N° 01 2009 Gen-Feb-Marz - Prader Willi
N° 01 2009 Gen-Feb-Marz - Prader Willi
N° 01 2009 Gen-Feb-Marz - Prader Willi
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IMPEGNO PER UNA VITA MIGLIORE<br />
Periodico d’informazione della<br />
Federazione Malattie Rare Infantili<br />
Anno XII - n. 1 -<br />
Anno <strong>2009</strong><br />
Registrato presso il Tribunale di Torino,<br />
n. 5167 del 12 giugno 1998<br />
Direzione e Redazione:<br />
Via Susa 37 - 1<strong>01</strong>38 Torino<br />
malattie-rare@cartaepenna.it<br />
Direttore Responsabile:<br />
Maria Antonietta Ricci<br />
Redazione: Prof. Alberto Musso<br />
Donatella Garitta, Vincenzo Vitagliano<br />
Impaginazione:<br />
Associazione Culturale Carta e Penna<br />
Via Susa, 37 - 1<strong>01</strong>38 Torino<br />
Tel.: <strong>01</strong>1.434.68.13<br />
www.cartaepenna.it<br />
cartaepenna@cartaepenna.it<br />
Stampa: AGV - Torino<br />
FEDERAZIONE MALATTIE RARE<br />
C.so Galileo Galilei, 38 - 1<strong>01</strong>26 Torino<br />
Tel. <strong>01</strong>1 61 6002 - Fax: <strong>01</strong>1 678 70 52<br />
www.malattie-rare.org - info@malattie-rare.org<br />
Associazione Italiana Niemann Pick - ONLUS<br />
Via Cafasse, 28<br />
10074 - LANZO T.SE - TO<br />
Tel. <strong>01</strong>23.28995 - Fax <strong>01</strong>23.32<strong>01</strong>49<br />
info@niemannpick.org - www.niemannpick.org<br />
ANIPI - Portatori Patologia Ipofisarie<br />
Dott. Walter Zaccagnini<br />
C.so Matteotti 23 - Torino<br />
Cell.: 335 330 087<br />
anipi.piemonte@virgilio.it<br />
ArfSAG - Famiglie Adrenogenitale Piemonte<br />
Sig.ra Domenica Palermo<br />
presso Ospedale Regina Margherita<br />
Tel. <strong>01</strong>1 313 53 45<br />
arfsagp@libero.it<br />
EAMAS European Association Friends of McCune-<br />
Albright Syndrome<br />
Via Borgovecchio 25 - 10041 Carignano (TO)<br />
Tel.-fax: <strong>01</strong>1 969 72 58<br />
info@eamas.net<br />
1<br />
Editoriale pag. 2<br />
Anno XII - N. 1 gennaio, febbraio, marzo <strong>2009</strong><br />
Sommar Sommario Sommar io<br />
Progetto farmaci orfani pag. 3<br />
Screening neonatali: ieri, oggi e domani pag. 4<br />
Relazione Convegni EAMAS pag. 5<br />
Informazioni da:<br />
Sanità News pag. 6<br />
Eurordis pag. 7<br />
Dire - Notiziario Sanità pag. 8<br />
La voce delle Associazioni pag. 10<br />
Scartabellando pag. 16<br />
Le Ricette di Elena pag. 21<br />
Giochi pag. 22<br />
L’isola dei desideri pag. 24<br />
GLI AMICI DI VALENTINA<br />
(Atassia Teleangiectasia o Sindrome di Louis-Bar )<br />
Via C.L.N. 42/a - 10095 Grugliasco (TO)<br />
Tel. fax: <strong>01</strong>1 4152920<br />
www.atassia-teleangiectasia.it - gliamici@atav.191.it<br />
ANF Associazione nazionale NeuroFibromatosi<br />
Sede del Piemonte: Sig. Mostacci<br />
Tel - fax: <strong>01</strong>1 411 36 43<br />
www.neurofibromatosi.org<br />
APADEST - Sindrome di Turner<br />
Sig.ra Marta Giunti - Via Selvaggio, 188<br />
10094 - Giaveno (TO)<br />
Tel.: <strong>01</strong>1 9339873- martagiunti@tin.it<br />
Federazione Associazione Soggetti <strong>Prader</strong>-<strong>Willi</strong><br />
Presidente: Silvano Ciancamerla<br />
Cell.: 333.120.68.02<br />
Sede: L.go G. Veratti, 24 – 0<strong>01</strong>46 Roma<br />
www.praderwilli.it - praderwilli@praderwilli.it<br />
META - Associazione Malattie Metaboliche<br />
Ereditarie<br />
OIRM Clinica Pediatrica<br />
Tel.: <strong>01</strong>1 313 53 63<br />
marco.spada@unito.it
Buona Primavera a tutti,<br />
E perché no Buona primavera?, si dice buon Natale,<br />
buon anno (come se servisse a qualcosa), buon compleanno,<br />
etc.<br />
Io dico buona primavera. In fondo è la stagione che<br />
simboleggia il ritorno alla vita dopo l’inverno, è la stagione<br />
degli amori e siamo tutti un po’ più ottimisti (non più<br />
buoni ma pazienza, non si può avere tutto).<br />
Il 28 febbraio abbiamo festeggiato (celebrato) la seconda<br />
giornata europea delle malattie rare in una cornice<br />
eccezionale, piazza San Carlo di Torino, il vero salotto<br />
della città. Un ringraziamento a Gigi Bonavita che ha<br />
organizzato tutto ci vuole proprio. Le copertine di questo<br />
numero del notiziario sono tutte dedicate a questo<br />
appuntamento e le immagini parlano meglio di qualunque<br />
commento.<br />
Anche quest’anno abbiamo uno stand presso la fiera<br />
del libro aperta da giovedì 14 a lunedì 18 maggio al<br />
Lingotto.<br />
Lo stand è nel padiglione 2 al numero M72. Utilizziamolo<br />
per trovarci, scambiarci opinioni ed informazioni,<br />
darci degli appuntamenti. Chi ha pubblicato qualche libro,<br />
ed anche le associazioni che hanno un loro notiziario,<br />
è invitato a presentarlo presso lo stand. C’è anche<br />
per questo. Contattate Donatella Garitta, presso la redazione<br />
della rivista.<br />
Abbiamo riservato 2 ore per due conferenze-dibattito<br />
cui tutti siete invitati.<br />
Una prima conferenza è di argomento strettamente<br />
etico. Il prof Maurizio Mori e il sacerdote Padre Zeppegno<br />
sono i protagonisti. L’argomento è difficile, per non dire<br />
spinoso: tenere in vita un malato terminale, una perso-<br />
Impegno per una vita migliore<br />
EDITORIALE<br />
PROF. ALBERTO MUSSO<br />
2<br />
na in coma irreversibile, un portatore di handicap intellettivo<br />
gravissimo ha un costo morale ed emotivo per il<br />
paziente stesso, per la famiglia e per la società che lo<br />
circonda (non vengono considerati per precisa scelta i<br />
costi economici). Si cerca spesso un compromesso fra<br />
il sentire personale ed i propri egoismi.<br />
La seconda conferenza vuole stimolare le associazioni<br />
ad impegnarsi di più per far conoscere i problemi<br />
dei nostri bambini a livello sociale e soprattutto scolastico.<br />
È un po’ una mia idea fissa. Ci si è finora impegnati<br />
quasi solo a sollecitare risposte dal sistema sanitario,<br />
con buoni risultati, ma è ora di allargare i nostri obiettivi.<br />
Spero di convincere qualche politico e qualche funzionario<br />
del provveditorato agli studi a presenziare.<br />
Quando saprò con esattezza date e ore ve le comunicherò.<br />
Come leggete nell’interno una associazione di farmacisti<br />
comincia ad occuparsi dei farmaci orfani. È una<br />
buona notizia perché potrebbe preludere ad una semplificazione<br />
per ottenere questi farmaci senza ricorrere<br />
all’iter burocratico che è spesso fonte di perdita di tempo<br />
e pazienza.<br />
Infine invito di nuovo tutti ad usare il notiziario non<br />
solo leggendolo (ma lo leggete? Lo spero…).<br />
Il notiziario della Federazione deve servire a tutte le<br />
associazioni per comunicare fra loro e con i relativi associati.<br />
Deve servire a mettere in comune le cose che si<br />
sanno e che sono di interesse generale ma anche solo<br />
per farsi sentire.<br />
SCRIVETE!!!<br />
E qui finisco. Buona primavera a tutti
3<br />
Anno XII - N. 1 gennaio, febbraio, marzo <strong>2009</strong><br />
PROGETTO PROGETTO FARMACI FARMACI ORFANI<br />
ORFANI<br />
Il Movimento Spontaneo Farmacisti Italiani (MSFI)<br />
impegnato in iniziative volte alla tutela della salute del<br />
cittadino ed alla rivalutazione dell’immagine professionale<br />
della Farmacia Italiana, avendo preso coscienza<br />
delle difficoltà spesso incontrate dai pazienti affetti da<br />
malattie rare e dai loro familiari nella ricerca di punti di<br />
riferimento per la gestione farmacologica delle patologie<br />
diagnosticate, costretti in numerosi casi a reperire il farmaco<br />
necessario in Regioni distanti da quella di residenza,<br />
situazioni che vengono meno agli standard di<br />
equità nell’assistenza a livello nazionale previsti dalla<br />
Costituzione, propone un progetto che coinvolge le capacità<br />
galeniche e professionali delle farmacie italiane.<br />
Il protocollo è impostato come segue:<br />
· Il MSFI propone l’iniziativa e ne coordina le azioni<br />
con la collaborazione delle rappresentanze di categoria,<br />
curando inoltre il collegamento tra le varie istituzioni<br />
coinvolte.<br />
· Possono dare l’adesione tutte le farmacie dotate<br />
di laboratorio galenico che rispetti le Norme di Buona<br />
Preparazione riportate nella F.U. XI Edizione, e con<br />
potenzialità e strumentazioni tali da rispettare i parametri<br />
dei protocolli di preparazione che verranno adottati<br />
per i vari prodotti e per le diverse forme farmaceutiche<br />
necessarie.<br />
· L’impegno è rivolto alla gestione dei cosiddetti<br />
farmaci orfani intesi, in forma generale, come quei prodotti<br />
utili per trattare una Malattia Rara ma che non hanno<br />
un mercato sufficiente per ripagare le spese del loro<br />
sviluppo industriale.<br />
· Il campo di applicazione è ristretto a quei farmaci<br />
che non richiedono tecnologie di produzione e forme<br />
farmaceutiche particolarmente sofisticate, ossia a tutti<br />
quelli realizzabili in maniera estemporanea dal farmacista<br />
nel suo laboratorio, con un livello di qualità equivalente<br />
a quello richiesto per qualsiasi altro farmaco.<br />
· La gestione di questi farmaci può includere anche<br />
quelli off-label, con particolare riferimento a quelli<br />
pediatrici o neonatali.<br />
· Si prospetta la creazione in concerto con l’AIFA e<br />
con le categorie coinvolte di un elenco dei farmaci<br />
galenici erogabili, qualora non esista una valida alternativa<br />
terapeutica, a totale carico del SSN, nel rispetto<br />
della Circolare del 30 agosto 1999 n° 13 concernente la<br />
legge n° 648/1996.<br />
· Il MSFI si adopererà inoltre alla raccolta dei dati<br />
riguardanti le proiezioni di consumo dei principi attivi necessari,<br />
avendo così la possibilità di trattare con i grossisti<br />
il miglior prezzo possibile, riducendo in questo modo<br />
il prezzo finito della preparazione. L’acquisto delle sostanze<br />
sarà comunque fatto dalle singole farmacie in<br />
base alle proprie esigenze in quanto il MSFI avrà solo la<br />
funzione di intermediazione. Da parte dello stesso sarà<br />
curata la richiesta e la scelta esclusivamente dei principi<br />
attivi prodotti secondo le norme GMP in modo da assicurarne<br />
purezza e provenienza.<br />
· Il MSFI creerà sul proprio sito web un elenco costantemente<br />
aggiornato delle farmacie aderenti al progetto,<br />
fornendone copia all’Istituto Superiore di Sanità,<br />
al MinSan, all’AIFA, ai Centri Specialistici ed alle Asso-<br />
ciazioni dei Pazienti. Tale elenco inoltre permetterà ai<br />
pazienti interessati di conoscere l’ubicazione della farmacia<br />
aderente più vicina alla propria residenza, sollevandoli<br />
così dal farsi carico del problema della ricerca e<br />
degli spostamenti.<br />
· Il MSFI curerà con la stretta collaborazione della<br />
Facoltà di Farmacia dell’Università di Roma la creazione<br />
di un database contenente per ogni farmaco potenzialmente<br />
allestibile la migliore forma farmaceutica, la<br />
scelta degli eccipienti compatibili ed i metodi di preparazione<br />
più indicati, anche in base alle linee guida fornite<br />
dall’Istituto Superiore di Sanità e dall’AIFA. Questo al<br />
fine di standardizzare metodi e procedure in modo da<br />
rendere perfettamente uniformi le preparazioni delle varie<br />
farmacie, anche allo scopo di evitare eventuali<br />
formulazioni inappropriate specialmente in campo<br />
pediatrico.<br />
· La Facoltà di Farmacia di Roma si dice inoltre<br />
disponibile a prestare la sua opera di supporto tecnicoscientifico<br />
ogni qualvolta sia ritenuto necessario.<br />
· Resta inteso che anche altri Atenei potranno fornire<br />
il loro contributo al progetto nei tempi e nei modi<br />
che saranno stabiliti in corso d’opera.<br />
· Le farmacie aderenti si impegnano al rispetto delle<br />
procedure di dispensazione previste dalla legge 648/<br />
1996, ed a collaborare in maniera fattiva nelle attività di<br />
farmacovigilanza attiva e passiva per delineare i profili<br />
di efficacia e sicurezza dei farmaci coinvolti anche allo<br />
scopo di migliorarne l’appropriatezza d’uso.<br />
· Il progetto ha inoltre il fine di rivalutare la figura<br />
altamente professionale del farmacista, fornendo anche<br />
uno stimolo ad un maggiore progresso delle strutture e<br />
tecnologie delle farmacie italiane per favorirne l’inserimento<br />
attivo nelle future politiche di prevenzione e cura<br />
nell’ottica di un miglioramento continuo della qualità<br />
sociale dell’esercizio farmaceutico. Questa iniziativa risulta<br />
essere inoltre fortemente coerente e compatibile<br />
con la funzione sanitaria e sociale della professione,<br />
fornendo più forza al ruolo del farmacista come<br />
dispensatore di fiducia, funzione che ha sempre caratterizzato<br />
il suo rapporto con la popolazione.<br />
· L’allargamento a livello europeo del progetto sulla<br />
gestione galenica di determinate patologie rare garantirebbe<br />
inoltre una maggiore ottimizzazione delle risorse<br />
in quanto, una volta individuati i farmaci orfani di<br />
scarso interesse commerciale per le industrie, che abbiano<br />
comunque delle basi razionali d’impiego a seguito<br />
di studi specifici condotti da centri di ricerca finanziati<br />
direttamente dalla UE, una apposita Commissione potrebbe<br />
indicare i farmaci allestibili nei laboratori galenici<br />
delle farmacie distribuite nei diversi Stati Europei. La trasformazione<br />
della produzione da industriale a magistrale<br />
porterebbe ad un abbattimento dei costi in quanto il farmaco<br />
verrebbe prodotto solo “quando serve e dove serve”,<br />
riducendo le spese generali di produzione, distribuzione<br />
e stoccaggio, con una conseguente riduzione del<br />
prezzo finale a carico dei Servizi Sanitari dei singoli Stati<br />
dell’Unione. La standardizzazione delle formule e procedure<br />
galeniche gestita a livello europeo fornirebbe così<br />
una maggiore garanzia di equità di trattamento e tera-
pia ai pazienti affetti da malattie rare presenti nei differenti<br />
Stati della Comunità Europea. Inoltre questo tipo di<br />
approccio, inteso a coinvolgere le farmacie, sarebbe<br />
anche coerente, in ultima analisi, con gli obiettivi perseguiti<br />
dalle autorità europee sulla gestione dei farmaci<br />
orfani, tra cui:<br />
Incentivare le piccole e medie imprese competenti a<br />
partecipare alla diffusione di questi farmaci.<br />
Favorire lo sviluppo delle conoscenze delle malattie<br />
rare, migliorare la comunicazione e gli scambi tra i diversi<br />
centri di ricerca, le istituzioni, i pazienti, ecc.<br />
· Una parte delle risorse economiche recuperate<br />
potrebbe essere utilizzata per incentivare e finanziare lo<br />
sviluppo tecnologico-strumentale dei laboratori delle farmacie,<br />
favorendo così l’emancipazione professionale e<br />
sociale del modello produttivo proposto, secondo una<br />
logica di integrazione sul territorio con le diverse istituzioni<br />
sanitarie, ma sempre e comunque nell’interesse<br />
dei pazienti.<br />
La legittimazione di questo progetto, considerato anche<br />
nell’ottica della riduzione dei costi per i Servizi Sanitari<br />
in questo momento di crisi del welfare, proporrebbe<br />
la farmacia come vantaggioso sostituto, per le specifiche<br />
competenze, nella gestione delle necessità farmaceutiche<br />
dei cittadini affetti da malattie rare, che avran-<br />
Lo screening neonatale di massa delle malattie ereditarie<br />
del metabolismo e delle endocrinopatie congenite<br />
rappresenta uno degli strumenti più avanzati della<br />
pediatria preventiva. Questa strategia permette la diagnosi<br />
precoce di malattie genetiche che possono essere<br />
avviate ad una terapia efficace prima dell’insorgenza<br />
di danni cerebrali o d’organo irreversibili.<br />
Lo screening neonatale è nato e si è sviluppato grazie<br />
all’intuizione straordinaria di Bob Guthrie, un biologo<br />
americano che all’inizio degli anni 60 ha dimostrato la<br />
possibilità di effettuare dei test biochimici su una singola<br />
goccia di sangue raccolta su carta assorbente. Il lavoro<br />
originale di Guthrie ha riguardato il dosaggio su goccia<br />
di sangue dell’aminoacido fenilalanina, che permette la<br />
