st - Fingerpicking Net
st - Fingerpicking Net
st - Fingerpicking Net
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Ricordando<br />
Bert Jansch<br />
Wizz Jones<br />
John Renbourn<br />
Robin Williamson<br />
Alex De Grassi<br />
Pierre Bensusan<br />
Gordon Giltrap<br />
Madame Guitar<br />
Pierre Bensusan<br />
Antonio Forcione<br />
Fratelli Chatelier<br />
Max Monte<br />
IN PROVA: Blueridge BG60 e BR 243, D-TAR Equinox
sommario<br />
sr<br />
Gli amici di Bert<br />
È nato tutto un po’ per caso, ma<br />
è ba<strong>st</strong>ato proprio poco per scatenare<br />
un universo di affetto intorno<br />
a Bert Jansch.<br />
Eravamo pronti con gli articoli<br />
per que<strong>st</strong>o numero di novembre.<br />
Dovevamo solo decidere la copertina<br />
ed ecco l’idea: «Dedichiamola<br />
a Bert Jansch, dedichiamogli<br />
semplicemente la foto di copertina!»<br />
Dovevamo cercare una foto<br />
originale, così Reno Brandoni ha<br />
provato a rivolgersi a Stefan Grossman,<br />
chiedendogli se avesse nel<br />
suo catalogo qualche foto di Bert.<br />
Abbiamo ricevuto diverse immagini,<br />
tra cui quella un po’ ‘inquietante’<br />
che abbiamo scelto per la<br />
copertina. Poi è ba<strong>st</strong>ato che Reno<br />
provasse a scrivere una semplice<br />
email a John Renbourn, chiedendogli<br />
se se la sentiva di scrivere<br />
un breve contributo scritto in ricordo<br />
dell’amico. E lui ha provveduto<br />
a girare il messaggio a tutti i suoi<br />
amici, così che la casella di Reno<br />
si è riempita di altri messaggi e<br />
ricordi: via via lo <strong>st</strong>esso Renbourn,<br />
poi Robin Williamson della mitica<br />
Incredible String Band, Wizz<br />
Jones, Gordon Giltrap, Alex De<br />
Grassi, Pierre Bensusan…<br />
Abbiamo dovuto spendere un<br />
po’ di tempo per tradurli, ed ecco<br />
il motivo di que<strong>st</strong>a uscita il 15 del<br />
mese. Ma siamo veramente soddisfatti<br />
di aver potuto ricordare un<br />
grande musici<strong>st</strong>a con tanta passione<br />
e affetto da parte dei suoi<br />
<strong>st</strong>essi amici di viaggio!<br />
Del re<strong>st</strong>o anche il no<strong>st</strong>ro primo<br />
numero è uscito il 15 del mese di<br />
aprile. Ed ora, a pensarci bene,<br />
ci siamo resi conto che il 15 del<br />
mese può essere proprio la data<br />
più adatta per l’uscita della no<strong>st</strong>ra<br />
rivi<strong>st</strong>a. Anche in considerazione<br />
del fatto che, a partire da gennaio,<br />
come spieghiamo all’interno di<br />
que<strong>st</strong>o numero, usciremo anche<br />
in edizione cartacea. Sì, avete<br />
letto bene: da gennaio usciremo<br />
anche in edizione cartacea!<br />
Che ne pensate? Non ci <strong>st</strong>iamo<br />
avvicinando sempre di più ai no<strong>st</strong>ri<br />
obiettivi?<br />
Andrea Carpi<br />
Editoriale<br />
Goodbye Mr. Jansch di Reno Brandoni pag. 5<br />
Notizie<br />
O<strong>st</strong>Hello Musica pag. 12<br />
Pierre Bensusan pag. 12<br />
Bob Brozman pag. 13<br />
Eric Bibb pag. 13<br />
Bourgeois Guitars Day pag. 13<br />
Blog<br />
L’ansia e il palcoscenico di Riccardo Sonzogni pag. 14<br />
Il monitoraggio nella ripresa di <strong>st</strong>rumenti acu<strong>st</strong>ici di Paolo Co<strong>st</strong>ola pag. 18<br />
Recensioni pag. 20<br />
Stefano Barbati “Acou<strong>st</strong>ic Ladyland” di Alfonso Giardino<br />
John Renbourn “Palermo Snow Shanachie” di Gabriele Longo<br />
François Sciortino “Guitare Picking” di Alfonso Giardino<br />
3<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
sr<br />
Arti<strong>st</strong>i<br />
Madame Guitar 2011 di Andrea Carpi pag. 22<br />
Intervi<strong>st</strong>a a Pierre Bensusan di Mario Giovannini pag. 28<br />
Intervi<strong>st</strong>a ad Antonio Forcione di Dario Fornara pag. 32<br />
Strumenti<br />
I fratelli Chatelier di Dario Fornara pag. 36<br />
Maxmonte Guitars di Alberto Ziliotto pag. 40<br />
Chitarra acu<strong>st</strong>ica Blueridge BG 60 E BR 243 di Mario Giovannini pag. 44<br />
Equalizzatore per chitarra acu<strong>st</strong>ica D-TAR Equinox di Daniele Bazzani pag. 48<br />
Gas Addiction pag. 50<br />
Tecnica<br />
Guitar Workshop di Stefan Grossman pag. 52<br />
Studio #4 in E di Daniele Bazzani pag. 56<br />
Neve’ di Luca Francioso pag. 60<br />
The Storms Are on the Ocean di Roberto Dalla Vecchia pag. 64<br />
www.chitarra-acu<strong>st</strong>ica.net<br />
La rivi<strong>st</strong>a viene realizzata<br />
interamente senza ricevere<br />
alcun tipo di contributo<br />
o finanziamento pubblico<br />
Direttore responsabile<br />
Andrea Carpi<br />
andrea.carpi@fingerpicking.net<br />
Editore<br />
<strong>Fingerpicking</strong>.net<br />
Via Prati, 1/10<br />
40057 Granarolo dell’Emilia (BO)<br />
info@fingerpicking.net<br />
www.fingerpicking.net<br />
Impaginazione e coordinamento web<br />
Mario Giovannini<br />
mario.giovannini@fingerpicking.net<br />
Chitarra Acu<strong>st</strong>ica è una pubblicazione mensile<br />
Regi<strong>st</strong>razione del Tribunale di Bologna<br />
n. 8151 del 07.12.2010<br />
Ammini<strong>st</strong>razione e coordinamento<br />
Reno Brandoni<br />
reno.brandoni@fingerpicking.net<br />
Pubblicità<br />
Tel. +39 349 0931913<br />
adv@fingerpicking.net<br />
Manoscritti e foto originali, anche se non pubblicati, non si<br />
re<strong>st</strong>ituiscono. È vietata la riproduzione anche parziale di te<strong>st</strong>i,<br />
documenti, disegni e fotografie.<br />
4<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
editoriale<br />
COVER<br />
STORY<br />
ed<br />
Goodbye Mr Jansch<br />
Quando suoni la chitarra, la chitarra diventa la<br />
tua famiglia. Ti sembra che tutto ciò che accade e<br />
riguarda que<strong>st</strong>o <strong>st</strong>rumento, in qualche modo ti appartenga.<br />
Ti senti parte di un mondo esclusivo fatto<br />
di amori e passioni, <strong>st</strong>udio e fatica, emozioni e silenzio.<br />
La solitudine della tua camera, in compagnia<br />
soltanto dell’ultimo spartito da imparare, appoggiato<br />
sul leggio o semplicemente abbandonato su una<br />
sedia, spesso rapisce lunghi momenti del tuo tempo<br />
e la tua mente co<strong>st</strong>ruisce un abisso di ricordi, talune<br />
volte solo viaggi della fantasia. E gli autori di quelle<br />
musiche che cerchi di imparare diventano i tuoi<br />
eroi, o semplicemente i tuoi compagni di viaggio,<br />
che non hai mai conosciuto e che forse mai conoscerai,<br />
ma che ti sembrano fratelli silenziosi, guide<br />
spirituali, immancabili presenze che partecipano<br />
con determinazione e disciplina alla co<strong>st</strong>ruzione del<br />
tuo passato, suggerendo gli alibi e le promesse per<br />
il tuo futuro. Spesso ti sembra che non possa esi<strong>st</strong>ere<br />
altro. Così, quando uno di loro scompare, senti<br />
uno <strong>st</strong>rappo interiore, senti nascere un’altra ferita<br />
che mai si rimarginerà, ma che invece incrementerà<br />
giorno dopo giorno la grande angoscia che ci portiamo<br />
dentro e che cancella, delicatamente, sempre<br />
di più, sogni e spensieratezza.<br />
La scomparsa di Bert Jansch rafforza que<strong>st</strong>o pensiero<br />
per chi, della mia età, ha vissuto l’entusiasmo<br />
di una <strong>st</strong>oria che ha regalato alla musica un’immensa<br />
ricchezza. Creatività ed eleganza hanno cambiato<br />
i canoni della musica. La sua <strong>st</strong>oria soli<strong>st</strong>ica,<br />
o in coppia con John Renbourn o in gruppo con i<br />
Pentangle, ha insegnato a un’intera generazione il<br />
piacere della ricerca musicale, ha trasmesso il folk<br />
al grande pubblico, la voglia di suonare la chitarra in<br />
modo così particolare, preciso e incisivo. Credo che<br />
que<strong>st</strong>a legenda non appartenga solo al mio passato,<br />
ma debba far parte anche del presente musicale<br />
delle nuove generazioni. Anche in que<strong>st</strong>o caso, purtroppo,<br />
sarà proprio la perdita di un grande arti<strong>st</strong>a a<br />
rilanciare la curiosità per certa musica, la corsa alla<br />
pubblicazione e alla ri<strong>st</strong>ampa degli album più significativi.<br />
Non è bello vedere quanto spesso sia resa<br />
grazia a un grande arti<strong>st</strong>a solo dopo la sua morte,<br />
riconoscendo infine lui e la sua musica immortali.<br />
Così è la no<strong>st</strong>ra generazione, alla ricerca di eroi defunti<br />
che sorprendono le masse e il mercato in ritardo,<br />
troppo in ritardo rispetto al giu<strong>st</strong>o. Ma è un’ingiu<strong>st</strong>izia<br />
alla quale siamo abituati da molto tempo.<br />
Non voglio parlare della musica o dei dischi di<br />
Bert, che ho incontrato per la prima vola in una toilette<br />
del Cambridge Folk Fe<strong>st</strong>ival nel 1978. A que<strong>st</strong>o<br />
ci penseranno i discografici. Ma vorrei invitarvi<br />
ad ascoltare in particolare “Kingfisher” da Avocet.<br />
Avevo vent’anni e nei pomeriggi, quando lo scirocco<br />
soffiava caldo lungo la co<strong>st</strong>a, il tramonto colorava<br />
il silenzio e dipingeva il mio futuro. Que<strong>st</strong>o brano<br />
era la colonna sonora del mio viaggio e Bert il mio<br />
compagno immaginario.<br />
Arrivederci Bert.<br />
Reno Brandoni<br />
5<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
ed<br />
Goodbye Mr Jansch<br />
Tributo a Bert<br />
di Wizz Jones<br />
Quando Bert Jansch è arrivato a Londra dalla<br />
Scozia all’inizio degli anni sessanta, nessuno si è<br />
accorto di que<strong>st</strong>o giovane timido che <strong>st</strong>ava tranquillamente<br />
seduto nei bar e nei caffè di Soho.<br />
Ma quando in un folk club uno del pubblico gli ha<br />
pre<strong>st</strong>ato una chitarra, è improvvisamente entrato<br />
nel vivo della scena con una performance carismatica,<br />
meravigliando tutti per la sbalorditiva esibizione<br />
di uno <strong>st</strong>ile chitarri<strong>st</strong>ico passionale e originale.<br />
Noi (la mia chitarra, tutti gli amici ed io) non avevamo<br />
mai sentito niente di simile. Seguivamo prevalentemente<br />
il no<strong>st</strong>ro attuale guru Davy Graham,<br />
ma vedere Bert fu una rivelazione. Come tutti noi,<br />
aveva ascoltato Davy e tutti i vecchi cantanti blues<br />
americani come Big Bill Broonzy, ma era andato<br />
avanti e aveva sviluppato un modo di suonare la<br />
chitarra e di scrivere canzoni che era completamente<br />
nuovo. Inoltre aveva una spiccata inclinazione<br />
per la musica folk tradizionale e suonava bellissimi<br />
arrangiamenti di canzoni come “Black Waterside”.<br />
A Londra, ma probabilmente ovunque, la vita degli<br />
aspiranti chitarri<strong>st</strong>i non sarebbe <strong>st</strong>ata più la <strong>st</strong>essa!<br />
Mi sento orgoglioso e privilegiato nel poter dire<br />
che era un amico.<br />
Pensieri su Bert<br />
di John Renbourn<br />
Tempo addietro a metà degli anni sessanta, un<br />
piccolo biglietto apparve nella vetrina del negozio<br />
di dischi Collett’s a Londra. Vi si leggeva: «Bert<br />
Jansch – il miglio blues in città». Poiché ero fortemente<br />
convinto che il miglior blues in città fosse<br />
Wizz Jones, chiesi a lui un parere. «Ma chi è que<strong>st</strong>o<br />
Bert Jansch?» domandai. «È uno giu<strong>st</strong>o» fu la rispo<strong>st</strong>a<br />
che, detta da Wizz, era proprio un gran complimento.<br />
Bert giunse a Londra con la corriera notturna da<br />
Edimburgo insieme a Robin Williamson. Entrambi<br />
si erano pagati il biglietto raccogliendo patate. La<br />
prima volta che ci siamo incontrati era fuori di un<br />
noto pub ai margini di Soho, lo Scot’s Hoose. Bert<br />
era seduto sul marciapiede e <strong>st</strong>ava recuperando le<br />
proprie forze per tornare dentro.<br />
Più tardi siamo finiti in un po<strong>st</strong>o dove tutti erano<br />
già pesantemente alticci. Diedero il benvenuto a<br />
Bert, che era piutto<strong>st</strong>o ubriaco, e gli passarono una<br />
chitarra. Lui suonò “Tinker’s Blues” e, ancora oggi,<br />
mi ricordo chiaramente quel momento. Le sue dita<br />
scivolavano lungo le corde e tiravano fuori un motivo<br />
leggero punteggiato da armonici brillanti. Nel<br />
frattempo il gattino dome<strong>st</strong>ico saltellava eccitato<br />
per il divertimento di tutti. Era ‘fatto’ come tutti. Quel<br />
6<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
Goodbye Mr Jansch<br />
ed<br />
pezzo viene spesso associato ai viandanti. Non è<br />
così. ‘Tinker’ era il gattino.<br />
Il modo di suonare di Bert era fortemente radicato<br />
negli <strong>st</strong>ili tradizionali nordamericani – il blues e il fingerpicking<br />
– ma con intriganti giri armonici e ritmici.<br />
Alcuni dei suoi pezzi hanno un vago sapore modale<br />
che sembrerebbe derivare dal suo retroterra<br />
scozzese. Altri contengono ciò che mi fa pensare a<br />
un’armonia romantica, ma non è così semplice da<br />
spiegare. Spo<strong>st</strong>amenti di accenti e complessi modelli<br />
ritmici sono in pratica un suo marchio di fabbrica.<br />
Seguire la musicalità di Bert non era quasi mai<br />
semplice. La chiave di lettura <strong>st</strong>ava nei pattern della<br />
sua mano de<strong>st</strong>ra. Invariabilmente la soluzione era<br />
la più semplice, non la più complessa. L’economia<br />
e l’immediatezza dell’espressione sono le caratteri<strong>st</strong>iche<br />
del lavoro di tutti i grandi arti<strong>st</strong>i.<br />
E Bert era un grande.<br />
Genio e lavoro<br />
di Robin Williamson<br />
Bert ed io siamo entrambi venuti fuori dalla scena<br />
musicale folk di Edimburgo intorno al 1961, allo<br />
Howff Folk Club. Tutti e due ci siamo trasferiti a Londra<br />
sulla <strong>st</strong>essa corriera notturna, avendo pagato il<br />
biglietto con i soldi guadagnati raccogliendo patate.<br />
Per diversi anni le no<strong>st</strong>re vite hanno viaggiato su<br />
binari paralleli.<br />
Era chiaro fin dall’inizio che Bert era un genio<br />
naturale sulla chitarra. Ma il genio e il duro lavoro<br />
sono due facce della <strong>st</strong>essa medaglia. Quasi mai<br />
ho vi<strong>st</strong>o Bert senza una chitarra in mano. Il suo <strong>st</strong>ile<br />
potente e la forza del tocco del suo pollice erano<br />
cose su cui ha lavorato sodo. Ha sviluppato le mani<br />
di cui aveva bisogno per manife<strong>st</strong>are l’unicità della<br />
sua musica interiore. Il dono che ha fatto alla <strong>st</strong>oria<br />
della chitarra acu<strong>st</strong>ica è di grande <strong>st</strong>atura. Con la<br />
sua voce particolare ha anche dato un contributo al<br />
canto tradizionale della Gran Bretagna e della sua<br />
Scozia nativa. Egli è <strong>st</strong>ato uno dei più grandi del<br />
suo tempo.<br />
Lo ricorderò sempre come un caro amico.<br />
7<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
ed<br />
Goodbye Mr Jansch<br />
Ricordando Bert Jansch<br />
di Alex De Grassi<br />
Durante la mia adolescenza nella seconda metà<br />
degli anni sessanta, sono rima<strong>st</strong>o alzato molte notti<br />
fino alle prime ore del mattino ad ascoltare gli album<br />
Jack Orion, Lucky Thirteen e Bert and John. Utilizzando<br />
il vecchio metodo puntina del giradischi, ho<br />
consumato un sacco di vinili cercando di imparare<br />
nota per nota le parti di chitarra di molte di quelle<br />
canzoni. Volevo anche tentare di imitare lo <strong>st</strong>ile di<br />
canto, un po’ tremolante, però modulato in modo<br />
unico e assolutamente convincente di Jansch.<br />
La mia particolare irrequietezza di adolescente<br />
fu alimentata in parte dall’assenza di un padre e<br />
da una madre devota ma superindaffarata, sofferente<br />
di problemi fisici e psichiatrici. Canzoni come<br />
“Needle of Death”, “Running from Home” e “Black<br />
Waterside” mi sono <strong>st</strong>ate vicine nella mio quieto isolamento.<br />
La musica di Jansch evocava un mondo<br />
esotico, immaginario, dove potevo fuggire dalla più<br />
banale e un po’ tormentata realtà della mia esi<strong>st</strong>enza<br />
suburbana.<br />
I pezzi <strong>st</strong>rumentali di quei dischi – “Angie”, “Veronica”<br />
e “Lucky Thirteen” – sono <strong>st</strong>ati tra i primi a<br />
entrare nel mio repertorio. La musica di Jansch,<br />
insieme a quella di Simon & Garfunkel, John Fahey,<br />
Mississippi John Hurt e del partner chitarri<strong>st</strong>ico di<br />
Bert, John Renbourn, è semplicemente diventata<br />
la ragione per la quale volevo suonare la chitarra.<br />
Da allora ho assorbito tante influenze diverse nel<br />
mio <strong>st</strong>ile personale, ma il suono e il fraseggio della<br />
chitarra di Jansch sono <strong>st</strong>ati una parte fondamentale<br />
della mia formazione casalinga di chitarri<strong>st</strong>a. Il<br />
suo uso caratteri<strong>st</strong>ico di accordi sospesi, i suoi giri<br />
armonici inaspettati e i suoi ritmi asimmetrici hanno<br />
<strong>st</strong>imolato qualcosa di profondo, che mi ha spinto a<br />
ricercare la mia personale ‘voce’ come chitarri<strong>st</strong>a e<br />
compositore.<br />
La musica ha il potere di trasportarci al di là dei<br />
confini temporali e culturali. Spesso arriva in un<br />
momento particolare della no<strong>st</strong>ra vita e continua<br />
a ricordarci chi e dove eravamo in quel momento.<br />
Quand’ero un giovane sedicenne, mai avrei immaginato<br />
che mi sarei ritrovato anni dopo in tour in circuiti<br />
simili a quelli dei miei eroi chitarri<strong>st</strong>ici, Bert e<br />
John. Il tempo cambia le no<strong>st</strong>re prospettive in molti<br />
modi, ma io ricorderò sempre Bert Jansch come una<br />
voce che mi ha tenuto compagnia nella profondità<br />
della notte e mi ha <strong>st</strong>imolato a scavare in profondità<br />
nelle mie personali esplorazioni di chitarri<strong>st</strong>a.<br />
Un grande shock<br />
di Pierre Bensusan<br />
È <strong>st</strong>ato un grande shock quando ho sentito<br />
la musica dei Pentangle nel 1973. A quei tempi<br />
cantavo con tre amici di scuola le canzoni di CSN&Y.<br />
I Pentangle sono <strong>st</strong>ati una rivelazione, un risveglio<br />
e un’ispirazione. Ho iniziato a comprare tutti gli<br />
album dei due chitarri<strong>st</strong>i di quel gruppo, Renbourn<br />
e Jansch, pubblicati dalla Transatlantic. Grazie a<br />
loro, ho conosciuto Davey Graham, Nic Jones, Nick<br />
Drake e Martin Carthy… Nel pantheon dei grandi e<br />
innovativi chitarri<strong>st</strong>i venuti fuori dal movimento beat<br />
e hippy, Bert è <strong>st</strong>ato forse quello che ho sentito più<br />
vicino. Renbourn era tempe<strong>st</strong>oso, intricato, il suo<br />
approccio molto sofi<strong>st</strong>icato, barocco. Anche Bert era<br />
barocco, ma le sue atmosfere erano insieme oscure<br />
e sensuali. Amavo la sua musicalità e il suo modo di<br />
cantare. Pensavo anche che avrebbe potuto curare<br />
di meno un sacco di cose come il marketing, le<br />
pubbliche relazioni, lo show business…<br />
Quelli erano i primi, autentici e generosi giorni…<br />
Lui era un creativo, un apripi<strong>st</strong>a, ma uno spirito<br />
solo, forse un po’ misantropo. In effetti, era riservato<br />
e timido. Un mondo reale e un universo musicale<br />
<strong>st</strong>avano nascendo dalla sua poesia. Una voce<br />
musicale ben di<strong>st</strong>inta e un modo innovativo di<br />
approcciare la chitarra. Dalla sua sua voce e dal<br />
suo modo di suonare, veniva un suono morbido e<br />
magnetico, un po’ grezzo, non rifinito, ma veramente<br />
bello. Negli anni che hanno seguito que<strong>st</strong>i inizi,<br />
ho avuto la fortuna di incontrare lui e Renbourn,<br />
condividendo con loro molti tour e palchi. Una<br />
volta ho incontrato Bert al Cambridge Folk Fe<strong>st</strong>ival,<br />
suonava con i Pentagle. Verso la fine della giornata,<br />
aveva evidentemente bevuto molto e sua moglie<br />
lo <strong>st</strong>ava letteralmente trascinando verso l’albergo.<br />
Non ho mai dimenticato quell’immagine. Quasi non<br />
mi sorprese, perché immaginavo che vivesse in<br />
uno <strong>st</strong>ile ‘flamenco’, bruciando la vita. Le <strong>st</strong>orie dei<br />
concerti di Bert annullati e dei tour cancellati sono<br />
note…<br />
Abbiamo suonato nello <strong>st</strong>essa serata a<br />
Stoccolma diversi anni dopo, ed è <strong>st</strong>ata una <strong>st</strong>rana<br />
e commovente esperienza. Mi ha detto delle cose<br />
importanti e toccanti sul mio modo di suonare, fino<br />
al punto di so<strong>st</strong>enere che lui poteva smettere di<br />
suonare, ora che c’ero io. Non ci potevo credere.<br />
Gli ho detto grazie per le centinaia di ore passate<br />
ad ascoltarlo. Essermi trovato in presenza di que<strong>st</strong>o<br />
musici<strong>st</strong>a mitico, e nono<strong>st</strong>ante ciò così vicino, è un<br />
ricordo che porto sempre con me. Dieci anni fa ci<br />
siamo incontrati al fe<strong>st</strong>ival di chitarra di South Shields<br />
in Gran Bretagna. L’ultima volta, l’ho incontrato per<br />
caso in una <strong>st</strong>rada di Londra. Eravamo entrambi<br />
talmente sorpresi che quasi non ci siamo parlati.<br />
Ricorderò sempre Bert come un genio senza<br />
compromessi. Sentiremo a lungo la sua eredità<br />
nella musica e nelle propo<strong>st</strong>e delle attuali e future<br />
generazioni di musici<strong>st</strong>i. I suoi lasciti sono <strong>st</strong>ati<br />
immensi. Grazie carissimo Bert! Sarai sempre vivo<br />
