Patagonia - Orville Viaggi

Patagonia 

ultima 

frontiera 

Sono cresciuto con l’idea inconscia 

dell’altrove. 

Attratto dai nomi fascinosi 

di grandi viaggiatori e scrittori, 

sognavo di tuffarmi nel cuore del mondo… 

Avrei un giorno coperto quelle distanze 

e mi sarei tuffato 

in quel pianeta quasi dimenticato, 

verso gli imprecisi confini della fine del mondo. 

Avrei finalmente visto… 

Ennio Maffei

Buenos Aires 

1Ennio Maffei

Gentile concessione: Secretarìa de Turismo Argentina 


Mario Canessa 

3 

4 

2 

Ennio Maffei 

…Cien barrios porte๑os, 

cien barrios 

de amor, 

cien barrios metidos 

en mi corazón… 

Ennio Maffei 

5 

6 

Buenos Aires, 

un’aria di casa 

Sarà per la morbidezza della sua 

lingua, per il senso dell’ospitalità 

e dell’amicizia dei Porteñi o 

forse per quell’atmosfera un po’ 

di casa, che si prova passeggiando 

nei quartieri della città - 

tanto si sente la presenza italiana 

- Buenos Aires risulta in can - 

tevole e inafferrabile, in tri - 

gante e provocatoria. I quartieri 

raccontano la sua storia più di 

un libro, più di una cronaca: 

tutto inizia a La Boca. Qui le ca - 

se di legno e lamiera, dipinte con 

improbabili colori, adesso riportano 

ad un passato leggendario, 

quando i cuori si infiammavano 

per i tangueros al ritmo del 

“pensiero triste che si balla”, co - 

me definiva il tango il poeta En - 

rique Santos Discepolo. E poi i 

quartieri del centro, dei negozi 

alla moda e dei palazzi monumentali, 

le botteghe di antiquari ed i 

caffè di San Telmo, cuore intellettuale 

della città; la Re co leta, 

con i suoi ritrovi esclusivi e il ci - 

mitero monumentale; i barrios 

del norte, Palermo e Retiro, 

residenziali e lussuosi. Buenos 

Ai res è complicata ma si offre 

facilmente, è una città che per 

Borges è sempre esistita, e che 

di lei disse “la giudico tanto 

eter na come l’acqua e l’aria”. 

Ennio Maffei 

7 

11 

Didascalie immagini: 

vedi dossier tecnico a pag. 24

Gentile concessione: Secretarìa de Turismo Argentina 1 

…acque implacabili 

e cittเ abbandonate, 

figlie di utopie 

visionarie… 


2 

Argentina del nord 

12

Tra reducciones 

e foreste, la terra 

delle grandi acque 

Mario Canessa 

Chi non ricorda le scene di Mis - 

sion, il film di Roland Joffé nel 

qua le tanta parte hanno le ca - 

scate dell’Iguazù… In una cornice 

spettacolare si sviluppano le 

drammatiche vicende di due ge - 

suiti nel tentativo di evangelizzare 

le tribù guaranì, nel cuo re 

della foresta. In questa versione 

ro man zata si riconoscono molti 

spunti storici che hanno fornito 

ispirazione al re gista, e si in tra - 

vede lo spaccato storico com - 

preso tra il ‘600 e il ‘700, quando 

ebbe luo go un fenomeno di 

evangelizzazione radicale nelle 

valli tra il fiu me Uruguay e il Pa - 


ranà. Cir ca trenta reducciones 

controllavano un enorme territorio, 

in cui i Guaranì si piegarono 

ad ac cogliere la nuo va fede in 

cambio di protezione e conoscenze 

te cniche. San Igna cio de 

Minì era una di queste co mu - 

nità: un com plesso grandioso e 

monumentale che includeva i 

quar tieri dei religiosi e dei guaranì, 

laboratori, cucine, scuo le, e 

soprattutto la chiesa, co strui - 

ta da un architetto italiano nel - 

le forme solide e ingenue del ba - 

rocco locale. 


