera Assente 

Escherichia coli Atcc 25922 

Sta lococcus aureus Atcc 25923 

Escherichia coli Prova interlab. Unichim 4 

Klebsiella pneumoniae 

Escherichia coli Atcc 13706 

Collezione Hera 

Pseudomonas aeruginosa Atcc 27853 

Escherichia coli 

Senate 

Escherichia coli Prova interlab. Senate 04 

Escherichia coli Nctc 9001 Prova interlab. Unichim 5 

Prove con coltura pura 

Prove con campioni 

articiali 

Valore nominale (UFC) 

Tabella 1 - Controlli di qualità con ceppi certicati. 

Prove di recupero 

Tradizionale YEA 

(UFC) 

Tradizionale HEA 

(UFC) 

un segnale positivo in PCR no alla concentrazione di 0,1 UFC. Si 

è proceduto quindi ad eseguire un’altra serie di prove per veri care 

il recupero nell’intervallo da 1 a 0,1 UFC (teorico), comparando 

il metodo tradizionale con la PCR real time. Sono state analizzate 

in PCR 4 repliche della soluzione contenete 1 UFC, 7 repliche della 

soluzione contenente 0,5 UFC e 4 repliche di quella contenente 0,1 

UFC. Contemporaneamente sono stati eseguiti strisci multipli delle 3 

soluzioni su terreno nutritivo non selettivo Yeast Extract Agar (YEA) e 

su terreno selettivo Hektoen Enteric Agar (HEA). Come si può vedere 

in Tabella 2, con la PCR alla concentrazione teorica di 0,1 UFC si è 

ottenuta una positività nel 75% dei casi mentre in YEA solo nel 25% 

dei casi e in HEA, più selettivo, nello 0% dei casi. Alle concentrazioni 

di 1 e 0,5 UFC/10 l la PCR Real Time ha dato il 100% di positività al 

contrario degli altri metodi. Le prove eseguite hanno quindi evidenziato 

come la tecnica alternativa utilizzata sia molto sensibile: il segnale 

PCR 

1 1 0 Presente 

1 1 0 

1 1 0 

1 1 1 

0,5 0 0 Presente 

0,5 0 0 

0,5 0 0 

0,5 0 0 

0,5 0 0 

0,5 0 0 

0,5 0 0 

0,1 0 0 Presente 

0,1 1 0 

0,1 0 0 

0,1 0 0 Assente 

0,5 UFC/100 ml 0 0 Presente 

0,1 UFC/100 ml 0 0 Assente 



Tabella 2 – Prove di recupero con colture pure e campioni articiali. 

48 n.1 marzo 2011 

⊳ 


Limite di rivelazione: acqua sterile contaminata con ceppo certicato di Salmonella typhimurium 

Valore 

nominale 

N° Repliche 

N° Risultati positivi 

PCR 

N° Risultati negativi 

PCR 

di ampli cazione si avvicina al limite teorico di 0,1 UFC. Un’ulteriore 

prova con dieci repliche di un campione di acqua sterile contaminata 

con 0,5 e 0,1 UFC di ceppo certicato, ha confermato che il limite di 

rilevazione (95% di repliche positive) si attesta tra queste due concentrazioni 

(Tabella 3). 

Prove con campioni articiali - Per valutare anche l’effetto matrice 

le prove sono state eseguite utilizzando campioni articiali costituiti 

da 100 ml di acqua superciale, risultata negativa con la tecnica tradizionale 

e la tecnica PCR, contaminata con il ceppo Atcc 14028 di 

Salmonella typhimurium; si è operato in modo da avere bassi livelli 

Note 

0,5 10 10 0 Campioni positivi = 100% 


Limite di rivelazione: Matrice super ciale contaminata con ceppo certi cato 

di Salmonella typhimurium 

Valore 

N° Risultati positivi N° Risultati negativi 

N° Repliche 

nominale 

PCR 

PCR 

Note 



Tabella 3 - Limiti di rilevazione. 

Confronto metodi: metodo di riferimento tradizionale con HEA (Apat Irsa Cnr 7080) vs PCR - RT 

N°campioni Matrice campione Metodo tradizionale HEA PCR-Rt 

1 Acqua potabile Assente Assente 

2 Assente Assente 




6 Acqua naturale profonda Assente Assente 



9 Acqua naturale super ciale Presente Presente 

10 Presente Presente 





15 Assente Presente 







22 Re ua Presente Presente 
















Tabella 4 - Confronto tra il metodo tradizionale con isolamento 

in HEA e PCR Real Time. 

di contaminazione (numero teorico compreso tra 0,01 e 0,5 UFC/100 

ml). Al termine dell’arricchimento un‘aliquota del brodo è stata prelevata 

per l’analisi con PCR Real Time e un’altra aliquota è stata utilizzata 

per l’analisi tradizionale, eseguita utilizzando per l’isolamento 

sia il terreno nutritivo non selettivo YEA che il terreno selettivo HEA. 

I risultati ottenuti indicano che solo la PCR rileva la presenza di Salmonella 

alla concentrazione teorica di 0,5 UFC (Tabella 2). Anche nel 

caso di campioni articiali è stata effettuata l’analisi con la tecnica 

PCR di venti repliche a diverse concentrazioni (0,5 e 0,1 UFC) e si 

è potuto rilevare che il limite di rilevazione (95% repliche positive) si 

attesta tra queste due concentrazioni (Tabella 3). 

Corrispondenza tra metodo tradizionale e PCR 

Sono stati analizzati in parallelo 37 campioni di varie matrici (acque 

super ciali, potabili, profonde e reue) per confrontare il metodo PCR 

in esame con il metodo classico comunemente impiegato per il rilevamento 

di Salmonella nelle acque. 

Come si può osservare in Tabella 4, si è ottenuta corrispondenza tra 

tecnica tradizionale e PCR nel 89% dei campioni; nel restante 11% 

(4 campioni) si sono ottenuti risultati positivi con PCR e negativi col 

metodo tradizionale, a conferma del maggior recupero della PCR, già 

evidenziato con le prove precedentemente descritte. 

Prove interlaboratorio 

La Uni Cei En Iso/Iec 17025:2005 [5], p 5.4.5, comprende i confronti 

interlaboratorio tra le tecniche utilizzate per la determinazione delle 

prestazioni di un metodo ai ni della validazione. 

La partecipazione ai cicli di Prove interlaboratorio “Agenti microbiologici 

nelle acque di scarico” gestite da Unichim, “Quality in Water 

Analysis scheme” gestite da Lgc e “Senate Water Microbiology scheme” 

gestite da Did ha prodotto risultati pienamente soddisfacenti (Tabella 

5). 

Conferma colturale dei campioni positivi in PCR 

Tutti i brodi di prearricchimento derivati da campioni reali risultati positivi 

con PCR Real Time (no ad oggi 38 campioni) sono stati isolati 

per conferma su terreno selettivo agarizzato (HEA) e le colonie sospette 

sono state confermate dalla presenza di C8 esterasi tramite 

reattivo al 4-metil umbelliferil caprilato. Con queste prove di conferma 

riguardanti 6 campioni di acqua naturale-profonda, 23 campioni di 

acqua superciale e 9 re ui di depurazione, si è ottenuta una corrispondenza 

del risultato nel 100% dei casi. 

Conclusioni 

Oltre a dare ottimi risultati, la tecnica di PCR Real Time, utilizzando 

il kit “Adiafood Rapid-Pathogen Detection system for Salmonella” di 

Aes Chemunex e il termociclatore Stratagene Mx3005P, ha consentito 

di disporre dell’esito dell’analisi di campioni di acqua di diverse provenienze 

(superciali, potabili, profonde, reue) con notevole anticipo 

rispetto alla metodica tradizionale. Ricordiamo infatti che quest’ultimo 

necessita per la risposta di 4 giorni nel caso di assenza di Salmonella 

e di 6-7 giorni lavorativi in caso di campioni con esito positivo; sono 

necessari inoltre test di conferma che richiedono terreni selettivi e test 

biochimici e/o sierologici, con fasi a cadenza giornaliera. 

Tali operazioni di conferma non sono necessarie nel caso dell’impie- 


49 

⊳ 


SOLUZIONI 

ANALITICHE 

Prove interlaboratorio 

Campione Data PCR Risultato atteso 

Unichim refl ue A5 mar-10 Assente Assente 

Unichim refl ue A6 mar-10 Assente Assente 

Lgc refl ue-superfi ciali mar-10 Presente Presente 

Senate potabili W1-04-64 ott-10 Presente Presente 

Senate potabili W1-04-65 ott-10 Presente Presente 

Senate potabili W1-04-66 ott-10 Assente Assente 

Unichim refl ue Mias 5A ott-10 Assente Assente 

Unichim refl ue Mias 5B ott-10 Presente Presente 

Tabella 5 - Esiti prove interlaboratorio. 

go di questo metodo biomolecolare, grazie all’elevata specifi cità di 

primers e molecular beacons. 

Il kit si è rivelato di semplice utilizzo, grazie anche alle pratiche strips, 

e risulta pertanto adatto ad un impiego routinario in laboratorio. Nonostante 

ciò il personale deve essere qualificato e opportunamente formato. 

In conclusione si può affermare che il metodo di PCR Real Time 

per la ricerca di Salmonella spp. in campioni di acqua risulta essere 

una valida alternativa al metodo tradizionale, per considerazioni di 

carattere strettamente tecnico e per una serie di valutazioni pratiche 

indispensabili per stabilire l’applicabilità di un metodo di laboratorio. 

I benefi ci derivanti dall’utilizzo di questa tecnica analitica sono riassunti 

qui di seguito. 

- Accuratezza: elevata specificità e sensibilità, con livelli di rilevazione 

migliori di quelli del metodo di riferimento. 

- Rapidità nell’ottenimento del risultato (meno di tre ore dopo il prearricchimento) 

con la quasi completa eliminazione della preparazione 

dei terreni di coltura e delle prove di conferma. 

- Facilità d’uso: kit di analisi completi, software semplice, fasi di estrazione 

e cicli di amplifi cazione visualizzabili a video, risultati che non 

necessitano di interpretazioni soggettive. 

- Migliore gestione dei campioni, vista la possibilità di conservare i 

brodi e i DNA estratti in frigo per una settimana; questo fattore permette 

di riunire molti campioni in una sola piastra di analisi, riducendo 

ulteriormente i “tempi-uomo”. 

- Migliore tracciabilità dei dati grazie all’archivio informatico di tutte le 

fasi analitiche. 

- Costi per campione equivalenti a quelli dell’analisi tradizionale. 

BIBLIOGRAFIA 

[1] Rapporti Istisan 07/5 Metodi analitici di riferimento per le acque 

destinate al consumo umano ai sensi del DL. vo 31/2001. Metodi 

microbiologici. 

[2] Manuale Apat Irsa Cnr 29/2003 Metodi analitici per le acque, Vol.3. 

[3] Aoac Certificate of Performance TestedSM Status No. 070402 - 

Adiafood Rapid Pathogen Detection System for Salmonella. 

[4] www.sigmaaldrich.com/life-science/custom-oligos/DNA-probes/ 

product-lines/molecular-beacons.html. 

[5] Uni Cei En Iso/Iec 17025:2005 Requisiti generali per la competenza 

dei laboratori di prova e di taratura. 

[6] Iso/Tr 13843: 2000 Guida alla valutazione dei metodi microbiologici. 

⊳ 


⊳ 


⊳ 


FOCUS 

SOLARE 

Thin lm 

Avanti tutta? 

www.oerlikon.com 

La sda dei prossimi anni per imporsi 

sul mercato delle celle a lm sottile si giocherà 

sul prezzo, l’efcienza e la scelta 

della tecnologia migliore. Non è detto, però, 

che la rapidità con cui si conquista 

il mercato sia un’arma vincente. 

La storia della lepre e della tartaruga 

ha qualcosa da insegnare anche ai 

produttori dell’ industria fotovoltaica. 


Il fotovoltaico per la 

produzione elettrica su 

vasta scala è un settore 

industriale che si è 

sviluppato nell’ultimo 

decennio: partendo dalle 

celle fotovoltaiche a 

silicio cristallino (mono o 

policristallino) si è arrivati 

alle attuali celle a lm sottile 

che sono entrate in una fase 

industriale solo negli ultimi 

anni. La ricerca è impegnata 

su diversi fronti ma in primis 

sull’aumento dell’ef cienza 

di conversione e sulla 

diminuzione del costo della 

cella: si va quindi verso 

materiali plastici (polimerici) 

e verso tecnologie di 

chimica organica, con 

risultati buoni in laboratorio 

ma ancora in parte in attesa 

di industrializzazione. 

Oltre alla ricerca il settore 

industriale è ancora 

giovane e immaturo: alcune 

grandi aziende lottano 


53 

⊳ 


FOCUS 

per la supremazia tecnica 

e devono fare i conti con le 

esigenze di un mercato in 

rapida evoluzione e con il 

rapido evolversi tecnologico 

del settore. Il fotovoltaico 

basato su celle semplici 

con silicio monocristallino 

e policristallino sembra 

essere arrivato alla maturità 

tecnologica: il che signi ca 

che si attendono ulteriori 

incrementi di ef cienza e 

nuovi sviluppi industriali (cioè 

nuovi impianti di produzione 

per soddisfare la domanda 

crescente) per abbassare 

i costi di produzione. La 

diminuzione dei prezzi è 

prevista da un 1,30 $/W nel 

2010 a 0,93$/W nel 2015 con 

un aumento di resa dal 14% 

al 16% nel 2015. 

Ormai per le celle si parla 

di diminuzione di costo per 

Watt nei prossimi anni e sarà 

una competizione continua 

tra le diverse tecnologie 

per conquistare posizioni 

di mercato. Gli esperti 

prevedono, sostanzialmente, 

tre tecnologie in questo 

decennio: il lm sottile, cioè 

celle polimeriche a basso 

costo; le tecnologie Cpv, cioè 

a concentrazione della luce 

su una cella molto ef ciente 

con inseguitori solari e, 

nel medio termine, celle 

organiche, cioè prodotte con 

tecniche di chimica organica 

di sintesi che sostituiscano i 

semiconduttori metallici. 

Concentrando l’attenzione 

sul lm sottile troviamo due 

tecnologie sostanzialmente 

in fase di rapido sviluppo: 

le celle a tellurio di cadmio 

(TeCd) poco ef cienti ma 

anche molto economiche con 

una previsione di 0,15 $/W nel 

2015 e le Cigs (Diseleniuro 

di indio rame gallio) che 

hanno rosee previsione di 

diminuzione del prezzo: da 

1,69 a 0,76 $/W nel 2015 e 

con un’ef cienza del 14%. 

Il caso AM 

Tuttavia non è con le 

previsioni di ef cienza che 

si costruisce un mercato 

solido e sviluppato; oltre alle 

necessarie fasi di sviluppo in 

laboratorio occorre che siano 

costruite e testate le macchine 

per produrre i pannelli e 

che la materia prima non 

subisca le oscillazioni del 

mercato con problemi di 

approvvigionamento oppure 

di prezzo. 

A titolo di esempio guardiamo 

al caso della Applied 

Materials (AM), un colosso 

nella produzione di macchine 

per la produzione di wafer 

al silicio per l’industria dei 

semiconduttori che aveva 

creato una divisione solare 

forte dei 10 miliardi di dollari 

di fatturato annuo. La AM 

era riuscita a creare impianti 

per la produzione di chip 

che avevano abbassato il 

costo medio di produzione 

rendendo possibile l’apertura 

di nuovi impianti e di superare 

il collo di bottiglia della ridotta 

capacità produttiva di AMD e 

Intel. Se l’industria dei chip ha 

un giro d’affari intorno ai 300 

miliardi di dollari, quella dei 

display e schermi piatti vale 

circa un terzo (100 G$) e AM 

era presente anche in questo 

comparto con i suoi impianti 

per la produzione di schermi 

LCD. A ne 2007 la AM, forte 

del suo fatturato miliardario 

e dell’esperienza nel settore 

del silicio aveva creato una 

divisione per l’energia solare 

che aveva sviluppato un 

impianto per la produzione di 

pannelli a lm sottile “chiavi 

in mano”. Praticamente la AM 

era in grado di vendere un 

impianto per la produzione di 

pannelli come si fa per una 

macchina per la pasta. 

Il vantaggio della tecnologia 

thin lm era che si potevano 

costruire pannelli 4 volte più 

grandi e l’impianto AM era in 

grado di garantire economie 

di scala che avrebbero 

ulteriormente abbassato 

i costi di produzione, 

esattamente come era già 

avvenuto per le linee di 

produzione degli schermi 

LCD. Il nome dell’impianto 

industriale era “SunFab” ed 

ebbe un grande successo 

presso gli investitori che 

volevano diventare in un 

colpo solo produttori di celle 

fotovoltaiche acquistando il 

pacchetto di fabbrica “tutto 

incluso”. La sezione solare 

di AM cominciò a crescere in 

fatturato di 200M$ all’anno 

(200M$ nel 2006, 400M$ 

nel 2007, 600M$ nel 2008) 

e in soli tre anni aveva 

raggiunto 1,5 miliardi di 

dollari di ordini diventando, 

de facto, il primo venditore di 

strumentazione per il settore 

solare fotovoltaico. Sembra 

una storia di successo, ma 

nel lasso di tempo di soli 

18 mesi è accaduto che la 

AM ha dismesso la sezione 

solare e la produzione 

della SunFab. Quello che 

è accaduto è esplicativo di 

Produttori di lm sottile 

First Solar, il primo produttore mondiale di celle a film 

sottile nel 2009, ha una previsione di capacità produttiva di 

2,7 GW/anno nel 2012. Produce celle con tecnologia CdTe 

(Cadmio Tellurio) ed ha un fatturato di 2 miliardi di dollari. 

Sharp Solar era il terzo produttore nel 2009 più 

specializzato nel settore cristallino ma ha una 

fabbrica da 320 MW/anno di silicone amorfo (430 

MW/anno invece di impianti per il cristallino). 

Energy Conversion Devices produce pannelli di silicio 

amorfo con il brand Uni-Solar. Ha un fatturato annuale di 

300 M$ ed ha recentemente annunciato un nuovo impianto 

per il film sottile da 250MW/anno da costruire in Messico. 

Oerlikon Solar, il diretto concorrente di Applied 

Materials, con la sua ThinFab si candida ad essere 

il numero uno mondiale per gli impianti di film 

sottile. Il fatturato 2009 era di 2,8 miliardi di franchi 

svizzeri (la società ha sede a St. Gallen). 

Solar Frontier la sussidiaria della compagnia 

giapponese Showa Shell Sekiyu pioniera nello studio 

delle celle Cigs (nel 1993 il primo brevetto) con un 

contratto quadro con General Electric per le celle e 

una previsione di 1GW di celle prodotte nel 2011. 

54 n.1 marzo 2011 

⊳ 


SOLARE 

come un’industria dominante 

in un settore non riesca a 

entrare in un settore nuovo e 

ad elevata innovazione come 

quello fotovoltaico. 