nelle mie note…<br />
Riposa in pace.<br />
8<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
Goodbye Mr Jansch<br />
ed<br />
Bert Jansch RIP<br />
di Gordon Giltrap<br />
È <strong>st</strong>ato con profonda tri<strong>st</strong>ezza personale che<br />
ho sentito della dipartita del mio caro amico Bert<br />
Jansch la mattina di mercoledì 5 ottobre 2011.<br />
La sua musica ha cambiato la mia vita quando<br />
ero un ragazzo, e la sua amicizia la ha arricchita<br />
man mano che crescevo. Guardavo a lui con timore<br />
reverenziale, quasi come al fratello maggiore che<br />
non ho mai avuto. La sua musica è <strong>st</strong>ata quasi una<br />
parte del mio DNA. Desideravo fortemente la sua<br />
approvazione, e quando la ricevevo, ciò significava<br />
più di quanto le parole possano esprimere.<br />
Con la sua scomparsa, la mia vita e quella di migliaia<br />
di persone che hanno condiviso l’amore per la<br />
sua arte non sarà più la <strong>st</strong>essa.<br />
Lasciamo che la <strong>st</strong>oria racconti della no<strong>st</strong>ra amicizia<br />
e del fortissimo rispetto che ho provato per que<strong>st</strong>o<br />
grande genio.<br />
L’ultima volta che ho vi<strong>st</strong>o Bert è <strong>st</strong>ata quando gli<br />
ho fatto visita al Charing Cross Hospital. Penso di<br />
essere <strong>st</strong>ato con lui un’ora o giù di lì e, quando finalmente<br />
ci siamo salutati e abbracciati, credo di aver<br />
capito in cuor mio che quella sarebbe <strong>st</strong>ata probabilmente<br />
l’ultima volta che lo avrei vi<strong>st</strong>o. La sua battaglia<br />
contro l’alcool è <strong>st</strong>ata ben documentata, per<br />
cui non c’è bisogno di metterla qui in evidenza. È<br />
inutile dire che la sua salute ne ha risentito molto, e<br />
che lui ha mo<strong>st</strong>rato grande coraggio nel rico<strong>st</strong>ruire<br />
la sua vita nono<strong>st</strong>ante la co<strong>st</strong>ante sofferenza.<br />
Verso la fine della sua vita, sua moglie Loren è<br />
<strong>st</strong>ata senza dubbio il fondamentale so<strong>st</strong>egno di tutti<br />
i suoi sforzi arti<strong>st</strong>ici e, senza di lei, sono sicuro che<br />
molto di ciò che ha realizzato non si sarebbe mai<br />
compiuto. Una donna veramente eccezionale, e<br />
molto simile a quella con cui ho il privilegio di vivere!<br />
Adesso, noi pensiamo alla sua vedova Loren. Coraggiosa,<br />
meravigliosa Loren. Sembra soltanto ieri<br />
quando Hilary e io condividevamo la gioia del loro<br />
anniversario di nozze.<br />
Le foto sono <strong>st</strong>ate utilizzate per gentile concessione<br />
dello Stefan Grossman’s Guitar Workshop<br />
Foto di copertina di Eddie Babbage, 1980<br />
Martin Jenkins, Bert Jansch e Nigel Portman-Smith, Ohio, 1979<br />
9<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
So<strong>st</strong>ieni la chit<br />
So<strong>st</strong>ieni<br />
Dal mondo<br />
formato<br />
di ricevere<br />
12 numeri<br />
SOTT<br />
Abb<br />
Seme<strong>st</strong>rale Euro<br />
Info: serv<br />
In formato elettronico: da gennaio Fil<br />
da aprile Sfogl<br />
LA RIVISTA, NEL FORMATO SFOGLIATORE, SARà DISPO
arra acu<strong>st</strong>ica<br />
virtuale a quello reale:<br />
da GENNAIO<br />
sarà disponibile anche in<br />
cartaceo con la possibilità<br />
direttamente a casa propria<br />
all’anno a prezzo scontato<br />
OSCRIVI SUBITO L’ABBONAMENTO<br />
onamento rivi<strong>st</strong>a cartacea:<br />
30 - Annuale Euro 50<br />
izio.clienti@chitarra-acu<strong>st</strong>ica.net<br />
e pdf scaricabile Euro 2 a numero<br />
iatore on line Euro 1 a numero<br />
NIBILE GRATUITAMENTE FINO AL NUMERO DI MARZO
nt<br />
notizie<br />
O<strong>st</strong>Hello Musica<br />
È nato il progetto O<strong>st</strong>HELLO Musica, so<strong>st</strong>enuto<br />
dal Mini<strong>st</strong>ro della Gioventù e dall’AIG (Associazione<br />
Italiana alberghi della Gioventù), realizzato da Zona<br />
Progetti con la direzione arti<strong>st</strong>ica di Vittorio Nocenzi<br />
del Banco, la direzione didattica di Claudio Micheli <br />
e la collaborazione dell’associazione culturale<br />
Armadillo Club di Sarzana. Le attività, riservate<br />
ai giovani dai sedici anni in poi e completamente<br />
gratuite, si protrarranno fino a luglio 2012 con diciotto<br />
appuntamenti fra clinic e seminari e ventiquattro<br />
sessioni di regi<strong>st</strong>razione.<br />
In particolare, le clinic dedicate alla chitarra sono<br />
condotte da Paolo Giordano e Davide Ma<strong>st</strong>rangelo<br />
(4-6 novembre), Andrea Braido (9-11 dicembre),<br />
Bob Brozman (16-18 dicembre), Cesareo di<br />
Elio e le Storie Tese (19-21 dicembre) e Massimo<br />
Varini (25-27 maggio). Per l’ukulele è previ<strong>st</strong>o poi<br />
Ukulollo (22-25 febbraio 2012), per il basso Michael<br />
Manring (11-13 maggio 2012) e per l’arpa<br />
Vincenzo Zitello, Lincoln Almada ed Emanuela<br />
Degli Espo<strong>st</strong>i (27-29 aprile 2012). Vi saranno inoltre,<br />
oltre a Vittorio Nocenzi per le ta<strong>st</strong>iere, Rossana<br />
Casale per il canto, Tullio De Piscopo e Chri<strong>st</strong>ian<br />
Meyer per la batteria. I seminari di liuteria sono curati<br />
da Aldo Illotta e Mirko Borghino (18-21 gennaio<br />
2012) e Paolo Coriani (11-14 aprile 2012).<br />
Infine sono previ<strong>st</strong>i corsi di fonia e di audio midi recording.<br />
Le attività si tengono presso gli O<strong>st</strong>elli ‘Due Torri<br />
S. Si<strong>st</strong>o’ di Bologna e ‘Mario Spagnoli’ di Perugia,<br />
dove sono alle<strong>st</strong>ite cinque sale di regi<strong>st</strong>razione e<br />
due sale conferenza-laboratorio, e sono a numero<br />
chiuso con un massimo di cinquanta po<strong>st</strong>i per ogni<br />
evento. Affrettatevi quindi a iscrivervi.<br />
Info: tel. +39 06 9396673, didattica.o<strong>st</strong>hello@<br />
libero.it , www.o<strong>st</strong>hello.it (cliccare su “Musica”).<br />
Pierre Bensusan<br />
Nella sua casa in Francia nella campagna<br />
di Chateau-Thierry, un’ora ad e<strong>st</strong> di Parigi,<br />
anche que<strong>st</strong>’anno dal 7 al 13 ago<strong>st</strong>o 2012<br />
ha programmato un seminario residenziale<br />
dedicato alla chitarra acu<strong>st</strong>ica per chitarri<strong>st</strong>i<br />
dilettanti, semiprofessioni<strong>st</strong>i e professioni<strong>st</strong>i<br />
provenienti da tutto il mondo. <br />
Info: http://www.pierrebensusan.com/<br />
modules.php?name=Content&pa=showpa<br />
ge&pid=125.<br />
12<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
nt<br />
Bob Brozman<br />
– 6 dicembre: Ramera di Mareno di Piave (TV),<br />
The Corner Inverness Live Club, (www.cornerlive.<br />
it, info@arteritmi.it);<br />
– 7 dicembre: Rivoli (TO), Maison Musique (www.<br />
maisonmusique.it, info@maisonmusique.it);<br />
– 8 dicembre: Pavia, Spaziomusica (www.spaziomusicapavia.it,<br />
info@spaziomusica.it);<br />
– 9 dicembre: Roma, Jailbreak Live Club (www.<br />
jailbreakliveclub.com, info@jailbreakliveclub.com);<br />
– 10 dicembre: Senigallia (AN), Auditorium S.<br />
Rocco (tel. 071 6629350, e.pale<strong>st</strong>rini@comune.<br />
senigallia.an.it);<br />
– 12 dicembre: Arcola (Sarzana-SP), G & G Guitar-Sound<br />
Center (tel. +39 0187 1997983, info@<br />
armadilloclub.org);<br />
– 13 dicembre: Levanto (SP), Auditorium ‘Ospitalia<br />
del Mare’ (carocci_<strong>st</strong>efano@libero.it);<br />
– 15 dicembre: Ca<strong>st</strong>iglion Fiorentino (AR), Velvet<br />
Underground Club (www.velvet-underground.it,<br />
info@velvet-underground.it);<br />
– 16-18 dicembre: Bologna, O<strong>st</strong>ello della gioventù<br />
‘Due Torri S. Si<strong>st</strong>o’, clinic residenziale (www.oshello.it,<br />
www.armadilloclub.org, zonaprogetti@alice.it);<br />
– 19 dicembre: Savignano sul Rubicone (Forlì),<br />
Bourgeois Guitars Day<br />
Eric Bibb<br />
A causa del blocco del traffico a Milano, l’evento<br />
è <strong>st</strong>ato rinviato a domenica 27 novembre 2011<br />
in via Tucidide 56 (ex Richard Ginori). Il programma<br />
della giornata prevede:<br />
– ore 15: apertura e demo;<br />
– ore 17: introduzione alla liuteria di Dana Bourgeois<br />
a cura del liutaio Lucio Antonio Carbone ;<br />
– ore 19: clinic/concerto di Davide Ma<strong>st</strong>rangelo.<br />
Info: tel. +39 0332 281355 / +39 328 74 74 911,<br />
info@440hz.it.<br />
Sidro Club (www.myspace.com/sidroclub, leo@<br />
godownrecords.com);<br />
– 20 dicembre: Savignano sul Rubicone (Forlì),<br />
Sidro Club (www.myspace.com/sidroclub, leo@<br />
godownrecords.com);<br />
– 21 dicembre: Milano, Nidaba Theatre (www.nidaba.it,<br />
theatre@infinito.it).<br />
Info: Armadillo Club, tel./fax +39 0187 626993,<br />
tour@armadilloclub.org, www.armadilloclub.org,<br />
www.bobbrozman.com.<br />
È nuovamente in Italia, accompagnato dal chitarri<strong>st</strong>a Staffan A<strong>st</strong>ner,<br />
per presentare il nuovo album Troubadour Live. Que<strong>st</strong>e le date<br />
già fissate: <br />
– 1 dicembre: Nembro (BG), Auditorum Modernissimo; apre Robi<br />
Zonca Band in una serata dedicata alla presentazione della rivi<strong>st</strong>a<br />
Il Blues; <br />
– 2 dicembre: Casale Monferrato (AL), Teatro ;<br />
– 3 dicembre: Cosio Valtellino fraz. Regoledo (SO), Teatro Frassati ;<br />
– 4 dicembre: Maro<strong>st</strong>ica (VI), Panic Jazz Club; <br />
– 7 dicembre: Genova, Palazzo Ducale, Sala del Minor Consiglio ;<br />
– 8 dicembre: Lugagnano di Sona (VR), Club Il Giardino.<br />
Info: tel. +39 035 732005.<br />
13<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
l<br />
blog<br />
L’ansia e il palcoscenico<br />
Quando ero ragazzo suonavo la mia Strato in<br />
un gruppo rock di coetanei. Succedeva una cosa<br />
piutto<strong>st</strong>o antipatica: le prove rappresentavano il mio<br />
momento preferito della settimana (a meno che il<br />
sabato sera una ragazza dimo<strong>st</strong>rasse interesse nei<br />
miei confronti… ma i bookmaker davano le prove<br />
<strong>st</strong>rafavorite). Le occasioni in cui ci si esibiva in pubblico<br />
(birrerie fe<strong>st</strong>e di paese ecc.) erano il momento<br />
peggiore del mese. Cominciavo la sera prima a<br />
sentirmi agitato, il giorno <strong>st</strong>esso emergevano ansie,<br />
sensazioni di fa<strong>st</strong>idio in giro per il corpo, respirazione<br />
irregolare… più il momento si avvicinava più<br />
si facevano avanti sensazioni di accelerazione e<br />
rallentamento del tempo, tremori alle gambe, vuoto<br />
allo <strong>st</strong>omaco, sensazione di calore alle mani… e tutto<br />
l’amore per la musica diventava que<strong>st</strong>a grottesca<br />
situazione in cui avevo provato mesi per una serata<br />
che si rivelava una tortura anziché un divertimento.<br />
Se tutto que<strong>st</strong>o ti sembra assurdo puoi tranquillamente<br />
passare ad altri articoli più musicali, perché<br />
que<strong>st</strong>o è dedicato a chi ha annuito tra sé nel leggere<br />
le righe precedenti.<br />
In realtà la <strong>st</strong>essa cosa mi accadeva se dovevo<br />
parlare in pubblico, fosse anche alzare la mano e<br />
dire una cosa qualunque durante le lezioni all’università.<br />
Avevo quasi immaginato che non ci fosse<br />
nulla da fare, che quello che mi mancava era qualcosa<br />
che ti fa dire «o ce l’hai o non ce l’hai». Erano<br />
cazzate. Le cose si imparano. Ed ora, pur con tutti i<br />
miei limiti, per me<strong>st</strong>iere faccio il formatore parlando<br />
in gruppi quotidianamente, insegno all’università e<br />
tengo conferenze. E volete sapere la cosa migliore?<br />
Tutte que<strong>st</strong>e cose me le godo come un matto.<br />
E qualche anno fa l’hobby della musica mi ha fatto<br />
fare un sacco di serate con il gruppo e me le sono<br />
godute fino in fondo, <strong>st</strong>ando sul palco serenamente<br />
a fare musica e divertirmi senza il minimo problema<br />
riguardo al fatto che la gente mi guardasse.<br />
La prima domanda quindi è già chiusa. Mi riferisco<br />
a quella che chiede: «Ma alla fine devo fare i<br />
conti con il fatto che io sono fatto così, o su que<strong>st</strong>o<br />
aspetto ci si può lavorare?» Sei fatto così finché<br />
non decidi di cambiare qualcosa. La buona notizia<br />
è che è molto più semplice di quanto pensi. Però<br />
bisogna un pochino farlo davvero… non conosco<br />
magie o riti scaramantici che risolvano il problema<br />
da un momento all’altro. Ma tecniche che funzionano<br />
sì. Di quelle ne conosco e te le rivelerò al modico<br />
prezzo di 25.000 euro (que<strong>st</strong>a era solo una prova,<br />
se <strong>st</strong>avi pensando che li avre<strong>st</strong>i pagati la que<strong>st</strong>ione<br />
è seria e non ho rimedi per te).<br />
Procediamo.<br />
Il primo punto è quello di chiarire un po’ i termini<br />
della que<strong>st</strong>ione. Che cos’è quella cosa che chiamiamo<br />
ansia? Badate che que<strong>st</strong>e non sono ‘premesse’.<br />
Cose che sembra bello dire prima di arrivare al dunque.<br />
Siamo già al dunque. La prima cosa è avere<br />
Riccardo Sonzogni<br />
un po’ di chiarezza. Capire cosa ti <strong>st</strong>a succedendo<br />
quando ti succede, dare un nome alle cose. Capita<br />
che nelle que<strong>st</strong>ioni psicologiche la consapevolezza<br />
sia la prima (a volte quella decisiva) forma di terapia.<br />
Che il capire cosa ti succede sia già poterlo<br />
tenere sotto controllo e cambiarlo. Que<strong>st</strong>a prima<br />
parte in cui proviamo a capirci su cosa succede in<br />
quelle situazioni non sono premesse, ma siamo già<br />
al centro del problema. Poi passeremo a qualche<br />
ulteriore tecnica per ge<strong>st</strong>ire il tutto. Pronti via.<br />
Che cosa sono le emozioni…<br />
No, no… niente citazioni di Batti<strong>st</strong>i per favore, che<br />
mi viene l’orticaria. Niente poesia sulle emozioni,<br />
chiediamoci che cosa sono con semplicità ed un po’<br />
di consapevolezza scientifica.<br />
Va detta subito una cosa che a qualcuno suona<br />
come contraria all’evidenza: le emozioni sono un<br />
fatto del corpo prima che della mente. Il fatto, ad<br />
esempio, che quando ho paura succedono delle<br />
cose al mio corpo (allo <strong>st</strong>omaco o alle gambe, ad<br />
esempio) non è una cosa in più o che viene dopo. È<br />
l’essenza di un’emozione. Direi che quello che tu<br />
chiami paura (non il ‘pensiero dell’aver paura’,<br />
ma proprio la sensazione che chiami ‘paura’) è<br />
esattamente la tua percezione delle modificazioni<br />
fisiologiche che il tuo corpo <strong>st</strong>a attivando.<br />
Tanto per iniziare dovre<strong>st</strong>i passare da una concezione<br />
tipo «ho paura e quindi mi tremano le gambe»<br />
ad una che dica «mi tremano le gambe e quindi ho<br />
paura». La reazione fisiologica non è una conseguenza<br />
della paura, ma qualcosa che avviene prima,<br />
in funzione della quale tu senti la paura.<br />
Può sembrare una banalità, oppure una cosa teorica<br />
che non cambia niente. Ma non è così. È importante<br />
rifletterci. Tanto per iniziare, perché rende in<br />
tutta evidenza la paradossalità di una delle <strong>st</strong>rategie<br />
più frequenti che le persone usano per affrontarla:<br />
14<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
Nel 1964 era semplicemente un modo per condividere la no<strong>st</strong>ra passione.<br />
Oggi lo è ancora.<br />
Nel 1964, al soli 14 anni, Tom Bedell creava la sua linea di<br />
chitarre acu<strong>st</strong>iche per permettere alle nuove generazioni<br />
di esplorare le loro passioni musicali. Dopo quattro decadi<br />
e l’introduzione nell’IOWA Rock’n Roll Hall of Fame, Tom è<br />
di nuovo pronto a <strong>st</strong>upire con le sue nuove Bedell Guitars.<br />
I tempi cambiano. Le passioni rimangono.<br />
Negli anni 60 il rock’n roll si appre<strong>st</strong>ava a cambiare il mondo per sempre,<br />
dimo<strong>st</strong>rando che si poteva esprimere sè <strong>st</strong>essi e le proprie passioni attraverso<br />
la musica. Da teenager Tom Bedell non mancò di capire il cambiamento<br />
che <strong>st</strong>ava avvenendo e colse al volo l’opportunità di parteciparvi<br />
attivamente, presentando la sua linea di chitarre acu<strong>st</strong>iche.<br />
Oggi, dopo 40 anni, la passione di Tom per la musica è rima<strong>st</strong>a intatta e<br />
una nuova linea di chitarre acu<strong>st</strong>iche che porta il suo nome vede la luce:<br />
Bedell Guitars. Chitarre co<strong>st</strong>ruite interamente coi migliori legni massello,<br />
lavorate a mano e finemente rifinite in ogni dettaglio, create per<br />
condividere una passione senza tempo: la musica.<br />
www.bedell-guitars.com<br />
Di<strong>st</strong>ribuzione esclusiva<br />
www.frenexport.it
l<br />
convincere se <strong>st</strong>essi di non averla. Se io salgo sul<br />
palco dicendo a me <strong>st</strong>esso «Riccardo non hai paura…<br />
Riccardo non hai paura» <strong>st</strong>o semplicemente<br />
dicendo una cosa non vera. Come se cercassi di<br />
farmi passare il mal di denti dicendo «non fa male<br />
non fa male». Non funziona. Perché l’emozione di<br />
paura è lì. È concreta, <strong>st</strong>a nella tua fisiologia, non<br />
è un pensiero. Non lo fai sparire negandone l’esi<strong>st</strong>enza.<br />
Vi ricordate il film Il se<strong>st</strong>o senso? Quello in cui<br />
Bruce Willis faceva lo psichiatra e si prendeva cura<br />
di un bambino che vedeva i fantasmi. Bene. Quando<br />
il bambino ha smesso di soffrire? Non fintanto<br />
che ha avuto a che fare con gente che cercava di<br />
dirgli che quello che lui vedeva non esi<strong>st</strong>eva. Ma<br />
quando ha imparato ad accettare che i fantasmi<br />
esi<strong>st</strong>evano e volevano qualcosa da lui. Bene, non<br />
dite all’ansia «tu non esi<strong>st</strong>i», che tra l’altro poi lei<br />
si incazza, ditele «vedo che esi<strong>st</strong>i. Cosa vuoi da<br />
me?» Perché le emozioni esi<strong>st</strong>ono e sono lì per<br />
un motivo.<br />
Ora proveremo a chiederci qual è que<strong>st</strong>o motivo,<br />
nel frattempo vorrei chiarire però che l’esempio del<br />
bambino che parlava con i fantasmi andava bene<br />
come metafora per parlare delle emozioni. Se vedete<br />
dei morti e li sentite dire delle cose parlatene con<br />
il vo<strong>st</strong>ro medico. O almeno non affrettatevi a fare<br />
quello che i fantasmi vi chiedono di fare.<br />
A cosa servono le emozioni<br />
Le emozioni servono a predisporre in modo rapido<br />
il vo<strong>st</strong>ro corpo ad un comportamento che probabilmente<br />
vi servirà per salvarvi la pelle.<br />
Le emozioni di paura servono a farvi evitare situazioni<br />
rischiose o a darvi <strong>st</strong>rumenti che, nel rischio,<br />
aumentino la probabilità di sopravvivenza. Stiamo<br />
sull’esempio della paura che non solo è comodo per<br />
spiegarsi, ma è anche vicino al tema in que<strong>st</strong>ione<br />
(ricordate? Era il panico da palcoscenico).<br />
Tu sei un uomo primitivo, scendi da un albero e<br />
vedi una tigre affamata che si gira verso di te e immediatamente<br />
hai paura. Immediatamente sì, ma<br />
in quel breve i<strong>st</strong>ante sono successe delle cose che<br />
è opportuno analizzare per mettere in ordine varie<br />
categorie di fattori, ovvero lo <strong>st</strong>imolo (la tigre), fattori<br />
percettivi, cognitivi, emozionali e comportamentali.<br />
Vedrete che tutto torna.<br />
Abbiamo in sequenza:<br />
1. Uno <strong>st</strong>imolo ambientale: la tigre affamata che ci<br />
punta e vede in noi la colazione.<br />
2. La percezione dello <strong>st</strong>imolo: mi accorgo della tigre<br />
affamata.<br />
3. Una interpretazione cognitiva dello <strong>st</strong>imolo: interpreto<br />
immediatamente (molto immediatamente,<br />
cioè prima di pensarci consapevolmente) la tigre<br />
come PERICOLOSA.<br />
4. Il mio corpo si attiva: ebbene sì, que<strong>st</strong>o è un<br />
punto importante. Il corpo si attiva prima della consapevolezza.<br />
L’evoluzione ci ha dato que<strong>st</strong>a cosa<br />
fanta<strong>st</strong>ica per aumentare la no<strong>st</strong>ra probabilità di<br />
sopravvivere. A volte ci sono situazioni in cui non<br />
c’è il tempo di una reazione meditata e che forse<br />
sarebbe più precisa; c’è bisogno di una reazione più<br />
Stage Fright_by Sarah Lippett<br />
grossolana, se volete, ma immediata. Per que<strong>st</strong>o<br />
abbiamo un meccanismo fanta<strong>st</strong>ico grazie al quale<br />
a certe situazioni limite reagiamo immediatamente,<br />
prima di pensarci consapevolmente. Così, tornando<br />
alla tigre, il no<strong>st</strong>ro corpo attiva delle modificazioni<br />
che aumenteranno la no<strong>st</strong>ra probabilità di sopravvivere<br />
attivando (a scapito degli altri organi) gli organi<br />
più importanti in quella situazione. Nel no<strong>st</strong>ro caso,<br />
ad esempio, per prima cosa ci paralizzerà per un<br />
i<strong>st</strong>ante. Perché? Perché la natura sa che uno <strong>st</strong>imolo<br />
visivo è percepito innanzitutto per il suo movimento<br />
(prima che per la forma e per il colore, ad<br />
esempio), potre<strong>st</strong>i decidere che la <strong>st</strong>rategia migliore<br />
è cercare di non essere notato dalla tigre affamata,<br />
l’i<strong>st</strong>ante di paralisi dato dalla paura serve per non<br />
esserti già giocato que<strong>st</strong>a opportunità. Poi toglierà<br />
