Brochure Agronomi 2011.indd - Io sono - Comune di Modena
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Or<strong>di</strong>ne Dottori <strong>Agronomi</strong> e Dottori Forestali<br />
della Provincia <strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />
ACQUA E<br />
TERRITORIO
ORDINE DOTTORI AGRONOMI E DOTTORI FORESTALI DELLA PROVINCIA DI MODENA<br />
Piazzale Boschetti, 8 – 41121 <strong>Modena</strong> - Tel.Fax. 059/211374<br />
web: associazioni.monet.modena.it/agronomi - e-mail: agronomi@comune.modena.it<br />
CONSIGLIO 2009 - 2013<br />
PRESIDENTE: Dott. Agr. Pietro Natale Capitani VICE PRESIDENTE: Dott. Agr. Andrea Di Paolo<br />
TESORIERE: Dott. Agr. Giancarlo Ricci SEGRETARIO: Dott. Agr. Ludovica Carla Ferrari<br />
CONSIGLIERI: Dott. Agr. Roberto Ban<strong>di</strong>eri, Dott. Agr. Paolo Ferrari, Dott. junior Piergiorgio Mancini<br />
Dott. Agr Giovanni Mondani, Dott. For. Marilena Po<br />
GRUPPO DI LAVORO - COMMISSIONE: AMBIENTE TERRITORIO PAESAGGIO<br />
Coor<strong>di</strong>natore: Dott. Agr. Giovanni Mondani. Gruppo lavoro: Dott. Agr. Eraldo Antonini, Dott. Agr. Giorgio Ba<strong>di</strong>ali,<br />
Dott. Agr. Rita Bega, Dott. Agr. Andrea Di Paolo, Dott. Agr. Ludovica Carla Ferrari, Dott. Agr. Giorgio Gazzotti,<br />
Dott. junior Piergiorgio Mancini, Dott. Agr. Giovanni Mondani, Dott. Agr. Mauro Pizzirani, Dott. For. Marilena Po.<br />
GRUPPO DI LAVORO - COMMISSIONE: AGRICOLTURA ESTIMO ECONOMIA AGROALIMENTARE<br />
Coor<strong>di</strong>natori: Dott. Agr. Giancarlo Ricci e Dott. Agr. Paolo Ferrari Gruppo lavoro: Dott. Agr. Katia Bernabei,<br />
Dott. Agr. Umberto Bucciarelli, Dott. Agr. Paolo Ferrari, Dott. Agr. Roberto Gnugnoli, Dott. Agr. Marco Montanari,<br />
Dott. Agr. Paride Piccinini, Dott. Agr. Giancarlo Ricci, Dott. Agr. Gabriele Rossi.<br />
COMMISSIONE <strong>di</strong> VALUTAZIONE (Formazione permanente)<br />
Membri effettivi: Dott. Agr. Andrea Di Paolo (coor<strong>di</strong>natore), Dott. Agr. Franco Ghelfi, Dott. Agr. Marco Montanari.<br />
Supplenti: Dott. Agr. Mario Ori, Dott. For. Marilena Po, Dott. Agr. Luca Rossi.<br />
COMMISSIONE “CUP Area Tecnica”<br />
Gruppo lavoro: Dott. Agr. Rita Bega (Coor<strong>di</strong>natore), Dott. Agr. Andrea Di Paolo (Consigliere referente),<br />
Dott. Agr. Ludovica Carla Ferrari, Dott. junior Piergiorgio Mancini.<br />
COMMISSIONE AREA COMUNICAZIONE<br />
Gruppo lavoro: Dott. junior Piergiogio Mancini (Coor<strong>di</strong>natore), Dott. Agr. Ludovica Carla Ferrari, Dott. Agr. Giovanni<br />
Mondani, Dott. Agr. Marco Montanari.<br />
COORDINAMENTO ESPERTI COMMISSIONI ESTERNE<br />
Gruppo lavoro: Dott. For. Marilena Po (Coor<strong>di</strong>natore), Dott. junior Piergiorgio Mancini, Dott. Agr. Mario Ori.<br />
OPINAMENTO PARCELLE<br />
Responsabile: Dott. Agr. Pietro Natale Capitani. Consigliere referente: Dott. Agr. Giancarlo Ricci.<br />
RAPPORTI CON ISTITUZIONI, ORDINI E COLLEGI PROFESSIONALI<br />
Responsabile: Dott. Agr. Pietro Natale Capitani. Consigliere referente: Dott. Agr. Andrea Di Paolo<br />
RAPPORTI CON AGENZIA DEL TERRITORIO: Referente: Dott. Agr. Luca Rossi.<br />
RAPPORTI CON CASA DEL PROFESSIONISTA: Referente: Dott. Agr. Giancarlo Ricci.<br />
RAPPORTI CON LE ASSOCIAZIONI AGRICOLE DI CATEGORIA: Referente: Dott. Agr. Paolo Ferrari.<br />
RAPPORTI CON IL TRIBUNALE: Referenti: Dott. Agr. Roberto Ban<strong>di</strong>eri (Consigliere referente) e Dott. Agr. Rita Bega.<br />
RAPPORTI CON LA C.C.I.A.A.: Referente: Dott. Agr. Pietro Natale Capitani. Commissione prezzi opere a verde:<br />
Dott. Agr. Pietro Natale Capitani, Dott. Agr. Andrea Di Paolo. Commissione prezzi opere e<strong>di</strong>li: Dott. Agr. Ludovica<br />
Carla Ferrari, Dott. Agr. Giovanni Mondani. Commissione Usi e consuetu<strong>di</strong>ni: Dott. Agr. Roberto Ban<strong>di</strong>eri.<br />
Commissione esperti: Dott. Agr. Ubaldo Colombini.<br />
ISCRITTI al 7 marzo 2011<br />
Aldrovan<strong>di</strong> Adriano, Antonini Eraldo, Auregli Gabriele, Ba<strong>di</strong>ali Giorgio, Bagni Giuseppe, Baisi Luigi, Ban<strong>di</strong>eri Roberto,<br />
Baral<strong>di</strong> Alessia, Barbari Matteo, Barbieri Guido, Baroni Margherita, Bastoni William, Bega Rita, Beltrami Guido,<br />
Bentivogli Pier Giorgio, Bernabei Katia, Bernar<strong>di</strong> Giuliano, Bigliar<strong>di</strong> Paolo, Bombarda Gilberto, Bottecchi Davide,<br />
Bracco Giuseppina, Braida Franco, Brizzi Gianluca, Bucciarelli Umberto, Bulgarelli Atos, Caccamisi Dario, Caiti Alberto,<br />
Cameroni Francesco, Campana Gianni, Campioni Gabriele, Canavero Maria Luisa, Capitani Pietro Natale, Caponi<br />
Stefano, Cargioli Giancarlo, Casa<strong>di</strong>o Pier Domenico, Castagnoli Carlo, Cattelani Mauro, Cavallini Gianni, Cervi Aldo,<br />
Cintori Piercarlo, Cioli Puviani Emilio Antonio, Codeluppi Pierluigi, Colombini Ubaldo, Corsini Adriano, Cremonini<br />
Gianni, Damiano Alessandro, Della Casa Roberto, Desco Caterina, Di Paolo Andrea, Ferraresi Erica, Ferrari Ludovica<br />
Carla, Ferrari Paolo, Ferrari Riccardo, Fiscaletti Guerrino, Frigieri Antonio, Garutti Gian Carlo, Gasparini Carlo Alberto,<br />
Gatti Paolo, Gazzotti Giorgio, Genovese Sergio, Ghelfi Franco, Ghiaroni Stefano, Giacche’ Enzo, Giovanar<strong>di</strong> Maurizio,<br />
Giovanelli Enrico, Giuli Gianluca, Giusti Lelio, Gnugnoli Roberto, Grazia Luigi, Greco Loredano, Grillenzoni Matteo,<br />
Gui<strong>di</strong> Marta, Lancellotti Michele, Lejeune Jean Pierre, Lelli Sergio, Leprotti Filippo, Levi Alberto Mario Jr., Lugli Antonio,<br />
Lugli Dino, Mancini Pier Giorgio, Martini Pier Paolo, Mazzali Guido, Mazzucchi Andrea, Me<strong>di</strong>ani Emiliano J., Melotti<br />
Mirko, Mirri Maria Angela, Molinari Elio, Mondani Giovanni, Montanari Marco, Montorsi Ellero, Morselli Marco,<br />
Norscia Simonetta, Onofri Piero, Ori Mario, Palmieri Salvatore, Piccinini Paride, Pignatti Moritz, Pivetti Maurizio,<br />
Pizzirani Mauro, Po Marilena, Pozzi Luciano, Ricci Giancarlo, Roggiani Daniele, Rosanelli Ezio Romano, Rossi Agide,<br />
Rossi Gabriele, Rossi Luca, Rossi Stefano, Rubbiani Francesco, Salsi Roberto, Sassi Marco, Scaglioni Stefano, Scaramella<br />
Alfonso, Scaruffi Stefano, Schiatti Pierangela, Serafi ni Carlo, Sghedoni Laura, Stefanini Orazio, Stufl er Maria Carolina,<br />
Tagliazucchi Maurizio, Taina Michelangela, Tanzi Carlo, Taschini Giorgio, Tedeschini Vincenzo, Vandelli Marcello,<br />
Vecchiati Maria Paola, Vespasiano Marco, Vignoli Stefano, Vitali Mirco.