diagnosi della fenilchetonuria, una malattia ereditaria del<br />
metabolismo che causa ritardo mentale se non diagnosticata<br />
e trattata con la dietoterapia nei primi giorni di<br />
vita. Questa scoperta si è rilevata rivoluzionaria, in quanto<br />
la semplicità e il basso costo della tecnica diagnostica,<br />
la sua applicabilità su grandi popolazioni, la facile<br />
trasportabilità del campione ha permesso di sottoporre<br />
a questo test tutti i neonati degli Stati americani che hanno<br />
aderito ai primi progetti pilota di screening e di prevenire<br />
il ritardo mentale in centinaia di bambini.<br />
Molto presto, allo screening neonatale della<br />
fenilchetonuria si è aggiunto quello per l’ipotiroidismo,<br />
l’endocrinopatia congenita più frequente, condizione<br />
anch’essa responsabile di complicanze neurologiche<br />
irreversibili in caso di diagnosi tardiva. Lo screening<br />
neonatale di queste due malattie è diventata pratica corrente<br />
negli Stati Uniti e nel Canada a pochi anni dalla<br />
scoperta di Guthrie e in Italia i primi programmi sono<br />
Impegno per una vita migliore<br />
4<br />
no a loro disposizione oltre all’apporto professionale<br />
anche quello umano dei farmacisti, a loro volta motivati<br />
ad estendere le proprie capacità e competenze. Anche<br />
dal punto di vista occupazionale si potrebbe ottenere un<br />
notevole incremento di posti di lavoro qualificati e professionalmente<br />
gratificanti per i giovani laureati, programmando<br />
e stimolando anche l’interscambio formativo fra<br />
le Università coinvolte nel progetto, le farmacie ed i laboratori<br />
di ricerca, attività che potrà esaltare le potenzialità<br />
e le capacità degli studenti e dei giovani neo laureati.<br />
Questa iniziativa avrebbe inoltre la possibilità di favorire<br />
gli scambi tecnico-culturali tra i farmacisti delle varie<br />
Regioni Italiane, oltre che con quelli dei vari Stati della<br />
UE, per mezzo di stages, tirocini professionali e offerte<br />
di lavoro, qualificando ulteriormente la Farmacia Europea,<br />
al servizio dell’intera comunità e della ricerca scientifica.<br />
Il responsabile del progetto è il Dr. Giorgio Nenna,<br />
Segretario Nazionale del MSFI e-mail gnenna@tiscali.it<br />
Si possono trovare ulteriori informazioni al sito<br />
www.msfi.it; la sede legale del Movimento Spontaneo<br />
Farmacisti Italiani è in Via Cardinal D’Avanzo, 42 – 0<strong>01</strong>68<br />
Roma – Tel.: +393489750035 – e-mail:<br />
info.msfi@libero.it.<br />
SCREENING NEONATALI: IERI, OGGI E DOMANI<br />
QUALCHE RIFLESSIONE - DR. MARCO SPADA<br />
stati avviati a partire dal 1975 (Marche e Liguria) per poi<br />
diffondersi a macchia d’olio su tutto il territorio nazionale,<br />
compreso il Piemonte e la Valle d’Aosta ove lo<br />
screening neonatale inizia ufficialmente nel 1982. E’<br />
bene ricordare che nella nostra Regione la diagnosi in<br />
epoca neonatale della fenilchetonuria e dell’ipotiroidismo<br />
grazie allo screening di massa permette la prevenzione<br />
del ritardo mentale per una ventina di bambini ogni anno<br />
e questo deve essere senza dubbio considerato un eccellente<br />
risultato in termini di salute pubblica.<br />
Il modello “vincente” dello screening neonatale di massa<br />
della fenilchetonuria e dell’ipotiroidismo ha stimolato<br />
l’ inclusione nei vari programmi regionali di altre malattie<br />
come la galattosemia, il difetto di biotinidasi, la sindrome<br />
adreno-genitale e, da ultimo, la fibrosi cistica. In tutte<br />
queste patologie una diagnosi e una terapia corretta nei<br />
primi giorni di vita è determinante non solo in termini di<br />
prognosi quoad vitam, ma anche per garantire un normale<br />
sviluppo psicofisico del bambino affetto.<br />
Negli ultimi anni abbiamo assistito inoltre ad un notevole<br />
incremento delle possibilità terapeutiche delle malattie<br />
metaboliche, come l’avvento della terapia<br />
enzimatica sostitutiva, della terapia farmacologica di<br />
stimolazione enzimatica o della terapia cellulare con trapianto<br />
d’organo o con cellule staminali, e ad importanti<br />
innovazioni delle metodiche di diagnostica biochimica<br />
su spot di sangue, come il dosaggio degli enzimi<br />
lisosomiali o il dosaggio delle acilcarnitine e degli<br />
aminoacidi in spettrometria tandem massa, approccio<br />
che ha faciltato la diagnosi delle aminoacidopatie, delle<br />
Continua a pagina 12
Eamas, in collaborazione con Medicina e Persona,<br />
associazioni per le malattie rare, enti patrocinanti e col<br />
contributo di numerosi volontari, ha promosso due Convegni<br />
nella città di Torino sui seguenti temi:<br />
“Comunicazione e Consenso. La comunicazione tra<br />
medico – paziente – famiglia” il primo, tenutosi il 22 Novembre<br />
2008 al SERMIG<br />
“Dolore e Sofferenza. Il viaggio del dolore” il secondo,<br />
verificatosi il 24 gennaio 2008 al Centro Torino-Incontra.<br />
Lo scopo della duplice iniziativa è stato quello di porre<br />
al centro dell’attenzione di tutti i convenuti e verosimilmente<br />
della gente comune la realtà delle malattie rare e<br />
i problemi ad esse correlati, primo fra tutti il fatto che tali<br />
disturbi normalmente determinano una condizione permanente<br />
e spesso invalidante, dunque il paziente affetto<br />
vive costantemente la necessità di un’assistenza continua<br />
e ad ampio spettro, vale a dire di un sostegno psicologico,<br />
umano, affettivo, religioso cioè apportatore di<br />
un significato, poiché nulla è a caso e nulla è vivibile<br />
senza senso, soprattutto se riguarda i propri congiunti.<br />
I due eventi sono stati condotti conciliando l’aspetto<br />
tecnico – medico specifico con la dimensione umana<br />
della malattia, da considerarsi non soltanto o esclusivamente<br />
come caso clinico, ma piuttosto come esperienza<br />
dolorosa, cammino drammatico costellato di domande,<br />
dubbi e inquietudini, spesso incomunicabili per l’assenza<br />
di interlocutori sensibili, la cui assenza peggiora<br />
le situazioni già di per sé difficili.<br />
Il percorso tracciato durante le due giornate è stato<br />
contraddistinto da interventi medico-scientifici e da testimonianze<br />
significative.<br />
I racconti hanno evidenziato gli aspetti più profondi<br />
dell’imprevedibile prova sottesa alla compromessa salute.<br />
Parole vere e commoventi sono state pronunciate<br />
da testimoni autentici, capaci di comunicare il loro vissuto<br />
ad un pubblico vario, non esclusivamente di settore,<br />
EAMAS - European Association Friends of Mc Cune Albright Syndrome<br />
Via Borgovecchio n° 25, 10041 Carignano (TO) Italy, Fisc. Code 94037550<strong>01</strong>2<br />
Tel./Fax ++.39.<strong>01</strong>1.9697258 - E-mail: info@eamas.net<br />
Bank account n° 34400.54 – ABI <strong>01</strong>030, CAB <strong>01</strong>000, Monte dei Paschi di Siena, Torino.<br />
Bank coordinates IT 65 T <strong>01</strong>030 <strong>01</strong>000 000003440054<br />
Post office account n° 39045109 (Italy)<br />
Web site: www.eamas.net<br />
Approved by REGIONE PIEMONTE (Prot. n° 328/28.1)<br />
Registro del Volontariato ONLUS – Settore Sanità<br />
5<br />
Anno XII - N. 1 gennaio, febbraio, marzo <strong>2009</strong><br />
che è apparso attento e sorpreso. Circa trecento persone<br />
in tutto, per lo più sconosciute, tutte colpite dall’accento<br />
umano di chi ha raccontato, non senza fatica per<br />
l’inevitabile riacutizzarsi della ferita, di sé.<br />
Il silenzio si è fatto più denso e raccolto durante le due<br />
pieces teatrali che, incentrate sui temi proposti, hanno<br />
rappresentato la realtà di chi vive direttamente il dramma<br />
della patologia. A tratti la visione ha raggiunto punte<br />
di estrema tensione.<br />
La riflessione è stata ulteriormente favorita dalla esposizione<br />
di due Mostre, dal titolo “Curare e guarire, occhio<br />
artistico e occhio clinico” nel primo convegno e “Misurare<br />
il desiderio infinito? La qualità della vita” per il<br />
secondo, hanno parallelamente accompagnato i due<br />
Convegni: guide attente e motivate le quali hanno illustrato<br />
i contenuti al pubblico.<br />
Una nota è risuonata in tutti i momenti della manifestazione<br />
a cui si è sempre accompagnata una eco preziosa:<br />
il dolore, la solitudine, la disperazione e lo smarrimento<br />
si trasformano in prova sopportabile, accettazione<br />
attiva, maturazione e viaggio, arduo ma fattibile, se si<br />
incontra qualcuno così umano da essere capace di condividere,<br />
sostenere e accompagnare.<br />
Tutto è affrontabile, questo il messaggio decisivo e<br />
intenzionale, se sorge tra le pareti aride e fredde del<br />
male uno sguardo umano, una voce carica di speranza,<br />
una mano tesa a indicare una direzione, un senso e una<br />
meta.<br />
Molto “materiale”, dunque, è stato offerto per aprire<br />
delle porte e avviare o stimolare ulteriori approfondimenti<br />
che i promotori sperano poter raccogliere e convogliare<br />
in un lavoro comune.<br />
Gli interventi delle due giornate, assieme alle pieces<br />
teatrali, saranno raccolti in un opuscolo commentato,<br />
accompagnato da DVD. Chi ne vuole ricevere gratuitamente<br />
una copia può registrarsi nel sito<br />
www.eamas.net
Impegno per una vita migliore<br />
INFORMAZIONI DA<br />
SANITÀ NEWS<br />
MALATTIE MALATTIE MALATTIE MALATTIE MALATTIE RARE: RARE: RARE: RARE: RARE: AL AL AL AL AL VIA VIA VIA VIA VIA LA LA LA LA LA CAMPAGNA CAMPAGNA CAMPAGNA CAMPAGNA CAMPAGNA DI DI DI DI DI COMUNICAZIONE<br />
COMUNICAZIONE<br />
COMUNICAZIONE<br />
COMUNICAZIONE<br />
COMUNICAZIONE<br />
“INSIEME “INSIEME “INSIEME “INSIEME “INSIEME PER PER PER PER PER NON NON NON NON NON ESSERE ESSERE ESSERE ESSERE ESSERE RARI” RARI” RARI” RARI” RARI”<br />
Agevolare il dialogo tra gli attori che compongono il<br />
quadro sanitario delle malattie rare e dei farmaci “orfani”<br />
attraverso la condivisione delle informazioni. E’ questo<br />
l’obiettivo della campagna di comunicazione sulle malattie<br />
rare e i farmaci orfani: “INSIEME PER NON ESSE-<br />
RE RARI”, promossa da SANITA’news e dall’Istituto Superiore<br />
di Sanità, presentata oggi al Senato nel corso<br />
del Convegno: “Malattie rare e farmaci orfani. La difficoltà<br />
di coniugare bisogno assistenziale e scarsità di risorse”.<br />
La campagna, che si svolgerà dal 1 dicembre 2008<br />
al 1 dicembre <strong>2009</strong>, con l’intento dichiarato di dare voce<br />
ai bisogni assistenziali del milione e mezzo di pazienti<br />
italiani affetti da una delle 6000 patologie considerate<br />
rare, mira a rafforzare la comunicazione fra pazienti, associazioni,<br />
centri di ricerca e istituzioni sfruttando le<br />
potenzialità offerte dal web. Lo strumento principale di<br />
comunicazione sarà rappresentato da SANITA’news<br />
(www.sanitanews.it), il periodico telematico gratuito costituito<br />
da un portale e da una newsletter plurisettimanale<br />
inviata a oltre 60.000 utenti. Rivolto a tutti gli operatori<br />
della sanità pubblica e privata, viene realizzato attraverso<br />
le segnalazioni provenenti dallo stesso network sanitario<br />
ed elaborate da una redazione giornalistica. La campagna,<br />
rivolta innanzitutto alle associazioni dei pazienti,<br />
al mondo della ricerca scientifica e alle Istituzioni, sarà<br />
coordinata da un team di lavoro che raccoglierà tutti gli<br />
input provenienti dall’area malattie rare, stabilendo i contatti<br />
redazionali con le associazioni dei pazienti e con<br />
tutti i centri di ricerca, nazionali ed internazionali, dedicati<br />
allo studio delle patologie rare e dei farmaci orfani.<br />
Particolare attenzione sarà riservata agli input provenienti<br />
dagli stessi pazienti ai quali sarà dedicato un’apposita<br />
area del portale. Grazie alla partnership stabilita con il<br />
Centro Nazionale Malattie Rare dell’Istituto Superiore di<br />
Sanità, SANITA’news produrrà un’informazione attendibile<br />
e ricca di approfondimenti provenienti dagli ambienti<br />
di ricerca internazionali. Ampi spazi saranno dedicati alla<br />
pubblicazione di notizie provenienti dagli ambienti istituzionali,<br />
Ministero del Welfare e Regioni, alle novità legislative<br />
e alle modalità assistenziali. Nel corso del <strong>2009</strong><br />
SANITA’news organizzerà inoltre tre convegni tematici e<br />
una serie di sondaggi e di interviste mirate sui temi connessi<br />
alla ricerca e all’assistenza delle malattie rare. “E’<br />
bene sottolineare che il progetto di comunicazione non<br />
rappresenta in sé un motivo di speranza per la soluzione<br />
dei problemi. E’ solo un canale grazie al quale è possibile<br />
diffondere notizie e promuovere il dibattito sullo stato<br />
del disagio, sulle prospettive assistenziali e su tutto ciò<br />
che riguarda la condizione dell’essere malato. L’iniziativa<br />
può avere un peso diverso se ad essa corrisponderà<br />
una numerosa e propositiva partecipazione dei pazienti,<br />
dei familiari dei pazienti, delle associazioni e dei ricercatori<br />
che vorranno riconoscere, in questa opportunità, la<br />
6<br />
possibilità di contribuire, attraverso il loro pensiero e la<br />
loro presenza, a determinare il futuro orientamento dell’iter<br />
assistenziale che la nostra Sanità potrà garantire a<br />
chi è afflitto da una malattia rara”, ha spiegato <strong>Gen</strong>naro<br />
Di <strong>Gen</strong>ova, editore di SANITA’news. La campagna di<br />
comunicazione entrerà dunque nel vivo fra pochi giorni<br />
e fin da ora tutti i lettori interessati a ricevere gratuitamente<br />
una newsletter settimanale dedicata alle malattie<br />
rare e ai farmaci orfani possono inviare una richiesta<br />
all’indirizzo: malattierare@sanitanews.it<br />
L’ISTAT FOTOGRAFA LA SANITA’ ITALIANA<br />
Aumenta l’assistenza domiciliare e diminuiscono i posti<br />
letto negli ospedali<br />
Nel 2006 sono circa 46 mila i medici di base presenti<br />
sul territorio nazionale, vale a dire 8 medici ogni 10 mila<br />
abitanti. Per quanto riguarda i medici pediatri se ne contano<br />
circa 7.500, ovvero 9 ogni 10 mila bambini fino a<br />
14 anni. Gli ambulatori e i laboratori pubblici e privati<br />
convenzionati sono circa 17 ogni 100 mila abitanti nel<br />
2006, in leggera riduzione negli ultimi tre anni. Rimane<br />
stabile l’offerta dei servizi di guardia medica: i medici<br />
addetti ammontano a 23 ogni 100 mila abitanti. Sono<br />
questi alcuni dati significativi sulla sanità italiana contenuti<br />
nell’Annuario Istat 2008. L’ISTAT ha anche rilevato<br />
che l’assistenza domiciliare integrata e’ sempre piu’ importante<br />
in una societa’ come quella italiana, caratterizzata<br />
da un evidente processo di invecchiamento. Su<br />
180 Asl sono 173 quelle che offrono questo servizio nel<br />
2006. Allo stesso tempo si assiste ad un aumento dei<br />
pazienti assistiti al proprio domicilio: da circa 396 mila<br />
nel 2005 a 414 mila nel 2006. Gli ultra 65enni ne rappresentano<br />
una quota rilevante con l’84,8 per cento del<br />
totale. Per quanto riguarda la situazione della sanità<br />
pubblica prosegue il processo di razionalizzazione delle<br />
risorse e delle attivita’ nel sistema ospedaliero. Nel<br />
2004 i posti letto ordinari sono 4 ogni mille abitanti a<br />
fronte dei 4,6 nel 2000. Alla diminuzione dell’offerta di<br />
posti letto corrisponde un’ulteriore riduzione delle<br />
degenze in regime ordinario che scendono a 8,3 milioni<br />
nel 2004 dai circa 9,4 milioni del 2000, mentre aumenta<br />
il ricorso al day hospital: la dotazione di posti letto per<br />
questo servizio passa da 27.507 nel 2000 a quasi 32<br />
mila nel 2004. Gli italiani si rivelano infine decisamente<br />
ottimisti riguardo alle proprie condizioni di salute. Nel<br />
2007 il 73,3 per cento della popolazione residente in<br />
Italia valuta buono il proprio stato di salute. Il 39,2 per<br />
cento dei residenti in Italia dichiara di essere affetto da<br />
almeno una delle principali patologie croniche: quelle<br />
maggiormente riferite sono l’artrosi/artrite (17,9 per cento),<br />
l’ipertensione (15,8 per cento), le malattie allergiche<br />
(10,6 per cento) e l’osteoporosi (7,3 per cento).