ossigeno e altri carburanti ad organi non decisivi<br />
(come lo <strong>st</strong>omaco) per attivare quelli che saranno<br />
più decisivi. In que<strong>st</strong>o caso saranno la vi<strong>st</strong>a (per focalizzare<br />
sullo <strong>st</strong>imolo in modo attento anziché su<br />
una ‘visuale panoramica’) e, soprattutto, sugli arti.<br />
Ovvero gli organi più importanti per i comportamenti<br />
possibili in quella situazione: il combattimento e/o<br />
la fuga. Il tutto magari accompagnato da scariche<br />
di adrenalina che serve per avere pre<strong>st</strong>azioni alte<br />
nell’immediato, per eccitare tutto l’organismo, diciamo.<br />
Quindi il punto 4 è esattamente que<strong>st</strong>o: il no<strong>st</strong>ro<br />
corpo attiva delle modificazioni fisiologiche.<br />
5. Percepiamo le modificazioni: noi abbiamo la sensazione<br />
fisica delle modificazioni in corso.<br />
6. Interpretiamo la percezione delle modificazioni:<br />
diamo un nome a quel pattern di modificazioni che<br />
abbiamo percepito. Chiamiamo quella sensazione<br />
‘paura’.<br />
7. Passiamo all’azione: a que<strong>st</strong>o punto dovremo<br />
fare qualcosa. La scelta di cosa fare (ad esempio<br />
provare a rimanere immobili oppure cominciare a<br />
fuggire o tentare un combattimento) sarà condizionato<br />
sia dalle scelte razionali e consapevoli che<br />
tento di fare sia dai meccanismi descritti (chiamali<br />
16<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
l<br />
i<strong>st</strong>intivi se vuoi, o semplicemente automatici).<br />
Siamo <strong>st</strong>ati un po’ lunghi ma credo servisse que<strong>st</strong>a<br />
carrellata. Preciso che forse il modello banalizza<br />
alcuni punti e non rende giu<strong>st</strong>izia alle più raffinate<br />
ricerche recenti su come funziona il no<strong>st</strong>ro cervello.<br />
Ma per i no<strong>st</strong>ri scopi è ancora molto funzionale e più<br />
che sufficiente.<br />
Se avete avuto la pazienza di leggere tutta la successione<br />
di eventi potre<strong>st</strong>e aver notato alcune cose<br />
ed esservi po<strong>st</strong>i alcune riflessioni. Ne propongo alcune:<br />
1. La correlazione tra le emozioni e certe cose assurde<br />
(come il calore alle mani o l’iperattivazione<br />
delle gambe di fronte alla paura, ad esempio. O l’idea<br />
che la paura paralizzi). C’è un senso in tutto<br />
que<strong>st</strong>o. E potete anche divertirvi ad associare modificazioni<br />
fisiologiche ad altre emozioni. Non lo faccio<br />
perché il discorso è già lungo così.<br />
2. Il fatto che que<strong>st</strong>i meccanismi sono molto arcaici<br />
e funzionano bene in un mondo fatto di alcuni pericoli<br />
chiari (le tigri o i fenomeni naturali) e alcune<br />
cose positive chiare (la propria tribù, il cibo ecc.).<br />
Ora siamo esseri molto più complessi e soprattutto<br />
molto più simbolici. Così che non sempre la<br />
connessione tra uno <strong>st</strong>imolo e la sua reazione funzionano<br />
in modo semplice. Ovvero: tutto è sembrato<br />
funzionare bene nell’esempio dell’uomo di fronte<br />
alla tigre, ma è una que<strong>st</strong>ione molto intricata di cultura,<br />
fatti simbolici ecc. che fa sì che que<strong>st</strong>o possa<br />
attivarsi in una situazione non vitale come una riunione<br />
di lavoro o una serata sul palco a suonare. Su<br />
que<strong>st</strong>o torneremo tra poco parlando dell’ansia (non<br />
dimentichiamo il punto 3. L’interpretazione cognitiva<br />
dello <strong>st</strong>imolo).<br />
3. Nono<strong>st</strong>ante que<strong>st</strong>o, il meccanismo può funzionare<br />
ancora bene e fornirci un criterio per decidere se<br />
un’emozione è sana e co<strong>st</strong>ruttiva oppure dannosa.<br />
Il criterio è molto semplice: l’emozione che <strong>st</strong>o provando<br />
è ragionevolmente collegata allo <strong>st</strong>imolo che<br />
la provoca? Migliorerà la mia pre<strong>st</strong>azione? Se la<br />
rispo<strong>st</strong>a è sì ad entrambe le domande allora l’emozione<br />
è sana e co<strong>st</strong>ruttiva. Se è no allora l’emozione<br />
è dannosa. Esempio. Sto guidando e c’è un TIR in<br />
rotta di collisione con me. In quel momento è probabile<br />
che si attivi la sequenza sopra descritta. Che<br />
io provi paura e che prima ancora di accorgermene<br />
abbia dato una manata al volante, evitando così il<br />
TIR. L’emozione di paura era ragionevolmente legata<br />
ad uno <strong>st</strong>imolo pericoloso (sì alla domanda 1)<br />
e mi ha salvato la vita (sì alla domanda 2). Ma se<br />
ho la <strong>st</strong>essa emozione prima di suonare? Rischio<br />
la vita salendo sul palco? NO (oddio dipende da<br />
quando è esigente il pubblico, eh eh). Que<strong>st</strong>a paura<br />
migliorerà la mia pre<strong>st</strong>azione? NO. L’emozione è<br />
dannosa. Punto a capo.<br />
Si può notare che in linea di massima possiamo<br />
immaginarci di intervenire su ciascuno dei sette momenti<br />
per lavorare sulla riduzione della paura. Ad<br />
esempio posso intervenire sul punto 1 semplicemente<br />
evitando la situazione che mi <strong>st</strong>imola paura.<br />
Purtroppo qualcuno sceglie que<strong>st</strong>a via e rinuncia a<br />
suonare o ad occasioni interessanti di lavoro ecc.<br />
Posso sul punto 3 imparando a considerare non<br />
pericoloso uno <strong>st</strong>imolo (suggerisco di farlo con il<br />
palco, ma non con la tigre). Posso intervenire sulle<br />
reazioni fisiologiche con un po’ di training autogeno<br />
(e ne parleremo in que<strong>st</strong>o percorso) e così via, ciascuno<br />
dei sette momenti potrebbe essere in linea di<br />
massima un punto su cui intervenire per interrompere<br />
(o ridurre) il processo.<br />
Dalla paura all’ansia<br />
Consentitemi una via breve per parlare di un fenomeno<br />
complesso come l’ansia. Non è sufficiente<br />
per chi soffra di un vero e proprio di<strong>st</strong>urbo d’ansia,<br />
ma è chiaro e sufficiente per chi ha il problema in<br />
oggetto, quello che chiamiamo magari ‘panico da<br />
palcoscenico’ e che forse <strong>st</strong>a a suo agio nel termine<br />
‘fobia sociale’, poiché il problema non è suonare,<br />
ma farlo in pubblico. Cioè in una situazione di esposizione<br />
sociale.<br />
Che cos’è l’ansia. Avrete notato che siamo partiti<br />
dall’analisi di un’emozione più primordiale, la paura.<br />
Que<strong>st</strong>o è perché ansia e paura sono <strong>st</strong>rettamente<br />
correlate, sono parenti <strong>st</strong>retti. Potremmo forse dire<br />
(qui semplifico molto, ma rende bene l’idea) che<br />
l’ansia è una forma di paura con caratteri<strong>st</strong>iche tutte<br />
sue:<br />
1. È una reazione ad uno <strong>st</strong>imolo interno più che ad<br />
uno e<strong>st</strong>erno. Infatti non mi viene quando sono sul<br />
palco, ma quando comincio a pensare a quando andrò<br />
sul palco. Non posso quindi in realtà dire che io<br />
ho paura di andare sul palco a suonare, ma dovrei<br />
più correttamente dire che reagisco con la paura<br />
all’idea di andare sul palco.<br />
2. Il punto 1 ci dà uno spunto in più. Se l’oggetto<br />
di paura è interno (immagini mentali, aspettative<br />
ecc.) emerge un ruolo maggiore dei meccanismi di<br />
interpretazione rispetto a quelli ‘oggettivi’. Ovvero<br />
è difficile negare che la tigre è pericolosa. È molto<br />
più complesso chiedermi perché mi vivo come<br />
pericoloso salire sul palco a suonare. Che cosa<br />
c’è in gioco? Cosa metto in pericolo? È chiaro che<br />
qui entriamo in pieno in una que<strong>st</strong>ione: i significati<br />
personali dati alle cose. Tratti legati all’auto<strong>st</strong>ima,<br />
ad esempio, o alle esperienze pregresse (magari<br />
quando ci co<strong>st</strong>ringevano a dire la poesia di Natale<br />
in piedi sulla sedia), <strong>st</strong>ili emozionali di ciascuno ecc.<br />
Però se hai paura di andare sul palco da qualche<br />
parte que<strong>st</strong>o ci deve essere: la percezione di un rischio<br />
imminente.<br />
Que<strong>st</strong>o ci fa dire alcune cose: si lavora molto<br />
sull’ansia in que<strong>st</strong>ione lavorando:<br />
1) sull’oggetto della paura: ovvero sulle immagini<br />
mentali ed i significati che divengono oggetto della<br />
paura;<br />
2) sulle reazioni e sulla fisiologia della paura e<br />
dell’ansia.<br />
Que<strong>st</strong>i due temi saranno oggetto dei prossimi appuntamenti,<br />
qualora fossero graditi.<br />
Riccardo Sonzogni<br />
17<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
l<br />
blog<br />
Il monitoraggio nella ripresa di <strong>st</strong>rumenti acu<strong>st</strong>ici<br />
Affrontiamo il problema del monitoraggio e delle<br />
sue implicazioni. La ripresa di <strong>st</strong>rumenti acu<strong>st</strong>ici è<br />
già impegnativa, se poi aggiungiamo degli errori di<br />
valutazione indotti da ascolti inadeguati, il risultato<br />
sarà ovviamente insoddisfacente.<br />
In particolare, la chitarra acu<strong>st</strong>ica e soprattutto<br />
quella classica hanno la tendenza a delle sgradevoli<br />
risonanze sulle frequenze basse e medio-basse<br />
(spesso tra gli 80 e i 150/200Hz), che vanno contenute.<br />
Que<strong>st</strong>e risonanze e picchi non sono purtroppo co<strong>st</strong>anti<br />
su tutte le note o posizioni del manico, e un<br />
taglio <strong>st</strong>atico con l’equalizzatore renderebbe solo<br />
lo <strong>st</strong>rumento più ‘<strong>st</strong>retto’ in tutte le altre posizioni o<br />
note non incriminate.<br />
A volte un La naturale può dare, ad esempio,<br />
grossi problemi e un La bemolle no, oppure un La<br />
quinta corda a vuoto può non darne, mentre la <strong>st</strong>essa<br />
nota al V ta<strong>st</strong>o della se<strong>st</strong>a corda può essere molto<br />
più problematica.<br />
I monitor non dovrebbero essere quindi ‘gradevoli’,<br />
ma analitici e precisi, per permetterci di capire<br />
innanzitutto che c’è un problema, e poi di verificare<br />
se cambiando microfono o posizione lo abbiamo<br />
risolto o meno. Que<strong>st</strong>o è il motivo per cui la grande<br />
maggioranza delle casse hi-fi non sono adatte<br />
al no<strong>st</strong>ro scopo, perchè hanno generalmente una<br />
gamma media poco presente e articolata.<br />
I monitor da <strong>st</strong>udio (o presunti tali) nella fascia di<br />
prezzo più bassa sono comunque da evitare: se il<br />
vo<strong>st</strong>ro budget non raggiunge almeno gli 800/900<br />
euro, risparmiate i vo<strong>st</strong>ri sudati risparmi, e indirizzatevi<br />
verso una buona coppia di cuffie.<br />
In que<strong>st</strong>o caso già con un centinaio di euro potete<br />
avere un decente <strong>st</strong>rumento di lavoro. Consigliare<br />
dei modelli specifici è sempre un argomento delicato,<br />
quindi farò una doverosa premessa. Quelle che<br />
seguono sono solo indicazioni di partenza e<strong>st</strong>remamente<br />
soggettive, quindi dimenticherò probabilmente<br />
diversi altri modelli altrettanto validi. Esorto<br />
ognuno di voi a fare le proprie valutazioni, prendendo<br />
magari i modelli da me citati come ‘pietra di paragone’<br />
durante i vo<strong>st</strong>ri acqui<strong>st</strong>i. Partendo dal co<strong>st</strong>o<br />
più basso la li<strong>st</strong>a potrebbe essere:<br />
1) AKG K141;<br />
2) AKG K240;<br />
3) Audio Technica ATH-M50;<br />
4) Sennheiser HD-25-1 II.<br />
La prossima volta prenderemo in considerazione<br />
il microfonaggio (tipologia e posizionamento) e sarà<br />
interessante ascoltare quanto possa cambiare il risultato<br />
cambiando il tipo di microfono e soprattutto<br />
la sua posizione.<br />
Tornando all’argomento odierno, vi consiglio all’inizio<br />
di evitare sedute di ascolto troppo prolungate<br />
specialmente con le cuffie, perché la <strong>st</strong>anchezza<br />
porta spesso a valutazioni errate.<br />
Se la vo<strong>st</strong>ra idea è comunque quella di utilizzare<br />
dei monitor, tenete presente un’importante considerazione:<br />
la <strong>st</strong>anza risuonerà con essi. Diventa quindi<br />
cruciale abituarsi a lavorare a volumi contenuti<br />
per due motivi:<br />
– il primo è quello di contenere la ‘partecipazione’<br />
del vo<strong>st</strong>ro ambiente al minimo;<br />
– il secondo è che i monitor economici generano di<strong>st</strong>orsioni<br />
e diversi altri problemi già a livelli di ascolto<br />
non eccessivi, quindi contenendo il volume ridurrete<br />
que<strong>st</strong>i effetti collaterali (eccessivo riverbero della<br />
vo<strong>st</strong>ra <strong>st</strong>anza, risonanze indesiderate a causa<br />
di ambienti non trattati adeguatamente, di<strong>st</strong>orsioni<br />
come già accennato delle casse <strong>st</strong>esse, ecc.).<br />
Vi fornirò ora alcune scontate regole di base riguardo<br />
al posizionamento; non sono certo arcani<br />
segreti ferocemente cu<strong>st</strong>oditi, quindi chiedo scusa<br />
ai più navigati se scadrò nell’ovvio:<br />
1) tenetevi se possibile almeno a 50-60 cm dal<br />
muro dietro ai monitor, per evitare inutili accentuazioni<br />
delle frequenze basse;<br />
2) l’altezza dell’appoggio dovrebbe essere di circa<br />
100 cm, in modo da avere il tweeter all’altezza delle<br />
vo<strong>st</strong>re orecchie o poco più;<br />
3) sarebbe opportuno usare degli <strong>st</strong>and dedicati,<br />
evitando di appoggiare i monitor sul vo<strong>st</strong>ro tavolo<br />
o scaffali, riducendo così l’effetto ‘cassa armonica’<br />
o ‘vibrante’ di supporti inadeguati. Se que<strong>st</strong>o non<br />
fosse possibile mettete almeno una base antivibrazione<br />
(ad esempio un ‘sandwich’ gomma/marmo/<br />
gomma);<br />
4. un errore molto diffuso è quello di tenere i monitor<br />
troppo separati. Ricordate, volete ridurre le turbative<br />
indotte dalla vo<strong>st</strong>ra <strong>st</strong>anza, quindi il famoso<br />
triangolo equilatero i cui vertici sono i due monitor e<br />
la vo<strong>st</strong>ra te<strong>st</strong>a andrà ridotto al minimo. Consiglierei<br />
all’inizio di non oltrepassare e di non scendere al di<br />
sotto degli 80-90 cm.<br />
Detto ciò, consigliare dei monitor diventa un argomento<br />
ancor più delicato, ma proverei comunque a<br />
proporre una li<strong>st</strong>a indicativa senza necessariamente<br />
seguire un ordine relativo al prezzo, perché alcuni<br />
li potete trovare anche usati (gli Yamaha NS10 ad<br />
esempio non sono più in produzione da tempo…):<br />
1) Yamaha NS10 con finale adeguato (fuori produzione,<br />
da cercare usati);<br />
2) KRK V6;<br />
3) Focal CSM65;<br />
4) Genelec 1030 (fuori produzione, da cercare usati);<br />
5) PMC DB1S-AII;<br />
6) ADAM S2X.<br />
Anche oggi è giunto il momento di salutarci. Se<br />
avete bisogno di chiarimenti contattatemi al mio indirizzo<br />
di po<strong>st</strong>a elettronica.<br />
Alla prossima!<br />
Paolo Co<strong>st</strong>ola<br />
regi<strong>st</strong>razione@chitarra-acu<strong>st</strong>ica.net<br />
18<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
c<br />
recensioni<br />
Stefano Barbati<br />
Acou<strong>st</strong>ic Ladyland<br />
An Acou<strong>st</strong>ic Tribute to Jimi<br />
Hendrix<br />
<strong>Fingerpicking</strong>.net<br />
Un omaggio, dunque, non un<br />
disco di semplici cover. È diverso,<br />
e que<strong>st</strong>a diversità la si comprende<br />
subito, fin dall’ascolto del<br />
primo brano, “Voodoo Chile”.<br />
Ovvio, dire<strong>st</strong>e voi, è l’uso della<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica a essere determinante<br />
nel rendere que<strong>st</strong>e versioni<br />
diverse dalle originali. Ovvio<br />
sì, direi io, e ci mancherebbe!<br />
Non facciamoci fuorviare dalle<br />
sonorità, è l’approccio adottato<br />
da Stefano, che profuma di originalità,<br />
che ci fa comprendere<br />
che non <strong>st</strong>iamo semplicemente<br />
parlando di un chitarri<strong>st</strong>a che ha<br />
voluto ‘rifare Jimi’.<br />
Di certo non gli mancherebbero<br />
i mezzi tecnici per farlo. Stefano,<br />
infatti, oltre ad essere l’apprezzato<br />
chitarri<strong>st</strong>a acu<strong>st</strong>ico che ormai<br />
tutti noi conosciamo, è anche un<br />
valente chitarri<strong>st</strong>a elettrico, come<br />
il suo metodo Suonare nello <strong>st</strong>ile<br />
di Eric Clapton, edito da Playgame<br />
Music, te<strong>st</strong>imonia.<br />
Ma oggi è la chitarra acu<strong>st</strong>ica il<br />
suo <strong>st</strong>rumento e con que<strong>st</strong>o <strong>st</strong>a<br />
percorrendo le <strong>st</strong>rade della Musica.<br />
Strade che, pur andando<br />
avanti, possono far ritrovare percorsi<br />
antichi. E allora s’incontrano<br />
nuovamente i miti della gioventù,<br />
ma, con nuova maturità, oggi si<br />
può percepire quanto allora non<br />
si coglieva.<br />
«Si è spesso parlato di Hendrix<br />
come il virtuoso interprete e<br />
geniale innovatore della chitarra<br />
elettrica, ma ci si è soffermati<br />
poco sulla bellezza di molte delle<br />
sue melodie, l’originalità delle<br />
sue soluzioni armoniche e la trascinante<br />
forza ritmica», que<strong>st</strong>o<br />
lo spunto iniziale descritto dallo<br />
<strong>st</strong>esso Barbati.<br />
Quindi, perché non provare a<br />
suonare que<strong>st</strong>e melodie, que<strong>st</strong>e<br />
armonie, trasferendole sull’acu<strong>st</strong>ica?<br />
Beatles, Michael Jackson,<br />
Steve Wonder, addirittura i Weather<br />
Report sono <strong>st</strong>ati ‘acu<strong>st</strong>icizzati’,<br />
perché non Hendrix?<br />
Ma, dicevo, <strong>st</strong>iamo parlando di<br />
un omaggio. E allora, ecco che i<br />
mitici assolo scompaiono (meglio<br />
lasciarli scolpiti nella no<strong>st</strong>ra memoria),<br />
i classici assumono nuovi<br />
colori, nuove ve<strong>st</strong>i. Un esempio<br />
per tutti: la splendida versione<br />
di “Little Wing”, con l’acu<strong>st</strong>ica in<br />
compagnia del basso acu<strong>st</strong>ico e<br />
del contrabbasso di Nicola Di Camillo.<br />
Accurata la scelta dei brani,<br />
proprio per sottolineare la versatilità<br />
del chitarri<strong>st</strong>a di Seattle,<br />
dove quelli che vedono Barbati<br />
da solo (“The Wind Cries Mary”,<br />
“Third Stone from the Sun”, “Angel”,<br />
“Voodoo Chile”), si alternano<br />
a quelli che lo vedono supportato<br />
dalle percussioni di Davide<br />
Bernaro (“Up from the Skies”, “All<br />
along the Watchtower”, “If 6 was<br />
9”). Non si poteva poi, a maggior<br />
ragione in chiusura, non rendere<br />
omaggio anche all’Hendrix<br />
cantante: ecco, quindi, “Purple<br />
Haze”, con Bernaro e la voce con<br />
basso elettrico di Ivan Abbonizio.<br />
Versioni so<strong>st</strong>anzialmente brevi,<br />
lucide, dove l’acu<strong>st</strong>ica, pur priva<br />
di effetti, grazie ad un moderato<br />
ed efficace utilizzo di tecniche<br />
percussive e accordature aperte,<br />
di cui Stefano Barbati è mae<strong>st</strong>ro,<br />
riesce ad evocare compiutamente<br />
l’indimenticata <strong>st</strong>rato mancina.<br />
Alfonso Giardino<br />
John Renbourn<br />
Palermo Snow<br />
Shanachie<br />
«I pezzi di que<strong>st</strong>a raccolta sono<br />
uniti da un tocco di romantica ar-<br />
monia.»<br />
L’incipit delle note che accompagnano<br />
la pubblicazione di que<strong>st</strong>o<br />
CD, il primo dopo tredici anni<br />
di silenzio discografico per John<br />
Renbourn, racchiudono l’essenza<br />
di tutto il suo recente lavoro. Probabilmente<br />
ciò che sottintende le<br />
sonorità meditative, dense delle<br />
tante <strong>st</strong>ratificazioni <strong>st</strong>ili<strong>st</strong>iche di<br />
cui sono permeati i dieci brani<br />
di que<strong>st</strong>a raccolta, è qualcosa<br />
che era presente in Renbourn<br />
da sempre, sicuramente da quando<br />
la <strong>st</strong>ategia protettiva della<br />
madre lo di<strong>st</strong>raeva dagli echi dei<br />
bombardamenti su Londra con le<br />
carezze sonore di Leigh Harline<br />
e di Frank Churchill, suonate sul<br />
piano di casa. Armonia, si diceva,<br />
anche nel viaggiare, attività che<br />
successivamente all‘esperienza<br />
dei Pentangle, ha ampliato i suoi<br />
orizzonti creativi, così come la<br />
sua vita di ricercatore e <strong>st</strong>udioso<br />
che, negli anni, lo ha portato fuori<br />
dall’angolo della musica celtica.<br />
Un album che rimanda in modo<br />
esplicito all’Italia, che tante volte<br />
lo ha ospitato nei suoi vari tour.<br />
Lui, eccellente e sensibile interprete<br />
del folklore inglese, capace<br />
di modellare una materia sonora<br />
in divenire, aggiungendovi<br />
sempre più elementi di apertura<br />
a linguaggi e <strong>st</strong>ili extra popolari,<br />
dal classico, al blues, al jazz,<br />
ha creato negli anni una sorta di<br />
musica totale di cui la scintillante<br />
mae<strong>st</strong>osità della sua chitarra ne<br />
è una perfetta interprete.<br />
“Palermo snow” dà il titolo al<br />
brano d’apertura e a tutto il CD.<br />
Un brano ispirato alla nevicata<br />
del 1991 sul capoluogo siciliano,<br />
di cui Renbourn fu attonito te<strong>st</strong>imone,<br />
e mirabile manife<strong>st</strong>o di ciò<br />
che sarà la sequenza successiva.<br />
Dei dieci brani, sette sono presentati<br />
in perfetta solitudine a<br />
scavare tra timbri e sugge<strong>st</strong>ioni<br />
