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Synthèse des thèmes (manque le thème 3) - Poliglotti 4

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– 3èmes Assises européennes du plurilinguisme –<br />

Rome 10-11-12 octobre 2012<br />

_______<br />

– III Assise europee del plurilinguismo –<br />

Roma 10, 11 e 12 ottobre 2012<br />

Conclusioni del<strong>le</strong> III Assise europee del plurilinguismo<br />

Le III Assise europee del plurilinguismo si sono tenute a Roma presso l'Università La<br />

Sapienza dal 10 al 12 ottobre 2012, organizzate congiuntamente dall’Osservatorio europeo del<br />

plurilinguismo e dall'associazione Eurolinguistica-Sud, sul tema genera<strong>le</strong> « Lingue senza<br />

frontiere, il plurilinguismo » e sotto la presidenza d'onore del prof. Tullio de Mauro. Esse<br />

hanno dimostrato che il plurilinguismo, attraverso <strong>le</strong> sue dimensioni inter e transculturali, è<br />

garante della diversità linguistica, della creatività in tutte <strong>le</strong> sue forme e della pace.<br />

Le Assise giungono a conclusioni generali e a conclusioni particolari che coprono i campi<br />

dell’istruzione, dell'economia, della politica nel<strong>le</strong> sue dimensioni nazionali e internazionali e<br />

della cultura.<br />

Conclusioni generali<br />

E’ opportuno cominciare da una constatazione : sebbene l'ideologia monolingue appaia come<br />

una semplificazione inaccettabi<strong>le</strong> sotto qualsiasi punto di vista, essa resta ancor oggi<br />

l'orizzonte cultura<strong>le</strong> e politico della maggior parte dei paesi europei, che esso si esprima<br />

attraverso dinamiche che possono sfociare in ripiegamenti identitari o attraverso l'egemonia<br />

linguistica di una lingua, l'ing<strong>le</strong>se. Gli argomenti avanzati oggi a favore del plurilinguismo e<br />

della difesa della diversità cultura<strong>le</strong> da economisti, giuristi, linguisti, psicologi, etc. , non<br />

toccano che un’elite. Le nostre società restano sotto l’influenza di una rappresentazione<br />

monolingue tenace, <strong>le</strong>gata storicamente alla costituzione degli stati-nazioni – che smentiscono<br />

gli esempi dell’Antichità e di numerosi paesi del mondo-- e che rafforza la crisi economica<br />

che ha instaurato una logica contabi<strong>le</strong> che porta fino alla riduzione/sparizione degli<br />

insegnamenti linguistici.<br />

All’ora della mondializzazione e dell’emergenza di un mondo multipolare, in particolare a<br />

causa della crescita in potenza di paesi quali il Brasi<strong>le</strong>, la Cina e l’India, la soluzione di una<br />

lingua franca unica fa sempre più apparire al tempo stesso i suoi limiti e l’importanza capita<strong>le</strong><br />

del plurilinguismo nel mondo di oggi.<br />

E’ necessario agire in più direzioni<br />

<br />

<br />

Nel campo del<strong>le</strong> istituzioni : far evolvere <strong>le</strong> rappresentazioni sensibilizzando<br />

l’opinione pubblica, gli educatori, i media, senza aspettare gli organi decisionali. Nella<br />

società civi<strong>le</strong>, vi sono dei piccoli vivai dai quali scaturiscono (dal basso) progetti<br />

stimolanti<br />

Nel campo dell'istruzione e della ricerca<br />

Mantenere e sviluppare i laboratori di ricerca e d’azione pluridisciplinare in<br />

interazione con il territorio e diffondere i risultati in modo capillare;<br />

1


Militare per una linguistica d’intervento che abbia un impatto sulla qualità di<br />

vita e sullo sviluppo socio-economico ;<br />

Aprire <strong>le</strong> griglie del<strong>le</strong> discipline e rivolgersi agli insegnamenti di lingua e di<br />

didattica del<strong>le</strong> lingue perchè propongano un maggior numero di vie alternative<br />

efficaci per la formazion e per la ricerca ;<br />

Promuovere un’ istruzione plurilingue e intercultura<strong>le</strong> a tutti i livelli dei sistemi<br />

d'insegnamento, dalla scuola materna all'insegnamento superiore;<br />

Invitare i governi a diversificare l'offerta d'insegnamento linguistico sin dalla<br />

scuola e<strong>le</strong>mentare e fare in modo che questa diversità di scelta sia utilizzata;<br />

Invitare i governi ad onorare l’impegno assunto al Consiglio europeo di<br />

Barcellona nel 2002 di due lingue straniere obbligatorie alla fine del ciclo di<br />

scuo<strong>le</strong> superiori second degré ;<br />

Invitare la Commissione europea a proporre misure che permettano di tornare<br />

al<strong>le</strong> pubblicazioni scientifiche in altre lingue che l’ing<strong>le</strong>se;<br />

Invitare <strong>le</strong> università a mettere in opera vere politiche linguistiche, che non<br />

dovrebbero limitarsi a consolidare il livello d’ing<strong>le</strong>se degli studenti, ma essere<br />

anche il proseguimento dell’apprendimento della lingua viva 2 o meglio quello<br />

di una lingua viva3 non appresa al liceo.<br />

Nel campo dell'economia<br />

La diversità linguistica e <strong>le</strong> competenze in lingua sono e devono essere<br />

considerate come una risoursa per l'impiego e la competitività e il trattamento<br />

del<strong>le</strong> lingue come una dimensione imprescindibi<strong>le</strong> della direzione del<strong>le</strong><br />

imprese internazionali ;<br />

Il principio del diritto a lavorare nella lingua del paese che accoglie deve<br />

applicarsi a titolo genera<strong>le</strong> e i bisogni linguistici essere adattati al<strong>le</strong> necessità<br />

strategiche del<strong>le</strong> imprese.<br />

Devono essere intraprese azioni in ogni paese per diffondere i risultati della<br />

ricerca e <strong>le</strong> buone pratiche nel tessuto del<strong>le</strong> imprese tramite <strong>le</strong> riviste<br />

professionali, di formazione inizia<strong>le</strong> e di formazione continua.<br />