DA EURORDIS<br />
Le malattie rare sono tra i punti più importanti dell’agenda<br />
politica. Grazie alla comunità delle malattie rare, queste<br />
malattie stanno diventando una priorità di salute pubblica<br />
in Europa, a livello della Comunità Europea e della<br />
maggior parte degli Stati Membri. La nostra visione iniziale<br />
sta davvero diventando realtà? Si, ma solo in parte.<br />
Una parte della strada è illuminata dal sole, ma l’altra<br />
parte è nuvolosa e la strada è lunga. La strada è molto<br />
lunga prima di poter veramente migliorare la qualità della<br />
vita di tutte le persone affette da malattie rare in Europa,<br />
specialmente se pensiamo alle generazioni future.<br />
Una politica giusta e sostenibile per i malati deve essere<br />
basata sulla giustizia sociale.<br />
Oggi, sentiamo qualcuno, fortunatamente pochi, ma<br />
comunque ancora troppi, tra politici e funzionari della<br />
politica sanitaria dire che il nostro sistema nazionale di<br />
salute pubblica non sarà mai in grado di prendersi cura<br />
di tutte le persone con malattie rare: “troppe persone”,<br />
“cure ospedaliere costose”, “assistenza domestica cara”<br />
e “farmaci orfani decisamente troppo cari”, loro dicono.<br />
Dovremmo perdonare loro tanta leggerezza? Certamente<br />
non sono insensibili e non intendono far torto a nessuno.<br />
Credono di avere le competenze e di essere persone<br />
che prendono decisioni razionali. Pensano che noi,<br />
malati, famiglie e assistenti, siamo soggetti emotivi.<br />
Perché mai dovremmo fidarci? Possono forse dimostrare<br />
che tutte le loro decisioni politiche in materia di<br />
salute degli ultimi venti anni, sono state decisioni razionali,<br />
basate su prove e confermate dai fatti e dai dati? Si<br />
sbagliano perché non hanno prove solide. Dobbiamo<br />
distinguere tra “i fatti, le possibilità e le supposizioni”.<br />
Loro sono in torto, moralmente e politicamente.<br />
La nostra comunità ha più senno. Il coraggio è sempre<br />
dalla parte della vita, della fiducia nel malato, nella<br />
gente, nella popolazione, nel progresso, nella dignità e<br />
nel rispetto. La vita di ogni persona ha lo stesso valore<br />
della vita di ogni altro, anche se colpito da una malattia<br />
che, sfortunatamente, si rivela essere rara.<br />
La codardia è sempre dalla parte della morte, della<br />
sfiducia nei malati, nella gente e nella società, della<br />
mancanza di rispetto e di dignità. L’opinione di molti che<br />
appartengono alla comunità delle malattie rare è di credere<br />
di avere una giusta causa, una causa a favore della<br />
vita e di avere una strategia per tutte le persone che<br />
vivono affette da malattie rare.<br />
Questo include le malattie rare, quelle molto rare e<br />
quelle rarissime. Costerà del denaro e ci vorranno parecchie<br />
generazioni per riuscire a prestare cure e sostegno<br />
per tutti quanti. La società può permetterselo. Come<br />
potrebbe la società non permetterselo? Se lasciassimo<br />
ai margini i soggetti più vulnerabili, sarebbe la società<br />
nella sua globalità a perdere fiducia nella capacità di<br />
vivere insieme.<br />
Le persone affette da malattie rare meritano di ricevere<br />
dei vantaggi supplementari, in quanto rappresentano<br />
una parte molto vulnerabile della nostra società. Ed anche<br />
perché, come ogni altro essere umano, hanno il diritto<br />
ad un trattamento paritario e ad un giusto ruolo nella<br />
società.<br />
Yann Le Cam<br />
7<br />
Anno XII - N. 1 gennaio, febbraio, marzo <strong>2009</strong><br />
UNA CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE<br />
PER MIGLIORARE LE CURE PER LE<br />
PERSONE AFFETTE DA MALATTIE RARE<br />
Se pensate che la prima giornata internazionale dedicata<br />
alle malattie rare, che si è svolta il 29 <strong>Feb</strong>braio 2008,<br />
il ‘LA GIORNATA DELLE MALATTIE RARE’, sia stata<br />
fantastica, preparatevi! L’edizione <strong>2009</strong> promette di essere<br />
più grande, più eccitante, più internazionale e di<br />
avere una visibilità maggiore. Ora è ufficiale: la “Giornata”,<br />
con la “G” maiuscola, è un evento davvero internazionale<br />
che avrà luogo ogni anno, l’ultimo giorno di febbraio.<br />
Per il <strong>2009</strong>, il tema predominante rimane lo stesso del<br />
2008: Malattie Rare: una Priorità di Salute Pubblica, coprendo<br />
il periodo 2008-2<strong>01</strong>1, ma con un’attenzione particolare<br />
per il <strong>2009</strong> sulle Cure Incentrate sui Malati.<br />
Secondo Yann Le Camm, Direttore <strong>Gen</strong>erale di<br />
EURORDIS, ‘La “GIORNATA DELLE MALATTIE RARE<br />
<strong>2009</strong>” sarà un evento più globale. Sono stati invitati a<br />
partecipare tutti i nostri membri da tutte le parti del mondo,<br />
insieme con le Federazioni Nazionali che fungeranno<br />
da coordinatori nazionali, le Federazioni Europee, i<br />
nostre partner, e le Autorità Sanitarie degli Stati Membri<br />
della UE. Forniremo loro materiale ed informazioni.<br />
L’evento del 2008 è stato celebrato da tutta l’Europa,<br />
dall’Armenia e la Russia alla Spagna e alla Scandinavia,<br />
e al lontano Canada. Per il <strong>2009</strong>, NORD (L’Organizzazione<br />
Nazionale per le Malattie Rare degli Stati Uniti)<br />
ci ha già confermato che prenderà parte all’evento’, dice<br />
Yann Le Camm con un grande sorriso. ‘Tutto questo è<br />
fantastico. Più sono i partecipanti, più forte sarà l’impatto<br />
dell’evento e più potremo fare per i malati.’<br />
‘Attualmente stiamo sviluppando un sito completamente<br />
nuovo con nuove funzionalità!’ esclama Anja Helm,<br />
responsabile delle Relazioni con le Organizzazioni dei<br />
Malati ad EURORDIS. ‘Il sito sarà in Inglese, ma ogni<br />
Federazione Nazionale potrà aggiungere le proprie informazioni<br />
nella lingua che desidera. Le informazioni riguarderanno<br />
fatti locali relativi alle malattie rare, foto di<br />
malati, e, addirittura, filmati.’ Coloro i quali vorranno prendere<br />
parte alla Giornata potranno scaricare informazioni<br />
utili, come il pacchetto informativo ufficiale, dati sulle<br />
malattie rare, loghi, brochure e poster. Queste informazioni<br />
permetteranno loro di intraprendere azioni a livello<br />
locale e nazionale, in particolare con i Membri del Parlamento<br />
e con i relativi ministri. Nel 2008, molti malati e i<br />
loro rappresentanti hanno avuto incontri con politici e<br />
governatori locali. Nel <strong>2009</strong>, questa azione sarà rafforzata<br />
in vista delle elezioni del Parlamento Europeo che<br />
si terranno a Maggio: gli incontri tra i Membri del Parlamento<br />
Europeo ed i candidati con i rappresentanti dei<br />
malati ed i media saranno organizzati nei centri di eccellenza.<br />
Il 28 <strong>Feb</strong>braio si terrà, inoltre, una conferenza<br />
stampa a Bruxelles.<br />
‘Quando parliamo di visibilità, intendiamo proprio questo,’<br />
aggiunge Anja Helm. ‘Un chiaro segnale che le persone<br />
affette da malattie rare sono più ascoltati e che<br />
aumenta l’interessamento delle First Lady e dei componenti<br />
delle Famiglie Reali Europee nella giornata delle<br />
malattie rare. Nel 2008, abbiamo visto personaggi potenti<br />
come Eva Luise Köhler (Primo Ministro Tedesco), il<br />
presidente Greco e sua moglie, Sua Altezza Reale Gran<br />
Duchessa Maria Teresa di Lussemburgo, Principessa
Erede al Trono Mary di Danimarca, e la Principessa Erede<br />
al Trono Vittoria di Svezia, parlare a favore delle persone<br />
affette da malattie rare. Questo deve continuare<br />
anche nel <strong>2009</strong>.’<br />
Ma c’è dell’altro! Il libro tanto atteso, “La voce di 12,000<br />
malati”, sarà lanciato ufficialmente il 28 <strong>Feb</strong>braio <strong>2009</strong>.<br />
Il libro, pubblicato da EURORDIS, presenterà le conclusioni<br />
delle indagine EurordisCare 2 e EurordisCare 3<br />
riguardanti l’ esperienza e le aspettative di 12,000 malati<br />
che rappresentano 18 malattie rare e 24 paesi Europei.<br />
Il libro descrive la metodologia, i risultati finali, i risultati<br />
per paese e per malattia, e come le ricerche abbiano<br />
contribuito allo sviluppo di politiche e piani d’ azione a<br />
favore di diagnosi e cure più efficaci le persone colpite<br />
da malattie rare. Il libro è molto interessante, con una<br />
ricchezza di informazioni su cosa significhi vivere con<br />
una malattia rara nel 21emo secolo, testimonianze di<br />
malati, e fotografie. EURORDIS stamperà e distribuirà il<br />
libro ai suoi soci, ma nessuno rimarrà senza: sarà semplice<br />
scaricare il libro dai siti di EURORDIS e della GIOR-<br />
NATA MONDIALE DELLE MALATTIE RARE <strong>2009</strong>. Una<br />
versione ridotta sarà inoltre disponibile in sei lingue.<br />
I preparativi per la Giornata sono già a iniziati ad<br />
EURORDIS ed in molti paesi, ed è evidente il fermento<br />
che c’è nell’aria. ‘LA GIORNATA DELLE MALATTIE<br />
RARE 2008 ha dimostrato come, con una sola voce in<br />
Europa, siamo più forti, più visibili e più ascoltati’ afferma<br />
Dorica Dan, <strong>Prader</strong>-<strong>Willi</strong> Association (Romania). ‘Questo<br />
è il motivo per cui attendiamo con ansia la GIORNA-<br />
TA DELLE MALATTIE RARE <strong>2009</strong>.’ Simona Bellagambi,<br />
Uniamo, concorda con Dorica. ‘Grazie alla<br />
promulgazione da parte dei media e al successo dell’evento,<br />
le nostre richieste di collaborazione e di<br />
finanziamenti sono state prese molto più in considerazione.<br />
Devi solo mostrare di non aver timore di parlare<br />
in difesa dei diritti dei malati, ‘Non siamo soli,’ conclude<br />
Dorica Dan. ‘Insieme possiamo ottenere molto di più per<br />
i malati!’<br />
Contact: Anja Helm<br />
anja.helm@eurordis.org<br />
da DIREnotiziarioSanità<br />
MALATTIE RARE. MOZIONE BIANCONI AL<br />
SENATO: FONDO FARMACI AD HOC<br />
Roma, 20 nov. - Serve maggiore impegnoper aiutare i<br />
bambini e i ragazzi colpiti da malattie rare (tali solo nelle<br />
statistiche mediche, visto che colpiscono oltre 2milioni<br />
di italiani): alle difficoltà nella diagnosi, alla scarsità di<br />
terapie, si aggiunge infatti la difficoltà di ottenere farmaci<br />
adeguati. E’ stata presentata per questo unamozione al<br />
Senato (firmata da Bianconi, Tomassini, Calabro’,Boldi,<br />
Carrara, Colli, De Lillo, Rizzotti e Saccomanno): “La<br />
problematica molto grave delle malattie rare, per le quali<br />
il Sistema Sanitario Nazionale riconosce l’esenzione<br />
per l’acquisto dei farmaci anche se non di tutti proprio<br />
per la difficile classificazione di queste malattie, non può<br />
più attendere ma necessita di una definitiva soluzione”,<br />
si legge nel documento. La mozione impegna il governo<br />
“a recepire le raccomandazioni del Consiglio europeo,<br />
Impegno per una vita migliore<br />
8<br />
dello scorso 11 novembre, partendo dall’istituzione di<br />
un fondo ad hoc per garantire farmaci innovativi, orfani,<br />
fascia C, parafarmaci a carico del Servizio Sanitario<br />
Nazionale con una gestione trasparente- proseguono i<br />
senatori- tramite l’inserimento uguale in tutti i prontuari<br />
regionali, in tempi prestabiliti, una volta avuta l’autorizzazione<br />
alla commercializzazione”.Quanto ai farmaci<br />
orfani, “viene richiesto un maggiore impegno a rivedere<br />
i LEA”. Laura Bianconi (Pdl), prima firmataria e relatrice<br />
in commissione Sanita’ dei disegni di legge in materia di<br />
farmaci orfani e malattie rare, si augura che la mozione<br />
“trovi un ampio consenso”.<br />
PARLAMENTO: MOZIONE SU<br />
MALATTIE RARE<br />
(DIRE-notiziarioSanità) Roma, 24 nov. - Una mozione,<br />
prima firmataria la senatrice Bianconi, per sostenere<br />
la ricerca sulle malattie rare e la presa in carico dei pazienti<br />
che ne sono colpiti. Questo il testo<br />
BIANCONI, TOMASSINI, CARRARA, RIZZOTTI,<br />
SACCOMANNO, DE LILLO,CALABRO’, BOLDI, COL-<br />
LI - Il Senato, premesso che:da più di dieci anni le Istituzioni<br />
italiane tentano di risolvere la problematica molto<br />
grave delle malattie rare per le quali il Sistema sanitario<br />
nazionale riconosce l’esenzione per l’acquisto dei farmaci,<br />
anche se non di tutti, essendo molto difficile la<br />
classificazione di queste malattie, con conseguente<br />
aggravio per le famiglie; ai sensi del regolamento UE n.<br />
141 del 2000 e precedenti normative sono considerate<br />
“rare” quelle malattie valutate a rischio vita o gravemente<br />
invalidanti che colpiscono non più di cinque individui<br />
su diecimila nell’Unione europea;secondo l’articolo 152<br />
del richiamato regolamento si devono incoraggiare “la<br />
cooperazione tra gli Stati membri e, ove necessario,<br />
appoggiare la loro azione”;in tutto questo periodo di tempo<br />
non è stata ancora approvata una legge idonea ad<br />
affrontare e risolvere le tante problematiche dei pazienti<br />
e delle loro famiglie, che incontrano, nel cercare di curare<br />
un parente colpito da una malattia cosiddetta “rara”,<br />
enormi difficoltà di tipo economico ed assistenziale, ma<br />
soprattutto di grave carenza di strutture e farmaci adeguati<br />
alla cura di tali patologie; se si analizza la situazione<br />
nelle varie regioni italiane, si scopre un quadro abbastanza<br />
allarmante per la cura ed il sostegno di 2.000.000<br />
italiani che sono affetti da malattie di questo tipo che,<br />
nell’80 per cento dei casi, sono di natura genetica. Ciò<br />
pone non poche difficoltà per la diagnosi e quindi successivamente<br />
per le cure adeguate, che attendono i principali<br />
risultati terapeutici dallo sviluppo di nuovi farmaci<br />
ottenuti attraverso l’impiego di metodologie avanzate<br />
(biotecnologie,terapia genica, cellulare);la lentezza che<br />
si riscontra in molte regioni nell’inserire I farmaci utili a<br />
curare queste patologie nei prontuari terapeutici è causata<br />
spesso da un malsano costume degli assessorati<br />
regionali che, rispondendo ad un presunto criterio del<br />
risparmio in ambito sanitario, tardano pesantementenel<br />
recepire queste “molecole salvavita”; considerato che:i<br />
dati disponibili evidenziano come criticità principali per<br />
rispondere adeguatamente a queste diverse patologie<br />
le seguenti:1) l’inadeguatezza della tempistica, spesso<br />
dovuta alla burocrazia; 2) la mancanza di diritti garantiti<br />
ugualmente su base geografica; 3) il ruolo non ricono-
sciuto delle organizzazioni civiche sia da parte dei cittadini<br />
sia da parte delle Istituzioni; 4) la pressochè assente<br />
presa in carico del paziente; 5) la difficoltà di accesso<br />
ai farmaci; 6) seri ostacoli nell’accesso a terapie<br />
innovative; 7) lo squilibrio nel rapporto costi e conseguenze<br />
sulla salute del paziente (ad esempio, le spese<br />
per viaggi, riabilitazioni, visite, farmaci,possono variare<br />
da 800 a 6.000 o 7.000 euro); l’11 novembre 2008 la<br />
Commissione europea ha comunicato al Parlamento<br />
europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale<br />
europeo e al Comitato delle Regioni il proprio parere in<br />
merito alle malattie rare e ha proposto, tramite una<br />
accomandazione del Consiglio stesso, che gli Stati membri<br />
adottino un approccio comune nell’azione svolta contro<br />
le malattie rare, basato sulle migliori pratiche esistenti.<br />
Nella proposta di raccomandazione del Consiglio<br />
presentata dalla Commissione che accompagna<br />
questa comunicazione gli Stati membri sono invitati a<br />
porre in atto strategie che prevedano: piani d’azione<br />
nazionali intersettoriali per le malattie rare;meccanismi<br />
che permettano di definire, codificare e repertoriare le<br />
malattie rare e di fissare indirizzi di intervento, ai fini del<br />
riconoscimento di queste malattie e della condivisione<br />
delle conoscenze e delle competenze esistenti al riguardo;<br />
l’incentivazione della ricerca sulle malattie rare, anche<br />
mediante la cooperazione e la collaborazione<br />
transfrontaliere per sfruttare al massimo il potenziale di<br />
risorse scientifiche esistente nell’Unione europea; assicurare<br />
l’accesso a cure sanitarie di qualità, in particolare<br />
identificando i centri di competenza nazionali e regionali<br />
e promuovendo la loro partecipazione alle reti di<br />
riferimento europee;meccanismi che permettano di unire<br />
le competenze nazionali nel campo delle malattie rare<br />
e metterle in comune con quelle esistenti negli altri Paesi<br />
europei; misure dirette a favorire il coinvolgimento<br />
Piazza San Carlo vista dal palco allestito il 28 febbraio<br />
9<br />
Anno XII - N. 1 gennaio, febbraio, marzo <strong>2009</strong><br />
attivo dei pazienti e delle organizzazioni che li<br />
rappresentano;misure che assicurino a queste azioni<br />
un carattere duraturo; in alcune regioni italiane ad esempio,<br />
pur esistendo un prontuario terapeutico su base<br />
regionale, accade che un farmaco di questo tipo resti in<br />
attesa anche diversi mesi prima che vengaesaminato e<br />
quindi inserito; analogamente avviene per i prontuari<br />
provinciali che, invece di agevolare l’inserimento del farmaco<br />
sul territorio locale, dovendo recepire quanto previsto<br />
dal prontuario regionale, di fatto frenano ancora di<br />
più la commercializzazione dei “farmaci orfani”. Una simile<br />
prassi comporta un allungamento ulteriore dei tempi<br />
con inevitabili pellegrinaggi da parte dei pazienti in altre<br />
regioni alla ricerca del farmaco; presso la 12a commissione<br />
permanente (Igiene e sanità) del Senato sono in<br />
corso di esame alcuni disegni di legge in materia, impegna<br />
il Governo:a recepire le raccomandazioni del Consiglio<br />
europeo in forma tempestiva, partendo dall’istituzione<br />
di un fondo ad hoc per garantire che i farmaci<br />
innovativi cosiddetti “orfani” nonchè i parafarmaci e farmaci<br />
di fascia C indispensabili per la cura delle patologie<br />
rare siano posti a carico del Servizio sanitario nazionale<br />
con una gestione trasparente tramite l’inserimento, in<br />
modo omogeneo, in tutti i prontuari regionali, in tempi<br />
prestabiliti, una volta ottenuta l’autorizzazione alla<br />
commercializzazione; ad agevolare l’accesso ai farmaci<br />
“orfani”, inclusi nella fascia H, in modo, da un lato, da<br />
garantire maggiore uniformità territoriale, anche con riferimento<br />
ai costi e agli sconti applicati alle aziende<br />
ospedaliere, e, dall’altro, da consentire la diffusione di<br />
tali farmaci presso le farmacie;ad assicurare la presa in<br />
carico del paziente attraverso un coordinamento di diversi<br />
attori, anche europei, con una formazione specifica,<br />
secondo la metodologia del case management la<br />
semplificazione dei percorsi diagnostico-terapeutici.