chitarri<strong>st</strong>iche, complici le accordature<br />
aperte, il lungo peregrinare<br />
tra le musiche e i loro svariati<br />
linguaggi; tre contengono la voce<br />
del clarinetto di Dick Lee che con<br />
gu<strong>st</strong>o e discrezione amplia la tavolozza<br />
sonora a disposizione.<br />
Il peregrinare e la ricerca continuano,<br />
quindi, con una trasposizione<br />
per chitarra di una “Sara-<br />
20<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
c<br />
bande” di Erik Satie, con il famoso<br />
“Preludio per violoncello in Sol<br />
Maggiore” di Johann Seba<strong>st</strong>ian<br />
Bach e con una dimenticata composizione<br />
del piani<strong>st</strong>a afroamericano<br />
Randy We<strong>st</strong>on.<br />
A chiudere il cerchio dei riferimenti<br />
all‘Italia, “Bella terra”, della<br />
quale le note di copertina ci raccontano<br />
la genesi: «È nata da un<br />
altro viaggio in Sicilia. Il mio vecchio<br />
amico Reno Brandoni ed io<br />
<strong>st</strong>avamo attraversando lo Stretto<br />
di Messina. Era il ritorno a casa di<br />
Reno dopo un lungo tour e, mentre<br />
ci <strong>st</strong>avamo avvicinando alla<br />
splendente isola, l’ho sentito recitare<br />
una specie di mantra, “Bella<br />
terra – Bella terra”.»<br />
Un CD intenso, suonato in<br />
modo impeccabile, che trasmette<br />
passione e rigore formale al tempo<br />
<strong>st</strong>esso.<br />
Gabriele Longo<br />
pickers d’oltreoceano.<br />
<strong>Fingerpicking</strong>, abbiamo detto, e<br />
Sciortino di certo non lo nasconde<br />
(non nascondendo se <strong>st</strong>esso),<br />
non lo camuffa da finger<strong>st</strong>yle,<br />
che (confessiamolo, tra di noi<br />
possiamo) oggi come oggi sarebbe<br />
più ‘chic’ usare come termine.<br />
Sì, perché ormai fingerpicking,<br />
al di là del no<strong>st</strong>ro portale (e qui<br />
ci vorrebbe la faccina che <strong>st</strong>rizza<br />
l’occhio), richiama alla mente<br />
una tecnica un po’ superata, talvolta<br />
anche semplice (fra un po’<br />
lo <strong>st</strong>esso Tommy non sarà più à<br />
la page), addirittura naïf, come<br />
dice lo <strong>st</strong>esso Sciortino in un suo<br />
video di presentazione di que<strong>st</strong>o<br />
CD.<br />
(http://www.youtube.com/user/<br />
Ourco#p/u/30/PzJWAwMi4uU)<br />
Ma ba<strong>st</strong>erebbe ascoltare la<br />
prima traccia di Guitare Picking<br />
per smentire que<strong>st</strong>a teoria, o andare<br />
nella sezione video del sito<br />
di Sciortino e godersi i cinquanta<br />
video lì a no<strong>st</strong>ra disposizione.<br />
La tecnica usata è una cosa,<br />
i generi praticati altra. In que<strong>st</strong>o<br />
CD si va dal blues di “Le blues<br />
des campagnes” al country di<br />
“Rataboule” (dov’è l’ukulele ad<br />
imitare il fiddle), fino alle ispirazioni<br />
mariachi di “Les mélokos”,<br />
tornando alle sale da ballo parigine<br />
col valzer musette di “Monsieur<br />
Victor”, per poi ripartire per<br />
Nashville con “One for Chet”, il<br />
tutto inframmezzato da sempreverdi<br />
ragtime come “Rue Espiessac”<br />
o “Carrousel”.<br />
<strong>Fingerpicking</strong>, quindi, sinonimo<br />
anche di allegria, spensieratezza,<br />
ottimismo, che non potrebbero<br />
essere espressi meglio dalle<br />
note di “Train d’enfer”, “Sur la<br />
route de blanche” o “Jipèto”, tutte<br />
nei tradizionali solchi di “Cannonball<br />
Rag”.<br />
In tutto sedici brani, sedici<br />
composizioni originali (alcune<br />
maturate nell’arco dei dieci anni<br />
che sono trascorsi dal primo CD,<br />
Picking) che dimo<strong>st</strong>rano, nono<strong>st</strong>ante<br />
il fingerpicking (potremmo<br />
ironicamente dire), la versatilità,<br />
la padronanza delle dinamiche,<br />
la tecnica cri<strong>st</strong>allina di François<br />
Sciortino, ben so<strong>st</strong>enuta da un<br />
basso alternato sempre puntuale,<br />
sapientemente muted. Versatilità<br />
che si esprime anche nella<br />
scelta degli <strong>st</strong>rumenti: dall’acu<strong>st</strong>ica<br />
cu<strong>st</strong>om di Alain Quéguiner,<br />
alla Gretsch Country Classic e<br />
all’ukulele.<br />
Un disco che si ascolta realmente<br />
tutto d’un fiato, senza alcuna<br />
caduta di tono, ben eseguito<br />
e realizzato, che ti fa venir la<br />
voglia di imbracciare la sei corde<br />
per divertirti un po’, specialmente<br />
se sei da solo, sul divano, in totale<br />
relax.<br />
Alfonso Giardino<br />
François Sciortino<br />
Guitare Picking<br />
www.francois-sciortino.com<br />
Possiamo anche non leggere<br />
titolo ed autore di que<strong>st</strong>o CD,<br />
ba<strong>st</strong>a osservarne bene le foto.<br />
Mano de<strong>st</strong>ra in primo piano, un<br />
bel thumbpick azzurro in azione,<br />
que<strong>st</strong>a la copertina. Thumbpick<br />
che troviamo anche nelle foto interne<br />
e sul CD <strong>st</strong>esso. Una firma,<br />
una dichiarazione d’intenti, una<br />
certezza per chi si accinge ad acqui<strong>st</strong>arlo.<br />
Siamo di fronte all’ultima fatica<br />
di François Sciortino, Guitare Picking.<br />
<strong>Fingerpicking</strong> allo <strong>st</strong>ato puro,<br />
come lo conosciamo, come lo<br />
abbiamo sempre amato, come<br />
ce lo aspetteremmo da que<strong>st</strong>o<br />
mae<strong>st</strong>ro della scuola chitarri<strong>st</strong>ica<br />
francese, sempre molto influenzata,<br />
ieri come oggi, dai grandi<br />
21<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
ar<br />
arti<strong>st</strong>i<br />
Madame Guitar 2011<br />
Il gran finale della manife<strong>st</strong>azione<br />
Per il se<strong>st</strong>o anno consecutivo Madame<br />
Guitar, che si è tenuta da venerdì<br />
23 a domenica 25 settembre a<br />
Tricesimo nella periferia nord di Udine,<br />
ha chiuso in bellezza la <strong>st</strong>agione<br />
italiana dei fe<strong>st</strong>ival dedicati alla chitarra<br />
acu<strong>st</strong>ica. Una <strong>st</strong>agione conclusasi<br />
anche que<strong>st</strong>’anno, nono<strong>st</strong>ante<br />
la crisi, con un bilancio positivo, che<br />
speriamo possa tenere que<strong>st</strong>a importante<br />
‘riserva’ delle no<strong>st</strong>re passioni al<br />
riparo dai tempi difficili che ci attendono.<br />
In que<strong>st</strong>o conte<strong>st</strong>o la rassegna<br />
di Tricesimo si è guadagnata un po<strong>st</strong>o<br />
di prim’ordine, grazie soprattutto<br />
alla competenza del direttore arti<strong>st</strong>ico<br />
Marco Miconi, che attraverso la<br />
sua conduzione del Folk Club Buttrio<br />
contribuisce da vent’anni a portare in<br />
Friuli le migliori ‘musiche del mondo’.<br />
Nel tempo Madame Guitar ha sempre presentato<br />
un cartellone di concerti serali di prim’ordine, e<br />
que<strong>st</strong>a se<strong>st</strong>a edizione non ha smentito le aspettative.<br />
L’onore di aprire le danze, la sera di venerdì<br />
al Teatro Garzoni, è <strong>st</strong>ato affidato que<strong>st</strong>’anno a un<br />
duo di ex ‘arti<strong>st</strong>i locali emergenti’, che avevano già<br />
partecipato all’edizione 2008 nei concerti che si tengono<br />
di giorno nel centro del paese: i goriziani Déja,<br />
compo<strong>st</strong>i dalla cantante e autrice Serena Finatti e<br />
dal chitarri<strong>st</strong>a Andrea Varnier. Da allora i due hanno<br />
vinto nel 2009 il Singer-Songwriter Conte<strong>st</strong> al fe<strong>st</strong>ival<br />
Open Strings di Osnabrück in Germania, una<br />
delle manife<strong>st</strong>azioni più pre<strong>st</strong>igiose dedicate alla<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica a livello europeo, e inciso il loro secondo<br />
album Laila per la Acou<strong>st</strong>ic Music Records di<br />
Peter Finger. L’esibizione in ‘prima serata’ a Tricesimo<br />
ha così assunto il carattere di una presentazione<br />
ufficiale del loro recente lavoro e di una consacrazione<br />
del raggiunto <strong>st</strong>atus internazionale presso<br />
la propria gente: un’occasione vissuta naturalmente<br />
con grande emozione, ma anche con notevole professionalità.<br />
Serena è cantante molto preparata e<br />
sensibile, nonché autrice rigorosa, capace di scrivere<br />
con personalità di cose intime come delle grandi<br />
cose della vita; Andrea, che ha vinto nel 2005 il<br />
22<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
Madame<br />
Guitar 2011<br />
ar<br />
concorso emergenti New Sounds Of Acou<strong>st</strong>ic Music<br />
al Meeting di Sarzana, è un ottimo chitarri<strong>st</strong>a acu<strong>st</strong>ico<br />
di formazione moderna, persino con venature<br />
di chitarra metal, ma con un gu<strong>st</strong>o tradizionale<br />
che mo<strong>st</strong>ra di non dimenticare l’importante lezione<br />
del ‘folk baroque’. Una bella realtà veramente, per<br />
que<strong>st</strong>o genere di songwriting ‘voce e chitarra’, che<br />
ci piacerebbe veder diffondersi in misura maggiore<br />
nel no<strong>st</strong>ro paese.<br />
I Déja hanno chiuso il proprio set chiamando sul<br />
palco il grande e atipico chitarri<strong>st</strong>a ungherese Sándor<br />
Szabó, che è <strong>st</strong>ato anche il loro tecnico del<br />
suono per il disco Laila e con cui hanno <strong>st</strong>retto, in<br />
quella circo<strong>st</strong>anza, un bel rapporto di <strong>st</strong>ima reciproca.<br />
Insieme hanno suonato il brano conclusivo<br />
dell’album, “Tutto è luce”, che Szabó ha impreziosito<br />
con un assolo magi<strong>st</strong>rale. Sulle orme di Béla<br />
Bartók e Zoltán Kodály, Szabó ha intensificato in<br />
que<strong>st</strong>o periodo il suo tradizionale interesse verso<br />
il folklore musicale ungherese e orientale e – nel<br />
suo set – ha presentato in anteprima sulla chitarra a<br />
corde di nylon una <strong>st</strong>raordinaria “Hungarian Guitar<br />
Rhapsody”, suite di più di trenta motivi popolari magiari,<br />
che hanno messo in luce un’incredibile varietà<br />
e ricchezza di linee melodiche e moduli ritmici, e<br />
che co<strong>st</strong>ituiranno l’ossatura del suo prossimo lavoro<br />
discografico. Per concludere, un arrangiamento<br />
molto personale della ben nota “Birdland”.<br />
È <strong>st</strong>ata poi la volta di Eric Lugosch, che in que<strong>st</strong>o<br />
suo soggiorno a Tricesimo ha fatto realmente la<br />
parte del leone. Oltre all’esibizione previ<strong>st</strong>a in calendario,<br />
ha suonato pure nel concerto di sabato,<br />
per sopperire alla forzata assenza di Adrian Byron<br />
Burns, ed è salito sul palco per il gran finale di domenica.<br />
La sua disponibilità e partecipazione entusia<strong>st</strong>a<br />
gli ha permesso di mo<strong>st</strong>rare con tutta evidenza<br />
la va<strong>st</strong>ità e la ricchezza del suo repertorio e delle<br />
sue conoscenze musicali, che ci hanno trasportato<br />
dalle canzoni folk ai gospel, dal repertorio di Reverend<br />
Gary Davis al picking nashvilliano, dagli <strong>st</strong>andard<br />
jazz a “Both Sides Now” di Joni Mitchell e alla<br />
sua entusiasmante composizione originale “Cajun<br />
Cook”. Senza dimenticare l’attenzione verso il no<strong>st</strong>ro<br />
paese, dalle rielaborazioni di balli tradizionali<br />
emiliani come la “Furlana Pironda” e il “Valzer” di inizio<br />
secolo di Ari<strong>st</strong>eo Carpi, fino alla propria canzone<br />
scritta per la Pancreatic Cancer Society e tradotta<br />
in italiano da Franco Nasi con il titolo “Speranza”.<br />
Inoltre ha tenuto un seminario nel quale, in un’ora<br />
e mezza, ha saputo dare una fondamentale visione<br />
complessiva della funzione delle linee di basso, dal<br />
basso alternato a un uso più libero e rarefatto, fino<br />
ad un utilizzo melodico ripreso dalla tecnica banjoi<strong>st</strong>ica<br />
del double thumbing, che ha ispirato il Carter<br />
Style chitarri<strong>st</strong>ico.<br />
Per chiudere la serata nel segno dell’energia e del<br />
ritmo, il patron Marco Miconi ha infine chiamato sul<br />
Dèja<br />
Sándor Szabó<br />
Eric Lugosch<br />
John Crampton<br />
23<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
ar<br />
ar<br />
Madame<br />
Guitar 2011<br />
Tessaris e Stefanizzi<br />
Varini con gli <strong>st</strong>udenti<br />
Adewale e Forcione<br />
Ga<strong>st</strong>or de Paco<br />
palco John Crampton: una voce rauca alla Tom<br />
Waits che più rauca non si può; una National Steel<br />
Guitar <strong>st</strong>rapazzata in vario modo con le dita, il bottleneck<br />
e i colpi percussivi sul fondo; un’armonica<br />
dal suono pieno, uno <strong>st</strong>omp box e via a tutto gas<br />
con una sorta di punk blues inesauribile. Dalla work<br />
song “Pick a Bale of Cotton” al rock’n’roll “Who Do<br />
You Love”, un’ondata di vitalità e divertimento per<br />
tornare a casa con il sorriso sulle labbra.<br />
Come detto, il concerto di sabato ha subìto la defezione<br />
provocata da un’infiammazione al braccio di<br />
Adrian Byron Burns, bluesman noto per aver militato<br />
nei Rhythm Kings dell’ex Stone Bill Wyman. Gli arti<strong>st</strong>i<br />
chiamati a so<strong>st</strong>ituirlo non hanno però mancato di<br />
fare la loro parte, a cominciare dall’Acou<strong>st</strong>ic Spirit<br />
Duo, coppia di buskers formata dal chitarri<strong>st</strong>a Valter<br />
Tessaris e dal mimo Maurizio Stefanizzi. I due,<br />
nono<strong>st</strong>ante il bel successo ottenuto in piazza nell’edizione<br />
2009 del fe<strong>st</strong>ival, non sono <strong>st</strong>ati richiamati<br />
per l’edizione successiva. E qualche scaramantico<br />
ha imputato a que<strong>st</strong>a evenienza il maltempo che ha<br />
fune<strong>st</strong>ato le esibizioni all’aperto dell’anno scorso.<br />
Marco Miconi, per non saper né leggere né scrivere,<br />
oltre che per la loro innegabile bravura, ha pensato<br />
allora di riproporli que<strong>st</strong>’anno, garantendosi per la<br />
verità un tempo splendido! Non solo, ma di fronte<br />
all’assenza di Burns, ha avuto la buona idea di promuoverli<br />
sul campo dalla <strong>st</strong>rada al palco. Il concerto<br />
è così partito nel segno di una spettacolarità che<br />
il pubblico ha mo<strong>st</strong>rato subito di gradire. Tessaris<br />
è un chitarri<strong>st</strong>a acu<strong>st</strong>ico completo e al passo con i<br />
tempi, con delle buone idee che ha espresso in cinque<br />
CD autoprodotti, tra cui il recente Frammenti;<br />
intorno alla sua chitarra Stefanizzi co<strong>st</strong>ruisce un’animazione<br />
ricca di maschere, trave<strong>st</strong>imenti e lanci<br />
di bolle di sapone, insieme a un’accompagnamento<br />
musicale con armonica a bocca, didgeridoo e percussioni<br />
come il cajón e la caisa. Il risultato è <strong>st</strong>ato<br />
un set molto apprezzato, che ha dimo<strong>st</strong>rato quanto<br />
l’energia della <strong>st</strong>rada possa portare alla nicchia della<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica, in termini di condivisione con un<br />
pubblico non limitato agli appassionati del settore.<br />
Massimo Varini ha così trovato davanti a sé un<br />
pubblico già ben dispo<strong>st</strong>o, al quale ha potuto proporre<br />
in tutta tranquillità il suo caratteri<strong>st</strong>ico discorso<br />
musicale e umano. Del re<strong>st</strong>o Varini è, a suo volta,<br />
l’icona di un rapporto con la chitarra acu<strong>st</strong>ica<br />
inserito in una dimensione più ampia di musici<strong>st</strong>a<br />
pop, che intrattiene quotidianamente un rapporto di<br />
comunicazione con un pubblico più va<strong>st</strong>o. Una comunicazione<br />
che comprende anche la grandissima<br />
diffusione dei te<strong>st</strong>i e video didattici di cui è autore, in<br />
nome dei quali è <strong>st</strong>ato impegnato – in concomitanza<br />
con il fe<strong>st</strong>ival – in un interessantissimo progetto di<br />
più giorni a contatto con i ragazzi delle scuole medie<br />
dell’Udinese.<br />
Dopo il già ricordato secondo intervento di Eric<br />
24<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
Madame<br />
Guitar 2011<br />
ar<br />
Lugosch, è salito sul palco Antonio Forcione con<br />
il percussioni<strong>st</strong>a brasiliano Adriano Adewale. Anche<br />
Forcione è un musici<strong>st</strong>a che si muove in circuiti<br />
più e<strong>st</strong>esi rispetto al mondo specifico dei chitarri<strong>st</strong>i<br />
acu<strong>st</strong>ici. Era palpabile in sala come molti, tra il pubblico,<br />
erano venuti appositamente per ascoltare lui,<br />
più che per partecipare a una rassegna di chitarra<br />
acu<strong>st</strong>ica. Aggiungo d’altra parte, sbilanciandomi un<br />
po’, che a mio avviso Forcione è de<strong>st</strong>inato a diventare<br />
un punto di riferimento mondiale nella <strong>st</strong>oria<br />
della chitarra acu<strong>st</strong>ica. A lui abbiamo dedicato così<br />
un approfondimento con un’intervi<strong>st</strong>a in que<strong>st</strong>o numero.<br />
Ma quello che si può osservare qui, in particolare,<br />
è come il suo modo di inserire nello spettacolo<br />
musicale elementi di gag, sketch, duetti scenici<br />
con il suo compagno di palco, che si riallacciano ai<br />
suoi <strong>st</strong>udi giovanili di mimo, alle prime esperienze di<br />
<strong>st</strong>rada al suo arrivo a Londra e alle sue partecipazioni<br />
in varietà musicali come nel famoso Trio Olé<br />
di Paul Morocco, abbia in qualche modo riannodato<br />
un filo con l’apertura del concerto da parte dell’Acou<strong>st</strong>ic<br />
Spirit Duo, in una serata che si è rivelata<br />
veramente magica e indimenticabile.<br />
La serata finale di domenica si è invece aperta<br />
all’insegna del flamenco con il giovanissimo Ga<strong>st</strong>or<br />
de Paco, vincitore l’anno scorso a soli diciassette<br />
anni del titolo di miglior chitarri<strong>st</strong>a al Fe<strong>st</strong>ival<br />
del Cante de las Minas, che si svolge a La Unión<br />
nella regione meridionale di Murcia in Spagna ed è<br />
riconosciuto tra i più importanti dedicati alla musica<br />
flamenca. Il suo concerto è <strong>st</strong>ato preceduto in giornata<br />
da una conferenza sul tema, tenuta da José<br />
Francisco Ortega Ca<strong>st</strong>ejon, professore di didattica<br />
musicale all’Università di Murcia, direttore della rivi<strong>st</strong>a<br />
digitale di flamenco La Madrugá (http://revi<strong>st</strong>as.<br />
um.es/flamenco) e membro della commissione organizzatrice<br />
del fe<strong>st</strong>ival che ha appunto premiato<br />
de Paco. Ca<strong>st</strong>ejon ha messo in luce tutta la complessità<br />
della cultura flamenca. E in effetti, assi<strong>st</strong>endo<br />
all’esibizione del giovane chitarri<strong>st</strong>a andaluso, a<br />
parte il livello <strong>st</strong>raordinario del suo repertorio e della<br />
sua abilità <strong>st</strong>rumentale, si nota come la <strong>st</strong>essa sua<br />
immagine, la po<strong>st</strong>ura, la ge<strong>st</strong>ualità, il suo modo di<br />
ve<strong>st</strong>ire e di presentarsi riflettano tutta la potenza di<br />
una cultura tradizionale, che ha evidenti radici etnofolkloriche<br />
e che – come tale – si è urbanizzata e<br />
spettacolarizzata mantenendo viva la sua definizione.<br />
Il flamenco, come il blues, il bluegrass, il tango,<br />
lo choro, il fado o la musica manouche e tzigana,<br />
per parlare degli esempi più eclatanti, sono tutti<br />
tesori dell’umanità che segnano il passaggio dalla<br />
musica di tradizione orale alla musica ‘popolare’<br />
moderna. De Paco ha concluso la sua esibizione<br />
invitando sul palco i rappresentanti dell’associazione<br />
Viento Flamenco di Udine, molto attiva nel promuovere<br />
la cultura flamenca in tutto il Friuli-Venezia<br />
Giulia: la ballerina Lucia To<strong>st</strong>o, presidente dell’as-<br />
Rangel e Boltro<br />
3 Boxes<br />
Goran Kuzminac<br />
Max Prandi<br />
25<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
ar<br />
Madame<br />
Guitar 2011<br />
Nibs Van Der Spuy<br />
sociazione, con il chitarri<strong>st</strong>a Andrea Maurizio del<br />
gruppo Ida y Vuelta. Insieme hanno dato vita a una<br />
brillante dimo<strong>st</strong>razione di baile flamenco.<br />
Con il secondo set si passa a un’altra cultura latina,<br />
quella brasiliana, che rispetto alla cultura spagnola<br />
si è avviata prima – attraverso il movimento<br />
della bossa nova – nella direzione del modernismo,<br />
della contaminazione e della globalizzazione. Marcio<br />
Rangel è già <strong>st</strong>ato ospite di Madame Guitar nel<br />
2008, con una performance soli<strong>st</strong>a che ha riscosso<br />
grande successo. Que<strong>st</strong>’anno, portando avanti<br />
una via contemporanea al dialogo tra i generi, si è<br />
ripresentato in duo con Flavio Boltro, trombetti<strong>st</strong>a<br />
di caratura mondiale che ha collaborato tra gli altri<br />
con Lingomania, Steve Grossman, Freddie Hubbard,<br />
Joe Lovano, Michel Petrucciani, Stefano Di<br />
Batti<strong>st</strong>a. I due hanno toccato con grande spirito improvvisativo<br />
i vari aspetti della tradizione brasiliana,<br />
dal folklore norde<strong>st</strong>ino al samba e alla bossa nova,<br />
passando per il blues e un ricordo di Bruno Martino<br />
con la sua indimenticabile “E<strong>st</strong>ate”, riconosciuto<br />
<strong>st</strong>andard jazz.<br />
