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Appunti delle lezioni del corso di caratteri distributivi degli edifici - 2 ...

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<strong>Appunti</strong> <strong><strong>del</strong>le</strong> <strong>lezioni</strong> <strong>del</strong> <strong>corso</strong> <strong>di</strong> <strong>caratteri</strong> <strong>di</strong>stributivi <strong>degli</strong> e<strong>di</strong>fici - 2<br />

Prof. Piero Degl’Innocenti<br />

A.A. 2008-2009<br />

Questi appunti sono stati redatti e messi a <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> tutti grazie alla <strong>di</strong>sponibilità <strong>degli</strong> studenti<br />

<strong>del</strong> <strong>corso</strong>:<br />

Francesco Esposito Francesca Fantasia Alice Frosali<br />

Eliana Martinelli Andrea Notarstefano Maria Giulia Petrai<br />

Gloria Scalini<br />

Anna Tanzi<br />

che qui si ringraziano.


Igiene E<strong>di</strong>lizia<br />

Nome <strong>di</strong> igiene<br />

L’igiene è anch’essa un particolare tipo <strong>di</strong> sicurezza che il progetista deve garantire a chi vivrà<br />

nell'ambiente costruito.<br />

L’igiene in architetura si traduce in una serie <strong>di</strong> regole da rispetare che sono contenute in generale<br />

nei Regolamenti <strong>di</strong> Igiene Comunali (alimentari, acque, sanità, lavorazioni ecc.) e in particolare - per<br />

gli aspetti relativi alle costruzioni e agli ambienti in cui vivono, lavorano o svolgono attività le persone -<br />

nei Regolamenti E<strong>di</strong>lizi Comunali. Queste regole sono il risultato <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> e ricerche che si sono<br />

sviluppati nel’arco <strong>di</strong> secoli e che hanno avuto come scopo primario quello <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare la causa<br />

<strong><strong>del</strong>le</strong> malattie, specie quelle a maggiore <strong>di</strong>ffusione (epidemiche) in modo da trovare <strong><strong>del</strong>le</strong> forme <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>fesa non solo con nuove me<strong>di</strong>cine, ma anche con la creazione <strong>di</strong> ambienti igienicamente vali<strong>di</strong>. Si<br />

sapeva fin dal’antichità infati che esisteva un nesso tra la salute <strong>del</strong>e persone e l’ambiente in cui<br />

vivevano, anche se non erano ben chiari i motivi <strong>di</strong> ciò. Certe noeme igieniche fondamentali<br />

<strong>del</strong>’ambiente abitato furono messe a punto in maniera pragmatica ma efficace dagli antichi Romani<br />

(lavarsi, creare acquedotti e fognature efficienti, seppellire i morti fuori città ecc.), ma poi nel Me<strong>di</strong>oevo<br />

per vari motivi questi accorgimenti andarono perduti e nelle città si viveva in pessime con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />

igiene.<br />

Origine <strong><strong>del</strong>le</strong> norme<br />

Il problema igienico, con sempre più frequenti epidemie, si aggrava progressivamente nelle città nel<br />

<strong>corso</strong> dei secoli XVI-XVI sopratuto a causa <strong>del</strong>e sepolture (ma c’erano anche molte altre cause).<br />

Nel 1780, quando a Parigi il muro <strong>di</strong> una cantina cede a causa <strong>del</strong> peso dei cadaveri seppelliti in una<br />

fossa comune vicina, si apre un forte <strong>di</strong>batito sul’igiene pubblica. I cadaveri venivano infati seppeliti<br />

alora o in fosse comuni, oppure, nei casi <strong>del</strong>e persone più abbienti, al’interno <strong>di</strong> celle ricavate sotto i<br />

pavimenti <strong><strong>del</strong>le</strong> chiese, ricoperti con un velo <strong>di</strong> calce. Con il problema <strong><strong>del</strong>le</strong> sepolture si inizia così nel<br />

