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01 2008 - Federazione Nazionale Sindrome di Prader Willi

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IMPEGNO PER UNA VITA MIGLIORE<br />

Perio<strong>di</strong>co d’informazione della<br />

<strong>Federazione</strong> Malattie Rare Infantili<br />

Anno XI - n. 1 -<br />

Anno <strong>2008</strong><br />

Registrato presso il Tribunale <strong>di</strong> Torino,<br />

n. 5167 del 12 giugno 1998<br />

Direzione e Redazione:<br />

Via Susa 37 - 1<strong>01</strong>38 Torino<br />

malattie-rare@cartaepenna.it<br />

Direttore Responsabile:<br />

Maria Antonietta Ricci<br />

Redazione: Prof. Alberto Musso<br />

Donatella Garitta, Vincenzo Vitagliano<br />

Impaginazione:<br />

Associazione Culturale Carta e Penna<br />

Via Susa, 37 - 1<strong>01</strong>38 Torino<br />

Tel.: <strong>01</strong>1.434.68.13<br />

www.cartaepenna.it<br />

cartaepenna@cartaepenna.it<br />

Stampa: AGV - Torino<br />

Anno XI - N. 1 Gennaio, Febbraio e Marzo <strong>2008</strong><br />

EDITORIALE PAG. 2<br />

Sommario<br />

RELAZIONE SULL’ATTIVITÀ PAG. 3<br />

DA EURORDIS PAG. 4<br />

“UN GIORNO RARO<br />

PER PERSONE SPECIALI” PAG. 5<br />

MEDICINA TRANSCULTURALE:<br />

ASPETTI COMUNICATIVI ED ETICI PAG. 7<br />

LO SPORTELLO DELLA SCUOLA PAG. 13<br />

LA VOCE DELLE ASSOCIAZIONI PAG. 14<br />

LETTERE DELLE FAMIGLIE PAG. 17<br />

SCARTABELLANDO PAG. 20<br />

LE RICETTE DI ELENA PAG. 22<br />

L’ISOLA DEI DESIDERIA PAG. 24<br />

FEDERAZIONE MALATTIE RARE<br />

C.so Galileo Galilei, 38 - 1<strong>01</strong>26 Torino<br />

Tel. <strong>01</strong>1 61 6002 - Fax: <strong>01</strong>1 678 70 52<br />

www.malattie-rare.org - info@malattie-rare.org<br />

Associazione Italiana Niemann Pick - ONLUS<br />

Via Cafasse, 28<br />

10074 - LANZO T.SE - TO<br />

Tel. <strong>01</strong>23.28995 - Fax <strong>01</strong>23.32<strong>01</strong>49<br />

info@niemannpick.org - www.niemannpick.org<br />

ANIPI - Portatori Patologia Ipofisarie<br />

Dott. Walter Zaccagnini<br />

C.so Matteotti 23 - Torino<br />

Cell.: 335 330 087<br />

anipi.piemonte@ virgilio.it<br />

ArfSAG - Famiglie Adrenogenitale Piemonte<br />

Sig.ra Domenica Palermo<br />

presso Ospedale Regina Margherita<br />

Tel. <strong>01</strong>1 313 53 45<br />

arfsagp@libero.it<br />

EAMAS European Association Friends of McCune-<br />

Albright Syndrome<br />

Via Borgovecchio 25 - 10041 Carignano (TO)<br />

Tel.-fax: <strong>01</strong>1 969 72 58<br />

info@ eamas.net<br />

GLI AMICI DI VALENTINA<br />

(Atassia Teleangiectasia o <strong>Sindrome</strong> <strong>di</strong> Louis-Bar )<br />

Via C.L.N. 42/a - 10095 Grugliasco (TO)<br />

Tel. fax: <strong>01</strong>1 4152920<br />

www.atassia-teleangiectasia.it - gliamici@atav.191.it<br />

ANF Associazione nazionale NeuroFibromatosi<br />

Sede del Piemonte: Sig. Mostacci<br />

Tel - fax: <strong>01</strong>1 411 36 43<br />

www.neurofibromatosi.org<br />

APADEST - <strong>Sindrome</strong> <strong>di</strong> Turner<br />

Sig.ra Marta Giunti - Via Selvaggio, 183<br />

10094 - Giaveno (TO)<br />

Tel.: <strong>01</strong>1 9339873- martagiunti@tin.it<br />

<strong>Federazione</strong> Associazione Soggetti <strong>Prader</strong>-<strong>Willi</strong><br />

Presidente Sig.ra Maria Antonietta Ricci<br />

Ospedale Bambin Gesù <strong>di</strong> Roma<br />

Tel.: 338 68 90 187<br />

www.praderwilli.it - praderwilli@praderwilli.it<br />

META - Associazione Malattie Metaboliche<br />

Ere<strong>di</strong>tarie<br />

OIRM Clinica Pe<strong>di</strong>atrica<br />

Tel.: <strong>01</strong>1 313 53 63<br />

marco.spada@unito.it<br />

1


Impegno per una vita migliore<br />

EDITORIALE<br />

Questo numero esce un po’ in anticipo perché intendo<br />

portare a conoscenza <strong>di</strong> tutti voi un evento <strong>di</strong> grande<br />

interesse.<br />

EURORDIS, l’organizzazione europea che raduna le<br />

associazioni <strong>di</strong> volontariato che si occupano <strong>di</strong> malattie<br />

rare, ha indetto per venerdì 29 febbraio una giornata<br />

europea intitolata “un giorno raro per persone rare”.<br />

Per l’Italia è stata incaricata l’associazione “Uniamo”,<br />

che a sua volta per il Piemonte ha in<strong>di</strong>viduato nel sig.<br />

Luigi Bonavita, Presidente dell’Associazione Italiana<br />

Niemann-Pick, il responsabile dell’organizzazione.<br />

In allegato alla rivista troverete un piccolo manifesto<br />

con in<strong>di</strong>cato il programma della manifestazione. Prego<br />

tutti coloro che ne hanno la possibilità, commercianti,<br />

professionisti, insegnanti, <strong>di</strong> esporlo nel luogo che riterranno<br />

più opportuno per dare la massima visibilità all’iniziativa.<br />

Invito anche tutti a partecipare alla manifestazione,<br />

PROF. ALBERTO MUSSO<br />

venendo a visitare gli stand. Se poi qualcuno può offrire<br />

un po’ del suo tempo per una partecipazione più attiva….<br />

In questo numero trovate anche il conto economico<br />

della <strong>Federazione</strong> per l’anno 2007 ed il bilancio preventivo<br />

<strong>2008</strong> (a pag. 8), unitamente alla relazione sulla attività<br />

svolta. I bilanci sono stati approvati dall’assemblea<br />

dei soci giovedì 24 gennaio. Questi documenti si dovranno<br />

depositare in Provincia entro il mese <strong>di</strong> marzo,<br />

quin<strong>di</strong> chiunque abbia suggerimenti od obiezioni si faccia<br />

avanti subito. Rinnovo anche l’invito alle associazioni<br />

che fanno parte della <strong>Federazione</strong> Malattie Rare In-<br />

FEDERAZIONE fantili a MALATTIE farmi avere in tempo utile RARE quelle pubblicazioni, INFANTIL<br />

manuali, libri, perio<strong>di</strong>ci, che desiderano siano presentati<br />

alla Fiera del Libro <strong>di</strong> Torino che si terrà dall’8 al 12<br />

maggio. Questo invito è beninteso rivolto anche a tutti<br />

quelli che mi leggono.<br />

Cor<strong>di</strong>ali saluti a tutti.<br />

CONTO ECONOMICO 2007<br />

Entrate<br />

Contributi da fondazioni 15.000,00<br />

Finanziamento da provincia 4.727,80<br />

Donazioni da privati 4.269,00<br />

Donazioni da altre associazioni 500,00<br />

Altre entrate 8.484.46<br />

Totale entrate € 32.981,26<br />

Uscite<br />

Gestione sede c. G. Galilei 2.400,00<br />

Telefono e spese <strong>di</strong> segreteria 1.5<strong>01</strong>,00<br />

Progetto my-Ki 6.892,10<br />

Notiziario “Impegno per una vita migliore” 2.746,00<br />

Salone del libro 3.733,38<br />

Congresso gennaio 2007 2.000,00<br />

Borse <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o 6.000,00<br />

Altre uscite 5.347,17<br />

Totale uscite € 30.619,65<br />

Come si può vedere il conto economico chiude con un avanzo attivo <strong>di</strong> €. 2361,61<br />

Detto avanzo andrà a coprire parzialmente il <strong>di</strong>savanzo previsto per il <strong>2008</strong>.<br />

2


Anno XI - N. 1 Gennaio, Febbraio e Marzo <strong>2008</strong><br />

CONTO ECONOMICO 2007<br />

RELAZIONE SULL’ATTIVITÀ SVOLTA<br />

Signori presidenti,<br />

Nell’anno 2007 la FMRI ha continuato a gestire<br />

il centro <strong>di</strong> ascolto <strong>di</strong> Corso Galileo Galilei,<br />

implementando l’aiuto soprattutto psicologico<br />

alle famiglie ed ai pazienti. Motivi vari rendono<br />

però non ancora sufficiente la gestione del punto<br />

<strong>di</strong> ascolto che deve essere sicuramente rinforzato<br />

e meglio strutturato. Sarà necessario impostare<br />

una segreteria efficiente, cosa che però<br />

necessita <strong>di</strong> risorse che al momento non abbiamo.<br />

L’attività non corrente della FMRI vede d’altra<br />

parte alcune iniziative interessanti portate a<br />

buon fine.<br />

Nel gennaio si è svolto l’annuale congresso<br />

sulle malattie orfane, e anche quest’anno la<br />

FMRI si è fatta carico <strong>di</strong> una giornata<br />

monotematica. A gennaio 2007 l’argomento è<br />

stato l’errore in me<strong>di</strong>cina, a gennaio <strong>2008</strong> (ne<br />

parlo ora perché un congresso si organizza nei<br />

mesi precedenti) l’argomento è la me<strong>di</strong>cina<br />

multietnica. Nell’ambito del congresso 2007 si<br />

sono realizzati 2 spettacoli teatrali che hanno<br />

incontrato molto favore da parte dei congressisti.<br />

Anche quest’anno si è organizzato uno spettacolo<br />

teatrale che ritengo molto interessante, e<br />

vi invito a essere presenti.<br />

A maggio abbiamo partecipato con un nostro<br />

stand al salone del libro, in cui abbiamo presentato<br />

le nostre iniziative, ed in cui abbiamo<br />

avuto ospiti illustri. In un incontro nello spazio<br />

autori abbiamo presentato il progetto my-Ki, la<br />

realizzazione <strong>di</strong> un supporto informatico portatile<br />

che è nelle nostre intenzioni far avere ad<br />

ogni malato <strong>di</strong> patologie rare perché possa portarsi<br />

<strong>di</strong>etro la propria storia in caso debba ricorrere<br />

a cure me<strong>di</strong>che lontano da chi conosce lui<br />

e la sua patologia. A fine anno possiamo <strong>di</strong>re<br />

che il progetto my-Ki è quasi realizzato e che si<br />

può iniziare la sua sperimentazione sul campo.<br />

Anche quest’anno la FMRI ha contribuito alla<br />

realizzazione del corso organizzato dalla associazione<br />

Baby-Xitter per preparare baby sitter<br />

de<strong>di</strong>cati all’assistenza <strong>di</strong> bambini con malattie<br />

rare.<br />

Infine abbiamo preso in gestione il trimestrale<br />

“Impegno per una vita migliore” che era fino alla<br />

primavera dell’associazione <strong>Prader</strong>-Willy e l’abbiamo<br />

esteso a tutte le associazioni. La tiratura<br />

attuale supera le 1000 copie ed è destinata a<br />

salire man mano che le varie associazioni aderiscono<br />

all’iniziativa.<br />

Per quanto riguarda il bilancio che trovate in<br />

allegato, posso fare alcuni commenti:<br />

Le spese <strong>di</strong> gestione della sede permangono<br />

basse: 2400 € <strong>di</strong> uso locali e 15<strong>01</strong> € <strong>di</strong> telefono.<br />

Il salone del libro ci è costato 3733,38€, ma ha<br />

incassato 1580 €. Il progetto my-Ki si è rivelato<br />

un impegno notevole: ci è già costato 6892,10€<br />

e preve<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> spenderne ancora almeno<br />

4000. Infine la rivista. Ogni numero (e sono 4<br />

all’anno) costa quasi 1500 €. Ritengo però che<br />

siano sol<strong>di</strong> ben spesi in quanto è un veicolo <strong>di</strong><br />

comunicazione in<strong>di</strong>rizzato alle famiglie con un<br />

taglio prevalentemente pratico, con rubriche fisse<br />

sulle novità normative, assistenziali e articoli<br />

<strong>di</strong> interesse generale. Colgo l’occasione per<br />

chiedere alle associazioni <strong>di</strong> collaborare alla rivista<br />

comunicando in tempo utile le iniziative in<br />

corso o previste, raccontando quelle <strong>di</strong>fficoltà<br />

che si incontrano e come si sono superate, parlando<br />

dei centri <strong>di</strong> riferimento e più in genere delle<br />

cose che vanno e delle cose che non vanno.<br />

Dal fronte delle entrate emerge il finanziamento<br />

della fondazione Magnetto, che non potremo<br />

mai ringraziare a sufficienza, il finanziamento<br />

della Provincia per il progetto my-ki, ma vedo<br />

anche con molto piacere che le donazioni liberali<br />

<strong>di</strong> privati (ormai tante) ci hanno portato in<br />

cassa 4269 €!<br />

Se mai arrivasse anche il 5 per mille…<br />

Grazie per l’attenzione<br />

Alberto Musso<br />

Presidente <strong>Federazione</strong><br />

Malattie Rare Infantili<br />

3


Impegno per una vita migliore<br />

DA EURORDIS<br />

29 FEBBRAIO <strong>2008</strong>: LA PRIMA GIORNATA<br />

EUROPEA DELLE MALATTIE RARE<br />

Giornata mon<strong>di</strong>ale dell’Aids, giornata del cancro<br />

al seno, giornata internazionale dei <strong>di</strong>sabili, giornata<br />

mon<strong>di</strong>ale dell’Alzheimer, giornata europea dei<br />

<strong>di</strong>sabili, giornata del Parkinson... l’elenco delle giornate<br />

de<strong>di</strong>cate alle persone colpite da una o l’altra<br />

malattia è lunga. Ma, ad oggi, la causa delle persone<br />

colpite da malattie rare non era stata ancora rappresentata.<br />

Euror<strong>di</strong>s, in collaborazione con le Federazioni<br />

Nazionali delle Malattie Rare, è lieta <strong>di</strong><br />

annunciare la prima Giornata Europea delle Malattie<br />

Rare, che si svolgerà il 29 febbraio <strong>2008</strong>.<br />

“Era da tanto che ci pensavamo” racconta Anja<br />

Helm, responsabile delle relazioni con le associazioni<br />

dei malati, attualmente impegnata nell’organizzazione<br />

della giornata.<br />

“Il Consiglio <strong>di</strong> Euror<strong>di</strong>s composto dalle Federazioni<br />

Nazionali è stata l’occasione giusta per <strong>di</strong>scutere<br />

<strong>di</strong> questo evento. Dopo numerosi incontri in<br />

cui è stata considerata la fattibilità del progetto, sono<br />

state esaminate iniziative simili e scambiati pareri,<br />

ci siamo sentiti pronti a realizzare una giornata de<strong>di</strong>cata<br />

alle persone affette da malattie rare.”<br />

E così è nata la Giornata Europea per le Malattie<br />

Rare. “Abbiamo scelto la data del 29 febbraio trattandosi<br />

<strong>di</strong> un giorno per così <strong>di</strong>re raro” afferma Anja<br />

Helm. “Capita solo ogni 4 anni e abbiamo pensato<br />

che potesse rendere molto bene il concetto <strong>di</strong> rarità.”<br />

Ma la giornata delle Malattie Rare vuole essere<br />

anche un evento annuale, così è stato deciso <strong>di</strong><br />

anticiparla al 28 febbraio negli anni non bisestili.<br />

“Un giorno raro per persone molto speciali” è<br />

lo slogan scelto per la giornata delle malattie rare<br />

<strong>2008</strong>, mentre l’ampio tema che sarà affrontato e<br />

che interessa tutta l’Europa è:<br />

“Malattie Rare: una priorità <strong>di</strong> salute pubblica”.<br />

Tale concetto si adatta bene anche all’attuale sviluppo<br />

<strong>di</strong> sinergie tra l’Europa e le varie nazioni, illustrato<br />

dalla Comunicazione sulle Malattie Rare della<br />

Commissione, allo sviluppo <strong>di</strong> programmi nazionali<br />

per le malattie rare nonché alla <strong>di</strong>ffusione dei<br />

networks europei <strong>di</strong> riferimento per i centri <strong>di</strong> eccellenza.<br />