In campo politico<br />

I paesi europei debbono ri<strong>le</strong>vare la sfida del<strong>le</strong> migrazioni che esse siano interne<br />

all'Europa o esterne e controllare i processi d’integrazione nel rispetto del<strong>le</strong><br />

identità plurali come valori per <strong>le</strong> persone migranti e per <strong>le</strong> società che <strong>le</strong><br />

accolgono.<br />

L'Unione europea deve riaffermare il suo plurilinguismo come fondamento<br />

della cittadinanza europea, e trarne <strong>le</strong> conseguenze;<br />

L'OEP lancia un appello per una Iniziativa di cittadinanza nel senso de Trattato<br />

di Lisbona al fine di rafforzare i fondamenti giuridici del plurilinguismo nel<br />

funzionamento del<strong>le</strong> istituzioni.<br />

In campo cultura<strong>le</strong><br />

Non si puo’ imparare tutte <strong>le</strong> lingue. E’ la ragione per cui la traduzione ha un ruolo cosi’<br />

fondamenta<strong>le</strong> nei trasferimenti sia culturali che scientifici. Il fenomeno non è nuovo: non è<br />

esagerato affermare che la civilizzazione occidenta<strong>le</strong> è nata dalla traduzione. A questo<br />

2


iguardo, la scienza detta « occidenta<strong>le</strong> » non sarebbe cio’ che essa è senza l’apporto<br />

dell’India della Cina, del mondo arabo. All’ora in cui si parla di disoccidentalizzazione del<br />

mondo, la traduzione occupa dunque, più che mai, una posizione centra<strong>le</strong>.<br />

Le lingue, lungi dall’essere del<strong>le</strong> copie conformi <strong>le</strong> une del<strong>le</strong> altre, sono altrettante sorgenti<br />

d’immaginazione creatrice.<br />

E’ vero nel campo del<strong>le</strong> arti e del<strong>le</strong> <strong>le</strong>ttere, ma egualmente in quello del<strong>le</strong> scienze, siano esse<br />

umane o cosiddette « dure ». Lungi dall’essere semplici strumenti del pensiero, esse lo<br />

forgiano.<br />

Senza ricorso al plurilinguism e alla traduzione nel maggior numero di lingue possibi<strong>le</strong>, non<br />

vi è vera circolazione dei saperi, del<strong>le</strong> idee e dell’immaginario nè, di conseguenza,<br />

comprensione del mondo contemporaneo in tutta la ricchezza della sua diversità.<br />

Nel campo della creazione cinematografica e audiovisiva, <strong>le</strong> politiche neoliberali condotte da<br />

numerosi governi dagli anni ottanta hanno avuto come solo risultato l’impoverimento della<br />

creazione. E’ opportuno promuovere del<strong>le</strong> politiche nazionali coordinate con <strong>le</strong> politiche<br />

europee che conducano alla rinascita della produzione audiovisiva e della cinematografia<br />

europea.<br />

Conclusioni del Tema 1 (istruzione)<br />

L’imperativo plurilingue nell’istruzione,<br />

dalla più tenera età all’insegnamento superiore<br />

Jean-Claude Beacco<br />

Il tema 1 « L’imperativo plurilingue nell’istruzione : dalla più tenera étà all’insegnamento<br />

superiore » ha fornito materia a sette tavo<strong>le</strong>-rotonde, ovvero una quarantina d’interventi. Cio’<br />

conferma che l’istruzione plurilingue è ben radicata nel<strong>le</strong> rif<strong>le</strong>ssioni e nel<strong>le</strong> pratiche<br />

didattiche. Si tratta del resto di un progetto nato in didattica del<strong>le</strong> lingue che cerca di<br />

diffondersi altrove nella società civi<strong>le</strong>.<br />

Il termine plurilinguismo ha, come era da aspettarsi, dato luogo a diverse interpretazioni e<br />

commenti. Un primo asse di rif<strong>le</strong>ssione riguarda la diversità del<strong>le</strong> lingue proposte dai sistemi<br />

educativi, che puo’ essere accresciuta da sviluppi curriculari quali quelli proposti nel Cadre<br />

européen commun de référence… (chap. 8) o nella Guide pour l’élaboration <strong>des</strong> politiques<br />

linguistiques éducatives en Europe ( partie III) e che appartengono all’ingegneria del<strong>le</strong><br />

formazioni in lingue. Si sono notate del<strong>le</strong> forme di miglioramento dell’offerta in lingue dei<br />

sistemi educativi, ma si è anche notato che questa offerta più larga non comporta una<br />

diversificazione della domanda socia<strong>le</strong>. Questa rimane polarizzata sull’ing<strong>le</strong>se e ignora i dati<br />

oggettivi che dimostrano che English only (o quasi) non basta. Del resto lo sviluppo del<strong>le</strong><br />

formazioni universitarie impartite interamente in ing<strong>le</strong>se tende a svilupparsi, ponendo<br />

prob<strong>le</strong>mi pratici e d’equità socia<strong>le</strong>, la cui gravità è vo<strong>le</strong>ntieri sottovalutata dai suoi promotori.<br />

La tematica più rappresentata ha riguardato la competenza plurilingue come capacità di tutti<br />

di apprendere lingue nel corso di tutta la vita e non solo a partire dalla tenera età. La<br />

valorizzazione e lo sviluppo dei repertori di lingue individuali (in cui <strong>le</strong> lingue non sono in<br />

concorrenza ma congegnate in configurazioni comp<strong>le</strong>sse) puo’effettuarsi grazie a strumenti e<br />

procedure ormai ben stabilite e che sono state praticamente tutte presentate durante gli<br />

interventi: didattica del<strong>le</strong> lingue (o pedagogia) integrata EMILE CLIL o AILC, istruzione<br />

bilingue, intercomprensione tra lingue vicine/ aparentate, risveglio al<strong>le</strong> lingue, language<br />

awareness o EOLE, approcci interculturali … Queste strategie utilizzate in modo settoria<strong>le</strong><br />

con successo non sono ancora articolate tra di loro in modo da concorrere all’elaborazione di<br />

programmi d’insegnamento plurilingues, nel senso inteso dal Guide pour <strong>le</strong> développement et<br />