Impegno per una vita migliore<br />
LA VOCE DELLE ASSOCIAZIONI<br />
FEDERAZIONE TRA LE ASSOCIAZIONI PER L’AIUTO AI<br />
SOGGETTI CON LA SINDROME DI PRADER WILLI<br />
Presentiamo alcuni articoli relativi all’autonomia delle persone affette dalla spw che abbiamo tratto da internet,<br />
tradotto e pubblicato integralmente. La dott.ssa Flavia Caretto ha affrontato l’argomento, per noi nuovo, sull’autonomia<br />
delle persone con P.W. in un significativo incontro di Parent Trainig che ha avuto luogo presso l’I.S.S..<br />
Iniziamo con la sua interessante relazione.<br />
ABILITÀ DI AUTONOMIA PERSONALE<br />
NELLA SINDROME DI PRADER WILLI<br />
Dott.ssa Flavia Caretto – Università di Roma Tor Vergata<br />
Con “autonomie di base” ci si riferisce a quei comportamenti<br />
quotidiani semplici che accompagnano il<br />
soddisfacimento di necessità fisiologiche, quali mangiare<br />
o evacuare, e la cura della persona, come lavarsi e<br />
vestirsi. Sotto l’etichetta “autonomie di base” sono comprese<br />
le abilità di controllo sfinterico e l’uso dei servizi<br />
igienici; la capacità di alimentarsi; tutte le attività di igiene<br />
personale, quali lavarsi il viso, lavarsi i denti, pettinarsi,<br />
ecc...; e le azioni di vestirsi e svestirsi.<br />
Oltre queste attività, piuttosto semplici da compiere<br />
per una persona senza una disabilità, esistono delle<br />
autonomie “di ordine superiore”, più complesse: le cosiddette<br />
“abilità integranti”. Le abilità integranti comprendono<br />
i comportamenti che permettono ad un individuo<br />
di curare il proprio luogo di vita, di muoversi anche fuori<br />
dalla propria abitazione senza un accompagnatore, e di<br />
poter vivere con il minimo aiuto da parte degli altri, e<br />
sono: la gestione della casa; l’uso dei mezzi pubblici,<br />
come autobus e treni; l’uso dei servizi pubblici, come le<br />
poste, il bar, il ristorante, ecc...<br />
Per raggiungere una condizione di indipendenza a livello<br />
sociale, è necessario anche poter gestire il passaggio<br />
del tempo, riconoscere l’uso del denaro e saper<br />
fare acquisti, essere in grado di utilizzare il telefono. Ecco<br />
perché l’uso dell’orologio e del calendario, come quello<br />
del denaro e del telefono, vengono a volte inclusi in programmi<br />
sulle abilità di autonomia “avanzate”, sotto la<br />
denominazione di “abilità cognitive”, per le capacità di<br />
simbolizzazione e di organizzazione complessa che richiedono.<br />
Per una persona senza disabilità, l’autonomia personale<br />
è generalmente una conquista con poche ombre e<br />
molte luci, che asseconda un processo naturale di indipendenza<br />
relazionale dai genitori. Per una persona con<br />
una disabilità invece il raggiungimento dell’autonomia<br />
personale pone problemi complessi, come le considerazioni<br />
sul grado di indipendenza che si prevede possa avere<br />
la persona una volta adulta, e sugli aspetti emotivi che<br />
legano la persona con difficoltà a chi si prende cura di lei.<br />
Nella Sindrome di <strong>Prader</strong> <strong>Willi</strong> il raggiungimento delle<br />
autonomie di base nel bambino può porre difficoltà lievi<br />
o anche nessuna difficoltà, al bambino stesso e ai genitori.<br />
Con l’affacciarsi dell’adolescenza, però, i genitori e<br />
gli altri educatori si trovano nella necessità di limitare in<br />
qualche modo l’indipendenza della persona con SPW,<br />
10<br />
a causa della possibilità che si procuri del cibo. Gli<br />
educatori possono chiedersi quindi perché insegnare<br />
esplicitamente al ragazzo delle abilità di autonomia che<br />
non potranno essere esercitate se non in maniera subordinata<br />
alla presenza degli educatori. La possibilità<br />
che il ragazzo con SPW gestisca autonomamente del<br />
denaro, ad esempio, pone ai genitori una difficoltà tale<br />
che alcuni di loro preferiscono non insegnarne l’uso al<br />
ragazzo, per evitare penose frustrazioni e comportamenti<br />
problematici.<br />
Nella letteratura, il problema è stato affrontato fino ad<br />
oggi proprio attraverso l’ascolto di genitori ed educatori<br />
(tramite interviste) nonché con la narrazione di esperienze<br />
vissute, ovvero di quello che tecnicamente viene<br />
definito il “caso singolo”. Le conclusioni delle quali si dispone<br />
al momento sono schematicamente le seguenti:<br />
lavorando fin da quando il bambino è piccolo, è possibile<br />
pensare di concedere – in misura diversa per persone<br />
diverse – un certo grado di “fiducia” all’adolescente e<br />
all’adulto con SPW, adottando quello che viene definito<br />
come “il trattamento meno restrittivo possibile”.<br />
Oggi sappiamo che avere molti interessi e comportamenti<br />
“abili” nel proprio repertorio aiuta la persona con<br />
SPW ad essere meno centrata sul cibo, ad avere amicizie<br />
e relazioni, e a sviluppare una migliore stima di sé.<br />
Pensiamo quindi che insegnare l’autonomia personale,<br />
al bambino con SPW prima e all’adolescente poi, possa<br />
avere effetti positivi, quando si accompagni ad una chiarezza<br />
sulle regole e ad una limitazione effettiva dei comportamenti<br />
connessi al cibo. Per fare un esempio pratico:<br />
stendere i panni, passare l’aspirapolvere o rifarsi il<br />
letto sono attività che la persona con SPW può effettuare<br />
in autonomia e devono essere insegnate, mentre si<br />
può discutere sull’opportunità di insegnare a caricare la<br />
lavastoviglie o sul come organizzare l’insegnamento<br />
dell’uso del denaro. Per la valutazione e l’intervento sulle<br />
abilità di autonomia andrebbero adottate le modalità<br />
specifiche usualmente utilizzate per le persone con<br />
disabilità simili, individualizzando ogni insegnamento.<br />
Considerare ogni caso come particolare può sembrare<br />
complesso, ma appare una scelta migliore ed eticamente<br />
più adeguata che decidere di non insegnare alcun comportamento<br />
che possa portare ad una maggiore indipendenza.<br />
Ogni insegnamento andrebbe considerato<br />
alla luce di una programmazione più ampia, che includa<br />
la consapevolezza di sé e della propria condizione e<br />
consideri gli aspetti connessi alla qualità della vita e, in<br />
definitiva, alla “felicità” della persona e dei suoi familiari.<br />
Il “mondo” della SPW appare, negli ultimi anni, in rapi-
da e positiva evoluzione: vogliamo credere che il futuro<br />
concederà a quelli che oggi sono bambini con SPW una<br />
migliore indipendenza, e vogliamo sperare che questo<br />
futuro non ci trovi impreparati.<br />
AUTONOMIA E SINDROME<br />
DI PRADER WILLI<br />
Obesità determinata geneticamente nella sindrome di<br />
<strong>Prader</strong>-<strong>Willi</strong>: etica e legalità del trattamento.<br />
Holland, AJ Wong (1999)<br />
Journal Med Ethics. 25, 3, 230-6<br />
Una caratteristica centrale delle persone con sindrome<br />
di <strong>Prader</strong>-<strong>Willi</strong> (SPW) è un insaziabile appetito che<br />
conduce ad un assunzione di cibi eccessiva, quindi ad<br />
una potenziale marcata obesità, con seri problemi di<br />
salute associati e morte prematura. Questo comportamento<br />
può essere dovuto agli effetti di difetti genetici<br />
che risultano dalle anormalità del cromosoma 15 associato<br />
alla sindrome.<br />
Nel presente studio, abbiamo esaminato i dilemmi etici<br />
e legali che possono nascere nella cura dei pazienti con<br />
SPW. Esiste una tensione tra la prospettiva genetica<br />
determinante e quella della scelta individuale.<br />
Nel presente studio, concludiamo che la determinazione<br />
della capacità di una persona con SPW di prendere<br />
decisioni a proposito del suo comportamento alimentare<br />
e di controllare quel comportamento è di particolare<br />
importanza per risolvere questo dilemma. Se si<br />
trova che la persona manca di questa capacità, il principio<br />
da seguire è quello di agire nel migliore interesse<br />
per la persona, usando “l’alternativa meno restrittiva<br />
possibile”. Permettere che avvenga un notevole aumento<br />
di peso senza una considerazione attenta di questi<br />
argomenti è un modo di non assumere le proprie responsabilità.<br />
AUTONOMIA E DISABILITÀ<br />
INTELLETTIVA: IL CASO DELLA<br />
PREVENZIONE DELL’OBESITÀ NELLA<br />
SINDROME DI PRADER-WILLI.<br />
Hooren R H van; Widdershoven G A M; Borne H W van<br />
den; Curfs L M G - Journal of intellectual disability<br />
research: JIDR 2002; 46 (Pt 7): 560-8.<br />
Contesto: La politica concernente la cura delle persone<br />
con disabilità intellettive è evoluta dalla segregazione<br />
all’integrazione e all’autonomia, passando per la<br />
“normalizzazione”. Oggi, le persone con disabilità intellettive<br />
sono considerate come cittadini che hanno bisogno<br />
di essere aiutati per avere un ruolo normale nella<br />
società. Lo scopo della cura è di ottimizzare la qualità di<br />
vita e promuovere l’autodeterminazione. La promozione<br />
dell’autonomia per le persone con disabilità intellettive<br />
non è facile e pone dilemmi etici. Gli educatori vengono<br />
messi alla prova con regolarità da situazioni in cui<br />
c’è conflitto tra dare una buona assistenza e rispettare<br />
l’autonomia del paziente. Questo conflitto diventa evidente<br />
nel caso della prevenzione dell’obesità nelle persone<br />
con sindrome di <strong>Prader</strong> - <strong>Willi</strong> (SPW).<br />
Metodo: Sono state condotte interviste approfondite<br />
11<br />
Anno XII - N. 1 gennaio, febbraio, marzo <strong>2009</strong><br />
con genitori e educatori professionali di persone con<br />
SPW, come parte di uno studio riguardante gli aspetti<br />
etici della prevenzione dell’obesità.<br />
Risultati: Nell’analisi delle interviste con i genitori e gli<br />
educatori professionali, gli autori hanno trovato che la<br />
contrapposizione tra rispettare l’autonomia e assicurare<br />
la libertà da una parte, e il paternalismo dall’altra, è<br />
ancora troppo indefinita per spiegare il modo in cui avviene<br />
il processo di cura. Le storie prese in considerazione<br />
hanno indicato che gli educatori considerano opzioni<br />
differenti ed agiscono in modi alternativi, piuttosto<br />
che intervenire senza tenere in conto dei desideri degli<br />
individui con SPW. Gli autori hanno elaborato queste<br />
opzioni, considerando come punto di avvio i modelli di<br />
rapporto tra medico e paziente. Hanno poi esteso la<br />
logica di questi modelli, focalizzandosi sul carattere del<br />
processo di interazione tra educatore e chi riceve le cure,<br />
e sugli aspetti emozionali dell’interazione.<br />
Conclusioni: Questo approccio consente di dare maggiore<br />
attenzione ai processi di interpretazione, di decisione<br />
e apprendimento implicati nel prendersi cura delle<br />
persone con Sindrome di <strong>Prader</strong> <strong>Willi</strong>.<br />
VALORI NELLA CURA DELLE PERSONE<br />
GIOVANI CON SINDROME DI PRADER-<br />
WILLI: CREARE UNA VITA PIENA DI<br />
SIGNIFICATO INSIEME.<br />
van Hooren, R. H.; Widdershoven, G. A. M.; van der<br />
Bruggen, H.; van den Borne, H. W.; Curfs, L. M. G.<br />
Child: Care, Health and Development, Volume 31,<br />
Number 3, May 2005 , pp. 309-319(11)<br />
Contesto: Gli educatori si sentono a volte frustrati sull’efficacia<br />
dell’autodeterminazione nella cura di individui<br />
con disabilità intellettive, poiché si confrontano con situazioni<br />
in cui c’è un conflitto tra fornire una cura di alta<br />
qualità e rispettare l’autonomia del paziente. Questi conflitti<br />
sono prevalenti nella cura dei pazienti con sindrome<br />
di <strong>Prader</strong> - <strong>Willi</strong> (SPW). Questa condizione è caratterizzata<br />
da un’assunzione di cibi incontrollata che frequentemente<br />
conduce a obesità severa. La questione<br />
centrale nel presente studio è il modo in cui le persone<br />
coinvolte, genitori e educatori professionali, hanno a che<br />
fare con i problemi della prevenzione dell’obesità negli<br />
individui giovani con SPW nella vita quotidiana.<br />
Metodo: Sono state condotte delle interviste approfondite<br />
con ventitre genitori e quattordici educatori professionali<br />
di 18 persone con SPW. I dati delle interviste<br />
sono stati analizzati utilizzando i metodi comparativi<br />
descritti in letteratura.<br />
Risultati: Sulla base dell’analisi delle interviste, emergono<br />
quattro valori che i genitori e gli educatori professionali<br />
indicano come rilevanti e di guida nelle loro azioni<br />
verso i bambini e gli adulti con SPW: salute fisica,<br />
stare bene, libertà e responsabilità, e una vita degna di<br />
essere vissuta. Inoltre, gli educatori citano diverse condizioni<br />
che permettono e limitano questi valori, e individuano<br />
i diversi interventi che usano per realizzare questi<br />
valori.<br />
Conclusioni: Di grande importanza è la domanda di<br />
come si possa creare una vita accettabile e piena di<br />
significato per tutte le persone coinvolte. Una certa dose
di indipendenza e responsabilità vengono favorite dalla<br />
creazione di una relazione in cui l’accettazione e la fiducia<br />
sono centrali. Creando fiducia, è possibile realizzare<br />
delle regole meno rigide e dare spazio a minime scelte.<br />
TRA CONTROLLO E LIBERTÀ NELLA<br />
CURA DI PERSONE CON SINDROME<br />
PRADER-WILLI: UN’ANALISI DEGLI<br />
INTERVENTI PREFERITI DAGLI<br />
EDUCATORI.<br />
van Hooren Rob H; Widdershoven Guy AM; Candel Math<br />
J J M;van den Borne Bart W; Curfs Leopold M G - Patient<br />
education and counseling 2006; 63 (1-2): 223-31.<br />
Obiettivo: Il presente studio esamina le preferenze degli<br />
educatori per le strategie di intervento quando si confrontano<br />
con il dilemma tra il rispettare l’autonomia delle<br />
persone con disabilità mentali e l’esigenza di fornire trattamenti<br />
di alta qualità.<br />
Metodi: A ventiquattro genitori e a quattordici educatori<br />
Impegno per una vita migliore<br />
Screening neonatali: ieri, oggi e domani<br />
Qualche riflessione - Dr. Marco Spada<br />
da pagina 4<br />
acidosi organiche e dei difetti di beta-ossidazione degli<br />
acidi grassi.<br />
Questo scenario che associa nuove possibilità<br />
terapeutiche e nuove tecniche diagnostiche ha sicuramente<br />
contribuito ad ampliare il pannello delle patologie<br />
congenite da includere nei programmi di screening<br />
neonatale di massa e la comunità medico-scientifica e<br />
le autorità preposte alle politiche di prevenzione sanitaria<br />
sono oggi confrontate con nuove esigenze di salute<br />
pubblica e hanno il compito di pianificare le strategie di<br />
implementazione degli screening neonatali nelle singole<br />
realtà regionali o nazionali.<br />
Ai fini di una decisione ponderata è importante definire<br />
alcune caratteristiche delle malattie potenzialmente<br />
diagnosticabili in epoca neonatale con lo screening di<br />
massa, che possono essere suddivise in due grandi<br />
categorie sulla base della disponibilità o meno di una<br />
terapia efficace.<br />
Nella prima categoria rientrano le malattie genetiche<br />
per le quali è noto un trattamento in grado di prevenire<br />
le complicanze cerebrali e d’organo o comunque di<br />
modificare in maniera significativa la prognosi clinica dei<br />
pazienti. Per queste patologie l’inclusione in un programma<br />
regionale di screening neonatale appare non solo<br />
giustificata, ma anche fondamentale per evidenti finalità<br />
mediche. Sulla base dell’esperienza maturata in questi<br />