La giornata delle malattie rare sarà in<strong>di</strong>rizzata prima<br />

<strong>di</strong> tutto al gran pubblico, ma i suoi messaggi<br />

intendono arrivare anche alle autorità decisionali<br />

nazionali ed europee e ai me<strong>di</strong>a. La giornata si pone<br />

come obiettivo <strong>di</strong>:<br />

- aumentare la consapevolezza delle malattie rare<br />

e l’impatto che esse hanno sulla vita dei malati,<br />

- offrire aiuto ed informazione alle persone colpite<br />

da malattie rare, in particolar modo quelle per le<br />

quali non è <strong>di</strong>sponibile un network <strong>di</strong> supporto,<br />

- rafforzare la collaborazione europea nella lotta<br />

contro le malattie rare,<br />

- raccogliere fon<strong>di</strong> per sostenere il nostro piano<br />

d’azione sia a livello europeo che nazionale,<br />

- rappresentare il punto <strong>di</strong> partenza per una giornata<br />

delle malattie rare più globale.<br />

Rosa Sanchez de Vega, membro del consiglio <strong>di</strong><br />

amministrazione <strong>di</strong> Euror<strong>di</strong>s e Presidente <strong>di</strong> FEDER,<br />

sostiene la necessità <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nare i piani d’azione<br />

a livello nazionale nei vari Paesi Europei, poiché<br />

soltanto con un’azione simultanea in tutta Europa è<br />

possibile che la voce dei malati venga ascoltata da<br />

più persone.<br />

“Per la celebrazione della giornata <strong>2008</strong>, Euror<strong>di</strong>s<br />

coor<strong>di</strong>nerà l’organizzazione dell’evento a livello europeo”<br />

spiega Anja Helm “ciascuna federazione nazionale<br />

la coor<strong>di</strong>nerà nel proprio Paese. Azioni <strong>di</strong><br />

consapevolezza mireranno ai membri del Parlamento<br />

Europeo <strong>di</strong> Bruxelles. In ciascun Paese si svolgeranno<br />

<strong>di</strong>versi eventi ed attività e l’elenco delle<br />

manifestazioni è consultabile sul sito web della Giornata<br />

Europea delle Malattie Rare e sui siti <strong>di</strong> ciascuna<br />

<strong>Federazione</strong> <strong>Nazionale</strong>. Nel caso in cui nel<br />

vostro Paese non esista una <strong>Federazione</strong> <strong>Nazionale</strong>,<br />

perché non cominciare ora a pensare ad un<br />

evento che la vostra associazione può organizzare<br />

con altre organizzazioni per le malattie rare del vostro<br />

stesso Paese. Ogni passo, ogni azione è importante<br />

e noi ci auguriamo che il 29 febbraio <strong>2008</strong><br />

sia il primo <strong>di</strong> tante giornate nazionali, europee... e<br />

presto mon<strong>di</strong>ali per le malattie rare.”<br />

Partecipate, questa giornata è la nostra giornata<br />

per porre le malattie rare al centro dell’attenzione<br />

pubblica in tutta Europa!<br />

4


Anno XI - N. 1 Gennaio, Febbraio e Marzo <strong>2008</strong><br />

MEDICINA TRANSCULTURALE:<br />

ASPETTI COMUNICATIVI ED ETICI<br />

Dr. Roberto LALA<br />

Dal 24 al 26 gennaio si è svolto a Torino l’incontro<br />

annuale della Rete Regionale Malattie Rare dal titolo.<br />

“11° Convegno Patologia Immune e Malattie<br />

Orfane <strong>2008</strong>”.<br />

La giornata del 25 gennaio è stata de<strong>di</strong>cata alla<br />

Me<strong>di</strong>cina Transculturale cioè l’assistenza me<strong>di</strong>ca<br />

prestata a citta<strong>di</strong>ni stranieri. Questa realtà in costante<br />

aumento spinge a riflessioni sull’incontro me<strong>di</strong>copaziente,<br />

che, peraltro, si applicano anche alle altre<br />

situazioni <strong>di</strong> cura, in<strong>di</strong>pendentemente dalle origini<br />

etniche, dalla citta<strong>di</strong>nanza e dalla lingua.<br />

Le <strong>di</strong>mensioni dell’attività sanitaria de<strong>di</strong>cata agli<br />

stranieri sono cospicue, essendo ormai nelle aree<br />

urbane come quella <strong>di</strong> Torino circa il 20% dei neonati<br />

<strong>di</strong> origini non italiane e circa il 10% degli adulti.<br />

Come documentato dal congresso, queste persone<br />

provengono da più <strong>di</strong> cento nazioni, in ogni continente<br />

con un maggior numero <strong>di</strong> Europei dell’Est<br />

e Nordafricani.<br />

Pur variando le con<strong>di</strong>zioni migratorie e le esperienze<br />

<strong>di</strong> vita tra gli appartenenti alla prima ondata<br />

migratoria, in genere maschi adulti sani, e quelli<br />

appartenenti alle successive, più donne, bambini ed<br />

anziani, l’esperienza del migrante è quella <strong>di</strong> un viaggiatore<br />

che tende a perdere i riferimenti culturali ed<br />

etici della regione <strong>di</strong> provenienza e stenta ad acquisire<br />

nuovi riferimenti in quella <strong>di</strong> arrivo. La migrazione<br />

comporta una nuova progettazione del proprio<br />

percorso <strong>di</strong> vita ed in questo presenta analogie con<br />

la malattia, in quanto anch’essa obbliga il malato a<br />

progettare nuovamente la propria esistenza.<br />

In genere le malattie che affiggono i migranti sono<br />

le stesse che colpiscono gli italiani, come è emerso<br />

da analisi statistiche effettuate al Pronto Soccorso<br />

dell’Ospedale Regina Margherita <strong>di</strong> Torino e presentate<br />

al Convegno; se mai sono più frequenti le<br />

malattie tipiche della popolazione povera come il<br />

rachitismo e la tubercolosi.<br />

Gli stranieri che provengono dalle regioni oggetto<br />

<strong>di</strong> colonizzazione portano con sé, come scritti nel proprio<br />

corpo, i risultati <strong>di</strong> una violenza secolare che li ha<br />

spogliati delle loro ricchezze materiali, morali e persino<br />

della loro cultura.Queste sofferenze li possono<br />

portare a comportamenti che esprimono un <strong>di</strong>sagio<br />

comprensibile solo alla luce <strong>di</strong> questa “incorporazione<br />

della storia”, come ha affermato, nel Convegno,<br />

l’etnopsichiatra Roberto Beneduce, Direttore del Centro<br />

Frantz Fanon <strong>di</strong> Torino che tratta il <strong>di</strong>sagio psichico<br />

degli stranieri vittime <strong>di</strong> violenza e tortura.<br />

Determinante è stato l’apporto culturale al <strong>di</strong>battito<br />

degli antropologi Ivo Quaranta <strong>di</strong> Bologna e Pino<br />

Schirripa <strong>di</strong> Roma, che hanno descritto l’incontro<br />

tra me<strong>di</strong>co e paziente in termini <strong>di</strong> costruzione narrativa<br />

del senso dato all’esperienza <strong>di</strong> malattia. Nel<br />

<strong>di</strong>alogo, il me<strong>di</strong>co porta i contenuti biologici, scientifici<br />

e tecnologici, mentre i paziente descrive le sue<br />

esperienze sensoriali ed emozionali. Un <strong>di</strong>alogo ben<br />

costruito e finalizzato al benessere del malato consente<br />

<strong>di</strong> dare un senso all’esperienza <strong>di</strong> malattia,<br />

che motivi il paziente a seguire le cure consigliate e<br />

che aiuti il me<strong>di</strong>co ad espletare la sua funzione, tenendo<br />

conto delle aspettative del malato e superando<br />

l’impostazione troppo tecnica ed avulsa dal<br />

contesto esistenziale delle persone alla quali presta<br />

le sue cure.<br />

Ma, dai contributi <strong>di</strong> Beneduce, Quaranta e<br />

Schirripa, è emerso anche molto chiaramente che<br />

la costruzione del significato della malattia non <strong>di</strong>pende<br />

soltanto dai significati ad essa attribuiti da<br />

me<strong>di</strong>co e paziente, ma, e in misura spesso elevata,<br />

anche dalla definizione sociale, economica e politica<br />

del contesto. Si tratta spesso del risultato <strong>di</strong> una<br />

violenza strutturale esercitata e favorita dell’ambiente<br />

sociale, come è chiaro per i profughi scampati<br />

alla violenza ed alla povertà.<br />

Al <strong>di</strong>battito hanno contribuito Maurizio Mori, filosofo<br />

bioeticista, che ha sottolineato il concetto <strong>di</strong><br />

autonomia del paziente, che deve essere valorizzato,<br />

pur in un contesto <strong>di</strong> molteplici con<strong>di</strong>zionamenti<br />

culturali e la costituzionalista Alessandra Algostino,<br />

che si è soffermata sui concetti <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto e <strong>di</strong>gnità<br />

umana localizzati in contesti <strong>di</strong> tempo e spazio.<br />

Stimolante è stato il contributo del Gruppo<br />

Emergency on Cecilia Strada che ha raccontato<br />

l’esperienza della realizzazione dell’ospedale<br />

car<strong>di</strong>ochirurgico Salam <strong>di</strong> Kartoum in Sudan, isola<br />

<strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina tecnologica in un contesto <strong>di</strong> povertà e<br />

<strong>di</strong> guerra come la regione del Darfour. Quest’esperienza<br />

è una sfida che vuol testimoniare il <strong>di</strong>ritto a<br />

standard <strong>di</strong> salute avanzati per tutti e pone interrogativi<br />

non solo sulla sostenibilità economica ma<br />

anche sull’opportunità <strong>di</strong> un’esperienza che potrebbe<br />

essere vissuta dalle popolazioni interessate anche<br />

come una forma mascherata <strong>di</strong> neocolonialismo.<br />

Cecilia Strada ha portato testimonianze<br />

contro questa interpretazione, che, anzi, de-<br />

7


scrivono il circolo virtuoso innescato dall’iniziativa,<br />

che sta portando ad un graduale miglioramento<br />

dell’assistenza sanitaria in Sudan ed anche negli stati<br />

confinanti.<br />

La giornata si è conclusa con una tavola rotonda<br />

sugli aspetti etici <strong>di</strong> inizio e fine vita in un contesto<br />

transculturale. E’ stato presentato il caso clinico <strong>di</strong><br />

un neonato <strong>di</strong> origini nordafricane, affetto da una<br />

malattia rara per la quale è in sperimentazione un<br />

nuovo farmaco. I problemi <strong>di</strong> comprensione ed accettazione<br />

della situazione da parte della famiglia,<br />

che vanno ben al <strong>di</strong> là degli aspetti linguistici, sono<br />

stati testimoniati dall’esperienza della me<strong>di</strong>atrice<br />

cuturale Kassida Keirhallah,che ha delineato il ruolo<br />

del me<strong>di</strong>atore culturale, che non deve essere<br />

semplice traduttore o persuasore ma, piuttosto,<br />

Impegno per una vita migliore<br />

“me<strong>di</strong>atore <strong>di</strong> comunità”, che cerca <strong>di</strong> me<strong>di</strong>are i significati<br />

reali e simbolici <strong>di</strong> situazioni, istituzioni, usi<br />

e costumi stranieri e nostrani, anche molto <strong>di</strong>versi<br />

tra loro.<br />

L’analisi <strong>di</strong> questo caso clinico, che ha visto l’alternarsi<br />

momenti <strong>di</strong> avvicinamento ed allontanamento<br />

tra famiglia ed istituzioni socio-sanitarie, in situazioni<br />

estreme, che comportano scelte etiche<br />

problematiche per ogni uomo, ha condotto tutti i partecipanti<br />

alla riflessione che la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> straniero<br />

migrante o quella <strong>di</strong> portatore <strong>di</strong> malattia rara<br />

non fanno che amplificare problematiche comuni a<br />

tutti gli uomini: quelle cioè <strong>di</strong> dare un senso a nascita,<br />

morte ed esperienze della vita in un conteso<br />

che è transculturale per ognuno <strong>di</strong> noi, in<strong>di</strong>pendentemente<br />

da nazionalità ed etnia.<br />

FEDERAZIONE MALATTIE RARE INFANTILI<br />

FEDERAZIONE MALATTIE RARE INFANTILI<br />

ONLUS<br />

Corso Galileo Galilei 38, 1<strong>01</strong>26 Torino<br />

Telefono +39 <strong>01</strong>1 676002 fax +39 <strong>01</strong>1 6787052<br />

www.malattie-rare.org info@malattie-rare.org<br />

conto corrente postale 15957285 partita IVA 97599030<strong>01</strong>8<br />

BILANCIO DI PREVISIONE <strong>2008</strong><br />

Entrate<br />

Contributi da fondazioni 15.000,00<br />

Finanziamento da provincia 3.000,00<br />

Donazioni da privati 4.000,00<br />

Donazioni da altre associazioni 6.000,00<br />

Altre entrate 4.000,00<br />

Totale entrate 32.000,00<br />

Uscite<br />

Gestione sede c. G. Galilei 2.400,00<br />

Telefono e spese <strong>di</strong> segreteria 2.000,00<br />

Progetto my-Ki 4.000,00<br />

Notiziario “Impegno per una vita migliore” 6.000,00<br />

Salone del libro 3.500,00<br />

Congresso gennaio <strong>2008</strong> 1.000,00<br />

Borse <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o 15.000,00<br />

Altre uscite 2.000,00<br />

Totale uscite 35.900,00<br />

Come si può vedere il bilancio <strong>di</strong> previsione chiude con una per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> 3.900,00 €. Al momento attuale<br />

detta per<strong>di</strong>ta è coperta dall’avanzo <strong>di</strong> cassa 2007. Non ho però contabilizzato alcune entrate che<br />

prevedo <strong>di</strong> ottenere nel corso dell’anno, ma solo le entrate che già mi sono state garantite (fondazioni) o<br />

assegnate ma ancora da incassare (Provincia) o ad<strong>di</strong>rittura già incassate nei primi giorni del <strong>2008</strong><br />

(Altre associazioni).<br />

8


I DIRITTI DELLE PERSONE IN<br />

CONDIZIONE DI DISAGIO E IL RUOLO DEL<br />

TERZO SETTORE<br />

<strong>di</strong> Francesco Santanera<br />

da Prospettive assistenziali 159<br />

Su Aggiornamenti sociali, giugno 2006, rivista dei Gesuiti<br />

dei Centri stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano e Palermo, è riportato un<br />

articolo del gruppo “Oltre il giar<strong>di</strong>no” operante a Genova,<br />

<strong>di</strong> cui fanno parte «operatori, coinvolti a <strong>di</strong>verso livello<br />

nel lavoro sociale». Partendo dalla considerazione che<br />

il lavoro sociale «ha il<br />

suo centro nella persona», i componenti del gruppo<br />

sostengono che detta attività si esprime «principalmente<br />

attraverso la relazione operatore-utente» e che proprio<br />

da detta relazione si realizza una «azione <strong>di</strong> trasformazione<br />

culturale della società». Il concetto della funzione<br />

risolutiva della relazione operatore-utente è ripreso<br />

più volte nell’articolo del gruppo genovese. Ad esempio,<br />

viene affermato che «le garanzie <strong>di</strong> un risultato del<br />

lavoro sociale sono in<strong>di</strong>ssolubilmente legate alla capacità<br />

<strong>di</strong> generare relazioni <strong>di</strong> aiuto efficace», che «Il momento<br />