3


la mise en œuvre de curriculums pour une éducation plurilingue et interculturel<strong>le</strong><br />

http://www.coe.int/t/dg4/linguistic/Source/Source2010_ForumGeneva/GuideEPI2010_FR.do<br />

c.<br />

Gli scambi hanno dimostrato che <strong>le</strong> prossime esperienze sono già in atto :fondarsi sul<strong>le</strong><br />

pratiche « comparatiste » spontanee degli insegnanti, cercare di fare degli insegnanti d’ing<strong>le</strong>se<br />

dei porta-parola dell’istruzione plurilingue, favorizzare il ravvicinamento tra insegnamenti<br />

linguistici a partire da ravvicinamenti tra l’insegnamento della lingua di scolarizzazione<br />

principa<strong>le</strong> e i suoi impieghi specifici nel<strong>le</strong> discipline (storia, matematica, istruzione artistica),<br />

affrontare il curriculum come il Plan d’étu<strong>des</strong> romand<br />

(http://www.plandetu<strong>des</strong>.ch/web/guest/l/cg/) che instaura un campo Lingue unificato (lingua<br />

di scolarizzazione, lingue seconde, lingue straniere…)<br />

In questi tempi di acuirsi del<strong>le</strong> intol<strong>le</strong>ranze e dei rischi per la coesione socia<strong>le</strong>, gli intervenenti<br />

hanno anche sottolineato che gli insegnamenti di lingue devono implicarsi nell’educazione<br />

alla tol<strong>le</strong>ranza intercultura<strong>le</strong> e alla benevo<strong>le</strong>nza linguistica, nello sviluppo dell’interesse per<br />

l’altro e contribuire allo sviluppo della persona (Bildung), ruolo assunto dal<strong>le</strong> lingue classiche<br />

nell’umanismo europeo del periodo classico.<br />

Le proposte del<strong>le</strong> Assise sono <strong>le</strong> seguenti :<br />

<br />

mantenere e sviluppare <strong>le</strong> esperienza di ricerca e di azione pluridisciplinare in<br />

interazione con il territorio e diffondere i risultati in modo capillare;<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

militare per una linguistica d’intervento che abbia un impatto sulla qualità di<br />

vita e sullo sviluppo socio-economico ;<br />

liberare <strong>le</strong> discipline e rivolgersi agli insegnamenti di lingue e di didattica del<strong>le</strong><br />

lingue affinchè propongano un maggior numero di vie alternative efficaci per<br />

la formazione e per la ricerca ;<br />

promuovere un’istruzione plurilingue e intercultura<strong>le</strong> a tutti i livelli dei sistemi<br />

d'insegnamento, dalla scuola materna all’insegnamento superiore;<br />

diversificare l'offerta d'insegnamento linguistico sin dalla scuola e<strong>le</strong>mentare e<br />

fare in modo che questa diversità di scelta sia utilizzata;<br />

perseguire l'obbiettivo del Consiglio europeo di Barcellona del 2002 di due<br />

lingue straniere obbligatorie alla fine del liceo;<br />

che l’Europa prenda del<strong>le</strong> misure che permettano un ritorno al<strong>le</strong> pubblicazioni<br />

scientifiche in altre lingue che l’ing<strong>le</strong>se;<br />

che <strong>le</strong> università mettano in opera del<strong>le</strong> vere politiche linguistiche, che non<br />

dovrebbero limitarsi a consolidare il livello d’ing<strong>le</strong>se degli studenti, ma essere<br />

anche la continuazione dell’apprendimento della LV2 o meglio di una LV3 non<br />

imparata al liceo.<br />

Conclusioni del Tema 2 (Economia)<br />

il plurilinguismo fattore dello sviluppo economico e della coesione socia<strong>le</strong><br />

Questo tema va dritto al cuore del dibattito contemporaneo attorno al<strong>le</strong> lingue.Si sviluppa<br />

secondo tre assi corrispondenti ad altrettante tavo<strong>le</strong> rotonde: <strong>le</strong> lingue nella vera vita del<strong>le</strong><br />

imprese; il trattamento del<strong>le</strong> lingue come dimensione della direzione; e gli aspetti socioeconomici<br />

dell’ambiente di lavoro intercultura<strong>le</strong>l.<br />

4


L’adozione di una lingua internaziona<strong>le</strong> unica è sovente presentata in modo ironico come una<br />

scorciatoia tra <strong>le</strong> culture e un guadagno di tempo, e dunque di denaro. Di fronte a questo<br />

fascino cieco, <strong>le</strong> imprese e <strong>le</strong> instituzioni fanno sovente prova di grande realismo, come<br />

monstrano chiaramente <strong>le</strong> testimonianze del<strong>le</strong> grandi imprese quali l’Oreal e ATR, che hanno<br />

instaurato, non senza fatica ben sovente, fruttuose politiche plurilingui che hanno loro<br />

permesso di capitalizzare sul<strong>le</strong> numerose competenze dei loro collaboratori. Puntare sul<br />

plurilinguismo e l’accettazione della diversità cultura<strong>le</strong> sembra dunque redditizio.<br />

Ricercatori di discipline quali <strong>le</strong> scienze economiche e sociali, <strong>le</strong> scienze del linguaggio o<br />

l’antropologia hanno trovato un punto d’accordo per <strong>le</strong> loro prospettive di accostamento del<strong>le</strong><br />

lingue nell’ambiente professionna<strong>le</strong>. Certuni hanno studiato da vicino l’ « economia del<strong>le</strong><br />

lingue », ed hanno in particolare dimostrato, cifre alla mano, i vantaggi del plurilinguismo<br />

tanto per <strong>le</strong> imprese che per i lavoratori. Nei periodi di crisi,che provocano spesso del<strong>le</strong><br />

riorganizzazioni interne nel<strong>le</strong> imprese, sembra che il plurilinguismo permetta al<strong>le</strong> imprese di<br />

conservare i loro collaboratori su altri posti di lavoro invece di doversene liberare, cio’ che<br />

constituisce certamente, per i collaboratori dell’impresa, una buona assicurazione contro la<br />

disoccupazione.<br />

Il trattamento del<strong>le</strong> lingue è diventato una dimensione del management, hanno affermato<br />

alcuni ricercatori, che hanno in particolare utilizzato i termini di « management etnico » e di<br />