anni questa categoria di malattie curabili può essere ulteriormente<br />
suddivisa in due grandi gruppi nosologici a<br />
seconda dell’età di esordio dei sintomi clinici.<br />
Il primo gruppo è definito da malattie asintomatiche<br />
nel periodo neonatale, ma che causano nel corso dei<br />
primissimi mesi di vita severe complicazioni neurologi-<br />
12<br />
professionali di pazienti con sindrome di <strong>Prader</strong>-<strong>Willi</strong> è<br />
stato chiesto di dare un voto a quattro diverse strategie<br />
di trattamento a seconda del loro modo preferito di trattare<br />
8 casi di persone con Sindrome di <strong>Prader</strong> - <strong>Willi</strong>.<br />
Risultati: In generale, gli educatori preferiscono intervenire<br />
in modo più attivo sui problemi riguardanti il cibo,<br />
rispetto ai problemi di comportamento, più energicamente<br />
nelle situazioni acute che in quelle croniche, e più<br />
intensamente a casa che nel contesto della comunità.<br />
Sono state trovate differenze significative tra genitori e<br />
professionisti.<br />
Conclusioni: <strong>Gen</strong>itori e professionisti preferiscono intervenire,<br />
piuttosto che non intervenire. I genitori preferiscono<br />
l’intervento attivo più dei professionisti.<br />
Implicazioni pratiche: La consapevolezza delle diverse<br />
strategie di intervento può aiutare gli educatori a sviluppare<br />
una pratica che risponda al bisogno di intervento<br />
e offra la possibilità di usare una varietà di strategie<br />
differenti. La comunicazione sulle strategie di intervento<br />
può promuovere la comprensione tra educatori professionali<br />
e genitori e migliorare la reciproca collaborazione.<br />
che o cardiache. La loro diagnosi clinica è in genere<br />
molto difficile e viene posta tardivamente, quando le lesioni<br />
possono già essere irreversibili. In questo gruppo<br />
afferiscono le malattie “prototipo” dello screening<br />
neonatale come la fenilchetonuria e l’ipotiroidismo congenito,<br />
ma anche il difetto di biotinidasi, la malattia<br />
lisosomiale di Pompe, le mucopolisaccaridosi, le altre<br />
malattie lisosomi ali, il difetto di beta-ossidazione degli<br />
acidi grassi a catena media, denominato MCAD.<br />
Nel secondo gruppo rientrano le malattie metaboliche<br />
e le endocrinopatie congenite caratterizzate dalla presenza<br />
di sintomi acuti in epoca neonatale e comunque<br />
entro le prime due settimane di vita. L’esperienza non<br />
solo regionale ma anche nazionale ed internazionale<br />
ha evidenziato che la disponibilità dello screening<br />
neonatale per queste patologie ha nella maggior parte<br />
dei casi facilitato enormemente la diagnosi clinica da<br />
parte dei neonatologi e dei pediatri confrontati con situazioni<br />
cliniche rare e di non facile inquadramento. In questo<br />
gruppo citiamo la sindrome adreno-genitale, la<br />
galattosemia, la leucinosi e alcune acidemie organiche.<br />
La seconda grande categoria di malattie potenzialmente<br />
diagnosticabili in epoca neonatale con lo<br />
screening è, viceversa, caratterizzata da patologie sempre<br />
geneticamente determinate ma attualmente prive di<br />
una terapia efficace. La loro inclusione nei programmi di<br />
screening pare rispondere più a finalità eugenetiche e<br />
di identificazione di un rischio riproduttivo, che a scopi di<br />
prevenzione secondaria e ogni decisione in tal senso<br />
deve essere oggetto di attenta valutazione per le complesse<br />
problematiche etiche e mediche che ne derivano.
Il concetto di “malattia rara”, oltre a portare in sé significati<br />
molteplici, riguardanti le difficoltà di diagnosi, di prevenzione<br />
e di terapia mirata, è anche foriero di difficoltà<br />
notevoli nel vissuto quotidiano, per chi vive in prima persona<br />
la convivenza con il parente colpito da diagnosi di<br />
malattia rara. Infatti, nella maggior parte delle situazioni<br />
a nostra conoscenza, la famiglia, i parenti più stretti, vengono<br />
investiti in tutto e per tutto nell’assistenza continua,<br />
a volte senza tregua, del proprio congiunto.<br />
Nella maggior parte dei casi una malattia rara è altamente<br />
invalidante;si compromettono abilità motorie, affettive,<br />
cognitive, si compromette la percezione di sé,<br />
del proprio corpo, dei propri bisogni, delle proprie emozioni,<br />
a seconda della patologia che si manifesta. Ma<br />
l’invalidità, la disabilità non colpiscono esclusivamente il<br />
diretto interessato. Tutto l’entourage familiare ne viene<br />
contaminato, determinando troppe volte senso di inadeguatezza,<br />
sensi di colpa, rabbie inespresse, depressione,<br />
isolamento del nucleo familiare esteso.<br />
Se si tratta di pazienti in età infantile e puberale, la prima<br />
cosa che si intacca è la capacità di creare futuro, di<br />
vedere il proprio figlio, fratello, nipote capace di rispondere<br />
ai sogni e alle fantasie cullate fin dal momento della<br />
sua nascita. Il sogno del “cosa farà da grande” si sostituisce<br />
ad una lotta contro il tempo, alla ricerca di risposte, di<br />
aiuto, di un nuovo senso da dare all’esistenza. Cominciano<br />
così i viaggi, le visite specialistiche, la somministrazione<br />
di farmaci più o meno efficaci. Si cercano ausili, si scende<br />
a patti con il proprio orgoglio, si chiedono aiuti economici<br />
per sostenere una vita dignitosa.<br />
Ma lo sforzo che una famiglia con un parente affetto<br />
da malattia rara sostiene maggiormente, come per tutte<br />
le situazioni di disabilità grave, è quello di riassestare i<br />
propri equilibri interni. Molte persone sono costrette a<br />
lasciare le loro occupazioni lavorative, i ruoli genitoriali<br />
vengono messi duramente alla prova: non si tratta più di<br />
confrontarsi esclusivamente sull’educazione del proprio<br />
figlio. Con la nuova situazione la famiglia si trova anche<br />
a lottare, inconsapevolmente, per fare educazione al di<br />
fuori di se; nei servizi sanitari, con il personale medico<br />
che spesso offre pur in buona fede, risposte elusive,<br />
frammentate, contraddittorie.<br />
Ecco che in maniera preponderante e prepotente, si<br />
13<br />
Anno XII - N. 1 gennaio, febbraio, marzo <strong>2009</strong><br />
VIA CAFASSE, 28<br />
10074 - LANZO T.SE - TO<br />
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COMPETENZE E RISORSE NELLA FAMIGLIA<br />
DELLA PERSONA CON MALATTIA RARA<br />
INTERVENTO DI P.PAOLO FRASCINELLI - DIRETTORE ESECUTIVO ASS. ITALIANA NIEMANN PICK<br />
AL 12° CONVEGNO DELLE MALATTIE RARE TORINO, 22,23,24 GENNAIO <strong>2009</strong><br />
affaccia un nuovo elemento che la fa da padrone: il tempo.<br />
Già il tempo; da elemento cronologico che scandisce<br />
gli atti normali della nostra vita, con il quale possiamo<br />
permetterci anche di giocare, di perderlo, di usarlo per<br />
rigenerare le nostre forze in ambiti ricreativi o di interesse,<br />
per le famiglie di pazienti “rari” acquisisce il blasone di<br />
“Re tiranno” al quale quotidianamente fare rapporto.<br />
La vita sociale, di coppia, le relazioni amicali , così<br />
come le ore di sonno e quelle dedicate ai propri interessi<br />
personali, vengono fortemente compromesse. Tutto<br />
gravita intorno alla mancanza di tempo e alla ricerca di<br />
risposte che rasserenano e confortano.<br />
LA FAMIGLIA:<br />
RISORSA ATTIVA NELLA RICERCA<br />
COMUNICAZIONE<br />
Se sinteticamente ho descritto quello che è il percorso<br />
di una famiglia di paziente “raro”, nel tentare di dare un<br />
nuovo assetto affettivo e di cura al proprio interno, è vero<br />
anche che la stessa famiglia si trova ad affrontare un<br />
nuovo mondo anche nella realtà esterna, a partire dalla<br />
diagnosi in poi. Di fatto tale sforzo viene richiesto già dal<br />
manifestarsi dei primi sintomi poiché inizia un cammino<br />
fatto di incomprensioni tra professionisti e tecnici, abbastanza<br />
tortuoso.<br />
Le malattie rare, proprio perché tali, hanno nomi difficili<br />
da comprendere e da ricordare. La descrizione della<br />
patologia mette a dura prova le capacità e le conoscenze<br />
dei familiari. Lasciando da parte il grado di istruzione<br />
e la posizione culturale, possiamo dire che termini come<br />
“accumulo lisosomiale”, o “trasmissione autosomica recessiva”<br />
si affacciano nella quotidianità familiare come<br />
invasori stranieri, che, pur dando un nome ed un cognome<br />
ai sintomi, non fanno altro che amplificare sensazioni<br />
di inadeguatezza e di scoramento.<br />
Di fatto, accanto a questa terminologia necessaria agli<br />
esperti, compaiono le prime tangibili difficoltà; il proprio<br />
parente non cammina, non deglutisce, respira a fatica e<br />
c’è la necessità di contenere, di capire, di non spaventarsi,<br />
di sapere cosa fare. La famiglia sperimenta strategie,<br />
prova con le sue competenze ed intuizioni: tenta<br />
nuove strade per imboccare, aspirare. Lo stesso lin-
guaggio amorevole deve ora descrivere le pratiche<br />
invasive, le iniezioni, il cambio del pannolino, l’introduzione<br />
della PEG. La comunicazione si fa urgente, ci si<br />
preoccupa di avere le scorte dei farmaci, che vi sia ossigeno.<br />
E poi, lo stesso linguaggio amorevole deve spiegare<br />
con parole impronunciabili la richiesta dei “perché”;<br />
“Perché non cammino più ?”, “Perché le mie mani non<br />
le comando?” “Perché ho un buco in pancia per mangiare?”<br />
“Perché ho l’ossigeno per respirare?”<br />
Il linguaggio familiare diventa un dialogo fatto di segnali,<br />
nel quale è la patologia che comanda. La famiglia<br />
è in ascolto, osserva gli impercettibili segni, i cambiamenti<br />
più sottili ed interpreta, corre incontro al bisogno,<br />
previene, cura. La comunicazione si fa immediata, non<br />
c’è bisogno di molte parole. L’attenzione al corpo, agli<br />
sguardi, alle smorfie di dolore, ai sorrisi, l’attenzione alle<br />
emozioni che riverberano le preoccupazioni di non aver<br />
fatto bene o meglio, sono gli ingredienti di un nuovo<br />
linguaggio di cura che si instaura in famiglia.<br />
SI IMPARA DALL’ESPERIENZA<br />
Qualcosa cambia, per sempre. Il figlio sognato diventa<br />
il figlio accudito, colui che chiede bisogni primari, che<br />
non chiede la moto, l’automobile, di uscire la sera. Ma<br />
tutto ciò può diventare un tranello, poiché dall’insorgenza<br />
dei sintomi in poi, sembra davvero che la risposta ai<br />
bisogni primari sia l’unica via per assicurare dignità. Molto<br />
spesso quindi la rete amicale semplicemente scompare,<br />
interessi di gioco e culturali vengono ora sostituiti<br />
con altre competenze. Si hanno nuovi amici, amici “forzati”;<br />
medici, riabilitatori, specialisti che grazie al cielo,<br />
si rivelano spesso profondamente ed empaticamente<br />
vicini, tanto da superare le loro barriere professionali.<br />
Taluni si lasciano prendere dalla novità, dalla moda:<br />
sembra infatti oramai di moda parlare di malattie rare.<br />
Accade che alcuni specialisti si sentano dei grandi esperti<br />
ma, di fatto, non fanno altro che alimentare confusione<br />
che destabilizza le famiglie.<br />
Taluni si accostano con umiltà e osservano.<br />
Osservano i genitori; genitori che hanno imparato, che<br />
prima hanno subìto ma che lentamente poi hanno fatto<br />
tesoro degli insegnamenti e dei consigli o che semplicemente<br />
hanno mostrato a se stessi e al mondo, competenze<br />
inaspettate.<br />
Oltre al linguaggio nuovo si affacciano capacità degne<br />
di professionisti esperti: la necessità si fa virtù ma<br />
una virtù assolutamente competente, che unisce amore<br />
alla cura.<br />
Si impara a non far troppo male quando è necessario<br />
praticare l’aspirazione, si prevengono piaghe, si sta accanto<br />
a conversare, consapevoli che l’umanità, l’emozione<br />
non soccombono mai alla patologia. Si è pronti<br />
alla battaglia con una nuova consapevolezza.<br />
Occorrono molta umiltà ed empatia per comprendere<br />
che queste famiglie hanno un coraggio ed una speranza<br />
che esse rinnovano quotidianamente. Occorre mettersi<br />
in ascolto, andare oltre le parole, poiché dietro alla<br />
durezza, alle richieste pressanti di risposte, all’incomprensione<br />
momentanea di ciò che viene detto loro, vi è<br />
un atteggiamento di “ricerca” costante e di vigilanza che<br />
li rende spesso competenti, nella gestione del quotidiano,<br />
come il più bravo dei ricercatori.<br />
Ma ci sono anche famiglie che non ce la fanno, che<br />
Impegno per una vita migliore<br />
14<br />
resistono nel silenzio della loro sofferenza.<br />
Famiglie che non hanno la forza di alzare la testa, di<br />
riconoscere e di difendere il loro sapere fatto di gesti<br />
quotidiani e di conoscenza profonda di ciò che occorre<br />
loro e al loro parente. Famiglie che necessitano di un<br />
aiuto prima di tutto basato sull’ascolto e sull’appoggio<br />
umano, per sostenersi, per non disgregarsi, per dar voce<br />
a quei diritti mai del tutto conquistati.<br />
RICERCA DI CHE COSA?<br />
Allora il parente, il genitore diventa ricercatore, si attiva,<br />
fa breccia nella propria sofferenza e attinge al sapere.<br />
Un saper fare, chiedere, insistere. Diventa depositario<br />
di una conoscenza quotidiana che può e deve essere<br />
un valido sostegno ai protocolli, alle procedure standardizzate.<br />
Un sapere che è anche confronto con altri saperi,<br />
con altre specializzazioni. Questo linguaggio del corpo,<br />
questo amore familiare, questa dedizione a tempo pieno<br />
vanno visti, a nostro avviso, come propulsori alla ricerca;<br />
non già di una guarigione miracolosa ma di risposte<br />
umanizzanti e non giudicanti.<br />
Dal diritto all’istruzione al diritto al lavoro, dal diritto al<br />
riposo al diritto di una sacrosanta giornata al mese per<br />
tirare il fiato; tutto è campo di ricerca. Le norme alle quali<br />
attenersi non sono mai definite per tutti.<br />
Molto spesso pensiamo che se offriamo a tutti lo stesso<br />
metro di giudizio o gli stessi strumenti avremmo fatto<br />
il nostro dovere, li avremmo accolti e resi “uguali” agli<br />
altri. Di fatto non sarà così. Una cosa è l’integrazione,<br />
che rispetta i bisogni e le difficoltà delle persone e che<br />
accoglie le differenze senza negarle, una cosa è<br />
l’omologazione, ovvero la standardizzazione delle offerte<br />
e delle richieste che disumanizza le relazioni e che<br />
inaridisce i rapporti di buon senso. Quando ognuno fa<br />
meccanicamente il proprio dovere, non si pone più domande<br />
perché non gli compete. Ciò che esce dalla “norma”<br />
viene vissuto come un contrattempo fastidioso,<br />
come un di più non previsto, come un’anomalia seccante.<br />
Le famiglie di persone disabili vengono spesso<br />
vissute come aggressive, pretenziose, ma di fatto esse<br />
vivono in un mondo fragile, di diritti continuamente messi<br />
in discussione, vivono sottomesse ai giudizi e le diagnosi<br />
dei medici, dei vicini, degli insegnanti, dei parenti.<br />
Siamo certi che non vi sia ora, giorno mese e anno in<br />
cui le famiglie di malati rari non sognino per i loro cari<br />
una vita diversa, che permetta loro un futuro senza l’ingombro<br />
della disabilità, che permetta loro di essere riconosciuti<br />
per la loro peculiare personalità e non per il<br />
loro deficit. Ogni famiglia di persone disabili non vive gli<br />
ausili o gli aiuti economici come “privilegi”piuttosto come<br />