Ad un primo sguardo superficiale si <strong>st</strong>enterebbe<br />
a crederlo, ma i tre signori inglesi in età un po’ matura,<br />
che ora salgono sul palco, hanno fatto buona<br />
parte della <strong>st</strong>oria del folk rock inglese degli anni<br />
settanta e non solo: Clive Gregson è <strong>st</strong>ato leader<br />
della cult band Any Trouble, ha collaborato con Richard<br />
Thompson e Nanci Griffith, ha fatto parte dei<br />
Plainsong di Ian Matthews e porta avanti un’attività<br />
soli<strong>st</strong>a di singer-songwriter; Mark Griffiths, che in<br />
giornata ha tenuto un seminario dal titolo “Sviluppare<br />
un giro armonico in forma jazzi<strong>st</strong>ica”, è <strong>st</strong>ato anche<br />
lui nei Plainsong e prima ancora nei Matthews<br />
Southern Comfort, quindi per quindici anni bassi<strong>st</strong>a<br />
degli Shadows, oltre ad aver collaborato tra gli altri<br />
con Al Stewart, Everly Brothers, Peter Frampton,<br />
Duane Eddy, Mark Knopfler, Bonnie Tyler, Jeff Lynne,<br />
Gallagher & Lyle, Nina Hagen, Steve Gibbons,<br />
Cliff Richard; Andy Roberts, che ha curato a sua<br />
volta un curioso seminario dedicato a una “Sfida<br />
tra l’accordatura DADGAD e il capota<strong>st</strong>o parziale”,<br />
ha fatto pure lui parte dei Plainsong, ma anche<br />
del The Wall Tour con i Pink Floyd, e ha suonato<br />
con Richard Thompson, Kevin Ayers, Roy Harper,<br />
Maddy Prior, Ian Matthews. I tre hanno formato<br />
recentemente 3 Boxes, trio <strong>st</strong>rumentale di chitarre<br />
acu<strong>st</strong>iche che – con la produzione di una vecchia<br />
volpe come John Wood, collaboratore di Joe<br />
Boyd e produttore e tecnico del suono per Fairport<br />
Convention, Nick Drake e John Martyn – ha appena<br />
inciso il CD Strings Attached previ<strong>st</strong>o in uscita<br />
nella primavera del 2012. Il repertorio presentato a<br />
Madame Guitar si è dimo<strong>st</strong>rato molto godibile: l’approccio<br />
dei tre alla chitarra è di<strong>st</strong>ante dalla tecnica<br />
evoluta dei chitarri<strong>st</strong>i delle giovani generazioni, ma<br />
la musicalità da loro maturata in anni di esperienza<br />
produce risultati d’insieme perfettamente calibrati,<br />
volutamente di impatto immediato.<br />
Nella biografia sul suo sito, Goran Kuzminac<br />
scrive: «Sono diventato <strong>st</strong>orico e, in qualche oscuro<br />
modo, quasi un ‘Vecchio saggio’ della canzone<br />
italiana. Mi premiano continuamente per la ‘carriera<br />
luminosa’ o perché sono <strong>st</strong>ato il ‘Primo’ ad introdurre<br />
il finger<strong>st</strong>yle nella canzone d’autore italiana.<br />
Ogni giorno qualche esploratore della rete scopre<br />
che, oltre a “Stasera l’aria è fresca”, “Ehi ci <strong>st</strong>ai”,<br />
“Tempo”, “Stella del Nord”, ho scritto e scrivo anche<br />
altre decine di canzoni molto più belle». Lo dice<br />
con qualche amarezza, forse per non aver avuto la<br />
possibilità di vivere la sua vita di cantautore proprio<br />
come avrebbe voluto. Noi, per quello che ci riguarda,<br />
possiamo solo dire di essere felici che lui venga<br />
chiamato spesso a suonare nei ‘no<strong>st</strong>ri’ fe<strong>st</strong>ival di<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica, da Acou<strong>st</strong>ic Franciacorta a Ferentino<br />
Acu<strong>st</strong>ica e oggi a Madame Guitar. Perché<br />
pensiamo sinceramente che la dimensione ‘voce<br />
e chitarra’, e aggiungiamo con la chitarra suonata<br />
come si conviene, sia una dimensione molto importante<br />
per ritrovare il bandolo della matassa. Così<br />
come non ci sorprende che in un brano del suo ultimo<br />
disco Dio suona la chitarra (Hdemia, 2008) ci<br />
suoni una delle ‘no<strong>st</strong>re’ promesse, Andrea Valeri. O<br />
26<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
Madame<br />
Guitar 2011<br />
ar<br />
che nel suo sito si trovino, cliccando su “Altro”, un<br />
“Breve corso di fingerpicking” e le tablature di sette<br />
sue canzoni. Così, dopo aver ascoltato dal vivo una<br />
bella manciata di suoi pezzi vecchi e nuovi, voce e<br />
chitarra, è <strong>st</strong>ato bello vederlo celebrare il gran finale<br />
intonando “Madame Guitar” di Sergio Endrigo, con<br />
tutti gli altri musici<strong>st</strong>i saliti insieme a lui sul palco.<br />
Proprio tutti, compreso Flavio Boltro che ha suonato<br />
un bellissimo assolo di tromba.<br />
Come di consueto, nelle giornate di sabato e domenica<br />
si sono aggiunte ai concerti serali le mo<strong>st</strong>re<br />
di liuteria, di fotografia, di dischi e video, e i<br />
concerti in piazza. Tra que<strong>st</strong>i si è mo<strong>st</strong>rato come<br />
sempre particolarmente interessante e coinvolgente<br />
quello di Max Prandi, che con la sua vecchia Eko<br />
con le buche a effe, il drum set minimale con cassa<br />
e charle<strong>st</strong>on, l’amplificazione vintage ‘povera’ e il<br />
suo <strong>st</strong>ile scarno e ruvido legato alle forme più modali,<br />
ipnotiche e ‘groovy’ del downhome blues, ha<br />
passato in rassegna un repertorio di grande valore<br />
da Fred McDowell a Big Joe Williams, da Muddy<br />
Waters a John Lee Hooker, da Otis Redding a Ray<br />
Charles fino ai Creedence Clearwater Revival. Una<br />
bellissima sorpresa è <strong>st</strong>ato poi il sudafricano Nibs<br />
Van Der Spuy, approdato a Madame Guitar sulla<br />
scia dei suoi connazionali Tony Cox e Guy Buttery<br />
presenti negli anni scorsi: un cantautore-chitarri<strong>st</strong>a<br />
e<strong>st</strong>remamente interessante, con una voce discreta<br />
e velata che fa pensare a Nick Drake, un modo di<br />
comporre basato su melodie spesso di ispirazione<br />
zulù e sull’alternanza di cicli armonico-ritmici ripetitivi<br />
con incisi efficaci, con uno <strong>st</strong>ile <strong>st</strong>rumentale<br />
che incorpora accordature aperte e bottleneck sulla<br />
chitarra, so<strong>st</strong>ituita a volte dal cuatro portoricano.<br />
Un notevole successo di pubblico ha poi riscosso<br />
Stefano Barbati: la sua ultima fatica discografica<br />
Acou<strong>st</strong>ic Ladyland, tributo acu<strong>st</strong>ico a Jimi Hendrix,<br />
è del re<strong>st</strong>o un lavoro veramente importante, che inizia<br />
a dare i suoi meritati frutti.<br />
Ricordiamo infine Dario Fornara, che ha presentato<br />
anche il suo utile seminario di introduzione al<br />
tapping e alle percussioni sulla chitarra acu<strong>st</strong>ica;<br />
Lorenzo Favero, freschissimo vincitore a Sarzana<br />
del New Sounds of Acou<strong>st</strong>ic Music; Maurizio Brunello,<br />
con le sue cover virtuosi<strong>st</strong>iche condite di evoluzioni<br />
improvvisate; e Silvia & The Fishes On Friday,<br />
nuova propo<strong>st</strong>a in <strong>st</strong>ile indie acu<strong>st</strong>ico, co<strong>st</strong>ruita<br />
sulle canzoni scritte e interpretate da Silvia Guerra<br />
con l’accompagnamento di Guido Michielis alla chitarra<br />
e Mirco Tondon al contrabbasso, sulle orme di<br />
arti<strong>st</strong>i come Damien Rice e Kings of Convenience.<br />
Andrea Carpi<br />
foto di Riccardo Bo<strong>st</strong>iancich<br />
Info: Folk Club Buttrio, tel 0432 853528<br />
www.folkclubbuttrio.it<br />
Stefano Barbati<br />
27<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
ar<br />
Intervi<strong>st</strong>a a Pierre Bensusan<br />
Pochi, pochissimi arti<strong>st</strong>i, al pari di<br />
Pierre Bensusan sono in grado di<br />
mettere d’accordo tutti: tradizionali<strong>st</strong>i<br />
e sperimentatori, europei e americani,<br />
amanti del genere <strong>st</strong>rumentale e<br />
chi preferisce il cantato. Il chitarri<strong>st</strong>a<br />
parigino piace incondizionatamente<br />
a tutti. Sarà anche per que<strong>st</strong>o che<br />
è sulle scene da trentacinque anni<br />
e continua a raccogliere consensi<br />
in tutto il mondo. Tra i primi ad essere<br />
messo sotto contratto dalla<br />
Favored Nations di Steve Vai (uno<br />
che notoriamente ha l’occhio lungo)<br />
ha pubblicato solo tre dischi negli<br />
ultimi dieci anni, ma capolavori di<br />
livello assoluto. Dopo il pluripremiato<br />
Intuite (2001) e Altiplanos (2005)<br />
c’era grossa attesa per l’uscita di<br />
Vividly. Noi ce ne siamo occupati diffusamente<br />
sul numero 4 di Chitarra<br />
Acu<strong>st</strong>ica, con una bella recensione<br />
di Daniele Bazzani. Ma l’occasione<br />
di far quattro chiacchiere con Pierre,<br />
in occasione della serata conclusiva<br />
di Un Paese a Sei Corde, non ce la<br />
siamo fatta scappare.<br />
arti<strong>st</strong>i<br />
Trentacinque anni di buona musica<br />
Lidia [Robba, con Domenico Brioschi anima della<br />
manife<strong>st</strong>azione] mi ha detto che parli italiano<br />
benissimo, proviamo?<br />
[Ridendo] Meglio di no, altrimenti potrebbe essere<br />
una delle intervi<strong>st</strong>e più brevi della <strong>st</strong>oria: [in italiano]<br />
‘sì, no… buona sera’. Scherzi a parte, <strong>st</strong>o cercando<br />
imparare a dire qualcosa durante i concerti, ma per<br />
il momento non vado molto lontano.<br />
Partiamo da Vividly, il tuo ultimo disco. Come<br />
sempre, nei tuoi lavori si sentono echi di svariate<br />
influenze e contaminazioni. Come definire<strong>st</strong>i<br />
la tua musica?<br />
Buona musica [sorridendo]? Lo spero proprio.<br />
Non penso mai alla musica in categorie, non faccio<br />
qualcosa per ottenere un determinato risultato. È<br />
una cosa di cui non mi preoccupo, di cui non tengo<br />
conto. Per me la musica non è definibile a priori<br />
dall’e<strong>st</strong>erno, piutto<strong>st</strong>o è caratterizzata da qualcosa<br />
che <strong>st</strong>a dentro, all’interno del pezzo. Con Vividly ho<br />
cercato anche di andare un po’ oltre. Non mi sono<br />
allontanato dalla mia <strong>st</strong>rada, ma al tempo <strong>st</strong>esso<br />
non volevo fare un altro disco come Intuite o<br />
Altiplanos. Preferisco non soffermarmi troppo sulle<br />
<strong>st</strong>esse cose.<br />
Quanto è durata la lavorazione del disco?<br />
Ci ho lavorato per quasi due anni senza pause.<br />
Anche se alcuni dei pezzi arrivano da più lontano,<br />
nel tempo.<br />
28<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
Intervi<strong>st</strong>a a<br />
Pierre Bensusan<br />
ar<br />
Come lavori sugli arrangiamenti dei tuoi brani?<br />
Mi piace improvvisare molto sulla chitarra. Sono<br />
sempre alla ricerca del giu<strong>st</strong>o rapporto tra tecnica,<br />
comodità di esecuzione e suono… come posso<br />
spiegare… cerco di ottenere sempre il massimo<br />
dallo <strong>st</strong>rumento e, allo <strong>st</strong>esso tempo, di rendere la<br />
parte tecnica il più semplice possibile. Per cui lavoro<br />
molto sulle diteggiature dei brani. Paradossalmente,<br />
una volta fissato il pezzo sullo spartito, cerco di dimenticarlo<br />
per poter sperimentare. Alcuni brani di<br />
Vividly sono molto recenti per cui, non avendoli<br />
suonati spesso dal vivo, non sono ancora <strong>st</strong>ati sottopo<strong>st</strong>i<br />
a que<strong>st</strong>o ‘trattamento’ e sono più freschi e<br />
spontanei.<br />
Poco prima dell’uscita del disco nuovo è <strong>st</strong>ato<br />
presentato il cofanetto celebrativo per i tuoi<br />
trentacinque anni di carriera…<br />
Certo! È <strong>st</strong>ata un’idea del mio manager francese.<br />
Ha detto che dovevamo far sapere alla gente che<br />
sono in giro ormai da parecchio [sorridendo]. In effetti<br />
sono molto fiero di que<strong>st</strong>a operazione, che ha<br />
permesso anche di rimettere in catalogo dischi un<br />
po’ datati.<br />
Ti ha emozionato que<strong>st</strong>a iniziativa?<br />
Sul subito mi ha colpito molto l’idea. Poi sono <strong>st</strong>ato<br />
riassorbito dal lavoro di Vividly, che all’epoca non<br />
era ancora uscito, e mi sono concentrato esclusivamente<br />
su quello. Poi il disco è <strong>st</strong>ato pubblicato<br />
e avevo un altro ‘bambino’ [in italiano] da seguire.<br />
Ora su cosa <strong>st</strong>ai lavorando?<br />
Come sempre, <strong>st</strong>o cercando di migliorare il mio<br />
modo di suonare, di improvvisare, di interpretare<br />
i miei brani in modo da eseguirli nel miglior modo<br />
possibile.<br />
Studi ancora molto?<br />
Sempre, tutto il tempo!<br />
Su cosa ti focalizzi?<br />
Essenzialmente sull’armonia e sulla tecnica della<br />
mano de<strong>st</strong>ra. Perché penso che la mano de<strong>st</strong>ra sia<br />
la vera origine del suono e sia fondamentale per<br />
dare ai brani il giu<strong>st</strong>o colore. Sono anche molto<br />
concentrato per tentare di entrare a fondo nei brani,<br />
in modo da poter spaziare al massimo sulla ta<strong>st</strong>iera<br />
ed essere in grado di ricordare dove ottengo i risultati<br />
migliori. In modo da avere la maggior confidenza<br />
possibile con la mia musica, soprattutto per quando<br />
la eseguo dal vivo. Anche perché i concerti hanno<br />
un’intensità tale che difficilmente è riproducibile in<br />
altri conte<strong>st</strong>i. Tutto que<strong>st</strong>o penso dia ‘so<strong>st</strong>anza’ al<br />
mio modo di suonare.<br />
Come vivi que<strong>st</strong>a ‘intensità’ delle esibizioni dal<br />
vivo a solo?<br />
Molto bene. Non mi sento mai solo: ho sei corde e<br />
un pubblico… è abba<strong>st</strong>anza. A volte capita di essere<br />
un po’ nervosi, ma ho capito che mi ba<strong>st</strong>a entrare<br />
nella musica per lasciare tutto alle spalle. Se riesco<br />
ad ascoltarmi come <strong>st</strong>anno facendo le persone che<br />
29<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
ar<br />
Intervi<strong>st</strong>a a<br />
Pierre Bensusan<br />
vorando alla trascrizione di molti dei miei brani in<br />
<strong>st</strong>antard tuning. È una grossa apertura, soprattutto<br />
verso l’ambiente della musica classica, in cui molti<br />
conoscono il mio lavoro ma non lo affrontano per via<br />
dell’accordatura. In que<strong>st</strong>o modo, magari, qualche<br />
<strong>st</strong>udente potrà chiedere al proprio insegnante di<br />
vedere alcuni di que<strong>st</strong>i brani senza problemi.<br />
Ho vi<strong>st</strong>o che sul palco hai una nuova chitarra<br />
rispetto all’ultima volta che ci siamo incontrati…<br />
La mia nuova Lowden Signature! Anche se in effetti<br />
sono quasi tre anni che la uso.<br />
E la Kevin Ryan che fine ha fatto?<br />
È in vendita. Non mi piace tenere troppi <strong>st</strong>rumenti.<br />
Si, ho vi<strong>st</strong>o il prezzo sul tuo sito… mio Dio…<br />
[ridendo della grossa] Be’, non è molto lontano dal<br />
prezzo della chitarra nuova.<br />
In effetti anche quando guardo il sito della Kevin<br />
Ryan il commento è lo <strong>st</strong>esso: oh mio Dio…<br />
C’è da tenere presente anche il co<strong>st</strong>o dell’amplificazione,<br />
che al momento è quanto di meglio si<br />
possa trovare in circolazione. E poi è <strong>st</strong>ata suonata<br />
molto, moltissimo, per cinque anni: ha un timbro<br />
magnifico.<br />
ho di fronte, posso dimenticare qualsiasi tensione.<br />
Spieghi anche que<strong>st</strong>e cose durante i seminari<br />
residenziali, che tieni ogni anno a casa tua?<br />
Certo. Tra l’altro è incredibile ma ogni anno c’è<br />
sempre qualche italiano che partecipa.<br />
Hai molti fan nel no<strong>st</strong>ro paese…<br />
È sempre una bella esperienza ricevere, ospitare<br />
que<strong>st</strong>e persone a casa mia, e passare tempo<br />
assieme. E suonare, suonare, suonare… cerco di<br />
trasmettere loro, in que<strong>st</strong>o modo, un approccio alla<br />
musica molto semplice e immediato.<br />
Permettimi una piccola provocazione: ho vi<strong>st</strong>o<br />
sul tuo sito che hai una nuova muta di corde<br />
signature per la <strong>st</strong>andard tuning… cosa è successo?<br />
[ridendo] È successo che ho scoperto che un<br />
sacco di gente usava le mie corde perché… vanno<br />
bene. Ma tutta que<strong>st</strong>e persone spesso suonano<br />
anche in accordatura <strong>st</strong>andard, per cui.. perché no?<br />
Perché non usare la mia visibilità per promuovere<br />
quello che è un ottimo prodotto? Così abbiamo una<br />
muta per chi suona in DADGAD e una per tutti gli<br />
altri. Tra l’altro il mio amico Roland Gallery <strong>st</strong>a la-<br />
Le caratteri<strong>st</strong>ice della Lowden, invece, quali<br />
sono?<br />
Principalemente un suono e<strong>st</strong>remamente chiaro e<br />
definito, con una netta separazione tra le note e tra<br />
le corde. La profondità della cassa è leggermente<br />
maggiorata per compensare lo shape piccolo. Ho<br />
deciso per una small jumbo per evitare problemi alla<br />
spalla de<strong>st</strong>ra e George [Lowden naturalmente] ha<br />
fatto que<strong>st</strong>a scelta per ottenere maggiore profondità<br />
sui bassi. La cassa è in palissandro dell’Honduras,<br />
mentre la tavola è in adirondak del Canada, che per<br />
me sono una novità come scelta di materiali. Quindi<br />
sonorità completamente diverse da esplorare e da<br />
imparare a controllare.<br />
Cosa hai scelto per l’amplificazione?<br />
Monta un Highlander IP1 che miscelo con un microfono<br />
AKG davanti alla buca.<br />
In passato hai utilizzato un lap top come multieffetto,<br />
direi che hai abbandonato quel set up…<br />
Assolutamente, mai più. Ora utilizzo un mixer<br />
Soundcraft SI Compact 16, completamente programmabile,<br />
con effetti della Lexicon integrati.<br />
Te<strong>st</strong>o e foto di Mario Giovannini<br />
30<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
Paolo Bonfanti e Martino Coppo
ar<br />
arti<strong>st</strong>i<br />
Talenti fuggiti all’e<strong>st</strong>ero Intervi<strong>st</strong>a ad Antonio Forcione<br />
Talenti fuggiti all’e<strong>st</strong>ero: se ne parla<br />
tanto in ambito scientifico, ma in<br />
Italia la tri<strong>st</strong>e realtà culturale, che<br />
ruota intorno alla musica in generale,<br />
lascia ben poche prospettive di sopravvivenza<br />
anche a chi ha scelto di<br />
esprimere, senza compromessi, la<br />
propria arte attraverso una musica<br />
lontana dalla commercialità dilagante.<br />
Stiamo parlando della propo<strong>st</strong>a<br />
musicale di uno dei massimi esponenti<br />
della chitarra acu<strong>st</strong>ica contemporanea:<br />
Antonio Forcione. Ormai<br />
londinese di adozione, è uno <strong>st</strong>raordinario<br />
musici<strong>st</strong>a e performer: chi ha<br />
avuto il piacere di assi<strong>st</strong>ere ad un<br />
suo concerto di sicuro non è rima<strong>st</strong>o<br />
indifferente di fronte alla bellezza dei<br />
brani propo<strong>st</strong>i, spesso conditi da un<br />
virtuosismo portato ai massimi livelli.<br />
Propone uno spettacolo divertente, a<br />
tratti ironico, frutto di una grande preparazione<br />
e dell’esperienza maturata<br />
sui palchi e sulla ‘<strong>st</strong>rada’ di un lungo<br />
e personale percorso musicale. Abbiamo<br />
avuto l’opportunità di incontrare<br />
Antonio a Galliate, dove a settembre<br />
ha tenuto un concerto per la rassegna<br />
Un Paese a Sei Corde, organizzato<br />
in collaborazione con il fe<strong>st</strong>ival<br />
Galliate Ma<strong>st</strong>er Guitar. Un’esibizione<br />
brillante e coinvolgente, molto apprezzata<br />
da un pubblico che lo ha<br />
ricambiato con grande affetto e partecipazione.<br />
Non ci siamo lasciati<br />
scappare l’occasione di fare una bella<br />
chiacchierata.<br />
32<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
Intervi<strong>st</strong>a ad<br />
Antonio Forcione<br />
Negli ultimi anni il livello tecnico dello <strong>st</strong>rumento<br />
è cresciuto moltissimo e parecchie delle tecniche,<br />
come tapping e percussioni, che fino a<br />
qualche anno fa erano utilizzate da pochi ‘illumiar<br />
Anzitutto complimenti per il tuo concerto,<br />
davvero un grandissimo spettacolo! La prima<br />
è una domanda quasi obbligatoria: da oltre<br />
vent’anni vivi in Inghilterra, all’e<strong>st</strong>ero sei molto<br />
conosciuto e protagoni<strong>st</strong>a di una brillante carriera;<br />
vuoi raccontarci come hai iniziato e cosa<br />
ti ha spinto a lasciare il no<strong>st</strong>ro paese?<br />
Ho incominciato a suonare a dieci anni la batteria,<br />
subito dopo ho aggiunto la chitarra e il basso. Un<br />
paio d’anni dopo ero il chitarri<strong>st</strong>a soli<strong>st</strong>a della band<br />
del paese. In quegli anni dedicavo quasi tutto il mio<br />
tempo libero a que<strong>st</strong>i <strong>st</strong>rumenti. A diciannove anni,<br />
dopo aver finito gli <strong>st</strong>udi all’i<strong>st</strong>ituto d’arte di Ancona,<br />
mi sono trasferito a Roma. Su consiglio di Franco<br />
Cerri, ho preso lezioni di chitarra jazz dal mae<strong>st</strong>ro<br />
Sergio Coppotelli, che allora era il chitarri<strong>st</strong>a<br />
dell’orche<strong>st</strong>ra della Rai. In quel periodo, per mantenermi<br />
e pagare le lezioni, oltre a insegnare in un<br />
centro sociale, lavoravo come manovale nell’edilizia<br />
e ti assicuro che era dura. Ricordo ancora quelle<br />
sere che, <strong>st</strong>remato, mi addormentavo con le cuffie<br />
in te<strong>st</strong>a o il carboncino in mano, e la mattina pre<strong>st</strong>issimo<br />
mi alzavo per dedicare ancora mezz’ora ai<br />
solfeggi. Erano tempi in cui la mia scelta di voler<br />