1<br />
Or<strong>di</strong>ne Dottori <strong>Agronomi</strong> e Dottori Forestali<br />
della Provincia <strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />
ACQUA E<br />
TERRITORIO<br />
Pubblicazione coor<strong>di</strong>nata dal Consiglio dell’Or<strong>di</strong>ne dei Dottori <strong>Agronomi</strong> e Dottori Forestali della Provincia <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>.<br />
I contributi pubblicati <strong>sono</strong> a cura dei componenti della Commissione Ambiente Territorio Paesaggio dell’Or<strong>di</strong>ne.<br />
In<strong>di</strong>ce<br />
Presentazione .............................................................................2<br />
IL GOVERNO DELLE ACQUE<br />
DAL DUCATO ESTENSE AL REGNO D'ITALIA ..............3<br />
URBANIZZAZIONE ED INVARIANZA IDRAULICA ....6<br />
INTERVENTI IDRAULICI IN ALCUNI TORRENTI<br />
DELLA PROVINCIA DI MODENA ......................................8<br />
RELAZIONE PAESAGGISTICA IN AMBITO<br />
FLUVIALE .................................................................................11<br />
IL CENSIMENTO DELLE RETI DI IRRIGAZIONE .........12<br />
ESPANSIONE URBANA E TUTELA DEI<br />
CARATTERI AGRARI ED AMBIENTALI<br />
DEL RETICOLO IDROGRAFICO:<br />
IL CASO DEL CAVO ORTIGARA A MODENA .............14<br />
NUOVE ESIGENZE IDRICHE IN CAMPO ......................16<br />
Per visionare i testi dei contributi presenti nella brochure e altri<br />
contributi sul tema “Acqua e territorio” si può accedere alla pagina<br />
“Contributi” del sito dell'Or<strong>di</strong>ne dei Dottori <strong>Agronomi</strong> e Forestali della<br />
Provincia <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> (associazioni.monet.modena.it/agronomi)
2<br />
Presentazione<br />
L’acqua è un elemento naturale che, in tutte le sue forme, si presenta profondamente<br />
connesso con le componenti ambientali del mondo che conosciamo; per questo,<br />
un corretto approccio alle tematiche della pianificazione, progettazione e gestione<br />
della risorsa idrica deve tenere conto dello stretto rapporto tra conoscenza scientifica<br />
e realtà naturale, <strong>di</strong> cui l’agronomia è forse uno degli esempi più evidenti, ed<br />
il Dottore Agronomo e Dottore Forestale è certamente una figura professionale <strong>di</strong><br />
riferimento.<br />
Questa pubblicazione, che l’ Or<strong>di</strong>ne provinciale dei Dottori <strong>Agronomi</strong> e Dottori<br />
Forestali <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> presenta in occasione del Convegno organizzato con la Provincia<br />
<strong>di</strong> <strong>Modena</strong> nell’ambito della “Giornata Mon<strong>di</strong>ale dell’acqua 2011”, illustra<br />
l’approccio tecnico e le competenze professionali espresse da <strong>Agronomi</strong> e Forestali<br />
modenesi nel settore della tutela, gestione ed utilizzazione della risorsa idrica che<br />
rappresenta una delle maggiori sfide dello sviluppo sostenibile, a livello planetario.<br />
Si tratta <strong>di</strong> esposizioni volutamente sintetiche che illustrano il lavoro concreto <strong>di</strong><br />
professionisti impegnati in <strong>di</strong>versi ambiti operativi e che spaziano dall’irrigazione e<br />
drenaggio, alla consulenza agraria, forestale, idraulica e ambientale <strong>di</strong> supporto alla<br />
pianificazione territoriale, dalle esigenze agronomiche delle colture alle problematiche<br />
connesse all’urbanizzazione ed alle <strong>di</strong>namiche idrauliche superficiali passando<br />
attraverso cenni storici circa l’evoluzione, nel tempo, del governo delle acque nel<br />
territorio modenese.<br />
Le interpretazioni dell’argomento <strong>sono</strong> varie ma hanno in comune una visione <strong>di</strong><br />
ampio respiro, integrata con le altre componenti ambientali del territorio in relazione<br />
agli aspetti multi<strong>di</strong>sciplinari che caratterizzano la nostra figura professionale.<br />
I contributi pubblicati confermano, una volta <strong>di</strong> più, l’importanza <strong>di</strong> sapere affrontare<br />
i problemi ambientali in modo inter<strong>di</strong>sciplinare. Non è più possibile attuare un<br />
governo frazionato del territorio secondo schemi <strong>di</strong> intervento settoriali che non<br />
prevedono punti <strong>di</strong> incontro : nel caso specifico della gestione della risorsa idrica,<br />
occorre sempre tenere presente che si tratta della stessa acqua che attraversa <strong>di</strong>versi<br />
comuni, province, comprensori e pertanto occorre veramente coor<strong>di</strong>nare gli obiettivi,<br />
le scelte e le azioni conseguenti, in funzione dell’utilizzazione civile o produttiva.<br />
Di conseguenza, il tema dell’acqua non può essere trattato solo in riferimento alle<br />
sue proprietà fisiche o chimiche ma deve essere opportunamente inserito nel contesto<br />
ambientale, nei sistemi ecologici e declinato in rapporto al suo impatto complessivo<br />
sul territorio articolato in ambiti <strong>di</strong> pianura, collina e montagna.<br />
La pubblicazione è destinata alle Istituzioni quale contributo a supporto della necessaria<br />
programmazione, alle altre figure professionali che a vario titolo si occupano<br />
dell’argomento, per gli opportuni riscontri operativi, agli impren<strong>di</strong>tori agricoli<br />
per gli spunti tecnici connessi all’utilizzazione ottimale dell’acqua come fattore della<br />
produzione, ai singoli citta<strong>di</strong>ni per la crescita <strong>di</strong> una cultura dell’uso razionale della<br />
risorsa idrica <strong>di</strong> cui la società avrà sempre più bisogno.<br />
A quanti hanno reso possibile la realizzazione <strong>di</strong> questo lavoro va il nostro apprezzamento<br />
e la nostra gratitu<strong>di</strong>ne.<br />
Il Presidente dell'Or<strong>di</strong>ne Provinciale<br />
Dott. Agr. Pietro Natale Capitani
IL GOVERNO DELLE ACQUE<br />
DAL DUCATO ESTENSE AL REGNO D’ITALIA<br />
3<br />
I DOMINI ESTENSI<br />
Gli Este, una delle più antiche famiglie<br />
regnanti italiane, furono duchi<br />
<strong>di</strong> <strong>Modena</strong> e Reggio Emilia dal<br />
1452 e duchi <strong>di</strong> Ferrara dal 1471.<br />
Mantennero, quasi ininterrottamente,<br />
il controllo dei loro estesi<br />
territori sino al 1598 anno della devoluzione<br />
<strong>di</strong> Ferrara alla Stato Pontificio<br />
e trasferimento della capitale<br />
a <strong>Modena</strong>.<br />
Successivamente i domini estensi<br />
si estesero al ducato della Mirandola,<br />
al Principato <strong>di</strong> Correggio<br />
e alla contea <strong>di</strong> Novellara e grazie<br />
all’abile politica matrimoniale del<br />
duca Francesco III d’Este anche<br />
a Massa e Carrara garantendo, in<br />
tal modo, uno sbocco sul mare. Nel<br />
1847 Francesco V d’Austria d’Este<br />
ottenne anche la sovranità del feudo<br />
<strong>di</strong> Guastalla, raggiungendo la massima<br />
estensione territoriale dopo la<br />
devoluzione <strong>di</strong> Ferrara.<br />
IL GOVERNO DELLE ACQUE<br />
NEL PERIODO FERRARESE<br />
Le gran<strong>di</strong> bonifi che<br />
La seconda metà del ‘500 vide imponenti<br />
opere <strong>di</strong> bonifica idraulica<br />
dei territori estensi, le principali e<br />
più eclatanti furono quelle del Polesine<br />
<strong>di</strong> Ferrara conosciuta col nome<br />
<strong>di</strong> “Grande Bonificazione ferrarese”<br />
e quella della bassa reggiana, più<br />
nota come “Bonifica Bentivoglio”,<br />
per il cui compimento si assisteva<br />
all’instaurarsi <strong>di</strong> un interessante<br />
rapporto tra pubblico e privato volto<br />
a convogliare risorse ed energie<br />
per il completamento <strong>di</strong> così vaste<br />
opere..<br />
- La “Grande Bonificazione ferrarese”.<br />
Il Polesine ferrarese comprendeva<br />
un’ampia area territoriale<br />
compresa tra l’argine destro del Po<br />
grande e poi Po <strong>di</strong> Goro (nord), il<br />
mare Adriatico (est) l’argine sinistro<br />
del Po <strong>di</strong> Volano (sud) e l’argine destro<br />
del Panaro (ovest). La bonifica<br />
fu principalmente condotta dallo<br />
stesso duca Alfonso II d’Este al quale<br />
si erano associati i conti Giorgio<br />
e Tommaso Contarini <strong>di</strong> Zaffo e<br />
Cornelio Bentivoglio. I lavori, che<br />
ebbero la loro maggiore intensità<br />
tra il 1566 e il 1572, portarono al<br />
Il Polesine ferrarese: il tracciato dei canali <strong>di</strong> scolo della “Grande Bonifi cazione ferrarese”<br />
(al centro) e il muro <strong>di</strong> cinta della Mesola (a destra) (mappa Le Cours du Po, 1734, coll.<br />
privata)<br />
La bassa reggiana: i canali della “Bonifi ca Bentivoglio” (mappa Le Cours du Po, 1734, coll.<br />
privata)<br />
prosciugamento e messa a coltura<br />
<strong>di</strong> circa 32.500 ettari <strong>di</strong> terreno. A<br />
compimento dell’opera, avvenuta<br />
nel 1580, si <strong>di</strong>ede avvio alla ripartizione<br />
delle terre prosciugate secondo<br />
quanto stabilito dal “Capitolazioni<br />
<strong>di</strong> bonificazione”: metà<br />
spettava ai proprietari dell’area<br />
interessata e l’altra metà spettava<br />
ai bonificatori cioè a coloro i quali<br />
avevano finanziato e realizzato le<br />
opere. Il tracciamento e la descrizione<br />
dei confini era <strong>di</strong> competenza <strong>di</strong><br />
una equipe tecnica costituita da due<br />
periti agrimensori, uno per il proprietario<br />
e uno per il bonificatore a<br />
cui si aggiungeva un perito <strong>di</strong> nomina<br />
ducale col compito <strong>di</strong> re<strong>di</strong>mere<br />
eventuali controversie.<br />
- “La Bonifica Bentivoglio”. L’altro<br />
grande intervento fu quello attuato<br />
dal marchese Cornelio Bentivoglio<br />
in nome <strong>di</strong> Alfonso II d’Este nella<br />
bassa reggiana. I territori <strong>di</strong> Guastalla,<br />
Brescello e Gualtieri presentavano<br />
ampie zone in cui ristagnavano<br />
le acque che <strong>di</strong>venivano<br />
acquitrinose e malsane, ma anche i<br />
territori <strong>di</strong> Novellara, Rolo, Boretto<br />
e Castelnovo Sotto non esentavano<br />
una situazione <strong>di</strong>ssimile.<br />
Cornelio Bentivoglio, cugino <strong>di</strong> II<br />
grado del Duca estense tentò <strong>di</strong> risolvere<br />
la spinosa questione. Incaricò<br />
un’equipe <strong>di</strong> ingegneri idraulici,<br />
coor<strong>di</strong>nati dall’architetto ducale<br />
estense Giova Battista Aleotti, detto<br />
l’Argenta. Venne così redatto uno<br />
“Stabilimento Generale della Bonificazione”<br />
sottoscritto dai duchi
4<br />