<strong>di</strong> messa alla prova <strong>di</strong> un servizio alla persona si<br />

realizza proprio nella relazione tra operatore e utente» e<br />

che «la relazione operatore-utente è il cuore del “lavoro<br />

sociale”. Affermano, inoltre, che gli operatori sono i «principali<br />

promotori <strong>di</strong> possibili istanze <strong>di</strong> cambiamento nei<br />

servizi», nonché «parte fondante della coscienza critica<br />

dello Stato sociale». Mentre sono sicuramente assai<br />

importanti il ruolo <strong>di</strong> analisi e <strong>di</strong> proposta degli operatori<br />

e la loro corretta relazione con gli utenti, è evidente l’esigenza<br />

primaria della messa a <strong>di</strong>sposizione dei nuclei<br />

familiari e delle singole persone in <strong>di</strong>fficoltà delle prestazioni<br />

materiali occorrenti per il superamento delle situazioni<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio. Ad esempio, i genitori che lavorano a<br />

tempo pieno non riescono a seguire a casa loro 24 ore<br />

su 24 e 365 giorni all’anno il figlio colpito da grave han<strong>di</strong>cap<br />

intellettivo che ha terminato la scuola dell’obbligo<br />

e non è autosufficiente. Pertanto o il figlio può frequentare<br />

un centro <strong>di</strong>urno, oppure l’impossibilità dei suoi congiunti<br />

<strong>di</strong> continuare ad accoglierlo a casa loro non viene<br />

risolta o attenuata, nonostante la <strong>di</strong>sponibilità umana e<br />

professionale degli operatori e le valide relazioni da essi<br />

instaurate con il soggetto in questione. Com’è ovvio,<br />

l’esigenza <strong>di</strong> poter usufruire <strong>di</strong> adeguati supporti materiali<br />

riguarda tutti gli ambiti sociali: la sanità per le attività<br />

<strong>di</strong> cura e riabilitazione delle persone affette da malattie<br />

acute o croniche; la casa con particolare riguardo alla<br />

idoneità dell’alloggio e all’ammontare del canone <strong>di</strong> locazione;<br />

la scuola e la formazione professionale anche<br />

per quanto concerne la frequenza degli allievi con han<strong>di</strong>cap.<br />

Analoghe considerazioni valgono per il lavoro, i<br />

trasporti e gli altri settori <strong>di</strong> intervento che dovrebbero<br />

essere pre<strong>di</strong>sposti e organizzati in modo da agire altresì<br />

per la prevenzione e la risoluzione delle situazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio.<br />

Certamente se detti sostegni vengono forniti da<br />

INFORMAZIONI DA<br />

SANITÀ NEWS<br />

9<br />

Anno XI - N. 1 Gennaio, Febbraio e Marzo <strong>2008</strong><br />

operatori che instaurano vali<strong>di</strong> rapporti con gli utenti, questi<br />

ultimi beneficeranno non solo <strong>di</strong> aiuti materiali in<strong>di</strong>spensabili<br />

per le loro esigenze, ma anche <strong>di</strong> relazioni molto<br />

positive sotto il profilo umano, sociale e culturale.<br />

Dimenticati gli utenti dei servizi e le loro organizzazioni.<br />

Nell’articolo in oggetto viene affermato che «la <strong>di</strong>alettica<br />

tra servizi erogati dall’ente pubblico e quelli erogati<br />

dal terzo settore è importante per alimentare il confronto<br />

sulla qualità degli stessi, la comprensione dei bisogni,<br />

la garanzia dei <strong>di</strong>ritti e contribuire<br />

all’autoregolazione del sistema». La sopra riportata asserzione<br />

riguarda questioni <strong>di</strong> fondamentale importanza:<br />

chi sono gli attori a cui compete analizzare i bisogni,<br />

in<strong>di</strong>viduare le relative idonee risposte e garantire i <strong>di</strong>ritti?<br />

Ruolo del settore pubblico e delle organizzazioni sociali.<br />

È ovvio che spetta al settore pubblico (Parlamento,<br />

Regioni, Comuni, ecc.) definire le linee politiche<br />

<strong>di</strong> intervento e garantire i necessari finanziamenti e gli<br />

opportuni controlli. Ritengo però inaccettabile che per<br />

determinare le attività da svolgere, gli enti pubblici stabiliscano,<br />

come propone il gruppo “Oltre il giar<strong>di</strong>no”, rapporti<br />

solamente con il terzo settore. In tutto l’articolo<br />

non c’è una sola parola riguardante il ruolo degli utenti<br />

in merito alla in<strong>di</strong>viduazione dei loro bisogni e alle relative<br />

prestazioni. Si tratta <strong>di</strong> una posizione assai preoccupante,<br />

in quanto non solo i destinatari dei servizi, ma<br />

anche i soggetti (ad esempio, gli affidatari <strong>di</strong> minori o <strong>di</strong><br />

altri soggetti) <strong>di</strong>rettamente coinvolti nelle prestazioni,<br />

sono <strong>di</strong> fatto considerati incapaci <strong>di</strong> fornire alcun positivo<br />

apporto alla definizione e valutazione delle linee <strong>di</strong><br />

intervento. A mio avviso occorrerebbe, invece, che non<br />

solo gli enti pubblici ma anche le strutture del terzo settore<br />

riconoscessero il ruolo attivo delle organizzazioni<br />

degli utenti e del volontariato per quanto concerne l’accertamento<br />

delle esigenze, la programmazione delle<br />

attività e iI funzionamento dei servizi, nonché la verifica<br />

dei risultati raggiunti. Invece, in merito alle singole prestazioni,<br />

gli operatori, a qualsiasi organizzazione appartengano,<br />

dovrebbero sempre tenere in attenta<br />

ponderazione le richieste degli utenti. Aspetto significativo<br />

della scarsa considerazione degli utenti del settore<br />

socio-assistenziale è l’assenza <strong>di</strong> ogni loro concreta<br />

possibilità <strong>di</strong> ricorso, mentre detta facoltà é prevista nel<br />

campo delle competenze della sanità. Anche questa<br />

situazione non è stata oggetto <strong>di</strong> riflessione da parte<br />

degli operatori “Oltre il giar<strong>di</strong>no”.<br />

Il ruolo assegnato dalle istituzioni al terzo settore .<br />

Circa il ruolo assegnato dalle istituzioni al terzo settore,<br />

non si può certamente fare a meno <strong>di</strong> ricordare il<br />

protocollo <strong>di</strong> intesa tra il Governo e iI Forum permanente<br />

del terzo settore sottoscritto in data 12 febbraio 1999<br />

dall’allora Presidente del Consiglio dei Ministri, Massimo<br />

D’Alema, dai Ministri per la solidarietà sociale e del<br />

lavoro Livia Turco e Antonio Bassolino nonché, a nome<br />

e per conto del Forum, da Franco Marzocchi e da Nuccio<br />

Jovine. Come era stato a suo tempo osservato, una<br />

delle caratteristiche salienti dell’intesa era il riconosci-


mento ufficiale, da parte del Governo D’Alema, del terzo<br />

settore quale soggetto politico, sociale ed economico in<br />

grado <strong>di</strong> «corrispondere in modo efficace alla domanda<br />

insod<strong>di</strong>sfatta <strong>di</strong> servizi <strong>di</strong> interesse collettivo e al <strong>di</strong>ffuso<br />

bisogno <strong>di</strong> “beni relazionali necessari per la convivenza<br />

civile e la coesione sociale”, e <strong>di</strong> incentivare<br />

«l’occupabilità dei lavoratori svantaggiati». I sopra citati<br />

compiti assegnati al terzo settore sono stati confermati<br />

dalla legge 328/2000 <strong>di</strong> riforma dell’assistenza, dalle<br />

relative normative approvate dalle Regioni, nonché dai<br />

Governi che si sono succeduti dal 1999 ad oggi.<br />

Com’era facilmente preve<strong>di</strong>bile, l’attribuzione al terzo<br />

settore dei compiti sopra in<strong>di</strong>cati non ha affatto apportato<br />

mo<strong>di</strong>fiche sostanziali alle situazioni <strong>di</strong> emarginazione<br />

dei soggetti più deboli. Infatti, com’è evidente, le cause<br />

dell’esclusione sociale, <strong>di</strong>pendono essenzialmente dalle<br />

misure politiche e sociali assunte dalle istituzioni e<br />

non dalla semplice gestione dì attività. E’ altresì<br />

indubitabile che gli spazi <strong>di</strong> autonomia concessi dalle<br />

istituzioni agli enti gestori sono estremamente limitati.<br />

Come rileva giustamente il gruppo “Oltre il giar<strong>di</strong>no”, il<br />

ruolo degli operatori del terzo settore «è fortemente penalizzato<br />

proprio dall’inserimento in organizzazioni oggettivamente<br />

<strong>di</strong>pendenti dal finanziamento pubblico».<br />

Orbene, detto con<strong>di</strong>zionamento non riguarda certamente<br />

solo il personale dei terzo settore, ma coinvolge gli addetti<br />

<strong>di</strong> tutti i servizi privati e pubblici, nonché le organizzazioni<br />

che hanno ottenuto dal settore pubblico la gestione<br />

<strong>di</strong> funzioni operative . Si comprende, pertanto, il<br />

vero motivo dell’assenza <strong>di</strong> iniziative da parte degli enti<br />

privati gestori dei servizi, compresi quelli facenti parte<br />

del terzo settore, nei confronti delle situazioni più deleterie<br />

per gli utenti, ad esempio le <strong>di</strong>missioni illegali e spesso<br />

selvagge degli anziani cronici non autosufficienti da ospedali<br />

e da case <strong>di</strong> cura private convenzionate, le vistose<br />

carenze <strong>di</strong> interventi nei confronti de soggetti con han<strong>di</strong>cap<br />

intellettivi gravi e gravissimi e la richiesta, non ammessa<br />

dalle vigenti <strong>di</strong>sposizioni <strong>di</strong> legge, <strong>di</strong> contribuzioni<br />

economiche ai parenti degli assistiti. Non si conoscono,<br />

infatti, cooperative o altre organizzazioni private che<br />

gestiscono servizi affidati dal settore pubblico che abbiano<br />

assunto posizioni contrastanti con le linee politiche<br />

<strong>di</strong> Comuni, Province e Asl a cui sia stata rinnovata<br />

l’assegnazione <strong>di</strong> attività. D’altra parte non si può richiedere<br />

agli operatori degli enti pubblici e privati, terzo<br />

settore compreso, <strong>di</strong> assumere iniziative a livello personale<br />

o <strong>di</strong> gruppo a <strong>di</strong>fesa delle persone alle quali le istituzioni<br />

negano <strong>di</strong>ritti anche fondamentali. Infatti, in questi<br />

casi gli addetti non solo mettono in pericolo ogni loro<br />

progressione <strong>di</strong> carriera, ma rischiano <strong>di</strong> perdere il posto<br />

<strong>di</strong> lavoro o <strong>di</strong> essere isolati nei cosiddetti “reparti confino”.<br />

Anche se vi sono esempi <strong>di</strong> gestione corretta <strong>di</strong><br />

attività da parte del terzo settore, occorre valutarne i limiti.<br />

Ad esempio il trasferimento <strong>di</strong> giovani con han<strong>di</strong>cap<br />

intellettiva lieve, e quin<strong>di</strong> in possesso <strong>di</strong> potenzialità<br />

lavorative, dai tra<strong>di</strong>zionali sorpassati istituti <strong>di</strong> ricovero<br />

alle comunità alloggio <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni familiari gestite da<br />

uno stabile gruppo <strong>di</strong> operatori motivati, ha certamente<br />

migliorato notevolmente le loro con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita. Tuttavia,<br />

se non sono stati pre<strong>di</strong>sposti dall’ente pubblico competente<br />

i corsi <strong>di</strong> formazione prelavorativa e non sono<br />

state attuate le misure occorrenti per l’inserimento presso<br />

aziende pubbliche o private dei soggetti in grado <strong>di</strong><br />

Impegno per una vita migliore<br />

10<br />

svolgere una attività lavorativa proficua, la loro con<strong>di</strong>zione<br />

continua ad essere quella <strong>di</strong> emarginati sociali,<br />

anche se in misura attenuata rispetto alla precedente<br />

situazione. Alla luce delle considerazioni esposte, risultano<br />

insostenibili le affermazioni del gruppo “Oltre il<br />

giar<strong>di</strong>no” che nell’articolo in questione sostengono che<br />

«il terzo settore esiste in<strong>di</strong>pendentemente dalle provvidenze<br />

pubbliche» e che «la collaborazione paritaria con<br />

l’ente locale può avvenire solo se il terzo settore si rende<br />

autonomo, capace <strong>di</strong> definire liberamente la sua identità.<br />

In questo modo potrà affrancarsi da una posizione<br />

subor<strong>di</strong>nata, da una funzione ancellare rispetto agli enti<br />

pubblici». Infatti, com’è evidente, il terzo settore vive e<br />

può continuare ad operare solamente se gli enti pubblici<br />

gli affidano la gestione dei servizi.<br />

L’alternativa proposta dal gruppo “Oltre il giar<strong>di</strong>no”<br />

Il gruppo “Oltre il giar<strong>di</strong>no” ritiene che per superare le<br />

attuali carenze sia possibile una azione <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento<br />

«<strong>di</strong> tutte le fasi del processo <strong>di</strong> realizzazione <strong>di</strong> una politica<br />

o <strong>di</strong> un intervento sociale» da concordare fra il pubblico<br />

e il terzo settore. Secondo il suddetto gruppo «non<br />

si tratta <strong>di</strong> spartire meccanicamente o rigidamente al 50%<br />

fra “pubblico” e “privato” ogni fase (pianificazione, programmazione,<br />

gestione, valutazione, ecc.) o <strong>di</strong> negare il<br />

ruolo sovraor<strong>di</strong>nato del “pubblico” che <strong>di</strong>scende dai suoi<br />

compiti istituzionali», ma <strong>di</strong> «proporre un progetto che<br />

impegni i <strong>di</strong>versi soggetti chiamati in campo dalla legge<br />

328/2000 ad analizzare i seguenti compiti:<br />

1) definizione concertata e contrattata delle regole del<br />

gioco, che metta al centro la qualità dei servizi;<br />

2) definizione <strong>di</strong> sistemi <strong>di</strong> informazione (Carte dei<br />

servizi) e <strong>di</strong> accesso al sistema integrato;<br />

3) accre<strong>di</strong>tamento dei fornitori in modo che il settore<br />

pubblico e il terzo settore siano sottoposti agli stessi criteri<br />

<strong>di</strong> qualità;<br />

4) promozione della scelta da parte del citta<strong>di</strong>no/cliente/utente<br />

sulla base dei prezzi dei <strong>di</strong>versi servizi accre<strong>di</strong>tati;<br />

5) forme <strong>di</strong> tutela del citta<strong>di</strong>no, se e quando non è<br />

capace <strong>di</strong> scegliere da solo;<br />

6) forme <strong>di</strong> promozione della capacità <strong>di</strong> azione sociale<br />

degli utenti, della qualità dei servizi erogati dalle<br />

organizzazioni del terzo settore, della professionalità <strong>di</strong><br />

operatori e volontari;<br />

7) forme <strong>di</strong> controllo della qualità dell’erogazione dei<br />

servizi basati principalmente sull’ascolto dei clienti e degli<br />

operatori <strong>di</strong> contatto;<br />

8) forme <strong>di</strong> gestione pubblica <strong>di</strong>retta <strong>di</strong> servizi per<br />

definire gli standard e per garantire segmenti strategici<br />

della rete <strong>di</strong> offerta dei servizi stessi;<br />

9) valutazione congiunta da parte degli attori in<strong>di</strong>viduati<br />

dalla legge n. 328/2000 sulla base <strong>di</strong> regole e valori<br />

fondanti stabiliti insieme.<br />

A mio avviso le suddette proposte sono molto preoccupanti<br />

in quanto incentrate sull’applicazione della legge<br />

328/2000 <strong>di</strong> riforma dell’assistenza e dei servizi sociali<br />

che non stabilisce alcun <strong>di</strong>ritto esigibile da parte dei<br />

citta<strong>di</strong>ni e dei nuclei familiari e lascia quin<strong>di</strong> al settore<br />

pubblico l’assoluta <strong>di</strong>screzione <strong>di</strong> intervenire o non agire<br />

anche nei casi in cui i mancati interventi siano la causa<br />

dell’emarginazione <strong>di</strong> persone e <strong>di</strong> nuclei familiari.<br />

Una proposta <strong>di</strong> collaborazione fra il terzo settore e le<br />

forze sociali.


