4 delle terzine <strong>di</strong> ottave ribattute dell'accompagnamento. <strong>Schubert</strong> sembra essersi reso conto del problema, tant'è vero che una delle quattro versioni del Lied (la terza) presenta un accompagnamento facilitato, con due note al posto <strong>di</strong> tre; ma successivamente tornò, nella quarta e definitiva versione, quella più <strong>di</strong>fficile. La spiegazione <strong>di</strong> questo strano ripensamento risiede, probabilmente, nell'importanza della fisicità sulla tensione musicale. L'accompagnamento in terzine sottopone il pianista a uno sforzo tremendo, e questo sforzo si riflette nella tensione drammatica della <strong>di</strong>sperata cavalcata notturna; il momentaneo sollievo provocato dal passaggio alla figura <strong>di</strong> accompagnamento più rilassata, in concomitanza coll'entrata del personaggio del Re, si riflette nella "facilità" della musica del re, che a sua volta, a un <strong>di</strong>verso livello narrativo, rappresenta la facilità colla quale il figlio è indotto dalla malattia a scivolare nell'incoscienza – e nella morte. Aspetti formali e tonali I quattro personaggi – il narratore, il figlio, il padre e il re degli elfi – sono <strong>di</strong>stinti da stilemi musicali peculiari per ciascuno <strong>di</strong> essi. Gli interventi <strong>di</strong>sperati del figlio («Mein Vater!») sono sottolineati dal motivo <strong>di</strong> nota <strong>di</strong> volta (Re-Mib-Re; poi Mi-Fa-Mi; poi Fa-Solb-Fa), reso quasi fisicamente doloroso dalla <strong>di</strong>ssonanza contro il pedale interno; le spiegazioni positive del padre sono sottolineate da cadenze che portano l'allucinato percorso tonale del figlio a una conclusione razionale; il ritmo danzante e insinuante per il re, e la facilità e "ovvietà" delle successioni armoniche delle sue frasi, corrispondono – sul piano oggettivo – la tentazione, da parte del figlio, <strong>di</strong> abbandonare la lotta per la sopravvivenza. Tutti questi stilemi, ai quali va aggiunto l'andamento concitato del narrante, sono fusi in un unico organismo <strong>di</strong> ammirevole unità e drammaticità, la cui forma non corrisponde però alle tipologie manualistiche (alla forma strofica, durchkomponiert, o <strong>di</strong> scena d'opera). Complessivamente Erlkönig si avvicina alla forma continua (o durchkomponiert) ma la presenza <strong>di</strong> ripetizioni <strong>di</strong> blocchi <strong>di</strong> materiale induce una segmentazione. Ad esempio, come abbiamo visto sopra, il motivo <strong>di</strong> nota <strong>di</strong> volta del figlio è presentato tre volte, ogni volta trasposto <strong>di</strong> grado; le risposte del padre, sebbene <strong>di</strong>verse, suonano come varianti della stessa idea. La trasposizione ascendente incrementa la tensione drammatica, che raggiunge l'apice nella cavalcata finale, prima della macabra scoperta che conclude il Lied. Ma la scelta dei gra<strong>di</strong> sui quali avviene questa trasposizione non è casuale. Le varie sezioni, corrispondenti agli interventi dei personaggi, seguono un piano tonale che corrisponde al <strong>di</strong>segno con cui la mano sinistra del pianoforte apre il Lied: sol (la) si bem., do, re, mi bem., re, (si bem.), sol: sol minore si bem. magg. do magg. introduzione primo <strong>di</strong>scorso del re secondo <strong>di</strong>scorso del re re min. mi bem. magg. re min. intervento del padre terzo <strong>di</strong>scorso del re ultimo intervento del figlio sol min. conclusione
5 2. Gretchen am Spinnrade Op. 2; D. 118 (1814) [Margherita all'arcolaio] La data d'inizio del Lied romantico si considera tra<strong>di</strong>zionalmente il 19 ottobre 1814, giorno in cui <strong>Schubert</strong> compose la musica per Gretchen am Spinnrade. Il testo è tratto dal Faust I, scena intitolata «Gretchens Stube», cioè «la stanza <strong>di</strong> Gretchen» Si tratta della canzone che Gretchen canta dopo l'incontro ed il bacio con Faust nella scena del giar<strong>di</strong>no. Già presente in Urfaust (1775 ca.) con elementi <strong>di</strong> maggiore passionalità («mein Schoss, Gott! drängt sich ihm hin», vv. 1098-99)