Sistema per misurare l’acque correnti (Alessandro Capra, Nova Architettura <strong>di</strong> Terre e Acque, Cremona 1672, coll. privata)<br />
<strong>di</strong> Ferrara, <strong>di</strong> Mantova e <strong>di</strong> Parma<br />
sotto l’arbitrato del Duca <strong>di</strong> Urbino.<br />
I duchi <strong>di</strong> Ferrara, <strong>di</strong> Mantova e <strong>di</strong><br />
Parma mettevano a <strong>di</strong>sposizione<br />
3.000 maestranze ciascuno, i proprietari<br />
dei terreni che si andavano<br />
prosciugando contribuivano economicamente<br />
all’opera me<strong>di</strong>ante<br />
8,5 danarini per biolca prosciugata<br />
mentre Cornelio Bentivoglio si riservava<br />
il 10% dei terreni prosciugati<br />
e l’esenzione reale e personale<br />
per i terreni acquisiti dalla bonifica.<br />
I lavori hanno iniziarono intorno<br />
al 1567 e proseguirono alacremente.<br />
L’11 settembre del 1604, ormai<br />
conclusisi i lavori <strong>di</strong> bonifica, Vincenzo<br />
I, duca <strong>di</strong> Mantova e Cesare<br />
d’Este, duca <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>, sottoscrissero<br />
un trattato sulla manutenzione<br />
delle opere idrauliche eseguite e sulla<br />
regolamentazione delle pertinenti<br />
acque.<br />
L’acqua e la supremazia nell’Adriatico<br />
Congiuntamente alla Grande Bonificazione<br />
ferrarese il duca Alfonso<br />
II d’Este avvia la realizzazione <strong>di</strong><br />
una nuova città, posta alle foci del<br />
Po, sull’isola della Mesola, capace <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>venire una <strong>di</strong>retta concorrente <strong>di</strong><br />
Venezia. Dietro a questa operazione<br />
si racchiude il grande sogno <strong>di</strong><br />
Alfonso II: il controllo della navigazione<br />
sul Po e quin<strong>di</strong>, dei commerci<br />
dell’Adriatico. Nella mente <strong>di</strong> Alfonso,<br />
forse, vi era anche l’ipotesi <strong>di</strong><br />
creare una città “gemella” <strong>di</strong> Ferrara<br />
che, in caso <strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> quest’ultima<br />
per la mancanza <strong>di</strong> un erede al<br />
trono, potesse supplire alla primigenia<br />
capitale estense. Infatti la Mesola<br />
rientrava nei beni allo<strong>di</strong>ali dei duchi<br />
estensi e pertanto si sottraeva ad<br />
una possibile per<strong>di</strong>ta dell’investitura<br />
ducale sia da parte del Pontefice che<br />
da parte dell’Imperatore. I Veneziani<br />
tardarono ad accorgersi delle<br />
reali intenzioni del Duca estense e<br />
solamente nel 1586 pensano a possibili<br />
contromisure in<strong>di</strong>viduate nella<br />
realizzazione <strong>di</strong> un taglio del Po <strong>di</strong><br />
Porto Viro, che sfociasse a sud est,<br />
in <strong>di</strong>rezione della Mesola in modo<br />
tale che gli inerti scaricati dal fiume<br />
creassero un interrimento della<br />
foce, rendendo inutilizzabile il porto<br />
<strong>di</strong> Goro “in doi anni o poco più” e<br />
rendendo vana la Mesola. I progetti<br />
ducali riguardanti la Mesola però<br />
subirono un arresto dovuto a cause<br />
concomitanti: rotte del Po, crisi<br />
agraria, preoccupazioni politiche. Il<br />
Botte <strong>di</strong> Burana sotto il Panaro<br />
(Elia Lombar<strong>di</strong>ni, Della con<strong>di</strong>zione idraulica della pianura subappennina tra l’Enza e il Panaro, Milano 1865, coll. privata)
5<br />
passaggio <strong>di</strong> Ferrara allo Stato della<br />
Chiesa avvenuto agli inizi del 1598<br />
riaccese nei Veneziani i propositi<br />
<strong>di</strong> interrimento del porto <strong>di</strong> Goro<br />
e con esso della Mesola. Sul finire<br />
del 1598 la Serenissima Repubblica<br />
<strong>di</strong> Venezia decise il taglio del Po che<br />
mise definitivamente fine alla minaccia<br />
ferrarese della sovranità dei<br />
commerci in Adriatico.<br />
IL GOVERNO DELLE ACQUE<br />
NEL PERIODO MODENESE<br />
Trasferita la capitale a <strong>Modena</strong> uno<br />
dei primi e rilevanti atti amministrativi<br />
del duca Cesare d’Este fu l’istituzione<br />
del “Magistrato delle Acque<br />
e Strade e coltura dei Campi”. Le<br />
competenze del magistrato delle Acque<br />
e Strade, durante la breve occupazione<br />
francese del 1704, vennero<br />
estese a tutto il territorio del Ducato,<br />
estensione che venne confermata<br />
nel 1721dal duca Rinaldo I.<br />
Il Magistrato aveva autorità “sulle<br />
acque, gli argini, le vie pubbliche<br />
e quant’altro riguardasse l’agricoltura”,<br />
dava u<strong>di</strong>enza “un giorno o<br />
due della settimana” e le sentenze<br />
erano inappellabili. Per l’attuazione<br />
delle opere d’urgenza, venne<br />
istituita, nella prima metà del<br />
Settecento, una Cassa che veniva<br />
reintegrata nella sua dotazione dai<br />
comparti delle spese calcolati dopo<br />
l’esecuzione delle opere stesse. Nel<br />
corso del Seicento e del Settecento<br />
<strong>sono</strong> segnalati numerosi lavori <strong>di</strong><br />
regimazione delle acque e <strong>di</strong> consolidamento<br />
degli argini <strong>di</strong> fiumi e<br />
torrenti che scorrevano nei territori<br />
ducali onde scongiurare allagamenti<br />
e “corrusione delle ripe” che perio<strong>di</strong>camente<br />
si verificavano.<br />
Interessi privati e pubblica utilità: il caso<br />
della palude <strong>di</strong> Campogalliano<br />
Una causa <strong>di</strong> rilevante interesse <strong>di</strong><br />
cui si occupò il Magistrato della Acque<br />
e Strade fu quella riguardante<br />
la presenza <strong>di</strong> una palude nelle<br />
“basse <strong>di</strong> Fontana”, in prossimità<br />
del Secchia, tra Rubiera e Campogalliano.<br />
Già nel 1741 alcuni proprietari terrieri<br />
<strong>di</strong> Fontana in<strong>di</strong>rizzarono un ricorso<br />
al Magistrato per il prosciugamento<br />
della palude, che era causa<br />
<strong>di</strong> malaria. Nel 1742 il Magistrato<br />
affidò l’incarico al matematico Pietro<br />
Andrea Abbati. L’Abbati compilò<br />
tre progetti, rispettivamente<br />
nel 1743, nel 1752 e nel 1754 che<br />
incontrarono <strong>di</strong>versi ostacoli e non<br />
furono risolutivi.<br />
Alla bonifica della palude, peraltro,<br />
si opponevano anche gli interessi<br />
privati <strong>di</strong> due importanti personaggi<br />
appartenenti alla Corte estense.<br />
Contrario alla bonifica era, infatti,<br />
il feudatario <strong>di</strong> San Martino e Campogalliano,<br />
il marchese napoletano<br />
Paolo Rango d’Aragona che deteneva<br />
il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> caccia in un canneto<br />
della palude. Contrario anche<br />
il conte Greppi che, nel 1783, autorizzato<br />
dal Supremo Consiglio<br />
<strong>di</strong> Economia, realizzò una risaia in<br />
prossimità della palude. Puntualmente,<br />
l’anno dopo, il me<strong>di</strong>co Bruni<br />
inviò una relazione al Magistrato<br />
sulle “mortifere febbri” che si erano<br />
accresciute. A fronte <strong>di</strong> questa situazione<br />
il Magistrato delle Acque<br />
inviò un promemoria al duca Ercole<br />
III dal titolo “Disposizioni occorrenti<br />
per lo Disseccamento delle<br />
Palu<strong>di</strong> e la rimozione della Risaja”.<br />
Il Duca impose al Consiglio <strong>di</strong> Economia,<br />
che aveva autorizzato l’impianto<br />
della risaia, <strong>di</strong> attuare gli interventi<br />
previsti dalla relazione. Fu<br />
incaricato Giovan Battista Venturi,<br />
matematico ducale e ingegnere dello<br />
Stato, il quale risolse la complicata<br />
questione progettando un efficiente<br />
sistema scolante, ascoltando<br />
le ragioni <strong>di</strong> tutti e imponendo una<br />
ripartizione degli oneri <strong>di</strong> bonifica<br />
in modo equo, senza vessare i braccianti<br />
della zona.<br />
IL PERIODO POST UNITARIO<br />
Con l’Unità d’Italia si realizzò una<br />
necessaria ristrutturazione del governo<br />
delle acque con la creazione<br />
dei Consorzi <strong>di</strong> bonifica istituiti dalla<br />
Legge n. 2248 sui Lavori Pubblici<br />
pubblicata il 20 marzo 1865. Il Consorzio<br />
del Cavo Parmigiana-Moglia<br />
pubblicò il proprio statuto nel 1873,<br />
mentre il Consorzio Bentivoglio fu<br />
fondato nel 1878.<br />
Tuttavia i Consorzi <strong>di</strong> nuova formazione<br />
non determinarono imme<strong>di</strong>ati<br />
interventi volti alla regimazione<br />
delle acque. Probabilmente<br />
le attenzioni del governo centrale<br />
erano rivolte alla risoluzione <strong>di</strong> altre<br />
urgenze e bisognerà attendere<br />
la fine dell’Ottocento e i primi anni<br />
del Novecento perché si mettessero<br />
in atto importanti opere <strong>di</strong> bonifica<br />
nei territori ex estensi.<br />
<strong>Modena</strong>, la darsena del Naviglio (stampa ottocentesca, coll. privata)
6<br />
URBANIZZAZIONE ED INVARIANZA IDRAULICA:<br />
lo stu<strong>di</strong>o delle <strong>di</strong>namiche idrauliche superficiali come<br />
elemento fondamentale della progettazione e<strong>di</strong>lizia<br />
La moderna progettazione e<strong>di</strong>lizia,<br />
come noto, è vincolata al rispetto<br />
del principio <strong>di</strong> “INVARIANZA<br />
IDRAULICA”, secondo il quale la<br />
portata al colmo <strong>di</strong> piena risultante<br />
dal drenaggio <strong>di</strong> un’area deve essere<br />
costante prima e dopo la trasformazione<br />
dell’uso del suolo in<br />
quell’area.<br />
I processi <strong>di</strong> sviluppo ed espansione<br />
dei centri abitati sempre più spesso<br />
avvengono in aree a destinazione<br />
agricola ad elevata vocazione ed<br />
interessate da colture specializzate.<br />
In tale ambito, una corretta progettazione<br />
non può prescindere dalla<br />
conoscenza e dallo stu<strong>di</strong>o delle <strong>di</strong>namiche<br />
idrauliche superficiali del<br />
territorio contermine al comparto<br />
in progetto, con particolare attenzione<br />
alle caratteristiche del comparto<br />
produttivo agrario della zona.<br />
La figura del Dottore Agronomo e<br />
Dottore Forestale risulta in<strong>di</strong>spensabile<br />
per procedere a tale analisi,<br />
in quanto conosce le profonde connessioni<br />
esistenti tra l’orientamento<br />
produttivo agricolo, le caratteristiche<br />
delle reti idriche superficiali,<br />
i sistemi <strong>di</strong> irrigazione, le pratiche<br />
agronomiche, ed è consapevole<br />
dell’importanza che tali legami rivestono<br />
per la conservazione e la<br />
tutela dei caratteri ambientali e della<br />
sicurezza del nostro territorio.<br />