Mario Canessa 

3 

6 

7 

4 5 





A. Pasetti 

2 

Penisola Vald้s e Punta Tombo

4 

Secretarìa de Turismo Argentina 

Aldo Pavan 

5 

1 

Balene e pinguini, 

ele fanti 

e leoni marini 

Inizia a maggio il mi ra colo nel 

Chubut, lungo le co ste della 

Penisola Valdés. È qui che l’Eu - 

balæna Australis viene a riposare, 

a partorire e svezzare i 

balenotteri. Arrivano da lontano 

sino alle insenature del 

Golfo San José e del Golfo Nue - 

vo, e verso ottobre tornano al 

mare aperto, alla ricerca di 

acque più pescose. Ma è sulla 

bat tigia che va in scena lo 

spet tacolo dei leoni e degli elefanti 

di mare, che chiedono in 

pre stito la terra per riprodursi 

e mutare ogni anno la pelle, e 

poi tornare alla vita pelagica e 

libera, lasciandoci lo spettacolo 

dei pinguini che, come regolati 

da un orologio biologico che 

ha del miracoloso, ogni fine di 

luglio arrivano nei medesimi 

luo ghi della loro nascita per co - 

struire nuovi nidi per nuove ge - 

nerazioni, scavati sotto la sabbia 

o tra le radici degli arbusti, 

in attesa delle femmine, che 

giun geranno dopo qualche settimana: 

dolci attenzioni, preludio 

di galanterie amorose. 

…occhi curiosi, 

movimenti impacciati, 

colpi di pinna… 

3 


15 



Paola Angelino 1 

…Adios pampa mia 

me voy… me voy 

a tierras extrañas… 

Daniele Robino 

2 

La pampa patagonica

I gauchos di Bor ge s 

“Come potevano sapere che i 

lo ro antenati/erano venuti su 

un mare,/come potevano sapere 

cosa sono un mare/e le sue 

acque…/Impararono le vie del - 

le stelle,/le usanze del vento e 

dell'uccello,/le profezie delle 

nubi del Sud/e della luna alonata/Furono 

pastori di bestie 

selvagge,/saldi sul cavallo del 

de serto, domato al mat ti no,/ve - 

loci a prendere il la zo,/mar - 

chiatori, mandriani, capi guar - 

diani,/talvolta banditi,/qualcuno, 

quello che si ascoltava fu il 

payador/Cantava senza fretta, 

perché l'alba tarda/a far 

chiaro,/e non alzava la voce”. I 

gauchos sono un’icona del l’Ar - 

gentina così amata da Borges, 

uno dei più grandi scrittori del 

XX secolo, che con i suoi enigmi, 

i viaggi immaginari - che la sua 

cecità rendeva labirintiche pe - 

re grinazioni nella memoria e nel 

tempo - ha affrontato tut ti i 

temi della speculazione uma na. 

Ma nelle immense praterie pa - 

tagoniche gli spazi non sono 

del l’uomo: sono delle immense 

mandrie di pecore e cavalli bra - 

di, del nandù, dell’elusivo e raro 

leone puma. 

ARchivio Il Tucano 

Ennio Maffei 


3 

4 5 

Ennio Maffei 

6 


7 

17 



Daniele Robino 1 

…e sento 

che la parola pi๙ saggia 

è la voce del fiume… 


2 

Verso il cuore della Cordigliera andina

Daniele Robino 


3 

4 


19 

Storie di parchi, 

esploratori e del 

cerbiatto Bambi 

5 

C’è un luogo, sulle pendici orientali 

della Cordigliera, che è più di 

uno splendido parco naturale, 

più di un paradiso naturalistico. 

È un tessuto naturale fatto di 

laghi, fiumi, lagune, catene montuose, 

distese verdissime di 

pra ti, foreste di araucarie e 

arrayanes, dove poco più di cen - 

to anni fa il geografo Francisco 

Moreno, appassionato di pa - 

leon tologia, archeologia ed etnologia, 

procedeva ad un in stan - 

cabile lavoro di esplorazione e 

mappatura del territorio. Un 

lavoro svolto in condizioni difficilissime, 

spesso a contatto con 

aborigeni ostili, gelosi custodi 

dei segreti delle proprie terre, 

dei passaggi strategici che portavano 

ai pascoli più ricchi, dei 

valichi andini che conducevano 

al di là della Cordigliera. Con il 

supporto della Sociedad Cien ti - 

fica Argentina, Francisco Mo re - 

no ha moltiplicato le esplorazioni 

nella regione dei fiumi Limay e 

Neu quen, del grande Lago Na - 

huel Huapi, ha stretto alleanze 

con gli indigeni, ha chiarito per 

sempre la geografia dei luoghi. 