« management della diversità ». I gruppi di lavoro sono sempre più multiculturali e<br />

multilingui, e questo fatto è diventato una dimensione imprescindibi<strong>le</strong> dell’impresa, cio’ che<br />

crea una sfida crucia<strong>le</strong> ai responsabili del<strong>le</strong> risorse umane. Iniziative provenienti dal<strong>le</strong><br />

università, gran<strong>des</strong> éco<strong>le</strong>s e altre instituzioni di formazione, provano che il mondo educativo è<br />

cosciente del<strong>le</strong> sfide che il plurilinguismo lancia ai formatori. La questione dei bisogni<br />

linguistici specializzati, in particolare in materia di traduzione e di terminologia, è stata<br />

egualmente abbordata. Nel campo della formazione linguistica professiona<strong>le</strong>, uno degli<br />

intervenenti sol<strong>le</strong>cita l’abbandono di una visione riduttrice e simplicistica di una lingua unica<br />

come strumento della comunicazione per ripensare l’offerta linguistica del<strong>le</strong> scuo<strong>le</strong> di<br />

commercio e di direzione facendo <strong>le</strong>va sull’internazionalizzazione dei campus, l’apertura,<br />

l’indispensabi<strong>le</strong> evoluzione della pedagogia linguistica, cosi’ come sulla partecipazione attiva<br />

di insegnanti-ricercatori-linguisti.<br />

Una del<strong>le</strong> tavo<strong>le</strong> rotonde ha dato la parola ai linguisti di differenti paesi (Canada, Romania,<br />

Germania, Italia) impegnati nella pluridisciplinarietà e nel plurilinguismo. Se certuni<br />

denunciano <strong>le</strong> derive dell’ideologia economica sul<strong>le</strong> lingue, per altri, la realizzazione degli<br />

obbiettivi economici e finanziari del<strong>le</strong> imprese è grandemente facilitata dall’ equa gestione<br />

del<strong>le</strong> risorse umane multilingui. E’ cio’che dimostra un’inchiesta condotta negli ambienti<br />

professionali multiculturali in Francia, in Canada, in Israe<strong>le</strong> e in India, dalla qua<strong>le</strong> risulta che<br />

se il plurilinguismo è considerato come il risultato di uno sforzo di apprendimento<br />

considerevo<strong>le</strong> in Occidente, esso è del tutto bana<strong>le</strong> in India. L’eterogeneità dei gruppi<br />

multiculturali è analizzata come una fonte di creatività e di soluzioni innovatrici (« la diversità<br />

feconda »). I progetti nazionali e europei aventi per obbiettivo i diversi aspetti socioeconomici,<br />

educativi, politici e simbolici del plurilinguismo societa<strong>le</strong> e professiona<strong>le</strong> si sono<br />

moltiplicati nel corso di questi ultimi anni, mobilizzando un numero considerevo<strong>le</strong> di<br />

riercatori di tutti i paesi d’Europa e d’altrove. Progetti quali Language Rich Europe per <strong>le</strong><br />

imprese, CELAN per il rapporto tra <strong>le</strong> competenze linguistiche e la competitività, o DYLAN<br />

(dinamica del<strong>le</strong> lingue e gestione della diversità nell’impresa), non potevano essere ignorati<br />

nel contesto del<strong>le</strong> Assise, poichè hanno dato luogo a molteplici esplorazioni che hanno<br />

prodotto una grande quantità di dati empirici stimolanti. Questi progetti ci propongono di<br />

posare uno sguardo nuovo su noi stessi e sul<strong>le</strong> lingue e <strong>le</strong> culture altrui.<br />

Le Assise insistono sul<strong>le</strong> racommandazioni seguenti :<br />

5


la diversità linguistica e <strong>le</strong> competenze in lingue sono e devono essere<br />

considerate come una risorsa per la competitività e l'impiego e il trattamento<br />

del<strong>le</strong> lingue come dimensione imprescindibi<strong>le</strong> del management del<strong>le</strong> imprese<br />

internazionali ;<br />

il principo del diritto di lavorare nella lingua del paese che accoglie deve<br />

applicarsi a titolo genera<strong>le</strong> e i bisogni linguistici adattati al<strong>le</strong> necessità<br />

strategiche del<strong>le</strong> imprese.<br />

Azioni devono essere intraprese in ogni paese in modo da assicurare nel tessuto<br />

economico <strong>le</strong> conoscenze e <strong>le</strong> buone pratiche in materia di trattamento del<strong>le</strong><br />

lingue attraverso <strong>le</strong> riviste professionali, la formazione inizia<strong>le</strong> e la formazione<br />

continua.<br />

Conclusioni del Tema 3 (politico)<br />

Dall'imperialismo all'alterità nel<strong>le</strong> relazioni internazionali<br />