<strong>corso</strong> <strong>del</strong> 1700, l'età dei lumi, una seria <strong>di</strong>scussione su questi temi, soprattutto a causa <strong><strong>del</strong>le</strong> sepolture<br />

che venivano fatte anche dentro le città (fetore insopportabile nelle chiese ad es.). Si sapeva che ciò<br />

poteva creare contagio ma non si sapeva con precisione come, anche se si sospettava che ciò<br />

avvenisse per via aerea. Anche per questo alcuni gran<strong>di</strong> fisici (Gay-Lussac. Lavoisier) si de<strong>di</strong>carono<br />

allo stu<strong>di</strong>o dei gas. Tutto ciò portò ad un movimento <strong>di</strong> opinione che, anche in conseguenza <strong>di</strong><br />

quel’oribile episo<strong>di</strong>o avvenuto nel 1780, sostenne la necessità <strong>di</strong> alontanare i cimiteri dale cità. Ve<strong>di</strong><br />

ad es.:<br />

http://www.italianiaparigi.com/inner/documenti/Ebook - Corrado Augias - I Segreti Di Parigi.pdf<br />

Uno dei primi esempi <strong>di</strong> cimitero creato secondo i concetti razionali <strong>del</strong>’Iluminismo è il Cimitero <strong><strong>del</strong>le</strong><br />

366 fosse progettato per Napoli da Fer<strong>di</strong>nando Fuga. Nacquero così i primi cimiteri suburbani<br />

moderni, come a Firenze quello <strong>di</strong> Trespiano, <strong>del</strong> 1784. Il fatto però che i cadaveri venissero portati al<br />

cimitero cancelando ogni traccia <strong>del</strong>a loro identità scatenò fortissime polemiche (v. il carme “Dei<br />

sepolcri” <strong>del</strong> Foscolo) che si risolsero solo quando si permise che le tombe avessero lapi<strong>di</strong> con il<br />

nome <strong>del</strong> defunto, come avviene tuttora. Nel 1804 fu emanato l'e<strong>di</strong>tto <strong>di</strong> Saint Cloud (esteso poi<br />

all'Italia nel 1806) con cui Napoleone vietò la sepoltura nelle città. La costruzione <strong>di</strong> cimiteri<br />

extraurbani portò poi alla imposizione <strong>di</strong> vincoli cimiteriali (<strong>di</strong>stanza obbligatoria dagli abitati), una <strong><strong>del</strong>le</strong><br />

prime norme urbanistiche moderne che ancora oggi esiste e vieta la costruzione <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici a meno <strong>di</strong><br />

200 m dal cimitero (in certi casi oggi 100), insieme ad altre prescrizioni tecniche, come ad esempio il<br />

<strong>di</strong>mensionamento dei campi <strong>di</strong> inumazione oppure il non trovarsi in prossimità <strong>di</strong> falde freatiche, per<br />

non inquinarle.<br />

In seguito ala capacità <strong>di</strong> osservazione e <strong>di</strong> intuizione <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> benefatori <strong>del</strong>’umanità come Ignaz<br />

Philipp Semmelweis (la sua incre<strong>di</strong>bile storia resta ad eterno <strong>di</strong>sonore <strong>di</strong> un certo tipo <strong>di</strong> professori;<br />

ve<strong>di</strong>:<br />

http://www.ecologiasociale.org/pg/dum_biopot_parto.html) e come Louis Pasteur, Robert Koch e John<br />

Snow<br />

(ve<strong>di</strong> http://www.formazione.eu.com/_documents/cagranda/articoli/2005/0407.pdf) si giunse ad<br />

in<strong>di</strong>viduare nelle carenze <strong>di</strong> igiene e poi nei batteri le cause dei contagi.


In architetura, già dala fine <strong>del</strong>’800 e poi sopratuto nela prima metà <strong>del</strong> novecento, specie con il<br />

Movimento Moderno, vengono create le prime norme urbanistiche ed e<strong>di</strong>lizie sul’igiene e<strong>di</strong>lizia e <strong>degli</strong><br />

abitati, che vengono recepite nei Regolamenti d’Igiene e poi nei Regolamenti E<strong>di</strong>lizi e nei Piani<br />