Cosa è accaduto in pochi 

mesi per ridurre la AM a 

ridimensionare tutta la 

sezione solare? 

Una serie di concause e di 

valutazioni sbagliate, come 

di solito accade. Anzitutto la 

crescita di AM, che sembrava 

poter essere condotta in 

modo graduale aprendo in 

sequenza quattro diversi 

impianti di grande taglia 

(Moser Baer in India, Signet 

Solar e SunFilm in Germania 

e T-Solar in Spagna) si è 

rivelata errata in quanto, per 

una serie di concause, la 

costruzione e l’avviamento 

degli impianti è risultato quasi 

contemporaneo con problemi 

di project management 

non indifferenti per la AM. 

Poi i clienti erano in parte 

industriali non avvezzi alla 

complessità di un impianto 

industriale fotovoltaico, 

ingenuamente pensavano che 

davvero la SunFab avrebbe 

prodotto pannelli come la 

macchina per la pasta fa i 

tortellini. Invece impianti di 

questa portata hanno bisogno 

di numerosi test e periodi di 

avviamento. In ne due dei 

clienti sono niti in bancarotta 

non potendo pagare quanto 

costruito. 

Chi va piano… 

Il confronto con la Oerlikon 

Solar viene spontaneo, la 

concorrente per la fornitura di 

impianti per il lm sottile con 

la sua ThinFab. Nello stesso 

tempo in cui la AM faceva 

passi da gigante (più lunghi 

della gamba, si direbbe, con 

il senno di poi), la Oerlikon 

sceglieva i clienti preferendo 

quelli con già background 

tecnologico, esperienza 

con impianti complessi ed 

una solida base nanziaria 

e inoltre aveva una politica 

di piccoli passi. Quindi nel 

periodo di evoluzione e 

nascita dell’industrializzazione 

del lm sottile l’impianto 

SunFab di AM pur garantendo 

ottimi prodotti costava il 30% 

in più di altre fabbriche, in 

primis quelle di celle a silicio 

cristallino: nei medesimi anni, 

infatti, Sharp, Suntech ed 

altri hanno installato nuovi 

impianti di produzione che 

hanno abbassato lo spread 

di guadagno del lm sottile 

erodendo ulteriormente 

i margini di AM. In ne le 

previsioni di crescita di AM si 

sono mostrate errate. Infatti 

il modello di business era 

mutuato dalla esperienza nel 

settore LCD, dove la crescita 

della dimensione dei monitor 

era stata accompagnata 

dalla diminuzione del prezzo 

grazie alle economie di scala 

ed alla domanda di pannelli 

(schermi) di dimensioni 

maggiori. Tuttavia nel settore 

fotovoltaico non accade 

la stessa cosa: la SunFab 

produceva pannelli 4 volte 

più grandi del normale 

puntando al mercato delle 

grandi centrali solari delle 

utility; purtroppo un pannello 

grande è più dif cile da 

manovrare e ci sono pochi 

produttori di macchine in 

grado di maneggiarlo e 

installarlo; il vetro è più fragile 

e più soggetto a rottura, 

come è accaduto alle prime 

produzioni di pannelli SunFab. 

Lo stop agli incentivi del 

mercato spagnolo (41% 

del mercato nel 2008) e la 

bancarotta di SunFilm e 

SignetSolar hanno fatto il 

resto ridimensionando la AM 

che nel maggio 2010 era 

in passivo di 184 M$ nella 

sezione solare. Alla ne del 

2010 la SunFab è andata 

in pensione, cioè la AM ha 

deciso di non vendere più 

impianti chiavi in mano ma 

solo tecnologie per l’industria 

fotovoltaica. L’Applied 

Material dopo essere stata 

ai vertici delle soluzioni per 

il lm sottile si trova fuori 

dal mercato mentre il suo 

principale competitor ne è ora 

leader. In ogni caso la AM 

continua a proporre soluzioni 

per il fotovoltaico tradizionale 

amorfo e policristallino. 

La lezione data dal mercato 

alla AM è più sottile di quanto 

si possa pensare: non sono 

solo le scelte sbagliate di 

clienti impreparati o di tempi 

per l’avviamento dei diversi 

impianti, quanto, anche, la 

valutazione di un mercato 

in cui la supply chain non 

è ancora adeguatamente 

sviluppata ed è in grado di 

condizionare fortemente 

anche gli investimenti più 

grandi. Sempli cando, 

per produrre chiodi super 

resistenti bisogna poi avere 

chi produce il martello in 

grado di piantarli e avere 

clienti disposti a pagare per 

avere chiodi migliori. 

Bibliograa 

40 MW a Brandis, Germania 

www.appliedmaterials.com 

www.rstsolar.com 

www.oerlikon.com 

www.luxresearchinc.com 


55 

⊳ 


INTERVISTA 

CELLE 

FOTOVOLTAICHE 

PIÙ EFFICIENTI 

La ricerca sull’aumento di ef cienza delle celle fotovoltaiche è tra gli argomenti 

che più appassionano il mondo delle energie rinnovabili ma non bisogna 

dimenticare che non è solo la capacità di conversione della cella 

che contribuisce alla sostenibilità energetica ed economica del fotovoltaico. 


› 

Bisogna allargare lo sguardo a tutti i componenti di un 

impianto. In Italia ci sono pochissime aziende in grado di 

progettare e realizzare tutti i sistemi ed i componenti di un 

impianto dal polysilicon ai moduli solari, fino alla costruzione di 

parchi solari chiavi in mano. Tra le poche spicca Silfab, fondata 

nel 2007 da Franco Traverso, grazie alle sinergie alimentate 

dalla forza economica ed operativa di soci fondatori e partner 

esteri, a partire da Sino-American Silicon Product (Sas) che dal 

1981 è impegnata nella ricerca, sviluppo, produzione e vendita 

di lingotti e wafer di silicio distribuiti in tutto del mondo, e da 

Pan-Asia Solar, attiva nella produzione di celle solari in silicio 

cristallino ad alta efficienza di conversione attraverso la sua affiliata 

Sunrise. 

Silfab ha due sedi, una a Padova, nel distretto storico della filiera 

italiana del fotovoltaico, l’altra a New York. Silfab è attualmente 

impegnata nella costruzione di una pipeline di 100 MW in 

Italia e in Europa Centrale costituita da impianti FV da 1-5 MW. 

I parchi, già operativi nel Sud Italia, sono in grado di ottenere 

un ritorno sugli investimenti del 25-30% superiore agli standard 

tradizionali ed una resa energetica molto elevata. 

Recentemente Silfab ha lanciato nuove serie di moduli fotovoltaici 

in silicio mono e policristallino, con una potenza fino a 300 

Wp, progettate per ottimizzare il rapporto rendimento/superficie. 

Proprio la presenza su tutta la filiera rende questa società attiva 

non solo nella ricerca dell’efficienza delle celle ma anche 

nelle sinergie attuabili tra diversi impianti poiché è dal massimo 

rendimento economico ottenibile che dipende il vero successo 

di un impianto fotovoltaico. Abbiamo posto alcune domande a 

Franco Traverso, presidente e amministratore delegato di Silfab 

e storico imprenditore del solare fotovoltaico italiano. 

E&A: In base alla curva di esperienza delle celle fotovotaiche 

(Figura 1) il costo per Wp prodotto è in progressiva 

discesa. L’espansione delle tecnologie fotovoltaiche è sempre 

più rapida anche se “drogata” dalle tariffe incentivanti. 

In termini di efficienza delle celle nel prossimo decennio 

ha senso parlare di grid parity? E di termine degli incentivi 

per il solare? 

Traverso: Sì, la grad parity è dietro l’angolo, soprattutto in 

Paesi, come l’Italia, con buona insolazione ed elevato costo 

dell’energia convenzionale. Gli incentivi al settore saranno 

ancora necessari per i prossimi 3-4 anni, ma nel frattempo le 

aziende proseguiranno nella riduzione del costo del kWh fotovoltaico 

attraverso l’integrazione verticale della filiera, l’incremento 

dell’efficienza del sistema fotovoltaico in termini di kWh 

effettivamente prodotti per KWp installato, l’aumento dei volumi 

produttivi e il prolungamento della durata produttiva dell’impianto. 

Questo mix di elementi consentirà, nei prossimi anni, di 

svincolare il fotovoltaico dai programmi di incentivazione, oggi 

necessari, almeno nelle zone che rispondono ai requisiti sopra 

indicati (esempio Sud Italia). 

E&A: Sulla base delle diverse soluzioni esplorate per aumentare 

l’efficienza delle celle solari (Figura 2) le soluzioni 

multigiunzione di tipo III e V sembrano le più promettenti. 

Quanto è vicina la diffusione e l’industrializzazione di que- 

56 n.1 marzo 2011 

⊳ 


Chi è Franco Traverso 

Figura 1 - Curva di esperienza (Experience curve) del prezzo per kW rispetto alla 

produzione cumulata mondiale di celle fotovoltaiche [Fonte: A.T. Kearney analysis, EU 

Joint Research Centre e National Renewable Energy Laboratory]. 

ste celle? Il mercato delle materie prime, in particolare dei 

metalli rari, potrebbe essere suscettibile di posizioni dominanti 

da parte di alcuni paesi estrattori: questo porta a riconsiderare 

queste tecnologie rispetto a quelle a film sottile, 

meno efficienti ma a miglior rapporto costo/efficienza? 

Traverso: Mentre per le celle a multi-giunzione possiamo prevedere 

problematiche legate alla limitata disponibilità dei metalli 

rari, le tecnologie a film sottile potranno essere competitive solo 

con efficienze molto più elevate rispetto a quelle attuali, che risultano 

infatti essere fortemente negative sul rapporto tra costo e 

rendimento dell’impianto. Soltanto in alcune tipologie applicative 

(esempio in zone desertiche con ampie disponibilità di territorio) 

il ridotto costo dei moduli in film sottile riesce a compensare, almeno 

parzialmente, la bassa efficienza. 

E&A: Le frontiere della ricerca sulle celle fotovoltaiche sono 

rivolte allo sfruttamento di composti organici in grado di aumentare 

l’efficienza di conversione. Quali sono i limiti tecnici 

e di industrializzazione di queste celle? 

Franco Traverso è una figura storica dell’energia fotovoltaica 

italiana. È stato il primo a costruire una fabbrica green field 

in Italia per la produzione di celle. Nel lontano 1981 fondò 

vicino a Padova, a Carmignano di Brenta, la Helios Technology 

che produceva celle e pannelli grazie all’acquisizione di un 

brevetto californiano. Da subito Traverso si distingue per la 

sperimentazione e la ricerca. Presso i suoi impianti, infatti sviluppa 

in proprio non solo la produzione ma anche le tecnologie 

produttive diventando così il punto di 

riferimento della prima filiera 

fotovoltaica italiana. Padova, a, 

a poco a poco diventa il 

distretto del fotovoltaico 

italiano. A dieci anni 

di distanza, nel 1990, 

inizia la produzione di 

lingotti e di wafers in 

silicio monocristallino 

e cinque anni più tardi 

è in grado di trasferire la 

tecnologia di produzione 

in India, Svezia 

e Sud Africa; nel 2002 sarà la volta della Cina. 

Due sono stati i driver dell’espansione aziendale: da un lato la 

produzione di celle, nel 2008 arrivata a 60 MWp annui, dall’altro 

i brevetti di macchine speciali per il settore fotovoltaico, per 

esempio per il recupero e raffinazione di silicio dai circuiti 

integrati oppure per il trattamento dei reflui degli impianti. 

Nel 2007 Traverso fonda Silfab SpA e attua un approccio 

integrato alla filiera del fotovoltaico ottimizzando le 

diverse fasi del processo produttivo e superando la 

logica dell’efficienza ricondotta solo alla cella. 

Figura 2 - Efficienza di 

conversione di vari tipi di 

celle fotovoltaiche divise 

per tipologia e risultati 

nel tempo [Fonte: National 

Renewable Energy Laboratory] 


57 

⊳ 


INTERVISTA 

Traverso: Lo sviluppo di questo tipo di celle è oggi ancora a livello 

sperimentale, soprattutto se pensiamo a possibili applicazioni 

in impianti ad alta potenza, sufficientemente efficienti e di lunga 

durata nel tempo. Vi sono per esempio elementi critici ancora 

irrisolti, come la protezione di queste celle dall’umidità e dal degrado 

causato dall’irraggiamento solare. 

E&A: Concentrating Photovoltaic (Cpv) e film sottile: sono 

due approcci molto diversi alla conversione fotovoltaica 

dell’energia solare. Quale è l’atteggiamento della sua azienda 

verso queste tecnologie, quali gli sviluppi previsti/prevedibili? 

Traverso: Negli anni in cui le celle in silicio cristallino avevano 

costi molto elevati, la tecnologia del film sottile risultava essere 

molto promettente. Tale aspettativa si è tuttavia ridimensionata 

di fronte alla rapida evoluzione della tecnologia del cristallino, 

che ha visto aumentare sensibilmente l’efficienza a fronte di una 

diminuzione del costo. 

Il Cpv invece è una tecnologia che a tutt’oggi, a detta degli stessi 

produttori, presenta ancora problemi tecnici da risolvere e non ha 

riferimenti di costo ancora ben definiti. Si tratta di un approccio 

ancora in via sperimentale. 

E&A: Quali sono le strategie aziendali nella parte ricerca e 

innovazione rispetto all’aumento di efficienza delle celle? 

Approccio interno di lungo termine su temi specifici, ricerca 

di partnership con i centri universitari, scouting e acquisto 

brevetti ecc. Quanto è investito nel settore ricerca in percentuale 

sul fatturato? 

Traverso: Il nostro principale obiettivo è l’aumento della produzione 

di chilowattora per ogni chilowattpicco installato. Secondo 

quest’ottica e grazie alla nostra filiera integrata, il nostro impegno 

di ricerca e innovazione è ad ampio respiro poiché rivolto all’ottimizzazione 

delle diverse fasi della filiera, dal silicio all’impianto 

installato. 

Con un investimento di 1,5 milioni di euro siamo attualmente impegnati 

in un progetto di ricerca volto ad incrementare l’efficienza 

del sistema e a prolungare la vita produttiva dell’impianto. Prevediamo 

di superare il 20% di efficienza della cella già nel 2011. 

Essenziali sono state in passato e sono tutt’ora le collaborazioni 

con gli Istituti Universitari, come per esempio quello di Padova. 

E&A: Il mercato delle celle fotovoltaiche si sta diversificando 

secondo le tecnologie e l’efficienza delle celle, con costi per 

modulo assai differenti. Secondo lei è possibile prevedere 

che non ci sarà un’unica tecnologia vincente di conversione 

ma molte soluzioni possibili da scegliere in base al profilo 

dell’installazione finale (dimensione, luogo e radiazione solare, 

capacità di debito dell’utente ecc.)? 

Traverso: Sì, ritengo che si svilupperanno in futuro diversi ambiti 

applicativi, in ognuno dei quali una specifica tecnologia potrà trovare 

la propria massima espressione. 

Allo stesso modo, le diverse tecnologie potranno sviluppare soluzioni 

specifiche per le singole aree applicative, dando vita a prodotti 

speciali mirati ad esigenze di nicchia. Ritengo, comunque, 

che la tecnologia vincente sarà quella che per prima consentirà di 

raggiungere la grid parity. Da questo punto di vista sono decisamente 

propenso a scommettere sul monocristallino. 

INDICATORI DI LIVELLO PER MATERIALI SOLIDI 

Applicazioni: 

materie plastiche, fertilizzanti, cereali, mangimi, polveri, ecc. 

MOD. MOD. F FASEAL F CUCITRICE PORTATILE PER PER SACCHI MOD. MOD. F F 

Applicazioni: 

sacchi sacchi di plastica, di plastica, rafia, rafia, juta, juta, carta, carta, ecc. ecc. 

per per qualsiasi qualsiasi contenuto 

Via Montecassino, 47 

40050 Funo di Argelato | Bologna 

Tel. 051 6647979 - 6647980 | Fax 051 6647978 

info@cpscucitrici.it | www.cpscucitrici.it 

FILATI 

ASSISTENZA TECNICA 

PEZZI DI DI RICAMBIO 

⊳ 


Nuove guide profilate SKF 

Le nuove guide profilate SKF ampliano la gamma dei prodotti 

per la movimentazione lineare 

La produttività e il successo economico di una data 

applicazione dipendono in larga misura dalla qualità 

dei componenti lineari scelti. Spesso questi componenti 

determinano l’accettazione di un prodotto da parte 

del mercato, contribuendo in tal modo ad assicurare 

al produttore un margine di competitività. 

Per questo motivo i componenti lineari devono essere 

il più possibile adattabili, per soddisfare con precisione 

le esigenze applicative, se possibile mediante l’utilizzo 

di componenti standard. 

La nuova serie SKF di guide profilate denominate LLT 

soddisfa tali richieste del mercato: disponibile in una 

vasta gamma di misure, di carrelli e di accessori, come 

anche in diverse classi di precisione e precarico, le guide 

profilate LLT si adattano facilmente alle singole esigenze 

applicative. Tutto ciò, associato alla possibilità 

di realizzare corse virtualmente illimitate, permette 

di affrontare quasi ogni opzione progettuale. 

Applicazioni comuni 

• Macchinari per trasporto 

materiali 

• Macchine iniezione plastica 

• Macchine per la lavorazione 

del legno 

• Macchine da stampa 

• Confezionatrici 

• Apparecchiature medicali 

• Macchine utensili 

Vantaggi per i clienti 

• Maggiore affidabilità 

e durata di esercizio 

• Pronte al montaggio poiché 

prelubrificate in fabbrica 

• Migliore produttività 

• Manutenzione ridotta 

• Elevata flessibilità in fase 

progettuale 

• Intercambiabilità 

• Gestione semplificata 

delle scorte 

• Soluzioni personalizzate 

www.skf.it 

The Power of Knowledge Engineering 

⊳ 

 

ENERG&AMB_guideLLT_210x297.indd 1 15/02/11 17:46 


SOLUZIONI 

FOTOVOLTAICHE 

ENCODER E SENSORI 

NEL CONDOMINIO 

FOTOVOLTAICO 

Enrica Biondini, Carlo Sportello, Alessandro Canciani* 

Gli encoder calcolano 

la posizione angolare 

e i sensori valutano 

l’extracorsa: la sicurezza 

sul posizionamento 

della vela è così 

garantita da Sick. 

Con sede operativa a Sant’Agata Feltria (PU), l’ EAR Group è 

un’azienda giovane, di recente costituzione che nasce dell’esigenza 

di Siem Impianti, azienda con più di 30 anni di esperienza, di 

seguire le nuove correnti di mercato rivolte verso le energie rinnovabili. 