Anno XI - N. 1 Gennaio, Febbraio e Marzo <strong>2008</strong><br />

La proposta che mi accingo a fare parte da tre considerazioni.<br />

In primo luogo ognuno <strong>di</strong> noi può, ad esempio<br />

a seguito <strong>di</strong> un han<strong>di</strong>cap o <strong>di</strong> una malattia invalidante,<br />

<strong>di</strong>ventare un utente dei servizi sanitari e, nei casi in cui<br />

le patologie siano gravemente invalidanti, <strong>di</strong> quelli socio-sanitari.<br />

Dunque, anche i <strong>di</strong>rigenti e gli operatori del<br />

terzo settore hanno un interesse <strong>di</strong>retto ad ottenere il<br />

riconoscimento effettivo del <strong>di</strong>ritto alle prestazioni sanitarie<br />

e socio-sanitarie, domiciliari, semiresidenziali e residenziali,<br />

<strong>di</strong>ritto - lo ricordo - sancito dalle leggi vigenti<br />

(la prima, la n. 692, risale ad<strong>di</strong>rittura al 1955) ma quasi<br />

mai rispettato dalle istituzioni con la conseguenza che<br />

gli interessati e/o i loro congiunti nel caso necessitino <strong>di</strong><br />

essere ricoverati in strutture residenziali, sono costretti<br />

a subire oneri anche nella misura <strong>di</strong> 60-70 mila euro<br />

prima che le AsI provvedano al pagamento della quota<br />

sanitaria che, invece, dovrebbe essere versata fin dal<br />

momento dell’insorgere della cronicità ai sensi delle norme<br />

sui Lea (Livelli essenziali <strong>di</strong> assistenza) <strong>di</strong> cui all’articolo<br />

54 della legge 289/2002. In secondo luogo ritengo<br />

che la posizione subalterna rispetto alle istituzioni degli<br />

enti gestori possa essere attenuata solamente se vengono<br />

pre<strong>di</strong>sposte alleanze fra le forze sociali che costringano<br />

il settore pubblico a tener conto delle esigenze<br />

dei soggetti deboli. Se non si interviene per tutelare<br />

le proprie e altrui esigenze, anche nella considerazione<br />

- lo ripeto - che ognuno <strong>di</strong> noi può <strong>di</strong>ventare non autosufficiente<br />

da un giorno all’altro a seguito <strong>di</strong> malattie o<br />

han<strong>di</strong>cap invalidanti - le istituzioni certamente continueranno<br />

a fornire le minori prestazioni possibili con la solita<br />

scusa della mancanza <strong>di</strong> risorse economiche. Mentre<br />

per i motivi che ho già esposto, non credo possibile<br />

l’intervento dei singoli operatori e delle singole strutture<br />

gestionali, mi sembra che abbiano la concreta possibilità<br />

<strong>di</strong> agire le federazioni delle organizzazioni del terzo<br />

settore. Si tratta, infatti, <strong>di</strong> strutture non coinvolte nella<br />

gestione <strong>di</strong> attività e quin<strong>di</strong> le cui risorse economiche<br />

non derivano <strong>di</strong>rettamente dalle erogazioni del settore<br />

pubblico. Inoltre, poiché ad esse fanno riferimento numerosi<br />

enti, hanno una non in<strong>di</strong>fferente forza contrattuale.<br />

L’intesa fra dette federazioni e le <strong>di</strong>sponibili associazioni<br />

<strong>di</strong> volontariato e <strong>di</strong> tutela degli utenti può determinare<br />

la presenza <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> interlocutori che le<br />

istituzioni non possono ignorare. Non si tratta <strong>di</strong> ricercare,<br />

fra le suddette entità, intese su tutti i problemi: sarebbe<br />

un successo notevole l’elaborazione <strong>di</strong> una piattaforma<br />

volta a riven<strong>di</strong>care <strong>di</strong>ritti esigibili su una sola questione<br />

<strong>di</strong> rilevanza sociale. A questo proposito occorre tener<br />

conto che da sempre i <strong>di</strong>ritti esigibili sono lo strumento più<br />

efficace per la <strong>di</strong>fesa delle esigenze delle persone deboli<br />

e sono, altresì, alternativi alle ingiustizie sociali, al <strong>di</strong>sinteresse<br />

dei burocrati e alle prepotenze dei più forti.<br />

CINA:<br />

LA TRATTA DEI BAMBINI CON HANDICAP<br />

Riportiamo integralmente l’allarmante segnalazione<br />

apparsa su Avvenire del’29 luglio 2007: «Pechino. Bambini<br />

<strong>di</strong>sabili “comprati” per 200 euro e costretti a men<strong>di</strong>care<br />

per strada. Succede in Cina. Gao Zhou Zhou non<br />

ha l’ uso delle gambe e si muove su un asse a rotelle<br />

fatta a mano. «Racconta che tre anni fa un uomo l’ha<br />

comprata dal patrigno per 220 euro, in un villaggio<br />

dell’Henan. Da allora quasi ogni giorno sta china sul<br />

marciapiede, non lontana da piazza Tiananmen, dalla<br />

mattina fino a notte. Chiede l’elemosina ai passanti.<br />

«Quando va bene guadagna 300 yuan, che dà allo “zio”.<br />

Anche Yang Ping che ha la spina dorsale curva e che<br />

può camminare solo piegata come un insetto, e stata<br />

venduta due anni fa. «Un uomo ha promesso ai genitori<br />

<strong>di</strong> farla lavorare in una fabbrica <strong>di</strong> giocattoli e <strong>di</strong> mandare<br />

loro 30 euro al mese. Ma arrivati a Pechino ha detto<br />

che la fabbrica aveva chiuso e l’ha messa a chiedere<br />

l’elemosina. “Il primo giorno - racconta - ho guadagnato<br />

solo 20 yuan. Allora mi ha picchiata”. «Kate Wedgwood,<br />

<strong>di</strong>rettrice per la Cina <strong>di</strong> “Save the Children”, questa realtà<br />

è <strong>di</strong>ffusa in Cina. Questi bambini vengono quasi tutti<br />

da poveri villaggi rurali, rimasti fuori dal boom economico<br />

del Paese. Con i molti lavoratori migranti, milioni <strong>di</strong><br />

bambini vivono separati dai genitori per lo più affidati a<br />

parenti o a semplici conoscenti. Molti li affidano a persone<br />

che assicurano <strong>di</strong> dar loro un lavoro, senza sapere<br />

cosa li aspetta. «Esperti osservano che prima delle Olimpia<strong>di</strong><br />

è probabile che Pechino voglia “pulire `le strade <strong>di</strong><br />

questi men<strong>di</strong>canti. Ma il timore è che si limiti a cacciarli<br />

via»<br />

DAL SANGUE DEI NEONATI<br />

UN TEST PER PREDIRE 40 MALATTIE<br />

Già attuato dal Mayer <strong>di</strong> Firenze sarà <strong>di</strong>ffuso in tutta<br />

Italia Attraverso un semplice test effettuato su goccia <strong>di</strong><br />

sangue prelevata entro 40 ore dalla nascita sara’ possibile<br />

<strong>di</strong>agnosticare 40 malattie metaboliche ere<strong>di</strong>tarie, alcune<br />

delle quali curabili. Il progetto è contenuto nella<br />

Legge Finanziaria 2007 che ha stanziato 3 milioni <strong>di</strong> euro<br />

per la sua <strong>di</strong>ffusione in Italia. Il programma, gia’ attuato<br />

con successo da alcuni anni all’ospedale Meyer <strong>di</strong> Firenze<br />

e dal 2004 nella Regione Toscana, e’ reso possibile<br />

dai progressi delle tecnologie analitiche e informatiche.<br />

In particolare, utilizzando una tecnica chiamata<br />

Tandem Massa Spettrometria ( che permette <strong>di</strong> effettuare<br />

un test per molte malattie) collegata a programmi informatici,<br />

da un piccolo campione <strong>di</strong> sangue prelevato<br />

alla nascita si possono identificare contemporaneamente<br />

molti metaboliti, cioe’ molecole specifiche che in<strong>di</strong>cano<br />

la presenza <strong>di</strong> una malattia. Si tratta <strong>di</strong> malattie rare singolarmente<br />

ma che rappresentano 5 casi su 10.000<br />

neonati. Se non <strong>di</strong>agnosticate esse possono portare<br />

anche a morte o a gravi conseguenze neurologiche. La<br />

<strong>di</strong>agnosi precoce me<strong>di</strong>ante screening neonatale dunque<br />

permette dunque <strong>di</strong> una terapia anche nella fase<br />

che precede i sintomi. A volte la cura consiste in una<br />

<strong>di</strong>eta povera <strong>di</strong> alcune sostanze e <strong>di</strong> vitamine; altre volte<br />

si possono utilizzare farmaci. Dalle esperienze pilota<br />

condotte dai centri toscani sono stati effettuati ad oggi<br />

150.000 test neonatale che hanno consentito <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosticare<br />

piu’ <strong>di</strong> 40 malattie metaboliche. In oltre il 50% dei<br />

casi si e’ pienamente avuto il controllo della malattia con<br />

assenza <strong>di</strong> sintomi o danni organici; nella restante percentuale<br />

si e’ avuta una importante contrazione dei sintomi<br />

e/ o dei danni. Questi test Tandem Massa sono<br />

stati recentemente introdotti con progetti pilota anche in<br />

Liguria e nel Lazio.<br />

11


Impegno per una vita migliore<br />

LO SPORTELLO DELLA SCUOLA<br />

LE GITE SCOLASTICHE: UN DIRITTO DI CITTADINANZA<br />

ORNELLA MORPURGO BONDIOLI<br />

(PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA)<br />

HANDICAP & SCUOLA, N. 136<br />

Vorrei iniziare queste mie riflessioni con le parole <strong>di</strong><br />

una canzone <strong>di</strong> De Andrè che mi sembra semplifichino<br />

che cosa può provare un bambino o un giovane ad essere<br />

escluso dalle gite:<br />

“Tu prova ad avere un mondo nel cuore<br />

e non riesci ad esprimerlo con le parole,<br />

e la luce del giorno si <strong>di</strong>vide la piazza<br />

tra un villaggio che ride e te, lo scemo, che passa,<br />

e neppure <strong>di</strong> notte ti lascia da solo:<br />

gli altri sognan se stessi e tu sogni <strong>di</strong> loro”.<br />

(Un matto, Fabrizio De Andrè)<br />

Le gite, questo momento atteso da tutti gli alunni per<br />

il loro carattere ricreativo, dal bambino e dal giovane<br />

<strong>di</strong>sabile sono attese come momento <strong>di</strong> accoglienza e <strong>di</strong><br />

autonomia, come momento <strong>di</strong> presenza e <strong>di</strong> esistenza,<br />

possibilità <strong>di</strong> avere volto, voce, sguardo, parola, desideri<br />

e non solo bisogni. Le gite appartengono alla sfera<br />

“dei <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza,” soprattutto per i <strong>di</strong>sabili rappresentano<br />

l’ambito del tempo libero, che non può essere<br />

considerato un accessorio della vita, ma ne è una<br />

parte integrante che assume un profondo significato<br />

esistenziale senza cui ne risente la qualità <strong>di</strong> vita, la loro<br />

già tanto caratterizzata da tempi e relazioni “vuote”. Gli<br />

altri alunni hanno una loro vita fuori dalla Scuola per lo<br />

più ricca <strong>di</strong> amicizie e <strong>di</strong> esperienze, che crescono con<br />

l’età: l’uscita con gli amici, la <strong>di</strong>scoteca, il sabato e la<br />

domenica, le prime “storie” d’amore. Per il <strong>di</strong>sabjle le<br />

esperienze <strong>di</strong>minuiscono con l’età. Le gite sono, un atto<br />

<strong>di</strong> giustizia, un <strong>di</strong>ritto non un privilegio concesso dall’alto<br />

per pietà o per perbenismo, fanno parte <strong>di</strong> quegli elementi<br />

che costituiscono il principio <strong>di</strong> non <strong>di</strong>scriminazione,<br />

<strong>di</strong> uguaglianza <strong>di</strong> tutti i citta<strong>di</strong>ni sancito dalla Costituzione<br />

e dalla Solidarietà umana. Le gite permettono un<br />

interscambio tra il <strong>di</strong>sabile ed i suoi compagni; nella<br />

“coralità” del gruppo le <strong>di</strong>versità si attenuano e vi può<br />

essere un coinvolgimento generale che rende l’esperienza<br />

una ricchezza per tutti. Le gite permettono un <strong>di</strong>alogo<br />

verbale e non verbale nel gruppo, tra i suoi membri,<br />

che stanno facendo tutti la stessa esperienza, un<br />

<strong>di</strong>alogo <strong>di</strong> parole, <strong>di</strong> giochi, <strong>di</strong> canzoni, lontani dall’astrazione<br />

e daI “dovere” che caratterizza il tempo scolastico.<br />

Il “dovere”, questa <strong>di</strong>mensione che il <strong>di</strong>sabile conosce<br />

sin dalla sua nascita: la rieducazione, la fisioterapia,<br />

la psicomotricità, la logope<strong>di</strong>a, l’ippoterapia, l’arteterapia<br />

(non l’atelier <strong>di</strong> <strong>di</strong>segno), la pet therapy (non il cagnolino<br />

o il gattino che tanti bambini chiedono ai loro genitori da<br />

curare) ed infine, ultimo termine sentito qualche mese<br />

fa, la montagna terapia (andare in gita con una guida).<br />

Ecco potremmo chiamarle giteterapie quelle fatte con la<br />

scuola. Sorrido ma in realtà sono profondamente in<strong>di</strong>gnata,<br />

perché questo significa culturalmente ritenere che<br />

vi sia un mondo per i “normali” e un mondo per i <strong>di</strong>sabili<br />

dove le stesse esperienze hanno un altro nome che richiama<br />

la malattia. Abbiamo tanto lottato perché la<br />

<strong>di</strong>sabilità non fosse considerata una malattia ma una<br />

con<strong>di</strong>zione esistenziale suscettibile <strong>di</strong> evolutività e <strong>di</strong><br />

qualità ed ora questa concezione torna attraverso il linguaggio.<br />

Le gite permettono <strong>di</strong> riconoscersi, il <strong>di</strong>sabile,<br />

con i suoi limiti cognitivi, ed il compagno nella corriera<br />

vicini possono scoprirsi amanti del calcio e tifosi della<br />

stessa squadra, possono riconoscersi nell’amore per lo<br />

stesso cantante, possono conoscere l’uno l’interesse<br />

dell’altro ampliando così entrambi la propria esperienza.<br />

Canevaro riporta un episo<strong>di</strong>o-apologo raccontato<br />

da Gregory Bateson: “Il dottor Stutterhein, archeologo<br />

governativo <strong>di</strong> Giava, usava raccontare questa storia:<br />

qualche tempo prima dell’arrivo dell’uomo bianco, ci fu<br />

un uragano sulla costa giavanese, nei pressi <strong>di</strong> una delle<br />

capitali. Placatosi l’uragano, la gente scese sulla spiaggia<br />

e trovò, in balia delle onde e quasi morta, una grande<br />

scimmia bianca <strong>di</strong> una specie ignota. Gli esperti della<br />

religione spiegarono che questa scimmia era stata alla<br />

corte <strong>di</strong> Beroena, il <strong>di</strong>o del mare e che per qualche colpa<br />

la scimmia era stata scacciata dal <strong>di</strong>o, la cui ira si era<br />

manifestata nll’uragano. Il Rajah <strong>di</strong>ede or<strong>di</strong>ne che la scimmia<br />

venisse tolta dall’acqua e mantenuta in vita, incatenata<br />

a una pietra. Nel tempo, la “scimmia bianca” fece<br />

cose strane, lavorava sulla pietra. Quando morì, rimase<br />

la pietra, e nessuno sapeva che vi erano grossolanamente<br />

incisi in latino, olandese e inglese il nome <strong>di</strong> un<br />

uomo e il racconto <strong>di</strong> un suo naufragio. Questo marinaio<br />

trilingue non aveva evidentemente stabilito una comunicazione<br />

verbale con coloro che lo avevano fatto prigioniero.<br />

Certamente non si rendeva conto dei loro preconcetti,<br />

per cui lo definivano una scimmia bianca e perciò<br />

non un potenziale destinatario <strong>di</strong> messaggi verbali.<br />

Probabilmente non accadde mai che essi dubitassero<br />

della sua appartenenza al genere umano; egli però può<br />

aver dubitato della loro”. Questo racconto apologo richiama<br />

la necessità .<strong>di</strong> porre alla base dell’appren<strong>di</strong>mento<br />

non solo la comunicazione, ma il riconoscimento reciproco,<br />

senza il quale sembra sia ben <strong>di</strong>fficile che si attivino la<br />

comunicazione e l’appren<strong>di</strong>mento. (A. Canevaro 1986).<br />

L’esclusione da queste possibilità <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento, <strong>di</strong><br />

socializzazione, <strong>di</strong> esperienze <strong>di</strong> vita, che come vedremo<br />

sono, a mio avviso, le gite, risulta una <strong>di</strong>scriminazione<br />

incomprensibile ed inaccettabile. Il <strong>di</strong>sabile ha bisogno <strong>di</strong><br />