Paul Ghils<br />

Le società europee sono confrontate a due fenomeni che chiamano in causa <strong>le</strong> basi della<br />

cittadinanza, nozione percepita in modo variabi<strong>le</strong> a seconda del<strong>le</strong> società, ma che tuttavia<br />

rappresenta la base della democrazia. Più recentemente, un terzo fenomeno pone una<br />

questione inedita quanto alla gestione del plurilinguismo e di conseguenza quanto alla pratica<br />

della democrazia.<br />

Da un lato, l'intensificazione dei movimenti migratori pone allo stesso tempo la questione del<br />

l'integrazione, anche temporanea, nei paesi che accolgono e il riconoscimento del<strong>le</strong> identità<br />

plurali come valore per <strong>le</strong> persone migranti e per <strong>le</strong> società che <strong>le</strong> accolgono. E’ una sfida<br />

importante che <strong>le</strong> società europee devono cogliere, ma che non puo’ essere colta che se esse<br />

sanno avva<strong>le</strong>rsi del<strong>le</strong> risorse della storia e di molteplici esempi storici. Le risposte fornite a<br />

questa domanda sono varie e segnano sovente un’ esitazione quanto alla natura del<strong>le</strong> diversità<br />

compatibili con la democrazia e ai modelli d’interculturalità propri all’UE. L’esempio degli<br />

antichi imperi, o degli Stati che ne sono oggi gli eredi, è pertinente a questo riguardo in<br />

quanto questi ultimi realizzano forme di plurilinguismo effettive senza che alcuna politica<br />

linguistica sia stata ufficialmente applicata. Il paragone con la situazione dell’Africa,<br />

parimenti, dimostra che al di là dell’arbitrario del<strong>le</strong> frontiere degli stati, il plurilinguismo si<br />

adatta volontieri a forme di plurilinguismo pragmatico che tengono conto l’evoluzione<br />

costante del<strong>le</strong> società.<br />

D’altro canto, l'integrazione europea restringe <strong>le</strong> sovranità nazionali che rimangono l’ambito<br />

privi<strong>le</strong>giato d'espressione della cittadinanza, ma <strong>le</strong> comp<strong>le</strong>ta con una dimensione nuova e<br />

origina<strong>le</strong> della cittadinanza che è la cittadinanza europea nata con il trattato di Maastricht nel<br />

1992. L'Unione europea ha come principio fondatore il plurilinguismo, espresso nel<br />

Regolamento N°1 del 1958, che ammette degli adattamenti nel funzionamento del<strong>le</strong><br />

istituzioni. Ma gli adattamenti non possono giustificare pratiche che ne sono talvolta la<br />

negazione pura e semplice. Malgrado numerosi richiami so<strong>le</strong>nni attraverso documenti politici<br />

quali « Il nuovo quadro strategico per il multilinguismo » del 2005 o « Il multilinguismo : un<br />

atout per l'Europa e un impegno comune » del 2007, i principi sono lungi dalla realtà. Se il<br />

funzionamento del Parlamento europeo è esemplare a questo riguardo, non si puo’ ammettere<br />

che 9 direzioni generali su 33 della Commissione europea abbiano il loro sito Internet<br />

presentato in una sola lingua, allorchè altre hanno adottato <strong>le</strong> 23 lingue ufficiali. Questa<br />

situazione impone la messa in opera di un’iniziativa civi<strong>le</strong> europea, resa possibi<strong>le</strong> dal 1° apri<strong>le</strong><br />

2012 dal trattato di Lisbona del 2007 che, oltre al riconoscimento della personalità giuridica<br />

6


all’Unione, prevede questo esercizio particolare della democrazia partecipativa, permettendo a<br />

un milione di cittadini dell'UE d’invitare la Commissione a presentare una proposta <strong>le</strong>gislativa<br />

di sua competenza.<br />

Infine, l’evoluzione più recente dei regimi politici degli Stati europei pone una questione<br />

inedita alla qua<strong>le</strong> <strong>le</strong> istituzioni dell’UE non danno oggi risposta giuridica. Diverse regioni<br />

europee rivendicano in effetti la loro indipendenza o sono sul punto di farlo. Benchè queste<br />

rivendicazioni non siano ancora tradotte in procedure effettive, esse implicano in certi casi il<br />

paradosso dell’estensione del multilinguismo e della riduzione del plurilinguismo e più<br />

generalmente la relazione contradditoria che rivela l’uso del<strong>le</strong> lingue tra l’identitario,<br />

l’internaziona<strong>le</strong> e il transnaziona<strong>le</strong>.<br />

Se l’ultimo caso darà luogo a diversi referendum organizzati dal<strong>le</strong> istanze politiche regionali, i<br />

primi due potrebbero essere oggetto di un’ iniziativa civi<strong>le</strong> europea, che deve essere intrapresa<br />

al fine di operare una mutazione simbolica verso il plurilinguismo per togliere <strong>le</strong> istituzioni<br />

europee da un’ambiguïtà fondamenta<strong>le</strong> che altera la loro immagine ed è un ostacolo<br />

all'emergenza di una cittadinanza autentica che si aggiunge senza sostituirvisi al<strong>le</strong> cittadinanze<br />

nazionali.<br />

Conclusioni del Tema 4 (cultura)<br />

Cultura, diversità cultura<strong>le</strong> e circolazione dei saperi, del<strong>le</strong> idee e degli immaginari<br />

Michael Oustinoff<br />

Roman Jakobson, in un ce<strong>le</strong>bre articolo , distingue tre tipi di traduzione : la prima consiste nel<br />

tradurre in seno alla propria lingua. E’ un’ operazione fondamenta<strong>le</strong> del linguaggio, senza la<br />

qua<strong>le</strong> non vi è comunicazione possibi<strong>le</strong>. La seconda è la traduzione propriamente detta, da<br />

lingua a lingua. La terza consiste nel passare da un sistema di segni all’altro. Oggi, in<br />

particolare a causa dello sviluppo spettacolare del<strong>le</strong> nuove tecnologie dell’informazione e<br />

della comunicazione (NTIC), viviamo in un mondo in cui la parte della traduzione intesa in<br />

questo senso largo, non è indubbiamente mai stata cosi’ grande : la nostra epoca è da situarsi<br />

sotto il segno della « traduzione tota<strong>le</strong> », per riprendere il titolo di un libro di Peeter Torop.<br />