condanne che stigmatizzano la diversità. Eppure ne fanno<br />
ricerca.<br />
Se da una parte la ricerca scientifica è sinonimo di<br />
progresso e miglioramento della salute, dall’altra esiste<br />
una ricerca di vita sostenibile, di legami parentali e<br />
amicali, di risorse e strategie quotidiane per vedere soprattutto<br />
l’umano e non il deficit, per continuare ad inseguire<br />
il senso dello stare al mondo.<br />
Questa ricerca ci coinvolge tutti, professionisti, parenti,<br />
amici, soci. La meta, l’obiettivo agognato è la costituzione<br />
di un’alleanza tra le competenze in una scala non<br />
gerarchica ma circolare, dove ognuno investe le proprie<br />
risorse e ne cerca altre. Questo è un compito arduo
ma necessario per sbrogliare la matassa ideologica nella<br />
quale molte famiglie e molti pazienti continuano a trovarsi<br />
aggrovigliati.<br />
A volte, erroneamente si crede che l’unica ragione che<br />
muove le famiglie è la speranza di guarigione, il miracolo,<br />
ma come per tutte le cose del mondo, questa ragione<br />
è composta da elementi più profondi e complessi. Per<br />
questi elementi noi oggi ci rivolgiamo a tutte le Associazioni<br />
presenti .<br />
A nome delle famiglie che rappresentiamo, vi proponiamo<br />
di incitare i professionisti della cura a percorrere<br />
strade di ricerca in un approccio scientifico ma al tempo<br />
stesso fondato sull’umiltà, sull’ascolto profondo, sulla<br />
verità e sulla trasparenza. Vi incitiamo, al di là delle differenze<br />
che ci distinguono, ad essere un’unica voce in<br />
merito al tema delle malattie rare, a passare informazioni,<br />
notizie, a far circolare un concetto di ricerca che si<br />
fonda sull’appoggio reciproco.<br />
Accade che le risposte immediate non ci siano, quello<br />
che serve è invece osservare, fare domande, provare<br />
emozioni autentiche, poter dire “non capisco ma sono<br />
vicino”.<br />
Riteniamo che “occorra esserci”, riteniamo che gli specialisti,<br />
i professionisti della cura e della terapia, debbano<br />
anche osservare i loro assistiti in situazione, a casa,<br />
nel luogo di cura primaria dove tutto accade. Che prendano<br />
visione di come ogni famiglia ed ogni paziente attui<br />
strategie, affini capacità, affronti le difficoltà con risorse<br />
sempre nuove e spesso creative.<br />
Riteniamo che il supporto psicologico sia, tra gli interventi,<br />
il più necessario. Un supporto in situazione, dove<br />
il tecnico colga e sorregga la fatica dei familiari. Un supporto<br />
che è fatto di accoglienza del limite e di restituzione<br />
empatica ed umana. Un supporto che offra attenzione,<br />
che consideri più la storia e l’identità individuale che<br />
non la patologia o il deficit, che accompagni la famiglia<br />
del malato raro in un confronto con la sofferenza, con la<br />
speranza, a volte con la morte.<br />
CONCLUSIONI<br />
Se si ritiene giusto che la vita sia una competizione<br />
continua, nella quale gli altri sono controparti molto spesso<br />
avversarie, che devono essere superate e vinte in<br />
una gara per l’esclusione dei meno forti, allora i malati<br />
rari e le loro associazioni saranno sempre perdenti, in<br />
15<br />
Anno XII - N. 1 gennaio, febbraio, marzo <strong>2009</strong><br />
fondo alle graduatorie, da escludere in partenza, magari<br />
col falso alibi della loro protezione e difesa, dai momenti<br />
più impegnativi e migliori.<br />
E invece l’unica competizione valida è quella che ciascuno<br />
fa con se stesso, con quello che è stato e che ha<br />
fatto fino a quel momento mentre tenta di migliorarsi<br />
ancora.<br />
La selettività esasperata, l’efficientismo che subordina<br />
le persone al risultato, sono errori già riconosciuti,<br />
già studiati anche negli ambienti più inclini alla crescente<br />
produttività.<br />
Se nel valutare si va in cerca di un valore assoluto,<br />
astratto, prefissato, relativo a risultati da imporre a tutti,<br />
e non si cerca il valore relativo alla persona che ha imparato,<br />
o ha prodotto, o ha fatto nel tempo libero la ricreazione<br />
per sé delle forze e dell’equilibrio, allora i malati<br />
rari e le loro famiglie ottengono troppo spesso valutazioni<br />
negative. Valutare significa soltanto trovare il valore<br />
relativo alla persona o della strategia da lei posta in<br />
atto.Può così accadere che si valuti molto positivamente<br />
un percorso fatto da chi poteva farne uno migliore, e<br />
si valuti negativamente un’esperienza limitata, fatta da<br />
chi vi ha messo tutte le sue forze e la sua passione, al<br />
limite delle sue capacità.<br />
Se un operatore crede che la sua professionalità sia<br />
buona e indiscutibile, tenderà ad attribuire solo ad altre<br />
cause i suoi insuccessi: un contesto sfavorevole, dei<br />
problemi che non avrebbero dovuto esserci (per es. quelli<br />
indotti dalla presenza di un disabile), la mancanza della<br />
collaborazione ritenuta necessaria, l’inopportunità delle<br />
consegne ricevute, ecc.<br />
Quando invece la prima causa può essere la mancata<br />
preparazione professionale, l’insufficiente aggiornamento,<br />
la ristrettezza nel concepire il proprio lavoro, la<br />
non accettazione della fatica di mettersi in discussione,<br />
per creare le premesse della propria crescita ulteriore.<br />
Stiamo attenti dunque ad un accorto uso delle parole,<br />
per portare sempre la massima chiarezza possibile in<br />
noi e in quelli che dialogano con noi, ma soprattutto per<br />
evitare che concetti distorti non rimossi, dei quali non<br />
abbiamo piena consapevolezza, siano l’origine di comportamenti<br />
involontari meno efficaci, incompleti o addirittura<br />
sbagliati, incapaci, in parte o del tutto, di produrre<br />
risultati pieni e convincenti.<br />
www.malattie-rare.org<br />
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Impegno per una vita migliore<br />
SCARTABELLANDO<br />
Riteniamo utile, alfine di rendere tutti sempre più informati e consapevoli dei diritti delle persone handicappate,<br />
pubblicare nella rubrica “scartabellando” alcuni argomenti essenziali riguardanti le norme vigenti in materia di<br />
handicap. Iniziamo però con un argomento di attualità come il Bonus.<br />
BONUS STRAORDINARIO<br />
Il Governo Italiano con il Decreto Legge 185/2008 ha<br />
previsto l’erogazione di una serie di bonus, di varie entità,<br />
da concedere in base ai criteri scelti dal Consiglio<br />
dei ministri.<br />
Fra i vari beneficiari del bonus ci sono i nuclei familiari<br />
in cui siano presenti figli riconosciuti handicappati in situazione<br />
di gravità (ai sensi dell’articolo 3 comma 3 della<br />
legge 5/2/1992 n. 104) e siano a carico del richiedente<br />
il cui reddito complessivo familiare non sia superiore<br />
ad euro 35.000,00.<br />
La richiesta va compilata dal richiedente su un apposito<br />
modulo che viene distribuito presso le Agenzie delle<br />
Entrate oppure può essere scaricato dal sito internet<br />
della stessa agenzia.<br />
Il Bonus può essere richiesto per il periodo di imposta<br />
relativo all’anno 2007 o per il 2008 secondo in quale<br />
anno il reddito familiare non è stato superiore ai<br />
35.000,00 euro.<br />
Una volta compilato il modulo deve essere consegnato<br />
al datore di lavoro, se sostituto d’imposta, o all’ente<br />
erogatore, se trattasi di pensionato, o all’Agenzia delle<br />
Entrate.<br />
I moduli forniti dall’Agenzia delle Entrate sono due:<br />
- Il primo modello è quello da usare se si presenta la<br />
domanda al sostituto d’imposta, cioè il datore di lavoro,<br />
o l’ente pensionistico; se si sceglie come anno di riferimento<br />
il 2007 il termine ultimo di presentazione è il 31<br />
gennaio <strong>2009</strong>, se invece si sceglie il 2008 il termine è il<br />
28 febbraio <strong>2009</strong>.<br />
- Il secondo modulo è quello da usare se si presenta<br />
la domanda direttamente all’Agenzia delle Entrate; in<br />
questo caso se si sceglie come anno di riferimento il<br />
2007 il termine ultimo di presentazione è il 31 marzo<br />
<strong>2009</strong>, se invece si sceglie il 2008 il termine è il 30 giugno<br />
<strong>2009</strong>.<br />
Precisiamo che se la richiesta viene fatta per l’anno<br />
2008 e il richiedente è esonerato dalla presentazione<br />
della dichiarazione dei redditi deve utilizzare lo stesso<br />
uno dei moduli rilasciati dall’Agenzia delle Entrate per<br />
ottenere il beneficio.<br />
Comunque, anche in considerazione della poca chiarezza<br />
delle istruzioni fornite dall’Agenzia delle Entrate,<br />
si può (è consigliabile) appoggiarsi ad un CAAF (Centro<br />
autorizzato di assistenza fiscale)<br />
Il Bonus sarà erogato direttamente dal sostituto d’imposta<br />
o dall’ente pensionistico, nei mesi di febbraio –<br />
marzo <strong>2009</strong> se riferito al 2007, nei mesi di aprile-maggio<br />
<strong>2009</strong> se riferito al 2008.<br />
Coloro che dovessero richiedere e ricevere somme<br />
non spettanti sono tenuti a restituire le somme indebitamente<br />
percepite entro la prima dichiarazione dei redditi.<br />
16<br />
BONUS AI NUCLEI FAMILIARI CON PERSONE<br />
HANDICAPPATE: COSA È CAMBIATO CON LA<br />
CONVERSIONE IN LEGGE DEL D.L. 185/08<br />
L’Agenzia delle Entrate ha emanato una nuova Circolare,<br />
la n. 2/E <strong>2009</strong>, con la quale ritorna a precisare gli<br />
effetti del decreto legge n. 185 del 2008, anche a seguito<br />
delle modifiche apportate dalla conversione in legge<br />
28/<strong>01</strong>/<strong>2009</strong> n. 2, per l’elargizione di un Bonus straordinario<br />
per alcune categorie di cittadini.<br />
Riportiamo di seguito alcuni stralci della circolare riguardanti<br />
il bonus da erogare alle famiglie nel cui nucleo<br />
familiare è presente una persona con handicap<br />
(non è più richiesta la situazione di gravità) riconosciuta<br />
tale ai sensi della legge 104/92 articolo 3.<br />
“Per beneficiare del bonus è necessario che il richiedente<br />
sia residente in Italia. Per gli altri componenti del<br />
nucleo familiare del richiedente (coniuge non separato,<br />
figli a carico, altri familiari a carico), invece, non è richiesta<br />
la residenza nel territorio dello Stato, così come previsto<br />
peraltro ai fini della condizione di familiare “a carico”<br />
ai sensi dell’articolo 12 del Tuir.<br />
Fanno parte del nucleo familiare:<br />
• il richiedente;<br />
• il coniuge non legalmente ed effettivamente separato,<br />
anche se fiscalmente non a carico;<br />
• i figli, compresi i figli naturali riconosciuti, i figli adottivi<br />
e gli affidati o affiliati;<br />
• ogni altra persona indicata nell’art. 433 del c.c. che<br />
conviva con il contribuente o percepisca assegni alimentari<br />
non risultanti da provvedimenti dell’autorità<br />
giudiziaria.<br />
Il coniuge non legalmente ed effettivamente separato<br />
del richiedente fa sempre parte quindi del nucleo familiare.<br />
I coniugi separati o divorziati o non coniugati possono<br />
costituire ciascuno un autonomo nucleo insieme<br />
ai figli.<br />
A differenza del coniuge non separato, i figli e gli altri<br />
familiari di cui all’articolo 433 del c.c. rilevano ai fini della<br />
composizione del nucleo solo se fiscalmente a carico.<br />
Ne deriva, ad esempio, che in presenza di una famiglia<br />
composta dai genitori e un figlio convivente con i<br />
genitori ma non a carico, il nucleo familiare sarà composto<br />
dai soli genitori.<br />
Si ricorda che per essere considerato a carico il familiare<br />
deve possedere un reddito complessivo non superiore<br />
a 2.840,51 euro, al lordo degli oneri deducibili.<br />
Dalla lettera della norma si evince che il richiedente<br />
deve essere titolare di un reddito derivante da lavoro<br />
dipendente, di pensione o determinati redditi assimilati<br />
a quelli di lavoro dipendente.<br />
Il possesso di redditi fondiari è compatibile con la
fruizione del bonus a condizione che gli stessi si accompagnino<br />
ad una o più delle altre tipologie di reddito<br />
indicate dalla norma.<br />
Ciò premesso, il bonus, per il quale non è prescritto il<br />
ragguaglio ai mesi in cui sussiste la condizione di persona<br />
a carico di cui all’articolo 12 del Tuir, compete nelle<br />
misure di seguito indicate:<br />
a) duecento euro per i soggetti titolari di reddito di<br />
pensione ed unici componenti del nucleo familiare, qualora<br />
il reddito complessivo non sia superiore a<br />
quindicimila euro;<br />
b) trecento euro per il nucleo familiare di due componenti<br />
con un reddito complessivo familiare non superiore<br />
a diciassettemila euro;<br />
c) quattrocentocinquanta euro per il nucleo familiare<br />
di tre componenti con un reddito complessivo familiare<br />
non superiore a diciassettemila euro;<br />
d) cinquecento euro per il nucleo familiare di quattro<br />
componenti con un reddito complessivo familiare non<br />
superiore a ventimila euro;<br />
e) seicento euro per il nucleo familiare di cinque componenti<br />
con un reddito complessivo familiare non superiore<br />
a ventimila euro;<br />
f) mille euro per il nucleo familiare di oltre cinque componenti,<br />
componenti con un reddito complessivo familiare<br />
non superiore a ventiduemila euro;<br />
g) mille euro per il nucleo familiare con componenti<br />
portatori di handicap, per i quali ricorrono le<br />
condizioni previste dall’articolo 12, comma 1, del<br />
Tuir, con un reddito complessivo familiare non superiore<br />
a trentacinquemila euro.<br />
Con riferimento ai nuclei familiari con componenti portatori<br />
di handicap, si osserva che ai sensi dell’articolo 1,<br />
comma 3, leggera g), del decreto-legge n. 185 del 2008,<br />
il bonus è attribuito per il maggior importo di “euro mille<br />
per il nucleo familiare con componenti portatori di handicap<br />
per i quali ricorrono le condizioni previste dall’art.<br />
12, comma 1, del Tuir, qualora il reddito complessivo<br />
familiare non sia superiore ad euro trentacinquemila”.<br />
Il riferimento generico ai “componenti” del nucleo familiare<br />
porta a ritenere che la norma in esame sia<br />
applicabile in tutti i casi in cui nel nucleo familiare sia<br />
presente il coniuge, un figlio o altro familiare del richiedente,<br />
portatori di handicap ai sensi dell’articolo 3, della<br />
legge 5 febbraio 1992, n. 104, per i quali ricorre la<br />
condizione di persona fiscalmente a carico ai sensi<br />
dell’articolo 12 del Tuir.<br />
La richiesta dell’erogazione del beneficio deve<br />
essere presentata al sostituto d’imposta o all’ente<br />
pensionistico. Con riferimento al termine di presentazione<br />
della richiesta al sostituto d’imposta, con emendamento<br />
presentato in sede di conversione del decreto-legge<br />
n. 185 del 2008, è stato previsto lo spostamento<br />
dello stesso dal 31 gennaio <strong>2009</strong> al 28 febbraio <strong>2009</strong>,<br />
qualora il beneficio sia richiesto sulla base del numero<br />
di componenti del nucleo familiare e del reddito complessivo<br />
familiare riferiti al periodo d’imposta 2007.<br />
Ciò premesso, la richiesta dell’erogazione del beneficio<br />
deve essere presentata al sostituto d’imposta o all’ente<br />
pensionistico:<br />
• entro il 28 febbraio <strong>2009</strong>, qualora il beneficio sia<br />
richiesto sulla base del numero di componenti del nucleo<br />
familiare e del reddito complessivo familiare riferiti<br />
17<br />