EAR Group, che appartiene allo stesso gruppo industriale di Siem 

Impianti, realizza e commercializza impianti fotovoltaici chiavi in mano 

seguendo l’evoluzione naturale del settore e garantendo tutti i beneci 

dell’utilizzo delle fonti di energia rinnovabili. Siem Impianti, invece, 

grazie alle elevate conoscenze e capacità tecniche del suo personale, 

realizza opere complesse sia per enti pubblici sia per privati. In 

particolare, l’azienda si occupa e installa impianti elettrici industriali, 

cabine di trasformazione mt/bt, impianti antintrusione e tvcc, impianti 

dì strumentazione e controllo, e inoltre, reti per trasmissioni dati, 

comprese le reti in bra ottica e wall wireless. 

La struttura del condominio fotovoltaico di Cerbara 

L’impianto fotovoltaico di Cerbara (PU) da 700 Kwp, fa parte di un 

progetto partito nel 2006 mediante il piano di incentivazione denominato 

Conto Energia (introdotto in Italia dal decreto interministeriale del 28 

luglio 2005), e utilizza la tecnologia a inseguimento solare biassiale, 

ovvero, l’impianto è progettato per seguire il percorso del sole durante 

l’intera giornata con lo scopo di mantenere, istante per istante, il 

piano dei moduli fotovoltaici perpendicolari al raggio solare. Questa 

tecnologia consente di massimizzare la radiazione luminosa incidente 

*Sick 

sui pannelli e quindi la produzione di energia. L’intero progetto, come 

le reti e il software, è stato concepito e realizzato a Cerbara e prende 

il nome di ‘condominio’ proprio per la sua particolare architettura, in 

quanto, i proprietari sono tutti agricoltori e artigiani che hanno acquisito 

una parte dell’impianto, per una potenza complessiva di 700 KWp. 

L’impianto è situato in un fondovalle su un’estensione territoriale di 

30.000 m 2 . È formato da 93 vele, ognuna delle quali produce circa 

7,4 KW a pieno carico. Ogni inseguitore ha a bordo un inverter che 

trasforma la corrente continua in alternata e questo, a sua volta, è 

collegato al quadro di automazione, al quadro di stringa, all’inseguitore 

e all’attuatore lineare per la movimentazione di Tilt (altezza solare) e di 

Azimut (movimento del sole) con una precisione sotto il grado. Tutti i 

dati ricevuti vengono trasmessi nell’algoritmo matematico del PLC. 

Il condominio fotovoltaico nel dettaglio 

Ogni vela è composta da 33 pannelli: tre stringhe da 11 pannelli 

poste in parallelo con la funzione di portare all’ingresso dell’inverter 

uno specico valore di tensione e ottenere di conseguenza la 

massima potenza. EAR Group ha denito con molta accuratezza il 

dimensionamento del pannello e dell’inverter, in quanto entrambi 

sono fondamentali per il funzionamento dell’impianto. Il pannello, 

infatti, corrisponde al cuore dell’impianto mentre l’inverter è il suo 

cervello. Il compito di quest’ultimo, è quello di seguire la massima 

resa del pannello e di trasformare la corrente continua in corrente 

alternata. In base all’inverter, è stata studiata, quindi, la quantità di 

stringhe e la tensione migliore da ottenere all’ingresso dell’inverter 

60 n.1 marzo 2011 

⊳ 


Nella pagina precedente: l’impianto fotovoltaico di Cerbara (PU) da 700 Kwp. 

stesso. Tra i pannelli e gli inverter ci sono i quadri di stringa; questi 

sono obbligatori per normativa sia per una questione di protezione, sia 

perché contengono lo scaricatore di tensione che interviene in caso 

di fulminazione. L’inverter è collegato a un software che invia i dati 

a distanza al computer dell’ufcio di EAR Group ed elabora graci in 

base al rendimento giornaliero o mensile dell’impianto. I dati rilevati 

sono trasferiti con un protocollo di comunicazione seriale basato 

sullo standard RS-485 a un modem che li trasmette ai computer via 

Gprs. Ogni singolo impianto è formato da 7 vele e quindi da 7 inverter 

che comunicano i dati ai quadri di campo; questi ultimi, a loro volta, 

trasmettono al quadro parallelo no ad arrivare al contatore Enel. 

L’intervento dell’encoder incrementale 

All’interno di ogni inseguitore ci sono due motorizzazioni: quella 

per controllo dell’angolo del Tilt e di quello di Azimut. L’encoder 

incrementale DFS60 di Sick è stato scelto come soluzione 

ideale per la supervisione dei due movimenti della vela, grazie alla 

sua semplicità di interfacciamento con la logica dell’inverter ma 

anche, e soprattutto, per le sue straordinarie performance tecniche. 

La sua temperatura di utilizzo da -20 a +100 °C, l’alta risoluzione 

e l’uscita a cavo resistente ad agenti atmosferici sono stati i fattori 

determinanti che hanno condotto EAR Group a richiedere il DFS60 

di Sick per controllare l’inclinazione della vela in relazione all’altezza 

del sole nelle varie ore della giornata. Per l’accoppiamento meccanico 

era necessario il collegamento dell’encoder direttamente a una 

Ogni inseguitore ha a bordo un inverter che trasforma la corrente continua in 

alternata. 

motorizzazione rotativa in grado di convertire, attraverso una guida 

lineare, tale rotazione in uno spostamento verticale della vela stessa. 

Il controllo dell’orientamento della vela, in relazione al Nord (Azimut), 

viene invece eseguito con un altro encoder di Sick della serie DFS60, 

posizionato alla base della vela stessa, in un contenitore inserito 

all’interno di una base in cemento. L’esiguo spazio a disposizione 

ha richiesto l’uso di un encoder estremamente compatto in termini 

di spessore, soli 43 mm, che deve essere in grado di sopportare 

elevati giochi meccanici sia assiali sia radiali, oltre che a resistere 

a eventuali inltrazioni di acqua piovana. Il DFS60 di Sick possiede 

tutte le caratteristiche necessarie per poter soddisfare ampiamente 

tali esigenze applicative. Il disco ottico in metallo, il doppio cuscinetto 

con distanza aumentata e l’elevato grado di protezione dell’encoder, 

hanno convinto EAR Group ad utilizzare la versione a foro passante 

del DFS60. 

L’intervento dei sensori induttivi della serie IME di Sick 

Con due sensori induttivi della serie IME di Sick si è in grado di valutare 

l’extracorsa. I sensori sono posizionati in modo tale da consentire 

all’inseguitore lo sfruttamento del sole, sia in estate sia in inverno. 

Il percorso dell’inseguitore è limitato, agli estremi, da due sensori 

induttivi. Da un sensore all’altro si hanno 240° e questo fa si che si 

possa sfruttare tutto il percorso del sole anche in estate, dato che 

in quella stagione si hanno circa 220° mentre in inverno si scende 

a 120°. Quindi, l’esigenza di avere due sensori Sick nasce dal fatto 


61 

⊳ 


SOLUZIONI 

FOTOVOLTAICHE 

L’encoder incrementale DFS60 di Sick è stato scelto come soluzione ideale per 

la supervisione dei due movimenti della vela. 

Con due sensori induttivi della serie IME di Sick si è in grado di valutare 

l’extracorsa. 

che si vuole sfruttare la corsa massima degli inseguitori mettendo allo 

stesso tempo in sicurezza il posizionamento della vela. 

La scelta del marchio Sick 

“La scelta di installare prodotti Sick sui nostri impianti, costituisce una 

garanzia sia per EAR Group sia per Siem Impianti” come ci spiega 

Gianluca Narducci, direttore tecnico della prima società e responsabile 

tecnico della seconda. 

“Sick è un marchio importante nell’automazione industriale che offre 

prodotti molto performanti e di qualità. Siem Impianti che, realizza 

bordo macchine per aziende nel settore alimentare o nella gestione dei 

pallet sia in Italia sia all’estero, impiega diversi prodotti di Sick, come 

le barriere per la sicurezza e le fotocellule, e riesce così a garantire ai 

suoi clienti eventuali ricambi sempre rintracciabili ovunque nel mondo 

grazie alla presenza internazionale delle liali Sick. 

L’ottima e sempre immediata disponibilità del funzionario tecnicocommerciale 

di zona, degli esperti di prodotto o dei servizi tecnici, il 

rapporto di ducia che si è instaurato, le consegne sempre rispettate, 

in aggiunta al prodotto di alta qualità, ci hanno portato a scegliere, 

senza alcun dubbio, Sick”. 

62 n.1 marzo 2011 

⊳ 


⊳ 


SOLUZIONI 

FOTOVOLTAICHE 

UNA SOLUZIONE 

“A TUTTO TONDO” 

7.920 pannelli installati 

da Solyndra sul tetto 

del centro commerciale 

Domus nel centro di Roma 

produrranno 1,441 MWp, 

sufficienti a soddisfare 500 

abitazioni per un anno. 

Domenico Fumagalli* 

Una delle più grandi installazioni per tetti con pannelli solari Solyndra si 

trova a pochi passi dal cuore di Roma, sul tetto del centro commerciale 

Domus, nella parte orientale della città. Quali partner per il progetto, 

SunEdison ha scelto Solyndra, il produttore americano di sistemi 

fotovoltaici (FV) cilindrici per tetti di edici commerciali di grandi dimensioni, 

ed UniCredit, istituto nanziario molto attivo nel settore delle 

rinnovabili. Il sistema da 1,441 MW si trova nella popolare area della 

“Romanina”, sul raccordo anulare dell’autostrada Roma - Napoli, nei 

pressi del centro commerciale La Romanina. Il centro comprende sei 

unità commerciali medio/larghe dai 1.000 ai 6.000 m 2 , 50 unità commerciali 

di piccole dimensioni, un’area gastronomica ed un ristorante/ 

pizzeria. L’area del tetto oggetto del progetto per il centro commerciale 

Domus è di 25.600 metri quadrati ed ospita circa 8.000 pannelli solari 

Solyndra, congurandosi come la più grande installazione solare Solyndra 

in Italia ed una delle più grandi al mondo su un singolo tetto. 

“Solyndra ha offerto grandi vantaggi per un’installazione di queste 

dimensioni su centro commerciale, grazie al peso ridotto del proprio 

design ed alla capacità di installazione con qualunque orientamento”, 

ha dichiarato Herve Touvenin di SunEdison. “Siamo stati in grado di 

completare il progetto in sole tre settimane grazie alla facilità di installazione 

di Solyndra: ben tre volte più rapidamente rispetto a quanto 

saremmo stati in grado di fare con i tradizionali pannelli solari piatti”. 

L’emissione energetica è superiore di almeno il 10% rispetto ad un 

impianto solare tradizionale con inclinazione ed azimut analoghi. L’installazione 

dei pannelli ha richiesto circa 15 giorni. 

Il sistema a cilindri Solyndra è progettato per ottimizzare le prestazioni 

FV sui tetti piatti o con un’angolazione ridotta, esattamente come 

*Country manager, Solyndra Italia 

quello del centro commerciale Domus. I moduli solari brevettati Solyndra 

sono prodotti utilizzando la tecnologia a lm sottile e ricorrendo 

a moduli cilindrici in rame, indio, diseleniuro di gallio (Cigs), composti 

da tubi leggeri in grado di catturare le radiazioni solari sulla loro intera 

supercie. Il design brevettato consente di catturare la luce solare in 

maniera massimale ed efciente su una supercie fotovoltaica di 360° 

in grado di convertire in elettricità la luce diretta, diffusa e riessa. 

La capacità di catturare la luce solare a 360° consente di acquisire 

maggiore luce all’inizio ed al termine della giornata. La consistente 

generazione energetica durante il giorno consente l’uso di inverter di 

minori dimensioni, risparmiando i costi e migliorando la produzione 

energetica nel tempo. Il sistema offre due vantaggi principali: lo sfruttamento 

ottimale del ciclo diurno del sole e la conversione in energia 

elettrica delle radiazioni riesse dalla supercie del tetto. 

Per questa installazione, SunEdison ha collaborato strettamente con 

Solyndra, installando un nuovo tetto bianco riettente in grado di aumentare 

l’efcienza di raffreddamento del tetto e di riettere i raggi 

solari contro i cilindri Solyndra per aumentare il rendimento energetico 

complessivo. Vi sono ulteriori sviluppi in arrivo. L’Italia è il quarto produttore 

al mondo di energia di origine fotovoltaica. Con mille nuove 

installazioni ogni anno, il Paese si trova nel pieno di un momento di 

entusiasmo per le energie rinnovabili destinato a durare nei prossimi 

anni. Dato che gran parte della supercie del paese è raggiunto da 

grandi quantità di luce solare, il governo italiano, grazie alle tariffe incentivanti 

del Conto Energia, ha fatto delle tecnologie solari una delle 

principali priorità. Il Conto Energia sostiene gli investimenti nello sviluppo 

dell’energia solare offrendo ai produttori di energia rinnovabile la 

conveniente garanzia a lungo termine e incoraggia gli istituti di credito 

a nanziare questo tipo di progetti: è questo il caso di UniCredit, con 

sede a Milano. Il ritorno del progetto è previsto in meno di otto anni. 

64 n.1 marzo 2011 

⊳ 


⊳ 


SOLUZIONI 

FOTOVOLTAICHE 

OMRON 

E IL SOLE 

Omron ha dato vita al progetto OmronSun, 

sviluppando un sistema di controllo e gestione 

a distanza degli impianti fotovoltaici installati 

nella sede di Seleb 

Marco Benedetti* 

La crescente attenzione alle problematiche ambientali e una sempre 

più diffusa sensibilità ecologica, complice anche il tangibile effetto 

economico degli incentivi statali, hanno fatto del 2010 l’anno record 

per le installazioni di impianti per la produzione di energia elettrica da 

fonti rinnovabili in Italia. 

In particolare, la produzione di energia elettrica derivata direttamente 

dai raggi solari ha conosciuto una crescita esponenziale. Tra il primo 

e secondo conto energia al GSE (Gestore di Servizi Energetici) sono 

pervenute domande di ammissione agli incentivi per più di 120.000 

impianti. 

La stima del GSE è quindi di circa 1,5 GW installati solo nel 2010, 

mentre la potenza complessiva installata si avvicina ai 3 GW. 

Omron Electronics, presente nel settore con la sua gamma 

di inverter fotovoltaici (PV), si è distinta per la qualità dei propri convertitori 

e della riconosciuta capacità di supporto tecnico, sia nella 

fasi della progettazione e installazione sia della successiva attività di 

monitoraggio e supervisione degli impianti realizzati. Di seguito viene 

descritta, in particolare, l’attività svolta a supporto delle installazioni 

realizzate nel 2010 dalla società Seleb Group di Sassuolo (MO). 

Un cliente ‘solare’ 

Presente sul mercato dell’impiantistica civile e industriale n dal 

1983, Seleb ha effettuato le prime installazioni fotovoltaiche nel 

* Omron Electronics 

1992. Negli anni successivi l’azienda è cresciuta e ha ampliato la 

sua area operativa che spazia dalle cabine di media tensione agli 

impianti di distribuzione, dagli impianti antide agranti all’automazione 

industriale. 

Oggi Seleb Group è af liata Enel.si ed è un punto di riferimento sul 

territorio per quanto riguarda la fornitura chiavi in mano di impianti 

di produzione elettrica da fonti alternative, soprattutto eolico, solare 

e geotermico. Seleb, già partner di Omron per quel che riguarda 

le proprie attività di automazione industriale (soprattutto smalterie e 

impianti per ceramica) ha di nuovo riposto la sua ducia nell’azienda 

giapponese come fornitore preferenziale di inverter fotovoltaici, 

raggiungendo nel 2010 un valore di potenza installata di circa 2 

MW. “Le ragioni di questa scelta” ci dice il titolare Gianni Berretti, 

con il quale scambiamo due chiacchiere in una breve pausa dalla 

sua intensa attività di progettazione e supervisione alle installazioni 

in corso “sono dovute principalmente alla nota e già sperimentata 

af dabilità dei prodotti e alla presenza e al supporto che Omron ci 

garantisce”. E la ducia è ben riposta infatti, come afferma ancora 

il titolare di Seleb, “siamo molto soddisfatti, visto che da un primo 

consuntivo di ne anno l’energia prodotta dagli impianti con inverter 

Omron è risultata superiore ai dati di progetto”. Gli impianti sono 

stati realizzati con inverter della potenza massima di 10 kW ciascuno 

(KP100G e KP100L). La scelta di inverter di taglia medio bassa 

consente, secondo Berretti, “la massima essibilità di installazione, 

un’ottima sezio nabilità dell’impianto e una più rapida manutenzione; 

66 n.1 marzo 2011 

⊳ 


Gli impianti sono stati realizzati con inverter della potenza 

massima di 10 kW ciascuno. 

Oggi Seleb Group è af liata Enel.si ed è un riferimento sul territorio per quanto riguarda la 

fornitura di impianti di produzione elettrica da fonti alternative. 

infatti, in caso di avaria di un inverter, la quota di potenza fuori produzione 

risulta assai ridotta, mentre è estremamente agevole sostituire 

un convertitore di quella taglia, più facilmente disponibile subito a 

magazzino”. 

Una copertura elettrizzante 

Visitando uno degli impianti realizzati nel 2010, osserviamo che la 

super cie di installazione dei pannelli è costituita dal tetto di un capannone, 

sul quale hanno trovato posto 351 pannelli da 280 W l’uno, 

disposti in stringhe di 13 pannelli ciascuna. I pannelli sono montati su 

una struttura realizzata mediante pro lati in alluminio. La soluzione 

adottata è del tipo a posa ssa, ritenuta preferibile per i minori costi 

di installazione e soprattutto di gestione e manutenzione nel lungo 

periodo. 

A ogni inverter KP100G (in tutto sono 9) sono collegate 3 stringhe, 

tramite appositi quadretti realizzati in proprio, per la protezione dalle 

sovratensioni e il sezionamento. I 9 inverter fotovoltaici, collegati in 

parallelo fra loro, e posizionati in prossimità della copertura, alimentano 

il trasformatore di isolamento, necessario per impianti con potenza 

superiore a 20 kW; l’energia prodotta viene quindi consegnata 

in rete, quanti cata dagli strumenti di misura del gestore. Tra gli impianti 

realizzati ve ne sono anche del tipo a terra come quello da 500 

kW che entrerà tra poco in funzione, per il quale sono stati utilizzati 

47 inverter KP100G. 

Tutto sotto controllo 

Le attività connesse all’installazione di un impianto fotovoltaico non 

si esauriscono certo con la messa in rete e il collaudo dello stesso. 

Fondamentale è anche la possibilità di seguire l’impianto dopo la 

messa in servizio, monitorando la produzione di energia e tenendo 

sotto controllo lo stato di salute di tutti gli elementi che lo compongono, 

al ne di garantirne con costanza la perfetta ef cienza. A questo 

ne, Omron ha dato vita al progetto OmronSun, progettando e sviluppando 

un sistema di controllo e gestione a distanza degli impianti 

fotovoltaici installati, che consente di monitorare costantemente, 

presso la sede di Seleb, i parametri funzionali e operativi di tutte le 

installazioni, con la possibilità di ricevere SMS di allarme in caso di 

Le attività connesse all’installazione di un impianto fotovoltaico non 

si esauriscono con la messa in rete e il collaudo ma fondamentale è la 

possibilità di seguire l’impianto dopo la messa in servizio. 