Oggi queste regioni ci regalano 

un senso di dolcezza e armonia, 

piccole radure si aprono tra le 

fo reste, le acque cerulee dei 

fiumi portano a valle le antiche 

storie delle tribù Sayhuequé, le 

voci di cachique e señores, note 

di quenas e sikus. Non ci stupiamo 

quin di che proprio in questa 

regione, tra alberi centenari e 

ra dure ombrose, il Parque Na - 

cio nal de Los Arrayanes sia sta - 

to lo scenario scelto per la vita 

di Bambi, la creatura animata 

tra le più amate dai bambini di 

tutti i tempi. 

19 



…ghiacci 

che scricchiolano, 

crepitano 

e si spaccano… 


Il Parco Nazionale dei Ghiacciai

1 


Effimeri giganti 

di ghiaccio 

Possiamo avere viaggiato in 

ogni luogo del mondo, scalato 

mon tagne e percorso mari, at - 

traversato fiumi ed altopiani, 

pos siamo avere sfogliato anche 

mille album di fotografie, let to 

racconti ed ascoltato cro nache 

di viaggiatori: niente di tutto 

questo può sostituire l’emo - 

zione di trovarsi al co spet to di 

assolute meraviglie della natura 

come le vette del Cerro 

Torre e del Fitz Roy o il gruppo 

dei ghiacciai del Parque Nacio - 

nal Los Glaciares. È bellezza as - 

soluta, nelle verticali di gra nito 

che sfidano le leggi del la natura, 

come nell’avanzare e ri trarsi dei 

ghiacci in una geografia di fiordi 

Paola Angelino 

interni che è un labirinto di 

canali, lagune, promontori erosi 

dall’eterna frizione dei rami del 

Hielo Con ti nen tal contro le pa - 

reti rocciose. Si chia mano Spe - 

gaz zini, Upsa la, Onel li, Mayo, 

Vie dma, Pe rito Mo reno: sono 

gi ganti destinati a svanire, vittime 

del nemico più grande, la 

temperatura. E ciò che lascia 

stra biliati è il frangersi dei se - 

racchi quando si staccano dal 

fronte dei ghiacciai precipitando 

nelle acque cilestrine: rumore 

primordiale e inquietante, 

che squar cia il si lenzio e “fa tremar 

le vene e i pol si”. 



4 

5 

3 

Ennio Maffei 

6 

21 



…e sulla corteccia 

le parole di Alonso de Ercilla 

“sono giunto 

dove fino ad ora 

nessuno è arrivato”… 


Terra del Fuoco 

22

Rosa Moncada 

Terre di vento 

e di acqua, ai 

confini del mondo 

1 

“I marinai di ogni latitudine 

assicurano che là, a un miglio 

da quel tragico promontorio 

te sti mone dell'incessante duello 

tra i due più vasti oceani del 

mondo a Capo Horn, il Diavolo è 

rimasto ancorato ad un paio di 

tonnellate di catene, che lui 

tra scina facendo gemere i 

cep pi sul fondo del mare nelle 

orride notti di tempesta, 

quando le acque e le ombre 

oscure del cielo sembrano salire 

e scen dere su quegli abissi”. 

For se nessuno come lo scrittore 

Fran cisco Coloane ha sa - 

puto meglio tratteggiare la 

Pietro Tarallo 

vera ani ma del la Patagonia, per 

l’esser stato palombaro e ma - 

rinaio nello Stretto di Ma - 

gellano, man driano nella Terra 

del Fuo co, esploratore nel ma - 

re di Bel lin ghausen, grande 

conoscitore della vita di questa 

terra di fron tiera: un 

amore che trasmette con le 

parole, come Con rad, Melville, 

London hanno fatto, senza 

intellettualismi, così, semplicemente 

raccontando piccole 

storie di uomini straor dinari in 

una immensa na tura ai confini 

del mondo. 


Archivio Il Tucano 

3 

6 

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5 


Ennio Maffei 



…e sentir๒ 

l’Araucana dire: 

“Portate via la mia voce 

e il mio canto. 

Andrเ la mia voce 

dovunque andrete. 

Io resto qui”… 

Norberto Seebach 2 

Patagonia cilena 

24

Norberto Seebach 

Dai giganti di pietra 

all’Araucan์a 

1 

Come una corona scintillante, 

come una colonna vertebrale 

che sostiene il continente, la 

Cor digliera andina sgrana da sud 

ver so nord i suoi giganti di pietra: 

tra tutti, forse i più spettacolari 

e sorprendenti sono le 

Tor ri del Paine, assolute verticali 

di granito, uno dei più ambìti 

trofei dell’alpinismo mon diale. 