In provincia <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> il reticolo<br />
idrico superficiale assolve spesso la<br />
duplice funzione <strong>di</strong> allontanamento<br />
delle acque <strong>di</strong> scolo derivanti dai<br />
terreni agricoli durante il periodo<br />
invernale e <strong>di</strong> approvvigionamento<br />
irriguo delle colture esistenti nel<br />
periodo estivo. La compresenza <strong>di</strong><br />
queste funzioni rappresenta spesso<br />
il fattore limitante nell’in<strong>di</strong>viduazione<br />
<strong>di</strong> un idoneo corpo idrico recettore<br />
per le acque meteoriche <strong>di</strong><br />
scolo.<br />
In tale ambito, una corretta analisi<br />
del contesto idraulico superficiale<br />
deve compiersi attraverso i seguenti<br />
passaggi:<br />
- INDAGINE SUL CAMPO finalizzata<br />
alla mappatura del reticolo<br />
superficiale secondario esistente,<br />
con in<strong>di</strong>viduazione dei bacini scolanti<br />
<strong>di</strong> riferimento;<br />
- FUNZIONE SCOLO - in<strong>di</strong>viduazione<br />
dei punti critici del reticolo irriguo<br />
per posizione plano altimetrip<br />
g , p g p g p p p
ca, soggetti a frequenti esondazioni<br />
in occasione <strong>di</strong> piogge intense;<br />
- FUNZIONE IRRIGUA – in<strong>di</strong>viduazione<br />
dei manufatti idraulici<br />
esistenti e dei relativi livelli <strong>di</strong> invaso<br />
per la derivazione delle acque <strong>di</strong><br />
irrigazione.<br />
In seguito a tale ricerca, è possibile<br />
in<strong>di</strong>viduare il corpo idrico idoneo a<br />
ricevere le acque bianche <strong>di</strong> scolo<br />
del comparto in progetto e procedere<br />
con le seguenti fasi progettuali:<br />
1. Valutazione della portata al colmo<br />
<strong>di</strong> piena risultante dal drenaggio<br />
dell’area interessata dall’intervento<br />
e<strong>di</strong>ficatorio, con ricorso a<br />
meto<strong>di</strong> analitici e per tempi <strong>di</strong> ritorno<br />
adeguati;<br />
2. In<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> soluzioni progettuali<br />
tali da ricondurre la portata<br />
<strong>di</strong> scarico finale a valori idonei in<br />
rapporto alla capacità del sistema<br />
idraulico recettore;<br />
3. Definizione <strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> laminazione<br />
delle portate derivanti<br />
dalla rete <strong>di</strong> drenaggio e raccolta<br />
delle acque <strong>di</strong> pioggia, adeguato<br />
per ubicazione e <strong>di</strong>mensionamento<br />
alle esigenze riscontrate.<br />
In sede progettuale è importante<br />
prevedere e programmare gli opportuni<br />
interventi <strong>di</strong> manutenzione<br />
(<strong>di</strong>serbo ed espurgo meccanici), tali<br />
da garantire con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> ufficiosità<br />
idraulica del reticolo superficiale<br />
contermine.<br />
Diviene quin<strong>di</strong> in<strong>di</strong>spensabile conoscere<br />
e rispettare le caratteristiche<br />
idrauliche delle reti a valle del<br />
punto <strong>di</strong> immissione e le vigenti<br />
normative in materia <strong>di</strong> polizia<br />
idraulica e governo delle acque.<br />
Ad esempio, la presenza <strong>di</strong> manufatti<br />
idraulici funzionanti ed il ricorso<br />
alla realizzazione <strong>di</strong> sbarramenti<br />
temporanei ad uso irriguo, pos<strong>sono</strong><br />
produrre escursioni del livello <strong>di</strong><br />
invaso con riduzione della portata<br />
utile del condotto recettore, sino a<br />
provocare fenomeni <strong>di</strong> rigurgito ed<br />
interramento della rete fognaria in<br />
progetto.<br />
Infine la progettazione <strong>di</strong> opportuni<br />
sistemi <strong>di</strong> laminazione delle portate<br />
<strong>di</strong> scolo, eventualmente associati<br />
ad un incremento <strong>di</strong>mensionale del<br />
complesso della rete <strong>di</strong> collettori,<br />
dovrà tenere conto del grado della<br />
vulnerabilità degli acquiferi sotterranei<br />
della zona.<br />
7
8<br />
INTERVENTI IDRAULICI IN ALCUNI TORRENTI DELLA<br />
PROVINCIA DI MODENA<br />
Il naturale scorrere delle acque unito<br />
al rilevante fenomeno dei cambiamenti<br />
climatici, comporta ormai<br />
da vari anni in Italia il problema<br />
delle inondazioni, dell’erosione dei<br />
suoli e delle frane. Come sappiamo<br />
l’aumento della capacità erosiva<br />
dell’acqua va generalmente imputato<br />
alla per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> naturalità o <strong>di</strong><br />
corretta gestione dei territori collinari<br />
e montani, dove è stata perduta<br />
la capacità <strong>di</strong> trattenuta del terreno<br />
a causa in un primo tempo del forte<br />
sfruttamento e del <strong>di</strong>sboscamento e<br />
poi dell’imponente abbandono dei<br />
terreni, mentre a valle è fortemente<br />
<strong>di</strong>minuita la permeabilità dei suoli<br />
a causa <strong>di</strong> un sempre più massiccio<br />
inurbamento. Si <strong>sono</strong>, quin<strong>di</strong>, rese<br />
necessarie un complesso <strong>di</strong> opere<br />
denominate “sistemazioni idraulico-forestali<br />
ed idraulico-agrarie”<br />
volte alla <strong>di</strong>fesa dal <strong>di</strong>ssesto idrogeologico,<br />
che consistono nella regolazione<br />
delle portate idriche e solide<br />
dei torrenti me<strong>di</strong>ante interventi <strong>di</strong><br />
tipo tecnico-ingegneristico (svasi<br />
perio<strong>di</strong>ci, briglie <strong>di</strong> consolidamento,<br />
muri <strong>di</strong> sponda, pennelli ecc..) e<br />
<strong>di</strong> tipo ecologico (interventi d’ingegneria<br />
naturalistica, rimboschimenti,<br />
rinaturalizzazione degli alvei,<br />
ecc…)<br />
E’ evidente che in questo ambito la<br />
figura del dottore agronomo e del<br />
dottore forestale esercita con successo<br />
le proprie competenze, come<br />
recita la lettera b) art. 2 della legge<br />
n. 152/1992 (Or<strong>di</strong>namento della<br />
professione <strong>di</strong> dottore agronomo e<br />
<strong>di</strong> dottore forestale), esplicandosi<br />
nella progettazione e nella <strong>di</strong>rezione<br />
dei lavori <strong>di</strong> sistemazioni <strong>di</strong> fiumi<br />
e torrenti nel settore dei lavori<br />
pubblici.<br />
Qui <strong>di</strong> seguito si farà un excursus<br />
su alcuni interventi eseguiti con finanziamenti<br />
della Regione Emilia-<br />
Romagna in provincia <strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />
nel corso dell’ultimo quinquennio.<br />
I lavori <strong>sono</strong> stati attuati con <strong>di</strong>verse<br />
tecniche tipologiche <strong>di</strong> tipo costruttivo<br />
o manutentivo. Spesso si è trattato<br />
d’interventi puntuali, dovuti a<br />
circostanze critiche come ad esempio<br />
nel caso <strong>di</strong> una forte erosione <strong>di</strong><br />
sponda nel torrente Nizzola, in località<br />
Bolognina in comune <strong>di</strong> Castelvetro,<br />
a seguito della forte piovosità<br />
registrata nel giugno del 2008,<br />
che minacciava la percorribilità <strong>di</strong><br />
una strada comunale. L’intervento<br />
è consistito in uno svaso per allargare<br />
la sezione <strong>di</strong> deflusso e nella<br />
realizzazione <strong>di</strong> una <strong>di</strong>fesa spondale<br />
in massi giustapposti.<br />
Anche la protezione <strong>di</strong> piccoli inse<strong>di</strong>amenti,<br />
come sul torrente Dolo,<br />
a monte del ponte delle Volpi in<br />
comune <strong>di</strong> Frassinoro, ha previsto<br />
la costruzione <strong>di</strong> una scogliera in<br />
massi, in questo caso collegati tra<br />
loro con cavi d’acciaio ancorati a<br />
picchetti <strong>di</strong> ferro.<br />
Di frequente si pos<strong>sono</strong> verificare<br />
urgenze dovute all’ostruzione delle<br />
luci <strong>di</strong> ponti da parte <strong>di</strong> tronchi<br />
e ramaglie fluitati dalla corrente.<br />
Ciò è accaduto al ponte sul torrente<br />
Tiepido <strong>di</strong> Via Gherbella in comune<br />
<strong>di</strong> <strong>Modena</strong>, in cui macchine<br />
operatrici hanno dovuto sgomberare<br />
velocemente l’alveo onde evitare
9<br />
il rischio <strong>di</strong> sommersione della strada<br />
da parte delle acque <strong>di</strong> piena.<br />
Si è intervenuto, inoltre, in situazioni,<br />
in cui, non potendo costruire <strong>di</strong>fese<br />
<strong>di</strong> sponda a <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong> terreni per<br />
la notevole estensione del danno e<br />
per la mancanza <strong>di</strong> finanziamenti,<br />
si è cercato <strong>di</strong> risolvere il problema<br />
effettuando gran<strong>di</strong> movimentazioni<br />
<strong>di</strong> materiale litoide, che hanno<br />
tamponato il franamento delle<br />
rive, spostando la corrente al centro<br />
dell’alveo, come a Torremaina,<br />
località La Montina in comune <strong>di</strong><br />
Maranello, oppure sul fiume Pana-aro<br />
lungo la SP n. 4 in comune <strong>di</strong><br />
Pavullo.
10<br />
Una manutenzione or<strong>di</strong>naria, regolare<br />
e continua dovrebbe essere<br />
la maniera più naturale ed efficace<br />
per consentire il vero controllo<br />
delle portate dei corsi d’acqua.<br />
Purtroppo anche a causa <strong>di</strong> una<br />
cronica carenza <strong>di</strong> finanziamenti, si<br />
assiste perio<strong>di</strong>camente a interventi<br />
d’emergenza, a scapito <strong>di</strong> un reale<br />
governo delle acque e <strong>di</strong> costi più<br />
contenuti a carico della collettività.<br />
In questa situazione quando il reticolo<br />
minore, dopo essere stato<br />
abbandonato per anni, subisce un<br />
collasso dovuto ad eventi meteorici<br />
straor<strong>di</strong>nari, si intraprendono<br />
lavori <strong>di</strong> manutenzione straor<strong>di</strong>naria<br />
che consistono normalmente<br />
in risagomature <strong>di</strong> lunghi tratti <strong>di</strong><br />
corsi d’acqua che hanno danneggiato<br />
abitazioni infrastrutture e colture<br />
agrarie. In questa circostanza<br />
si provvede quanto è più possibile<br />
ad asportare piante e vegetazione<br />
dall’alveo, ad ampliare la sezione <strong>di</strong><br />
deflusso del corso d'acqua e a consolidare<br />
le rive in crollo.<br />
Questi interventi <strong>sono</strong> stati effettuati<br />
lungo il torrente Nizzola vicino<br />
all’abitato <strong>di</strong> Cavidole (comune <strong>di</strong><br />
Castelnuovo) e il torrente Taglio in<br />
località Ubersetto (comune <strong>di</strong> Formigine).