diventare un musici<strong>st</strong>a professioni<strong>st</strong>a è <strong>st</strong>ata messa<br />
a dura prova. Oggi ripenso a quei momenti come a<br />
un importante periodo di maturazione.<br />
Riguardo alla seconda parte della tua domanda,<br />
posso dirti che Roma come citta mi è sempre piaciuta,<br />
ma non offriva un granché sul piano musicale.<br />
E così, un po’ insofferente e fru<strong>st</strong>rato, nel 1983<br />
ho deciso di partire per Londra, male che vada –<br />
ripetevo a me <strong>st</strong>esso – imparo la lingua. Il re<strong>st</strong>o è<br />
<strong>st</strong>oria… come dicono gli inglesi.<br />
Sul palco ti muovi con grande naturalezza e riesci<br />
a proporre un set coinvolgente e per certi<br />
aspetti anche divertente, con gag che sembrano<br />
arrivare più dal mondo dello spettacolo che da<br />
quello puramente chitarri<strong>st</strong>ico…<br />
È vero e c’è un motivo: in Inghilterra, dall‘83 al ‘91,<br />
avevo regi<strong>st</strong>rato cinque album (incluso quello con la<br />
Virgin Records) e mi sentivo abba<strong>st</strong>anza appagato e<br />
ben inserito nella realtà musicale di Londra. In quel<br />
periodo Paul Morrocco mi ha invitato a unirmi al trio<br />
‘Olé’. Era uno show da teatro comico-demenziale in<br />
cui il mio ruolo non si limitava solo a quello di chitarri<strong>st</strong>a,<br />
ma intervenivo anche come mimo, coreografo,<br />
compositore, ballerino, ecc. Una tela diversa,<br />
su cui usare colori e tecniche diverse, una nuova<br />
sfida personale. Il trio è apparso in programmi televisivi<br />
nazionali e ha partecipato a moltissimi fe<strong>st</strong>ival<br />
internazionali, Canada, Honk Kong, Giappone,<br />
Nuova Zelanda, Au<strong>st</strong>ralia, Italia Spagna, Geramania<br />
e cosi via… Un’esperienza bellissima, piena di<br />
viaggi intensi che mi hanno regalato l’opportunità<br />
di esplorare altre forme di espressione, facendomi<br />
riflettere non più sul piano chitarri<strong>st</strong>ico ma arti<strong>st</strong>ico<br />
e comunicativo, dove la creatività svolge un ruolo<br />
fondamentale.<br />
Chi sono <strong>st</strong>ati e chi sono oggi i tuoi riferimenti<br />
musicali?<br />
Sono in co<strong>st</strong>ante ricerca di punti di riferimento, a<br />
volte trovo ispirazione in un film o semplicemente<br />
dalle situazioni o da incontri quotidiani. Musicalmente:<br />
Jimi, Hendrix, Santana, Stevie Wonder,<br />
Coltrane, John McLaughlin, Keith Jarrett, Django<br />
Reinhardt, Herbie Hancock, Joni Mitchell, Weather<br />
Report, Oregon, Ralph Towner, Egberto Gismonti,<br />
Jan Garbarek, Charlie Haden, Pat Metheny, e tanti<br />
altri…<br />
Da anni ho una particolare attenzione verso la<br />
musica o il musici<strong>st</strong>a che ha una <strong>st</strong>oria/segreto da<br />
raccontare/svelare. Senza scimmiottare, lontano da<br />
contaminazioni commerciali. Mi interessano le radici<br />
musicali con forte e profondo impatto emotivo.<br />
In particolare, negli ultimi cinque anni, mi sono immerso<br />
nella musica del continente africano che è la<br />
fonte di ispirazione del mio ultimo lavoro Sketches<br />
of Africa, cui hanno contribuito, oltre ai componenti<br />
del mio quartetto (violoncello, percussioni, flauto e<br />
contrabasso), anche musici<strong>st</strong>i incredibili provenienti<br />
dal Senegal, Gambia, Zimbabwe e Sud Africa.<br />
L’album uscirà in primavera 2012.<br />
33<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
ar<br />
Intervi<strong>st</strong>a ad<br />
Antonio Forcione<br />
rivato e quali sono i tuoi prossimi obiettivi arti<strong>st</strong>ici?<br />
Dopo tanti anni dedicati alla composizione, alla<br />
regi<strong>st</strong>razione e a tantissimi viaggi , ‘traguardo’ non è<br />
una parola che mi passa per la te<strong>st</strong>a… Oggi posso<br />
solo confermare il mio entusiasmo per ciò che ho la<br />
fortuna di fare. Que<strong>st</strong>’anno, ad esempio, ho portato<br />
l’ultimo progetto musicale al fe<strong>st</strong>ival di Edinburgo,<br />
che ho il privilegio di frequentare ormai da vent’anni.<br />
Brani che evocano lo spirito del continente africano,<br />
eseguiti con una formazione inedita, il trio AKA: il<br />
brasiliano Adriano Adewale (percussioni), il senegalese<br />
Seckou Keita (chora) ed io.<br />
nati’ oggi sono largamente diffuse. La chitarra<br />
acu<strong>st</strong>ica ha maturato una grande libertà espressiva<br />
ed è probabile che que<strong>st</strong>o abbia contribuito<br />
non poco ad avvicinare molti giovani a que<strong>st</strong>o<br />
<strong>st</strong>rumento. Ma in que<strong>st</strong>o conte<strong>st</strong>o pensi ci sia<br />
ancora spazio in futuro per qualcosa di veramente<br />
nuovo?<br />
Il diffondersi di forme di espressione è una cosa<br />
positiva e ci sarà sempre qualcosa di nuovo da<br />
scoprire. Il tapping, ad esempio, è una tecnica antica<br />
che risale sicuramente a qualche centinaiao di<br />
anni… Oggi credo che lo sviluppo della sensibilità di<br />
nuovi pickup ha sicuramente avuto un ruolo determinante<br />
per l’allargamento e lo sviluppo delle tecniche,<br />
sopratutto percussive, sulla chitarra acu<strong>st</strong>ica.<br />
È anche importante non sottovalutare l’impatto visivo<br />
dei canali musicali come MTV e YouTube e il<br />
loro potere di persuasione. Que<strong>st</strong>i fenomeni, importanti<br />
e positivi per alcuni aspetti, come lo spettacolo<br />
visivo, hanno anche creato delle realtà dove alcune<br />
performance musicali, vendute come ‘live’, si manife<strong>st</strong>ano<br />
con uno scimmiottamento virtuale, accompagnato<br />
con vere e proprie backing track! Que<strong>st</strong>o<br />
purtroppo è un fenomeno molto tri<strong>st</strong>e per il mondo<br />
della musica, sarebbe giu<strong>st</strong>o di<strong>st</strong>inguere la musica<br />
dal vivo e con basi regi<strong>st</strong>rate.<br />
Musicalmente a che punto pensi di essere ar-<br />
Hai suonato e incontrato grandi musici<strong>st</strong>i, c’è<br />
qualche collaborazione che ti piace ricordare?<br />
Dopo una performance di John McLauglin, alla<br />
London Royal Albert Hall, ho colto l’occasione per<br />
salutarlo e per invitare Trilok Gurtu e il bassi<strong>st</strong>a Kay<br />
Egheart a regi<strong>st</strong>rare sul mio disco Ghetto Paradise:<br />
hanno accettato e l’esperienza è <strong>st</strong>ata davvero<br />
bellissima. Trilock ha ricambiato il favore invitandomi<br />
piu volte a suonare con lui in diverse occasioni,<br />
altra esperienza elettrizzante.<br />
Un’altra occasione particolare è <strong>st</strong>ata quando<br />
sono venuto a sapere che il leggendario contrabassi<strong>st</strong>a<br />
americano Charlie Haden manife<strong>st</strong>ava<br />
interesse nel regi<strong>st</strong>rare un album in duo con me.<br />
Ho ascoltato per anni la sua musica, sopratutto le<br />
sue collaborazioni con il trio: Jan Garbarek, Charlie<br />
Haden ed Egberto Gismonti. Forse è la formazione<br />
che più mi ha rapito e ispirato, da sempre. Trascorrere<br />
quei quattro giorni non solo con la leggenda,<br />
ma con l’uomo Charlie Haden che, come un ragazzino,<br />
ti racconta della sua vita, parla dell’Italia e<br />
della musica mi ha lasciato un ricordo indelebile.<br />
Mentre mi faceva ascoltare dei vinili, ricordo di avergli<br />
fatto la domanda: «Cosa cerchi dalla musica?»<br />
Lui si ferma qualche secondo, poi dietro un piccolo<br />
sorriso risponde: «The beauty».<br />
Piu recentemente ho apprezzato il lavoro con Pat<br />
Metheny. L’album Heartplay è <strong>st</strong>ato regi<strong>st</strong>rato in<br />
California, presso l’In<strong>st</strong>itute of the Art (LA), tutto in<br />
tre giorni, in diretta su na<strong>st</strong>ro <strong>st</strong>ereo senza sovraincisioni!<br />
L’album ha ricevuto ottime critiche dalle rivi<strong>st</strong>e<br />
americane e sono contentissimo che la casa<br />
discografica NAIM abbia ma<strong>st</strong>erizzato la regi<strong>st</strong>razione<br />
negli <strong>st</strong>udi di Abbey Road, dando vita anche<br />
alla versione in vinile.<br />
Vuoi dirci qualcosa sul tuo suono e sugli <strong>st</strong>rumenti<br />
che utilizzi?<br />
Uso essenzialmente tre chitarre: una Yamaha<br />
GCX-31-C con corde in nylon, una Yamaha APX-10<br />
con corde in metallo e una Admira modello Sofia,<br />
sempre corde in nylon, modificata fretless e ribattezzata<br />
da me Uddan.<br />
Potendo sceglierne uno solo, di che colore è la<br />
musica di Antonio Forcione?<br />
Color sorpresa?<br />
Dario Fornara<br />
34<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
<strong>st</strong><br />
<strong>st</strong>rumenti<br />
Quando la liuteria è un affare di famiglia<br />
I fratelli Chatelier<br />
Dario Fornara (in mezzo) in compagnia di Gérard e Philippe Chatelier<br />
Conosco i fratelli Chatelier da un<br />
paio d’anni, quando per la prima volta<br />
ho avuto il piacere di provare alcuni<br />
loro <strong>st</strong>rumenti presentati in una<br />
passata edizione dell’Acou<strong>st</strong>ic Guitar<br />
Meeting, a Sarzana. Gérard e Philippe<br />
Chatelier sono francesi (il loro laboratorio<br />
si trova nel centro di Nizza),<br />
la loro passione per la chitarra acu<strong>st</strong>ica<br />
è iniziata già da bambini, una<br />
passione che si può definire totale e<br />
che li ha pre<strong>st</strong>o avvicinati con curiosità<br />
alla liuteria. Oggi alla Chatelier<br />
si realizzano <strong>st</strong>rumenti di altissimo<br />
livello qualitativo, per co<strong>st</strong>ruzione e<br />
sonorità, adottando tecniche e soluzioni<br />
originali, senza mai rinunciare<br />
ad un gu<strong>st</strong>o e<strong>st</strong>etico sobrio, semplice<br />
ed elegante. È Gérard che si occupa<br />
principalmente della co<strong>st</strong>ruzione: una<br />
persona, come il fratello, molto cordiale<br />
e precisa. Entrambi sono anche<br />
ottimi musici<strong>st</strong>i e la cosa non gua<strong>st</strong>a,<br />
avvicinando le loro scelte co<strong>st</strong>ruttive<br />
alle reali necessità dei chitarri<strong>st</strong>i.<br />
Ne abbiamo parlato amichevolmente<br />
durante l’ultimo Galliate Ma<strong>st</strong>er Guitar,<br />
svoltosi recentemente, dove erano<br />
presenti ed era possibile te<strong>st</strong>are<br />
personalmente le loro creazioni…<br />
una ‘pericolosa’ tentazione per tutti<br />
quelli che lo hanno fatto!<br />
36<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
I fratelli Chatelier<br />
<strong>st</strong><br />
Ciao Gérard, ci si vede sempre più spesso in<br />
Italia! Come vedi la chitarra acu<strong>st</strong>ica nel no<strong>st</strong>ro<br />
paese e che differenze riscontri, rispetto alla<br />
Francia, nella propo<strong>st</strong>a musicale e liuteri<strong>st</strong>ica?<br />
Ci piace venire da voi, vi<strong>st</strong>a da Nizza (che è la più<br />
italiana fra le città francesi), l’Italia è un po’ una seconda<br />
madre patria. Abbiamo espo<strong>st</strong>o per la prima<br />
volta a Sarzana due anni fa e siamo rima<strong>st</strong>i impressionati<br />
dalla qualità dei chitarri<strong>st</strong>i italiani. Abbiamo<br />
avuto l’impressione che esi<strong>st</strong>a nel vo<strong>st</strong>ro paese un<br />
movimento intorno alla chitarra acu<strong>st</strong>ica più potente<br />
e più vivace rispetto alla Francia.<br />
Si trovano, da voi, chitarri<strong>st</strong>i molto precisi e originali,<br />
che conoscono bene le chitarre e la liuteria<br />
e che possono giudicare con competenza la loro<br />
qualità. Ci sono anche molti collezioni<strong>st</strong>i eruditi! I<br />
chitarri<strong>st</strong>i, molto spesso sanno ciò che vogliono e<br />
abbiamo trovato molto interessanti le critiche ed i<br />
suggerimenti raccolti in que<strong>st</strong>i incontri: ci permettono<br />
di progredire e di adattare le no<strong>st</strong>re creazioni ai<br />
loro bisogni.<br />
Partecipate a diverse mo<strong>st</strong>re ed eventi internazionali<br />
legati alla chitarra acu<strong>st</strong>ica: esi<strong>st</strong>e un<br />
vero ‘mercato’ per la chitarra acu<strong>st</strong>ica di liuteria?<br />
Il mercato della liuteria è una nicchia economica<br />
abba<strong>st</strong>anza ridotta. Esi<strong>st</strong>e oggi una concorrenza<br />
piutto<strong>st</strong>o forte, quella della produzione indu<strong>st</strong>riale<br />
dei paesi asiatici, capace di produrre buoni <strong>st</strong>rumenti<br />
a prezzi quasi dieci volte inferiori a quelli no<strong>st</strong>ri…<br />
e i no<strong>st</strong>ri <strong>st</strong>rumenti non sono dieci volte migliori!<br />
Assi<strong>st</strong>iamo anche al sorgere di una liuteria amatoriale,<br />
con lo sviluppo di ditte di vendita per corrispondenza<br />
di materiale per liuteria. Molti sognano<br />
di diventare liutai, ma non sono in reale concorrenza<br />
con noi. Ci sono ancora dei buoni musici<strong>st</strong>i pronti<br />
ad inve<strong>st</strong>ire finanziariamente per un timbro migliore,<br />
per un’opzione personale, per que<strong>st</strong>o ‘supplemento<br />
d’anima’ nel suono della chitarra di liuteria. Si <strong>st</strong>ringe<br />
poi sempre una relazione di amicizia tra il musici<strong>st</strong>a<br />
ed il liutaio, che sottolinea la differenza con<br />
l’oggetto indu<strong>st</strong>riale. Noi produciamo dieci-dodici<br />
chitarre l’anno che vanno a finire nelle mani di veri<br />
musici<strong>st</strong>i, ma il loro numero però non è illimitato,<br />
purtroppo.<br />
Come e quando è nata la tua passione per la liuteria?<br />
Sono un suonatore di ghironda… nessuno è perfetto!<br />
Sono <strong>st</strong>ato co<strong>st</strong>retto a co<strong>st</strong>ruire la mia prima<br />
ghironda negli anni ‘70, perché in giro non ve ne<br />
erano di suonabili. A quell’epoca Philippe, che era<br />
già chitarri<strong>st</strong>a, mi aveva fatto realizzare una copia<br />
della Martin 00-42 di Tom Paley, uno <strong>st</strong>rumento<br />
che era <strong>st</strong>ato da noi qualche giorno e che avevo<br />
37<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
<strong>st</strong><br />
I fratelli Chatelier<br />
osservato da vicino. Non ho più smesso di fabbricare<br />
<strong>st</strong>rumenti: clavicembalo, liuto, violino, mandolino,<br />
cornamusa, e soprattutto que<strong>st</strong>o particolare modello<br />
di chitarra.<br />
Cosa di<strong>st</strong>ingue una chitarra Chatelier?<br />
Niente… eccetto il suono! Assomiglia a tutte le<br />
altre chitarre, anche se il disegno della cassa è originale.<br />
È Philippe che ha realizzato il progetto, la<br />
ripartizione di volumi e l’ergonomia. Ciò che di<strong>st</strong>ingue<br />
la chitarra non è visibile a colpo d’occhio. Le<br />
vere singolarità risiedono nel principio di co<strong>st</strong>ruzione:<br />
facciamo degli <strong>st</strong>rumenti sotto tensione, un po’<br />
inspirati dai fratelli Larson.<br />
Nel ricercare una particolare sonorità adottate<br />
legni anche molto diversi, ma quanto è realmente<br />
‘prevedibile’ come suonerà una chitarra in<br />
fase di co<strong>st</strong>ruzione?<br />
Durante tutto il processo di fabbricazione percuoto<br />
i pezzi di legno (è quasi ridicolo!), ma si comincia<br />
già a sentire il timbro di uno <strong>st</strong>rumento quando se<br />
ne percuote il fondo e soprattutto la tavola, prima e<br />
dopo il montaggio delle catene, nel momento in cui<br />
la accordo togliendo tutto il legno superfluo e lavoro<br />
sulla rifinitura del suono.<br />
Il momento più importante è la percussione della<br />
cassa finita, in cui si verifica l’accordo finale che solitamente<br />
è un LA. Attualmente, su consiglio di Walter<br />
Lupi, <strong>st</strong>iamo sperimentando su un’accordatura<br />
in SOL#. Bisogna comunque riuscire a combinare<br />
le essenze giu<strong>st</strong>e!<br />
Chi sono i tuoi riferimenti per quanto riguarda<br />
la liuteria, e c’è qualcuno oggi che ha realmente<br />
qualcosa di nuovo da dire?<br />
I no<strong>st</strong>ri riferimenti sono naturalmente tutta la liuteria<br />
nord-americana, parlavo dei fratelli Larson ma<br />
anche delle marche <strong>st</strong>oriche. Al salone di Monréal,<br />
in cui abbiamo espo<strong>st</strong>o, era presente il meglio di<br />
que<strong>st</strong>a liuteria americana, ed è <strong>st</strong>ata una grande lezione<br />
vedere da vicino l’eccellenza di que<strong>st</strong>a produzione<br />
di oggi, e tutta la sua inventiva. Forse non c’è<br />
niente di nuovo, se non ciò che è <strong>st</strong>ato dimenticato,<br />
ma l’impressione è che c’è sempre del movimento<br />
nel cervello dei liutai!<br />
Linda Manzer, Michael Greenfield, Somogyi, Ken<br />
Parker e tanti altri… ho l’impressione che ciò che<br />
motiva un liutaio sia il fatto di credere che si possa<br />
fare ancora di meglio, anche se penso che i veri<br />
38<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
I fratelli Chatelier<br />
<strong>st</strong><br />
miglioramenti, per il suono della chitarra, non siano<br />
da ricercare nella spettacolarità della liuteria appariscente!<br />
Spesso sono i piccoli dettagli invisibili che,<br />
pazientemente riuniti e ben compresi, finiscono col<br />
dare una migliore coerenza alla <strong>st</strong>ruttura di una chitarra.<br />
Contrariamente al violino, nel cui caso i liutai<br />
di Cremona hanno fissato la perfezione nel 18simo<br />
secolo, per la chitarra ci sono ancora vie inesplorate…<br />
o almeno, è que<strong>st</strong>a la speranza che nutro!<br />
Ho vi<strong>st</strong>o una <strong>st</strong>rana macchina nel tuo laboratorio…<br />
una via di mezzo tra un ‘girarro<strong>st</strong>o’ e una<br />
lampada abbronzante, ce ne vuoi parlare?<br />
Sì, que<strong>st</strong>o girarro<strong>st</strong>o è il no<strong>st</strong>ro ‘kebab’! È una<br />
cabina a raggi UVC, che sono i raggi del naturalmente<br />
irradiamento solare… si sa che anche i liutai<br />
di Cremona lasciavano i loro violini al sole per ossidarli<br />
e farli ‘abbronzare’! Noi ci mettiamo soprattutto<br />
le tavole armoniche: le facciamo girare lentamente<br />
davanti ai raggi UV grazie al motore di un vero<br />
girarro<strong>st</strong>o. Ciò produce l’effetto di far invecchiare<br />
e <strong>st</strong>abilizzare il legno, migliora il timbro rendendolo<br />
più ‘vintage’ e risonante, e contribuisce anche a<br />
dargli un certo colore. Ma attenzione! Non si deve<br />
far cuocere il legno, bisogna controllare bene il tempo<br />
d’esposizione. Un altro effetto dei raggi UV è che<br />
sono catalizzatori e permettono di seccare le vernici<br />
accelerando il loro processo di catalisi.<br />
Però è bene evidenziare l’aspetto pericoloso di<br />
que<strong>st</strong>o processo! Esi<strong>st</strong>ono dei gravi possibili effetti<br />
collaterali e non vorrei avere sulla coscienza la pelle<br />
di qualche appassionato che intenda replicare l’esperimento!<br />
Se vi trovate troppo pallidi, evitate l’uso<br />
del kebab!<br />
State lavorando su nuovi progetti, sviluppando<br />
nuove idee in que<strong>st</strong>o periodo?<br />
Conosco due chitarri<strong>st</strong>i italiani, di cui non voglio<br />
fare i nomi [D.F. e W.L.] che hanno intenzione di<br />
farmi impazzire! Ma ho intenzione di difendermi!<br />
No, sul serio, ci sono in prospettiva dei progetti di<br />
adattamento dei no<strong>st</strong>ri modelli agli <strong>st</strong>ili particolari di<br />
alcuni musici<strong>st</strong>i… ma que<strong>st</strong>o lavoro di collaborazione<br />
è per noi molto importante oltre che appassionante,<br />
penso che miglioreremo ancora.<br />
So che sia tu che Philippe siete validi musici<strong>st</strong>i!<br />
Ce ne vuoi parlare?<br />
Philippe è un grande appassionato di chitarra ed<br />
è un ottimo chitarri<strong>st</strong>a flatpicker, nel suo gruppo di<br />
bluegrass suona soprattutto il dobro, il mandolino e<br />
il banjo. Io suono soprattutto la ghironda e la cornamusa…<br />
quindi non proprio della musica … abbiamo<br />
tutti le no<strong>st</strong>re fru<strong>st</strong>azioni!<br />
Dario Fornara<br />
39<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
<strong>st</strong><br />
<strong>st</strong>rumenti<br />
Visita a un liutaio ‘hobbi<strong>st</strong>a’ per modo di dire<br />
Maxmonte Guitars<br />
Massimiliano Monterosso è un liutaio<br />
hobbi<strong>st</strong>a di Monteortone (Abano<br />
Terme), che ha iniziato la sua attività<br />
di co<strong>st</strong>ruzione di <strong>st</strong>rumenti musicali<br />
nel 2003, partendo dalle elettriche<br />
per poi continuare con le acu<strong>st</strong>iche.<br />
«Ho co<strong>st</strong>ruito la mia prima chitarra<br />
elettrica, su copia di una Les Paul,<br />
perché mi serviva una chitarra per la<br />
mia band, poi ho vi<strong>st</strong>o che mi era venuta<br />
bene e ho continuato a co<strong>st</strong>ruirle»<br />
sintetizza così Max l’inizio della<br />
sua passione.<br />
Max, cominciamo anzitutto a parlare della tua<br />
chitarra suonata da Muriel Anderson all’Acou<strong>st</strong>ic<br />
Franciacorta…<br />
È <strong>st</strong>ato davvero un caso che avessi con me una<br />
harp-guitar alla mo<strong>st</strong>ra. Pochi giorni prima Giorgio<br />
Cordini, organizzatore di Acou<strong>st</strong>ic Franciacorta, mi<br />
aveva accennato che Muriel <strong>st</strong>ava incontrando dei<br />