Ad ogni inverter KP100G sono collegate 3 stringhe, tramite appositi quadretti 

realizzati in proprio, per la protezione dalle sovratensioni ed il sezionamento. 


67 

⊳ 


SOLUZIONI 

FOTOVOLTAICHE 

Ogni 15 minuti i dati letti e opportunamente aggregati vengono inviati, tramite 

radiomodem GSM, alla sede del cliente 

Il software OmronSun, sviluppato su piattaforma Omron Cx-Supervisor, 

acquisisce le informazioni dal PLC locale e visualizza sul monitor un sinottico 

degli impianti evidenziando potenza attuale e di picco, produzione totale e 

giornaliera di energia, stato della comunicazione, presenza di allarmi. 

anomalie di funzionamento, nonché report giornalieri via email relativi 

alla produzione totale e di ogni singolo impianto. La soluzione 

adottata prevede l’utilizzo, su ogni impianto, di un PLC Omron CP1L 

che comunica costantemente con gli inverter fotovoltaici e ne tiene 

controllati i parametri di funzionamento. Dagli inverter vengono altresì 

letti i dati di produzione. 

Data la diversa tipologia di impianti realizzati e in assenza, nella 

maggior parte dei casi, del collegamento alla rete Internet, si è scelta 

come modalità trasmissiva prevalente la 

rete GSM. 

Ogni 15 minuti i dati letti e opportunamente 

aggregati vengono inviati, tramite 

radiomodem GSM, alla sede del cliente. 

L’SMS inviato contiene, oltre ai dati relativi 

alla produzione, anche informazioni circa 

lo stato di salute degli inverter, i parametri 

sici dell’impianto (temperature e valori 

di irraggiamento) e lo stato di particolari 

ingressi digitali relativi a componenti elettromeccanici 

di corredo (interruttori automatici, 

scaricatori ecc.). 

Il radiomodem GSM ricevente consegna i 

valori e le informazioni ricevute a un PLC 

Omron CJ1M, che memorizza i dati delle 

produzioni dei singoli impianti, elabora le 

noti che relative a eventuali anomalie e, 

se necessario, invia a sua volta un SMS al gestore degli impianti con 

la richiesta di intervento per manutenzione. In ne, il software Omron- 

Sun, sviluppato su piattaforma Omron Cx-Supervisor e installato su 

un PC in sede, acquisisce le informazioni dal PLC locale (CJ1M) e 

visualizza sul monitor un sinottico degli impianti, con le indicazioni, 

per ciascuno, di potenza attuale e di picco, produzione totale e giornaliera 

di energia, stato della comunicazione, presenza di allarmi. 

Cliccando su ogni sin golo impianto è pos sibile accedere alla pagina 

di visualizzazione dei dati di produzione, che mostra sotto forma di 

diagramma a barre il gra co della produzione giorna liera accanto 

alle potenze di picco del giorno e del mese. 

Oltre alle statistiche produttive, la pagina relativa a ogni singolo impianto 

mostra anche lo stato degli inverter, evidenziando per ciascuno 

di essi eventuali situazioni di anomalia o di deviazione dei parametri 

di funzionamento da quanto atteso. 

È inoltre possibile visualizzare statistiche di produzione relative a 

periodi precedenti, utilizzando un comodo selettore a calendario. A 

ne giornata il software invia al gestore degli impianti un’email con 

il report completo della produzione, sia totale sia suddivisa per impianto. 

Apertura e essibilità 

Essendo stato sviluppato con prodotti e software standard Omron, 

OmronSun si quali ca come assolutamente aperto a ulteriori sviluppi 

ed è completamente personalizzabile secondo le differenti richieste 

e preferenze dei clienti. 

In particolare, possiamo sottolineare alcuni aspetti salienti dell’intero 

progetto: il software OmronSun può gestire no a 100 impianti fotovoltaici 

(PV), ciascuno con max 50 inverter KP100G (potenza massima 

installata totale no a 50MW); gli impianti PV possono trovarsi 

ovunque, unico requisito è la copertura della rete GSM; i modem 

GSM sono usati anche per accedere da remoto ai PLC degli impianti, 

in tal modo è semplice apportare modi che o aggiornamenti al software 

direttamente dalla sede del cliente; i dati raccolti dal software, 

sviluppato con Cx-Supervisor, sono memorizzati su un database di 

Access, quindi agevolmente accessibili dal cliente per ulteriori analisi 

e/o elaborazioni. 

68 n.1 marzo 2011 

⊳ 


⊳ 


CERTIFICAZIONE 

RINNOVABILI 

RINNOVABILI 

ED ECOCOMPATIBILI 

LA CERTIFICAZIONE 

AMBIENTALE 

PER L’IDROELETTRICO 

Le offerte di energia verde 

sul mercato sono in continua crescita. 

Ma chi garantisce il consumatore 

che l’energia offerta come “verde” 

sia effettivamente generata in maniera 

più attenta nei confronti dell’ambiente? 

Alessandro de Carli 

In genere l’elemento di 

“garanzia” è costituito dal 

sistema di certi cazione Recs 

(Renewable Energy Certicate 

System), che assicura solo 

che l’energia proviene da fonte 

rinnovabile, ma non ci dice 

nulla riguardo i possibili impatti 

sull’ambiente degli impianti in 

cui l’energia viene prodotta. 

Eppure scorrendo le cronache 

recenti risulta evidente che 

anche la produzione di energia 

rinnovabile può causare 

grandi impatti sull’ambiente: gli 

esempi più frequenti riguardano 

le colture destinate alla 

produzione di biocombustibili, 

che sottraggono i suoli ad altre 

attività; o la percezione negativa 

degli aerogeneratori eolici, 

spesso accusati di causare 

pesanti impatti sul paesaggio e 

sull’avifauna e niti al centro di 

polemiche che hanno generato 

divisioni anche all’interno 

del fronte ambientalista. 

Proprio dall’idea di mettere in 

contatto i produttori di energia 

più attenti all’ambiente con 

i consumatori consapevoli 

è stato realizzato il progetto 

CH 2 

OICE (Certication for 

HydrO: Improving Clean Energy), 

conanziato dall’Intelligent 

Energy for Europe, che si 

propone di rendere riconoscibile 

per il consumatore nale l’energia 

idroelettrica prodotta da impianti 

che garantiscono il pieno rispetto 

dell’ecosistema uviale. 

I risultati del progetto sono stati 

presentati in diversi incontri 

nazionali che si sono svolti 

in Italia, Slovenia, Francia, 

Spagna, Slovacchia, Polonia 

e Repubblica Ceca nei mesi 

scorsi e in una conferenza 

internazionale organizzata a 

Roma il 25 febbraio 2011. 

Il primato dell’idroelettrico 

in Italia 

L’idroelettrico è una delle fonti 

di energia rinnovabile più 

frequentemente criticata per 

il suo impatto sull’ambiente. 

Spesso sottovalutati nel dibattito 

sui temi energetici, gli impianti 

idroelettrici generano oltre il 

16% della produzione elettrica 

nazionale e oggi rivestono un 

ruolo strategico nella prospettiva 

di rafforzamento della produzione 

per raggiungere quel 20% di 

energia rinnovabile richiesto dalla 

Direttiva 2009/28/CE. Negli ultimi 

anni la possibilità di accedere 

agli incentivi per la produzione di 

energia rinnovabile ha riacceso 

l’interesse per la realizzazione 

di nuovi impianti e centinaia di 

domande di derivazione idrica 

per piccole centrali sono state 

presentate agli enti competenti. 

Se da un lato cresce la domanda 

per aumentare la produzione 

idroelettrica, dall’altro risulta 

sempre più chiaro che la 

pressione sugli ecosistemi uviali 

degli impianti idroelettrici è in 

molti casi eccessiva. L’attuazione 

in Italia della Direttiva Quadro 

sulle Acque (2000/60/CE, 

recepita con il DLgs 152/06) , 

che richiede il raggiungimento 

del “buono stato” ecologico dei 

corsi d’acqua entro il 2015, sta 

mettendo in luce la necessità di 

ridurre l’impatto ambientale delle 

derivazioni ad uso idroelettrico: 

questo comporterà conseguenze 

sia per le centrali esistenti, 

sia per i nuovi impianti. 

Un parco centrali vecchio 

Il parco centrali italiano è stato 

realizzato a partire dalla ne 

dell’800 ed è costituito, secondo 

i dati contenuti in un recente 

studio di Legambiente, da circa 

300 grandi impianti (di potenza 

superiore a 10 MW), 665 impianti 

di potenza compresa tra 1 e 10 

MW e oltre 1.200 piccoli impianti 

(di potenza inferiore a 1 MW). I 

grandi impianti rappresentano 

però più dell’87% in termini di 

potenza installata. Si tratta di 

impianti che hanno un’età media 

superiore a 60 anni, realizzati 

quindi in epoche in cui le 

esigenze ambientali non erano 

minimamente considerate. Per 

ridurre l’impatto dell’idroelettrico 

sui umi occorre attendere i 

nuovi i Piani di Gestione dei 

bacini idrogra ci, adottati 

sulla base della Direttiva 

2000/60, che richiederanno 

progressivamente, nei prossimi 

anni, l’implementazione di misure 

speciche riguardanti il settore: si 

tratterà sia di interventi strutturali 

sugli impianti per mitigarne gli 

impatti (passaggi per pesci, 

sistemi per favorire il trasporto 

solido ecc.), sia di modi che nelle 

pratiche gestionali (per esempio 

70 n.1 marzo 2011 

⊳ 


per ridurre gli effetti negativi 

del cosiddetto hydropeaking ), 

che spesso comporteranno una 

riduzione della produzione di 

energia. Per quanto riguarda i 

nuovi impianti, l’attuazione della 

Direttiva 2000/60 ha già causato 

in molte Regioni una paralisi 

delle istruttorie riguardanti le 

nuove domande di concessione. 

In pratica gli enti competenti 

al rilascio delle concessioni 

(le Regioni e le Province da 

esse delegate), nell’incertezza 

che un nuovo impianto possa 

in uire negativamente sul 

raggiungimento degli obiettivi di 

qualità del corso d’acqua, evitano 

di prendere una decisione, 

subordinando la conclusione 

delle istruttorie all’acquisizione 

di nuovi elementi conoscitivi. 

Ci troviamo quindi davanti ad 

un con itto tra due obiettivi 

ambientali, entrambi riconosciuti 

dalla normativa comunitaria 

(aumentare la produzione di 

energia rinnovabile e migliorare 

le condizioni dei nostri umi), 

che rischia di generare una gran 

quantità di contenziosi giudiziari 

tra titolari di concessioni (o di 

domande di nuove concessioni) 

e regolatore pubblico. 

Eppure, produrre energia 

idroelettrica nel rispetto 

dell’ambiente è possibile, 

sia tecnicamente sia 

economicamente, basta 

realizzare e gestire gli impianti 

prendendo in considerazione i 

possibili impatti: vi è ormai una 

sterminata letteratura scientica 

sull’argomento e sono moltissimi 

gli esempi di “best practice” 

esistenti in tutto il mondo. Proprio 

dalla consapevolezza che esiste 

un idroelettrico ecosostenibile 

è partito il progetto CH 2 

OICE, 

che ha sviluppato una procedura 

di certi cazione ambientale 

volontaria per impianti idroelettrici 

che rispettano standard 

ambientali elevati. L’idea di 

fondo del progetto punta a 

dare al consumatore nale la 

possibilità di scegliere quale 

energia vuole consumare, 

fornendogli uno strumento 

che permette di distinguere, 

all’interno dell’offerta di 

energia rinnovabile, quella 

che offre maggiori garanzie. 

Un metodo rigoroso 

per CH 2 

OICE 

Il metodo di valutazione è 

stato concepito dal Centro 

Italiano per la Riqualicazione 

Fluviale (Cirf) e dall’Istituto di 

Ricerca sulle Acque Sloveno, 

che hanno coordinato il lavoro 

dei partner del progetto e di 

esperti in numerose discipline: 

geologi, ittiologi, geomorfologi, 

esperti di ecosistemi acquatici, 

ingegneri e progettisti hanno 

collaborato per mesi a stretto 

contatto per ottenere una 

metodologia che avesse 

dei criteri di sostenibilità 

ambientale in linea con 

quanto richiesto dalla Direttiva 

Quadro sulle Acque (2000/60), 

ma che portasse ad una 

certicazione tecnicamente ed 

economicamente fattibile. Il 

metodo, tra l’altro, può essere 

utile nella risoluzione di alcuni 

dei problemi ancora non chiari 

della Direttiva, come quello 

riguardante la denizione del 

“buono stato” in termini di 

regime idrico e di caratteristiche 

geomorfologiche. La necessità 

di rispettare criteri di sostenibilità 

anche per questi due aspetti 

costituisce ad oggi l’elemento 

più importante di “addizionalità”, 

che attribuisce agli impianti 

certicati un “valore aggiunto 

ambientale” rispetto agli impianti 

che semplicemente rispettano 

la legge. Inne, la metodologia 

prevede il coinvolgimento 

degli attori locali (ambientalisti, 

pescatori, canoisti) nel processo 

di certicazione, in modo che le 

posizioni critiche siano tenute 

in debita considerazione nella 

valutazione della effettiva 

compatibilità ambientale. 

Il metodo di certicazione 

- limitatamente agli aspetti 

tecnici - è stato testato con 

successo in Italia su 4 impianti 

situati in Trentino Alto Adige 

e in Veneto: tre di essi sono 

risultati certicabili a costi 

minimi o comunque accettabili, 

mentre un quarto richiederebbe 

investimenti molto cospicui (che 

difcilmente potranno essere 

decisi autonomamente dal 

proprietario). Il costo tecnico della 

certicazione sarà dell’ordine 

di alcune decine di migliaia di 

euro (necessarie per l’analisi 

ambientale, la redazione del 

piano di gestione, la gestione 

del processo partecipato, il 

contributo all’ente di gestione 

per la copertura dei costi di audit 

e di funzionamento). Il costo 

maggiore – che può essere 

dell’ordine delle centinaia di 

migliaia di euro l’anno – riguarda 

esclusivamente gli impianti 

che, per essere certicati, 

richiedono la realizzazione di 

grossi investimenti strutturali 

o riduzioni importanti delle 

portate derivate: in realtà si 

tratta di costi che il produttore 

dovrà comunque affrontare 

se e quando il regolatore 

pubblico glielo imporrà, ma 

che difcilmente deciderà 

volontariamente di sostenere. 

È evidente, comunque, che i 

soggetti potenzialmente più 

interessati a CH 2 

OICE sono, 

nell’immediato, i proprietari di 

impianti già evoluti o quelli che 


71 

⊳ 


CERTIFICAZIONE 

RINNOVABILI 

hanno già una certi cazione 

ambientale: per questi, che già 

dispongono di analisi ambientali 

e procedure di gestione, il costo 

può essere molto ridotto. 

Nel corso del primo semestre 

2011 si costituirà l’ente di 

gestione del marchio CH 2 

OICE: 

la gestione operativa delle 

procedure di certi cazione sarà 

af data ad Ambiente Italia, 

istituto di ricerca e consulenza 

ambientale noto per il suo 

impegno per la diffusione della 

cultura ambientale. Un Comitato 

Tecnico di esperti nelle diverse 

discipline riguardanti gli 

ecosistemi uviali valuterà le 

candidature per la certicazione 

e la decisione nale spetterà 

ad un comitato di garanzia 

costituito da rappresentanti di 

Aper (Associazione Produttori 

di Energia Rinnovabile), Cirf, 

WWF Italia, Legambiente e Rse 

(Istituto di Ricerche del GSE). 

100% energia verde gold 

La certicazione volontaria 

CH 2 

OICE sarà quindi uno 

strumento utile per quei 

produttori che sceglieranno 

di non giocare in difesa, 

attendendo le prescrizioni 

che arriveranno dalle Autorità 

di Bacino e di Distretto, e 

decideranno volontariamente 

di rendere la propria attività 

pienamente compatibile con il 

“buono stato” del ume. Questo 

permetterà loro di mettere sul 

mercato un prodotto energetico 

chiaramente riconoscibile 

rispetto alla attuale babilonia di 

offerte di energia verde. 100% 

Energia Verde il primo marchio 

di energia verde italiano, 

l’unico che può contare su un 

comitato di garanzia che include 

Legambiente e WWF, ha deciso 

di lanciare una nuova e più 

stringente versione dell’etichetta, 

il “100% energia verde gold”, 

che caratterizzerà l’energia 

rinnovabile di più alta qualità. 

Questa etichetta comprenderà 

l’idroelettrico certicato 

CH 2 

OICE e possibilmente 

energia proveniente da altre 

fonti rinnovabili che garantiscono 

una minimizzazione degli 

impatti sull’ambiente di 

livello comparabile. 

Ma la certicazione CH 2 

OICE 

potrà essere uno strumento 

utile anche per il regolatore 

e il pianicatore pubblico. 

Nell’analisi dei bacini idrograci 

la presenza di impianti 

certicati potrà agevolare 

l’identicazione delle derivazioni 

che rappresentano fattori di 

impatto potenziale. Inoltre gli 

studi ambientali necessari per 

la certicazione forniranno 

informazioni utili per vericare 

le condizioni dei piccoli 

sottobacini montani non 

soggetti al monitoraggio da 

parte delle Arpa. Ma anche 

il rinnovo delle concessioni - 

oggi automatico per i piccoli 

impianti, ma che dovrà in futuro 

valutare la compatibilità con il 

“buono stato” del corpo idrico 

interessato - potrà utilmente 

tenere conto di uno strumento 

che già verica il rispetto di tutti 

i criteri ambientali più rigorosi. 

Linee guida 

per i nuovi impianti 

Inne, per facilitare lo sviluppo 

di nuovi impianti idroelettrici 

e superare il blocco alle 

nuove concessioni causato 

dall’incertezza, nell’ambito del 

progetto CH 2 

OICE sono state 

prodotte delle linee guida che 

permettono agli enti competenti 

per il rilascio delle concessioni 

di tenere conto preventivamente 

di tutti i criteri di valutazione che 

costituiscono la certicazione. 

In pratica, seguendo tali linee 

guida è possibile richiedere 

ai proponenti di prevedere 

in fase di progettazione 

dell’impianto e nella relativa 

valutazione ambientale, le 

caratteristiche sia strutturali 

sia gestionali che renderanno 

l’impianto certicabile e quindi 

pienamente compatibile con 

il corso d’acqua interessato. 

Approfondimenti 

www.ch2oice.eu 

www.cirf.org 

www.recs.org 

www.aper.it 

www.wwf.it 

www.ambienteitalia.it 

G. Conte, E. Zanchini “La 

risorsa idroelettrica tra obiettivi 

energetici e ambientali”. Memoria 

presentata alla giornata di 

studio organizzata da Icold il 28 

ottobre 2010 su La salvaguardia 

dei serbatoi articiali in Italia. 

