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Decreto del Commissario ad acta - Regione Lazio

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Piano sanitario regionale 2010-2012<br />

territorio in gr<strong>ad</strong>o di svolgere tale ruolo, ma ciò presume una r<strong>ad</strong>icale trasformazione <strong>del</strong> qu<strong>ad</strong>ro attuale, con modifiche<br />

organizzative e culturali e la creazione di percorsi assistenziali di continuità.<br />

Del resto il Piano di rientro dal debito prevede interventi di riduzione <strong>del</strong>l’offerta ospedaliera sia nelle strutture di ricovero<br />

pubbliche che in quelle private.<br />

Il <strong>Decreto</strong> <strong>del</strong> <strong>Commissario</strong> <strong>ad</strong> Acta <strong>del</strong> 17/11/08 n. 43 definisce per aree territoriali le manovre di riconversione di parte<br />

<strong>del</strong> sistema ospedaliero in strutture dedicate all’assistenza primaria, a gestione distrettuale. Questa operazione, che va<br />

nel senso di un riequilibrio tra la componente ospedaliera e quella dei servizi territoriali, presenta al tempo stesso <strong>del</strong>le<br />

opportunità e dei rischi per il sistema.<br />

Le opportunità derivano dall’occasione di cambiamento <strong>del</strong> Servizio sanitario regionale e dall’introduzione di nuovi<br />

elementi che, unitamente <strong>ad</strong> una liberazione di risorse precedentemente impiegate a livello ospedaliero, possono<br />

contribuire a rendere effettiva l’auspicata centralità <strong>del</strong> territorio e <strong>del</strong> Distretto.<br />

I rischi sono soprattutto relativi alla fase di transizione, l<strong>ad</strong>dove, a fronte <strong>del</strong>la disattivazione di quote di attività<br />

ospedaliera, che talvolta ricopre spazi assistenziali impropri, il territorio non sia ancora sufficientemente attrezzato e<br />

quindi in gr<strong>ad</strong>o di rispondere <strong>ad</strong>eguatamente alla parte di domanda che non troverà più soddisfacimento a livello<br />

ospedaliero.<br />

Il Distretto dovrà assumere il pieno governo <strong>del</strong> settore <strong>del</strong>l’assistenza primaria, attivando gli ambiti assistenziali<br />

(Residenze sanitarie, Hospice, Presidi territoriali di prossimità) che consentono di affrontare e gestire, in un’ottica di<br />

continuità <strong>del</strong>le cure, le problematiche di salute connesse agli esiti già manifesti <strong>del</strong>la cronicità.<br />

Lo sviluppo <strong>del</strong>l’Assistenza domiciliare integrata (ADI) è prioritario, essendo questo servizio quello che maggiormente<br />

esprime il valore di prossimità alle esigenze dei soggetti che presentano necessità assistenziali più o meno complesse<br />

legate alla loro condizione di non autosufficienza.<br />

È necessario rendere maggiormente integrati i servizi sanitari e sociali all’interno <strong>del</strong> Presidio territoriale di prossimità,<br />

valorizzando nel contempo il ruolo <strong>del</strong> medico di medicina generale. Il Presidio va inteso quale struttura a vocazione<br />

multifunzionale e a gestione multiprofessionale, il cui stile di lavoro è caratterizzato dall’integrazione,<br />

dall’interdisciplinarietà. All’interno <strong>del</strong> Presidio si svolgono, in forma integrata anche con il sociale, le attività di assistenza<br />

domiciliare, le cure intermedie, le funzioni specialistiche territoriali, le attività di promozione <strong>del</strong>la salute/prevenzione.<br />

3.c Reti di attività di rilievo regionale<br />

L’evoluzione <strong>del</strong>l’assistenza passa attraverso un punto fondamentale: la costituzione, l’organizzazione e il<br />

funzionamento di reti di assistenza. Le reti hanno la funzione di razionalizzare il sistema di erogazione <strong>del</strong>le prestazioni,<br />

fornendo collegamenti tecnici e funzionali fra strutture di diverso gr<strong>ad</strong>o di specializzazione e fra diversi livelli di<br />

assistenza.<br />

La gestione <strong>del</strong> paziente affetto da patologia acuta o cronica, nell'ambito <strong>del</strong> Servizio sanitario nazionale (SSN), richiede<br />

modalità estremamente differenti di risposta assistenziale, rappresentate da interventi terapeutici (farmacologici,<br />

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