La dimostrazione tramite Internet è, a questo riguardo, lampante : negli anni 1980, l’accesso<br />

agli originali in lingua straniera era spesso costoso e limitato. Con l’avvento di Internet,<br />

l’ing<strong>le</strong>se dominava con una parte di 80% dell’insieme. Nello spazio di una decina d’anni<br />

solamente, la sua parte è scesa al di sotto della soglia del 30%. Internet è diventato<br />

massivamente multilingue, tendenza che non potrà che crescere, con la crescita potenzia<strong>le</strong><br />

del<strong>le</strong> lingue dei BRICS (Brasi<strong>le</strong>, Russia, India, Cina) ma anche dello spagnolo o dell’arabo,<br />

nonchè del<strong>le</strong> lingue più varie<br />

In questa “ribabelizzazione” accel<strong>le</strong>rata del mondo, il tutto in ing<strong>le</strong>se è, evidentemente , una<br />

impasse. E’ cio’di cui il mondo anglofono, la serissima British Academy in testa, sta<br />

rendendosi conto, tanto che si mette a promouvere e il plurilinguismo — che si accingono a<br />

demoltiplicare la <strong>le</strong>va dell’intercomprensione e della comprensione detta « passiva » — e la<br />

traduzione, che sono ormai due chiavi imprescindibili del mondo contemporaneo.<br />

L’ignoranza del<strong>le</strong> culture e del<strong>le</strong> lingue straniere è un handicap maggiore che si condanna ad<br />

essere sotto informati in tutti i campi.<br />

Non si tratta di di una questione puramente quantitativa. Le lingue non sono dei semplici<br />

strumenti intercambiabili, come si tende a credere troppo sovente : ognuna veicola al<br />

contrario una visione del mondo che <strong>le</strong> è propria, cosicchè la lingua informa i sensi quanto il<br />

pensiero. In cio’ essa è consubstanzia<strong>le</strong> dell’immaginazione creatrice, che sia nel<strong>le</strong> arti, nel<strong>le</strong><br />

<strong>le</strong>tters o nel<strong>le</strong> scienze, che esse siano umane o dette « dure ».<br />

7


Una ta<strong>le</strong> concezione non è nuova : essa risa<strong>le</strong> a Wilhelm von Humboldt e si è stata sviluppata<br />

altrove che in Germania, in particolare negli Stati Uniti, in Russia (i formalisti russi stessi ne<br />

derivano) vedasi nell’insieme del mondo occidenta<strong>le</strong>. E’ solamente a partire dagli anni 1970<br />

che queste idee innovati cadono in un oblio relativo, a profitto di una visione universalizzante<br />

che va di pari passo con l’estensione fulgorante dell’ing<strong>le</strong>se in scala planetaria.<br />

Spinto all’estremo, il modello del tutto in ing<strong>le</strong>se è la negazione al tempo stesso dell’interesse<br />

della diversità linguistica e della traduzione : considerata unicamente come un costo e non<br />

come arricchimento essenzia<strong>le</strong>, questa diventerebbe superflua se l’umanità intera fosse<br />

finalmente in grado di comunicae in una sola lingua, il Globish. Non è dunque sorprendente<br />

che una visione neo-humboldtiana del<strong>le</strong> lingue e del<strong>le</strong> culture sia, più che mai, all’ordine del<br />

giorno.<br />

8


Le III Assises si sono svolte grazie alla partecipazione e al contributo del<strong>le</strong> seguenti persone :<br />

Presidenti di tema :<br />

Jean-Claude Beacco, professeur à l'Université Sorbonne Nouvel<strong>le</strong>, expert auprès du Conseil de<br />

l'Europe et de la Commission européenne<br />

Enrica Galazzi, professore di Linguistica francese, Facoltà di Scienze linguistiche e di <strong>le</strong>tterature<br />

straniere dell'Università Cattolica di Milano, Centro di documentazione e di Ricerca per la didattica<br />

della lingua francese (Do.Ri.F.), Italie<br />

Paul Ghils, professeur à la Haute Eco<strong>le</strong> de Bruxel<strong>le</strong>s<br />

Michaël Oustinoff, Maître de conférence à l'Université Sorbonne Nouvel<strong>le</strong><br />

Modérateurs <strong>des</strong> tab<strong>le</strong>s-ron<strong>des</strong> :<br />

Giovanni Agresti, Chercheur-enseignant de linguistique française, Université de Teramo, Département<br />

de Théories et Politiques du Développement Social, Italie<br />

François-Xavier d'Aligny, Président de la Fondation pour <strong>le</strong> Développement de l’Enseignement<br />

International et Vice-Président fondateur, Observatoire Européen du Plurilinguisme<br />

Elisabetta Bonvino, professore associato presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università degli<br />

studi Roma Tre<br />

Fulvio Caccia, écrivain, poète, nouvelliste et essayiste<br />

Giuseppe Castorina, professore alla Sapienza, Presidente della Associazione Eurolinguistica-Sud<br />

Christos Clairis, professeur Emérite à l'Université Paris Descartes, membre du Conseil<br />

d'administration de l'OEP<br />

Sandrine Détienne, Traductrice et chargée de cours à l'ESIT (Eco<strong>le</strong> Supérieur d'Interprétes et de<br />

Traducteurs)<br />

Pierre Frath, professeur, Université de Reims-Champagne Ardenne, Directeur du Centre<br />

interdisciplinaire de recherche sur <strong>le</strong>s langues et la pensée (IRLEP), Association <strong>des</strong> professeurs de<br />

langue vivante (APLV)<br />

Enrica Galazzi, professore di Linguistica francese, Facoltà di Scienze linguistiche e di <strong>le</strong>tterature<br />

straniere dell'Università Cattolica di Milano, Centro di documentazione e di Ricerca per la didattica<br />

della lingua francese (Do.Ri.F.), Italie<br />

Claire Goyer, présidente de DLF-Bruxel<strong>le</strong>s-Europe<br />

Astrid Guillaume, maître de conférence à l'Université Paris-Sorbonne, Vice-présidente fondatrice<br />

de l’OEP, en charge du Pô<strong>le</strong> recherche<br />

Alfons Knauth, Chair of the ICLA Research Committee "Mapping Multilingualism in World<br />

Literature", Ruhr-Universität Bochum, Deutschland<br />

Philippe Lecomte, Professeur-chercheur, Toulouse Business School, Président du Groupe d'Etu<strong>des</strong><br />

Management & Langage (GEM&L), France<br />

Roberto Provenzano, docente Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM<br />

