La storia di Zalapì - Trapani Nostra
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con sua moglie. Uno dei briganti (più propriamente il figlio del soprastante che li<br />
cooperava) lo capiva, e dava un segnale agli altri compagni (i primi due versi sono<br />
rimaneggiamento dei due versi iniziali della str. 19).<br />
11. I briganti fecero una scarica (<strong>di</strong> fucileria contro la porta della casina dove<br />
s’erano rifugiati il cavaliere e la famiglia) e se ne andarono. Ammazzarono (al cavaliere)<br />
un figlio <strong>di</strong> vent’anni. Ferirono la signora (moglie del cavaliere) a una mano,<br />
spararono anche al campiere (rimaneggiamento arbitrario della str. 20).<br />
12. Il soprastante non fu immune (da colpo <strong>di</strong> fucile). Ma dalla magistratura fu<br />
poi arrestato (in verità, fu arrestato il figlio del soprastante). Venne condannato<br />
all’ergastolo, ebbe la pena che s’era meritata (tranne il primo verso, testuale ricalco<br />
del secondo verso della str. 22, i tre successivi sono un’arzigogolatura arbitraria).<br />
13. <strong>La</strong> madre <strong>di</strong>sse: “Per mio figlio (ucciso), voglio giustizia d’uomo e poi <strong>di</strong><br />
Dio” (circostanza assente nell’archetipo).<br />
CAPITOLO NONO - <strong>La</strong> variante F: altra rielaborazione del canto archetipo<br />
Questa variante in 9 strofe - che Antonino Gebbia apprese dal padre e mi ha riferita<br />
nel <strong>di</strong>cembre 2004 - mostra curiosi rimaneggiamenti e una memorizzazione più<br />
scarsa <strong>di</strong> elementi narrativi, in confronto alle varianti già esposte.<br />
Il cavaliere, denominato “<strong>di</strong> la Chiana”, cavalca (nientemeno) una giumenta baia,<br />
quando è sorpreso dai “ban<strong>di</strong>ti”.<br />
<strong>La</strong> loro richiesta <strong>di</strong> centomila lire - come in un invariabile copione - è seguita<br />
dalla stereotipata quartina <strong>di</strong> risposta del cavaliere. Alla proposta che egli può dare<br />
cinquantamila lire, si ribatte, come in altre varianti, che non bastano per comprare<br />
sigari. Si accenna all’uccisione del figlio del cavaliere (la cui età è abbassata a 16<br />
anni) e a quella del campiere, nonché al ferimento del soprastante, col verso stereotipato:<br />
Lu soprastanti nun fu ’mmaculatu.<br />
<strong>La</strong> <strong>storia</strong> <strong>di</strong> Zalapì<br />
1. C’era lu cavaleri <strong>di</strong> la Chiana:<br />
e ghia a cavaddu a ’na jimenta baia.<br />
2. ’Nta mentri ci affacciaru sei ban<strong>di</strong>ti.<br />
Lu cavaleri <strong>di</strong>ssi:“Chi vuliti?”.<br />
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