orbite culturali - Gagarin Magazine
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parole e<br />
opere con<br />
la c<br />
Angela Vettese presenta<br />
il Fac: discutere d’arte<br />
per confrontarsi con la società<br />
In un festival dell’arte contemporanea molti si<br />
aspettano di trovare mostre, allestimenti, arte<br />
da vedere. Al Fac di Faenza invece si parla,<br />
si discute, ci si confronta. Si incontrano gli<br />
addetti ai lavori, giornalisti, artisti e studenti.<br />
L’obiettivo? Riflettere sul mondo dell’arte per<br />
capire meglio la società e i suoi mutamenti.<br />
Opera è il tema di questa edizione, lanciato lo<br />
scorso anno, quando si discuteva di Biennali<br />
(un argomento d’interesse più specialistico e<br />
probabilmente più noioso, ndr).<br />
L’obiettivo è «riportare l’attenzione dal sistema<br />
di potere e di giudizio che vige nel mondo<br />
dell’arte all’opera stessa - spiega Angela<br />
Vettese, insieme a Pier Luigi Sacco e Carlos<br />
Basualdo, direttrice scientifica del Festival - e<br />
cercare di capire il suo modo di parlarci, il suo<br />
modo di nascere, la sua maniera, eventualmente,<br />
di aiutarci a comprendere il mondo in<br />
cui siamo. Parlare d’arte in quanto tale e non<br />
in quanto pedina di un sistema economico. La<br />
crisi ci aiuta ad abbandonare le considerazioni<br />
di contorno e a concentrarci sul significato<br />
delle opere in quanto tali».<br />
Al dibattito sono stati invitati numerosi protagonisti<br />
dell’arte e della cultura contemporanea<br />
internazionale: da Germano Celant a<br />
Paolo Fabbri, da Daniel Buren a Tobias Rehberger,<br />
da Bruce Altshuler a Nanni Balestrini<br />
e molti altri.<br />
Il fare arte nei suoi rapporti con società e politica<br />
o come processo generativo, il pensare<br />
l’arte saranno i temi trattati per tentare di circoscrive<br />
l’opera con i suoi molteplici significati.<br />
Nel ‘900 il rapporto tra opera e pubblico ha<br />
giocato un ruolo fondamentale. «L’arte dell’ultimo<br />
secolo è andata chiedendo al pubblico<br />
una sempre maggiore partecipazione - continua<br />
Angela Vettese - a partire dalle serate<br />
futuriste e dadaiste che lo coinvolgevano volutamente<br />
fino alle performance recenti e alla<br />
cosiddetta arte relazionale, che chiede allo<br />
spettatore un’interazione fortissima. Il non toccare<br />
si è trasformato tendenzialmente in un si<br />
prega di toccare. Non per tutto, ma certo in<br />
molti casi». La Vettese nota inoltre come sia<br />
cambiato anche il rapporto tra opera e museo.<br />
«I futuristi pensavano di distruggere i<br />
musei. Allora sono i musei a essere cambiati<br />
e a essersi posti come i maggiori e i più prestigiosi<br />
committenti di oggi. Le istituzioni sono<br />
così importanti da essere coercitive, in qualche<br />
caso, tanto che sono nate addirittura delle<br />
opere che si propongono come critica istituzionale.<br />
Cioè si è tornati al punto di partenza, con<br />
gli artisti che criticano lo strapotere dei musei,<br />
soprattutto nel decretare quale artista ha successo».<br />
A Faenza la C magenta non è arrivata a caso.<br />
Quattro anni fa un gruppo di operatori <strong>culturali</strong><br />
del territorio, raccolti sotto la denominazione<br />
di Laboratorio Cultura, ha proposto l’idea di<br />
fare delle discipline artistiche un volano per lo<br />
sviluppo della società civile. Terreno fertile su<br />
cui si è innestato il Festival e da cui potrebbe,<br />
con un buon progetto di politica culturale, fare<br />
uno scatto in avanti nella qualità della vita del<br />
territorio. «L’arte è un luogo in cui si formulano<br />
ipotesi, prima di essere attrazione o intrattenimento<br />
o bellezza. - conclude la Vettese<br />
- L’arte è un ambito in cui il pensiero è così<br />
libero da finalità pratiche da potersi permettere<br />
di immaginare mondi e di creare nuove<br />
visioni, nuovi scenari, nuove interpretazioni del<br />
presente. Questo solo quando si tratta di arte<br />
coraggiosa sul piano linguistico, cioè non nata<br />
per vendere o decorare. In questo senso non<br />
ha nulla di scientifico, ma è un campo in cui<br />
l’umanesimo giunge al suo apice».<br />
21-23 maggio<br />
arte<br />
STEFANIA MAZZOTTI<br />
FESTIVAL DELL’ARTE CONTEMPORANEA<br />
Faenza, Centro Storico, Luoghi Sparsi, ore 10-19<br />
Ingresso gratuito<br />
Info: 051 220080, festivalartecontemporanea.it<br />
ph. Silvia Rizzi, © festivalarteContemporanea<br />
5/10 gagarin n. 3<br />
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