Anno XII - N. 1 gennaio, febbraio, marzo <strong>2009</strong><br />
al periodo d’imposta 2007;<br />
• entro il 31 marzo <strong>2009</strong>, qualora il beneficio sia richiesto<br />
sulla base del numero di componenti del nucleo<br />
familiare e del reddito complessivo familiare riferiti al<br />
periodo d’imposta 2008.<br />
Qualora il beneficio non venga erogato dai sostituti<br />
d’imposta, è necessario presentare una richiesta all’Agenzia<br />
delle Entrate, attraverso l’apposito modello<br />
disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate :<br />
• entro il 30 aprile <strong>2009</strong> (cfr. par. 4.2), qualora il beneficio<br />
sia richiesto sulla base del numero di componenti<br />
del nucleo familiare e del reddito complessivo familiare<br />
riferiti al periodo d’imposta 2007;<br />
• entro il 30 giugno <strong>2009</strong>, qualora il beneficio sia richiesto<br />
sulla base del numero di componenti del nucleo<br />
familiare e del reddito complessivo familiare riferiti al<br />
periodo d’imposta 2008, per i soggetti esonerati dall’obbligo<br />
di presentazione della dichiarazione dei redditi.<br />
Per i soggetti tenuti alla presentazione della dichiarazione<br />
dei redditi la richiesta del beneficio in dipendenza<br />
del numero di componenti del nucleo familiare e del reddito<br />
complessivo familiare riferiti all’anno 2008 deve<br />
essere effettuata con la dichiarazione dei redditi relativa<br />
al periodo d’imposta 2008.”<br />
E’ possibile consultare e/o scaricare il testo integrale<br />
della circolare dell’agenzia delle entrate direttamente dal<br />
sito www.agenziaentrate.it .<br />
LA PENSIONE DI INABILITÀ<br />
La pensione di inabilità è stata istituita dall’articolo 12<br />
della legge 30 marzo 1971 n. 118. Spetta agli invalidi<br />
civili nei confronti dei quali è stata accertata una totale<br />
inabilità al lavoro e che si trovino in stato di bisogno<br />
economico. Per questa seconda condizione vengono<br />
annualmente fissati dei limiti di reddito personale che<br />
non devono essere superati dal titolare della pensione<br />
di inabilità. Questo limite, per l’anno 2008, ammonta a<br />
14.466,67 euro. L’importo, per l’anno 2008, della pensione<br />
ammonta a 246,73 euro mensili per 13 mensilità.<br />
Il riconoscimento<br />
Dal 1° gennaio 20<strong>01</strong> il riconoscimento dell’invalidità<br />
civile è assegnato alle Regioni che verificano i requisiti<br />
sanitari tramite le commissioni mediche istituite presso<br />
le Aziende sanitarie locali (Asl). L’Inps ha solo il compito<br />
di provvedere al pagamento mensile delle prestazioni<br />
ma, in alcuni casi, a seguito di specifici accordi, le Regioni<br />
possono demandarne all’Inps anche il riconoscimento.<br />
Per l’attribuzione della pensione agli invalidi civili<br />
vengono presi in considerazione soltanto i redditi<br />
personali del richiedente.<br />
I requisiti<br />
- Età compresa fra i 18 e i 65 anni;<br />
- essere cittadino italiano residente in Italia, o straniero<br />
titolare di carta di soggiorno;<br />
- avere il riconoscimento di invalidità pari al 100%.<br />
La domanda<br />
La domanda (su modulo rilasciato dalle Asl) per ottenere<br />
le pensioni e gli assegni per gli invalidi civili, ciechi<br />
civili e sordomuti deve essere presentata all’Azienda<br />
sanitaria locale (Asl) competente per residenza, oppure<br />
può essere presentata tramite i Patronati che, per leg-
ge, offrono assistenza gratuita.<br />
Alla domanda deve essere allegato il certificato del<br />
medico curante. Al compimento del 65° compleanno di<br />
età la pensione di inabilità viene trasformata in assegno<br />
sociale. In questo caso viene preso in considerazione,<br />
se più favorevole per la sua erogazione, il limite di reddito<br />
personale dell’interessato.<br />
L’assegno sociale è una prestazione di natura assistenziale<br />
riservata ai cittadini italiani che hanno 65 anni<br />
di età, risiedono stabilmente in Italia e che hanno redditi<br />
inferiori ai limiti previsti dalla legge.<br />
La maggiorazione<br />
La legge finanziaria del 2000 n. 388 del 23 dicembre<br />
2000 all’articolo 70 comma 6 ha stabilito che:<br />
«A decorrere dal 1° gennaio 20<strong>01</strong> è concessa una<br />
maggiorazione di lire 20.000 (• 10,33) mensili per tredici<br />
mensilità della pensione ovvero dell’assegno di invalidità<br />
a favore di invalidi civili, ciechi civili e sordomuti<br />
con età inferiore a sessantacinque anni...». La<br />
maggiorazione è concessa ad alcune condizioni. Quella<br />
che ci interessa qui riguarda il reddito del titolare per<br />
il quale è specificato che non deve essere «pari o superiore<br />
all’ammontare annuo complessivo dell’assegno<br />
sociale e della predetta maggiorazione».<br />
L’INDENNITÀ DI ACCOMPAGNAMENTO<br />
L’indennità di accompagnamento è stata istituita dalla<br />
legge n. 18 dell’11 febbraio 1980. Si tratta di una provvidenza<br />
in favore degli invalidi civili a cui è stata riconosciuta<br />
una percentuale di invalidità al 100% a causa di<br />
minorazioni fisiche, intellettive o psichiche. Per l’anno<br />
2008 ammonta a 465,09 euro per 12 mensilità.<br />
La domanda<br />
La domanda va presentata all’Asl presso cui si richiede<br />
(su apposito modulo rilasciato dalle Asl stesse). Di<br />
norma viene comunicato il diritto alla erogazione dell’indennità<br />
direttamente dall’Asl all’Inps a seguito di accertamento<br />
operato dalla commissione invalidi civili della<br />
Asl.<br />
Per la compilazione e la presentazione è possibile farsi<br />
assistere da un Patronato che, per legge, offre assistenza<br />
gratuita. Alla domanda deve essere allegato il certificato<br />
del medico curante.<br />
I requisiti<br />
- Viene erogata indipendentemente dall’età;<br />
- essere cittadino italiano residente in Italia, o essere<br />
straniero titolare di carta di soggiorno;<br />
- avere il riconoscimento di un’invalidità totale, non essere<br />
in grado di deambulare o di svolgere autonomamente<br />
gli atti quotidiani della vita tipici dell’età;<br />
- non essere ricoverato in istituto con pagamento delle<br />
retta a carico dello Stato (o di Ente pubblico);<br />
- invalidità riconosciuta al 100%.<br />
Particolarità<br />
L’indennità di accompagnamento:<br />
- non è compatibile con le erogazioni di provvidenze<br />
simili erogate per cause di servizio, lavoro o guerra;<br />
- è compatibile con lo svolgimento di attività lavorative;<br />
- viene erogata al solo titolo della minorazione; pertanto<br />
è indipendente dal reddito posseduto dall’invalido e dalla<br />
sua età;<br />
Impegno per una vita migliore<br />
18<br />
- è compatibile con la titolarità di una patente speciale;<br />
- viene erogata anche ai detenuti.<br />
L’INDENNITÀ MENSILE DI FREQUENZA<br />
L’indennità di frequenza, provvidenza a favore dei minori,<br />
è stata istituita dalla legge n. 289 dell’11 ottobre<br />
1990. L’importo dell’indennità è pari a quello della pensione<br />
di inabilità.<br />
I requisiti<br />
- È concessa fino ai 18 anni di età;<br />
- essere cittadino italiano residente in Italia, o essere<br />
straniero titolare di carta di soggiorno;<br />
- essere stato riconosciuto «minore con difficoltà persistenti<br />
a svolgere le funzioni proprie dell’età» come previsto<br />
dalla legge 289/90 o essere «minore con perdita<br />
uditiva superiore a 60 decibel nell’orecchio migliore»;<br />
- frequentare un centro di riabilitazione, o un centro di<br />
formazione professionale, o un centro occupazionale,<br />
o una scuola di ogni ordine e grado;<br />
- non disporre di un reddito annuo personale superiore<br />
a quanto stabilito per la pensione di inabilità.<br />
Particolarità<br />
L’indennità di frequenza viene erogata per tutta la durata<br />
della frequenza ai corsi, alla scuola o a cicli riabilitativi.<br />
A seguito della sentenza della Corte costituzionale<br />
n. 467 del 20-22 novembre 2002 l’indennità è concessa<br />
anche ai minori che frequentano l’asilo nido. L’indennità<br />
di frequenza non è compatibile con l’indennità di accompagnamento<br />
e con l’indennità di comunicazione concessa<br />
ai sordomuti.<br />
Attenzione<br />
Al compimento della maggiore età, se non è già stato<br />
riconosciuto “invalido con totale e permanente inabilità<br />
lavorativa e con impossibilità a deambulare”, è necessario<br />
presentare, alla Asl, domanda di rivalutazione dello<br />
stato di invalidità civile per ottenere una<br />
percentualizzazione della capacità lavorativa residua che<br />
permette di mantenere i diritti acquisiti rispetto alle prestazioni<br />
sanitarie e, se la percentuale è pari o superiore<br />
al 46%, l’iscrizione alle liste speciali ai fini dell’integrazione<br />
lavorativa. La rivalutazione è indispensabile anche<br />
a ottenere i benefici economici previsti quali l’assegno<br />
di invalidità e la pensione di invalidità.<br />
L’ASSEGNO MENSILE DI ASSISTENZA<br />
L’assegno mensile di assistenza è stato istituito dall’articolo<br />
13 della legge 30 marzo 1971 n. 118.<br />
Spetta agli invalidi civili nei confronti dei quali sia stata<br />
accertata una percentuale di invalidità minima del 74%.<br />
L’importo dell’assegno mensile è pari a quello della<br />
pensione di inabilità.<br />
Requisiti<br />
- Età compresa fra i 18 e i 65 anni di età;<br />
- essere cittadino italiano residente in Italia, o essere<br />
straniero titolare di carta di soggiorno;<br />
- avere il riconoscimento di un’invalidità dal 74% al 99%;<br />
- disporre di un reddito annuo personale non superiore<br />
(per il 2008) a euro 4.238,26;<br />
- essere incollocati o non collocabili al lavoro; se non si<br />
è iscritti alle liste di collocamento bisogna disporre di un
certificato di incollocabilità.<br />
Può percepire l’assegno anche chi è occupato parttime;<br />
in tal caso infatti si può non essere cancellati dalle<br />
liste di collocamento. L’assegno è incompatibile con<br />
l’erogazione di altre pensioni di invalidità erogate da altri<br />
organismi (ad esempio: Inps, Inpdap, ecc.) È inoltre incompatibile<br />
con pensioni di invalidità di guerra, lavoro e<br />
servizio. Dopo il sessantacinquesimo anno di età l’assegno<br />
viene trasformato in pensione sociale.<br />
In seguito alla sentenza n. 329 del 9 luglio 2002 della<br />
Corte costituzionale l’Inps, con circolare n. 157 del 22<br />
ottobre 2002, ha corretto la precedente posizione stabilendo<br />
che la frequenza scolastica comprovata con regolare<br />
certificazione sarà sufficiente a dimostrare la “non<br />
collocazione” al lavoro ed a consentire, quindi,<br />
l’erogazione dell’assegno mensile di assistenza se sussistono<br />
gli altri requisiti anche agli studenti al di sopra<br />
dei 18 anni.<br />
Dall’1/1/2008 l’assegno non è più subordinato alle iscrizioni<br />
nelle liste di collocamento (cfr. messaggio Inps n.<br />
3043 del 6/2/2008).<br />
LA PENSIONE AI SUPERSTITI<br />
È la pensione che, alla morte del lavoratore assicurato<br />
o pensionato, spetta ai componenti del suo nucleo<br />
familiare e quindi anche ai figli inabili, di qualsiasi età, se<br />
a carico. Questa pensione può essere di reversibilità se<br />
la persona deceduta era già pensionata (pensione di<br />
vecchiaia, anzianità o inabilità) oppure indiretta se la<br />
persona, al momento del decesso, svolgeva attività lavorativa.<br />
In tal caso il deceduto doveva aver accumulato<br />
in qualsiasi epoca almeno 15 anni di contributi oppure<br />
doveva essere assicurato da almeno 5 anni di cui almeno<br />
3 versati nel quinquennio precedente la data di morte.<br />
In mancanza del coniuge, dei figli, dei nipoti e dei genitori,<br />
possono usufruire della pensione ai superstiti anche<br />
i fratelli celibi e le sorelle nubili che alla data della<br />
morte del lavoratore o del pensionato siano inabili al lavoro,<br />
anche se minori, non siano titolari di pensione e<br />
che risultino a carico dell’assicurato o pensionato deceduto<br />
con un reddito non superiore all’importo del trattamento<br />
minimo maggiorato del 30%. Si ricorda che, per il<br />
2008, tale importo è di euro 576,06 mensili.<br />
Sono considerati a carico:<br />
- i figli maggiorenni inabili che hanno un reddito non superiore<br />
a quello richiesto dalla legge per il diritto alla<br />
pensione di invalido civile totale. Si ricorda che, per il<br />
2008, tale importo è pari a 1.205,55 euro mensili;<br />
- i figli maggiorenni inabili, titolari dell’indennità di accompagnamento,<br />
che hanno un reddito non superiore a<br />
quello richiesto dalla legge per il diritto alla pensione di<br />
invalido civile totale aumentato dell’importo dell’indennità<br />
di accompagnamento. Si ricorda che, per il 2008, tale<br />
importo è di 1.670,64 euro mensili.<br />
Le quote di pensione spettanti ai superstiti<br />
Quote di pensione spettanti ai superstiti dell’assicurato<br />
o del pensionato deceduto:<br />
Percentuale beneficiari<br />
60% al coniuge<br />
19<br />
Anno XII - N. 1 gennaio, febbraio, marzo <strong>2009</strong><br />
80% al coniuge con un figlio<br />
100% al coniuge con due figli<br />
Nel caso in cui abbiano diritto alla pensione soltanto i<br />
figli le quote di pensione sono le seguenti:<br />
Percentuale beneficiari<br />
70% un figlio<br />
80% due figli<br />
100% tre o più figli<br />
La somma delle quote non può, comunque, superare<br />
il 100% della pensione che sarebbe spettata all’assicurato.<br />
Le quote spettanti ai superstiti del titolare di pensione<br />
integrata al minimo vengono calcolate sull’importo<br />
effettivamente pagato al defunto. Le quote dovute ai<br />
superstiti dell’assicurato vengono calcolate sulla pensione<br />
che sarebbe spettata al lavoratore al momento<br />
del decesso, comprensiva dell’eventuale integrazione<br />
al trattamento minimo (sentenza della Corte costituzionale<br />
n. 495 del 1993).<br />
Domanda e decorrenza<br />
La domanda di pensione ai superstiti va compilata su<br />
un modulo (SO1), disponibile presso gli uffici dell’Inps,<br />
sul sito www.inps.it o presso gli Enti di Patronato riconosciuti<br />
dalla legge. Il modulo di domanda deve essere<br />
compilato e presentato, insieme agli altri documenti, presso<br />
qualunque ufficio Inps o presso un Ente di Patronato<br />
riconosciuto dalla legge. La pensione decorre dal mese<br />
successivo alla morte dell’assicurato o del pensionato,<br />
indipendentemente dalla data di presentazione della<br />
domanda.<br />
L’ASSEGNO AL NUCLEO FAMILIARE (ANF)<br />
Si riportano di seguito alcune note riguardanti gli assegni<br />
familiari in quanto, nel caso di lavoratori aventi a<br />
carico una persona con handicap, esse si differenziano<br />
dalle norme generali.<br />
A chi spetta<br />
- Ai lavoratori dipendenti in attività;<br />
- ai disoccupati indennizzati;<br />
- ai lavoratori cassintegrati;<br />
- ai lavoratori in mobilità e impiegati in lavori socialmente<br />
utili;<br />
- ai lavoratori assenti per malattia o maternità;<br />
- ai lavoratori richiamati alle armi;<br />
- ai lavoratori in aspettativa per cariche pubbliche elettive<br />
e sindacali;<br />
- ai lavoratori dell’industria o marittimi in congedo matrimoniale;<br />
- alle persone assistite per tubercolosi;<br />
- ai pensionati ex lavoratori dipendenti;<br />
- ai caratisti imbarcati sulla nave da loro stessi armata,<br />
agli armatori e ai proprietari armatori;<br />
- ai soci di cooperative.<br />