esperienze concrete per apprendere, <strong>di</strong> esperienze che<br />

richiamino le esperienze <strong>di</strong> vita quoti<strong>di</strong>ana. Quale migliore<br />

spazio delle gite scolastiche dove la conoscenza avviene<br />

attraverso l’esperienza e la sperimentazione <strong>di</strong> tut-<br />

12


Anno XI - N. 1 Gennaio, Febbraio e Marzo <strong>2008</strong><br />

ti? Tutti sono chiamati a conoscere quelle piante, quegli<br />

animali, quei luoghi, quel quadro, che per alcuni saranno<br />

un’esperienza cognitiva, per altri un’esperienza sensoriale,<br />

emotiva.<br />

Le gite devono entrare a fare parte integrante del progetto<br />

e della programmazione del <strong>di</strong>sabile, con gli ausilii<br />

e le risorse che sono necessarie per una sua partecipazione<br />

attiva, “reale”, autentica. In questo spazio <strong>di</strong> vita<br />

gioioso e allegro, pieno <strong>di</strong> voci e <strong>di</strong> rumori, (ricordo tanti<br />

miei viaggi in treno), può avvenire quel riconoscimento<br />

reciproco che<br />

permette all’alunno <strong>di</strong>sabile <strong>di</strong> sentirsi parte integrante<br />

della classe, poter essere, stare e fare insieme, finalmente<br />

compagni <strong>di</strong> strada, avere quel senso <strong>di</strong> appartenenza<br />

che come <strong>di</strong>ce Gaber «è avere gli altri dentro <strong>di</strong><br />

sé», da parte <strong>di</strong> entrambi il” <strong>di</strong>sabile” e il “normale” che<br />

qui possono ritrovarsi all’interno <strong>di</strong> uno spazio comunicativo<br />

dove cresce non solo l’alunno, ma “l’Uomo sociale”.<br />

Un Uomo attento all’Altro uomo, <strong>di</strong>sabile, matto,<br />

povero, immigrato che sia, un Uomo non preoccupato<br />

solo <strong>di</strong> se stesso, come scriveva Meltzer, che non sia<br />

l’uomo dell’organizzazione la cui virtù è l’obbe<strong>di</strong>enza,<br />

che obbe<strong>di</strong>sce a coloro che stanno più in alto nella gerarchia,<br />

il cui appren<strong>di</strong>mento è instillato dalla ricompensa<br />

e dalla punizione. Mi auguro che la scuola possa contribuire<br />

a formare uomini capaci <strong>di</strong> usare l’osservazione,<br />

il pensiero e il giu<strong>di</strong>zio, uomini liberi, critici, che sappiano<br />

muoversi nella complessità della civiltà contemporanea<br />

senza perdere la propria identità, che sappiano combattere<br />

l’in<strong>di</strong>vidualismo e il corporativismo, <strong>di</strong>fendere la<br />

pace e l’ambiente, capaci <strong>di</strong> contribuire a creare una<br />

società caratterizzata da un’infinita varietà <strong>di</strong> sfumature<br />

emotive, una società <strong>di</strong> principi e qualità, <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti e <strong>di</strong><br />

doveri, <strong>di</strong> valori quali la solidarietà umana, sociale ed<br />

esistenziale. Se riuscissimo veramente ad “includere”<br />

nelle nostre scuole e nelle nostre classi i bambini e i<br />

giovani <strong>di</strong>sabili contribuendo a creare quel senso civico<br />

<strong>di</strong> giustizia, <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti per i più deboli, <strong>di</strong> uguaglianza nella<br />

<strong>di</strong>versità, forse avremmo anche qualche bullo in meno.<br />

Il 19 aprile <strong>2008</strong><br />

si terrà a TORINO, all’hotel Jolly Ambasciatori il<br />

XII CONVEGNO NAZIONALE<br />

della <strong>Federazione</strong> fra le Associazioni per l’aiuto ai soggetti con <strong>Sindrome</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>Prader</strong> <strong>Willi</strong><br />

Per informazioni:<br />

sig. Silvia Brumani tel. <strong>01</strong>1.197.16.060 cell. 340.34.60.927 e-mail: silvialucia@fastwebnet.it;<br />

sig. Maria Antonietta Ricci tel. <strong>01</strong>1.984.56.93 cell. 338.68.90.187 e-mail praderwilli@praderwilli.it<br />

13


Impegno per una vita migliore<br />

LA VOCE DELLE ASSOCIAZIONI<br />

ASSOCIAZIONE PRADER WILLI<br />

MOLTE INIZIATIVE<br />

con chi ha dei problemi che ancora oggi lo Stato ritiene<br />

<strong>di</strong> non tutelare. Il nostro è un modesto contributo che<br />

viene elargito su in<strong>di</strong>cazione riguardanti progetti suggeriti<br />

dai nostri soci”.<br />

Quanto lavoro in questi mesi! Stiamo infatti organizzando<br />

il Convegno <strong>Nazionale</strong> <strong>di</strong> Torino <strong>2008</strong> e inoltre<br />

siamo stati chiamati da altre associazioni benefiche per<br />

ricevere degli aiuti che ci permetteranno <strong>di</strong> organizzare<br />

un grande Convegno. Di seguito sono riportati gli articoli<br />

che raccontano le <strong>di</strong>verse manifestazioni. Appuntamento<br />

quin<strong>di</strong> per il 19 aprile <strong>2008</strong> a Torino. Arrivederci a presto.<br />

SINDROME DI PRADER WILLI, UN AIUTO<br />

DAL MUTUO SOCCORSO - MESTRE<br />

L’impegno <strong>di</strong> istituzioni e case farmaceutiche è latente:<br />

per fortuna si muove la solidarietà privata<br />

Ci troviamo a Mestre, provincia <strong>di</strong> Venezia, in compagnia<br />

<strong>di</strong> Giovanni Sica, presidente della società nazionale<br />

<strong>di</strong> mutuo soccorso Cesare Pozzo.<br />

L’occasione è benefica: infatti nel corso della serata la<br />

società donerà 8 mila euro all’Associazione <strong>Prader</strong> -<strong>Willi</strong>.<br />

Ci può descrivere cos’è il Mutuo Soccorso Cesare<br />

Pozzo?<br />

“Questa associazione il 21 maggio 2007 ha compiuto<br />

ben 130 anni, e inten<strong>di</strong>amo proseguire per almeno altrettanti<br />

anni. Questa realtà è nata come associazione<br />

<strong>di</strong> categoria, tra i macchinisti delle ferrovie del nord Italia.<br />

Poi nel tempo si è aperta prima a tutti i ferrovieri e poi<br />

a tutti i citta<strong>di</strong>ni. Proprio dal 1995 il nostro fondo <strong>di</strong> assistenza<br />

è a <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> tutti. Nell’ambito della nostra<br />

attività mutualistica, abbiamo riservato ai non soci una<br />

parte della nostra <strong>di</strong>sponibilità economica, che esprimiamo<br />

non nel regalare ma nel con<strong>di</strong>videre e solidarizzare<br />

Quin<strong>di</strong>, pur trattandosi inizialmente <strong>di</strong> una realtà<br />

legata al mondo della ferrovia, ora è al servizio <strong>di</strong><br />

chiunque ne voglia far parte?<br />

“Esattamente. Io credo che noi siamo il vero fondo<br />

mutualistico aperto a tutti. Senza <strong>di</strong>scriminazioni. Sono<br />

convinto che abbiamo valori da insegnare a questa società<br />

che è così in<strong>di</strong>vidualista, esasperatamente<br />

egoistica, e siamo fieri <strong>di</strong> portare il nostro contributo all’Associazione<br />

<strong>Prader</strong> -<strong>Willi</strong>, davvero encomiabile per l’attività<br />

che svolge in favore <strong>di</strong> questi ragazzi”.<br />

Oltre al contributo per l’associazione avete altre<br />

iniziative?<br />

“Sì certo, nell’ambito delle nostre attività noi riserviamo<br />

come incentivo allo stu<strong>di</strong>o un contributo dalle elementari<br />

fino alla laurea, a studenti che si trovino in <strong>di</strong>fficoltà.<br />

Ogni volta che viene raggiunto un corso <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o,<br />

licenza elementare, me<strong>di</strong>a ecc. noi <strong>di</strong>amo un premio.<br />

Non è niente altro che un aiuto alle famiglie. È il segno<br />

però <strong>di</strong> come il movimento operaio dei lavoratori ci tenga<br />

che alla <strong>di</strong>ffusione della cultura”.<br />

L’occasione è ghiotta anche per conoscere le attività<br />

dell’associazione <strong>Prader</strong> <strong>Willi</strong>. Il nome sembra<br />

quello <strong>di</strong> un cartone animato, e invece è quello <strong>di</strong><br />

una tremenda malattia. Abbiamo chiesto alla presidente<br />

nazionale, la signora Maria Antonietta Ricci,<br />

<strong>di</strong> descriverci questa morbo.<br />

“La sindrome <strong>di</strong> <strong>Prader</strong>-<strong>Willi</strong> è una malattia genetica<br />

rara. Una malattia molto poco conosciuta, e molto poco<br />

sostenuta sia dalle istituzioni sia dalle case farmaceutiche:<br />

che non sono ancora state in grado <strong>di</strong> produrre<br />

farmaci adatti. Sono malattie rare sparse in tutto il territorio,<br />

per questo motivo è <strong>di</strong>fficile essere una forza che<br />

possa farsi valere per avere degli aiuti veri. Oggi qui a<br />

Mestre noi troviamo comprensione e calore umano nella<br />

Società <strong>di</strong> Mutuo Soccorso Cesare Pozzo, perché troviamo<br />

quei valori che con<strong>di</strong>vi<strong>di</strong>amo e che ci servono per<br />

trovare la forza <strong>di</strong> non mollare”.<br />

Notiamo che sono sempre i familiari a parlare <strong>di</strong><br />

queste realtà: <strong>di</strong>penda dal fatto che chi ne soffre ha<br />

14


Anno XI - N. 1 Gennaio, Febbraio e Marzo <strong>2008</strong><br />

bisogno <strong>di</strong> un aiuto esterno per portare avanti le proprie<br />

istanze?<br />

“Sì, lei ha colto nel segno, siamo <strong>di</strong> fronte a dei soggetti<br />

con una insufficienza mentale accompagnata ad<br />

un <strong>di</strong>sturbo del comportamento. Ecco perché deve essere<br />

proprio la famiglia a portare avanti le istanze dei<br />

propri figli. Oltre alla malattia mentale e all’insufficienza<br />

mentale, i soggetti colpiti hanno una fame ossessivo<br />

compulsiva, una fame che non ha fine. Noi non abbiamo<br />

farmaci per poterli curare: come genitori siamo costretti<br />

a tenere tutto sottochiave per non permettere loro<br />

<strong>di</strong> accedere liberamente al cibo. Ci auguriamo vivamente<br />

che al più presto vengano in<strong>di</strong>viduati farmaci atti a<br />

curare i nostri figli per permettere loro <strong>di</strong> essere autonomi”.<br />

Le case farmaceutiche molto attente al profitto non<br />

trovano vantaggioso investire i loro profitti nella ricerca,<br />

a causa del numero limitato <strong>di</strong> potenziali clienti,<br />

vero?<br />

“Le aziende non hanno alcun interesse a creare un<br />

farmaco che poi sia appetibile per un numero ridotto <strong>di</strong><br />

persone, appunto. Questo è il motivo del <strong>di</strong>sinteresse a<br />

qualsiasi forma <strong>di</strong> ricerca. Noi così siamo senza terapia<br />

ma anche senza la minima informazione”.<br />

Quanto ci <strong>di</strong>ce ci fa capire che oltre al carico della<br />

quoti<strong>di</strong>anità dovete in prima persona raccogliere<br />

fon<strong>di</strong> economici da destinare alla ricerca, allo scopo<br />

<strong>di</strong> migliorare la qualità <strong>di</strong> vita dei vostri familiari.<br />

“Purtroppo le istituzioni sono ormai alla frutta, e noi<br />

dobbiamo trovare fon<strong>di</strong> da società private ed associazioni<br />

per favorire la ricerca scientifica. Abbiamo gran<strong>di</strong><br />

progetti… Con i fon<strong>di</strong> elargiti oggi potremo finalmente<br />

realizzare un convegno in primavera che riunirà me<strong>di</strong>ci<br />

e stu<strong>di</strong>osi, e sarà l’occasione per stimolare le istituzioni<br />

affinché aiutino la ricerca. Noi da soli però siamo davvero<br />

molto deboli”.<br />

Per parte nostra continueremo a dare supporto a chi<br />

lotta per il riconoscimento delle malattie rare, perché<br />

anche a chi si trova in questa situazione possa vivere<br />

<strong>di</strong>gnitosamente e con un sufficiente grado <strong>di</strong> qualità <strong>di</strong><br />

vita.<br />

Sono il nuovo presidente del associazione SPW per<br />

la regione Piemonte, ho inaugurato in veste ufficiale la<br />

mia prima apparizione pubblica il 13/<strong>01</strong>/08 in occasione<br />

della manifestazione “Premi allo stu<strong>di</strong>o” organizzata<br />

dall’Associazione Cesare Pozzo, presso il salone del<br />

dopo lavoro ferroviario <strong>di</strong> Torino. In questa manifestazione,<br />

de<strong>di</strong>cata ai giovani, sono stata invitata a parlare<br />

delle finalità della nostra associazione e delle caratteristiche<br />

della sindrome <strong>di</strong> <strong>Prader</strong> <strong>Willi</strong>. Alla manifestazione<br />

era presente la dott.ssa Pentenero ed altre autorità.<br />

Al momento del mio intervento mi sentivo molto emozionata<br />

ed avevo il timore <strong>di</strong> non riuscire a parlare; davanti<br />

a me erano presenti numerose famiglie orgogliose<br />

dei propri figli e così anche io, pensando a tutti i nostri<br />

bambini e ragazzi, Gabriele ,Elena, Fabio,e tanti altri. ho<br />

cominciato il mio <strong>di</strong>scorso, serenamente senza balbuzie<br />

e ripetizioni, tuttavia l’emozione era così intensa che<br />

qualcosa ho <strong>di</strong>menticato <strong>di</strong> <strong>di</strong>re.<br />

In questa occasione sono stati premiati tutti gli studenti<br />

che durante il loro percorso scolastico hanno ottenuto<br />

ottimi risultati.<br />

Le borse <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o sono state assegnate a bambini<br />

che frequentano la scuola elementare fino ai giovani laureati.<br />

Ho avuto il privilegio <strong>di</strong> consegnare le borse <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o<br />

a tanti giovani che frequentano le scuole me<strong>di</strong>e superiori.<br />