Intervenenti :<br />

Giovanni Agresti, Chercheur-enseignant de linguistique française, Université de Teramo, Département<br />

de Théories et Politiques du Développement Social, Italie<br />

François-Xavier d'Aligny, Président de la Fondation pour <strong>le</strong> Développement de l’Enseignement<br />

International et Vice-Président fondateur, Observatoire Européen du Plurilinguisme<br />

Colbert Akieudji, assistant, Université de Dschang, Faculté <strong>des</strong> Lettres et Sciences Humaines,<br />

Cameroun<br />

9


Maria He<strong>le</strong>na Araujo e Sa, professeur, Silvia Melo-Pfeifer, chercheur, Centro de Investigação<br />

Didáctica e Tecnologia na Formação de Formadores, Universidade de Aveiro, Portugal<br />

Abdenour Arezki, Professeur en sciences du langage, Université de Béjaia, Algérie<br />

Davide Astori, ricercatore confermato L-LIN/01, Università degli Studi di Parma - Dipartimento di<br />

Filologia Classica e Medieva<strong>le</strong>, Italia<br />

Isabel<strong>le</strong> Audras, Enseignant-chercheur, Université du Maine<br />

Monica Barni, Prof.ssa Direttrice Centro CILS, Università per Stranieri di Siena<br />

Hervé Baudry, directeur éditorial, La Ligne d'ombre. ...éditions de la Société <strong>des</strong> ais de Gérald Hervé<br />

Myriam de Beaulieu, interprète de conférence, Université d'Orléans<br />

O<strong>le</strong>na Bien, Doktorandin, Graduiertenkol<strong>le</strong>g "Unterrichtsprozesse", Universität Landau, Deutschland<br />

Fulvio Caccia, écrivain, poète, nouvelliste et essayiste<br />

Marie-Hélène Caillol, présidente du Laboratoire européen d'anticipation politique (LEAP/Europe<br />

2020)<br />

Michel Candelier, Professeur émérite, Université du Maine<br />

Giuseppe Castorina, professore alla Sapienza, Presidente della AES<br />

Asma Chamly-Halwani, Professeur de langue et de littérature françaises, Université Libanaise.,<br />

Beyrouth, Liban<br />

Corina Cilianu-Lascu, Professeur d'université, Académie d'Etu<strong>des</strong> Economiques de Bucarest,<br />

Roumanie<br />

Manuela Cipri, professore aggregato, La Sapienza, Italie<br />

Laura Coroama, enseignant-chercheur, Université Chrétienne "D.Cantemir", Timisoara (Roumanie) /<br />

Doctorant Université du Maine (France) , Roumanie<br />

Natalia Dankova, Professeur-chercheur, Université du Québec en Outaouais, Département d'étu<strong>des</strong><br />

langagières, Canada<br />

Marie-Christine Deyrich, Professeur <strong>des</strong> universités, Kari Stunell, Maitre de conférences, Université<br />

Montesquieu Bordeaux IV - IUFM, France<br />

Sonia Di Vito, docente a contratto, Università degli studi di Cassino, Italie<br />

Ketevan Djachy, professeur, Université Ilia de Tbilissi, Faculté de l'art et <strong>des</strong> sciences, Département de<br />

romanistique, Géorgie<br />

Latifa El Hadrati, enseignante-chercheuse, Université Hassan II/Mohammedia, Faculté <strong>des</strong> <strong>le</strong>ttres et<br />

sciences humaines, Casablanca, Maroc<br />

Neriman Eratalay, professeur émérite, Université de Hacettepe /Ankara, Turquie<br />

Mario Formica, Vice President Marketing & Airline Studies, ATR<br />

Pierre Frath, professeur, Université de Reims-Champagne Ardenne, Directeur du Centre<br />

interdisciplinaire de recherche sur <strong>le</strong>s langues et la pensée (IRLEP), Association <strong>des</strong> professeurs de<br />

langue vivante (APLV) Observatoire européen du plurilinguisme (OEP), France<br />

Kurt Gawlitta, Jurist und Pädagoge, Verein Deutsche Sprache, Deutschland<br />

Dr. Miche<strong>le</strong> Gazzola, Facoltà di Economia dell'Università Humboldt di Berlino<br />

Claire Goyer, présidente de DLF-Bruxel<strong>le</strong>s-Europe<br />

Christel Henry, enseignante de français langue étrangère, Scuola per l'Europa di Parma (Italie), CEIS<br />

XX (Centro de Estudos Interdisciplinares do Século XX), Italie<br />

Jane Kassis Henderson, ESCP Europe, France<br />

1


Niculina Ivanciu, Professeur <strong>des</strong> universités, Académie d'Etu<strong>des</strong> Economiques de Bucarest, Roumanie<br />

Ida Iwaszko, doctorante, Université Toulouse - Le Mirail, PLH-CRATA/ATER à l'Université de<br />

Montpellier 2, LIRDEF-ALFA, France<br />

Emilie Kasazian, Doctorante en didactique <strong>des</strong> langues, vacataire enseignante, auteure/ conceptrice<br />

manuels pédagogiques, Université Paris 3 Sorbonne-Nouvel<strong>le</strong>, laboratoire DILTEC, France<br />

Nawel Kherra , maître-assistante à l'Université Ferhat Abbes, Sétif, Algérie<br />

Julien Kilanga Musinde, écrivain, professeur d'université, Université d'Angers, France<br />

Alfons Knauth, Chair of the ICLA Research Committee "Mapping Multilingualism in World<br />

Literature", Ruhr-Universität Bochum, Deutschland<br />

Virginie Kremp Picardat, Présidente de l'Association Migrilude, étudiante en Master FLE à<br />

L'Université de Besançon, Université de Besançon<br />

Ann-Birte Krüger, Maître de conférences (MCF), Université de Franche Comté, Laboratoire de<br />

Sémiotique, Linguistique, Didactique et Informatique (LASELDI), France<br />

Jennifer Lazaric Jungic, traductrice, Association croate <strong>des</strong> traducteurs scientifiques et techniques<br />