Regolatori <strong>di</strong> molti comuni. In essi si impongono <strong>di</strong>stanze, altezze, densità abitative e altri standard per<br />

progettare quartieri urbani e ambienti igienicamente sodd<strong>di</strong>sfacenti, grazie anche alle conoscenze<br />

scientifiche maturate. Si sa infatti che batteri patogeni si trovano nei liqui<strong>di</strong> e nelle feci emessi da<br />

organismi malati, e un primario veicolo d’infezione viene quin<strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduato negli inseti che<br />

spostandosi dai corpi malati o dai rifiuti vanno a sporcare e quin<strong>di</strong> ad infettare i corpi sani. Molti tipi <strong>di</strong><br />

batteri si rivelano però vulnerabili al’azione dei raggi ultravioleti, e così si stu<strong>di</strong>ano l’orientamento dei<br />

fabbricati e le <strong>caratteri</strong>stiche dei corpi <strong>di</strong> fabbrica e <strong><strong>del</strong>le</strong> finestre. Un altro veicolo <strong>di</strong> infezione si scopre<br />

nel respiro <strong><strong>del</strong>le</strong> persone. Esso possiede una percentuale <strong>di</strong> acqua nebulizzata, e le minuscole gocce<br />

racchiudono milioni <strong>di</strong> microrganismi, che però hanno la peculiarità <strong>di</strong> avere quasi tutti una vita breve,<br />

sopratuto se esposti al sole, ma hanno anche un’alta probabilità <strong>di</strong> essere respirati se ci si trova in<br />

locali sovrafolati, soto<strong>di</strong>mensionati o dove si soggiorna a lungo, e privi <strong>di</strong> ricambio d’aria o con aria<br />

avente un rapporto temperatura e umi<strong>di</strong>tà percentuale adatto a mantenere in sospensione le particelle<br />

<strong>di</strong> acqua respirata. Si teorizzano quin<strong>di</strong> isolati urbani ampi, oppure aggregati aperti in cui gli e<strong>di</strong>fici<br />

sono liberi su quattro lati (Le Corbusier), e soprattutto corpi <strong>di</strong> fabbrica in cui entri il sole e circoli aria<br />

nelle stanze.<br />

L'ospedale è l’ambiente che richiede le normative <strong>di</strong> igiene più rigide. Ancora oggi, nonostante i gran<strong>di</strong><br />

progressi fatti, non si è raggiunta la sicurezza al 100%: ci sono stati ad esempio casi recenti in cui<br />

persone operate hanno riportato infezioni causate dalla presenza <strong>di</strong> microrganismi nei condotti<br />

<strong>del</strong>l'aria con<strong>di</strong>zionata.<br />

Per garantire l'igiene è fondamentale la luce solare. Molti centri antichi fiti <strong>di</strong> case sono stati “sventrati”<br />

per questo motivo: nello spazio <strong>di</strong> Piazza <strong>del</strong>la Repubblica a Firenze ad esempio anticamente<br />

esisteva una fitta rete <strong>di</strong> stra<strong>di</strong>ne e una dozzina <strong>di</strong> piazze; a causa <strong>del</strong>la poca <strong>di</strong>stanza tra le facciate la<br />

luce solare non penetrava mai all'interno <strong>degli</strong> e<strong>di</strong>fici, e molte abitazioni avevano stanze prive <strong>di</strong><br />

finestre per cui non c’era ricambio d’aria. Tuti questi fati favorivano il contagio da tubercolosi.<br />

Un fondamentale principio progettuale che fu già fissato dal razionalismo è quello <strong>di</strong> lasciare i<br />

fabbricati ad una <strong>di</strong>stanza almeno pari alla loro altezza, per permettere un buon soleggiamento.<br />

Soleggiamento e orientamento<br />

Come sosteneva già Vitruvio, la scelta <strong>del</strong>’area <strong>di</strong> una costruzione è un dato <strong>di</strong> progeto molto importante<br />

per garantire una buona igiene, ma i P.R.G. oggi vengono invece redatti soprattutto in base ad aspetti<br />

economici e fon<strong>di</strong>ari. Comunque, quando è possibile e/o necessario (scuole, ospedali, case <strong>di</strong> riposo ecc.)<br />

il soleggiamento <strong>di</strong> un e<strong>di</strong>ficio va stu<strong>di</strong>ato in modo da posizionare nel migliore dei mo<strong>di</strong> tutti gli ambienti in<br />

cui soggiornano o riposano le persone.<br />

Durante l’anno il <strong>corso</strong> apparente <strong>del</strong> sole e le ore <strong>di</strong> soleggiamento variano: negli equinozi (21 marzo e 23<br />

setembre) vi sono <strong>di</strong> esatamente tra alba e tramonto 12 ore, mentre nel solstizio d’estate (21 giugno) le<br />

ore <strong>di</strong>urne sono maggiori rispetto a quelli notturne (il quanto <strong>di</strong>pende dalla latitu<strong>di</strong>ne), mentre il contrario<br />