Poi i suoi la ghi, i fiordi, lassù, 

verso nord, do ve i Ma pu ches vi - 

dero naufragare le proprie am - 

bizioni di indipendenza dopo le 

impari lotte contro i Con qui - 

stadores e dopo il folle e visionario 

progetto di Orélie-An toi - 

ne de Tou ne ns, che si au to pro - 

clamò nel 1860 Re di Arau canìa e 


Pata go nia. Un re gno effimero, 

quello di Orélie, l’avventuriero 

francese che so sten ne, con l’appoggio 

del ca chi que mapuche, 

l’indipendenza delle regioni a sud 

del fiume Bio-Bio, comprendendo 

quindi il Bio-Bio, l’Araucanìa e 

Los Lagos. Bat té moneta, creò 

una bandiera na zionale, elesse la 

capitale nella città di Per quen - 

co. Isolato ed imprigionato, fu 

estradato in Fran cia, e a nulla 

valsero i suoi ten tativi per so - 

stenere l’au to nomia di quel lontano 

“re gno di carta”. Fol lie, so - 

gni impossibili, fi gli delle immense 

solitudini au strali. 


Gentile concessione: Explora 

3 

George Munro 

6 

4 

5 

7 

George Munro 



…“era un largo 

arcipelago popolato 

da innumerevoli 

isole dilettevoli, 

attraversando per l’uno e per l’altro 

gondole e piroghe rapide”… 

Norberto Seebach 1 


2 

Fiordi e isole del Cile

Tra Magallanes 

e Ais้n, arcipelaghi 

e tranquille 

acque interne 

Tutt’intorno sono foreste di 

faggi e di alerces, un legno 

durissimo e prezioso per lungo 

tem po scam biato come moneta, 

usa to per le àncore e gli 

arredi, per il rivestimento delle 

strade e le imbarcazioni. Un 

elemento condizionante, una 

vera ricchezza delle regioni del 

sud, che evidenzia non solo 

l’importanza economica di una 

risorsa, ma anche lo stretto 

rapporto che gli uomini della 

Patagonia han no con la natura 

e con le forze che la presiedono. 

L’iso la mento geografico, 

tradotto nei secoli in emarginazione 

culturale e politica, ha 

prodotto una particolare sensibilità 

per il soprannaturale, 

or ganizzato in una complessa 

mi tologia. Il be ne è Tentenvilú 

sotto forma di serpente, il ma - 

le è Caicaivilú, che vive nella 

pro fondità degli oceani: divinità 

di un pantheon complesso, 

che fa incontrare antiche religioni 

precolombiane con su - 

per stizioni e credenze cel ti - 

che, spa gnole ed europee. 

Felipe Orrego 

Norberto Seebachì 

Franco De Benedetti 

3 

4 

6 

5 

Marco Tenucci 

27 



Vittorio Giannella 1 

Vittorio Giannella 

2 

Il deserto di Atacama

Pietro Tarallo 

3 


4 

Deserti dipinti, 

di rame e di sale 

Il sole dipinge le rocce di cromie 

stranissime e cangianti: non un 

colore è lo stesso a distanza di 

poche ore. Ma ciò che per il 

viag giatore d’oggi è affascinante 

e magico, doveva apparire 

orrendo a Diego de Almagro 

nel 1535, e a Francisco de 

Aguir re nel 1540, che attraversarono 

la Cordigliera scendendo 

verso Ata cama: spazi 

infiniti di deserto, vulcani, altopiani, 

sorgenti d’acqua bollente, 

sale, temperature torride o 

glaciali. In questo ambiente 

ostile l’uomo tro vò comunque 

il modo di adattare la propria 

…orizzonti desolati 

che ancora raccontano la storia 

di Inés de Suárez, 

anima guerriera… 

vita, e sfruttando le piccole 

oasi di verde, diede origine alla 

ricca e complessa cultura atacameña, 

prima che gli eserciti 

incaici l’annettessero al Col la - 

su yu, la regione meridionale 

dell’impero. La fauna è scarsissima 

qui, e si riduce ai fe ni cot - 

teri ed al plancton del quale si 

cibano, che conferisce alle poz - 

ze di acqua salata il co lo re ros - 

so, mentre ribollono i geyser e 

le fumarole sull’altopiano del 

Ta tio, testimoniando i fermenti 

ignei del sottosuolo. 