Natalia Lec<strong>le</strong>rc, enseignante (docteur en littérature comparée, master de FLE, agrégée de <strong>le</strong>ttres<br />

modernes), (Université de Bretagne Occidenta<strong>le</strong> / Université Européenne de Bretagne, EA 4249<br />

HCTI, Brest, France<br />

Françoise Leclaire, Professeur <strong>des</strong> éco<strong>le</strong>s, réeducatrice en psychopédagogie, doctorante, Université du<br />

Maine, Inedum, CREN, EDILIC<br />

Philippe Lecomte, Professeur-chercheur, Toulouse Business School, Président du Groupe d'Etu<strong>des</strong><br />

Management & Langage (GEM&L), France<br />

Françoise Le Lièvre et Gil<strong>le</strong>s Forlot, Maîtres de Conférences, Associée DYNADIV EA4246 et<br />

Université de Picardie Ju<strong>le</strong>s Verne - LESCLaP-CERCLL EA 4283, France<br />

Brigitte Lemattre, Pédopsychiatre, thérapeute familia<strong>le</strong>, Chef de service de psychiatrie infantojuvénil<strong>le</strong>,<br />

Centre hospitalier spécialisé de la Sarthe, Institut déparmental, France<br />

Stéphane Lopez, Adjoint au Représentant permanent auprès de l'Union européenne (OIF-RP)<br />

Emmanuel Lulin, Directeur de l'Ethique du Groupe L'OREAL<br />

Toufic Majdi, Professeur Universitaire / Consultant Formateur, Faculté Polydisciplinaire de<br />

Khouribga, Université Hassan 1er Settat, Maroc<br />

Giovanna Manilla e Silvia Pallini, Redazione dell'Associazione LEM-Italia (Langues d'Europe et de la<br />

Méditerranée), Italie<br />

Tullio de Mauro, professore emerito alla Sapienza<br />

Amir Mehdi, enseignant-chercheur, Université Ibn Khaldoun, Tiaret, chercheur associé équipe<br />

CHART, LUTIN, Paris, Algérie<br />

Silvia Melo-Pfeifer, chercheur, CIDTFF - Departamento de Educação, Universidade de Aveiro,<br />

Portugal<br />

Stéphane Miglierina, <strong>le</strong>cteur d'échange pour <strong>le</strong> français, Université Roma Tre - Rome<br />

Ralph Mocikat, Prof. Dr. med., Wissenschaft<strong>le</strong>r, Arbeitskreis Deutsch als Wissenschaftssprache<br />

(ADAWIS) e.V., Deutschland<br />

Yves Montenay, démographe, écrivain, enseignant, ancien industriel, France<br />

Dr Isabel<strong>le</strong> Mordel<strong>le</strong>t-Roggenbuck, professeur, Pädagogische Hochschu<strong>le</strong>, Institut für Romanistik,<br />

Deutschland<br />

Serafino Murri, critico cinematografico, scrittore e regista<br />

1


Florin-Teodor Olariu, chercheur scientifique, Académie Roumaine, Filia<strong>le</strong> de Iasi, Roumanie (boursier<br />

POSDRU/89/1.5/S/56815)<br />

Roberto Provenzano, docente Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM<br />

Isabel<strong>le</strong> Puozzo, Ph.D, Chargée d'enseignement, Haute Eco<strong>le</strong> Pédagogique de Lausanne, Suisse<br />

Nicola Reggiani, cultore della materia in Storia greca, Università degli Studi di Parma, Dipartimento<br />

di Storia, Italia<br />

Paola Rivieccio, Enseignante Education Nationa<strong>le</strong>- Doctorante, Université Sorbonne Nouvel<strong>le</strong>, Paris,<br />

France<br />

Aurel Rosca, Enseignant de FLE, coordinateur du projet "Le Plurilinguisme en brin d'herbe"(2009-<br />

2014), Groupe Scolaire "A<strong>le</strong>xandru Macedonski" Melinesti, Roumanie<br />

Ivana Rončević, wissenschaftliche Mitarbeiterin, Fakultät für Lehrerbildung, Universität Zagreb<br />

Giancarlo Rossi, Consigliere del Circolo Filologico Milanese e Presidente della Sezione Sodalitas<br />

Latina, Associazione: il Circolo Filologico Milanese, Italia<br />

Leyre Ruiz de Zarobe, Professeure d'Université, Université du Pays basque, Vitoria, Espagne<br />

Yolanda Ruiz de Zarobe, Associate Professor of Linguistics, University of the Basque Country, Spain<br />

Xabier San Isidro, Director of the Teacher Training Department, Linguistic Innovation Centre CIL-<br />

Lekaroz, Navarre, Espagne<br />

Véronique Simon, Universitets<strong>le</strong>ktor i språkdidaktik, Maître de conférences en didactique <strong>des</strong> langues,<br />

Uppsala universitet, Suède<br />

Ilham Slim-Hoteit, professeur titulaire de langue et littérature françaises, Faculté <strong>des</strong> <strong>le</strong>ttres et sciences<br />

humaines, Université Libanaise, Beyrouth, Liban<br />

Zsuzsanna Szilvási, wiss. Oberassistentin, Universität Kaposvár, Ungarn<br />

Marine Totozani, enseignante-chercheure, Université de Saint -Etienne, Département FLE,<br />

Laboratoire CEDICLEC du CELEC, France<br />

Christian Tremblay, Observatoire européen du plurilinguisme, responsab<strong>le</strong> du projet CELAN pour la<br />

France<br />

Maria Tronea, Association Roumaine <strong>des</strong> Professeurs de Français, Craiova, Roumanie<br />

Va<strong>le</strong>ria Villa, Monitrice (borsista tesi di dottorato), Université Michel de Montaigne Bordeaux 3,<br />

Equipe AMERIBER (Francia)<br />

Dietrich Voslamber, Physiker, Verein Deutsche Sprache e.V., Deutschland<br />

Rebecca Whee<strong>le</strong>r, Professor of English Language and Literacy, Newport News, VA, USA<br />

Vito Zagarrio, regista<br />

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