avviene al solstizio d’inverno (23 <strong>di</strong>cembre). Dagli schemi in<strong>di</strong>canti le ore <strong>del</strong> giorno e il soleggiamento


nelle varie stagioni (ve<strong>di</strong> <strong>di</strong>spensa in copisteria) si può calcolare quando le facciate <strong>di</strong> una struttura sono<br />

soleggiate. Per esempio, nei giorni <strong>di</strong> equinozio unafacciata a sud riceverà i raggi <strong>del</strong> sole dal’alba al<br />

tramonto, quela a nord non sarà mai iluminata <strong>di</strong>retamente, quela ad est dal’alba fino a mezzogiorno, e<br />

quella ad ovest da mezzogiorno al tramonto. In questo modo si può organizzare la <strong>di</strong>sposizione <strong>degli</strong><br />

ambienti interni che hanno bisogno <strong>di</strong> sole.<br />

La facciata posta a sud riceve luce dalle sei <strong>di</strong> mattina fino alle sei <strong>del</strong>la sera in primavera ed estate, e<br />

dal’alba al tramonto in autunno ed inverno; quela a nord sarà soleggiata solo d’estate e in primavera<br />

nele prime ore <strong>del</strong>a matina, dal’alba fino ale 6, o nele ultime ore <strong>del</strong> pomeriggio, dale 18 al<br />

tramonto; quela ad est sarà sempre soleggiata dal’alba fino a mezzogiorno e quela ad ovest da<br />

mezzogiorno fino al tramonto, sempre.<br />

Il sole ha altezze <strong>di</strong>verse nelle varie stagioni. Il suo movimento apparente è sempre lo stesso, ma<br />

nasce in punti <strong>di</strong>versi. <strong>del</strong>’orizzonte. Ala nostra latitu<strong>di</strong>ne abbiamo al’incirca:<br />

Solstizio d'inverno :<br />

facciata sud riceve luce nel’intervalo 7,40-16,40<br />

facciata nord<br />

non riceve mai soleggiamento <strong>di</strong>retto ma solo in<strong>di</strong>retto (volta celeste)<br />

facciata est riceve luce nel’intervalo 7,40-12,00<br />

facciata ovest riceve luce nel’intervalo 12,00-16,40<br />

Solstizio d'estate:<br />

facciata sud riceve luce nel’intervalo 6,00-18,00<br />

facciata nord riceve luce nel’intervalo 4,40-6,00 e nel’intervalo 18,00-19,40<br />

facciata est riceve luce nel’intervalo 4,40-12,00<br />

facciata ovest riceve luce nel’intervalo 12,00-19,40<br />

Le camere dovrebbero essere posizionate ad est sia perché la matina in esse c’è l’aria viziata<br />

accumulatasi nella notte (e quin<strong>di</strong> minori con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> igiene per la maggiore presenza <strong>di</strong><br />

microrganismi nocivi, soprattutto se vi è presente una persona affetta da una malattia), sia perché la<br />

matina i raggi <strong>del</strong> sole sono bassi e riescono a penetrare al’interno <strong>del</strong>a stanza, favorendo grazie ai<br />

raggi UVA l’eliminazione dei microrganismi. Ma nela pratica va tenuto presente che l’orientamento <strong>di</strong><br />

un fabbricato non sempre è deciso in base al soleggiamento: per gli e<strong>di</strong>fici normali quasi sempre è<br />

vincolato dal’alineamento <strong>del</strong>e strade o con<strong>di</strong>zionato, se ci sono, da fatori <strong>di</strong> afacciamento verso<br />

particolari vedute paesaggistiche. Per l’e<strong>di</strong>lizia specialistica (ospedali, scuole ecc.) è invece<br />

obbligatoriamente necessario tener conto dei principi <strong>di</strong> orientamento dei fabbricati per avere una<br />

corretta illuminazione ed areazione.<br />

Nel’800 la pianificazione urbanistica consisteva fondamentalmente nela progetazione <strong>degli</strong><br />

allineamenti stradali, pertanto gli e<strong>di</strong>fici erano vincolati al tessuto stradale (es.: la Parigi <strong>di</strong><br />

