Filo conduttore dell'intervista - APEPS
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DIPARTIMENTO DELL'EDUCAZIONE, DELLA CULTURA E DELLO SPORT<br />
Associazione per la promozione dell'insegnamento plurilingue in Svizzera<br />
<strong>APEPS</strong> - Convegno sul plurilinguismo<br />
Intervento di Gabriele Gendotti – Consigliere di Stato e Direttore del DECS<br />
Gentili signore e signori,<br />
Verehrte Damen und Herren,<br />
Mesdames et Messieurs,<br />
Bellinzona, 18 novembre 2005<br />
Fossimo seduti sull’Intercity Zurigo, Berna, Ginevra al posto di “Signore e signori” vi avrei<br />
dato il benvenuto con un “Ladies and Gentlemen”, come fanno le FFS che hanno messo<br />
l’uso dell’italiano sul binario morto alla stazione di Airolo, per riesumarlo brevissimamente<br />
all’entrata della stazione centrale di Zurigo accanto all’inglese “mainstation”. Dicono proprio<br />
così. Ma quanti inglesi ci sono sui treni che provengono da Milano!<br />
Benvenuti a questo convegno sul plurilinguismo, un argomento che mi sta particolarmente<br />
a cuore, ma dovrei dire – per essere sincero del tutto – che fa palpitare il cuore, visto come<br />
si mettono le cose in questo Paese in cui le decisioni sono prese ormai da chi si sente<br />
più forte degli altri, perché la forza del numero e l’economia gli danno ragione; in questo<br />
Paese in cui chi oggi riafferma valori che hanno fatto la nostra storia e forgiato il nostro<br />
modello culturale e politico plurilingue è spesso oggetto di un atteggiamento di indifferenza<br />
e persino di sufficienza.<br />
C’est Monsieur le Conseiller fédéral Joseph Deiss qui affirme ceci: “On est en droit de se<br />
demander si la coexistence pacifique entre nos quatre communautés culturelles ne repose<br />
pas aussi sur l’ignorance mutuelle. En Suisse également, certains signes trahissent une<br />
méconnaissance de la langue des autres. »<br />
En italien: «un atteggiamento di indifferenza» en langue romanche: «ina tenuta indifferenta<br />
visavi las autras linguas» , in tedesco “in der Schweiz lebt man an den Sprachen der anderen<br />
vorbei.” La traduzione è di Babilonia 1 , numero speciale «Parlez-vous Suisse?»<br />
Manca la traduzione in Schwytzertütsch.<br />
Georges Lüdi 2 äussert sich wie folgt: “Die Viersprachigkeit ist ein unverzichtbarer Teil des<br />
Selbstverständnisses der Schweiz, obwohl – oder gerade weil – sich niemand Illusionen<br />
über die individuelle Mehrsprachigkeit der Schweizer macht.“<br />
Bereits vor einigen Jahren sagte man: die Schweiz ist mehrsprachig, die Schweizer weniger.<br />
L’argomento di questo convegno è „ Il modello ticinese“ con l’aggiunta: „passi concreti verso<br />
una convivenza plurilingue?“ Da un lato mi fa piacere e mi riempie d’orgoglio che ai tanti<br />
così definiti “modelli ticinesi” riconosciuti oltre San Gottardo - come quello delle scuole<br />
1 Numero speciale del dicembre 2004<br />
2 UNI Basel in Babilonia, op. cit.<br />
Repubblica e Cantone Ticino<br />
Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport<br />
www.ti.ch/decs<br />
Intervento di Gabriele Gendotti<br />
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dell’infanzia – si aggiunga un nuovo modello, quello della cura che riserviamo<br />
all’insegnamento delle lingue nazionali nelle nostre scuole.<br />
D’altro lato però sorge in me una domanda preoccupante. Mi chiedo: perché solo “modello<br />
ticinese”? Non dovrebbe essere un naturale, “selbstverständliches” “modello svizzero”<br />
quello di parlare la lingua dei vicini di casa? Ha dunque ragione Georges Lüdi di mettere<br />
una limitazione all’accettazione da parte di una maggioranza sempre più forte nel nostro<br />
Paese del plurilinguismo considerato una “Selbstverständlichkeit” della Svizzera?<br />
Perché le cose si fanno molto serie. La convivenza plurilingue non è una strada a senso<br />
unico come sembra diventi ogni giorno di più, una strada dal Ticino verso gli altri cantoni.<br />
