N° 01 2009 Gen-Feb-Marz - Prader Willi
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di indipendenza e responsabilità vengono favorite dalla<br />
creazione di una relazione in cui l’accettazione e la fiducia<br />
sono centrali. Creando fiducia, è possibile realizzare<br />
delle regole meno rigide e dare spazio a minime scelte.<br />
TRA CONTROLLO E LIBERTÀ NELLA<br />
CURA DI PERSONE CON SINDROME<br />
PRADER-WILLI: UN’ANALISI DEGLI<br />
INTERVENTI PREFERITI DAGLI<br />
EDUCATORI.<br />
van Hooren Rob H; Widdershoven Guy AM; Candel Math<br />
J J M;van den Borne Bart W; Curfs Leopold M G - Patient<br />
education and counseling 2006; 63 (1-2): 223-31.<br />
Obiettivo: Il presente studio esamina le preferenze degli<br />
educatori per le strategie di intervento quando si confrontano<br />
con il dilemma tra il rispettare l’autonomia delle<br />
persone con disabilità mentali e l’esigenza di fornire trattamenti<br />
di alta qualità.<br />
Metodi: A ventiquattro genitori e a quattordici educatori<br />
Impegno per una vita migliore<br />
Screening neonatali: ieri, oggi e domani<br />
Qualche riflessione - Dr. Marco Spada<br />
da pagina 4<br />
acidosi organiche e dei difetti di beta-ossidazione degli<br />
acidi grassi.<br />
Questo scenario che associa nuove possibilità<br />
terapeutiche e nuove tecniche diagnostiche ha sicuramente<br />
contribuito ad ampliare il pannello delle patologie<br />
congenite da includere nei programmi di screening<br />
neonatale di massa e la comunità medico-scientifica e<br />
le autorità preposte alle politiche di prevenzione sanitaria<br />
sono oggi confrontate con nuove esigenze di salute<br />
pubblica e hanno il compito di pianificare le strategie di<br />
implementazione degli screening neonatali nelle singole<br />
realtà regionali o nazionali.<br />
Ai fini di una decisione ponderata è importante definire<br />
alcune caratteristiche delle malattie potenzialmente<br />
diagnosticabili in epoca neonatale con lo screening di<br />
massa, che possono essere suddivise in due grandi<br />
categorie sulla base della disponibilità o meno di una<br />
terapia efficace.<br />
Nella prima categoria rientrano le malattie genetiche<br />
per le quali è noto un trattamento in grado di prevenire<br />
le complicanze cerebrali e d’organo o comunque di<br />
modificare in maniera significativa la prognosi clinica dei<br />
pazienti. Per queste patologie l’inclusione in un programma<br />
regionale di screening neonatale appare non solo<br />
giustificata, ma anche fondamentale per evidenti finalità<br />
mediche. Sulla base dell’esperienza maturata in questi<br />
anni questa categoria di malattie curabili può essere ulteriormente<br />
suddivisa in due grandi gruppi nosologici a<br />
seconda dell’età di esordio dei sintomi clinici.<br />
Il primo gruppo è definito da malattie asintomatiche<br />
nel periodo neonatale, ma che causano nel corso dei<br />
primissimi mesi di vita severe complicazioni neurologi-<br />
12<br />
professionali di pazienti con sindrome di <strong>Prader</strong>-<strong>Willi</strong> è<br />
stato chiesto di dare un voto a quattro diverse strategie<br />
di trattamento a seconda del loro modo preferito di trattare<br />
8 casi di persone con Sindrome di <strong>Prader</strong> - <strong>Willi</strong>.<br />
Risultati: In generale, gli educatori preferiscono intervenire<br />
in modo più attivo sui problemi riguardanti il cibo,<br />
rispetto ai problemi di comportamento, più energicamente<br />
nelle situazioni acute che in quelle croniche, e più<br />
intensamente a casa che nel contesto della comunità.<br />
Sono state trovate differenze significative tra genitori e<br />
professionisti.<br />
Conclusioni: <strong>Gen</strong>itori e professionisti preferiscono intervenire,<br />
piuttosto che non intervenire. I genitori preferiscono<br />
l’intervento attivo più dei professionisti.<br />
Implicazioni pratiche: La consapevolezza delle diverse<br />
strategie di intervento può aiutare gli educatori a sviluppare<br />
una pratica che risponda al bisogno di intervento<br />
e offra la possibilità di usare una varietà di strategie<br />
differenti. La comunicazione sulle strategie di intervento<br />
può promuovere la comprensione tra educatori professionali<br />
e genitori e migliorare la reciproca collaborazione.<br />
che o cardiache. La loro diagnosi clinica è in genere<br />
molto difficile e viene posta tardivamente, quando le lesioni<br />
possono già essere irreversibili. In questo gruppo<br />
afferiscono le malattie “prototipo” dello screening<br />
neonatale come la fenilchetonuria e l’ipotiroidismo congenito,<br />
ma anche il difetto di biotinidasi, la malattia<br />
lisosomiale di Pompe, le mucopolisaccaridosi, le altre<br />
malattie lisosomi ali, il difetto di beta-ossidazione degli<br />
acidi grassi a catena media, denominato MCAD.<br />
Nel secondo gruppo rientrano le malattie metaboliche<br />
e le endocrinopatie congenite caratterizzate dalla presenza<br />
di sintomi acuti in epoca neonatale e comunque<br />
entro le prime due settimane di vita. L’esperienza non<br />
solo regionale ma anche nazionale ed internazionale<br />
ha evidenziato che la disponibilità dello screening<br />
neonatale per queste patologie ha nella maggior parte<br />
dei casi facilitato enormemente la diagnosi clinica da<br />
parte dei neonatologi e dei pediatri confrontati con situazioni<br />
cliniche rare e di non facile inquadramento. In questo<br />
gruppo citiamo la sindrome adreno-genitale, la<br />
galattosemia, la leucinosi e alcune acidemie organiche.<br />
La seconda grande categoria di malattie potenzialmente<br />
diagnosticabili in epoca neonatale con lo<br />
screening è, viceversa, caratterizzata da patologie sempre<br />
geneticamente determinate ma attualmente prive di<br />
una terapia efficace. La loro inclusione nei programmi di<br />
screening pare rispondere più a finalità eugenetiche e<br />
di identificazione di un rischio riproduttivo, che a scopi di<br />
prevenzione secondaria e ogni decisione in tal senso<br />
deve essere oggetto di attenta valutazione per le complesse<br />
problematiche etiche e mediche che ne derivano.