A. de Carli, La giungla dei 

bollini verdi, Inquinamento, 

2009, 120, 30. 

⊳ 


⊳ 


Raffreddamento della palettatura statorica di una turbina: 

distribuzione di temperatura e degli stress di von Mises nelle zone 

di saldatura laterali. 

Capture the Concept. 

Simuli fedelmente le prestazioni dei suoi prodotti con COMSOL Multiphysics®, 

il software dall’usabilità eccezionale capace di includere tutti i fenomeni fisici 

presenti nel mondo reale. L’approccio COMSOL alla multifisica porta a risultati 

importanti e tangibili come la riduzione dei tempi di sviluppo e il supporto 

all’innovazione continua di prodotto e di processo. 

Per saperne di più: 

www.it.comsol.com/eao2011 

© 2010 COMSOL SRL. COMSOL E COMSOL MULTIPHYSICS SONO MARCHI REGISTRATI DI COMSOL AB. 

CAPTURE THE CONCEPT È UN MARCHIO DI COMSOL AB. GLI ALTRI PRODOTTI O MARCHI SONO MARCHI 

DI FABBRICA O MARCHI REGISTRATI DEI RISPETTIVI PROPRIETARI. 

⊳ 


SPECIALE 

IL CONTATORE 

soluzioni 

tecnologiche 

per l’ef cienza 

energetica 

Strutture espositive efficienti 

anche con uso discontinuo 

La vera efficienza energetica 

76 

78 

Come si possono ridurre i consumi 

80 


75 

⊳ 


SPECIALE 

IL CONTATORE 

FIERA MILANO 

Strutture espositive 

efficienti anche con uso 

discontinuo 

Nonostante l’utilizzo dei padiglioni espositivi non sia 

uniforme né costante nell’arco dell’anno, consumare 

meno energia elettrica è un obiettivo raggiungibile ed 

economicamente sostenibile anche per strutture del 

terziario grandi o piccole che siano. Grazie all’intervento 

realizzato da Abb, Fiera Milano è riuscita a ridurre il 

consumo di energia primaria di 28,33 Tep. 

Lorenza Roncareggi* 

* Abb SpA 

› 

Fiera Milano, uno dei più moderni, vasti 

e funzionali quartieri espositivi al 

mondo, caratterizzato dalla grande 

essibilità di utilizzo e da dotazioni tecnologiche 

che assicurano benessere, fruibilità 

degli spazi e piacere estetico a espositori e 

visitatori. Sono 345 mila m 2 espositivi lordi 

coperti, più 60 mila all’aperto, 74 sale riunioni, 

84 punti di ristorazione, 14 mila parcheggi 

per i visitatori, il collegamento al centro città 

con la metropolitana. In più, il maggior centro 

congressuale italiano, il Milano Convention 

Centre (MIC) nell’area dello spazio eristico 

in città, ossia Fieramilanocity. 

Ciò che distingue Fiera Milano nel panorama 

competitivo è la capacità di interpretare 

tempestivamente tendenze ed esigenze del 

mercato attraverso manifestazioni espositive 

‘business-to-business’ professionali e di 

livello internazionale. 

Fiera Milano opera in vari settori merceologici, 

dai comparti tradizionali del ‘made in Italy’ 

(moda e arredamento-design) alla meccanica 

strumentale nelle sue applicazioni industriali, 

all’Information & Communication 

Technology, a turismo, servizi, architetturaedilizia, 

alimentare, arte, prodotti per la casa. 

In media, le manifestazioni sono una settantina 

all’anno, con 30 mila aziende espositrici 

e circa 5 milioni di visitatori. 

La costante ricerca di efficienza 

a tutto campo 

“Per la nostra direzione, l’ef cienza energetica 

ha assunto un’importanza sempre maggiore 

negli ultimi tempi” spiega Stefano Luccietto, 

energy manager di Fiera Milano. “Le 

cause sono molteplici: c’entrano l’evoluzione 

delle normative e la crescente sensibilità 

ambientale, ma anche la necessità di ridurre 

i costi in un periodo di crisi e la volontà di 

contribuire a migliorare l’immagine di Fiera 

Milano”. Numerosi sono i progetti in questo 

campo già avviati o allo studio, a livello sia 

strutturale sia impiantistico. In collaborazione 

con il Politecnico di Milano, per esempio, 

si sta realizzando un prototipo di padiglione 

espositivo basato su soluzioni ad alta ef - 

cienza a partire dall’involucro. 

“La ‘bolletta’ elettrica è al terzo posto fra le 

voci di spesa di Fiera Milano e questo già 

basta a spiegare perché abbiamo deciso di 

agire su questo fronte. Siamo partiti dai motori 

degli impianti di climatizzazione dei padiglioni, 

che da soli assorbono il 50% dei nostri 

consumi elettrici. Dove i consumi sono 

maggiori, ci sono anche grandi opportunità 

di risparmio”. 

L’idea da cui ci si è mossi, sviluppata internamente, 

contemplava la sostituzione dei 

motori delle cabine UTA (Unità di Trattamento 

dell’Aria). Al posto degli attuali dispositivi 

con standard di ef cienza IE1 (comparabile 

alla vecchia categoria EFF2) si intendeva installare 

nuovi motori con standard IE2 (comparabile 

alla vecchia categoria EFF1). Dal 

contatto con gli specialisti ABB, che hanno 

condotto un approfondito audit sugli impianti, 

è nata però un’idea alternativa. 

“Ci hanno suggerito di non sostituire oggi i 

motori, che sono piuttosto recenti e che saranno 

rimpiazzati con modelli migliori solo a 

ne vita, e di accoppiarli invece a inverter. 

Con questa soluzione non solo riduciamo i 

nostri consumi ma abbreviamo anche signi- 

cativamente i tempi di ritorno dell’investi- 

76 n.1 marzo 2011 

⊳ 


ABB-ACH550 

mento rispetto a ciò che sarebbe accaduto 

mettendo in pratica l’altra”. 

La speci cità degli ambienti di Fiera Milano, 

infatti, è che vengono usati per periodi relativamente 

brevi nell’arco dell’anno. Mentre 

in una tipica applicazione industriale il funzionamento 

di questo tipo di motore elettrico 

è quanti cabile in circa 3-4.000 ore all’anno, 

nei padiglioni gli impianti di condizionamento/riscaldamento 

sono accesi dai 50 agli 

80 giorni all’anno, corrispondenti a una media 

di circa 700 ore di lavoro. Da qui la necessità 

di valutare attentamente l’entità degli 

investimenti richiesti in relazione ai tempi di 

pay-back. L’intervento ha riguardato le cabine 

UTA di un edi cio suddiviso in due padiglioni, 

per un totale di 18 motori da 11 kW e 

18 motori da 30 kW. 

Grazie agli inverter Abb della famiglia 

ACH550, speci camente dedicata alle applicazioni 

Hvac civili in quanto dotata di ltri in 

grado di neutralizzare i disturbi Emc e le correnti 

armoniche spesso presenti in questi impianti, 

la regolazione delle portate d’aria calda 

e fredda, in entrata e in uscita, non è più 

af data alle serrande ma alle variazioni di velocità 

dei motori, che in precedenza giravano 

sempre al massimo. 

“La presenza di motorizzazioni recenti, quindi 

già idonee all’installazione degli inverter 

senza modi che, ci ha sicuramente agevolato. 

A breve verranno installati nei padiglioni 

i sensori di temperatura che, dialogando con 

gli inverter, ci permetteranno una ‘sintonizzazione’ 

ne e automatica, riducendo i consumi 

sulla base delle reali necessità climatiche e 

ottimizzando il comfort ambientale”. 

E ci sono altri vantaggi oltre al risparmio 

energetico. 

Grazie al controllo della velocità, i costi di manutenzione 

vengono ridotti perché i motori, 

non avviandosi direttamente da rete, non subiscono 

più sollecitazioni meccaniche dovute 

alle correnti di spunto, con bene ci su tutte le 

parti meccaniche del motore e dell’applicazione 

annessa e sui consumi inerenti i picchi 

di assorbimento. 

Inoltre, gli inverter diminuiscono sensibilmente 

la rumorosità degli impianti. Nei padiglioni 

considerati, ipotizzando una riduzione della 

portata del 50% rispetto al valore nominale, 

si ottiene una riduzione di circa 16 dBA. 

“Il risparmio ottenuto sul complesso dei 36 

motori - stiamo naturalmente parlando di 

una stima, al momento - è quanti cabile in 

138.900 kWh, pari a quasi 16.700 euro. L’investimento 

si ripaga in quattro anni e mezzo. 

Consideriamo questo progetto come sperimentale 

e propedeutico: sulla base dei risultati 

valuteremo come e dove procedere. 

L’unico vero limite è dettato dall’utilizzo medio 

dei padiglioni: non a caso siamo partiti da 

due dei più usati”. 

Come si è già accennato, in Fiera Milano sono 

allo studio altri progetti nalizzati a un migliore 

utilizzo dell’energia. “Stiamo avviando 

una sperimentazione anche nel campo dell’illuminazione 

esterna e interna, tramite l’introduzione 

di lampade a LED e neon con tubi 

LED al posto dei normali apparati a incandescenza. 

Stiamo poi valutando la realizzazione 

di un impianto fotovoltaico sulle coperture 

e di uno di cogenerazione per il nostro centro 

servizi. Dobbiamo tutti puntare sull’ef cienza, 

a vantaggio dell’ambiente e delle nostre 

aziende” conclude Luccietto. Che ci sia molta 

attenzione per questi temi è del tutto naturale 

per Fiera Milano, che a novembre 2011 

ospiterà E Tech Experience, la prima biennale 

internazionale dell’energia, dell’impiantistica 

elettrica e dell’illuminazione articolata su 

tre settori merceologici: generazione e distribuzione, 

componenti e sistemi per l’impiantistica 

elettrica, sorgenti e apparecchi luminosi. 

E Tech Experience farà proprio dell’ef- 

cienza energetica e della sostenibilità due 

dei suoi assi portanti. 

L’attenzione all’ambiente 

Ai bene ci economici dell’intervento realizzato 

da Abb si aggiungono anche quelli ambientali: 

il minore consumo di energia primaria 

è stimato attorno ai 28,33 Tep (tonnellate 

equivalenti di petrolio) e corrisponde a minori 

emissioni di CO 2 

, quasi 70 tonnellate in meno, 

il che equivale a 347 nuovi alberi piantati. 

L’attenzione all’ambiente è stato del resto 

uno dei valori di riferimento n dal progetto 

del nuovo polo eristico e si è tradotta 

in soluzioni innovative. Il ricorso all’acqua di 

falda super ciale per usi che non prevedono 

contatto con le persone e per il raffreddamento 

delle pompe di calore riduce i consumi 

di acqua potabile e permette di tenere sotto 

controllo il livello della falda. L’intera struttura 

usufruisce del teleriscaldamento prodotto dal 

vicino termovalorizzatore di Figino. Anche i 

rivestimenti combattono l’inquinamento: speciali 

vernici fotocatalitiche che ossidano o decompongono 

gli inquinanti presenti in atmosfera 

e li trasformano in sali minerali poi portati 

via dalla pioggia, sono state utilizzate su 

oltre 100 mila metri quadrati di super ci. Si 

calcola che siano in grado di ridurre del 95% 

l’inquinamento atmosferico prodotto dai mezzi 

di trasporto nelle vicinanze. 


77 

⊳ 


SPECIALE 

IL CONTATORE 

EN 16001 

La vera efficienza energetica 

La gestione ef ciente dell’energia è uno dei punti chiave 

per il successo di ogni tipo di organizzazione 

o impresa. Il Sistema di Gestione per l’Energia, En 16001, 

è un importante strumento che fornisce un approccio 

metodologico per mettere a punto sistemi e processi 

per il miglioramento dell’ef cienza energetica. 

Con la soluzione di Inspiring le aziende sono aiutate 

nel percorso della certi cazione 

› 

Circa l’80% dell’energia consumata 

nell’Unione Europea deriva da combustibili 

fossili. Le ricadute ambientali 

di questo sistema rendono essenziale 

pensare ad un utilizzo più razionale ed una 

migliore gestione complessiva dell’energia 

per garantire un livello adeguato di sviluppo 

sostenibile. La norma En 16001 “Sistemi 

di gestione per l’energia” (Sge) è la risposta 

che stavamo aspettando per raggiungere 

questi risultati. È una norma che 

rappresenta il complemento “energetico” di 

altre due direttive: la Uni En Iso 9001 sui 

sistemi di gestione per la qualità e la Uni 

En Iso 14001 sui sistemi di gestione ambientale. 

La nuova norma speci ca i requisiti 

che deve possedere un sistema di gestione 

dell’energia e pone l’organizzazione 

in modo tale da essere in grado di garantire 

un approccio sistematico per un miglioramento 

continuo delle proprie prestazioni 

energetiche, attraverso un uso più ef ciente 

e sostenibile dell’energia, indipendentemente 

dalla tipologia utilizzata. Le direttive 

*Marketing & Communication, Inspiring 

Software 

Manuela Lucca* 

aiutano semplicemente le imprese che le 

adottano ad organizzare sistemi e processi 

al ne di migliorare l’ef cienza energetica, 

portando a bene ci economici ed alla 

riduzione dei gas serra. Si tratta di un 

documento tecnico utile per le aziende di 

qualunque tipologia e dimensione, capace 

di adattarsi a differenti condizioni geogra - 

che, culturali e sociali. È mirata per realtà 

che desiderano migliorare le proprie prestazioni 

energetiche in modo sistematico, 

organizzando, sviluppando e mantenendo 

un’ef ciente sistema di gestione dell’energia. 

Naturalmente questo deve essere conforme 

ai dettami della norma e dimostrabile, 

al ne di ottenere la certi cazione del 

proprio sistema di gestione dell’energia da 

parte di un’organizzazione terza. Sottostare 

al rispetto di questi requisiti del sistema 

energetico rappresenta un impegno concreto 

alla razionalizzazione ed alla gestione 

“intelligente” delle risorse. Manifesta la 

volontà dell’azienda di impegnarsi a livello 

sociale e di conseguire risparmi considerevoli 

che riescono ad essere dimostrati in 

breve tempo. Il sistema di gestione energia 

si deve basare su alcuni principi fondamentali: 

rispetto degli obblighi legislativi, 

ef cienza energetica ed identi cazione di 

esigenze oggettive che provino il raggiungimento 

degli obiettivi pre ssati. Il tutto si 

rifà alla dichiarazione di politica energetica 

che l’azienda intende seguire. Per politica 

energetica si intende la dichiarazione scritta, 

chiara e documentata dell’impegno che 

deriva dalla direzione aziendale. Stabilisce 

i propositi generali del sistema di gestione 

dell’organizzazione e contiene l’impegno 

al miglioramento continuo nell’utilizzo delle 

risorse energetiche. Una sorta di auto-disciplina 

in termini di utilizzo dell’energia, il 

cui rispetto degli obiettivi da parte del management 

rappresenta uno dei punti forti 

del Sge in quanto solo il reale interesse dei 

decisori può portare al raggiungimento di 

risultati importanti. 

Percorso di certificazione 

Primo passo da compiere è analizzare ed 

individuare le principali criticità e punti deboli 

del sistema al ne di de nire le scelte 

operative adeguate. Per fare questo è necessario 

svolgere un’attività di audit mirato, 

che consenta di valutare oggettivamente e 

puntualmente lo stato attuale dell’azienda 

ed identi care i possibili spazi di miglioramento. 

Inspiring è in grado di condurre attività 

professionali estremamente rapide 

che portano il cliente ad avere una prima 

consapevolezza di quella che è la sua situazione 

e le sue capacità e possibilità di 

migliorarsi. Una volta poste in atto queste 

misure, è necessario rivalutare l’ef cienza 

energetica derivante dal nuovo assetto 

e quindi identi care nuovi eventuali punti 

deboli. È fondamentale inoltre assicurare 

che tutti gli operatori siano parte attiva 

nel sistema energetico, ponendo l’accento 

sull’importanza della formazione e delle 

competenze tecniche che devono possedere 

af nché i membri del team siano 

consapevoli dei propri ruoli, delle proprie 

responsabilità, dell’importanza del controllo 

dell’energia e delle conseguenze che si 

possono avere qualora non si operi in ottemperanza 

al sistema energetico. 

Un sistema di gestione dell’energia, se ben 

78 n.1 marzo 2011 

⊳ 


⊳ 


SPECIALE 

IL CONTATORE 

COME SI POSSONO 

ridurre i consumi? 

Un modo soddisfacente è quello di suddividere i 

carichi presenti nello stabilimento utilizzando vari 

criteri di analisi: compito dell’energy manager sarà la 

valutazione della migliore con gurazione. 

I contatori elettronici Sentron PAC1500. 

Michele Tedone* 

› 

In questi anni, i temi della sostenibilità, 

dell’ef cienza energetica e della 

riduzione dei consumi sono oggetto 

di una campagna d’informazione volta a 

dimostrare che, con l’utilizzo di particolari 

tecnologie e soluzioni, si possano risparmiare 

decine di miliardi di chilowattora, evitando 

l’emissione di tonnellate di anidride 

carbonica nell’ambiente. 

La riduzione dei consumi elettrici nell’industria 

e nel terziario, l’attenzione verso l’acquisto 

di elettrodomestici ad alta ef cienza, 

l’utilizzo di pannelli solari o della geotermia 

per il riscaldamento dell’acqua, la corretta 

distribuzione dell’illuminazione d’interni, 

il controllo della climatizzazione, la sostituzione 

di vecchi motori e l’adeguamento 

dell’illuminazione pubblica alle nuove 

tecnologie, sono alcuni degli esempi che 

possono essere considerati per contribuire 

a una progressiva eliminazione degli 

sprechi. L’ef cienza energetica, attraverso 

il controllo rigoroso e le conseguenti 

misure di ottimizzazione, svolge un ruolo 

chiave in tutta l’industria manifatturiera, 

negli edi ci non industriali, nel settore dei 

servizi e delle infrastrutture. Siemens propone 

soluzioni per la gestione trasparente 

e intelligente dell’energia con l’obiettivo 

di affrontare le principali tematiche legate 

all’ef cienza energetica e al power 

management, seguendo le normative di riferimento. 

Un’azienda, per operare scelte 

* Product manager global 

components Siemens 

adeguate nelle strategie energetiche, ha la 

necessità di analizzare le curve di carico. 

L’analisi può essere effettuata elaborando 

i dati dei consumi attraverso contatori 

elettronici installati in campo e in comunicazione 

con un sistema informatico centrale. 

