rIcette antIcrIsI - Intimo Piu' Mare
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In queste<br />
pagine, alcuni<br />
dei punti vendita<br />
intervistati.<br />
Nella pagina<br />
accanto, le<br />
vetrine di<br />
Bagliori a<br />
Palermo.<br />
In questa<br />
pagina a sin.<br />
L’esterno di<br />
Bisoli a Firenze,<br />
a destra due<br />
vedute di Silvia<br />
<strong>Intimo</strong> a Sesto<br />
Fiorentino.<br />
di scontrini, rimasto costante, quanto per il valore medio degli<br />
stessi, sceso di circa un terzo rispetto alle stagioni scorse. Chi<br />
comprava le prime linee, ora si accontenta delle seconde.<br />
Non sorprende che il nostro outlet risulti in controtendenza,<br />
con risultati davvero positivi. Per i saldi mi aspetto una replica<br />
delle dinamiche registrate nelle vendite natalizie: le consumatrici<br />
hanno puntato sull’acquisto di capi utili, lingerie, pigiami,<br />
vestaglieria. infatti le collezioni moda non sono andate bene.<br />
Le mie strategie per combattere la crisi puntano tutte a dare<br />
ai punti vendita la massima visibilità: fidelity card con sconti<br />
fissi, accordi con le palestre per pubblicità e buoni sconto,<br />
affissioni e pubblicità sulle riviste nelle diverse città, sfilate,<br />
presentazioni delle collezioni presso Circoli privati e nel Teatro<br />
Vittorio Emanuele di Messina”.<br />
Roberta Bìsoli - Bìsoli, Firenze<br />
“La crisi c’è e si sente, le vendite sono state molto più scarse<br />
dell’anno scorso, soprattutto nel mese di Dicembre: questo in<br />
parte è dovuto anche al calo del turismo, con conseguente<br />
minor afflusso in negozio. Le consumatrici hanno preferito<br />
puntare su capi utili, a discapito delle proposte più frivole. La<br />
nostra ricetta anticrisi? Cinquant’anni di storia, quindi competenza<br />
e serietà”.<br />
Sergio Matto - Bagliori, Palermo<br />
“La crisi ha effetti anche su quelle persone che in crisi non<br />
sono. Le consumatrici che prima acquistavano capi griffati<br />
nelle boutique multimarca, oggi trovano “di moda” acquistare<br />
piccoli capi a pochi euro presso le catene monomarca che di<br />
fatto hanno decretato la crisi nel nostro settore. Le vendite di<br />
Natale hanno registrato un netto calo, soprattutto a causa del<br />
basso afflusso di consumatrici in negozio, Con ventidue anni<br />
di attività, tre punti vendita nelle zone calde dello shopping –<br />
il flagship store è nella centralissima via Turati –, prestigiosi<br />
marchi di corsetteria, lingerie e mare – tra cui Just Cavalli,<br />
Dolce & Gabbana, Emporio Armani, Gianni Cappelli, Dirk<br />
Bikkembergs, più le griffe prodotte da Albisetti - posso dire<br />
di essere un valido termometro della situazione. La crisi non<br />
è iniziata di recente, i sintomi si avvertivano da tempo: dei tre<br />
negozi di nostra proprietà, due sono stati trasformati in outlet,<br />
per gestire le rimanenze dando la possibilità alle consumatrici<br />
di acquistare capi griffati a ottimi prezzi. Cosa mi aspetto dai<br />
saldi? Mi auguro che le cose vadano bene, ma vedo che le<br />
collezioni moda sono sofferenti, mentre il basico delle griffe<br />
e la corsetteria classica con coppe differenziate registra una<br />
buona performance”.<br />
Romeo Amati - Demoiselle, Roma<br />
“La crisi si sta trasformando da economica a strutturale. Non<br />
credo che il problema sia solo la minore capacità di acquisto<br />
di una parte della clientela. Il problema risiede a mio parere nel<br />
mutato atteggiamento<br />
delle consumatrici, non<br />
più disposte a spendere<br />
cifre alte per la<br />
corsetteria, la lingerie<br />
e l’abbigliamento mare.<br />
Nel mio negozio ci sono<br />
collezioni di prima scelta,<br />
da Christies a Valery,<br />
da I.D. Sarrieri a Dior<br />
a La Perla. Ho notato,<br />
soprattutto durante il<br />
periodo natalizio, che le<br />
consumatrici si sono focalizzate<br />
su capi funzionali<br />
e dall’alta vestibilità,<br />
snobbando i pizzi e i tulle<br />
barocchi proposti dalla<br />
maggior parte delle<br />
case. Anche la lingerie<br />
non è andata particolarmente<br />
bene, perché<br />
ormai è un concetto superato,<br />
le donne in casa<br />
preferiscono indossare<br />
altri tipi di capi. Secondo me le aziende fanno meno ricerca,<br />
e i consumatori sono convinti che gli acquisti vadano meglio<br />
ponderati. Auspico che i produttori rivedano le loro politiche<br />
commerciali; la crisi serve anche a ridimensionarsi”.<br />
Rita Pini - Silvia <strong>Intimo</strong>, Sesto Fiorentino<br />
“Il negozio è stato aperto da mia madre nel 1961, e recentemente<br />
ho inaugurato un secondo punto vendita con lo stesso<br />
nome sempre a Sesto Fiorentino: una cittadina dove Silvia<br />
<strong>Intimo</strong> è quasi un’istituzione. Ritengo che farsi un nome con<br />
un lavoro serio e costante sia la miglior ricetta anticrisi. La<br />
mia clientela è fissa, mi conosce e mi apprezza, difficilmente<br />
ho clienti di passaggio o vendite cosiddette “emozionali”. Mi<br />
sono specializzata in collezioni di livello intermedio, dal buon<br />
rapporto qualità-prezzo e lo stile abbastanza classico, con<br />
valenze tecniche come le coppe differenziate nella corsetteria:<br />
si tratta di prodotti che non conoscono grandi boom, ma<br />
neppure crisi profonde. Fra i miei marchi Calida, Verdissima,<br />
Gianni Cappelli, Swami, Cotton Club, D&g, Anita. Non sono<br />
d’accordo con chi ritiene che la fascia intermedia del mercato<br />
sia quella che soffre di più, anche se le vendite natalizie sono<br />
state più difficili rispetto allo scorso anno. Per il futuro, cambierà<br />
il mio modo di acquistare: punterò sicuramente su prodotti che<br />
garantiscono la vendita”.