Rinnovo un caloroso ringraziamento all’ associazione<br />

Cesare Pozzo e al suo presidente regionale Gaetano<br />

Deruvo perché mi ha permesso <strong>di</strong> parlare dei nostri ragazzi<br />

ad altri giovani che rappresentano il nostro futuro<br />

e sono certa sapranno far tesoro <strong>di</strong> questi argomenti.<br />

Inoltre auguro a questi studenti <strong>di</strong> continuare a dare il<br />

meglio <strong>di</strong> loro stessi, anche attraverso l’impegno verso<br />

le persone più deboli, affinché possano realizzare nella<br />

vita familiare, scolastica e sociale un futuro migliore per<br />

tutti noi. Spero anche che il loro costante lavoro sia ricompensato<br />

non solo con le borse <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o ma anche<br />

nella vita <strong>di</strong> relazione lavorativa e sociale.<br />

Tuttavia devo precisare che questo privilegio non era<br />

destinato a me ma bensì ad una persona come Maria<br />

Antonietta, che grazie al suo lunghissimo, infaticabile e<br />

costante impegno e la sua grande determinazione ha<br />

reso la nostra associazione importante e stimata in tutta<br />

Italia ed anche in Europa, pertanto con immensa gratitu<strong>di</strong>ne<br />

la ringrazio e mi auguro <strong>di</strong> poter continuare con<br />

il suo stesso impegno e capacità, GRAZIE .<br />

Il Presidente Melis Francesca.<br />

SUCCESSIVA INIZIATIVA DELL’ “ASSOCIAZIONE<br />

DI MUTUO SOCCORSO CESARE POZZO” IN PIE-<br />

MONTE - Torino<br />

La presidente signora Ricci riceve l’assegno dalle<br />

mani <strong>di</strong> Giovanni Sica.<br />

15


Impegno per una vita migliore<br />

LETTERE DELLE FAMIGLIE<br />

DAL PERIODICO MOBILITÀ 54<br />

INPS? INPDAP? CHI COMANDA?<br />

Sono un insegnante <strong>di</strong> un istituto superiore pubblico.<br />

Ho un figlio <strong>di</strong>sabile e ho richiesto al mio <strong>di</strong>rigente scolastico<br />

la concessione dei tre giorni mensili <strong>di</strong> permesso<br />

previsti dallo Legge 104/1992. Questi, nel motivare il rifiuto<br />

a questo beneficio, ha citato una serie <strong>di</strong> circolari e<br />

<strong>di</strong>sposizioni INPS. Ho fatto notare che i <strong>di</strong>pendenti della<br />

scuola non sono assicurati con l’INPS, al pari <strong>di</strong> molti<br />

altri <strong>di</strong>pendenti pubblici. La mia osservazione non ha<br />

sortita effetto. Voi che ne pensate?<br />

Risposta<br />

Con tutto il rispetto per i bravi <strong>di</strong>rigenti scolastici, ci<br />

traviamo costretti a sottolineare che segnalazioni come<br />

quella del lettore sono piuttosto frequenti. È altrettanto<br />

vero che l’ “INPDAP”, l’Istituto che assicura buona parte<br />

dei <strong>di</strong>pendenti pubblici, non è così preciso, tempestivo e<br />

dettagliato come l’INPS nell’impartire in<strong>di</strong>cazioni relative<br />

alle agevolazioni lavorative riservate ai lavoratori che<br />

assistono un familiare con han<strong>di</strong>cap grave. Va tuttavia<br />

precisato, e con estrema certezza, che le <strong>di</strong>sposizioni<br />

dell’INPS non trovano applicazione nei rapporti <strong>di</strong> lavoro<br />

che prevedono la copertura previdenziale <strong>di</strong> altri istituti:<br />

le circolari INPS non sono assolutamente applicabili<br />

nel comparto scuola, come pure in quello della sanità<br />

pubblica, o degli enti locali. Pertanto qualsiasi lavoratore<br />

assicurato INPDAP che si veda negare un beneficio<br />

in forza <strong>di</strong> una <strong>di</strong>sposizione dell’INPS può ricorrere ad<br />

un giu<strong>di</strong>ce con buone speranze <strong>di</strong> vedere soccombere il<br />

datore <strong>di</strong> lavoro. Consigliamo in questi casi <strong>di</strong> appoggiarsi<br />

preventivamente ad un patronato sindacale.<br />

PARCHEGGIO IN ZONA BLU<br />

Di recente, trovando occupate tutte le aree riservate<br />

ai <strong>di</strong>sabili, ho parcheggiato in un posto delimitato da linea<br />

blu, cioè <strong>di</strong> quelli a pagamento, esponendo il mio<br />

contrassegno (valido!) in modo ben visibile. Al mio ritorno<br />

ho trovato una contravvenzione elevata da uno dei<br />

tanti ausiliari del traffico. Mi sono rivolto alla Polizia Municipale,<br />

mi è stato consigliato <strong>di</strong> far ricorso, ma mi è anche<br />

stato anticipato che il Comune non prevede alcuna esenzione<br />

per chi, come me, è titolare <strong>di</strong> “contrassegno invali<strong>di</strong>”.<br />

In questi giorni sto presentando ricorso. Come finirà?<br />

Risposta<br />

Ne abbiamo già parlato nelle colonne <strong>di</strong> questa rivista,<br />

ma data la lunghezza della nostra penisola, vale la pena<br />

<strong>di</strong> ripetersi. Su questo aspetto la Direzione generale per<br />

la motorizzazione (Dipartimento per i trasporti terrestri)<br />

del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, interpellata<br />

da un’associazione <strong>di</strong> persone <strong>di</strong>sabili, ha emanato<br />

una nota (6 febbraio 2006, Prot. n. 107) in cui ha affrontato,<br />

con chiarezza e una volta per tutte, la questione della<br />

gratuità dei posteggi delimitati da segnaletica blu a pagamento<br />

quando sono occupati da veicoli al servizio <strong>di</strong> persone<br />

invalide detentrici <strong>di</strong> speciale contrassegno.<br />

Innanzitutto viene sottolineato che il Co<strong>di</strong>ce della strada<br />

attribuisce esclusivamente al Ministero delle<br />

Infrastrutture e dei Trasporti il potere <strong>di</strong> impartire ai predetti<br />

e agli Enti proprietari delle strade <strong>di</strong>rettive per l’applicazione<br />

delle norme concernenti la regolamentazione<br />

della circolazione sulle strade e attribuisce allo stesso la<br />

competenza ad impartire le <strong>di</strong>rettive per l’organizzazione<br />

della circolazione e della segnaletica.<br />

Questo significa che le in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> quella nota sono<br />

cogenti anche peri Comuni sulle strade <strong>di</strong> loro competenza<br />

e a quelle istruzioni si debbono attenere. I Comuni<br />

pertanto si devono adeguare: il parcheggio in zona<br />

blu non va fatto pagare agli invali<strong>di</strong>.<br />

CAMBIO DI DESTINAZIONE D’USO<br />

E BARRIERE<br />

Il rispetto delle norme “anti-barriere” deve essere esteso<br />

a tutti i cambi <strong>di</strong> destinazione d’uso, in<strong>di</strong>pendentemente<br />

dall’effettuazione <strong>di</strong> opere <strong>di</strong> manutenzione straor<strong>di</strong>naria<br />

o <strong>di</strong> ristrutturazione? Il caso che mi interessa<br />

riguarda il cambio <strong>di</strong> destinazione d’uso da appartamento<br />

privato ad attività commerciale aperta al pubblico. Quali<br />

sono le eventuali sanzioni in coso <strong>di</strong> violazione delle<br />

norme vigenti?<br />

Risposta<br />

Il sesto comma dell’articolo 24 della Legge 5 febbraio<br />

1992, n. 104, recita testualmente: “La richiesta <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fica<br />

<strong>di</strong> destinazione d’uso <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici in luoghi pubblici o<br />

aperti al pubblico è accompagnata dalla <strong>di</strong>chiarazione<br />

<strong>di</strong> cui al comma 3. Il rilascio del certificato <strong>di</strong> agibilità e <strong>di</strong><br />

abitabilità è con<strong>di</strong>zionato alla verifica tecnica della conformità<br />

della <strong>di</strong>chiarazione allo stato dell’immobile”. Questo<br />

significa che quando viene chiesta la mo<strong>di</strong>fica della<br />

destinazione d’uso e il cambio è assolutamente ovvio<br />

nel caso segnalato deve essere allegata una documentazione<br />

grafica e una <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> conformità<br />

alla normativa vigente in materia <strong>di</strong> accessibilità e <strong>di</strong><br />

superamento delle barriere architettoniche. Questo in<strong>di</strong>pendentemente<br />

dagli eventuali interventi <strong>di</strong> manutenzione.<br />

Lo spirito infatti è che gli e<strong>di</strong>fici aperti al pubblico<br />

dopo l’entrata in vigore della norma citata rispettino la<br />

normativa vigente in materia <strong>di</strong> eliminazione o<br />

superamento delle barriere architettoniche. E’ da ritenersi<br />

che le sanzioni debbano essere le medesime pre-<br />

16


Anno XI - N. 1 Gennaio, Febbraio e Marzo <strong>2008</strong><br />

viste dall’articolo 24, comma 7, della Legge 104/1992 e<br />

cioè il progettista, il <strong>di</strong>rettore dei lavori, il responsabile<br />

tecnico degli accertamenti per l’agibilità o l’abitabilità ed<br />

il collaudatore, ciascuno per la propria competenza, sono<br />

<strong>di</strong>rettamente responsabili. Essi sono punibili con una<br />

ammenda “da lire 10 milioni a lire 50 milioni” e con la<br />

sospensione dai rispettivi albi professionali per un periodo<br />

compreso da uno a sei mesi. E anche se nel frattempo<br />

la lira è stata soppiantata dall’euro, la norma rimane<br />

valida.<br />

PEDANA E MANUTENZIONE<br />

Ho installato una pedana elevatrice a casa per poter<br />

superare una rampa <strong>di</strong> scale. Per essere certo <strong>di</strong> non<br />

avere brutte sorprese, ho sottoscritta un contratto <strong>di</strong> manutenzione<br />

con la <strong>di</strong>tta installatrice. La spesa relativa al<br />

contratto, che si aggirerà sui 500 euro l’anno, posso in<br />

qualche moda recuperarla?<br />

Risposta<br />

Riteniamo che il costo del contratto <strong>di</strong> manutenzione<br />

possa essere detratto, al 19% della spesa sostenuta, al<br />

momento della presentazione della denuncia annuale<br />

dei red<strong>di</strong>ti. Su tale opportunità è piuttosto chiara la Circolare<br />

del Ministero delle Finanze del 12 maggio 2000,<br />

n. 95/E, che al punto 1.1.2 prevede testualmente: “Si<br />

ritiene che le spese sostenute per la manutenzione della<br />

pedana <strong>di</strong> sollevamento possano rientrare tra le spese<br />

sanitarie <strong>di</strong> cui al rigo E2 del modello 730 in quanto<br />

riconducibili, ai sensi dell’art. 13-bis, comma 1, lettera<br />

c), del TUIR tra le spese riguardanti i mezzi necessari al<br />

sollevamento dei soggetti portatori <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap in<strong>di</strong>viduati<br />

dall’art. 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104".<br />

PARCHEGGI E DISABILITÀ INTELLETTIVA<br />

Siamo un gruppo <strong>di</strong> associazioni <strong>di</strong> genitori <strong>di</strong> persone<br />

con <strong>di</strong>sabilità intellettiva o psichica. Stiamo intraprendendo<br />

un’azione <strong>di</strong> pressione nei confronti del nostro<br />

Comune affinché il contrassegna invali<strong>di</strong> sia concesso<br />

anche alle persone con <strong>di</strong>sabilità intellettiva o psichica.<br />

Siamo convinti che l’interpretazione delle Amministrazioni<br />

locali dell’art. 381 del DPE 495/92 è lesiva del principio<br />

costituzionale <strong>di</strong> eguaglianza, in quanto non tiene<br />

conto della minorata capacità <strong>di</strong> deambulare del <strong>di</strong>sabile<br />

mentale, forse in grado <strong>di</strong> compiere un breve tragitto a<br />

pie<strong>di</strong> ma sicuramente non in grado <strong>di</strong> prevedere e programmare<br />

lo spostamento senza la supervisione <strong>di</strong> un<br />

accompagnatore. La vostra rivista si è più volte occupata,<br />

in modo preciso ed autorevole, della mobilità: cosa<br />

pensate della nostra proposta?<br />

Risposta<br />

Le <strong>di</strong>sposizioni dell’articolo 381 del Regolamento del<br />

Co<strong>di</strong>ce della strada (DPR 495/92) sono chiare: il contrassegna<br />

invali<strong>di</strong> spetta alle persone invalide con capacità<br />

<strong>di</strong> deambulazione sensibilmente ridotta.<br />

Peraltro il beneficio è stato esteso ai non vedenti da<br />

norme successive. Va detto subito che il Comune non<br />

ha competenza nell’estendere i beneficiari <strong>di</strong> un contrassegno<br />

che ha vali<strong>di</strong>tà su tutto il territorio nazionale e<br />

non solo in quello municipale. Pertanto se azione <strong>di</strong> pressione<br />

ci deve essere, sia a livello nazionale, visto anche<br />

che Co<strong>di</strong>ce e Regolamento sono in via <strong>di</strong> revisione. Non<br />

siamo certo contrari a misure che possano favorire la<br />

mobilità urbana delle persone con <strong>di</strong>sabilità, in<strong>di</strong>pendentemente<br />

dalla natura delle loro menomazioni. Ci sentiamo<br />

però <strong>di</strong> rimarcare la necessità <strong>di</strong> risolvere,<br />

contestualmente, una serie <strong>di</strong> problemi che riguardano<br />

proprio il contrassegna invali<strong>di</strong>. Tanto per elencarne alcuni:<br />

gestione del ritiro imme<strong>di</strong>ato dei contrassegni non<br />

più vali<strong>di</strong>, applicazione rigorosa delle sanzioni previste<br />

per chi occupa i parcheggi riservati (la sensibilizzazione<br />

non basta, la decurtazione prevista <strong>di</strong> due punti dalla<br />

patente è più <strong>di</strong>ssuasiva: lo si scriva nei cartelli <strong>di</strong> segnalazione),<br />

informatizzazione e <strong>di</strong>gitalizzazione dei<br />

pass per evitare multe e contravvenzioni nelle aree urbane<br />

a traffico limitato, ampliamento del numero dei parcheggi<br />

riservati. Se non si affrontano con decisione questi<br />

“ sno<strong>di</strong>”, i nuovi potenziali beneficiari del contrassegno<br />

entreranno solo nel novero dei <strong>di</strong>sabili che vagolano per<br />

i centri urbani nell’impossibile ricerca <strong>di</strong> un parcheggio<br />

riservato libero.<br />

DETRAZIONE PER IL CONIUGE A CARICO<br />

Mia moglie è <strong>di</strong>sabile ed è a mio carico fiscale. So che<br />

per i parenti conviventi a carico è possibile<br />

aumentare la detrazione forfetaria nel caso siano<br />

<strong>di</strong>sabili. Il CAAF afferma il contrario. Pur mancando<br />

ancora <strong>di</strong>versi mesi alla denuncia dei red<strong>di</strong>ti vorrei<br />

capirci qualcosa <strong>di</strong> più.<br />

Risposta<br />

Per il coniuge a carico non si ha <strong>di</strong>ritto a maggiorazioni<br />

della detrazione per carichi <strong>di</strong> famiglia nel caso<br />

questi sia <strong>di</strong>sabile. Ma an<strong>di</strong>amo per or<strong>di</strong>ne: la Finanziaria<br />

per il 2007 ha riformulato la modalità <strong>di</strong> detrazione<br />

per carichi <strong>di</strong> famiglia, detrazione che è comunque<br />

calibrata sui <strong>di</strong>versi livelli <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to. La<br />

detrazione massima prevista viene infatti ridotta (con<br />

una formula specifica) a seconda del red<strong>di</strong>to<br />

del contribuente. La maggiorazione in presenza <strong>di</strong> una<br />

<strong>di</strong>sabilità spetta solo nel caso dei figli. Si ricorderà che<br />

viene riconosciuta una detrazione massima <strong>di</strong> 800 euro<br />

per ciascun figlio, compresi i figli naturali riconosciuti, i<br />

figli adottivi e gli affidati o affiliati. 900 euro per ciascun<br />

figlio <strong>di</strong> età inferiore a tre anni. Questi importi sono aumentati<br />

<strong>di</strong> 220 euro per ogni figlio portatore <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap.<br />

Inoltre, per i contribuenti con più <strong>di</strong> tre figli a carico la<br />

detrazione è aumentata <strong>di</strong> 200 euro per ciascun figlio a<br />

partire dal primo. Nulla <strong>di</strong> simile è previsto per gli altri<br />

familiari a carico.<br />

17


Impegno per una vita migliore<br />

COINTESTAZIONE DEL VEICOLO<br />

Sono il nipote <strong>di</strong> una persona con grave <strong>di</strong>sabilità che<br />

ha <strong>di</strong>ritto alle agevolazioni sui veicoli. Si tratta <strong>di</strong><br />

mia nonna che vive nel mio nucleo familiare. Avevamo<br />

intenzione <strong>di</strong> cointestare a me e a lei l’auto<br />

che acquisteremo in modo da poter sfruttare la classe<br />

<strong>di</strong> merito che ho maturato con la mia assicurazione. La<br />

concessionaria che abbiamo contattato insiste a <strong>di</strong>re che<br />

non è passibile perché mia nonna ha un red<strong>di</strong>to proprio<br />

e non è a mio carico. Come è possibile risolvere il problema,<br />

salvo cambiare concessionaria?<br />

Risposta<br />

Cambiare concessionario non serve. L’ Agenzia delle<br />

Entrate è stata piuttosto chiara nella sua Risoluzione n.<br />

4 del 17 gennaio 2007. Ha precisato, in modo netto,<br />

che non è ammissibile la cointestazione del veicolo: le<br />

norme non possono essere interpretate nel senso <strong>di</strong><br />

consentire la fruizione dell’agevolazione in caso <strong>di</strong><br />

cointestazione del veicolo. L’intestazione del veicolo va<br />

quin<strong>di</strong> effettuata in alternativa o in capo al <strong>di</strong>sabile, se<br />

titolare <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to proprio, o in capo al soggetto <strong>di</strong> cui il<br />