Haussmann). Il Movimento Moderno invece scinde le due cose: la posizione <strong>del</strong>’e<strong>di</strong>ficio non<br />

corisponde necessariamente al’andamento <strong>del</strong>a strada, ma si orienta in modo da garantire un buon<br />

soleggiamento e buone con<strong>di</strong>zioni igieniche.<br />

Soleggiamento facciate


Regolamenti e<strong>di</strong>lizi<br />

Gli insetti portatori <strong>di</strong> infezioni sono il motivo per cui nei Regolamenti E<strong>di</strong>lizi i wc (latrine) sono separati<br />

dai locali dove si trattano alimenti (cucine, <strong>di</strong>spense) da un antibagno (antilatrina) che funge da filtro, e<br />

può esserlo anche un corridoio. Questa normativa <strong>di</strong>venta più dettagliata per i locali pubblici, mense e<br />

ristoranti, dove sono ad esempio necessarie superfici lavabili e reti antinsetto ad ogni finestra.<br />

I regolamenti e<strong>di</strong>lizi comunali impongono anche <strong>di</strong>mensioni minime dei locali <strong><strong>del</strong>le</strong> abitazioni. Una<br />

stanza <strong>di</strong> civile abitazione deve essere almeno 9 mq, e 9 mq è anche il minimo per una camera da<br />

una persona, mentre 14 mq per una da due, e una stanza a<strong>di</strong>bita a soggiorno deve essere almeno 14<br />

mq. Le cucine possono essere 8 mq se sono utilizzate solo per la preparazione dei cibi, se sono<br />

utilizzate anche per mangiare, 9 mq. I bagni <strong><strong>del</strong>le</strong> case devono avere superfici minime <strong>di</strong> 1.5 mq. Le<br />

altezze non possono essere inferiori a 2.70 m, e a 2,40 per i locali accessori in cui non si dorme o si<br />

soggiorna (ingressi, bagni, ripostigli, corridoi, cantine, garage ecc.). Si definisce poi il rapporto aeroilluminante<br />

come il rapporto tra la superficie <strong>del</strong>la finestra a quella <strong>del</strong>la stanza: in genere deve essere<br />

1/8; nei bagni 1/12.<br />

Il Movimento Moderno, nel ‘900, fu il primo a preoccuparsi <strong>di</strong> dare ala popolazione ambienti non solo<br />

belli, ma anche salubri ed igienici, portando avanti una ricerca <strong>di</strong> tipo sociale, che creasse le<br />

premesse per un inse<strong>di</strong>amento sano. Tutta questa serie <strong>di</strong> norme è comunque regolata localmente dai<br />

regolamenti e<strong>di</strong>lizi e d’igiene comunali. Ve<strong>di</strong> ad es. (utilissimo):<br />

http://www.comune.firenze.it/comune/regolamenti/e<strong>di</strong>lizio/in<strong>di</strong>ce.html


Ogni Regolamento E<strong>di</strong>lizio contiene anche norme su smaltimento liquami e rifiuti, illuminazione e<br />

areazione locali ecc. Naturalmente, ogni stanza <strong>di</strong> abitazione civile deve avere almeno una finestra<br />

<strong>del</strong>e giuste <strong>di</strong>mensioni (“rapporto aeroiluminante”: 1/8 <strong>del</strong>a superficie <strong>del</strong> pavimento).<br />

Aerazione<br />

Il ricambio d’aria è anch’esso fondamentale per la salubrità <strong>di</strong> un ambiente, e la soluzione giusta è<br />

quella <strong>di</strong> crearefinestre su facciate contrapposte <strong>del</strong>’e<strong>di</strong>ficio. La <strong>di</strong>ferenza <strong>di</strong> pressione atmosferica<br />

che sempre c’è sule facciate opposte in conseguenza dei movimenti naturali <strong>del</strong>a massa d’aria, crea<br />

l’efeto <strong>di</strong> un’areazione trasversale, che atraversa tuto lo spesore <strong>del</strong> corpo <strong>di</strong> fabbrica ricambiando<br />

completamente l’aria nele stanze, ed è quin<strong>di</strong> un requisito fondamentale richiesto dai regolamenti<br />

d’igiene. Nel caso non sia possibile creare un’areazione trasversale è ammissibile anche quela<br />

<strong>di</strong>agonale, cioè con le finestre poste su facciate contigue, ma si ha un ricambio d’aria meno eficace.<br />