Gli energy manager, gure sempre più 

richieste nell’ambito delle aziende di medie 

e grandi dimensioni, attraverso la supervisione 

e il controllo, l’analisi dei dati rilevati 

e l’esperienza maturata, de niscono i contratti 

di acquisto/scambio con l’ente distributore, 

scelgono dei piani tariffari ad hoc e 

piani cano delle manutenzioni o sostituzio- 

Calcolo dei costi energetici 

in un centro commerciale 

ni dei carichi non più ef cienti e obsoleti. È 

necessario suddividere l’impianto in piccole 

unità di consumo per calcolare il contributo 

percentuale delle stesse alla curva di carico 

totale e quindi piani care strategie di programmazione 

dei cicli produttivi o delle attività 

lavorative in funzione di una reale convenienza 

economica. Oltre alla valutazione 

di possibili interventi per ridurre i consumi, 

eliminare le punte di prelievo e gli sprechi, 

è possibile effettuare una veri ca sul corretto 

addebito in fattura del fornitore di energia 

elettrica e determinare, anche in remoto e in 

tempo reale, i consumi di energia in socie- 

La necessità del gestore del centro commerciale è quella di poter 

suddividere i consumi per ogni esercizio/negozio. I dati di energia 

attiva e reattiva vengono trasmessi via bus al sistema centrale il quale 

giornalmente li archivia in memoria. Eventuali sbilanciamenti (frodi) 

possono essere tenuti sotto controllo grazie all’analizzatore posto nel 

quadro di distribuzione che misura l’energia immessa nell’impianto. 

Per queste necessità possono essere utilizzati contatori elettronici 

Sentron PAC1500 con comunicazione per la misura dei consumi 

energetici nei singoli esercizi; analizzatori Sentron PAC4200 per la 

misura dei consumi e delle principali grandezze elettriche; il software 

Sentron powermanager per la supervisione dei valori rilevati. 

80 n.1 marzo 2011 

⊳ 


I contatori elettronici Sentron PAC1500 

I contatori elettronici Sentron PAC1500 

misurano la potenza attiva e reattiva e 

memorizzano i consumi di energia attiva 

(assorbita ed erogata) e i consumi di energia 

reattiva (induttiva e capacitiva). I dispositivi 

calcolano l’energia attiva in classe di 

precisione 1 secondo la norma EN50470-3. I 

valori misurati sono visualizzati su un display 

alfanumerico di colore verde retroilluminato. 

Disponibili in esecuzione monofase e trifase, 

per inserzione diretta fino a 80 A o a riduttore 

di corrente con secondario da 5 A e primario 

da 5 fino a 10.000 A. Lo spazio occupato su 

guida DIN è pari 4 moduli (1 modulo = 18 

mm). Per trasmettere i dati in remoto, sono 

stati sviluppati moduli di comunicazione da 

accoppiare ai contatori Sentron PAC1500. 

La scelta del protocollo di comunicazione 

può essere definita successivamente 

all’installazione dei contatori Sentron PAC1500. 

È sufficiente prevedere uno spazio di un’unità 

modulare sulla guida DIN del quadro di 

distribuzione e successivamente affiancare 

al contatore il modulo di comunicazione 

appropriato. Sulla parete laterale dei contatori 

e dei moduli è presente un’interfaccia ottica 

bidirezionale a infrarossi che consente la 

trasmissione dei dati misurati secondo 

protocolli di comunicazione fra i più 

utilizzati. Siemens ora può offrire moduli di 

comunicazione con protocollo Modbus, M-BUS, 

Konnex EIB, Profibus DP V0. 

Gestione remota dei consumi energetici 

in una catena di Hotel 

I dati dei consumi vengono trasmessi attraverso la rete LAN, Wlan o Gprs 

all’amministrazione centrale e da qui raccolti ed elaborati. L’opzione Web del 

software Sentron powermanager consente di poter ricevere a distanza i valori 

misurati. L’amministrazione può tenere sotto controllo i consumi e prevedere 

i volumi d’acquisto dell’energia al fine di stipulare il migliore contratto di 

fornitura con l’ente distributore. Per fare ciò possono essere utilizzati contatori 

elettronici Sentron PAC1500 installati nei quadri di distribuzione degli Hotel. 

Nell’amministrazione centrale i dati vengono raccolti e analizzati attraverso il 

Sentron powermanager e confrontati con quelli dei periodi precedenti. 

L’amministrazione può tenere sottocontrollo i consumi e prevedere 

i volumi d’acquisto dell’energia . 

L’esempio mostra come possono essere utilizzati 

contatori, analizzatori e sistema di supervisione. 

tà con sedi distaccate, tipo catene alberghiere, 

centri commerciali, banche, dove la 

centralizzazione dei dati diventa essenziale. 

Siemens ha sviluppato dei prodotti che 

consentono di visualizzare i consumi energetici, 

la qualità dell’energia distribuita e di 

effettuare delle analisi previsionali con algoritmi 

collaudati al ne di migliorare l’ef - 

cienza energetica. 

L’analisi dei valori misurati 

La raccolta dei dati è l’elemento indispensabile 

per effettuare statistiche e ottenere 

un utilizzo intelligente della fornitura di 

energia elettrica. È assolutamente necessario 

installare strumenti di misura idonei a 

effettuare un’analisi rapida dei dati per individuare, 

in maniera automatica, le cause 

di spreco. La costruzione della curva di carico 

permette di trovare eventuali picchi di 

potenza (punte) all’interno di un arco temporale 

che, avendo un peso considerevole 

nel calcolo del costo totale della fornitura di 

energia elettrica, impone una scelta oculata 

del contratto con l’ente distributore per 

arrivare a risparmi considerevoli in termini 

economici. Un impianto può essere suddiviso 

in nodi e ognuno di questi può essere 

tenuto sotto controllo attraverso l’installazione 

di uno o più strumenti (contatori, 

multimetri o analizzatori). Il numero di strumenti 

da installare deve essere deciso in 

funzione dei centri di costo che si vogliono 

tenere sotto controllo o meglio dei reparti 

o delle attività di cui si vogliono quanti care 

e controllare i consumi. Ognuno di que- 


81 

⊳ 


SPECIALE 

Cosa controllare 

per ridurre i consumi? 

I contatori elettronici Sentron 

PAC1500 possono essere inseriti a 

valle del contatore installato dall’ente 

distributore e sulle partenze delle linee 

di alimentazione, verso i carichi elettrici. 

In particolare si possono considerare 

alcuni aspetti che il sistema 

Sentron può evidenziare e qui 

di seguito ve li proponiamo. 

Le luci che restano accese 

anche quando non servono. 

I motori che girano a vuoto senza 

produrre o sono sovradimensionati 

rispetto alle esigenze di potenza con 

diminuzione quindi del rendimento. 

I frigoriferi che vengono avviati 

contemporaneamente e generano dei 

picchi di potenza che l’ente distributore, 

nel caso di superamento della potenza 

impegnata, fa pagare con una penale. 

L’aria condizionata che resta 

sempre in funzione anche durante 

la notte o nei giorni festivi. 

Inoltre, gli impianti sono costituiti 

da trasformatori, interruttori 

automatici, sezionatori, 

fusibili, sbarre o cavi 

di collegamento che dissipano potenza 

sotto forma di calore e, in ambito 

elettrotecnico, si parla di perdite. 

Le perdite, considerate ottimali 

in un impianto di nuova realizzazione, 

rappresentano il 3% del consumo 

complessivo mentre in un impianto 

vecchio e male dimensionato tali 

perdite possono superare il 12%. 

sti strumenti rappresenta un nodo di acquisizione 

al quale il programma associa 

un nodo dati nel database. Il programma 

registra nel database i dati rilevati in modo 

continuo e automatico dallo strumento. In 

questo modo è possibile studiare le curve 

di carico e ottenere le informazioni necessarie. 

Oltre alle informazioni sui consumi e 

quindi sui costi che ne derivano, è possibile 

anche ottenere indicazioni sui cicli di 

lavorazione e sui rendimenti delle macchine 

stesse. 

In sintesi 

La base per ottenere risultati soddisfacenti 

è quella di suddividere i carichi presenti 

nello stabilimento utilizzando criteri di 

analisi dei singoli casi: compito dell’energy 

manager sarà la valutazione della migliore 

con gurazione. Per portare a termine 

un’analisi ef ciente, la scelta dei nodi 

dove installare i contatori elettronici è di 

estrema rilevanza per sapere quali siano 

gli utilizzatori che, per importanza rispetto 

alla richiesta di energia elettrica e impegno 

di potenza, devono essere monitorati 

con maggior dettaglio e quelli che al 

contrario possono essere raggruppati sotto 

un’unica misura. 

Job opportunities 

Fiera Milano Editore, leader nell’editoria specializzata nei mercati dell’Automazione, 

dell’Elettronica, della Meccanica e Progettazione e dell’Ambiente ricerca per 

il potenziamento della propria rete commerciale nazionale agenti senior 

e junior fortemente motivati allo sviluppo dei clienti potenziali. 

Per entrambe le posizioni è richiesta una minima esperienza nella 

vendita di spazi pubblicitari su riviste specializzate e su 

prodotti editoriali online. 

Si offrono un adeguato trattamento economico ed una 

reale possibilità di sviluppo professionale. 

Inviare CV a : 

recruiting@fieramilanoeditore.it 

Massima riservatezza 

Fieldbus 

& 

Networks 

82 n.1 marzo 2011 

⊳ 


Ci pensiamo noi: 

ReadyChain ® pronta per l'uso, realizzata su misura per la tua macchina, con garanzia 

.it/catene+cavi+connettori 

Spedizioni in 24 ore o in giornata – Servizio e assistenza worldwide con 29 filiali igus ® nel mondo. 

igus ® srl Robbiate (LC) Tel. 039 59061 Fax 039 5906222 igusitalia@igus.it www.igus.it 

⊳ 


NEWS 

HORNER 

Produrre energia in modo 

pulito ed ecologico non è più 

solamente una necessità, 

ma un dovere, a causa sia 

della scarsità delle sorgenti energetiche 

disponibili (fossili), sia dei cambiamenti 

climatici in corso, che richiedono un uso 

sostenibile dell’energia. In questo scenario, 

i sistemi per la produzione d’idrogeno 

hanno un ruolo fondamentale nell’ambito 

delle energie alternative. L’industria 

dedicata alla produzione d’idrogeno è in 

rapida espansione, essendo l’idrogeno 

uno dei combustibili potenziali per 

l’industria automobilistica, l’elettronica 

di consumo, le abitazioni e l’industria. 

Il sistema qui considerato consiste in 

un elettrolizzatore, che per il proprio 

funzionamento utilizza l’energia prodotta 

da panelli solari, per alimentare il processo 

di elettrolisi dell’acqua de-mineralizzata 

contenuta in un serbatoio. L’idrogeno 

prodotto in forma gassosa viene poi 

stoccato in serbatoi a pressione variabile 

in base alle necessità, per essere 

utilizzato come gas mischiato ad altri gas, 

quali il metano, per la combustione in 

generatori, oppure per essere stoccato 

in fuel cell a idruri metallici ricaricabili 

per la produzione diretta di energia 

elettrica. L’elettrolisi produce ossigeno e 

idrogeno di qualità grazie al processo di 

puricazione alla pressione di 30 bar. 

Data la loro dislocazione, normalmente 

all’aperto per fruire di maggiore spazio e 

sole, questi sistemi integrano requisiti quali 

dimensioni contenute, alimentazione a 

batteria, schermo luminoso per vedere in 

piena luce, possibilità di gestire più ingressi 

analogici, salvataggio dati su compact 

ash o microSD, comunicazione seriale 

ed Ethernet, opzionalmente GSM/Gprs. 

Date le caratteristiche richieste, il cliente ha 

scelto le soluzioni del fornitore di Ocs 

-Operator Control Stations, Horner-APG, 

e in particolare il modello XL6. 

Per le espansioni sono stati scelti i 

moduli SmartMod, che comunicano 

in Modbus RTU su RS485. Inne, il 

pacchetto software Cscape 

integrato permette la programmazione 

e la facile gestione del sistema. La 

funzione ‘data log’ del prodotto permette 

di memorizzare i dati periodicamente in 

le .csv in cartelle organizzate all’interno 

della memoria microSD. Gli allarmi 

possono essere gestiti da logica ladder 

o da editor graco, con la possibilità di 

creare sempre uno storico-allarmi in .csv 

nella microSD. L’opzione GSM/Gprs 

permette la tele-assistenza, lo scambio di 

sms e email, nonché di scaricare o inviare 

i le contenuti nella memoria microSD. 

ABB 

Dalle competenze di 

due aziende 

come ABB e Saet, affermate 

nei rispettivi settori, 

è nata 

un’efficace soluzione capace 

di soddisfare le complesse 

esigenze di gestione di una 

centrale fotovoltaica estesa su 

un’area di 4.700 m di perimetro. 

Essa produce una potenza di 

16 MW attraverso l’impiego di 

quasi 70 mila pannelli solari. Per l’applicazione sono stati 

utilizzati i dispositivi ABB i-bus , a standard KNX, 

connessi al sistema di supervisione Saet Gemss, 

che garantisce il controllo contemporaneo dei diversi 

sottosistemi dell’impianto: protezione antifurto dei pannelli 

fotovoltaici, protezione perimetrale del grigliato e interrata, 

videosorveglianza, controllo dei dispositivi di automazione, 

contatori GSE . In particolare, per impedire il furto dei 

pannelli solari montati sulla struttura a terra viene impiegata 

la tecnologia Saet FV 08 , che consente di controllare, 

nell’arco delle 24 ore, tutte le oltre 3.800 stringhe di pannelli. 

I quasi 1.300 sensori FV 08 sono alloggiati all’interno di 

214 quadri Gemini di ABB e sono installati in prossimità di 

ciascun inverter; essi rilevano, in tempo reale, l’eventuale 

rimozione anche di un solo pannello di ciascuna stringa. 

La tecnologia è in grado di distinguere efficacemente gli 

eventi atmosferici da quelli di 

tentato furto; la posa in opera 

del sistema non ha richiesto 

attività d’installazione sui singoli 

pannelli o stringhe, in quanto 

il cablaggio è stato effettuato 

a monte degli inverter, senza 

ricadute sulla tensione o la 

produttività dell’impianto. Le 

segnalazioni che provengono 

dai sensori sono raccolte su 

4 centrali Saet Delphi , 

mentre il comando centralizzato 

e il controllo dello stato 

degli interruttori dei quadri elettrici, distribuiti nelle 10 

cabine, è affidato ai dispositivi ABB a standard KNX. 

Per l’interconnessione delle cabine è stata utilizzata 

l’infrastruttura in fibra ottica esistente; la contabilizzazione 

fiscale dell’energia prodotta avviene tramite 10 contatori 

GSE certificati, le cui letture sono raccolte e storicizzate dal 

sistema di supervisione che memorizza i dati, visualizza le 

grandezze rilevate (potenza attiva e reattiva, corrente, fattore 

di potenza) e produce report comparativi. I dati fungono da 

riferimento per la fatturazione e l’emissione delle bollette. 

Inoltre, le società incaricate della gestione e manutenzione 

possono monitorare in locale lo stato di funzionamento del 

sistema; da una postazione remota, presso un istituto di 

vigilanza, avviene il controllo 24 ore su 24 dell’incolumità dei 

beni installati; i committenti possono interrogare il sistema 

dalla propria sede. 

84 n.1 marzo 2011 

⊳ 


GEFRAN 

La serie di inverter 

per fotovoltaico 

Radius 

di Gefran 

integra una vasta gamma di 

servizi, tra cui il ‘Radius energy 

non stop-rens’, che azzera i rischi 

di mancata erogazione di energia 

dovuti al fermo inverter. Si tratta 

infatti di un contratto annuale 

rinnovabile, che assicura, in caso 

d’interruzione del servizio degli 

inverter Radius, il totale rimborso 

della tariffa incentivante del Conto 

Energia. Altri servizi includono 

la fornitura di cabine ‘chiavi in 

mano’ per installazioni di 1 MW 

e oltre; consulenza progettuale 

su impianti di qualsiasi taglia; 

assistenza in Italia e nel mondo. 

Tecnologia ‘made in Italy’, 

tensione ampliata sino a 1.000 

V c.c., efcienza sino al 98,5% 

e piena potenza, sino a 50°C di 

temperatura ambiente: queste sono 

solo alcune delle caratteristiche 

della famiglia Radius, naturale 

evoluzione e derivazione dal 

business degli inverter applicati 

in ambito industriale in cui 

Gefran opera da oltre 45 anni. 

La gamma Radius Industrial, 

in particolare, disponibile da 

15 a 250 kW, risponde alle 

esigenze di applicazioni di 

tipo industriale, mentre per 

impianti di tipo residenziale 

sono disponibili taglie inferiori. 

Per il controllo del riscaldamento 

a IR, invece, Gefran propone il 

controllore di potenza 

GFX4-IR, con funzioni hardware 

e software speciche per gli 

elementi riscaldanti IR di qualsiasi 

lunghezza d’onda. Le tecnologie 

di riscaldamento con lampade 

a IR trovano sempre maggior 

applicazione in ambito industriale, 

fornendo concreti vantaggi 

se comparate ai dispositivi di 

riscaldamento di tipo tradizionale. 

Trovano applicazione in svariati 

processi produttivi grazie alla 

essibilità tipica delle tecnologie 

contactless, in cui il prodotto non 

è, o non può venire, a contatto 

con l’elemento riscaldante. Tra i 

principali punti di forza dell’impiego 

di lampade IR si segnalano il 

migliore controllo del processo e 

la minore dissipazione di energia 

elettrica, grazie alla possibilità di 

‘indirizzare’ l’energia termica nel 

punto voluto del prodotto/processo. 

Dotato di modalità ‘zero crossing’, 

GFX4-IR permette di gestire 

le singole semionde, sempre 

bilanciate, e di controllare la 

stabilità della radiazione evitando 

il fenomeno del ickering. Le 

funzioni di ‘soft start’, controllo 

delle correnti di picco e RMS, 

dell’eventuale innesco in phase 

angle, nonché le funzionalità di 

retroazione in tensione, corrente, 

potenza incontrano le diverse 

esigenze dei processi controllati. 

La dotazione d’interfacce eldbus 

permette il collegamento ai 

dispositivi in Probus DP, 

Devicenet, Canopen, Modbus 

TCP, Ethernet IP ed Ethercat. 