<strong>di</strong>sabile sia a carico.<br />

CONGEDI NON RETRIBUITI<br />

Sono la sorella <strong>di</strong> una persona <strong>di</strong> 20 anni con un grave<br />

tetraplasia a seguito <strong>di</strong> un recente incidente stradale.<br />

Ci convivo assieme ai due genitori. Attualmente lavoro<br />

presso un datore <strong>di</strong> lavoro privato e vorrei chiedere i<br />

due anni <strong>di</strong> congedo per poter seguire meglio mio fratello.<br />

Leggendo la normativa <strong>di</strong> riferimento mi sembra <strong>di</strong><br />

capire che nel mio caso non ho <strong>di</strong>ritto ai due anni <strong>di</strong><br />

congedo retribuito ma solo a quello, pur della stessa<br />

durata, ma non retribuito. Possa richiedere questo congedo?<br />

Risposta<br />

Il congedo cui si riferisce la lettrice è stato <strong>di</strong>sciplinato<br />

dal Decreto Ministeriale 278/2000. Viene concesso<br />

per gravi motivi familiari. Questi devono riguardare: i<br />

soggetti <strong>di</strong> cui all’articolo 433 del Co<strong>di</strong>ce Civile<br />

(coniuge, figli legittimi, legittimati, adottivi, genitori, generi<br />

e nuore, suoceri, fratelli e sorelle) anche non<br />

conviventi: i portatori <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap parenti o affini entro<br />

il terzo grado: i componenti della famiglia anagrafica<br />

(quin<strong>di</strong> anche famiglia <strong>di</strong> fatto). Per gravi motivi si intendono<br />

le situazioni derivanti da patologie acute o croniche<br />

che determinano temporanea o permanente riduzione<br />

o per<strong>di</strong>ta dell’autonomia personale o che richiedono<br />

la partecipazione attiva del familiare nel trattamento<br />

sanitario. Infine le patologie dell’infanzia e dell’età<br />

evolutiva per le quali I programma terapeutico e<br />

riabilitativo richiede il coinvolgimento dei genitori.<br />

La documentazione relativa alle patologie viene rilasciata<br />

da un me<strong>di</strong>co specialista del Servizio Sanitario<br />

<strong>Nazionale</strong> o convenzionato, dal me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina<br />

generale oppure dal pe<strong>di</strong>atra <strong>di</strong> libera scelta e va presentata<br />

contestualmente alla richiesta <strong>di</strong> congedo. Entro<br />

10 giorni dalla richiesta del congedo, il datore <strong>di</strong> lavoro<br />

è tenuto ad esprimersi sulla stessa e a comunicarne<br />

l’esito al <strong>di</strong>pendente. L’eventuale <strong>di</strong>niego, la proposta <strong>di</strong><br />

rinvio a un periodo successivo e determinato, la concessione<br />

parziale del congedo devono essere motivati<br />

da ragioni organizzative e produttive che non consentono<br />

la sostituzione del <strong>di</strong>pendente. Su richiesta del <strong>di</strong>pendente,<br />

la domanda deve essere riesaminata nei successivi<br />

20 giorni. Alla conclusione del congedo il lavoratore<br />

ha <strong>di</strong>ritto a riprendere il suo posto e la sua mansione.<br />

Il <strong>di</strong>pendente, inoltre, può rientrare anche<br />

anticipatamente al lavoro dandone preventiva comunicazione<br />

all’azienda.<br />

INVALIDI E CANONE RAI<br />

Ho sentito <strong>di</strong>re che gli invali<strong>di</strong> sono esonerati dal pagamento<br />

del canone RAI. Mia figlia, <strong>di</strong>sabile grave, è in<br />

possesso <strong>di</strong> tutte le certificazioni del caso. Come posso<br />

richiedere questa agevolazione?<br />

Risposta<br />

Si tratta <strong>di</strong> una delle tante leggende metropolitane che<br />

riguardano “tanta-benefici” per le persone con <strong>di</strong>sabilità.<br />

In questo caso la leggenda ha qualche fondamento storico.<br />

In effetti questo esonero esisteva fino a tutto il 1973,<br />

ma è stato abrogato a partire dal primo gennaio del 1<br />

974 (per la precisione dall’art. 42 del DPR 29 settembre<br />

1973, n. 6<strong>01</strong>). Gli ultimi programmi gratis sono stati, quin<strong>di</strong>,<br />

90° Minuto condotto da Maurizio Barendson e Paolo<br />

Valenti, e il Festival <strong>di</strong> Sanremo vinto da Peppino Di Capri<br />

(“Un grande amore e niente più”).<br />

www.malattie-rare.org<br />

E-mail:<br />

info@malattie-rare.org<br />

18


Anno XI - N. 1 Gennaio, Febbraio e Marzo <strong>2008</strong><br />

SCARTABELLANDO<br />

BUONO A SAPERSI DA AISLA 6/07<br />

TEAM TESSERA EUROPEA DI ASSICURAZIONE MALATTIA<br />

Dal 1 luglio 2004 tutti i citta<strong>di</strong>ni degli stati dell’unione<br />

europea che viaggiano nei paesi membri per motivi <strong>di</strong><br />

lavoro, stu<strong>di</strong>o o turismo possono ricevere facilmente<br />

assistenza sanitaria grazie alla semplificazione delle<br />

procedure burocratiche e all’ampliamento del tipo <strong>di</strong><br />

assistenza <strong>di</strong> cui si può usufruire. L’introduzione della<br />

tessera europea <strong>di</strong> assicurazione malattia (team) permette<br />

ad ogni citta<strong>di</strong>no europeo <strong>di</strong> usufruire delle cure<br />

“me<strong>di</strong>calmente necessarie” negli stati dell’UE e dello<br />

spazio economico europeo. E’ importante, però, sapere<br />

che non può essere utilizzata per il trasferimento all’estero<br />

per cure <strong>di</strong> altissima specializzazione o programmate,<br />

ma riguarda l’assistenza erogata a coloro che si<br />

trovano temporaneamente all’estero ed hanno bisogno<br />

<strong>di</strong> cure “necessarie”.<br />

Che cos’e’ la team?<br />

La tessera europea <strong>di</strong> assicurazione malattia, è una<br />

smart card, simile ad una tessera bancomat, con chip<br />

elettronico, che riporta i dati anagrafici del citta<strong>di</strong>no e in<br />

futuro sarà in grado <strong>di</strong> contenere anche informazioni<br />

me<strong>di</strong>che essenziali (gruppo sanguigno, allergie, ecc).<br />

quali novità comporta?<br />

Non ci sono più <strong>di</strong>stinzioni tra il citta<strong>di</strong>no lavoratore<br />

subor<strong>di</strong>nato o autonomo, il turista, lo studente, il pensionato<br />

o la persona alla ricerca <strong>di</strong> un lavoro o dello<br />

scopo del viaggio: l’assistenza sanitaria e la modulistica<br />

necessaria sono le medesime per tutte queste categorie!<br />

Inoltre, si può accedere a tutti i servizi sanitari, compatibilmente<br />

con la durata del soggiorno nel paese estero,<br />

per ricevere tutte le prestazioni sanitarie che si rendono<br />

necessarie sotto il profilo me<strong>di</strong>co durante la permanenza<br />

nel territorio <strong>di</strong> un altro membro (prima del 1<br />

luglio 2004 quando ci si recava in uno dei paesi dell’unione<br />

europea, si poteva accedere ai soli servizi sanitari<br />

urgenti).<br />

Quali erano i moduli rilasciati prima dell’arrivo della<br />

team?<br />

Prima dell’introduzione della team, venivano rilasciati<br />

moduli <strong>di</strong>versi a seconda se si trattava <strong>di</strong> brevi soggiorni<br />

turistici (modello E 111), o se era per lavoratori <strong>di</strong>staccati<br />

(E 128) o studenti (E 128).<br />

Dov’e’ valida?<br />

Gli stati in cui è possibile esibire la team ed ottenere le<br />

cure necessaria sono: Belgio, Danimarca, Germania,<br />

Estonia, Grecia, Spagna, Irlanda, Italia, Cipro, Lettonia,<br />

Lussemburgo, Ungheria, Malta, Austria, Polonia, Portogallo,<br />

Slovenia, Slovacchia, Romania, Bulgaria, Finlan<strong>di</strong>a,<br />

Svezia, Islanda, Norvegia, Svizzera, Repubblica<br />

Ceca, Paesi Bassi, Lituania, Lichtenstein, (stati dello<br />

spazio economico europeo), (e cioè gli stati membri<br />

dell’unione europea), Francia, (compresa Corsica,<br />

Guyana, Martinica, Guadalupe, e Regno Unito).<br />

Come la devo usare?<br />

Per usufruire dell’assistenza me<strong>di</strong>ca è sufficiente recarsi<br />

presso le strutture sanitarie che erogano le prestazioni<br />

<strong>di</strong> cui si ha bisogno, portando con sé la tessera<br />

team o il modello E 111 (fino alla <strong>di</strong>stribuzione a tutti i<br />

citta<strong>di</strong>ni della team). Al citta<strong>di</strong>no saranno garantite le<br />

prestazioni sanitarie della stessa quantità e qualità che<br />

il paese eroga ai propri assistiti, alle stesse con<strong>di</strong>zioni<br />

dei citta<strong>di</strong>ni dello stato erogatore, pagando gli eventuali<br />

ticket e beneficiando delle stesse prestazione gratuite.<br />

Che cosa devo fare se non possiedo ancora la<br />

team?<br />

L’emissione e la <strong>di</strong>stribuzione della team è realizzata<br />

dal ministero dell’economia e delle finanze (eccetto in<br />

Lombar<strong>di</strong>a, dove è la regione stessa ad occuparsi <strong>di</strong> tali<br />

aspetti) e doveva essere completata entro il 1 gennaio<br />

2006 (la card è azzurra, riporta il co<strong>di</strong>ce fiscale e sul<br />

fronte c’è scritto tessera sanitaria, ma sul retro c’è la<br />

<strong>di</strong>citura completa). E’ possibile, però, che una parte <strong>di</strong><br />

citta<strong>di</strong>ni non l’abbia ricevuta per “<strong>di</strong>sgui<strong>di</strong> burocratici”: è<br />

consigliabile rivolgersi alla propria ASL o AUSL <strong>di</strong> appartenenza<br />

per verificare quali siano gli ostacoli, rimuoverli<br />

o rettificarli e, quin<strong>di</strong>, ottenere il rilascio.<br />

Come posso correggere i dati riportarli sulla team?<br />

Se i dati anagrafici riportati sulla tessera fossero errati,<br />

il citta<strong>di</strong>no potrà rivolgersi ad un qualsiasi ufficio dell’agenzia<br />

delle entrate per chiedere la correzione. Allo<br />

stesso modo, in caso <strong>di</strong> smarrimento o furto, è possibile<br />

richiedere un duplicato. Per avere ulteriori informazioni<br />

è possibile telefonare al numero verde: 800.0320070 o<br />

collegarsi il sito: www.citta<strong>di</strong>nanzattiva.it Fonte: Citta<strong>di</strong>nanza<br />

attiva news – Numero 27 – Luglio 2007 – numero<br />

speciale vacanze.<br />

GUIDA DELLE AGEVOLAZIONI FISCALI<br />

PER LE PERSONE CON DISABILI<br />

L’Agenzia delle Entrate ha recentemente pubblicato<br />

nel proprio sito un’interessante guida alle agevolazioni<br />

fiscali, aggiornata con le novità introdotte dalla Legge<br />

Finanziaria 2007. La guida illustra in dettaglio quali sono<br />

i benefici fiscali riservati ai citta<strong>di</strong>ni con <strong>di</strong>sabili. In alcune<br />

regioni (Valle d’Aosta, Emilia Romagna e Liguria), le<br />

rispettive Direzioni regionali dell’Agenzia hanno promosso<br />

una ristampa della guida integrandola con le<br />

normative regionali in materia. La guida espone le<br />

agevolazioni fiscali afferenti i temi seguenti:<br />

Figli a carico;<br />

I veicoli;<br />

I mezzi <strong>di</strong> ausilio, sussi<strong>di</strong> tecnici ed informatici;<br />

L’abbattimento delle barriere architettoniche;<br />

Le spese sanitarie;<br />

L’assistenza personale.<br />

La guida espone anche una serie <strong>di</strong> tabelle riassunti-<br />

19


ve e alcuni formulari per l’acquisto <strong>di</strong> autovetture e <strong>di</strong><br />

sussi<strong>di</strong> tecnici ed informatici. E’ possibile consultare la<br />

guida messa a <strong>di</strong>sposizione dall’Agenzia delle Entrate<br />

sul sito internet www.agenziaentrate.it L’Agenzia delle<br />

Entrate ha attivato anche un servizio <strong>di</strong> assistenza per i<br />

contribuenti con <strong>di</strong>sabili, impossibilitati a recarsi presso<br />

gli sportelli degli Uffici o che hanno, comunque, <strong>di</strong>fficoltà<br />

ad utilizzare gli altri servizi <strong>di</strong> assistenza dell’Agenzia<br />

delle Entrate. Informazioni aggiornate sul servizio <strong>di</strong><br />

assistenza domiciliare, si possono conoscere consultando<br />

il sito internet: www.agenzientrate.gov.it alla sezione<br />

“Regioni – Assistenza de<strong>di</strong>cata – Assistenza alle<br />

persone svantaggiate”. Resta ferma la possibilità <strong>di</strong> ottenere<br />

informazioni e chiarimenti rivolgendosi ai centri<br />

<strong>di</strong> assistenza telefonica che rispondono al numero<br />

848.800.444 dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17, il sabato<br />

dalle 9 alle 13, ovvero <strong>di</strong>rettamente agli sportelli<br />

degli Uffici locali dell’Agenzia.<br />

Impegno per una vita migliore<br />

PRESTO UN PIANO<br />

PER LE MALATTIE RARE<br />

Un piano nazionale per le malattie rare sarà messo a<br />

punto, entro febbraio, dal Ministero della Salute in collaborazione<br />

con l’Istituto superiore <strong>di</strong> sanità (ISS) e la<br />

Consulta delle associazioni dei malati, e presentato successivamente<br />

alle Regioni. In arrivo anche un numero<br />

verde per orientare i pazienti e le famiglie e una Giornata<br />

nazionale de<strong>di</strong>cata a queste patologie per<br />

sensibilizzare l’opinione pubblica. Sono gli impegni annunciati<br />

dal Ministro della Salute, LIVIA Turco, durante<br />

la conferenza internazionale “Malattie rare e farmaci<br />

orfani” dal 5 all’8 novembre scorsi. La giornata nazionale<br />

per le malattie rare coinciderà probabilmente con<br />

quella europea. La prima sarà il 29 febbraio <strong>2008</strong>, per<br />

sottolineare, nell’anno bisestile, la “rarità” <strong>di</strong> queste<br />

patologie, ma sarà celebrata negli anni successivi il 28<br />

febbraio. Per il capitolo risorse economiche, il Ministro<br />

ha avanzato la proposta – da sottoporre al Ministro Padova<br />

Schioppa e al Presidente del Consiglio Romano<br />

Pro<strong>di</strong> – <strong>di</strong> destinare parte dei proventi <strong>di</strong> lotterie e giochi<br />

per le malattie rare. Il Ministro ha inoltre ricordato i grossi<br />

investimenti già attuati nell’ambito della ricerca attraverso<br />

i ban<strong>di</strong> e ha sottolineato che la Finanziaria <strong>2008</strong><br />

destinerà 30 milioni <strong>di</strong> euro per questo gruppo <strong>di</strong><br />

patologie, mentre il Ministero della Salute erogherà altri<br />

2,5 milioni <strong>di</strong> euro all’ISS: “Altri sol<strong>di</strong> – ha aggiunto –<br />

possono poi arrivare dai cofinanziamenti regionali. Utilizziamo<br />

bene queste risorse che ci sono”. Il Centro <strong>Nazionale</strong><br />

Malattie Rare dell’Istituto Superiore <strong>di</strong> Sanità<br />

coor<strong>di</strong>nerà un progetto internazionale, l’”European<br />

Project For Rare Diseases National Plan<br />

Developement”, che coinvolge 17 paesi europei ed<br />

Euror<strong>di</strong>s (l’Organizzazione Europea per le malattie Rare:<br />

una alleanza <strong>di</strong> organizzazioni <strong>di</strong> pazienti e in<strong>di</strong>vidui attivi<br />

nel settore delle malattie rare, guidata dai pazienti)<br />

per elaborare raccomandazioni europee per la definizione<br />

<strong>di</strong> piani strategici per le malattie rare grazie all’identificazione<br />