RELAZIONE PAESAGGISTICA IN AMBITO FLUVIALE<br />
11<br />
La relazione paesaggistica deve<br />
obbligatoriamente supportare ed<br />
accompagnare la progettazione ai<br />
fini dell’ottenimento dell’autorizzazione<br />
prescritta dagli articoli 146 e<br />
159 del Co<strong>di</strong>ce dei Beni Culturali<br />
e del Paesaggio, e deve contenere<br />
gli elaborati previsti dal DPCM<br />
12/12/2005.<br />
Il caso stu<strong>di</strong>o presentato riguarda<br />
un intervento e<strong>di</strong>lizio - parziale<br />
demolizione e ricostruzione <strong>di</strong> una<br />
ex stalla-fienile con annesso deposito<br />
per il letame al fine <strong>di</strong> renderne<br />
possibile l’utilizzo a residenza -<br />
che ricade entro la fascia <strong>di</strong> tutela<br />
del corso d’acqua denominato Rio<br />
Fontanacce (<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Pievepelago)<br />
ed all’interno dei territori <strong>di</strong><br />
protezione esterna dei parchi (preparco<br />
del Parco Regionale dell’Alto<br />
Appennino Modenese), sottoposta<br />
a tutela paesaggistica ai sensi del<br />
vigente D.Lgs 42/2004 all’art.142<br />
e precisamente ai punti c) ed f).<br />
L’area ed il fabbricato <strong>sono</strong> attualmente<br />
inutilizzati e presentano i segni<br />
<strong>di</strong> degrado conseguenti ad uno<br />
stato <strong>di</strong> abbandono.<br />
L’area d’intervento è sita a 1025 m<br />
s.l.m..e ricade all’interno dell’Unità<br />
<strong>di</strong> Paesaggio 26 ovvero, alla “ Montagna<br />
centrale e dorsale crinale appenninico”.<br />
Lo stu<strong>di</strong>o delle qualità e criticità paesaggistiche<br />
e l’analisi dei fattori <strong>di</strong><br />
rischio paesaggistico, antropico ed<br />
ambientale hanno messo in evidenza<br />
come il progetto proposto, attraverso<br />
i calibrati interventi previsti e<br />
l’oculato inserimento paesaggistico<br />
in<strong>di</strong>viduato, non crea ostacolo alla<br />
visibilità, profon<strong>di</strong>tà e gradevolezza<br />
del paesaggio. Il fabbricato è<br />
già presente e la trasformazione <strong>di</strong><br />
esso ad abitazione unifamiliare non<br />
comporta alcun maggior aggravio<br />
rilevabile. Dal punto <strong>di</strong> vista ambientale,<br />
il progetto <strong>di</strong> trasformazione<br />
<strong>di</strong> un fabbricato tra<strong>di</strong>zionale<br />
in una casa “passiva” ad emissioni<br />
zero (certificazione CASACLIMA)<br />
non può che avere effetti migliorativi.<br />
Con l’esigenza <strong>di</strong> valutare con precisione<br />
la compatibilità dell’opera in<br />
progetto e la previsione degli effetti<br />
delle trasformazioni dal punto <strong>di</strong><br />
vista paesaggistico – visto i due delicati<br />
ambiti <strong>di</strong> tutela -, è stato preso<br />
in esame, verificandone effetti e<br />
rispondenze, l’elenco dei principali<br />
tipi <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficazioni ed alterazioni<br />
contenuto nell’allegato descrittivo<br />
della relazione paesaggistica inserito<br />
nel DPCM 12/12/2005; in particolare<br />
la valutazione morfologica,<br />
strutturale e vedutistica. Dettagliata<br />
e necessariamente approfon<strong>di</strong>ta<br />
è stata la motivazione delle scelte<br />
progettuali, come del resto la valutazione<br />
degli impatti sul paesaggio<br />
fluviale, e non solo, delle mo<strong>di</strong>ficazioni<br />
proposte.<br />
Lo stu<strong>di</strong>o ha evidenziato come l’intervento<br />
in oggetto è, non solo in<br />
grado <strong>di</strong> rapportarsi e <strong>di</strong>alogare<br />
con la specifica identità del locale<br />
paesaggio tutelato, ma risulta essere<br />
perfettamente integrato con il<br />
contesto. Il progetto, inoltre, è pienamente<br />
in coerenza con le misure<br />
<strong>di</strong> tutela del Rio Fontanacce e della<br />
zona del preparco poiché non determina<br />
alcun effetto significativo<br />
sul corso d’acqua ed ai territori <strong>di</strong><br />
protezione dei Parco Regionale.
12<br />
IL CENSIMENTO DELLE RETI DI IRRIGAZIONE DEI COMUNI DI<br />
FORMIGINE, SPILAMBERTO, VIGNOLA, SAVIGNANO<br />
E MARANO SUL PANARO.<br />
Il presente lavoro realizzato nel periodo<br />
2005-2009 è stato commissionato<br />
da Hera S.p.A. allo scopo <strong>di</strong><br />
eseguire l’aggiornamento cartografico<br />
informatizzato della rete irrigua<br />
superficiale secondaria e rilevare le<br />
interferenze tra rete irrigua e rete<br />
fognaria, alla luce delle alterazioni<br />
generate dai processi <strong>di</strong> urbanizzazione<br />
del territorio.<br />
Le reti <strong>di</strong> irrigazione prese in esame<br />
appartengono ai comprensori <strong>di</strong><br />
Consorzi <strong>di</strong> irrigazione a carattere<br />
pubblico e privato, presso i cui archivi<br />
<strong>sono</strong> state effettuate le ricerche<br />
cartografiche, che hanno costituito<br />
la base <strong>di</strong> partenza per i successivi<br />
rilievi sul campo.<br />
SINTESI DEI RISULTATI<br />
CONSEGUITI<br />
1) interferenze tra il sistema fognario<br />
e quello <strong>di</strong> irrigazione<br />
Interferenze minori<br />
Le caratteristiche costruttive e funzionali<br />
delle reti <strong>di</strong> irrigazione rilevate,<br />
costituite da materiali spesso<br />
non a tenuta e la frequente intersezione<br />
tra rete scolante e fognaria<br />
all’interno <strong>di</strong> centri abitati determinano<br />
la presenza <strong>di</strong> fenomeni <strong>di</strong> occasionale<br />
sversamento in fognatura<br />
<strong>di</strong> acque irrigue per effetti <strong>di</strong> percolazione<br />
e filtrazione.<br />
Tali fenomeni non <strong>sono</strong> considerati<br />
significativi ai fini del presente stu<strong>di</strong>o,<br />
in quanto da un lato l’apporto<br />
idrico supplementare a carico della<br />
fognatura non è risultato apprezzabile<br />
in termini volumetrici, dall’altro<br />
l’in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> tali per<strong>di</strong>te<br />
comporta l’impiego <strong>di</strong> sistemi ispettivi<br />
costosi.<br />
Interferenze significative<br />
Queste interferenze <strong>sono</strong> <strong>di</strong> tipo<br />
puntuale e caratterizzate da portate<br />
<strong>di</strong> scarico in fognatura <strong>di</strong> maggiore<br />
entità, la cui presenza può essere rilevata<br />
anche da una semplice ispezione<br />
delle rete e monitorata presso<br />
gli impianti <strong>di</strong> depurazione, in termini<br />
<strong>di</strong> aumento/<strong>di</strong>minuzione dei<br />
volumi <strong>di</strong> reflui depurati sul me<strong>di</strong>o<br />
periodo.<br />
Al fine <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare tali fenomeni<br />
la rete fognaria è stata indagata in
13<br />
orari e perio<strong>di</strong> dell’anno corrispondenti<br />
a portate <strong>di</strong> scolo <strong>di</strong> magra,<br />
in modo da rendere più evidente<br />
la presenza <strong>di</strong> acque estranee. La<br />
fognatura è stata percorsa ed ispezionata<br />
da valle verso monte sino a<br />
restringere l’area <strong>di</strong> ricerca così da<br />
in<strong>di</strong>viduare il punto <strong>di</strong> sversamento<br />
e la provenienza delle acque.<br />
2) interferenze tra il sistema fognario<br />
e quello scolante<br />
Nei comuni analizzati il reticolo <strong>di</strong><br />
scolo superficiale risulta strettamente<br />
connesso con la viabilità esistente<br />
ed i centri abitati conservano spesso<br />
reti fognarie a valenza mista. Per tali<br />
ragioni una frazione rilevante delle<br />
acque meteoriche provenienti da<br />
superfici urbanizzate, seppure dotate<br />
<strong>di</strong> reti fognarie separate, viene<br />
convogliata in fognatura e successivamente<br />
agli impianti <strong>di</strong> depurazione.<br />
Il fenomeno è implementato dal carattere<br />
promiscuo delle reti scolanti<br />
superficiali, spesso utilizzate come<br />
veicolo per le acque <strong>di</strong> irrigazione<br />
e pertanto incrementate durante il<br />
periodo <strong>di</strong> irrigazione estivo. Tali<br />
fattori <strong>sono</strong> la principale causa del<br />
notevole aumento <strong>di</strong> portata delle<br />
reti fognarie che, in occasione <strong>di</strong><br />
eventi meteorici <strong>di</strong> rilievo, determinano<br />
l’esondazione delle fognature<br />
all’interno <strong>di</strong> centri abitati.<br />
3) situazioni <strong>di</strong> promiscuità della<br />
rete irrigua, che funge da recettore<br />
fognario all’interno dei centri abitati<br />
Questi casi <strong>sono</strong> sempre più rari e<br />
ridotti in ragione del lavoro <strong>di</strong> costante<br />
monitoraggio e adeguamento<br />
degli allacciamenti alle reti fognarie<br />
da parte del gestore del servizio fognatura.<br />
Situazioni <strong>di</strong> utilizzo promiscuo delle<br />
reti irrigue <strong>sono</strong> stati rilevate per<br />
lo più all’interno dei centri abitati,<br />
ove la rete irrigua risulta dotata peraltro<br />
<strong>di</strong> appositi manufatti <strong>di</strong> scarico<br />
delle portate <strong>di</strong> magra all’interno<br />
della fognatura. Si tratta spesso <strong>di</strong><br />
opere idrauliche precarie non sempre<br />
funzionali, il cui adeguamento<br />
consentirebbe <strong>di</strong> migliorare l’efficienza<br />
generale della rete irrigua.<br />
4) tratti <strong>di</strong> reticolo irriguo in <strong>di</strong>suso<br />
all’interno dei centri abitati<br />
I tratti <strong>di</strong> reticolo irriguo attualmente<br />
in <strong>di</strong>suso <strong>sono</strong> stati in<strong>di</strong>viduati e<br />
riportati su specifici layer <strong>di</strong> autocad.<br />
Per tali infrastrutture si evidenzia<br />
la possibilità <strong>di</strong> recupero per altri<br />
usi, previa verifica dei tracciati e<br />
delle eventuali interferenze presenti.