Siamo un Paese in cui il portavoce del Consiglio federale non può portare la voce a una<br />
parte della Svizzera perché non ne conosce la lingua. Abbiamo il nostro visconte “dimezzato”<br />
insomma. Non penso succeda in altre nazioni di questo mondo.<br />
Il plurilinguismo è una caratteristica del nostro patrimonio culturale e politico. La sua sopravvivenza<br />
dipende dalla volontà di chi ha gli strumenti giuridici per redigere norme che lo<br />
proteggano e lo stimolino. Dev’essere sancito il diritto di ognuno di imparare una lingua<br />
nazionale fuori del suo territorio specifico. In parole concrete – l’argomento concerne direttamente<br />
questa Associazione – l’apprendimento di una lingua nazionale dev’essere possibile<br />
in ogni scuola pubblica, indipendentemente dal cantone in cui la persona risiede. Resta<br />
aperto il problema giuridico dell’autonomia cantonale e dei limiti d’intervento che la<br />
Confederazione deve fissarsi.<br />
Il Ticino fa la sua parte, nella consapevolezza che la conoscenza delle lingue non è solo<br />
uno strumento della comunicazione, ma anche un fatto di cultura che significa pure potersi<br />
capire tra chi vive sotto la stessa bandiera. E il Ticino dimostra che c’è posto anche per<br />
l’inglese, ma, come scrisse uno scrittore inglese su un giornale romando la primavera<br />
scorsa, senza lasciarsi travolgere da un ”English-Language Tsunami” fosse solo un inglese<br />
strapazzato 3 . Anche i cinesi sanno che cosa sono gli tsunami. Sono già qui. Piazzano<br />
le bancarelle al mercato di Luino e parlano bene l’italiano.<br />
Mesdames et Messieurs,<br />
Votre association peut jouer un rôle important non seulement dans le domaine de<br />
l’enseignement, mais aussi dans celui de la politique. Certainement «mala tempora currunt»<br />
comme on disait autrefois alors que le latin était la clé qui ouvrait la porte de maintes<br />
facultés universitaires. Un exemple: concernant la Loi sur les langues et la compréhension<br />
entre le communautés linguistiques, un messe de requiem fut célébrée. Ayant foi dans sa<br />
résurrection.<br />
Meine Damen und Herren<br />
Ein zweites Beispiel: Die Schweizer Konferenz der kantonalen Erziehungsdirektoren hat<br />
Mühe, Empfehlungen zu veröffentlichen, wonach das Recht auf das Erlernen der Landessprachen<br />
in aller Regionen des Landes gewährleistet wird. Sie ist bis heute nicht einmal<br />
imstande gewesen, ein Konzept über eine einheitliche Sprachenpolitik in der Primarschule<br />
zu definieren. Jeder Kanton entscheidet für sich alleine, was unsere demokratische Sensi-<br />
3 Le Temps, 19 aprile 2005<br />
Repubblica e Cantone Ticino<br />
Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport<br />
www.ti.ch/decs<br />
Intervento di Gabriele Gendotti<br />
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ilität befriedigt, doch mit negativen Konsequenzen für unser Zusammensein, inbegriffen<br />
unser mehrsprachiges Zusammensein.<br />
E’ la domanda che vi ponete con questo convegno: passi concreti verso una convivenza<br />
plurilingue?<br />
Vi auguro buon lavoro e mi auguro che i vostri sforzi ottengano domani un riconoscimento<br />
sul piano concreto delle realizzazioni nella scuola.<br />
Je vous souhaite bon travail et un agréable séjour au Tessin, dans l’espoir que vos efforts<br />
débouchent sur des résultats concrets concernant l’enseignement des langues dans<br />
l’ensemble de la Suisse.<br />
Ich wünsche Ihnen eine gute Arbeit und einen angenehmen Aufenthalt im Tessin, in der<br />
Hoffnung, dass Ihre Anstrengungen zu konkreten Resultaten in den unterschiedlichen<br />
Schulrealitäten unseres Landes führen.<br />
Grazie dell’attenzione.<br />
Gabriele Gendotti, Consigliere di Stato<br />
Direttore del Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport<br />
Repubblica e Cantone Ticino<br />
Repubblica e Cantone Ticino<br />
Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport<br />
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