problemi con la spedizione della sua. Così sono riuscito<br />
a recuperare la mia Harp-Guitar, già data a un<br />
amico di Novara, da esporre al fe<strong>st</strong>ival, sperando<br />
Max Monte<br />
in un parere di Muriel sullo <strong>st</strong>rumento in que<strong>st</strong>ione.<br />
La domenica del weekend in cui si svolgeva il fe<strong>st</strong>ival<br />
ho avuto la conferma che Muriel non avrebbe<br />
ricevuto la sua chitarra-arpa. Giorgio si è presentato,<br />
con lei, nel pomeriggio al mio <strong>st</strong>and per farle<br />
provare la mia seconda creazione in que<strong>st</strong>o <strong>st</strong>rano<br />
mondo ibrido tra chitarra e arpa. Muriel si è subito<br />
dimo<strong>st</strong>rata interessata allo <strong>st</strong>rumento, malgrado<br />
fosse un po’ diverso dal suo, cioè con le corde in<br />
metallo mentre lei usa corde in nylon e sei bassi al<br />
po<strong>st</strong>o di sette.<br />
Così, dopo un po’ di tempo che la provava, mi<br />
ha chie<strong>st</strong>o se potevo gentilmente pre<strong>st</strong>argliela per il<br />
concerto serale. Immaginate l’orgoglio nei miei occhi<br />
nel sentire una frase del genere. La rispo<strong>st</strong>a è<br />
<strong>st</strong>ata ovviamente sì! Muriel non ha avuto il tempo<br />
di provare il si<strong>st</strong>ema di amplificazione che avevo<br />
in<strong>st</strong>allato, così al concerto l’ha suonata amplificata<br />
solo da un microfono. Il suono era bello, lei è incredibilmente<br />
brava, e i suoi brani con la harp-guitar<br />
sono arrivati al pubblico incuriosito come un piccolo<br />
ruscello che si fa <strong>st</strong>rada tra i sassi.<br />
Dopo essermi gu<strong>st</strong>ato il concerto in prima fila, ed<br />
essermi emozionato per l’accaduto, Muriel, grata<br />
del pre<strong>st</strong>ito e contenta della performance, mi ha<br />
chie<strong>st</strong>o se potevo pre<strong>st</strong>argliela per un paio di concerti<br />
che avrebbe fatto a Treviso e a Como pochi<br />
giorni dopo. Ovviamente un altro sì!<br />
40<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
Maxmonte Guitars<br />
<strong>st</strong><br />
Da quanto tempo hai que<strong>st</strong>a passione ?<br />
Ho sempre avuto una passione per la musica in<br />
generale, poi quasi per caso è nata la passione per<br />
la co<strong>st</strong>ruzione di chitarre elettriche, acu<strong>st</strong>iche e bassi.<br />
Ho iniziato a co<strong>st</strong>ruire chitarre copiando, come ti<br />
dicevo, una Gibson Les Paul. Successivamente ho<br />
co<strong>st</strong>ruito un’altra elettrica e ho vi<strong>st</strong>o che mi divertivo<br />
e venivano bene. Così mi sono lanciato anche nel<br />
mondo delle chitarre acu<strong>st</strong>iche. Non ho seguito corsi<br />
e non ho una formazione classica, per me è una<br />
grande passione a cui purtroppo dedico un tempo<br />
ri<strong>st</strong>retto della giornata. Quello che so l’ho imparato<br />
da amici liutai, soprattutto americani. Mi piace sperimentare<br />
e inventare nuove soluzioni per migliorare<br />
i miei <strong>st</strong>rumenti musicali e anche fare nuovi attrezzi<br />
che mi servono per la lavorazione del legno.<br />
Parlaci delle tue chitarre, dei materiali, della tecnica<br />
co<strong>st</strong>ruttiva…<br />
Ho a disposizione diversi legni, anche se cerco<br />
di co<strong>st</strong>ruire con materiali abba<strong>st</strong>anza <strong>st</strong>andard<br />
come palissandro indiano e abete Val di Fiemme.<br />
Mi piace molto anche il noce per fasce e fondo. Sulla<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica che <strong>st</strong>o co<strong>st</strong>ruendo in que<strong>st</strong>o<br />
momento ho fatto alcuni esperimenti: ho accordato<br />
la catenatura della tavola armonica in cedro, con il<br />
si<strong>st</strong>ema delle risonanze Chladni e ho fatto la spalla<br />
mancante che segue il profilo del tacco per evitare<br />
il fa<strong>st</strong>idioso spigolo che spesso si trova nella transizione<br />
sulla cassa. Mi piace realizzare gli <strong>st</strong>rumenti<br />
con la filosofia che, se dovrò metterci le mani per<br />
qualche riparazione o manutenzione, non dovrò impazzire<br />
o metterci più tempo del dovuto. Per que<strong>st</strong>i<br />
motivi, realizzo il manico incollando diverse essenze,<br />
di solito cinque. Per una maggiore robu<strong>st</strong>ezza,<br />
rinforzo que<strong>st</strong>’ultimo con due barrette di carbonio<br />
per tutta la lunghezza della ta<strong>st</strong>iera. Oltre a utilizzare<br />
un trussrod regolabile in entrambi i sensi, applico<br />
un si<strong>st</strong>ema di regolazione dell’action. Que<strong>st</strong>o<br />
si<strong>st</strong>ema abba<strong>st</strong>anza complesso permette di regolare<br />
l’angolazione del manico rispetto alla cassa, di<br />
conseguenza per regolare l’action non serve togliere<br />
la selletta e limarla, ba<strong>st</strong>a agire su di una vite per<br />
modificare l’altezza delle corde. Que<strong>st</strong>o metodo sviluppato<br />
da Mike Doolin è molto comodo per il setup<br />
della chitarra, una volta ottenuto l’angolo ottimale<br />
di incidenza delle corde sulla selletta per avere il<br />
suono ottimale.<br />
Come hai iniziato a co<strong>st</strong>ruire harp-guitar?<br />
È una bella <strong>st</strong>oria da raccontare. Quando il mio<br />
amico chitarri<strong>st</strong>a Francesco Faldani ha organizzato<br />
un concerto di Stephen Bennett dalle mie parti, gli<br />
ho subito chie<strong>st</strong>o se era possibile far provare una<br />
mia chitarra a Stephen. Avevo conosciuto Stephen<br />
in America grazie a un’amica liutaio che me l’ha presentato.<br />
Una volta finito il concerto, mi ha riconosciuto<br />
ed è <strong>st</strong>ato davvero gentile a provare la mia<br />
chitarra. Eravamo rima<strong>st</strong>i in pochi con Stephen,<br />
41<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici<br />
Muriel Anderson con la chitarra arpa di Max Monte
<strong>st</strong><br />
Maxmonte Guitars<br />
nell’auditorium vuoto dove si era svolto il concerto.<br />
Dopo mezzora che provava la mia chitarra senza<br />
dire una parola, si rivolge a Francesco dicendogli:<br />
«Hai trovato chi ti fa la chitarra-arpa».<br />
Qualche mese dopo ho rivi<strong>st</strong>o Francesco che mi<br />
ha chie<strong>st</strong>o se gli potevo co<strong>st</strong>ruire una chitarra-arpa.<br />
Un po’ <strong>st</strong>upito e, allo <strong>st</strong>esso tempo, incuriosito da<br />
que<strong>st</strong>o <strong>st</strong>rumento ho accettato la sfida. Non sapevo<br />
nemmeno da che parte iniziare e Francesco è<br />
mancino, ma assieme ci siamo documentati e dopo<br />
un anno la harp-guitar era nelle sue mani capaci.<br />
Siamo <strong>st</strong>ati entrambi <strong>st</strong>upiti dal gran suono, anche<br />
appena montate le corde! Ho voluto co<strong>st</strong>ruirne subito<br />
un’altra per de<strong>st</strong>ri da portare alla convention<br />
di Sarzana dello scorso maggio. Realizzata con gli<br />
<strong>st</strong>essi legni, cioè noce per le fasce e fondo e abete<br />
Val di Fiemme per la tavola con in più l’aggiunta<br />
di un poggia braccio e un ponte di nuovo disegno<br />
senza piroli, per alleggerire un po’ la tavola. Que<strong>st</strong>o<br />
è lo <strong>st</strong>rumento che ha suonato Muriel all’Acou<strong>st</strong>ic<br />
Franciacorta.<br />
Ti ispiri a qualche liutaio in particolare?<br />
Non ho un vero e proprio liutaio a cui mi ispiro.<br />
Per motivi di famiglia sono spesso in America dove<br />
ho conosciuto molti co<strong>st</strong>ruttori (Kevin Ryan, Kathy<br />
Wingert, Mike Doolin), con cui mi sento spesso per<br />
consigliarmi e confrontarmi. A mio parere, i liutai<br />
americani sono avanti a noi per quanto riguarda<br />
la chitarra acu<strong>st</strong>ica, soprattutto come tecniche co<strong>st</strong>ruttive.<br />
Mi piace molto l’approccio aperto e votato<br />
alla condivisione, anche con l’ultimo arrivato come<br />
me! Se ho qualche dubbio sono sempre disponibili<br />
a consigliarmi. Poi è bello perché a lungo andare si<br />
sono in<strong>st</strong>aurati bei rapporti di amicizia, nono<strong>st</strong>ante<br />
il loro livello! Secondo me, que<strong>st</strong>o è lo spirito giu<strong>st</strong>o<br />
che deve esserci tra colleghi, e che devo dire ho ritrovato<br />
con un gruppo di giovani italiani. Io non sono<br />
un professioni<strong>st</strong>a, per il momento, vi<strong>st</strong>i i risultati lusinghieri<br />
un pensiero lo <strong>st</strong>o facendo.<br />
Hai qualche progetto di cui vuoi parlarci?<br />
Sì, <strong>st</strong>o co<strong>st</strong>ruendo una chitarra-arpa da viaggio.<br />
Interamente smontabile, con i manici che si possono<br />
togliere con un semplice si<strong>st</strong>ema di bloccaggio<br />
e sbloccaggio pensato da me. È una sorta di travel<br />
guitar, però su <strong>st</strong>ile harp-guitar, con sei bassi in cordiera<br />
e il manico di una chitarra <strong>st</strong>andard! Si potrà<br />
suonare principalmente amplificata, date le dimensioni<br />
della cassa, con la bellezza del suono di una<br />
chitarra-arpa. Ho <strong>st</strong>udiato una camera di risonanza<br />
42<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
Maxmonte Guitars<br />
<strong>st</strong><br />
dove poter lavorare per in<strong>st</strong>allare il si<strong>st</strong>ema di amplificazione<br />
e per avere un po’ più di suono acu<strong>st</strong>ico!<br />
Que<strong>st</strong>o è un breve riassunto di quello che mi ha<br />
raccontato Massimiliano: quando parla di un suo<br />
amico liutaio o di riparazioni che ha fatto si percepisce<br />
una passione che travolge. Oltre ad averci ospitato,<br />
ci ha mo<strong>st</strong>rato il suo laboratorio e i vari attrezzi<br />
ingegnosi che si è realizzato da sé per co<strong>st</strong>ruire i<br />
suoi <strong>st</strong>rumenti. Impossibile non rimanere colpiti dalla<br />
passione che mette Max nelle sue chitarre. Una<br />
cura meticolosa per i dettagli sonori e uno sguardo<br />
sempre aggiornato alle nuove tecniche co<strong>st</strong>ruttive<br />
d’oltreoceano. Nel suo laboratorio si può ta<strong>st</strong>are<br />
con mano la qualità che contraddi<strong>st</strong>ingue i migliori<br />
liutai.<br />
Per saperne di più: www.maxmonte.com<br />
Alberto Ziliotto<br />
Un piccolo assaggio di una chitarra di Max suonata<br />
da Alberto Ziliotto:<br />
http://www.youtube.com/watch?v=C2yT_iFa3u0<br />
43<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
Blueridge BG60<br />
Lo slope-shoulder o advanced jumbo è uno shape<br />
del corpo tornato in auge in que<strong>st</strong>i ultimi tempi.<br />
Legato a una certa iconografia di <strong>st</strong>ampo cantautorale,<br />
ultimamente <strong>st</strong>a prendendo piede anche in altri<br />
ambiti, per versatilità e suonabilità. La BG 60 si rifà<br />
quindi a que<strong>st</strong>o <strong>st</strong>andard, con tavola in abete massello<br />
e fasce e fondo in laminato di palissandro bra<strong>st</strong><br />
<strong>st</strong>rumenti<br />
Chitarre acu<strong>st</strong>iche<br />
BLUERIDGE BG 60 e BR 243<br />
Eccoci di nuovo a parlare di chitarre<br />
prodotte in Cina. E, per l’ennesima<br />
volta, a prendere atto dell’enorme<br />
salto qualitativo che que<strong>st</strong>i co<strong>st</strong>ruttori<br />
sono riusciti a fare, nel giro di pochissimi<br />
anni. Sicuramente non è que<strong>st</strong>a<br />
la sede adatta, tanto meno chi<br />
scrive è in grado, per approfondire<br />
il discorso nelle sue implicazioni più<br />
profonde – e farlo in maniera esauriente<br />
- ma bisogna accettare come<br />
dato di fato che ditte come la Saga,<br />
di cui Blueridge è una emanazione,<br />
sono in grado di mettere sul mercato<br />
chitarre ben fatte, a prezzi molto<br />
interessanti. Strumenti che solo una<br />
decina di anni fa erano assolutamente<br />
inarrivabili per il principiante o il dilettante<br />
un po’ più evoluto, ora sono<br />
decisamente più a portata di mano (e<br />
di tasca).<br />
Non che la Saga sia una newcome<br />
del settore, tutt’altro. Sono in attività<br />
da più di 30 anni e si sono fatti le<br />
ossa sulla produzione di massa, de<strong>st</strong>inata<br />
a <strong>st</strong>udenti e semi pro, sempre<br />
con un occhio al prezzo. Blueridge,<br />
in que<strong>st</strong>o conte<strong>st</strong>o, negli ultimi si è<br />
specializzata nella replica di chitarre<br />
<strong>st</strong>oriche – alla fine, chissà perché, si<br />
finisce sempre a parlare di Martin o<br />
Gibson - realizzate con un certo rigore,<br />
gu<strong>st</strong>o piacevolmente vintage,<br />
buoni materiali e un ottimo rapporto<br />
qualità/prezzo. Per non far torto a<br />
nessuno, abbiamo deciso di provarne<br />
due differenti, una per tipo.<br />
44<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
Chitarre acu<strong>st</strong>iche<br />
BLUERIDGE BG 60 e BR 243<br />
<strong>st</strong><br />
Scheda tecnica BG 60<br />
siliano. La tavola è finita con verniciatura sfumata a<br />
3 tonalità, ben <strong>st</strong>esa ma abba<strong>st</strong>anza spessa da non<br />
lasciar intravedere le venature del legno. Monta un<br />
battipenna tartarugato che si armonizza bene con<br />
l’insieme. Il back, invece, viene lasciato natural ed<br />
è molto bello. Se fosse in massello, probabilmente,<br />
avrebbe il valore di una vettura di media cilindrata.<br />
Le giunzioni tra le parti del corpo sono ornate con<br />
binding crema e un profilo BWB sulla tavola. Il manico,<br />
in mogano con ta<strong>st</strong>iera in palissandro, invece<br />
ne è privo. Il ponte, dalla linea molto semplice ed<br />
essenziale - e non reverse – è in match con la ta<strong>st</strong>iera.<br />
Que<strong>st</strong>’ultima è ornata da segnata<strong>st</strong>i romboidali<br />
in perloid, eleganti e ben posati. La paletta, dal<br />
design originale, è nera con fregi bianchi e il logo<br />
banner della casa. Monta meccaniche open back,<br />
con palettina in ivoroid, che svolgono egregiamente<br />
la loro funzione. Molto particolare il dettaglio del<br />
tacco del manico dalla forma squadrata e originale.<br />
La co<strong>st</strong>ruzione della chitarra è ineccepibile: niente<br />
colla in eccesso all’interno della buca, inca<strong>st</strong>ri netti<br />
e precisi, binding e intarsi posati con senza sbavature.<br />
Malgrado le dimensioni importanti della cassa, lo<br />
<strong>st</strong>rumento è comodo da imbracciare e abba<strong>st</strong>anza<br />
bilanciato. La scala corta, il nut non troppo piccolo e<br />
con una buona spaziatura delle corte, uniti al buon<br />
set up generale, rendono molto semplice il primo<br />
approccio. Il profilo del manico a C tonda riempie<br />
bene la mano. Su una chitarra così è impossibile<br />
non cominciare impugnando un plettro, magari neanche<br />
troppo sottile. E non si re<strong>st</strong>a delusi: lo <strong>st</strong>ru-<br />
Tipo: Chitarra acu<strong>st</strong>ica<br />
Co<strong>st</strong>ruzione: Cina<br />
Importatore: Wilder s.a.s. di Eolo Willy Davoli<br />
& C. – Via Tartini, 5/A – Parma<br />
www.wilderdavoli.it<br />
Prezzo: Euro 760<br />
Top e catene: abete massello<br />
Fasce e fondo: palissandro brasiliano laminato<br />
Manico: mogano<br />
Ta<strong>st</strong>iera: palissandro<br />
Ponte: palissandro<br />
Binding: BWB<br />
Battipenna: tartarugato<br />
Meccaniche: open back con palettina in<br />
ivoroid<br />
Amplificazione: no<br />
Larghezza al capota<strong>st</strong>o: 44 mm<br />
Di<strong>st</strong>anza Mi-mi al ponte: 54 mm<br />
Scala: 648 mm<br />
Ta<strong>st</strong>i: 21<br />
45<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
<strong>st</strong><br />
Chitarre acu<strong>st</strong>iche<br />
BLUERIDGE BG 60 e BR 243<br />
Blueridge BR243<br />
Con il modello ‘triplo 0’ arriviamo invece quasi al<br />
top della gamma della casa e siamo in una fascia<br />
di prezzo ancora sotto i mille euro. La BR è realizzata<br />
interamente con legni masselli, nella classica<br />
accoppiata abete e mogano. La tavola ha una<br />
piacevole sfumatura ambrata, ricorda l’adirondack,<br />
che si sposa bene con il battipenna zebbrato/tartarugato<br />
dal sapore molto vintage. Fasce e fondo<br />
hanno fibre scure e compatte, di buona qualità. La<br />
tavola è ornata con il classico triplo filetto BWB, che<br />
non compare sulla cassa. Anche il manico è in mogano,<br />
ta<strong>st</strong>iera in ebano con segnata<strong>st</strong>i a dot, molto<br />
sobri ed essenziali. Anche in que<strong>st</strong>o caso il ponte è<br />
realizzato nello <strong>st</strong>esso materiale della ta<strong>st</strong>iera, dalla<br />
forma semplice ed elegante, abbellitto dai piroli<br />
ferma corde con inserto in perloid. La paletta è impiallacciata<br />
in mogano e impreziosita da un intarsio<br />
floreale di bell’effetto, oltre che dal logo nello <strong>st</strong>esso<br />
formato della BG. Anche in que<strong>st</strong>o caso le meccaniche<br />
sono a fondo aperto, nichelate, molto simili alle<br />
Kluson d’epoca. Tocca ripetersi, quasi parola per<br />
parola: anche in que<strong>st</strong>o caso la realizzazione dello<br />
<strong>st</strong>rumento non presenta imperfezioni di alcun tipo,<br />
oltre a mettere in evidenza una notevole cura per i<br />
dettagli e un gu<strong>st</strong>o piacevolmente rétro.<br />
Perfetto bilanciamento dei pesi, manico sottile e<br />
buon set up generale anche in que<strong>st</strong>o caso concorrono<br />
a rendere subito piacevole l’approccio allo<br />
<strong>st</strong>rumento. E, di nuovo, le aspettative non vengono<br />
tradite: chitarra ideale per il finger<strong>st</strong>yle, da suonare<br />
in punta di dita, ma non troppo. La rispo<strong>st</strong>a dinamica<br />
è pronta e abba<strong>st</strong>anza compressa, la gamma<br />
sonora ben definita e senza buchi. Ottimo il volume,<br />
che si ottiene senza forzare. Bello il riverbero naturale<br />
che permette di far emergere la melodia sui<br />
cantini senza sforzi. Overtone ricchi e caldi, senza<br />
risultare troppo invadenti. Anche con il plettro non<br />
se la cava male, anche se è evidentemente uno<br />
<strong>st</strong>rumento de<strong>st</strong>inato ad altro.<br />
Conclusioni<br />
Strumento ben realizzati, con cura e ottimi ma-<br />
mento rispetta appieno le aspettative con un suono<br />
profondo, caldo e molto ricco di armoniche. La rispo<strong>st</strong>a<br />
al tocco è pronta e molto dinamica, pur risultando<br />
nel complesso abba<strong>st</strong>anza compressa. Non<br />
necessariamente una cosa negativa, anzi. Il su<strong>st</strong>ain<br />
è corposo e prolungato. La botta che si riceve nello<br />
<strong>st</strong>omaco è notevole, piacevole e rassicurante. Rimesso<br />
il plettro nel taschino, la si scopre dotata di<br />
una bella voce anche suonata con le dita, che si<br />
giova dell’attacco immediato e dei cantini rotondi e<br />
ben definiti. Versatile, divertente, piacevole. Il tutto<br />
per poco più di 700 Euro.<br />
46<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
Chitarre acu<strong>st</strong>iche<br />
BLUERIDGE BG 60 e BR 243<br />
<strong>st</strong><br />
Scheda tecnica BR 243<br />
Tipo: Chitarra acu<strong>st</strong>ica<br />
Co<strong>st</strong>ruzione: Cina<br />
Importatore: Wilder s.a.s. di Eolo Willy<br />
Davoli & C. – Via Tartini, 5/A – Parma<br />
www.wilderdavoli.it<br />
Prezzo: Euro 960<br />
Top e catene: abete massello<br />
Fasce e fondo: mogano massello<br />
Manico: mogano<br />
Ta<strong>st</strong>iera: ebano<br />
Ponte: ebano<br />
Binding: black<br />
Battipenna: tartarugato<br />
Meccaniche: open back nickelate<br />
Amplificazione: no<br />
Larghezza al capota<strong>st</strong>o: 43 mm<br />
Di<strong>st</strong>anza Mi-mi al ponte: 55 mm<br />
Scala: 648 mm<br />
Ta<strong>st</strong>i: 21<br />
teriali. Tutte con cu<strong>st</strong>odia rigida in dotazione, che<br />
per la BR è una leggerissima Trick Case di ottima<br />
qualità. Il rapporto qualità/prezzo è notevole, sono<br />
decisamente de<strong>st</strong>inate a farsi notare sul mercato.<br />
Ottime per lo <strong>st</strong>udente evoluto quanto per chi ha<br />
‘voglia’ di provare qualcosa di diverso senza spendere<br />
un patrimonio. Ma, al tempo <strong>st</strong>esso, senza rinunciare<br />
alla qualità.<br />
Te<strong>st</strong>o e foto di Mario Giovannini<br />
47<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
<strong>st</strong><br />
<strong>st</strong>rumenti<br />
Equalizzatore per chitarra acu<strong>st</strong>ica<br />
D-TAR EQUINOX<br />
Dopo il te<strong>st</strong> sul preamplificatore<br />
Sol<strong>st</strong>ice, ecco l’altro prodotto<br />
di casa D-Tar, il marchio fondato<br />
da Seymour Duncan e Rick Turner:<br />
l’equalizzatore parametrico<br />
a cinque bande Equinox, che<br />
può funzionare come preamplificatore<br />
<strong>st</strong>and-alone o in combinazione<br />
(e qui si hanno i migliori<br />
risultati) con il dispositivo di cui<br />
sopra, il Sol<strong>st</strong>ice. Chi lavora sul<br />
palco imbracciando <strong>st</strong>rumenti<br />
acu<strong>st</strong>ici sa bene quanto una<br />
sola, fa<strong>st</strong>idiosa frequenza in<br />
eccesso possa completamente<br />
compromettere un suono, ma a<br />
volte la soluzione è più semplice<br />
di quanto si pensi: l’Equinox<br />
è una di que<strong>st</strong>e. Dotato di una<br />
