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Giornale dell'amministrazione comunale

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FRANCO VOLPI: l’anima della<br />

pesca sportiva operese<br />

dalla<br />

Città<br />

15<br />

L’idea di fondare quella che oggi è la Società<br />

A.R.C.I. Pesca “Ippocampo” nasce nei primi anni<br />

‘80 da un gruppo di amici appassionati di pesca.<br />

Franco Volpi, 65 anni, segretario e tesoriere<br />

e Umberto Cornetta, 71 anni, attuale presidente,<br />

sono gli ultimi rappresentanti del gruppo originario;<br />

orgogliosi di quanto hanno contribuito a costruire,<br />

non demordono sulla promozione della pesca sportiva<br />

a Opera. “Una bella e sana attività che permette<br />

alla gente di stare insieme in un ambiente pulito<br />

e gradevole”: questo è il motto che li accompagna<br />

dal 1983, anno in cui riescono a trovare uno spazio<br />

adeguato al loro progetto. Lo spazio in questione si<br />

trova in fondo a via Adda, poco distante dal<br />

“Lamberin”. Quando lo prendono in carico, è una<br />

buca piena di grovigli e di sterpaglie, attraversata da<br />

un canale del Lambro: un desolante panorama!<br />

Giovani e legati tra loro da un forte entusiasmo<br />

guardano oltre: vedono il giro delle anse delle<br />

acque, gli alberi secolari che le accompagnano, una<br />

piana dove costruire una prima struttura per accogliere<br />

i soci. Si rimboccano le maniche e, quasi<br />

muniti di “macete”, debellano i rovi, ripuliscono gli<br />

argini e piantano i pali in una sorta di frenetico impegno<br />

per bonificare l’ambiente; tutto ciò tra un bicchiere<br />

di genuino vino rosso e un panino con il salame<br />

del contadino. Appena 10 anni dopo l’avvio dell’attività<br />

di pesca sportiva, quando i soci avevano<br />

già raggiunto un buon numero, un incendio brucia la<br />

struttura e parte del verde. Ma nessuno si perde<br />

d’animo: ripiantumano, ricostruiscono con tenacia<br />

la casetta, l’attuale, che è più simile ad una club<br />

house; qualcuno rimpiange la “baracca” testimone<br />

dell’inizio dei lavori. Finalmente il 1° maggio 1995 si<br />

inaugura quella che adesso è ufficialmente conosciuta<br />

come “La Büsa”.<br />

La società Ippocampo, che vanta oggi circa 280<br />

soci, è una risorsa del territorio ben inserita nel<br />

tessuto sociale, organizza attività con la Croce<br />

Rossa Italiana come la castagnata di domenica<br />

26 ottobre, lavora con le scuole per accogliere i<br />

bambini e gli studenti nelle “giornate aperte alla<br />

Büsa”, vuole potenziare il numero dei soci; e<br />

soprattutto è un luogo di ritrovo ed aggregazione<br />

anche per i visitatori e per le famiglie che scelgono<br />

di trascorrere un pomeriggio in un parco curato,<br />

dove le attrattive naturalistiche non mancano<br />

e l’immersione nella natura è assicurata!<br />

Come ogni dirigente sportivo che si rispetti, Franco<br />

Volpi non è mai completamente soddisfatto del proprio<br />

operato, anche se i numeri e le presenze dimostrano<br />

il contrario. Il suo desiderio è ampliare l’attività<br />

di pesca sportiva e vedere più giovani impegnati<br />

nello sport; ma perché no, inseriti anche nel gruppo<br />

dirigente: per rinnovare una società annoverata<br />

nello storico dell’associazionismo sul territorio, che<br />

desidera ora ampliare i propri orizzonti. Un accorato<br />

appello ai giovani, dunque!<br />

Franco Volpi ha però nel cassetto altri due desideri:<br />

vedere anche solo una volta Don Michele alla Büsa<br />

e chiedere al Comune la realizzazione di una pista<br />

ciclabile che da via Guareschi conduca in via Adda.<br />

E dal Sindaco giungono già delle risposte: “Non<br />

sapevo che il Don non fosse mai venuto alla Büsa,<br />

ma credo che in un’epoca di cambiamenti (la mia<br />

elezione ne è un esempio) il Monsignore non mancherà<br />

di farsi accompagnare da me in visita al<br />

laghetto. Per quanto riguarda la ciclabile, non è da<br />

escludere una sistemazione della strada sterrata<br />

che la colleghi con via Guareschi. Purtroppo,<br />

essendo in aperta campagna, non è oggi possibile<br />

ipotizzarne l’illuminazione. Per il futuro chissà, a me<br />

non dispiacerebbe un collegamento con il Lamberin<br />

da una parte e con Mirasole dall’altra.”<br />

A.P.

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