Per piccoli appartamenti (20-30 m 2 ) sono ammese aperture su un solo lato. In ogni caso, si ricor<strong>di</strong> che<br />

le stanze prive <strong>di</strong> finestre non sono abitabili: non possono essere cioè camere, soggiorni, sale da<br />

pranzo ecc. ma solo ripostigli, depositi, bagni, garage, corridoi, ingressi ecc.<br />

L’areazione dei bagni può essere realizzata tramite ventole e camini, nel caso non sia possibile creare<br />

finestre, anche se il ri<strong>corso</strong> a questi mezzi eletrici è molto meno sod<strong>di</strong>sfacenrte <strong>del</strong>’aerazione <strong>di</strong>reta,<br />

ed è quin<strong>di</strong> sempre sconsigliabile benché lecito.


Le norme sul contenimento dei consumi talvolta si scontrano con il regolamento sopracitato: ad<br />

esempio, chiudere le finestre per contenere i costi mal si accorda con la sopracitata norma igienica<br />

<strong>del</strong>la ventilazione.<br />

Concetto fondamentale ai fini igienici è quello <strong>di</strong> aerazione trasversale: gli ambienti devono poter<br />

essere attraversati da un flusso d'aria che entra dalle aperture poste su una facciata ed esce dalla<br />

facciata opposta. Non è ovviamente necessario che le aperture (porte e finestre) siano allineate. Ciò si<br />

adatta bene al caso <strong>del</strong> corpo triplo costituito da vani sulle facciate opposte e da un corridoio centrale<br />

(profon<strong>di</strong>tà circa m 10-11).<br />

Le figure che seguono rappresentano il corpo triplo.<br />

Il ricambio d’aria deve non impattare <strong>di</strong>rettamente sulle persone. L’aria viziata è calda (respiro,<br />

sudorazione) e quin<strong>di</strong> va in alto, per cui per rimuoverla è coreto creare una corente d’aria in alto,<br />

senza che impatti sulle persone che subirebbero un fdasti<strong>di</strong>oso e anche pericoloso raffreddamento.<br />

Un coreto modo <strong>di</strong> progetare è prevedere l’uso <strong>del</strong>a finestra a vasistas, posizionata sopra la finestra<br />

normale, in modo da creare una corente d’aria alta che non colpisce <strong>di</strong>rettamente le persone, ma<br />

rafresca l’aria più calda soprastante.<br />

Corpo <strong>di</strong> fabbrica<br />

Con il termine <strong>di</strong> corpo triplo si intende una sezione trasversale <strong>di</strong> un fabbricato in cui siano presenti<br />

vani sulle due facce opposte e un elemento centrale <strong>di</strong> collegamento. Il corpo triplo è quin<strong>di</strong> un<br />

mo<strong>del</strong>lo che dà buoni risultati sia dal punto <strong>di</strong> vista <strong>di</strong>stributivo che costruttivo ed igienico (possibilità <strong>di</strong><br />

atraversamento <strong>del</strong>’aria). La profon<strong>di</strong>tà me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> un corpo <strong>di</strong> fabbrica triplo si aggiraintorno agli 11 m,<br />

dati dalla sommatoria <strong>degli</strong> spessori dei muri esterni e interni, e dalla profon<strong>di</strong>tà <strong><strong>del</strong>le</strong> stanze (circa 4


m) e <strong>del</strong> corridoio centrale (1,5-2 m). Nei regolamenti e<strong>di</strong>lizi la massima profon<strong>di</strong>tà <strong>del</strong> corpo <strong>di</strong><br />

fabbrica viene limitata (in genere a 16 m) per evitare l’insorgere <strong>di</strong> problemi igienici e <strong>di</strong> iluminazione.<br />

Particolare attenzione va data al proporzionamento <strong><strong>del</strong>le</strong> stanze: la soluzione ottimale sarebbe<br />

lunghezza e larghezza <strong>di</strong> misura poco <strong>di</strong>versa, e comunque non oltre l’una il doppio <strong>del</strong>’altra,<br />

altrimenti anche se vengono rispettate le norme che impongono la superficie minima si può incorrere<br />

in <strong>di</strong>versi problemi. Per esempio se una stanza deve essere <strong>di</strong> 9 m 2 , ma viene realizzata <strong>di</strong> 1,80 m x<br />