14<br />
ESPANSIONE URBANA E TUTELA DEI CARATTERI AGRARI ED<br />
AMBIENTALI DEL RETICOLO IDROGRAFICO:<br />
IL CASO DEL CAVO ORTIGARA A MODENA.<br />
Il generale riassetto della rete idraulica<br />
<strong>di</strong> scolo della zona peri-urbana<br />
a sud <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>, ha reso necessario<br />
uno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> fattibilità per la mo<strong>di</strong>fica<br />
del tracciato del Canale Ortigara,<br />
con deviazione dello stesso all’interno<br />
del canale d’Avia. Entrambi i canali<br />
presentano funzioni promiscue<br />
<strong>di</strong> irrigazione e scolo, e risultano<br />
profondamente integrati con l’ambiente<br />
ed il paesaggio agrario della<br />
zona. Lo stu<strong>di</strong>o è stato condotto attraverso<br />
le seguenti fasi <strong>di</strong>stinte:<br />
1) Analisi dei caratteri generali del<br />
paesaggio agrario<br />
2) Stu<strong>di</strong>o delle pratiche irrigue attuali<br />
3) Analisi della funzionalità idraulica<br />
del canale Ortigara e canale d’Avia,<br />
e determinazione dei principali elementi<br />
<strong>di</strong> criticità.<br />
Le valutazioni effettuate <strong>sono</strong> state,<br />
inoltre, corredate da una puntale ricerca<br />
ed elaborazione cartografica,<br />
finalizzata ai seguenti obiettivi:<br />
- definire la funzione irrigua del<br />
canale, attraverso il rilievo e la rappresentazione<br />
della rete idrografica<br />
del territorio comunale, prodotta<br />
nell’ambito del Piano <strong>di</strong> risanamento<br />
attuato nel 1985 da comune <strong>di</strong><br />
<strong>Modena</strong>.<br />
- analizzare le rispettive funzioni<br />
idrauliche del Canale Ortigara e<br />
Canale D’Avia, attraverso il rilievo<br />
dei rispettivi micro-bacini <strong>di</strong> irrigazione<br />
e <strong>di</strong> scolo elaborati a partire<br />
dai dati desunti dal bilancio idrico<br />
agricolo del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />
(1988).<br />
- In<strong>di</strong>viduare e rilevare la superficie<br />
impermeabile del micro-bacino <strong>di</strong><br />
scolo, rappresentata in prevalenza<br />
dalla viabilità autostradale Milano<br />
– Bologna e dalla strada <strong>Modena</strong> –<br />
Sassuolo, i cui fossati <strong>di</strong> guar<strong>di</strong>a recapitano<br />
le acque meteoriche <strong>di</strong> scolo<br />
nel Canale Ortigara. L’elemento<br />
critico principale nel funzionamento<br />
del bacino <strong>di</strong> scolo del canale stesso<br />
è rappresentato proprio dalle summenzionate<br />
interferenze del tracciato<br />
viario, in quanto realizzato in<br />
tempi recenti.<br />
- censire in cartografia i manufatti<br />
recenti <strong>di</strong> tombinatura ed attraversamento<br />
del Canale Ortigara, in<br />
rapporto ai manufatti storici originari,<br />
tuttora esistenti e sotto<strong>di</strong>mensionati.<br />
CONCLUSIONI<br />
A seguito delle indagini effettuate, è<br />
stato possibile stabilire che la realizzazione<br />
delle opere <strong>di</strong> regimazione<br />
idraulica consistenti nella deviazione<br />
del corso attuale del Canale Ortigara<br />
all’interno del Canale D’Avia,<br />
pos<strong>sono</strong> definirsi pienamente compatibili<br />
dal punto <strong>di</strong> vista idraulico<br />
ed agrario - ambientale con il contesto<br />
territoriale esistente.In definitiva,<br />
i previsti interventi <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>fica del<br />
tracciato del cavo Ortigara in rapporto<br />
alle caratteristiche idraulicoambientali<br />
e agro-vegetazionali del<br />
territorio analizzate dallo stu<strong>di</strong>o,<br />
rendono possibile una migliore gestione<br />
della risorsa idrica superficiale<br />
attraverso le seguenti azioni:<br />
1) La riduzione del rischio idraulico<br />
a carico delle aree urbane sot-
15<br />
tese al Canale Ortigara, il quale<br />
oggi presente caratteristiche strutturali<br />
inadeguate ai volumi <strong>di</strong> scolo<br />
da smaltire, attraverso un sensibile<br />
miglioramento dell’officiosità e<br />
dell’efficienza idraulica dei canali<br />
interessati e del reticolo idrografico<br />
esistente, sia <strong>di</strong> quello principale (fiume<br />
Secchia), sia <strong>di</strong> quello minore;<br />
2) La tutela e conservazione delle<br />
funzioni irrigue del Canale Ortigara<br />
a favore delle zone rurali esistenti<br />
nell’area periurbana <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>,<br />
allo scopo <strong>di</strong> garantire la <strong>di</strong>sponibilità<br />
della risorsa idrica per gli usi agricoli<br />
ed ambientali attuali e futuri.<br />
É da rilevare, inoltre, che, considerate<br />
le conferme <strong>di</strong> una connessione<br />
idraulica <strong>di</strong>retta tra il Canale Ortigara<br />
ed il Canale D’Avia emerse a<br />
seguito delle ricerche storico-testimoniali<br />
effettuate sulla originaria<br />
conformazione del reticolo idrografico<br />
comunale, le opere in progetto<br />
<strong>sono</strong> da considerarsi funzionali e<br />
finalizzate a restituire al canale Ortigara<br />
ed al reticolo idrografico ad<br />
esso collegato maggiore coerenza e<br />
razionalità d’uso.<br />
Queste potranno essere le premesse<br />
ottimali per la realizzazione <strong>di</strong> aree<br />
ver<strong>di</strong>, parchi pubblici, giochi d’acqua,<br />
ciclopiste e infrastrutture tali da<br />
rappresentare un’idonea connessione<br />
tra il tessuto urbano e l’ambiente<br />
rurale circostante, che potrà <strong>di</strong>venire<br />
maggiormente fruibile da parte<br />
della citta<strong>di</strong>nanza.
16<br />
NUOVE ESIGENZE IDRICHE IN CAMPO<br />
Collaborazioni: agronomi-agricoltori,<br />
agronomi-costruttori <strong>di</strong> macchine irrigue<br />
Risorse idriche, terreno e conoscenze<br />
agronomiche costituiscono il bagaglio<br />
tecnico essenziale per l’uso<br />
intelligente delle risorse e per ottenere<br />
i migliori risultati produttivi<br />
dell’attività agricola.<br />
Irrigare significa reintegrare l’umi<strong>di</strong>tà<br />
del terreno e renderla misuratamente<br />
<strong>di</strong>sponibile per le piante:<br />
ogni impiego idrico insufficiente od<br />
eccessivo si trasforma in risultati negativi.<br />
Negli ultimi anni il <strong>di</strong>battito sull’impiego<br />
delle risorse idriche si è fatto<br />
pressante e ha investito l’intero<br />
Paese. Nel 2003, gli agricoltori si<br />
<strong>sono</strong> trovati in estrema <strong>di</strong>fficoltà: da<br />
un lato la necessità <strong>di</strong> assicurare la<br />
loro produzione e dall’altro il dover<br />
risparmiare le risorse idriche, <strong>di</strong>venute<br />
insufficienti. In questo contesto<br />
gli agricoltori e i costruttori <strong>di</strong> macchine<br />
irrigatrici italiane, si <strong>sono</strong> attivati<br />
per promuovere un miglioramento<br />
tecnologico al fine <strong>di</strong> offrire<br />
al mercato agricolo soluzioni tecniche<br />
innovative per una migliore gestione<br />
dell’acqua, senza penalizzare<br />
le produzioni.<br />
In questa fase <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento<br />
tecnico, <strong>sono</strong> stati coinvolti gli agronomi,<br />
con il compito <strong>di</strong> ricercare<br />
l’adozione <strong>di</strong> specifici sistemi irrigui<br />
e tecnologie maggiormente efficienti.<br />
In pratica all’agronomo è stato demandato<br />
il compito <strong>di</strong> osservare gli<br />
effetti dei sistemi adottati e proporre<br />
alle industrie produttrici quelle<br />
opportune mo<strong>di</strong>fiche tecniche necessarie<br />
ad ottimizzare l’efficienza<br />
irrigua sul campo senza penalizzare<br />
la produttività.<br />
L’esito finale <strong>di</strong> questa collaborazione,<br />
coor<strong>di</strong>nata dagli agronomi, ha<br />
dato risultati positivi in termini <strong>di</strong><br />
risparmio idrico ed energetico e <strong>di</strong><br />
produzione agricola<br />
Il settore che ha dato una maggiore<br />
risposta in questa <strong>di</strong>rezione è rappresentato<br />
dai sistemi <strong>di</strong> irrigazione<br />
a pioggia con irrigatori mobili.<br />
Fig. 1 - Irrigatore a impatto<br />
Fig. 2 - Irrigatore a turbina<br />
Fig. 3 - Irrigatore a rotazione variabile<br />
Questi ultimi, per l’irrigazione dei<br />
seminativi, rappresentano una realtà<br />
<strong>di</strong> primo piano per l’agricoltura<br />
italiana che, a tutt’oggi, impiega<br />
circa 60.000 “rotoloni” su colture<br />
<strong>di</strong> pieno campo come pomodoro,<br />
cipolla, barbabietola, mais, tabacco,<br />
patate.<br />
UNIFORMITA’ IRRIGUA<br />
L’uniformità <strong>di</strong>stributiva sul terreno<br />
rappresenta un traguardo primario<br />
per migliorare le produzioni e per<br />
ottimizzare l’impiego idrico: a questo<br />
scopo gli agronomi hanno de<strong>di</strong>cato<br />
particolare attenzione all’uso<br />
degli irrigatori.<br />
I sistemi ad aspersione, costituiti da<br />
irrigatori fissi sul campo, risalenti<br />
agli anni ’70-’80, erogavano ingenti<br />
surplus irrigui (fig. 1) con conseguenti<br />
sprechi idrici e <strong>di</strong>lavamento<br />
del terreno.<br />
Negli stessi anni gli irrigatori montati<br />
sui carrelli dei rotoloni, ruotavano<br />
con meccanismi ad impatto
17<br />
e generavano una curva pluviometrica<br />
dalla caratteristica forma a<br />
campana (fig. 2); la loro uniformità,<br />
valutata con parametri del 70-<br />
80%, generava evidenti surplus irrigui<br />
concentrando la <strong>di</strong>stribuzione<br />
dell’acqua soprattutto al centro della<br />
striscia irrigata.<br />
Successivamente l’irrigatore a impatto<br />
è stato sostituito con irrigatori<br />
a turbina. Questi ultimi, adottati<br />
negli anni ’90-’00, assicurano standard<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione più uniformi<br />
(85-90%), con notevole riduzione<br />
del surplus irriguo (fig. 3)<br />
Recentemente <strong>sono</strong> stati realizzati<br />
irrigatori a turbina a rotazione<br />
variabile, con <strong>di</strong>stribuzione e parametri<br />
<strong>di</strong> uniformità pari al 95-98%,<br />
che eliminano i surplus irrigui dei<br />
modelli precedenti (fig. 4). Questi<br />