L’Anf spetta anche ai lavoratori con contratto part-time.<br />
I requisiti<br />
Per il pagamento dell’assegno è necessario che il reddito<br />
familiare non superi determinati limiti di reddito stabiliti<br />
ogni anno dalla legge. Il reddito è costituito da quello<br />
del richiedente e di tutte le persone che compongono<br />
il nucleo familiare.<br />
Il reddito del nucleo familiare, da prendere in considerazione<br />
ai fini della concessione dell’assegno, è quello pro-
dotto nell’anno solare precedente il 1° luglio di ogni anno<br />
ed ha valore fino al 30 giugno dell’anno successivo.<br />
Ad esempio, per il periodo 1° luglio 2007-30 giugno<br />
2008, si deve considerare il reddito prodotto nel 2006.<br />
Quali redditi si considerano<br />
Ai fini del diritto all’assegno si considera la somma<br />
dei redditi complessivi assoggettabili all’Irpef (Imposta<br />
sul reddito delle persone fisiche) e dei redditi di<br />
qualsiasi natura, compresi se superiori a • 1.032,91<br />
quelli esenti da imposta e quelli soggetti a ritenuta<br />
alla fonte.<br />
I redditi da lavoro vanno considerati al netto dei contributi<br />
previdenziali ed assistenziali.<br />
Quali redditi non si considerano<br />
- Le pensioni tabellari ai militari di leva vittime di infortunio;<br />
- le pensioni di guerra;<br />
- le rendite Inail;<br />
- le indennità di accompagnamento agli inabili civili, ai<br />
ciechi civili assoluti, ai minori invalidi non deambulanti;<br />
- le indennità ai ciechi parziali e ai sordi prelinguali;<br />
- le indennità di frequenza ai minori mutilati e agli invalidi<br />
civili;<br />
- gli assegni di superinvalidità sulle pensioni privilegiate<br />
dello Stato;<br />
- le indennità di accompagnamento ai pensionati di<br />
inabilità Inps;<br />
- le indennità di trasferta per la parte esclusa da Irpef;<br />
- i trattamenti di famiglia;<br />
- i trattamenti di fine rapporto o loro anticipazioni;<br />
- gli arretrati delle integrazioni salariali.<br />
L’assegno spetta solo se la somma dei redditi derivanti<br />
da lavoro dipendente, da pensione o da altre<br />
prestazioni conseguenti ad attività lavorativa dipendente<br />
(integrazioni salariali, disoccupazione, ecc.), riferita<br />
al nucleo familiare nel suo complesso, ammonta<br />
almeno al 70% dell’intero reddito familiare.<br />
PER QUALI PERSONE SPETTA<br />
Per i componenti del nucleo familiare:<br />
- il richiedente l’assegno;<br />
- il coniuge non legalmente ed effettivamente separato;<br />
- i figli (legittimi, legittimati, adottivi, affiliati, naturali,<br />
legalmente riconosciuti o giudizialmente dichiarati, nati<br />
da precedente matrimonio dell’altro coniuge, affidati<br />
a norma di legge) e i nipoti viventi a carico di ascendente<br />
diretto di età inferiore ai 18 anni;<br />
- i figli maggiorenni inabili che si trovano, per difetto<br />
fisico o mentale, nella assoluta e permanente impossibilità<br />
di dedicarsi ad un proficuo lavoro;<br />
- i fratelli, le sorelle ed i nipoti collaterali del richiedente<br />
minori di età o maggiorenni inabili, a condizione<br />
che siano orfani di entrambi i genitori e non abbiano<br />
diritto alla pensione ai superstiti.<br />
Tutte queste persone fanno parte del nucleo anche<br />
se:<br />
- non sono conviventi con il richiedente (ad eccezione<br />
dei figli naturali, legalmente riconosciuti da entrambi<br />
Impegno per una vita migliore<br />
20<br />
i genitori e dei nipoti in linea diretta);<br />
- non sono a carico del richiedente;<br />
- non sono residenti in Italia (il familiare cittadino straniero<br />
ha diritto all’assegno se è cittadino della Comunità<br />
europea; se invece è cittadino extracomunitario<br />
di un Paese non convenzionato ha diritto all’assegno<br />
solo se risiede in Italia).<br />
L’assegno per il nucleo familiare può essere pagato<br />
anche quando il nucleo sia composto da una sola persona<br />
che sia titolare di pensione ai superstiti (orfano<br />
o coniuge), a condizione che sia minorenne o maggiorenne<br />
inabile.<br />
La domanda<br />
Per ottenere il pagamento dell’assegno l’interessato<br />
deve presentare domanda utilizzando l’apposito modulo<br />
predisposto dall’Inps. Insieme alla domanda vanno<br />
presentati anche i documenti di volta in volta necessari<br />
indicati nel modulo. I moduli sono disponibili<br />
presso gli uffici dell’Inps e sul sito www.inps.it nella<br />
sezione “Moduli”.<br />
La domanda va presentata:<br />
- al proprio datore di lavoro, nel caso in cui il richiedente<br />
svolga attività lavorativa dipendente non agricola;<br />
- alla sede dell’Inps nel caso in cui il richiedente sia<br />
pensionato, disoccupato, operaio agricolo, addetto ai<br />
servizi domestici e familiari, ecc. (cioè in tutti i casi in<br />
cui il pagamento è effettuato direttamente dall’Inps).<br />
AFFARI E SALUTE<br />
Secondo quanto ha scritto Elena Dusi su la Repubblica<br />
dell’8 gennaio 2008 da uno studio di due docenti<br />
dell’Università del Québec di Montreal, Marc-André<br />
Gagnon e Joel Lexchin, pubblicato sulla rivista Public<br />
Library of Science Medicine, risulta che “le industrie<br />
farmaceutiche statunitensi nel 2004 hanno speso 57,5<br />
miliardi di dollari per la promozione dei loro medicinali,<br />
contro i 31,5 miliardi spesi per la ricerca e sviluppo<br />
di nuovi prodotti”.<br />
In euro, precisa l’Autrice, “la cifra si traduce in 39<br />
miliardi contro i 21,4 ed è indice di cattiva salute per<br />
due ragioni: da un lato il piatto della bilancia della pubblicità<br />
è sempre più pesante (la spesa secondo<br />
Gagnon e Lexchin cresce di un miliardo di dollari all’anno);<br />
dall’altro la ricerca di nuovi medicinali gira a<br />
vuoto o quasi. Il 90% dei profitti delle case farmaceutiche<br />
arrivano da prodotti vecchi, in commercio da più<br />
di 5 anni”. Nell’articolo la Dusi segnala altresì la seguente<br />
allarmante dichiarazione del Procuratore capo<br />
di Verona, Guido Papalia: “Una nostra inchiesta del<br />
2003 ha coinvolto 3 mila medici per comparaggio, ma<br />
la maggior parte dei casi è finita in prescrizione. Per<br />
altri professionisti accusati di corruzione e associazione<br />
per delinquere il dibattimento è ancora in corso.<br />
La casa farmaceutica Glaxo di fronte alle accuse ha<br />
finito con il patteggiare 2 milioni di euro per reato<br />
societario. Fra i regali ricevuti dai medici: computer,<br />
impianti stereo, libri e nei casi di comparaggio, una<br />
percentuale sulle vendite dei farmaci”.
21<br />
Anno XII - N. 1 gennaio, febbraio, marzo <strong>2009</strong><br />
LE RICETTE DI ELENA<br />
PENSIERO<br />
Io ho fatto una esperienza in comunità è mi sono divertita tanto e spero di ritornare perché mi mancano le mie<br />
amiche e gli operatori soprattutto mi manca una compagnia molto speciale. Le mie compagne della comunità si<br />
chiamano Elisa, Carlotta, Elisabetta, Grazia, Adriana, Maria e Ramona. La mia amica speciale è Ramona. I miei<br />
operatori sono Giusi, Monica, Annalisa, Elisa, Silvana, Chiara, Mattia, Giada, Liliana. La mia operatrice speciale è<br />
Liliana. Mi sono trovata molto bene perché si facevano tante cose per esempio: Gioielli, Piscina, Musica, Cucina,<br />
Palestra, Bocce, Judo, Cavallo, Cura del sé. Io ho potuto fare solo Gioielli Palestra e Cura del sé. Però la piscina<br />
l’ho vista una volta. Sono anche andata al Cinema poi ho accompagnato una mia amica a casa e sono andata a<br />
prenderla, una volta ho fatto anche la spesa.<br />
ASPARAGI AL PARMIGIANO<br />
Sale, 2kg asparagi, 80g di burro, 2 tazze di parmigiano<br />
grattugiato<br />
Rompete le parte terminale bianca degli asparagi e<br />
spelate i gambi con uno<br />
spilucchino. Lavateli. Fateli cuocere<br />
per 20 minuti in acqua bollente<br />
salata. Devono rimanere<br />
sodi ma comunque teneri. Scolateli<br />
e metteteli in un solo strato<br />
all’interno di una pirofila. Versateli<br />
sopra il burro fuso, cospargete<br />
di formaggio, passate al forno a<br />
240°C(th.8) per 10 minuti circa.<br />
Servite nel piatto di cottura. Burro<br />
e formaggio coprono le punte di<br />
asparagi servite calde. Per 6 persone<br />
RIGATONI AI DUE FORMAGGI<br />
Sale, 500g di rigatoni, 60g di<br />
burro, 10cl di panna da cucina<br />
densa, 1 tazza di parmigiano grattugiato,<br />
1 tazza di gruviera grattugiata<br />
Fate cuocere i rigatoni in acqua<br />
bollente salata. Scolateli, sciacquateli<br />
in acqua fredda, scolateli<br />
nuovamente. In una pirofila, mescolate<br />
i rigatoni con il burro e il<br />
formaggio. Aggiungete la panna,<br />
mettete al forno per 20 minuti circa a 240°C(th.8). Servite<br />
caldo. Per 6 persone<br />
SORBETTO AL LIMONE<br />
300g di zucchero, 50cl d’acqua, 13cl di succo di limone,<br />
1 cucchiaio pieno di zucchero a velo, scorza di 1<br />
limone non trattato<br />
Preparate uno sciroppo: fate bollire l’acqua con lo<br />
zucchero per 5 minuti. Togliete dal fuoco. Ponetevi in<br />
infuso la scorza del limone fino a completo raffreddamento.<br />
Fate sciogliere lo zucchero a velo nel succo di<br />
limone. Aggiungete lo sciroppo e ponete a ghiacciare in<br />
una gelatiera congelazione 3 ore. Un delicato dessert<br />
ghiacciato per 4 persone<br />
INSALATA GRECA<br />
Sale, origano, 600g di pomodori, 200g di feta, 50g di<br />
olive nere, 2 cipolle, 2 peperoni<br />
verdi, 2 cetrioli, 3 cucchiai di olio<br />
d’oliva<br />
Lavate i pomodori e i peperoni.<br />
Spelate le cipolle. Spelate il cetriolo<br />
e tagliatelo a fette. Tagliate i pomodori<br />
e le cipolle a fette e i peperoni<br />
a listarelle. Tagliate la feta a<br />
cubetti. Mettete il tutto in un’insalatiera.<br />
Salate leggermente (di solito<br />
la feta è un formaggio abbastanza<br />
salato). Irrorate con olio d’oliva, aggiungete<br />
le olive e mescolate. Finite<br />
cospargendo di origano e servite.<br />
L’intramontabile insalata di pomodori<br />
e feta. Preparazione in 10<br />
minuti 4 persone<br />
FINOCCHI ALLA GRECA<br />
Sale, pepe, 600g di finocchi, 13cl<br />
di vino bianco secco, 2 cucchiai di<br />
salsa di pomodoro, 2 cucchiai d’olio<br />
d’oliva, 1 decina di semi di coriandolo,<br />
il succo di 2 limoni<br />
Pulite e tagliate in quattro i finocchi.<br />
Metteteli in una pentola con gli<br />
altri ingredienti. Chiudete la pentola<br />
e fate cuocere per 35 minuti a fuoco medio. Servite<br />
freddo. Profumati al coriandolo e al limone.<br />
YOGHURT ALLA FRUTTA E AL MIELE<br />
4 yoghurt naturali, 4 cucchiai di miele, 20 grossi chicchi<br />
d’uva, 1 mela croccante sbucciata e tagliata a<br />
pezzettini, 1 arancia sbucciata e tagliata a pezzettini<br />
Sbattere lo yogurt con il miele in modo da ottenere un<br />
composto omogeneo. Ripartire in ciotoline, aggiungete<br />
la frutta e mettete in frigo fino al momento di servire. Un<br />
mix cremoso e dolce. 4 persone durata 5 minuti senza<br />
cottura
GIOCHI<br />
Impegno per una vita migliore<br />
a cura di Vincenzo Vitagliano<br />
Ciao a tutti, rieccoci coi nostri giochi, semplici e, spero, divertenti. Cominciamo subito con due bei<br />
rebus.<br />
GIOCO 1 - REBUS<br />
GIOCO 2 - ENIGMISTICA CLASSICA<br />
Divertiamoci con qualche cambio di iniziale:<br />
Vita in campagna:<br />
Due XXXX spaventate da un YXXX saltarono nello stagno.<br />
Artista squattrinato:<br />
Alla fine diede in XXXXX una preziosa statua di YXXXX.<br />
Ed ora dei falsi iterativi (La seconda parola è data dalla prima con l’aggiunta iniziale del<br />
prefisso “ri”)<br />
Col martello s’era schiacciato il dito XXXXX, al dolore cercava il YYXXXXX.<br />
Per quella multa presa in via del XXXXX al giudice di pace presenterà YYXXXXX.<br />
22
23<br />
Anno XII - N. 1 gennaio, febbraio, marzo <strong>2009</strong><br />
GIOCO 3 - DUE FACILI SCHEMI DI PAROLE CROCIATE<br />
ORIZZONTALI<br />
E per questo numero ci avviamo velocemente alla fine.<br />
Prima di salutarvi voglio presentarvi, come sempre il<br />
nostro appuntamento con la natura. Questa volta ci occupiamo<br />
di montagna e di neve. L’argomento è stimolato<br />
dal fatto che l’inverno ormai finito è stato generoso di<br />
precipitazioni nevose. Da anni non vedevamo così tanta<br />
neve anche in pianura e le zone turistiche di montagna<br />
hanno potuto beneficiare di una buona stagione.<br />
Purtroppo ci sono state tante vittime, alcune per fatali<br />
1) Perso ….. in America<br />
VERTICALI<br />
6) La vecchia RAI<br />
1) Onestà dichiarata<br />
7) Lo sono i Watussi<br />
2) Lubrifica in Inghilterra<br />
8) Un giallo prezioso<br />
3) Il sabato americano in breve<br />
10) Un’unica bussata<br />
4) Un po’ meno di un quartetto<br />
11) Il famoso Capone<br />
5) E’ fatta di aule<br />
14) La sostiene il Pubblico Ministero 9) Dignitario etiopico<br />
11) Un po’ d’occidente<br />
12) Codice Civile<br />
ORIZZONTALI<br />
1) Prevede un inseguitore<br />
6) E’ nella ruota<br />
7) George scrittrice francese dell’800<br />
8) Vi indugiò Annibale a Capua<br />
10) Banca del Vaticano<br />
13) Metà anno<br />
14) Lo è un discorso non chiaro<br />
VERTICALI<br />
1) A Roma era “Littorio”<br />
2) Solitamente viene prima di “getta”<br />
3) Gruppo Sportivo Nazionale<br />
4) Antico cantore greco<br />
5) Pietra preziosa rossa<br />
9) Monarca di Russia<br />
10) La prima persona<br />
11) Metà osso<br />
12) Reggio Calabria<br />
casualità, altre per comportamenti non adeguati alle situazioni.<br />
Lo sci fuoripista in zone proibite o l’affrontare<br />
scalate senza le conoscenze e i mezzi idonei hanno provocato<br />
molte tragedie della montagna e tra le persone<br />
coinvolte ci sono stati anche esperti della montagna.<br />
Questo significa che la natura va rispettata sempre perché<br />
non è possibile tenere sotto totale controllo le sue<br />
manifestazioni.<br />
Quelli che vedete sopra sono cristalli di neve. Sono solo due ripetuti più volte ma nella realtà non esistono due<br />
cristalli di neve uguali. Hanno delle forme bellissime… peccato che si sciolgano subito. Ed ecco ora la domanda<br />
finale che prevede una risposta semplicissima ma non proprio ovvia: in che modo la neve si ritrasforma in<br />
acqua?
CONDIVISIONE<br />
di Giuseppe Dell’Anna (Torino)<br />
Spesso grandi prove<br />
bussano<br />
alla porta della nostra vita.<br />
E se pur la sofferenza<br />
si presenta compagna di viaggio…<br />
un senso di gioia<br />
e di appartenenza<br />
partecipano in questo cammino<br />
dove tu ed io<br />
siamo condivisi<br />
dallo stesso sguardo d’amore.<br />
Ed il tuo albero<br />
è il mio albero<br />
e le tue radici<br />
sprofondano come le mie<br />
nella terra madre.<br />
Tu<br />
indifeso nel mondo,<br />
Tu<br />
pensiero diverso,<br />
Tu<br />
hai occhi che scrutano<br />
e penetrano le mie tenebre<br />
e mi insegni che<br />
nulla mi appartiene<br />
nulla possiedo<br />
e che la condivisione<br />
è nel rispetto<br />
di ciò che si è.<br />
Impegno per una vita migliore<br />
L’isoLa dei desideri<br />
Soluzioni di questo numero: Rebus: Uscire con i soliti amici – Isole del Mediterraneo. Cambio di iniziali: Rane –<br />
Cane; Pegno – Legno. Falsi iterativi: Medio – rimedio; Corso, ricorso.<br />
Cruciverba: 1) Orizzontali 1 – lost 6 EIAR 7 alti – 8 oro 10 Toc – 13 AL – 14 Accusa. Verticali: 1 Lealta’ 2 OIL 3 TRIO<br />
5 Scuola 9 RAS 11 OC 12 CC.<br />
2) Orizzontali: 1- Fuga, 6 Asse, 7 Sand, 8 Ozi, 10 IOR, 13 AN 14 Oscuro. Verticali: 1 – Fascio 2 – USA, 3 GSN, 4<br />
– AEDO 5 – Rubino, 9 – Zar, 11 OS, 12 RC.<br />
24<br />
MOMENTI DEL CONVEGNO EAMAS