5,00 m è mal proporzionata, poco arredabile e troppo profonda rispetto al soleggiamento, per cui<br />

vengono <strong>di</strong> fatto a mancare i requisiti <strong>di</strong> igiene e vivibilità.<br />

L’esempio <strong>degli</strong> schemi è il triplo corpo <strong>di</strong> fabbrica, con stanze separate da un coridoio che si<br />

affacciano su fronti opposti. Tale mo<strong>del</strong>lo è molto utile poichè garantisce ottimi risultati a livello <strong>di</strong><br />

areazione. Naturalmente un aloggio deve estendersi da facciata a facciata (“doppio afacciamento”).<br />

Una stanza eccessivamente profonda non garantisce una corretta illuminazione: è necessario evitare<br />

ambienti lunghi e stretti.<br />

I bagni possono essere sprovvisti <strong>di</strong> affacci, ma necessitano <strong>di</strong>ventole d’areazione.


Microclima<br />

Il microclima è costituito dalle situazioni <strong>di</strong> benessere o malessere che percepiamo in un ambiente e<br />

sono rappresentate dala combinazione <strong>di</strong> tre fatori, tuti relativi al’aria: la temperatura, l’umi<strong>di</strong>tà<br />

percentuale e la velocità. Le con<strong>di</strong>zioni che avvertiamo sono il risultato <strong>di</strong> questi tre fattori: al cambiare<br />

<strong>del</strong>’uno anche gli altri devono essere regolati per ritrovare un microclima sod<strong>di</strong>sfacente.<br />

Il ricambio d'aria è essenziale sia per l’igiene, come si è visto, sia per regolare il microclima, ma non<br />

deve essere brusco perché potrebbe causare raffreddamenti improvvisi e quin<strong>di</strong> malessere e malattie.


Il ricambio deve poter essere regolato e uno dei migliori mo<strong>di</strong> è quello <strong>di</strong> prevedere <strong><strong>del</strong>le</strong> finestre a<br />

vasistas: esse hanno un'apertura verso l'interno lungo l'asse orizzontale, e sono particolarmente<br />

adatte dove si trovano persone accaldate (ospedali, spogliatoi, laboratori, palestre) e si vuol cambiare<br />

l’aria senza problemi per la loro salute.<br />

Protezione dal’umi<strong>di</strong>tà<br />

A proposito <strong>di</strong> igiene è importante ricordare anche la protezione <strong>del</strong>’e<strong>di</strong>ficio dal’umi<strong>di</strong>tà. Lo<br />

scannafosso permette <strong>di</strong> proteggere le mura dei locali interrati dal’umi<strong>di</strong>tà evitando che stiano a<br />

contatto con il terreno. Analogamente il vespaio (che fino a qualche anno fa era fatto <strong>di</strong> pietrame,<br />

mentre oggi lo si realizza con altri meto<strong>di</strong>: gattaiolati, solaietti, cupolette prefabbricate ecc.) serve per<br />

proteggere i pavimenti dei piani più bassi dal contato con la tera. Resta comunque l’umi<strong>di</strong>tà in risalita<br />

dallle fondazioni, dovuta alla capillarità, e quella che si forma per condensa su qualunque superficie<br />

fredda <strong>di</strong> ambienti riscaldati: sono necessari stu<strong>di</strong> mirati in sede <strong>di</strong> particolari esecutivi.<br />

Bioarchitettura<br />

Si definisce Bioarchitettura l'insieme <strong><strong>del</strong>le</strong> <strong>di</strong>scipline che attuano e presuppongono un atteggiamento<br />

ecologicamente corretto nei confronti <strong>del</strong>l'ecosistema antropico-ambientale. La Bioarchitettura, pratica<br />

architettonica rispettosa dei principi <strong>del</strong>la sostenibilità, ha l'obiettivo <strong>di</strong> instaurare un rapporto<br />

equilibrato tra l'ambiente ed il costruito, sod<strong>di</strong>sfacendo i bisogni <strong><strong>del</strong>le</strong> attuali generazioni senza<br />

compromettere, con il consumo in<strong>di</strong>scriminato <strong><strong>del</strong>le</strong> risorse, quello <strong><strong>del</strong>le</strong> generazioni future. (da<br />

Wikipe<strong>di</strong>a)


LE BARRIERE ARCHITETTONICHE<br />

Le barriere architettoniche sono quegli ostacoli che impe<strong>di</strong>scono o rendono <strong>di</strong>fficoltosi gli spostamenti<br />

