La storia di Zalapì - Trapani Nostra
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tura, fu preso <strong>di</strong> mira da sei bocche <strong>di</strong> fuoco, e (fu) addolorato da sei bocche <strong>di</strong> fuoco<br />
(rimaneggiamento arbitrario delle str. 3-4).<br />
2. “E questo non è modo, cari amici, <strong>di</strong> fare spaventare le persone!”. “E ci deve<br />
perdonare, cavaliere, siamo quaranta e vogliamo mangiare” (<strong>di</strong>alogo assente<br />
nell’archetipo).<br />
3. “Ma questo non è garbo, amici miei. Sempre ne sborso e non ne incasso mai;<br />
ora i tempi e le epoche sono mutate; dove vado a prenderlo il denaro (per farvi<br />
mangiare tutti quaranta)?” (tranne il primo, i successivi tre versi sono un rimaneggiamento<br />
della str. 14 dell’archetipo).<br />
CAPITOLO OTTAVO - <strong>La</strong> variante E: aggiunge, in confronto all’archetipo,<br />
la circostanza dell’assalto <strong>di</strong> tre<strong>di</strong>ci ban<strong>di</strong>ti,<br />
e quella della madre che invoca giustizia per il figlio ucciso<br />
Questa variante in 13 strofe - riferita nel novembre 2004 da Giuseppe Grillo<br />
(nato ad Alcamo nel 1931) che, tre<strong>di</strong>cenne, la apprese dalla madre - è una versione<br />
simile alla variante C, ma più corrotta. I briganti sono 13. Rimane costante la<br />
risposta del cavaliere ad essi sulla esosa richiesta <strong>di</strong> denaro e sulla impossibilità <strong>di</strong><br />
sod<strong>di</strong>sfarla, poiché “le annate” (parola che si rinviene solo in questa variante) sono<br />
“voltate” in suo danno. Si in<strong>di</strong>ca la colpevolezza del soprastante, che fu arrestato e<br />
condannato all’ergastolo; ma, in realtà, fu suo figlio il colpevole, per essersi associato<br />
ai briganti. Nel finale risuona il grido della madre che, per la morte del giovane<br />
e innocente figlio, implora giustizia prima dall’uomo e poi da Dio.<br />
Li parti <strong>di</strong> Zalapì<br />
1. Lu cavaleri <strong>di</strong> la Chiana vinìa,<br />
Cu li so’ figghi e cu la so’ signura.<br />
Sutta la botta lu feu firrìa.<br />
Si stava arricugghiennu allura allura.<br />
2. Ci accumpareru trì<strong>di</strong>ci briganti.<br />
Iddu ci <strong>di</strong>ssi: “Amici, dunni jemu?”<br />
Dissiru: “Cavaleri,’un ghiri avanti,<br />
Vasinnò focu addossu ti facemu!”.<br />
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