FLUKE 

Gli oscilloscopi portatili ScopeMeter serie 190 II 

di Fluke a 4 canali, per l’utilizzo in ambienti industriali 

difficili, offrono classe di sicurezza III 1.000 V/CAT IV 

600 V. Completamente isolati l’uno dall’altro, i canali 

d’ingresso possono eseguire misure differenziali 

ottanti, caratteristica importante per la ricerca guasti in 

dispositivi elettronici di potenza trifase in installazioni 

fisse. Il telaio è isolato esternamente e privo di fessure 

o ventole di raffreddamento, per evitare l’esposizione 

dello strumento. Inoltre, impermeabile e resistente 

alla polvere, secondo la classe di protezione IP51, 

l’oscilloscopio può essere utilizzato in sicurezza 

all’interno dello stabilimento o sul campo. L’elettronica 

di potenza viene utilizzata sempre più spesso per la 

produzione di energia solare ed eolica, per massimizzare 

l’efficienza o ridurre i consumi. L’elevata velocità di 

campionamento dello strumento, fino a 2,5 GS/s, con 

risoluzione a 400 picosecondi, consente di catturare i 

disturbi elettrici e altri tipi d’interferenze per una corretta 

diagnosi. I modelli a 100 e 200 MHz offrono inoltre la 

larghezza di banda necessaria a soddisfare qualsiasi 

tipo di esigenza. Grazie ai 4 canali di cui la serie è dotata, 

gli utenti possono ispezionare contemporaneamente 

i segnali d’ingresso e uscita, i circuiti di feedback o 

i blocchi di sicurezza per risolvere problemi quali: 

ampiezza o variazioni di forma del segnale e interferenze, 

o disturbi indotti su tutti i principali nodi del circuito; 

anomalie di sincronizzazione e misurazioni di 

temporizzazione del segnale; fenomeni di attenuazione, 

uttuazione e deriva risultanti da problemi d’impedenza 

o impatti ambientali. I 4 canali sono indispensabili 

per collaudare gli azionamenti a velocità variabile dei 

motori e l’elettronica basata su inverter utilizzata nelle 

applicazioni di produzione e trasporto di energia pulita. 

In sintesi, gli utenti possono visualizzare e misurare 

le armoniche, i transienti e i carichi nei sistemi di 

alimentazione trifasi; effettuare la ricerca guasti nei 

convertitori c.c./c.a. per rilevare gli Igbt e i circuiti di 

comando difettosi; visualizzare e misurare le forme 

d’onda modulate ad ampiezza d’impulso (PWM) per il 

rilevamento di riessi e transienti. La batteria agli ioni 

di litio permette il funzionamento del prodotto fino a 7 

ore; 2 porte USB, isolate elettricamente, semplificano 

l’acquisizione e condivisione delle forme d’onda; i dati 

si possono memorizzare su memoria USB ed è possibile 

collegarsi a un PC per trasferire le forme d’onda o le 

immagini per l’analisi o l’archiviazione. 


85 

⊳ 


NEWS 

ELETTRONICA 

SANTERNO 

Le soluzioni residenziali 

Sunway M XS e M 

Plus di Elettronica 

Santerno, società del 

gruppo Carraro attivo nel campo 

degli inverter solari fotovoltaici, 

coniugano l’ef cienza energetica a 

un design elegante e ricercato. 

Nello speci co, Sunway M XS, leggero 

per l’assenza del trasformatore e di 

semplice installazione, è la soluzione 

ideale per impianti da 2 a 9 kWp. 

Disponibile in quattro gradazioni 

cromatiche (bianco, rosso, nero e blu) 

e in sei taglie, l’inverter è dotato di 

touchscreen a colori con funzionalità di 

wake-up notturno per accesso ai dati 

di produzione, datalogger integrato e 

connettività wireless per comunicare 

attraverso smartphone e PC. I bassi 

consumi (conformi ai requisiti UE di 

consumo in standby) e la funzione 

‘power equalization’ su Canbus per 

connessione multi-inverter fanno di 

Sunway M XS una delle soluzioni più 

PICOTRONIK 

tecnologicamente ogic 

ente 

avanzate 

v ate 

per massimizzare izza 

zare 

r 

il rendimento 

ento 

energetico er 

delle e le unità abitative. 

tive 

Nel caso 

in cui i vi siano speciche 

c 

esigenze enzez di modulo, l , d’impianto p t o di 

rete 

pubblica, tali da richiedere la 

presenza di un trasformatore tore 

integrato, 

Elettronica Santerno t o propone invece 

l’inverter monofase Sunway M Plus, 

idoneo all’utilizzo in rete in versione 

grid-connected, per potenze da 1 

a 7 kWp del campo fotovoltaico. 

Compatta e afdabile nel garantire 

la massima resa e il funzionamento 

dell’impianto di destinazione, la 

gamma presenta caratteristiche di 

estrema robustezza e solidità, grazie 

all’utilizzo di materiali in acciaio inox. 

La collaborazione tra Picotronik, con sede a Mirandola, e CPL, Soc. Coop. di Concordia, 

impegnate rispettivamente nella produzione di apparecchiature elettroniche e nella 

realizzazione e gestione delle energie rinnovabili e di reti gas, si è concretizzata in 

un pannello sinottico per la visualizzazione delle prestazioni degli impianti 

fotovoltaici: Pioneer-Esun. Display ultra-luminosi di grandi dimensioni, visibili 

a grande distanza, caratterizzano questi sinottici, che permettono la visualizzazione 

contemporanea della potenza istantanea prodotta dall’impianto, dei grammi di 

CO 2 

non emessi e dei kW prodotti nel tempo. Fruitori principali del prodotto sono 

le istituzioni, comuni ed enti pubblici, ma anche le aziende investono in questa 

tecnologia per mettere a disposizione dei clienti i dati più significativi degli impianti 

fotovoltaici in uso, evidenziando in tal modo i benefici che ne derivano. 

In dettaglio, Pioneer-Esun si compone di tre Pioneer singoli, inseriti in una custodia in 

acciaio e alluminio realizzata su misura del cliente. La comunicazione con la centralina 

di gestione Esun, realizzata da CPL, avviene tramite seriale RS485 con un protocollo di 

comunicazione concordato tra Picotronik e la stessa CPL. Pioneer visualizza a grande 

distanza, tramite display ad alta efficienza da 100 mm, diverse grandezze fisiche (Volt, 

Ampere ecc.). Sono possibili esecuzioni speciali unendo più Pioneer in un unico 

elegante pannello in acciaio inox, su specifica del cliente. 

L’elettronica sofisticata, tramite una serie di ingressi, offre funzioni digitali 

standard, come totalizzatori up/down, contagiri, data/ora, gestione code per uso 

commerciale, gestione punteggi in ambito sportivo, segnalazione acustica ingressi/ 

uscite operai ecc. La connessione può avvenire via seriale tramite una porta 

RS232 diretta o via radio modem, seriale RS485, o ingressi analogici o digitali. 

SICK 

Le 

centrali elettriche diesel, 

alimentate a olio combustibile, 

sono utilizzate sempre più 

frequentemente per la fornitura di energia 

decentralizzata. I valori delle emissioni, 

che devono essere 

monitorati in continuo, 

vengono applicati anche per queste centrali 

elettriche. I sistemi di monitoraggio delle 

emissioni devono dunque essere adatti 

alle particolari condizioni di esercizio 

dettata dalla presenza dei gas di scarico 

dei motori diesel, che presentano elevati 

valori di fuliggine e acido solforico, e 

richiedere poca manutenzione. Fra gli 

analizzatori in situ proposti da 

Sick, il modello GM32 permette 

la misura delle emissioni di SO 2 

e NO 2 

ed è particolarmente indicato per i gas 

di scarico dei motori diesel alimentati 

a olio combustibile. Quando si devono 

misurare più componenti, per esempio O 2 

, 

CO, NH 3 

ecc., è necessario utilizzare altri 

analizzatori, come i modelli GM35, 

GM700 o ZrO2. In questo caso, 

la misurazione estrattiva a caldo 

con il dispositivo MCS100E HW, 

che può registrare tutti i componenti 

simultaneamente, è una valida alternativa 

per salvaguardare i costi. Il riscaldamento di 

tutte le parti a contatto con il gas campione 

previene la corrosione e le reazioni tra i 

vari componenti dei gas di scarico. Inoltre, 

è possibile effettuare misure a scansione 

sui fumi provenienti da due o più motori; i 

filtri interni per la verifica dei valori misurati 

permettono poi i controlli di routine senza 

che sia necessario utilizzare bombole di 

calibrazione. Oltre a questo, la struttura 

robusta dei sistemi per la misurazione in 

situ o estrattivi a caldo per centrali elettriche 

a diesel non richiede grossi sforzi per la 

manutenzione. 

I sistemi in situ, come GM32/GM35, e il 

sistema estrattivo MCS100E HW hanno tutte 

le più importanti certificazioni in accordo 

alle normative europee; inoltre, la presenza 

internazionale di Sick assicura interventi 

di manutenzione e riparazione in tutto il 

mondo. 

86 n.1 marzo 2011 

⊳ 


KELLER Italy S.r.l. 

 

officeitaly@keller-druck.com 

www.keller-druck.com 

Trasmettitori per 

la misurazione dei livelli 

DCX-18 Eco 

26 Ei 

36 X S 

46 X (Ei) 

⊳ 


NEWS 

ROBUSCHI 

Con il lancio di Robox screw 

Low Pressure, 

Robuschi 

ha ampliato e consolidato il 

successo internazionale della gamma di 

compressori a vite Robox screw. 

Il modello, ‘oil free’, è nato per fornire una 

soluzione ad hoc alle speciche esigenze 

dei clienti in tema di risparmio energetico e 

alla richiesta di prodotti a basso consumo 

e ridotto impatto ambientale. Mantiene le 

caratteristiche peculiari della famiglia RSW 

di ultima generazione: alta efcienza ed 

estrema silenziosità. In più, si avvale di uno 

speci co sistema di lubricazione a bagno 

d’olio, che ha consentito l’eliminazione di 

tutti gli accessori normalmente presenti 

in questo tipo di prodotto, quali la pompa 

di circolazione dell’olio, lo scambiatore di 

calore aria/olio e gli iniettori di olio. 

Il layout di Robox screw Low Pressure è 

così semplice e compatto come quello dei 

gruppi di compressione basati sui 

sofatori a lobi, utilizzati negli impianti 

di depurazione di tutto il mondo. 

Queste caratteristiche, unite alle 

consolidate qualità dei gruppi sofanti 

Robox evolution, rendono Robox 

screw Low Pressure una soluzione 

ottimale per impianti di depurazione 

con pressione sino a 1.000 mbar (g). 

La gamma completa di Robox screw è 

in grado di raggiungere no a 2,5 bar 

(g) di pressione e portate no a 10.500 

m³/h; è inoltre disponibile un’ampia 

varietà di grandezze e accessori. 

Il risparmio energetico è reso possibile 

dall’innovativo prolo dei rotori, che 

ottimizza il rapporto tra portata e 

pressione grazie alla massima resa della 

compressione interna, aumentando 

l’efcienza del gruppo Robox screw e 

riducendo, conseguentemente, i consumi. 

In questo modo, per i clienti si 

amplia la visione di acquisto, non più 

limitata all’investimento iniziale, ma 

volta al risparmio futuro derivante 

dall’alta efcienza del prodotto. 

CONVECO 

Negli ultimi anni il numero di applicazioni che comportano 

l’utilizzo dei silossani in prodotti destinati al consumo è 

notevolmente cresciuto: conseguentemente, quantità sempre 

maggiori di sillossani si trovano nel biogas generato da 

discariche di rifiuti solidi urbani o nel processo di digestione 

anaerobica di reui civili. Durante la combustione all’interno 

dei motori, i silossani presenti nel biogas si convertono in 

diossido di silicio formando una matrice dura che si accumula 

sulle superfici a diretto contatto con la combustione. A 

causa di queste incrostazioni, l’efficienza del motore decade 

con drastica riduzione delle prestazioni, incremento dei 

fermi macchina e dei costi per manutenzione straordinaria. 

Conveco in collaborazione con la società PpTek ha sviluppato 

una nuova serie di impianti (Bgak) basati sull’impiego di un 

mezzo filtrante polimerico che ha capacità di imprigionare 

i silossani e i Cov presenti nel biogas fino al 25% del 

proprio peso; il mezzo filtrante è inoltre idrorepellente e 

quindi la presenza di umidità non inuenza le prestazioni 

come invece accade, per esempio, con i carboni attivi. 

L’ impianto Bgak è costituito da due filtri in parallelo 

abbinati ad un modulo di rigenerazione termica. Quando il 

primo filtro è saturo il usso di biogas viene automaticamente 

deviato al secondo filtro, senza interruzione di esercizio. 

Il mezzo filtrante saturo viene rigenerato con la tecnica 

del Thermal Swing Absorption attraverso il ussaggio 

controllato in controcorrente con aria calda che provoca il 

rilascio dei contaminanti imprigionati. Il risultato è la 

rigenerazione del mezzo filtrante che è così disponibile 

per il riutilizzo, senza necessità di sostituzione. 

La rigenerazione viene applicata alternativamente ad entrambi 

i filtri di modo che mentre un elemento è in esercizio, l’altro 

viene rigenerato. Il dimensionamento dell’impianto è effettuato 

considerando per ogni filtro un periodo di esercizio di 24 ore 

continuative seguito da una fase di rigenerazione di circa 3 ore. 

Il vantaggio principale consiste nella possibilità di 

eseguire la rigenerazione direttamente sul sito, senza 

necessità di movimentazione del mezzo filtrante che 

è inoltre garantito per una vita utile di 5 anni, con 

mantenimento costante delle prestazioni di rimozione 

silossani (concentrazione in uscita minore di 10 mg/m 3 ). 

L’impianto Bgak è realizzato in configurazione Atex ed è 

completamente automatizzato; la distribuzione esclusiva per il 

territorio nazionale è affidata alla società controllata Progeco. 

88 n.1 marzo 2011 

⊳ 


⊳ 


NEWS 

TCR TECORA 

Flowcal Air è il nuovo calibratore multifunzione 

prodotto da Tcr Tecora. Flowcal Air è molto di 

più di un semplice calibratore di portata: è uno 

strumento t 

che permette di eseguire tutti i controlli necessari 

per vericare la taratura dei parametri normalmente misurati 

dai campionatori, quali usso, pressione e temperatura. Questa 

caratteristica lo rende insostituibile per le normali procedure di 

verica dello strumento di campionamento previste dal sistema 

di qualità. La tracciabilità delle misure è fondamentale per 

operare in regime di qualità: Flowcal Air genera veri e propri 

report di calibrazione corredati delle informazioni riguardanti: 

cella utilizzata, scadenza tarature, scostamenti, condizioni 

ambientali durante la prova, data e ora della misura ecc. 

I report possono essere copiati sulla 

chiavetta USB fornita in dotazione. 

La calibrazione di ciascun sensore avviene attraverso 

un’accurata procedura e una catena metrologica 

riconducibile agli standard nazionali. 

Celle di misura della portata Flowcell Air - È possibile utilizzare 

Flowcal Air con le celle Flowcell Air. Ciascuna cella è calibrata 

individualmente e contiene all’interno del proprio microchip tutte 

le informazioni utili per la tracciabilità della calibrazione. Ogni 

cella incorpora un sensore 

di temperatura ambiente 

opportunamente schermato 

dall’irraggiamento solare 

per l’utilizzo in campo. Sono 

disponibili la cella alto usso, per 

ussi compresi tra 150 e 600 l/ 

min, e la cella medio usso, per 

ussi compresi tra 10 e 60 l/min. 

Flowcal Air HiDP - È possibile 

utilizzare Flowcal Air con orizi 

di misura calibrati, quali per 

esempio i calibratori Us Epa 

per alto volume. Introducendo 

in Flowcal Air le costanti di 

calibrazione del costruttore, è 

possibile trasformare il vecchio 

ori zio in un misuratore di portata 

elettronico. Il dato di portata 

verrà indicato alle condizioni 

attuali e standard. Pertanto, non 

sarà più necessario utilizzare i tubi 

a U e calcolarsi di volta in volta il usso 

misurato. Altre caratteristiche di Flowcal Air 

sono: alimentazione con batterie 

alcaline sostituibili dall’utente; 

interfaccia graca semplice ed intuitiva; 

capacità di memorizzare no a 256 report. 

⊳ 


⊳ 


IMPRONTE 

La prima goccia 

Una piccola goccia d’acqua, la prima, che 

timidamente cade su una Terra ancora devastata da 

cataclismi di ogni genere. La sua presenza sembra 

insigni cante ma con il trascorrere dei secoli e dei 

millenni diventa la vera protagonista della storia del 

nostro pianeta e, soprattutto, della nostra umanità. 

Foto: Roger Mc Lassus 

Giorgio Nebbia 

Era una notte buia e tempestosa: non è solo 

l’inizio del romanzo “Paul Clifford”, reso celebre 

da Snoopy, ma era davvero una notte buia e 

tempestosa quella in cui, quattromila milioni 

di anni fa, la prima goccia di acqua liquida si è 

separata dall’atmosfera terrestre ed è caduta 

sulla supercie del pianeta. C’era voluto circa 

mezzo miliardo di anni per portare, nello strato 

di gas che circondava in quei lontani tempi la 

Terra, allo stato liquido la prima molecola di 

acqua presente nell’atmosfera primitiva. 

Quando si è formata, la Terra era più o meno una 

sfera rugosa e calda circondata da una miscela di 

gas composti da idrogeno, metano (CH 4 

, la forma 

in cui l’idrogeno è combinato con il carbonio), 

ammoniaca (NH 3 

, la forma in cui l’idrogeno è 

combinato con l’azoto), ossido di carbonio e 

piccole quantità di vapore acqueo (H 2 

O, la forma 

in cui l’idrogeno è combinato con l’ossigeno) 

La Terra era squassata da terremoti e lampi, e da 

eruzioni di vulcani che gettavano nell’atmosfera 

gas ricchi di anidride carbonica e di ossigeno il 

quale lentamente si combinava con l’idrogeno 

e formava una crescente massa di molecole di 

acqua allo stato di vapore. Ma ci sarebbe voluto 

molto tempo per avere una modicazione chimica 

dell’atmosfera con una graduale diminuzione 

dell’idrogeno e una liberazione graduale dell’azoto 

allo stato gassoso e di ossigeno gassoso; 

un mutamento di composizione che avrebbe 

consentito alle prime molecole di acqua di 

passare dallo stato gassoso allo stato liquido. 

Fu in quella notte che la prima goccia di 

pioggia è caduta sulla supercie terrestre: 

ma c’è rimasta poco perché è evaporata 

di nuovo immediatamente e lo stesso 

destino è stato riservato a tutte le altre 

gocce di acqua che si sono condensate e 

riversate sul nostro pianeta primitivo. 

Ci sarebbe voluto un po’ di tempo prima 

che le gocce d’acqua si fermassero in 

qualche depressione della rugosa supercie 

terrestre sotto forma di pozza, la prima 

struttura da cui si sarebbero poi formati 

i laghi e poi i mari e poi gli oceani. 

Un’attrazione irresistibile 

Se osservate come una goccia cade su un 

terreno vedrete facilmente che si forma un 

cratere e schizza tutto intorno la polvere: le gocce 

d’acqua scaricano in questo modo, grazie alla loro 

struttura chimica, l’energia della loro caduta. Ogni 

molecola di acqua H-O-H è circondata da miliardi 

di miliardi di miliardi di altre molecole di acqua, 

distribuite in tutte le direzioni dello spazio, che 

stanno insieme perché ciascun atomo di idrogeno, 

per la sua carica leggermente elettropositiva, è 

attratto energicamente dall’atomo di ossigeno 

della sua molecola, ma più blandamente, dagli 

atomi di ossigeno, leggermente elettronegativi 

di tutte le altre molecole di acqua circostanti. 