5 


vedi dossier tecnico a pag. 24 

29

Vittorio Giannella 1 


2 

Il deserto di Atacama

I deserti 

dell’oro bianco 

L’inquietante percezione di es - 

sere giunti al limite. Ecco gli 

estre mi del continente australe: 

i deserti ghiacciati antartici e 

quelli infuocati dell’Atacama. In 

Cile da sud a nord non è solo una 

questione di distanza fisica. È l’anima 

che cambia. Una di stesa de - 

solata, nul la che possa creare 

un’om bra sulla superficie accecante 

e allucinata del deserto, il 

vento co stante che ritaglia i 

confini e ta glia la pelle. In questo 

inferno dove non sopravvive un 

filo d’erba, nel 1809 uno studioso 

po lacco, Tadeo Haen ke, diede 

l’avvio ad un pro cedi men to per 

l’estrazione di salnitro, im piega - 

to come fertilizzante. Da quel 

momento la tre menda re gione di 

Atacama ri chiamò mi glia ia di uo - 

mini che la abitarono amandola e 

odiandola, divenne luogo di centinaia 

di salnitrere a cielo aperto 

e nuovi villaggi, ognu no con la 

sua chiesa, la scuo la, la Pla za de 

Ar mas, la bottega, un piccolo 

ospe dale. La scoperta del l’“oro 

bianco” ha ar ricchito il Pae se, 

perlomeno si no al 1930, quan do 

la produzione chimica del fertilizzante 

de cre tò la mor te delle 

città de gli altopiani, re stituen - 

dole al ven to e al deserto. 

…attraverser๒ 

questi luoghi 

estremi, 

dove tutto parla 

di frontiera… 



3 

4 

5 Vittorio Giannella Vittorio Giannella 

6 

31 



…respirer๒ 

nel vento 

le parole 

degli indios, 

ne riconoscer๒ 

il canto… 

Felipe Orrego 1 


2 

Il Cile settentrionale

Il paese di Inti 

e Quilla 

L’inconfodibile melodia di una 

que na, il lungo flauto di canna, 

si alza come un richiamo quasi 

mistico, congiunge la terra con 

il cielo. Poi arriva il charango, la 

piccola chitarra con la cassa di 

carapace d’armadillo, a intonare 

una canzone più allegra e 

coin volgente: è giorno di festa, 

tra i villaggi aymara del nord. 

Tutto intorno, pianure che si 

infrangono all’orizzonte contro 

i coni dei vulcani, il vento continua 

a spazzare l’altopiano. Poi si 

uniscono le voci, che intonano 

canzoni in una lingua antica, 

seguono rituali che integrano il 

cattolicesimo e il mondo ar - 

caico e animista. Legato ai cicli 

della natura, l’universo aymara 

è abitato da spiriti benigni e 

maligni che consegnano all’uomo 

il lama e l’alpaca - che vanno 

onorati con riti di fertilità -, la 

terra è Pacha mama, Wiraqocha 

creò Inti, il So le, e Quilla, la Luna. 

Non arrivano a cinquantamila 

gli Ay mara cileni, ma sono una 

linfa pulsante, la memoria collettiva 

del popolo andino che un 

tem po estendeva la sua in - 

fluenza dalla Cordigliera cilena 

sino agli altopiani del l’Ar gen ti na 

e della Bolivia. 


Stefano Torrione 


3 

4 5 

6 Vittorio Giannella 7 


33 



Isola di Pasqua 

1Gentile concessione: Explora


da: La Terra dei Moai - Erizzo Editore 

3 

4 


2 


Rapa Nui, goccia 

cilena nel Pacifico 

5 


…perso nell’oceano, 

guarderò all’Isola 

come ad un instabile 

punto di domanda… 

6 

“Là, dove il Pacifico infrange i 

suoi flutti maestosi contro gli 

speroni di lava; là dove i venti 

del l’Antartico si smarriscono di - 

nanzi ai giganti immobili; là, dove 

ottocento superstiti di un 

mon do dimenticato muoiono in 

silenzio; laggiù dove gli uc celli 

non vanno più a riposarsi del vo - 

lo, sorge l’isola più solitaria del 

mondo, che gli uomini chia mano 

Matakiterani - occhi che guardano 

il cielo - e che i pri mi navigatori 

del mondo dell’orgoglio battezzarono 

Isola di Pasqua tra il 

sordo rintronare delle fucilate. 