irrigatori <strong>di</strong>spongono <strong>di</strong> un <strong>di</strong>spositivo<br />
meccanico, che varia la velocità<br />
<strong>di</strong> rotazione e uniforma la <strong>di</strong>stribuzione<br />
dell’acqua sulla striscia irrigata:<br />
il movimento dell’irrigatore, cresce<br />
gradualmente fino al centro del<br />
campo, per poi <strong>di</strong>minuire progressivamente<br />
dal centro verso l’altro<br />
estremo. In questi <strong>di</strong>spositivi (che<br />
pos<strong>sono</strong> irrigare strisce larghe fino a<br />
100-140 m e lunghe fino a 500 m,<br />
per giorno, con notevoli uniformità,<br />
economie <strong>di</strong> gestione e rilevanti riduzioni<br />
<strong>di</strong> costi) la curva pluviometrica<br />
si abbassa notevolmente con<br />
estrema omogeneità e uniformità su<br />
tutta la striscia.<br />
Fig. 4 - Pluviometria <strong>di</strong> ala piovana<br />
Fig.<br />
5 - Pluviometria <strong>di</strong> irrigatori igat<br />
fissi<br />
L’impiego delle ali piovane <strong>di</strong> nuova<br />
generazione pos<strong>sono</strong> essere impiegate<br />
su ogni tipo <strong>di</strong> modello <strong>di</strong><br />
rotolone, richiedono bassissime<br />
pressioni <strong>di</strong> utilizzo (1,5 atm) e pos<strong>sono</strong><br />
irrigare, secondo il modello <strong>di</strong><br />
macchina irrigatrice adottata, fino a<br />
5 ha/giorno, sviluppando un fronte<br />
irriguo fino a 84 m. Inoltre consentono<br />
notevoli vantaggi produttivi ed<br />
economici anche in zone ventose e<br />
su culture delicate come le orticole,<br />
realizzando una uniformità irrigua<br />
sul terreno pari al 100% (fig. 5), con<br />
costi energetici molto contenuti.<br />
I PROBLEMI DEGLI IMPIANTI<br />
A GOCCIA<br />
Dal punto <strong>di</strong> vista agronomico l’utilità<br />
dell’irrigazione è misurata sul<br />
volume <strong>di</strong> terreno che può essere
18<br />
mantenuto nelle migliori con<strong>di</strong>zioni<br />
<strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà per all’attività ra<strong>di</strong>cale<br />
e per la crescita delle piante.<br />
L’irrigazione a pioggia umi<strong>di</strong>fica il<br />
100% della superficie e del volume<br />
del terreno mentre quella a goccia<br />
<strong>di</strong>stribuisce l’acqua in modo localizzato<br />
e puntiforme. L’irrigazione<br />
localizzata origina una ristretta<br />
zona fortemente bagnata (anche<br />
fino al 30% della superficie complessiva),<br />
in cui si concentra oltre il<br />
50% dell’acqua erogata, caratterizzata<br />
da fenomeni percolativi anche<br />
profon<strong>di</strong> (infiltrazione tipo chiodo o<br />
carota), con <strong>di</strong>lavamento <strong>di</strong> colloi<strong>di</strong>,<br />
aci<strong>di</strong> umici, e fertilizzanti. Ne consegue<br />
la riduzione della fertilità del<br />
terreno, che rende necessario reintegrare<br />
le asportazioni me<strong>di</strong>ante la<br />
fertirrigazione. Con questi impianti<br />
a <strong>di</strong>stribuzione localizzata, i concimi<br />
vengono <strong>di</strong>stribuiti in punti precisi<br />
e non su tutto l’appezzamento<br />
<strong>di</strong> terreno per cui, mantenendo le<br />
dosi <strong>di</strong> concime ad ettaro, si ha un<br />
un aumento delle quantità <strong>di</strong> concime<br />
effettivamente somministrato a<br />
metro quadro: in alcuni casi si raggiungono<br />
e si superano i 1000 g/<br />
mq, anziché i17g/mq <strong>di</strong> N, come<br />
previsto dalla normativa vigente<br />
con conseguente spreco <strong>di</strong> concime<br />
Sopra, a sinistra: "Sezione trasversale <strong>di</strong> terreno<br />
con coltura erbacea irrigata a goccia.<br />
Profi lo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione dell'acqua. Gli impianti<br />
<strong>di</strong> irrigazione a goccia erogano acqua in<br />
maniera <strong>di</strong>somogenea sul terreno. L'erogazione<br />
puntiforme e continua <strong>di</strong> acqua nel<br />
medesimo punto, ne provoca una <strong>di</strong>ffusione<br />
esclusivamente lungo vie preferenziali.<br />
L'elevata quantità <strong>di</strong> acqua che imbocca<br />
queste vie preferenziali, per la maggior parte,<br />
raggiunge strati sottostanti del terreno<br />
non esplorati dalle ra<strong>di</strong>ci, senza quin<strong>di</strong> essere<br />
utilizzata dalle colture.<br />
Sopra, a destra: "Sezione trasversale <strong>di</strong> terreno<br />
con coltura erbacea irrigata a pioggia.<br />
Profi lo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione dell'acqua. Gli impianti<br />
<strong>di</strong> irrigazione a pioggia <strong>di</strong>stribuiscono l'acqua<br />
necessaria alle colture in maniera uniforme<br />
sul terreno . La bagnatura omogenea,<br />
tipica dell'irrigazione a pioggia, è limitata<br />
solamente allo strato <strong>di</strong> terreno interessato<br />
dall'apparato ra<strong>di</strong>cale senza percolazione<br />
<strong>di</strong> acqua negli strati più profon<strong>di</strong>.<br />
A sinistra: "Sezione trasversale <strong>di</strong> terreno<br />
con coltura arborea irrigata a goccia. Profi<br />
lo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione dell'acqua. L'irrigazione a<br />
goccia, soprattutto negli impianti arborei,<br />
coinvolge una minima parte dell'apparato<br />
ra<strong>di</strong>cale, che si sviluppa maggiormente in<br />
prossimità degli erogatori. La percolazione<br />
<strong>di</strong> acqua irrigua nel terreno, soprattutto<br />
con l'utilizzo <strong>di</strong> pratiche fertirrigue, provoca<br />
accumulo <strong>di</strong> fertilizzanti in strati <strong>di</strong><br />
terreno non esplorati dalle ra<strong>di</strong>ci o, peggio<br />
ancora, raggiungono le falde, provocandone<br />
talora l'inquinamento.
19<br />
che tende a raggiungere le falde.<br />
Una ulteriore riflessione va riservata<br />
agli effetti procurati al terreno,<br />
dall’impiego <strong>di</strong> ipoclorito <strong>di</strong> so<strong>di</strong>o<br />
utilizzato per la pulizia dei tubi e<br />
degli ugelli, dall’impiego si soluzioni<br />
<strong>di</strong> acido fosforico e <strong>di</strong> acido nitrico<br />
nelle <strong>di</strong>verse fasi <strong>di</strong> fertirrigazione.<br />
Queste sostanze, erogate ripetutamente<br />
sul terreno, determinano un<br />
abbassamento del pH, ma nel contempo<br />
incentivano la degradazione<br />
della sostanza organica e, quin<strong>di</strong><br />
dell’azione <strong>di</strong> questa sul trattenimento<br />
degli elementi della fertilità.<br />
Dal punto <strong>di</strong> vista del risparmio<br />
idrico, molteplici sperimentazioni<br />
svolte da qualificati centri <strong>di</strong> ricerca<br />
(Canale Emiliano Romagnolo,<br />
Azienda Sperimentale Regionale<br />
Ta<strong>di</strong>ni, Beta, Università <strong>di</strong> Firenze,<br />
Arsia, Amis), <strong>di</strong>mostrano che nelle<br />
colture <strong>di</strong> pieno campo, l’impiego<br />
idrico delle manichette a goccia<br />
porta a consumi sempre superiori<br />
al fabbisogno idrico delle piante. E<br />
ciò anche dovuto alla <strong>di</strong>fficoltà del<br />
controllo <strong>di</strong>retto dell’umi<strong>di</strong>ficazione<br />
del terreno.<br />
patata e mais).<br />
Ad esempio, nella coltivazione del<br />
pomodoro da industria si <strong>sono</strong> riscontrati<br />
costi me<strong>di</strong> per l’irrigazione<br />
a pioggia pari ad euro 330,00/ettaro,<br />
mentre per l’irrigazione a goccia<br />
con manichetta i costi me<strong>di</strong> <strong>sono</strong><br />
stati in<strong>di</strong>viduati in euro 1.240,00/<br />
ettaro, con erogazioni idriche similari.<br />
I valori <strong>di</strong> costo, nel complesso,<br />
hanno rivelato oscillazioni, per l’irrigazione<br />
ad aspersione comprese<br />
tra 240 e 450 €/ettaro, mentre per<br />
gli impianti a manichetta, i valori<br />
rilevati <strong>sono</strong> compresi tra i 900 €/<br />
ettaro e 1.800 €/ettaro. Da questi<br />
costi <strong>sono</strong> stati esclusi i fertilizzanti.<br />
L’analisi delle componenti <strong>di</strong> costo<br />
rivela inoltre che, mentre per<br />
l’aspersione con semoventi prevale<br />
il costo energetico, per gli impianti<br />
a goccia con manichetta <strong>sono</strong> consistenti<br />
i costi per l’acquisto delle attrezzature<br />
e per il lavoro svolto alla<br />
loro installazione. Il confronto tra le<br />
Produzioni Lorde Ven<strong>di</strong>bili (PLV)<br />
realizzate con i sistemi a pioggia e<br />
a goccia, in un contesto <strong>di</strong> pieno<br />
COSTI IRRIGUI<br />
<strong>Agronomi</strong> e ricercatori universitari,<br />
hanno svolto indagini e prove<br />
comparative in campo, al fine <strong>di</strong> determinare<br />
i costi dei <strong>di</strong>versi meto<strong>di</strong><br />
irrigui per le singole colture.<br />
I risultati hanno evidenziato i notevoli<br />
vantaggi dei sistemi ad aspersione<br />
con macchine irrigatrici semoventi,<br />
rispetto agli impianti a goccia<br />
con manichette, che si <strong>sono</strong> rivelati<br />
decisamente più onerosi.<br />
Le esperienze più significative <strong>sono</strong><br />
state condotte dall’associazione<br />
Beta sulla barbabietola e dall’Arsia<br />
in Toscana con la collaborazione<br />
dell’Università <strong>di</strong> Firenze (pomodoro,<br />
cipolla, barbabietola, tabacco,
20<br />
campo, non ha evidenziato significative<br />
<strong>di</strong>fferenze produttive. Il rapporto<br />
tra la PLV realizzata e i costi<br />
irrigui risulta chiaramente a favore<br />
dei sistemi ad aspersione: le motivazioni<br />
vanno ricercate soprattutto<br />
nelle variabili ambientali dei nostri<br />
clima temperati, che pena lizzano le<br />
potenzialità teoriche degli impianti<br />
a goccia. I risultati ottenuti nel centro-nord<br />
Italia, su colture <strong>di</strong> pieno<br />
campo, vanno a sconfessare la presunta<br />
virtuosità dei sistemi a goccia<br />
poiché questi risultano più costosi,<br />
più complicati nella gestione e poco<br />
economici, oltre a ciò presentano<br />
problemi ambientali dovuti allo<br />
smaltimento delle manichette a fine<br />
stagione e alla possibilità <strong>di</strong> percolazione<br />
<strong>di</strong> fertilizzanti.<br />
Produzioni per ettaro dei <strong>di</strong>versi sistemi irrigui.