Questo fenomeno fa sì che le gocce d’acqua 

isolate siano sferiche, l’unica forma che assicura 

la neutralizzazione di tutte le cariche. 

Ma gli atomi di idrogeno di una molecola d’acqua 

sono attratti anche da qualsiasi sostanza che 

contiene atomi di ossigeno; per esempio se una 

goccia d’acqua cade su una supercie contenente 

sabbia o argilla, minerali contenenti ossigeno, 

quelli presenti nel suolo, le sue molecole sono 

attratte da quelle del minerale, aderiscono a 

ciascuna particella di terra e vi restano attaccate 

trascinandosele dietro nel loro moto di acqua 

che scende verso i fondo valle e il mare. 

La forza di gravità delle gocce d’acqua che 

cadono sul suolo, unita alla forza di attrazione 

delle molecole di acqua con quelle dei 

minerali del terreno, ne provoca una graduale 

disgregazione; se poi i minerali contengono 

dei sali solubili in acqua, l’acqua delle piogge 

li scioglie e li porta a valle nel suo cammino. 

Scultrice di paesaggi… 

Queste operazioni di disgregazione, dissoluzione 

e trascinamento a valle dei minerali è durata 

probabilmente un paio di miliardi di anni; le 

rocce più dure sono state meno aggredite, 

mentre quelle più fragili sono state asportate; 

a poco a poco le poche pozzanghere iniziali di 

acqua liquida sono diventate laghi, mari, oceani, 

sempre più ricchi di sali disciolti, sempre più 

vasti come estensione; i continui processi di 

evaporazione e ricaduta dell’acqua hanno portato 

un raffreddamento della supercie terrestre; a 

poco a poco le piogge primitive hanno provocato 

una modicazione della composizione chimica 

dell’atmosfera: l’anidride carbonica, ben solubile 

in acqua, è stata trascinata dall’acqua delle 

piogge sulla supercie terrestre e, avendo 

carattere acido, ha disgregato alcuni sali delle 

rocce superciali trasformandoli in carbonati. 

Si sono così formati i grandi banchi di calcare 

(carbonato di calcio) che caratterizzano la 

Puglia, le Alpi Apuane, le bianche scogliere di 

Dover, nell’Inghilterra meridionale, eccetera. 

L’acqua delle piogge ha trascinato a terra 

l’ammoniaca che ha fornito l’azoto per la 

vita vegetale; l’idrogeno, un gas leggero, si 

è perso negli spazi interplanetari; le piogge 

hanno sgombrato il cielo dalle nuvole 

e, da un certo momento in avanti, i cicli 

di evaporazione dell’acqua e di piogge, 

sono stati governati dal usso dell’energia 

solare che raggiunge il pianeta Terra. 

92 n.1 marzo 2011 

⊳ 


Alla pioggia, quindi, dobbiamo la lenta 

preparazione del grande scenario in cui 

si sarebbe svolto il dramma della vita. Col 

passare delle ere geologiche le piogge hanno 

disgregato e disciolto i sali da terre emerse 

sempre differenti; i fenomeni vulcanici e i 

terremoti hanno alterato a più riprese il rapporto 

fra oceani, mari e continenti. E la grande 

protagonista di tutto è sempre stata la pioggia. 

…mezzo di trasporto per la vita 

Quando, circa tre miliardi di anni fa, sotto l’azione 

delle scariche elettriche e della radiazione 

ultravioletta, alcune molecole di ammoniaca, di 

ossido di carbonio e di vapore acqueo hanno 

cominciato a combinarsi nell’atmosfera dando 

luogo alla formazione dei primi amminoacidi, è 

stata la pioggia a trascinare queste molecole 

negli oceani che sono lentamente diventati il 

“brodo caldo primitivo” in cui si sono formate poi 

molecole sempre più complesse, le “basi” del 

DNA e le prime proteine. Le acque tempestose 

degli oceani hanno spinto queste molecole sulle 

rive delle terre emerse dove le nuove sintesi 

chimiche erano più facili ed è stata la pioggia 

che ha trascinato tali molecole di nuovo dalle 

terre emerse negli oceani. Fino a quando alcune 

molecole sono state in grado di riprodursi in 

forme ancora più complesse generando “la vita”. 

È stata poi la diversa composizione salina 

degli oceani e delle acque continentali che ha 

governato la specializzazione della vita nelle 

forme che chiamiamo animali e vegetali e ancora 

una volta le piogge, nel loro trascinamento 

continuo di molecole, hanno reso possibile 

l’interscambio fra organismi marini e terrestri. 

A mano a mano che la vita progrediva 

no a forme simili alle attuali, i mutamenti 

climatici hanno fatto sì che l’acqua delle 

piogge si solidicasse in ghiaccio e poi 

sciogliesse i ghiacciai allagando le pianure e 

trascinando di nuovo negli oceani i viventi. 

La forza delle piogge ha provocato le alluvioni 

che hanno coperto di terra antiche foreste e 

ammassi di animali i quali, nel corso di milioni 

di anni, si sono trasformati in carboni fossili, 

in petrolio e in metano; le piogge hanno 

provocato il trasporto di terre sulla supercie 

di antichi mari evaporati con il loro contenuto 

salino e si sono così formati i grandi giacimenti 

di sali sodici e potassici sotterranei a cui 

attingiamo ancora oggi. Le grandi alluvioni nel 

corso di milioni di anni hanno creato le grandi 

pianure fertili da cui oggi traiamo il cibo. 

L’acqua, le risorse e l’uomo 

Alla pioggia si devono, quindi, tutte le risorse 

naturali, inanimate e viventi; il vero grande 

“miracolo”, l’evento che desta meraviglia, sta 

nel fatto che la Terra, unica fra tutti i corpi 

celesti che conosciamo, si è piazzata, fra i 

vari pianeti solari, a una distanza “opportuna” 

per ricevere la radiazione solare che assicura 

alla Terra, grazie anche alla specialissima 

composizione chimica dell’atmosfera, una 

temperatura media superciale di circa 15 gradi 

Celsius, 285 gradi al di sopra della temperatura 

freddissima degli spazi interplanetari. È tale 

temperatura di 15 gradi che assicura l’esistenza 

dell’acqua allo stato liquido e quindi l’esistenza 

delle piogge, degli oceani, della vita. 

L’importanza terribile e meravigliosa della 

pioggia è stata così grande che ancora una 

decina di migliaia di anni fa alcune comunità 

umane avevano un “ricordo” di enormi piogge e 

alluvioni e tale ricordo è entrato nelle leggende 

e nelle religioni. Il popolo ebraico ha introdotto 

nella propria storia religiosa il “diluvio” come 

grande momento di allagamento di gran 

parte delle terre emerse, con punizione dei 

malvagi, e la salvezza di pochi individui “buoni” 

su una nave a opera di un dio benigno. 

Piccole comunità di primati sono migrati 

attraverso le terre emerse, piccole comunità 

si sono fermate qua e là sui continenti, poi, 

in tempi recentissimi, diecimila anni fa, alcuni 

si sono fermati come coltivatori e allevatori 

e si sono organizzati in orgogliosi imperi, 

spazzati via dalla storia e dalle alluvioni. 

E su tutto passa, indifferente agli umani 

orgogli e alle umane sventure, la pioggia 

che, al di là delle nostre potenze, continua 

indifferente a irrigare i campi, ad alimentare 

ghiacciai e umi, e torna al mare e dal mare 

l’acqua rievapora per generare altra pioggia. 

Da quella notte buia e tempestosa sono 

passati circa 40 milioni di secoli; gli umani 

hanno imparato moltissime cose sulle proprietà 

dell’acqua, sul ciclo naturale dell’acqua, sulla 

successione delle stagioni, su come quella 

massa di acqua che chiamiamo pioggia cade 

sugli oceani (300 mila miliardi di tonnellate 

all’anno), sulle terre emerse (100 mila miliardi 

di tonnellate all’anno), su questo piccolo 

paese che è l’Italia (300 miliardi di tonnellate 

all’anno); si sa quanta, dell’acqua delle piogge, 

rievapora e quanta torna al mare scorrendo 

sulla supercie dei continenti (40 mila miliardi di 

tonnellate all’anno), sulla supercie del territorio 

italiano (150 miliardi di tonnellate all’anno). 

Per restare al solo caso della piccola Italia, si 

sa abbastanza bene (pur con gravi carenze nei 

servizi meteorologici diffusi nel territorio) come 

le piogge sono distribuite, in media, nelle varie 

stagioni dell’anno, nelle varie regioni; poiché 

l’acqua “serve” ai bisogni umani, alle abitazioni, 

ai campi, alle fabbriche, eccetera (nella sola Italia 

più o meno occorrono 50 miliardi di tonnellate 

di acqua all’anno), in via di principio non è (non 

dovrebbe essere) difcile utilizzare le acque 

delle piogge a ni umani, raccogliere le acque 

quando le piogge sono abbondanti, trasferire 

l’acqua raccolta da una regione all’altra. 

E invece di ammirare le piogge e di chiedere 

alla loro acqua di aiutarci a soddisfare i nostri 

bisogni, ecco che, con la nostra arroganza, 

tagliamo, sui anchi delle valli, i boschi e la 

macchia e la vegetazione che attenuano la forza 

di caduta, erosiva, delle piogge, lasciamo senza 

manutenzione, invasi da depositi di detriti e riuti, 

i fossi e i umi lungo cui l’acqua si muove per 

tornare al mare, copriamo con cemento e asfalto 

e strade ed edici, e rendiamo impermeabili, 

i terreni attraverso cui l’acqua delle piogge 

vorrebbe entrare nel sottosuolo a ricaricare le 

falde sotterranee; e poi ci lamentiamo quando 

le acque irruenti invadono e dilagano nei campi 

e nelle città, quando scendono veloci verso il 

mare e sono fonti di alluvioni e frane. Dopo aver 

“perduto” l’acqua, quando era abbondante, ci 

arrabbiamo perché per qualche settimana la 

pioggia non cade, e poi siamo pronti a piangerci 

di nuovo addosso quando, nei mesi successivi, 

la pioggia più intensa allagherà altri campi e città, 

e via di questo passo, una stagione dopo l’altra. 

Dove è allora la nostra scienza? La nostra 

capacità di prevedere e prevenire? Perché 

non abbiamo approttato delle stagioni secche 

per sgombrare dagli ostacoli i ruscelli, i fossi, 

i torrenti e i umi, “sapendo”, di certo, che 

altra pioggia sarebbe venuta poco dopo? 

Perché abbiamo continuato a costruire nei 

luoghi in cui di certo, dopo pochi mesi, nuova 

pioggia cadrà e l’acqua troverà ostacoli nel 

suo cammino e si aprirà la strada verso 

il mare spazzando via tali ostacoli? 

Antiche popolazioni “incivili” adoravano il “genius 

loci”, la divinità benigna nascosta nelle sorgenti 

attraverso cui l’acqua delle piogge, dopo aver 

impregnato i terreni, sgorga in supercie, 

predisponevano il letto - il suolo, i torrenti, i 

umi - in cui la pioggia avrebbe cercato riposo 

e passaggio nel suo straordinario cammino. 

Ma noi siamo terrestri “civili”, adoriamo come 

divinità i computer e le automobili e i grattacieli e 

le piogge irridono la nostra miopia, muovendosi 

dal cielo, al suolo, al mare, al cielo, secondo 

leggi immutate da milioni di anni e prevedibili. 

Se fossi capace, farei un lm, intitolato 

“la pioggia”, da proiettare nei consigli 

comunali e nei parlamenti e nelle scuole, 

avente per protagonista unica proprio la 

pioggia che, senza parlare, con la stessa 

sua esistenza, spiega meglio di qualsiasi 

trattato di ecologia o geologia, i principi 

della pianicazione territoriale indispensabili 

per evitare in futuro alluvioni e siccità. 


93 

⊳ 


Aiat promotrice di conoscenza 

Organizzati due convegni a Ecomondo 2010 

Durante l’edizione 2010 di 

Ecomondo, Aiat si è fatta 

promotrice di due interessanti 

convegni: “La salvaguardia dei 

corpi idrici dalla contaminazione 

da composti xenobiotici” e 

“Le discariche storiche mai 

autorizzate: un esempio di 

normativa non sostenibile?” 

Il primo convegno è stato curato 

da Giuseppe Mancini (ricercatore 

dell’Università degli Studi di 

Catania e referente della sezione 

regionale Sicilia di Aiat) e ha 

presentato i risultati di un Prin, 

che ha visto coinvolti docenti e 

ricercatori delle Università degli 

Studi di Catania, Napoli Federico 

II, Firenze e dell’Insubria, 

nonché del Politecnico di Milano. 

Ai lavori hanno apportato un 

importante contribuito anche 

altri ricercatori provenienti dalle 

Università di Firenze, di Ferrara, 

di Napoli (Federico II) e di 

Palermo. Risulta evidente dalle 

ricerche pubblicate più di recente 

come la presenza di alcune 

sostanze xenobiotiche, sia stata 

rilevata nelle acque naturali 

in concentrazioni signi cative. 

I risultati nora riportati 

evidenziano inoltre come questi 

composti, che vi pervengono 

in larga misura, attraverso sia 

scarichi non depurati sia tramite 

gli efuenti degli impianti di 

depurazione, possano indurre, 

già a tenori di qualche ng/l, effetti 

nocivi per la vita e l’ambiente 

acquatico in generale. In 

relazione a ciò, negli ultimi anni 

le Autorità preposte nonché 

la Comunità scienti ca hanno 

cominciato a prestare attenzione 

alla problematica della presenza 

nell’ambiente di composti 

xenobiotici (particolarmente 

principi farmacologici, ma non 

solo) e dei possibili effetti legati 

a questa contaminazione. Tra 

le tecniche di trattamento e 

controllo di questi particolari 

composti, particolare interesse 

destano quelle biologiche ed 

in particolare i trattamenti a 

membrana; la loro applicazione 

richiede, tuttavia, la verica 

di numerosi aspetti quali: le 

caratteristiche di biodegradabilità 

dei composti stessi; il confronto 

con le efcienze di rimozione 

conseguibili con i sistemi 

convenzionali; i vantaggi 

ottenibili condizionando lo 

sviluppo microbiologico a 

mezzo dell’additivazione di 

colture microbiche pure; le 

tecnologie più innovative di 

trattamento. È in questo contesto 

che si inseriscono numerose 

delle ricerche più attuali che 

vedono il coinvolgimento 

di scienziati, ricercatori e 

tecnici di settori diversi, con 

un approccio interdisciplinare 

che la natura della tematica 

trattata richiede. Durante il 

workshop sono stati presentati 

numerosi risultati di alcune delle 

ricerche in questione unite a 

quelle maturate nell’ambito del 

progetto descritto. I relativi lavori 

completi saranno disponibili 

sul sito ufciale del progetto di 

ricerca: www.dica.unict.it/users/ 

gmancini/PRIN2007/indexpr.htm. 

I ricercatori partecipanti si 

riuniranno a settembre 2011 

in Sicilia per un ulteriore 

convegno di approfondimento 

della tematica dove saranno 

benvenuti ulteriori contributi 

tecnici e scientici. 

Il secondo convegno è stato 

curato da Angelo Pasotto (libero 

professionista e referente della 

sezione territoriale Veneto di 

Aiat) in collaborazione con la 

Golder Associates. Esistono 

purtroppo sul territorio italiano un 

numero imprecisato di discariche 

precedenti all’entrata in vigore 

del Dpr 915/1982, perlopiù di 

dimensioni medio piccole, mai 

inquadrate neppure dal punto 

di vista urbanistico: si tratta di 

situazioni che secondo il DLgs 

152/06 rientrano nell’abbandono 

di riuti e per le quali esisterebbe 

una sola tipologia di intervento: 

la completa rimozione e 

smaltimento in discarica di tutti i 

materiali presenti. Qualora non 

venga individuato il responsabile 

dell’abbandono, le spese 

dell’intervento sono a carico 

del Comune in cui si trova il 

sito ovvero della collettività. La 

non sostenibilità economica di 

questo percorso è purtroppo 

riscontrata per la maggior parte 

delle situazioni, che restano 

pertanto irrisolte. La Provincia 

di Vicenza, prima in Italia, 

ha denito una procedura di 

valutazione per classi care i siti 

indirizzando le risorse disponibili 

verso i casi potenzialmente 

più pericolosi per l’ambiente. 

94 n.1 marzo 2011 

⊳ 


ABBONATI ALLE NOSTRE RIVISTE 

On-line all’indirizzo www.ilb2b.it - www.fieramilanoeditore.it. Effettuando il pagamento on-line con carta di credito avrà un ulteriore sconto del 10% sull’offerta prescelta 

Per informazioni: tel: +39.02.252007200 - fax: +39.02.49976572 - abbonamenti@fieramilanoeditore.it 

⊳ 


enewable excellence. 

• 1.400 espositori e marchi rappresentati 

• 40% espositori esteri 

• 130.000 metri quadri espositivi 

• 11 padiglioni fieristici 

• 70.000 visitatori professionali attesi 

SOLD OUT 

partner event 

⊳ 


Water To live To work Together 

PumpTutor evo 

SparesTutor 

PumpGraph 

PumpEducator 

PumpLiterature 

PumpDraw 

Service on demand. 

im ecnooico ecivo ecace. 

exuie n: .i. 

ed ineigene e inni ARAR e ei e e endee i eiene i 

dei einii de i ineg deu n uninine digie in iene e 

ee diniie e ggin 24: un uen e iie e. 

ARAR d ee iin i i ieni ed e eigene. 

⊳ 


ll sole raccomanda i sistemi fotovoltaici 

Mitsubishi Electric. 

Il sole è una fonte di energia inesauribile, sicura, ecocompatibile. E molto redditizia. Infatti, grazie all’incentivazione del 

Conto Energia e al risparmio sulla bolletta elettrica, il fotovoltaico è oggi una vantaggiosa opportunità di investimento. 

Ecco perché è meglio scegliere un partner affidabile come Mitsubishi Electric, che vanta oltre 25 anni di esperienza 

nell’industria solare e offre la garanzia di soluzioni tecnologicamente avanzate, 

inalterabili nel tempo e dal rendimento eccezionale. 

Non a caso Mitsubishi Electric è l’unica a proporre sia pannelli fotovoltaici sia 

inverter appositamente studiati per il mercato europeo, garantendoli per 5 anni 

sui difetti di fabbricazione e per 25 anni sulla producibilità. 

Mitsubishi Electric Europe B.V. · Centro Dir. Colleoni, Pal. Sirio 1 · Agrate Brianza (MB) · tel. 039 60531 · fax 039 6053689 · www.mitsubishielectric.it · info.fotovoltaico@it.mee.com 

050959-ENERG IE O G G I210X297.indd 1 07/09/10 11:36 

⊳

â² AIR WATER LIFE RESPECT - Tech Plus

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

Delete template?

Save as template?

â² AIR WATER LIFE RESPECT - Tech Plus