<strong>di</strong> “best pratices” relative alle efficaci strategie<br />

<strong>di</strong> sanità pubblica in uso nei vari Paesi europei.<br />

20


Anno XI - N. 1 Gennaio, Febbraio e Marzo <strong>2008</strong><br />

LE RICETTE DI ELENA<br />

Pensiero<br />

Queste ricette sono molto grasse e ricche <strong>di</strong> bontà. A me piacciono e anche a voi piacciono molto. Spero che<br />

sono gra<strong>di</strong>te a tutti quelli che le leggono. Io le scrivo con molta passione e buona volontà, le scrivo sempre a<br />

piacere perché quando scrivo vorrei un giorno mangiarle e imparare a farle.<br />

POLPETTE DI PATATE FRITTE<br />

1kg <strong>di</strong> patate lessate e tritate - 6 fette <strong>di</strong> pancetta senza<br />

cotenna a cubetti - 3 uova - sale e pepe - 1 cucchiaio<br />

<strong>di</strong> latte - 100g <strong>di</strong> groviera - olio per friggere - un po’ <strong>di</strong><br />

burro - 90g <strong>di</strong> pangrattato<br />

In una padella fate soffriggere la pancetta fino a dorarla<br />

uniformante.<br />

Lasciatela asciugare su un foglio <strong>di</strong> carta assorbente<br />

da cucina.<br />

Rompete le uova in una ciotola. Salatele pepatele e<br />

sbattetele con una forchetta fino a renderle schiumose.<br />

Continuate a sbattere mentre aggiungete un cucchiaio<br />

<strong>di</strong> latte. Passate al mixer le patate il burro la pancetta<br />

il formaggio grattugiato. Dopo che avrete ottenuto una<br />

purea soffice versate l’impasto in un’insalatiera. Formate<br />

delle polpette passatele prima nelle uova sbattute e<br />

poi nel pane grattugiato.<br />

Sistemate su un vassoio coprite con una pellicola per<br />

alimenti e lasciate riposare in frigo per almeno 1 ora.<br />

Friggete le polpette nell’olio <strong>di</strong> semi bollente finché<br />

saranno dorate Fatele asciugare su fogli <strong>di</strong> carta assorbente<br />

da cucina e servite<br />

SARDINE E PATATE AL FORNO<br />

1kg <strong>di</strong> patate pelate - 1kg <strong>di</strong> sar<strong>di</strong>ne fresche o surgelate<br />

- 1 cucchiaino <strong>di</strong> olio d’oliva - 1 cipolla tritata - 3<br />

spicchi d’aglio schiacciati - 2 cucchiai <strong>di</strong> prezzemolo fresco<br />

tritato - 2 cucchiai <strong>di</strong> erbe fresche tritate origano<br />

timo rosmarino maggiorana - 150ml <strong>di</strong> vino bianco secco<br />

- sale e pepe - 350g <strong>di</strong> pomodori maturi pelati e affettati<br />

- 400g <strong>di</strong> pomodori pelati in scatola sminuzzati<br />

Mettete le patate in una pentola piena d’acqua salata<br />

fate bollire l’acqua coprite e cuoce per 10 minuti Scolate<br />

le patate e appena si saranno raffreddate abbastanza<br />

tagliatele a fette alte 1cm.<br />

Pulite bene le sar<strong>di</strong>ne tagliate via le teste e le code e<br />

apritele lungo la pancia Aprite bene le sar<strong>di</strong>ne con la<br />

pelle rivolta verso l’alto e schiacciatele in modo da staccare<br />

la lisca centrale.<br />

Rimuovetela lavate le sar<strong>di</strong>ne sotto l’acqua fredda e<br />

asciugatele bene con la carta da cucina Scaldate l’olio<br />

in una padella e fate appassire a fuoco lento la cipolla e<br />

l’aglio. Sistemate le patate in una pirofila unta d’olio e<br />

cospargetele con le cipolle il prezzemolo tritato e una<br />

presa generosa <strong>di</strong> sale e pepe.<br />

Sistemate le sar<strong>di</strong>ne sopra le patate con la pelle rivolta<br />

verso il basso copritele con i pomodori e cospargetele<br />

con il resto delle erbe.<br />

Versate nella pirofila il vino e spolverizzate a piacere<br />

con sale e pepe.<br />

Cuocere in forno a 190° per 40 minuti aggiungendo<br />

ancora un po’ <strong>di</strong> vino se vi sembra che gli ingre<strong>di</strong>enti si<br />

asciughino troppo.<br />

OMELETTE DI PATATE ALL’ANDALUSA<br />

2kg <strong>di</strong> patate <strong>di</strong> pasta gialla - 150g <strong>di</strong> cipolla affettata<br />

finemente - olio d’oliva per friggere - 8 uova leggermente<br />

sbattute - 1 cucchiaino <strong>di</strong> paprica in polvere<br />

Pelate le patate e tagliatele a fettine molto sottili; asciugate<br />

bene le fettine <strong>di</strong> patata con fogli <strong>di</strong> carta assorbente<br />

da cucina e friggetele un po’ alla volta insieme alla<br />

cipolla nell’olio bollente senza tuttavia farle dorare.<br />

Mettete la patate e le cipolle in una terrina grande insieme<br />

alle uova sbattute ed alla paprica mescolate bene<br />

e lasciate riposare per 5 minuti.<br />

Scaldate i 60ml <strong>di</strong> olio d’oliva extra vergine in una padella<br />

dal fondo antiaderente del <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> 26 cm.<br />

Quando sarà bollente e fumante versateci il composto<br />

<strong>di</strong> uova e patate premendolo bene con una paletta<br />

da cucina.<br />

Lasciate cuocere la omelette a pentola scoperta su<br />

fuoco dolce per circa 15 minuti finché le patate risulteranno<br />

ben cotte internamente e la base della frittata avrà<br />

preso uniformemente un bel colore dorato Levate la<br />

pentola dal fuoco.<br />

A questo punto rovesciate delicatamente ma con colpo<br />

secco e sicuro la omelette <strong>di</strong> patate su <strong>di</strong> un piatto e<br />

rimettetela nella padella per farla cuocere dall’altro lato<br />

sempre a fiamma bassa per una decina <strong>di</strong> minuti circa.<br />

A cottura ultimata <strong>di</strong>sponete le omelette <strong>di</strong> patate su<br />

<strong>di</strong> un piatto <strong>di</strong> portata sollevandola delicatamente con<br />

una paletta da cucina e attendere 10 prima <strong>di</strong> affettarla<br />

21


Impegno per una vita migliore<br />

GIOCHI<br />

a cura <strong>di</strong> Vincenzo Vitagliano<br />

In questo primo numero del <strong>2008</strong> vogliamo rinnovare gli auguri <strong>di</strong> buon anno con la speranza che le cose, per<br />

tutti noi, vadano meglio <strong>di</strong> quanto i mezzi <strong>di</strong> informazione ci fanno vedere. L’Italia senza un governo che sappia e<br />

possa fare il proprio lavoro, un classe politica che ha a cuore solo la propria conservazione, l’economia che perde<br />

colpi, la corruzione, la cronaca che ogni giorno che ci mostra a quali bassi livelli possa giungere l’in<strong>di</strong>viduo, la<br />

spazzatura che asse<strong>di</strong>a Napoli e <strong>di</strong>ntorni; e l’elenco potrebbe continuare per molto….. Ma non possiamo perdere<br />

la speranza <strong>di</strong> un mondo migliore e in fondo in fondo, se an<strong>di</strong>amo a cercare bene, motivi <strong>di</strong> ben sperare ce ne sono<br />

tanti. E’ solo che le brutte notizie fanno più rumore e che non abbiamo ancora imparato che le armi a nostra<br />

<strong>di</strong>sposizione: il <strong>di</strong>ssenso e il voto sono armi potentissime che nessun sistema democratico può ignorare! E adesso,<br />

GIOCO 1 – SCOPRITE GLI INTRUSI<br />

QUALE ANIMALE DI QUELLI SCHIERATI SOTTO NON SI ACCORDA CON GLI ALTRI E<br />

PERCHE’? (Le risposte possono essere molte)<br />

______________________________________________________________________________<br />

QUALE DEGLI UCCELLI SOTTO RIPRODOTTI NON SI ACCORDA CON GLI ALTRI?<br />

(Provate a cercare più <strong>di</strong> un motivo)<br />

________________________________________________________________________________<br />

UNA DELLE MACCHINE VOLANTI E’ DIVERSA DALLE ALTRE PER UN PARTICOLARE<br />

…… (Anche per questa domanda le risposte possono essere più <strong>di</strong> una)<br />

GIOCO 2 – ENIGMISTICA CLASSICA<br />

CAMBIO DI INIZIALI<br />

-Al carnevale <strong>di</strong> Rio ci sono ballerine in YXXXX a ballar la ZXXXX<br />

-Una trave non aveva YXXXX e lui cadde dal ZXXXX ma si salvò per caso, cadendo sopra un<br />

WXXXX.<br />

22


Anno XI - N. 1 Gennaio, Febbraio e Marzo <strong>2008</strong><br />

BISENSO: Nella frase la parola compare due volte ma con <strong>di</strong>verso significato.<br />

-A Verona, tra i turisti nell’XXXXX, vi<strong>di</strong> pure Lello XXXXX.<br />

CAMBIO DI GENERE: La parola da trovare compare al maschile e al femminile.<br />

-Di quel XXXXX al paraurti non si sa <strong>di</strong> chi è la XXXXX,<br />

GIOCO 3 – QUALCHE REBUS<br />

X IN C<br />

FRASE: (7, 5, 3, 9) _______________________________________________________________<br />

FRASE: (7, 5, 1, 5)________________________________________________________________<br />

A<br />

TO<br />

FRASE: (8, 7) __________________________________________________________________<br />

Ed ora passiamo al gran finale con l’appuntamento<br />

con la natura che non può mancare. Questa volta è proprio<br />

la spazzatura <strong>di</strong> Napoli a ispirare l’argomento. Spesso<br />

pensiamo alla natura come qualcosa <strong>di</strong> esterno all’ambiente<br />

nel quale viviamo e invece non è così. Provate<br />

a guardarvi intorno e vedrete che nel corso degli<br />

anni molti animali hanno riconquistato gli spazi urbani<br />

(gazze, merli, cornacchie ma anche piccoli pettirossi e<br />

scoiattoli popolano oggi le città e i paesi ed hanno imparato<br />

a fruire dei “comfort” a loro <strong>di</strong>sposizione) Il processo,<br />

per una parte deriva dall’adattamento e per altra parte<br />

deriva dalla maggiore sensibilità degli uomini nei confronti<br />

degli animali. Spesso si vedono grossi uccelli<br />

appollaiati sui lampioni accesi (un po’ <strong>di</strong> caldo fa comodo<br />

a tutti) mentre nelle siepi dei giar<strong>di</strong>ni trovano ricovero<br />

tanti piccoli uccelli. Qualsiasi ambiente finisce, quin<strong>di</strong>,<br />

per <strong>di</strong>ventare un ecosistema con le sue particolari<br />

regole. Provate a pensare alle varie forme <strong>di</strong> vita che<br />

colonizzano i mucchi <strong>di</strong> spazzatura oppure provate a<br />

guardare quanti gabbiani vivono sulle <strong>di</strong>scariche <strong>di</strong> rifiuti<br />

mo<strong>di</strong>ficando ad<strong>di</strong>rittura il loro rapporto con l’acqua. Un<br />

riconquista non sempre positiva che, per quanto riguarda<br />

i rifiuti, può generare problemi gravissimi <strong>di</strong> salute<br />

sia agli uomini che agli animali. E’ per questo che sono<br />

necessarie regole uguali e con<strong>di</strong>vise nel trattamento dei<br />

rifiuti che la nostra società produce in quantità enormi.<br />

Ognuno deve fare la sua parte producendo meno rifiuti<br />

e <strong>di</strong>fferenziando gli scarti. E’ più facile <strong>di</strong> quello che sembra.<br />

La somma <strong>di</strong> tanti piccoli comportamenti virtuosi<br />

può sicuramente risolvere il problema e non dobbiamo<br />

cadere nell’errore <strong>di</strong> sentirci estranei. Tutti produciamo<br />

rifiuti e tutti dobbiamo fare il nostro dovere per risolvere<br />

il problema. Riciclare significa risparmiare risorse ed<br />

evitare <strong>di</strong> riempire il territorio <strong>di</strong> buche piene <strong>di</strong> rifiuti. Il<br />

“problema rifiuti” si può trasformare in una eccellente<br />

“opportunità economica”<br />

ED ECCO LA DOMANDA: quanti rifiuti produce ogni<br />

giorno ogni italiano? Cosa si intende per<br />

termovalorizzazione? Cos’è il compost?<br />

Inviate le vostre risposte ed eventualmente le vostre<br />

considerazioni sul problema dei rifiuti.<br />

Ciao, al prossimo numero.<br />

Le soluzioni dei giochi sono pubblicate a pag. 24<br />

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Impegno per una vita migliore<br />

L’isoLa dei desideri<br />

Pubblichiamo il tema <strong>di</strong> un bambino moldavo che qui in Italia ha conosciuto, con sua grande gioia,<br />

la vera amicizia con una bambina affetta da malattia rara.<br />

Tema<br />

“L’amicizia è un grande bene nella vita: è conforto nel dolore comprensione sempre, essa ignora<br />

l’egoismo ed è intessuta <strong>di</strong> slanci GENEROSI.<br />

Anch’io ho un amico<br />

Ricordo nel 2003 il mio primo<br />

giorno <strong>di</strong> scuola non nel mio paese:<br />

Moldavia ma in Italia, ero piccolo<br />

non sapevo parlare la lingua<br />

italiana ma pian piano<br />

cominciavo a capirla, grazie a suor<br />

Oliva e ai miei compagni, ma<br />

soprattutto ad Alessandra, che è<br />

stata la mia prima compagna <strong>di</strong><br />

banco e mi ha aiutato moltissimo<br />

nel parlare e nello scrivere, mi<br />

stava molto vicino e sempre mi<br />

parlava ma io non capivo “un fico<br />

secco”, quando era ora <strong>di</strong> merenda<br />

giocavamo insieme, non sempre<br />

perché , delle volte, andavo a<br />

giocare a calcio e lei mi guardava,<br />

quando si doveva scrivere mi<br />

<strong>di</strong>ceva “bravo” e suor Oliva mi<br />

metteva gli adesivi non solo a me<br />

ma anche ai miei compagni <strong>di</strong><br />

classe bravissimi.<br />

Anche gli altri compagni mi<br />

stavano simpatici e mi aiutavano,<br />

ma Alessandra è stata veramente<br />

brava e la prima a volermi nel<br />

banco con lei e ha voluto aiutarmi<br />

per essere bravo e mi <strong>di</strong>ceva<br />

ad<strong>di</strong>rittura le cose che non dovevo<br />

fare. E’ questo un vero amico, me lo<br />

<strong>di</strong>ceva perché mi voleva bene.<br />

Poi imparai la lingua e suor Oliva<br />

cu separò, ero molto triste ma<br />

<strong>di</strong>ceva che dovevo aiutare gli altri<br />

meno bravi.<br />

A scuola ci stavo bene.<br />

Poi iniziai a giocare con Nicola e<br />

con tutti gli altri maschi e mi<br />

<strong>di</strong>menticai <strong>di</strong> lei, ad Alessandra<br />

<strong>di</strong>spiacque molto. Vi<strong>di</strong> tutto ciò e<br />

ricominciai a giocare con lei.<br />

Sono passati ormai cinque anni ed<br />

io, delle volte, la aiuto a portare lo<br />

zaino.<br />

GRAZIE Alessandra <strong>di</strong> avermi<br />

aiutato sei un’amica stupenda un<br />

grazie da Alexander<br />

Le risposte <strong>di</strong> questo numero: Gli intrusi – il gatto perché il suo nome non comincia con la lettera C ( ma anche il<br />

cammello perché ha le gobbe ecc.) – Lo struzzo, perché non è un rapace, ma anche perché non vola. L’aereo a reazione,<br />

perché non ha l’elica, ma anche l’elicottero perché non ha le ali. REBUS: pollice rotto per incidente / Autore letto a letto<br />

(probabilmente scrive libri che conciliano il sonno) / Alimento gra<strong>di</strong>to. Enigmistica classica: gamba – samba / Retto,<br />

tetto, letto/ Arena / Colpo – Colpa.<br />

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