PRINCIPALI LEGGI CHE REGOLAMENTANO LA PROFESSIONE DEI DOTTORI AGRONOMI E DOTTORI FORESTALI<br />
LEGGE 7 GENNAIO 1977 N.3<br />
LEGGE 10 FEBBRAIO 1992 N.152<br />
Dal testo coor<strong>di</strong>nato delle norme concernenti l’or<strong>di</strong>namento professionale si riporta<br />
l’articolo che in<strong>di</strong>ca le competenze dei Dottori <strong>Agronomi</strong> e Dottori Forestali<br />
Art. 2<br />
Attività professionali<br />
1. Sono <strong>di</strong> competenza dei dottori agronomi e dei dottori forestali<br />
le attività volte a valorizzare e gestire i processi produttivi agricoli,<br />
zootecnici e forestali, a tutelare l’ambiente e, in generale, le attività<br />
riguardanti il mondo rurale. In particolare, <strong>sono</strong> <strong>di</strong> competenza dei<br />
dottori agronomi e dei dottori forestali:<br />
a) la <strong>di</strong>rezione, l’amministrazione, la gestione, la contabilità,<br />
la curatela e la consulenza, singola o <strong>di</strong> gruppo, <strong>di</strong> imprese<br />
agrarie, zootecniche e forestali e delle industrie per<br />
l’utilizzazione, la trasformazione e la commercializzazione<br />
dei relativi prodotti;<br />
b) lo stu<strong>di</strong>o, la progettazione, la <strong>di</strong>rezione, la sorveglianza, la<br />
liquidazione, la misura, la stima, la contabilità e il collaudo<br />
delle opere <strong>di</strong> trasformazione e <strong>di</strong> miglioramento fon<strong>di</strong>ario,<br />
nonchè delle opere <strong>di</strong> bonifica e delle opere <strong>di</strong> sistemazione<br />
idraulica e forestale, <strong>di</strong> utilizzazione e regimazione delle acque<br />
e <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa e conservazione del suolo agrario, semprechè queste<br />
ultime, per la loro natura prevalentemente extra-agricola o<br />
per le <strong>di</strong>verse implicazioni professionali non richiedano anche<br />
la specifica competenza <strong>di</strong> professionisti <strong>di</strong> altra estrazione;<br />
c) lo stu<strong>di</strong>o, la progettazione, la <strong>di</strong>rezione, la sorveglianza, la<br />
liquidazione, la misura, la stima, la contabilità e il collaudo <strong>di</strong><br />
opere inerenti ai rimboschimenti, alle utilizzazioni forestali,<br />
alle piste da sci ed attrezzature connesse, alla conservazione<br />
della natura, alla tutela del paesaggio ed all’assestamento<br />
forestale;<br />
d) lo stu<strong>di</strong>o, la progettazione, la <strong>di</strong>rezione, la sorveglianza, la<br />
liquidazione, la misura, la stima, la contabilità ed il collaudo,<br />
compresa la certificazione statica ed antincen<strong>di</strong>o dei lavori<br />
relativi alle costruzioni rurali e <strong>di</strong> quelli attinenti alle industrie<br />
agrarie e forestali, anche se iscritte al catasto e<strong>di</strong>lizio urbano,<br />
ai sensi dell’articolo 1 comma 5 del decreto legge 27 aprile<br />
1990, n. 90, convertito, con mo<strong>di</strong>ficazioni, dalla legge 26<br />
giugno 1990, n. 165, (2) nonchè dei lavori relativi alle opere<br />
idrauliche e stradali <strong>di</strong> prevalente interesse agrario e forestale<br />
ed all’ambiente rurale, ivi compresi gli invasi artificiali che<br />
non rientrano nelle competenze del servizio <strong>di</strong>ghe del<br />
Ministero dei lavori pubblici;<br />
e) tutte le operazioni dell’estimo in generale, e, in particolare,<br />
la stima e i rilievi relativi a beni fon<strong>di</strong>ari, capitali agrari,<br />
produzioni animali e vegetali <strong>di</strong>rette o derivate, mezzi <strong>di</strong><br />
produzione, acque, danni, espropriazioni, servitù nelle<br />
imprese agrarie, zootecniche e forestali e nelle industrie per<br />
l’utilizzazione, la trasformazione e la commercializzazione<br />
dei relativi prodotti;<br />
f) i bilanci, la contabilità, gli inventari e quant’altro attiene<br />
all’amministrazione delle aziende e imprese agrarie, o <strong>di</strong><br />
trasformazione e commercializzazione dei relativi prodotti e<br />
all’amministrazione delle associazioni <strong>di</strong> produttori, nonchè<br />
le consegne e riconsegne <strong>di</strong> fon<strong>di</strong> rustici;<br />
g) l’accertamento <strong>di</strong> qualità e quantità delle produzioni agricole,<br />
zootecniche e forestali e delle relative industrie, anche in<br />
applicazione della normativa comunitaria, nazionale e<br />
regionale;<br />
h) la meccanizzazione agrario-forestale e la relativa attività <strong>di</strong><br />
sperimentazione e controllo nel settore applicativo;<br />
i) i lavori e gli incarichi riguardanti la coltivazione delle<br />
piante, la <strong>di</strong>fesa fitoiatrica, l’alimentazione e l’allevamento<br />
degli animali, nonchè la conservazione, il commercio,<br />
l’utilizzazione e la trasformazione dei relativi prodotti;<br />
l) lo stu<strong>di</strong>o, la progettazione, la <strong>di</strong>rezione, la sorveglianza,<br />
la liquidazione, la misura, la stima, la contabilità ed il<br />
collaudo dei lavori relativi alla tutela del suolo, delle acque<br />
e dell’atmosfera, ivi compresi i piani per lo sfruttamento<br />
ed il ricupero <strong>di</strong> torbiere e <strong>di</strong> cave a cielo aperto, le opere<br />
attinenti all’utilizzazione e allo smaltimento sul suolo agricolo<br />
<strong>di</strong> sottoprodotti agro-industriali e <strong>di</strong> rifiuti urbani, nonchè la<br />
realizzazione <strong>di</strong> barriere vegetali antirumore;<br />
m) i lavori catastali, topografici e cartografici sia per il catasto<br />
rustico che per il catasto urbano;<br />
n) la valutazione per la liquidazione degli usi civici e l’assistenza<br />
della parte nella stipulazione <strong>di</strong> contratti in<strong>di</strong>viduali e collettivi<br />
nelle materie <strong>di</strong> competenza;<br />
o) le analisi fisico-chimico-microbiologiche del suolo, dei mezzi<br />
<strong>di</strong> produzione e dei prodotti agricoli, zootecnici e forestali e<br />
le analisi, anche organolettiche, dei prodotti agro-industriali e<br />
l’interpretazione delle stesse;<br />
p) la statistica, le ricerche <strong>di</strong> mercato, il marketing, le attività<br />
relative alla cooperazione agricolo-forestale, alla industria<br />
<strong>di</strong> trasformazione dei prodotti agricoli, zootecnici e forestali<br />
ed alla loro commercializzazione, anche organizzata in<br />
associazioni <strong>di</strong> produttori, in cooperative e in consorzi;<br />
q) gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> assetto territoriale ed i piani zonali, urbanistici<br />
e paesaggistici; la programmazione, per quanto attiene alle<br />
componenti agricolo-forestali ed ai rapporti città campagna; i<br />
piani <strong>di</strong> sviluppo <strong>di</strong> settore e la redazione nei piani regolatori<br />
<strong>di</strong> specifici stu<strong>di</strong> per la classificazione del territorio rurale,<br />
agricolo, forestale;<br />
r) lo stu<strong>di</strong>o, la progettazione, la <strong>di</strong>rezione, la sorveglianza, la<br />
misura, la stima, la contabilità ed il collaudo <strong>di</strong> lavori inerenti<br />
alla pianificazione territoriale ed ai piani ecologici per la<br />
tutela dell’ambiente; la valutazione <strong>di</strong> impatto ambientale<br />
ed il successivo monitoraggio per quanto attiene agli effetti<br />
sulla flora e la fauna; i piani paesaggistici e ambientali per lo<br />
sviluppo degli ambiti naturali, urbani ed extraurbani; i piani<br />
ecologici e i rilevamenti del patrimonio agricolo e forestale;<br />
s) lo stu<strong>di</strong>o, la progettazione, la <strong>di</strong>rezione, la sorveglianza,<br />
la misura, la stima, la contabilità ed il collaudo <strong>di</strong> lavori<br />
inerenti alla valutazione delle risorse idriche ed ai piani per<br />
la loro utilizzazione sia a scopo irriguo che per le necessità <strong>di</strong><br />
approvvigionamento nel territorio rurale;<br />
t) lo stu<strong>di</strong>o, la progettazione, la <strong>di</strong>rezione e il collaudo <strong>di</strong><br />
interventi e <strong>di</strong> piani agrituristici e <strong>di</strong> acquacoltura;<br />
u) la progettazione e la <strong>di</strong>rezione dei lavori <strong>di</strong> costruzioni rurali<br />
in zone sismiche <strong>di</strong> cui agli articoli 17 e 18 della legge 2<br />
febbraio 1974, n. 64; (3)<br />
v) la progettazione, la <strong>di</strong>rezione, la sorveglianza, la liquidazione,<br />
la misura, la contabilità ed il collaudo <strong>di</strong> lavori relativi al verde<br />
pubblico, anche sportivo, e privato, ai parchi naturali urbani<br />
ed extraurbani, nonchè ai giar<strong>di</strong>ni e alle opere a verde in<br />
generale;<br />
z) il recupero paesaggistico e naturalistico; la conservazione<br />
<strong>di</strong> territori rurali, agricoli e forestali; il recupero <strong>di</strong> cave e<br />
<strong>di</strong>scariche nonchè <strong>di</strong> ambienti naturali;<br />
aa) le funzioni peritali e <strong>di</strong> arbitrato in or<strong>di</strong>ne alle attribuzioni<br />
in<strong>di</strong>cate nelle lettere precedenti;<br />
bb) l’assistenza e la rappresentanza in materia tributaria e le<br />
operazioni riguardanti il cre<strong>di</strong>to ed il contenzioso tributario<br />
attinenti alle materie in<strong>di</strong>cate nelle lettere precedenti;<br />
cc) le attività, le operazioni e le attribuzioni comuni con altre<br />
categorie professionali ed in particolare quelle richiamate<br />
nell’articolo 19 del regio decreto 11 febbraio 1929, n. 274,<br />
ivi comprese quelle elencate sotto le lettere a), d), f), m), n)<br />
dell’articolo 16 del medesimo regio decreto n. 274 del 1929<br />
e quelle <strong>di</strong> cui all’articolo 1 del regio decreto 16 novembre<br />
1939, n. 2229 ed agli articoli 1 e 2 della legge 5 novembre<br />
1971, n. 1086, nei limiti delle competenze dei geometri. (4)<br />
2. I dottori agronomi e i dottori forestali hanno la facoltà <strong>di</strong> svolgere<br />
le attività <strong>di</strong> cui al comma 1 anche in settori <strong>di</strong>versi da quelli ivi<br />
in<strong>di</strong>cati quando siano connesse o <strong>di</strong>pendenti da stu<strong>di</strong> o lavori <strong>di</strong> loro<br />
specifica competenza.<br />
3. Per gli incarichi <strong>di</strong> notevole complessità <strong>sono</strong> ammessi i lavori <strong>di</strong><br />
gruppo, formato da più professionisti, se necessario ed opportuno<br />
anche <strong>di</strong> categorie professionali <strong>di</strong>verse, responsabili con firma<br />
congiunta. Sono <strong>di</strong> norma da espletare in collaborazione <strong>di</strong> gruppo<br />
inter<strong>di</strong>sciplinare gli incarichi relativi alle bonifiche con impianti<br />
idraulici <strong>di</strong> notevole portata, quelli relativi alla <strong>di</strong>fesa del suolo ed<br />
alla regimazione delle acque se attuate con strutture complesse<br />
e su aree <strong>di</strong> notevole estensione, nonchè gli incarichi relativi alla<br />
pianificazione che non sia limitata all’aspetto agricolo e rurale, con<br />
particolare riguardo ai piani regolatori generali ed ai programmi <strong>di</strong><br />
fabbricazione.<br />
4. L’elencazione <strong>di</strong> cui al comma 1 non pregiu<strong>di</strong>ca l’esercizio <strong>di</strong><br />
ogni altra attività professionale dei dottori agronomi e dei dottori<br />
forestali, nè <strong>di</strong> quanto può formare oggetto dell’attività professionale<br />
<strong>di</strong> altre categorie a norma <strong>di</strong> leggi e regolamenti.
Or<strong>di</strong>ne Dottori <strong>Agronomi</strong> e Dottori<br />
Forestali<br />
della Provincia <strong>di</strong> <strong>Modena</strong><br />
sito web<br />
associazioni.monet.modena.it/agronomi<br />
e-mail<br />
agronomi@comune.modena.it<br />
Federazione Or<strong>di</strong>ni Dottori <strong>Agronomi</strong> e<br />
Dottori Forestali<br />
della Regione Emilia Romagna<br />
sito web<br />
www.agronomiforestali-rer.it<br />
e-mail<br />
segreteriafederazione@agronomiforestali-rer.it<br />
CONAF<br />
Consiglio Nazionale<br />
Or<strong>di</strong>ne Dottori <strong>Agronomi</strong> e Forestali<br />
sito web<br />
www.agronomi.it<br />
e-mail<br />
serviziosegreteria@conaf.it<br />
Grafiche Sigem Srl - <strong>Modena</strong><br />
Copia gratuita <strong>di</strong>stribuita in occasione del Convegno nazionale<br />
“L’acqua è uguale per tutti. Tutela, progettazione, qualità e gestione <strong>di</strong> una risorsa primaria”<br />
<strong>Modena</strong> 29 marzo 2011