Que st’esplo sio ne di rocce che 

s’eleva nell’immensità dell’oceano 

non può avere un nome, tan - 

to insolita e grave rimane la sua 

presenza sulle car te del mondo”. 

Così inizia il volume che l’etnologo 

Francis Ma zière dedica a Ra - 

pa Nui, in tro ducendo il suo fan - 

tastico viag gio in goletta compiuto 

nel 1962. I cin que cento 

Mo hai dell’isola, i misteriosi gi - 

ganti di pietra, si lenziosi, costituiscono 

tut tora uno dei grandi 

enigmi della storia dell’uomo. 


7 

35 



Gentile concessione: Quark Expeditions, Tui de Roy 1 

Gentile concessione: Quark Expeditions, Tui de Roy 

2 

Antartide 

36

I silenzi 

di un paesaggio 

di ghiaccio 

…e non mi fermerเ 

l’oceano 

tempestoso… 

Seicento miglia di mare tra i più 

tempestosi del pianeta separano 

Capo Horn dalla Terra di Gra - 

ham, propaggine dell’An tar tide: 

è il Canale di Drake; tra pinguini, 

foche ed iceberg fluttuanti, 

un’avventura per i marinai di 

tut te le epoche, una sfida as - 

soluta. Oggi - le distanze ab bre - 

viate da rompighiaccio ed elicotteri 

- è più facile raggiungere 

questi orizzonti. Iceberg 

imponenti come pa lazzi e colonie 

di pinguini, sot to i cieli im - 

mensi animati da stupefacenti 

aurore polari, sono a portata di 

mano: ma tale comodità rischia 

di farci perdere l’approccio 

corretto ver so que sto mondo, 

verso la solitudine e il silenzio, 

impedendoci di concepire le di - 

mensioni atemporali di un paesaggio 

unico al mondo, che ri - 

mane l’ultima fron tiera conosciuta. 

A. Pavan 

Gentile concessione: Quark Expeditions 

A. Pavan 

3 

4 5 

6 Gentile concessione: Quark Expeditions 7 


37 



…nel mio vagare 

alla ricerca 

dei luoghi ultimi… 

Gentile concessione: Quark Expeditions 1 


2 

Antartide 

38

L’ultima sfida 

Un emisfero australe che se - 

con do i Greci ospitava il “contrappeso” 

del mondo boreale e 

manteneva in equilibrio il mon - 

do conosciuto, una “terra incognita” 

che nei secoli veniva 

riem pita con nuove isole, nuovi 

passaggi e terre emerse, le re - 

gioni antartiche rimasero a lun - 

go misteriose e dimenticate, 

persino negate. Per poi diventare 

- tra XIX e XX secolo - ter - 

re di conquista di pri mati geografici: 

Dumont d'Urville, Sha - 

ckle ton, l'inglese Scott, il norvegese 

Amundsen sono eroi 

che hanno acceso gli en tu sia - 

smi di generazioni di let tori e 

viaggiatori. Cosa è cambiato da 

allora? Se oggi la sfida non è più 

un luogo geografico da raggiungere 

per primi, lo è sicuramente 

l’immenso patrimonio 

da salvare, che gli estremi del 

mondo custodiscono. La sfida 

ancora una volta è contro noi 

stessi, a quanto siamo disposti 

a rinunciare perché que sti ecosistemi 

unici al mon do possano 

sopravvivere, per ospi tare an - 

co ra la curiosità dei futuri viaggiatori. 




3 

4 5 

6 Gentile concessione: Quark Expeditions 7 


39 



A. Pavan 1 

L’emozione 

della scoperta 

…sino a trovare 

la quintessenza 

della natura. 

A. Pavan 

L’ansia, l’attrazione verso l’ignoto, 

il desiderio di condividere 

in queste immensità la vita 

della natura, gli spazi infiniti: 

solo con un atteggiamento di 

luoghi l’emozione della scoperta 

3 

2 

consapevolezza e con senso di 

e un atteggiamento di ri spet - 

responsabilità si può arriva re a 

to, di soggezione e di umiltà, lo 

comprendere l’essenzialità e la 

stesso che si prova di fronte ad 

complessità del paesaggio au - 

un’opera d’arte, di fronte all’in- 

strale, in solitudine e silenzio. 

finito. Occorre con centrazione 

Occorre recuperare in questi 

ed amore, per capire sino in fon - 

do il cuore del mondo. 

A. Pavan 

Isole Falkland 

40

Patagonia - Orville Viaggi

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