<strong>di</strong> persone che hanno una capacità motoria e/o percettiva limitata e che si definiscono quin<strong>di</strong> portatori<br />

<strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap.<br />

Concetto base è che nel progetto le barriere architettoniche non ci dovrebbero essere. Un progetto<br />

simile è ovviamente impossibile, ma ciò serve a ricordarci che molte barriere sono semplicemente il<br />

prodotto <strong>di</strong> una progettazione superficiale o impostata male, e potrebbero non esistere se si fosse<br />

saputo progetare meglio. Ad esempio: in un progeto per arivare al’ascensore bisogna superare<br />

alcuni scalini, perciò la legge ci chiede <strong>di</strong> creare rampe, montascale ecc.; ma forse si sarebbero potuti<br />

progettare i vari livelli in maniera tale da non avere scalini.<br />

Altro principio fondamentale è che, tra le varie soluzioni per superare una barriera, la migliore è quella<br />

che meno <strong>di</strong>scrimina il <strong>di</strong>sabile, cioè che gli richiede un comportamento che si <strong>di</strong>scosta il meno<br />

possibile da quelo <strong>degli</strong> utenti “normali”. O magari che non lo <strong>di</strong>scrimini afato.<br />

In Italia la legge 13/89 ed il D.M. 236/89 sono oggi i riferimenti legislativi fondamentali. In essi si<br />

in<strong>di</strong>viduano tre possibili liveli prestazionali <strong>degli</strong> spazi progetati: l’accessibilità, l’adatabilità e la<br />

visitabilità (art. 2. lettere G-H-I <strong>del</strong> D.M.). L’accessibilità è la piena rispondenza ala normativa,<br />

cosicché un <strong>di</strong>sabile può utilizzare completamente lo spazio progetato; l’adatabilità è una<br />

accessibilità rimandata nel tempo, nel senso che lo spazio può essere reso pienamente usufruibile in<br />

futuro con un insieme <strong>di</strong> trasformazioni ragionevole. La visitabilità è la possibilità <strong>di</strong> un utilizzo<br />

minimale <strong>del</strong>o spazio in una situazione momentanea, come appunto una visita; l’utilizzo riguarda il<br />

poter accedere ad un vano principale e ad un servizio igienico (il che non vuol <strong>di</strong>re creare un bagno<br />

per han<strong>di</strong>cappati).<br />

In generale, negli spazi ed e<strong>di</strong>fici pubblici, così come nelle parti comuni <strong>degli</strong> e<strong>di</strong>fici privati se ce ne<br />

sono (parti condominiali ad es.) si deve rispettare la con<strong>di</strong>zione <strong>del</strong>la piena accessibilità.<br />

Oggi il progetto <strong>di</strong> un e<strong>di</strong>ficio, non può essere scisso in tante parti, ma deve essere concepito nel suo<br />

insieme in modo da non sfavorire nessun in<strong>di</strong>viduo e creando così un ambiente igienico, sicuro e<br />

salutare.<br />

Per quanto riguarda le abitazioni private, bisogna <strong>di</strong>mostrarne l’adatabilità, cioè insieme al progeto<br />

architettonico vero e proprio è necessario presentarne un altro riguardante le trasformazioni che<br />

dovrebbero essere fatte per renderlo accessibile, <strong>di</strong>mostrando che esse sono ragionevoli e non troppo<br />

<strong>di</strong>fficili. I vari punti <strong>del</strong>la legge sono essenzialmente basati sui <strong>di</strong>mensionamenti e i con<strong>di</strong>zionamenti<br />

determinati dal’utilizzo <strong>del</strong>a se<strong>di</strong>a a rotele, ma bisogna ricordare che quelo motorio non è l’unico<br />

han<strong>di</strong>cap che deve essere tenuto in considerazione per il progetto.<br />

Sul sito internet <strong>del</strong> <strong>corso</strong>, insieme al programma, è reperibile una <strong>di</strong>spensa in PowerPoint<br />

sul’argomento, redata dal’assistente arch. Sara Vannucchi.<br />

http://www.unifi.it/dpprar/CMpro-v-p-92.html<br />

Per approfon<strong>di</strong>menti ve<strong>di</strong> tantissimi siti, anche con blog, come ad es.:<br />

http://www.professionearchitetto.it/bacheca/info/127178.aspx

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