serie di controlli assai utili, andiamo<br />
intanto a riassumerne le<br />
caratteri<strong>st</strong>iche.<br />
Caratteri<strong>st</strong>iche<br />
Nono<strong>st</strong>ante le molte manopole che potrebbero<br />
spaventare a un primo sguardo, la configurazione<br />
del pannello frontale è piutto<strong>st</strong>o semplice: da sini<strong>st</strong>ra<br />
abbiamo i volumi di Input e Output, il Led che<br />
segna l’eccesso di segnale, uno switch per incrementare<br />
di +20Db il segnale in ingresso (utile per<br />
<strong>st</strong>rumenti passivi) e altri due per escludere del tutto<br />
la sezione Eq o quella definita Notch. Sì, perché i<br />
re<strong>st</strong>anti potenziometri sono: quattro sulla fila superiore<br />
relativi al Notch Filter – vedremo di seguito<br />
di cosa si tratta – e nove dedicati alle tre bande<br />
di equalizzazione completamente parametriche,<br />
ognuna dotata di controlli di Frequency, Bandwidth<br />
e Gain. Il led di accensione completa il tutto, come<br />
sul Sol<strong>st</strong>ice non c’è interruttore On/Off.<br />
Sul retro abbiamo un ingresso e due uscite sbilanciate,<br />
una bilanciata XLR e uno switch Ground Lift<br />
per cercare di eliminare eventuali ronzii elettrici, più<br />
l’ingresso per l’alimentatore dedicato.<br />
Come usarlo<br />
La casa suggerisce di provarlo non solo come<br />
equalizzatore affiancato ad un preamplificatore (in<br />
quel caso il Sol<strong>st</strong>ice viene enormemente potenziato<br />
da que<strong>st</strong>o Equinox), ma come preamplificatore<br />
vero e proprio vi<strong>st</strong>o che accetta un comune segnale<br />
mono, ha volume di ingresso e di uscita, e una sezione<br />
di equalizzazione molto più potente di quelle<br />
comunemente a bordo dei normali pre.<br />
Dicevamo delle due sezioni Notch ed Eq, iniziamo<br />
da que<strong>st</strong>’ultima: tre bande parametriche con<br />
gamma di frequenze che vanno da 40 a 400Hz, da<br />
200Hz a 2KHz e da 1.8 a 20KHz. Bassi, medi e alti.<br />
Con que<strong>st</strong>e possiamo cercare una frequenza (controllo<br />
Frequency), decidere quanto sia larga e quanto<br />
influenzerà o meno le frequenze vicine (controllo<br />
Bandwidth) e regolarne infine la quantità di taglio<br />
o enfasi (controllo Gain). Sembra difficile all’inizio<br />
ma è molto più semplice di quanto appaia, esempio:<br />
una nota bassa va in feedback, tagliamo a -15Db<br />
tutto a sini<strong>st</strong>ra con il Gain, <strong>st</strong>ringiamo la banda ruotando<br />
sempre a sini<strong>st</strong>ra il Bandwidth (ampiezza di<br />
48<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
Equalizzatore per chitarra acu<strong>st</strong>ica<br />
D-TAR EQUINOX<br />
<strong>st</strong><br />
banda) e con Frequency cerchiamo la nota fino a<br />
trovarla, a quel punto sentiremo il feedback arre<strong>st</strong>arsi<br />
e il gioco è fatto. Possiamo allora provare a<br />
ridurre i vari tagli operati, perché, se una nota va<br />
in feedback, non è detto che la si debba eliminare<br />
dalla faccia della terra, magari va solo ridotta leggermente<br />
la sua portata. Tutto que<strong>st</strong>o si può fare su<br />
tre diverse frequenze, che diventano cinque grazie<br />
al Notch Filter. Que<strong>st</strong>a è in realtà la vera sezione<br />
risolutrice: l’ampiezza di banda è già fissata ed è<br />
molto <strong>st</strong>retta, possiamo cercare la nota e decidere<br />
quanto tagliarla; da notare che si può solo ridurre il<br />
Gain, da 0 a -15, non aumentarlo, scelta azzeccata<br />
perché, tanto, chi di noi vuole aumentare un problema?<br />
I due Notch vanno da 40 a 500Hz e da 80<br />
a 900Hz, notiamo che molte frequenze sarebbero<br />
addirittura sovrappo<strong>st</strong>e, ed è un’opzione intelligente<br />
perché, quando c’è un problema, non è raro averne<br />
due, spesso su note piutto<strong>st</strong>o vicine, quindi un solo<br />
Notch Filter potrebbe non risolvere le complicazioni<br />
e tutto sarebbe quasi inutile.<br />
Altra caratteri<strong>st</strong>ica interessante è quella data dai<br />
due piccoli switch che disinseriscono del tutto le sezioni<br />
Notch ed Eq, altra scelta brillante: se il suono<br />
che otteniamo è buono già solo utilizzando un<br />
Notch, possiamo completamente ‘saltare’ la sezione<br />
Eq escludendola, per un suono complessivo più<br />
pulito; è noto infatti che il segnale passa attraverso i<br />
potenziometri perdendo limpidezza anche se que<strong>st</strong>i<br />
sono in posizione centrale, a zero.<br />
Come suona<br />
Porca miseria, bene! Molto bene, come il fratellone,<br />
segno di una qualità co<strong>st</strong>ruttiva su tutti i modelli<br />
della casa. Lo abbiamo te<strong>st</strong>ato con un’acu<strong>st</strong>ica e<br />
una classica con corde in nylon, entrambe amplificate<br />
con si<strong>st</strong>emi passivi abba<strong>st</strong>anza propensi al<br />
feedback, il risultato è <strong>st</strong>ato più che soddisfacente.<br />
Lo switch +20Db si è rivelato fondamentale per dare<br />
la giu<strong>st</strong>a spinta a segnali altrimenti troppo deboli,<br />
Input e Output hanno lavorato quasi al massimo, la<br />
sezione di Eq, una volta corretti un paio di problemi<br />
(eravamo a volumi davvero alti) con il Notch Filter,<br />
era addirittura in bypass vi<strong>st</strong>o che il suono non necessitava<br />
di altre correzioni, che altro dire?<br />
Suono trasparente, cri<strong>st</strong>allino, definito, che aggettivo<br />
preferite? Le bande di equalizzazione lavorano<br />
in modo eccellente, il Notch è pensato per essere<br />
funzionale e utilizzato solo all’occorrenza, si nota in<br />
tutti i particolari la mente dei progetti<strong>st</strong>i, lucida ed<br />
essenziale.<br />
Sol<strong>st</strong>izi ed equinozi<br />
Abbiamo a più riprese scritto, su <strong>Fingerpicking</strong>.<br />
net e su Chitarra Acu<strong>st</strong>ica, dell’importanza che rive<strong>st</strong>e<br />
l’amplificazione dei no<strong>st</strong>ri <strong>st</strong>rumenti acu<strong>st</strong>ici,<br />
e dei problemi che il tutto può creare: i due modelli<br />
prodotti dalla D-Tar sono fra le macchine più complete<br />
in commercio, e si integrano alla perfezione.<br />
Perché se abbiamo due pickup montati e abbiamo<br />
la necessità di lavorare sul loro suono separatamente,<br />
una sola delle due macchine potrebbe non<br />
essere ancora sufficiente, benché il Sol<strong>st</strong>ice (preamplificatore<br />
<strong>st</strong>ereo) sia un dispositivo eccellente.<br />
Accoppiato però all’Equinox ci permette una lavorazione<br />
‘di fino’, permettendoci non solo di miscelare<br />
la quantità dei due segnali con una possibilità di<br />
equalizzazione già molto buona, ma di andare anche<br />
a intervenire sulle singole frequenze generate<br />
dalla somma dei due pickup in maniera chirurgica.<br />
Sottolineiamo que<strong>st</strong>o fatto perché trovarsi sul palco<br />
con una chitarra da diverse migliaia di euro (ma<br />
anche da molto meno!) amplificata con due si<strong>st</strong>emi<br />
non proprio economici e avere un problema di<br />
feedback, risonanza o come preferite, può essere<br />
non solo fa<strong>st</strong>idioso, ma compromettere del tutto la<br />
no<strong>st</strong>ra performance. L’Equinox, collegato al Sol<strong>st</strong>ice<br />
sul Send/Return di que<strong>st</strong>’ultimo, ci permette di<br />
lavorare sul suono dosando addirittura la quantità<br />
di intervento della macchina, con risultati eccellenti.<br />
Ci verrebbe quasi da sperare di avere un problema,<br />
per poterlo risolvere!<br />
Conclusioni<br />
Un dispositivo che possiamo abbinare a un altro,<br />
ma quasi definitivo sul palco in caso di <strong>st</strong>rumenti<br />
mono, qualità e suono eccellenti, prezzo non basso<br />
ma adeguato a una macchina di alto livello, possibilità<br />
di utilizzo come outboard anche in <strong>st</strong>udio, se<br />
si avesse necessità di un buon equalizzatore anche<br />
versatile. Il tutto condito da un look accattivante e<br />
da una e<strong>st</strong>rema maneggevolezza, che per chi lavora<br />
e deve portare in giro <strong>st</strong>rumenti a volte troppo<br />
pesanti e ingombranti non è poco. Non pensiamolo<br />
solo per la chitarra, i musici<strong>st</strong>i che utilizzano un<br />
contrabbasso o un basso acu<strong>st</strong>ico possono trarre<br />
notevoli vantaggi da un dispositivo simile.<br />
Una volta compreso il funzionamento del si<strong>st</strong>ema<br />
parametrico di equalizzazione si risolvono in un<br />
batter d’occhio problemi che a volte riteniamo insormontabili.<br />
Consigliatissimo.<br />
Daniele Bazzani<br />
Importatore: Casale Bauer, Via IV Novembre<br />
6/8, Candriano, www.casalebauer.it<br />
Prezzo: 502 euro (IVA inclusa)<br />
49<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
<strong>st</strong><br />
<strong>st</strong>rumenti<br />
Notizie di mercato<br />
dalle aziende<br />
Martin<br />
Una manciata di novità in arrivo dalla casa americana, tanto per<br />
arrivare preparati al Natale. Torna la serie 15, completamente in<br />
mogano. Disponibili come shape sia la 000 che la D, con prezzi<br />
decisamente interessanti. Sia la D-28 che la D-35 saranno<br />
messe in commercio anche nella versione P, con il profilo del<br />
manico progettato per le Performing Arti<strong>st</strong>, più sottile e con nut<br />
più largo. E, tanto per chiudere in bellezza, una OM-42 con fasce<br />
e fondo in Tasmanian blackwood assolutamente da perderci il<br />
sonno.<br />
Di<strong>st</strong>ribuite da Eko Music Group<br />
PRS<br />
Rispondendo alle preghiere di molti, PRS metterà in produzione nella<br />
serie SE anche le sue bellissime chitarre acu<strong>st</strong>iche. La prima, annunciata<br />
entro fine anno, sarà la Angelus, sia nella versione Standard che in<br />
quella Cu<strong>st</strong>om. Materiali solidi di altissima qualità – abete e palissandro<br />
– bracing a X ibrido e inlay vari in madreperla, non mancherà nulla.<br />
Re<strong>st</strong>a da definire il prezzo di mercato, che probabilmente sarà in linea<br />
con quello del settore elettrico. Quindi molto interessante!<br />
PRS è di<strong>st</strong>ribuita da Eko Music Group<br />
Greg Bennett<br />
Il catalogo di chitarre Greg Bennett si allarga<br />
con l’introduzione di due nuovi modelli acu<strong>st</strong>ici che<br />
soddisfano due diverse richie<strong>st</strong>e dei chitarri<strong>st</strong>i: la<br />
GOM100S quella di avere una chitarra acu<strong>st</strong>ica che<br />
suona forte e bene ad un prezzo assolutamente<br />
accessibile, la TT6-5 quello di avere una compatta<br />
“travelin’ guitar” con un grande suono da portare ed<br />
usare dovunque. Entrambi i modelli portano la firma<br />
di progetto di Greg Bennet e la garanzia di qualità<br />
fornita dalla produzione Samick.<br />
Sono di<strong>st</strong>ribuite da Sisme<br />
50<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
Gas Addiction<br />
<strong>st</strong><br />
Sony ICD-SX 712<br />
Più che un semplice regi<strong>st</strong>ratore. Ideale sia per la musica, regi<strong>st</strong>rata o dal vivo,<br />
sia per riunioni, intervi<strong>st</strong>e o dettature; è compo<strong>st</strong>o da un microfono bidirezionale<br />
che ti lascia tutta la libertà di muoverti durante la regi<strong>st</strong>razione. Così piccolo e<br />
maneggevole, riesce a regi<strong>st</strong>rare fino a 536 ore e supporta tutti i formati che ti<br />
servono: MP3, WMA, AAC, WAV. Anche il suo prezzo è tra i più competitivi della<br />
sua categoria!<br />
Specifiche:<br />
– Microfono bidirezionale: <strong>st</strong>ereo ottimale, centramento delle posizioni di regi<strong>st</strong>razione,<br />
acquisizione vocale da di<strong>st</strong>anze maggiori (fino a 25 m).<br />
– PCM lineare: regi<strong>st</strong>razione <strong>st</strong>ereo con qualità CD, simile all’audio originale.<br />
– Formati supportati: riproduzione mp3/WMA/AAC supportata: riproduzione tramite<br />
la cassa frontale da 150 mW.<br />
– Tempo di regi<strong>st</strong>razione: memoria integrata che consente un massimo di 536<br />
ore di regi<strong>st</strong>razione in modalità LP (mp3, 8 kbps).<br />
– Scene Select: selezionare il tipo di regi<strong>st</strong>razione da acquisire (musica, riunioni,<br />
intervi<strong>st</strong>e, dettatura) per impo<strong>st</strong>azioni ottimizzate.<br />
– Riduzione intelligente del rumore: schiarisce la voce inserendola in una gamma<br />
audio più chiara e riduce fa<strong>st</strong>idiosi rumori di fondo.<br />
– Contrassegno traccia: aggiungi più segnalibri a ciascuna regi<strong>st</strong>razione e passa<br />
alla regi<strong>st</strong>razione precedente/successiva durante la riproduzione.<br />
– Display LCD: ge<strong>st</strong>isci facilmente le regi<strong>st</strong>razioni con il nuovo e ampio display<br />
LCD e l’intuitiva interfaccia utente.<br />
– Regi<strong>st</strong>razione avanzata: memorizza e organizza le regi<strong>st</strong>razioni in cartelle,<br />
ricerca nel calendario e monitora i livelli.<br />
– Supporto di più lingue: attivazione per menu, messaggi e nomi di cartelle (EN/<br />
DE/FR/ES/IT/RU).<br />
Di<strong>st</strong>ribuito da Eko Music Group<br />
Savarez Tomatito<br />
Annunciata la nascita di una nuova serie di corde specifiche per chitarra flamenco,<br />
la Serie Tomatito che si compone di due mute in due differenti tensioni:<br />
Normale e Alta. I set sono compo<strong>st</strong>i da due alti in nylon, Sol KF Alliance e tre<br />
bassi con un nuovo multi filamento. Que<strong>st</strong>a nuova serie è <strong>st</strong>ata realizzata in collaborazione<br />
con il famoso musici<strong>st</strong>a Spagnolo José Fernández Torres ‘Tomatito’.<br />
Caratteri<strong>st</strong>iche uniche di que<strong>st</strong>e corde sono sicuramente l’immediata e precisa<br />
rispo<strong>st</strong>a, la proiezione e il sound tipico che ogni musici<strong>st</strong>a di chitarra flamenco<br />
ricerca. La velocità diventa… ‘più accessibile’, e le varie tecniche – rasgueado,<br />
alzapúa, picado, ecc. – risultano agevoli e precise. I trattamenti e i materiali utilizzati<br />
per que<strong>st</strong>e corde assicurano, come su tutti gli articoli Savarez, la massima<br />
qualità e la grande durata.<br />
Di<strong>st</strong>ribuito da Eko Music Group<br />
Lascia un commento<br />
51<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
tc<br />
tecnica<br />
Guitar Workshop<br />
di Stefan Grossman<br />
Alla ricerca di nuovo materiale<br />
da arrangiare, i chitarri<strong>st</strong>i<br />
finger<strong>st</strong>yle hanno esplorato il<br />
blues, il ragtime, gli <strong>st</strong>andard<br />
del jazz, assoli di <strong>st</strong>ride piano<br />
e melodie celtiche.<br />
Tra il 1920 e il 1930 fu di<br />
gran voga un repertorio di<br />
nuove composizioni <strong>st</strong>rumentali.<br />
Que<strong>st</strong>e composizioni presentavano<br />
una bella varietà<br />
di suoni e delle tessiture interessanti,<br />
così come delle idee<br />
musicali simpatiche suonate<br />
da orche<strong>st</strong>re e soli<strong>st</strong>i. Pochi<br />
chitarri<strong>st</strong>i hanno approfondito<br />
que<strong>st</strong>o repertorio. Negli anni<br />
settanta Ton Van Bergeyk,<br />
un timido mago del computer<br />
proveniente dall’Aia nei Paesi<br />
Bassi, passò un anno ad arrangiare<br />
alcuni di que<strong>st</strong>i <strong>st</strong>rumentali<br />
come “The Cat and the<br />
Dog”, “The Coconut Dance”,<br />
“From Soup to Nuts”, “Zither Melodies”<br />
ed altri. Que<strong>st</strong>e composizioni<br />
sono raccolte in un album<br />
intitolato Famous <strong>Fingerpicking</strong><br />
Guitar Solos from the Golden Era<br />
of America Pop Music.<br />
Ton affronta que<strong>st</strong>i arrangiamenti<br />
con la <strong>st</strong>essa abilità che<br />
si riscontra nei suoi numerosi<br />
ragtime classici per sola chitarra<br />
(contenuti nel Complete Ragtime<br />
Guitar Book pubblicato da Mel<br />
Bay). La sua capacità di catturare<br />
le emozioni di un pezzo è incredibile.<br />
E ancor più importante<br />
è il suo talento nel rendere i suoi<br />
arrangiamenti facilmente eseguibili.<br />
La suonabilità è un aspetto<br />
non sempre curato dai chitarri<strong>st</strong>i,<br />
che a volte creano arrangiamenti<br />
difficili, se non impossibili da<br />
suonare. Quando affronto que<strong>st</strong>o<br />
tipo di arrangiamenti, cerco di eliminare<br />
diteggiature scomode o<br />
modificare alcuni passaggi per<br />
rendere la musica più fluida.<br />
Ciò non capita mai con i pezzi<br />
di Ton, che sembrano essere<br />
fatti appo<strong>st</strong>a per la chitarra finger<strong>st</strong>yle.<br />
“Zither Melodies” è un vecchio<br />
valzer romantico tedesco,<br />
scritto da Carl Ganschals. Ton<br />
lo ha imparato su uno spartito<br />
e lo suona in accordatura<br />
di dropped G (D G D G B<br />
E). Si tratta so<strong>st</strong>anzialmente<br />
di un’accordatura di open G,<br />
senza abbassare però la prima<br />
corda. È un tipo di accordatura<br />
molto utile per l’esecuzione<br />
di rag classici e Ton la utilizza<br />
spesso. Come lo <strong>st</strong>esso titolo<br />
suggerisce, que<strong>st</strong>a composizione<br />
era de<strong>st</strong>inata ad essere<br />
eseguita sullo zither [cetra<br />
diffusa in Au<strong>st</strong>ria, Baviera e<br />
Slovenia, con 5 corde ta<strong>st</strong>ate<br />
e un numero variabile di corde<br />
libere da 17 a 40 – ndr]. Ton<br />
ha cercato di capire come un<br />
suonatore di zither l’avrebbe<br />
suonata, e così ha introdotto<br />
alcune tecniche e trucchi tipici<br />
di tale <strong>st</strong>rumento, come ad<br />
esempio mantenere una seconda<br />
linea melodica sotto la<br />
melodia principale.<br />
È un brano incantevole che<br />
proviene dalla vecchia Europa.<br />
Le sue tre sezioni dovrebbero<br />
rappresentare una bella<br />
sfida con cui misurarsi.<br />
Stefan Grossman<br />
52<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
Zither Melodies<br />
tc<br />
Section One<br />
q = 100<br />
%<br />
#<br />
& 4<br />
3 Œ Œ œ œ . œ œ œ<br />
œ<br />
œ<br />
Tuning: DGDGBE<br />
7<br />
T<br />
0<br />
A 0<br />
1<br />
2<br />
3 8<br />
4<br />
B<br />
.<br />
Zither Melodies<br />
Zither Melodies<br />
0<br />
œ<br />
œ<br />
7<br />
8 3<br />
4<br />
5<br />
5<br />
0 0<br />
ú<br />
œ<br />
1<br />
2<br />
0<br />
œ<br />
3<br />
5<br />
0 0<br />
œ #œœ<br />
œ<br />
4<br />
5<br />
œ œ œ . #<br />
# œ<br />
œ œ<br />
œ<br />
5<br />
5<br />
0<br />
8<br />
7<br />
Ton Van Bergeyk<br />
8 5<br />
7<br />
5<br />
0 0<br />
6<br />
6<br />
5<br />
& # ú œ œ œ<br />
œ Œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ œ # œ<br />
œ œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ.<br />
Œ<br />
œ<br />
7<br />
7<br />
0<br />
5<br />
0<br />
0<br />
1<br />
2<br />
3<br />
4<br />
0<br />
7<br />
8<br />
7<br />
8 3<br />
4<br />
4<br />
4<br />
0 0<br />
5<br />
5<br />
5<br />
8<br />
5<br />
8<br />
5<br />
5<br />
14<br />
15<br />
12<br />
13<br />
& # 1.<br />
8 œ ‰ j œ œ<br />
ú .<br />
œ œ œ œ œ<br />
œ<br />
œ Œ<br />
2.<br />
ú<br />
ú<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
#<br />
# œ<br />
Œ<br />
œ<br />
12<br />
2<br />
13 3<br />
5<br />
0 0<br />
0<br />
3<br />
3<br />
0 0<br />
0<br />
1<br />
2<br />
3<br />
.<br />
3<br />
0<br />
3<br />
0<br />
7<br />
7<br />
6<br />
6<br />
7<br />
7<br />
Section Two<br />
11<br />
& # œ œ œ œ œ œ œ œ<br />
œ<br />
#<br />
# œ.<br />
œ<br />
œ œ œ<br />
œ œ œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
10 5<br />
7<br />
5<br />
0<br />
5 8 5<br />
5<br />
5 5<br />
0 0<br />
8<br />
5<br />
6<br />
6<br />
0<br />
7<br />
7<br />
7 7 7<br />
8 7<br />
7<br />
0 0<br />
7<br />
8<br />
8<br />
7<br />
0<br />
7<br />
8 8 8<br />
7<br />
7 9<br />
0 0<br />
8<br />
7<br />
53<br />
©1998 Shining Shadow Music. chitarra All Rights acu<strong>st</strong>ica Reserved, 8 Used duemilaundici<br />
With Kind Permission
tc<br />
Zither Melodies<br />
14<br />
& # œ . œ œ œ # œ #<br />
œ œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ.<br />
œ œ œ œ œ œ œ<br />
œ<br />
#<br />
# œ.<br />
œ<br />
œ œ œ<br />
œ œ œ<br />
œ<br />
7<br />
8<br />
0<br />
7<br />
7 7 6<br />
8<br />
7 6<br />
0 0<br />
7<br />
7<br />
10 5<br />
7<br />
5<br />
0<br />
5 8 5<br />
5<br />
5 5<br />
0 0<br />
8<br />
5<br />
6<br />
6<br />
0<br />
7<br />
7<br />
7 7 7<br />
8 7<br />
7<br />
0 0<br />
7<br />
8<br />
17<br />
& # œ #<br />
œ .<br />
# œ œ œ<br />
œ œ # œ<br />
œ<br />
nœ<br />
ú<br />
œ<br />
D<br />
œ<br />
% AL Þ<br />
œ œ<br />
Œ<br />
Þ<br />
ú œ œ<br />
œ<br />
œ Œ<br />
n<br />
10<br />
11<br />
9<br />
10<br />
10 14<br />
10<br />
11 14<br />
0<br />
7<br />
11<br />
12<br />
12<br />
10<br />
11<br />
0<br />
0<br />
0<br />
0<br />
1<br />
2<br />
3<br />
0<br />
0<br />
0<br />
0<br />
0<br />
5<br />
5<br />
Section Three<br />
20<br />
œ.<br />
œ<br />
&<br />
œ œ œ œ<br />
œ . œ œ œ œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
3<br />
5<br />
5<br />
0<br />
1<br />
2<br />
2 0<br />
3 2<br />
15<br />
13<br />
10<br />
12<br />
13 10 8<br />
14 10 9<br />
10 10 10<br />
0<br />
3<br />
0<br />
0<br />
0<br />
7<br />
3 6 8<br />
4 7<br />
0 0<br />
5<br />
6<br />
23<br />
ú œ œ<br />
& œ<br />
œ Œ<br />
œ.<br />
œ<br />
œ œ œ œ<br />
œ . œ œ œ œ<br />
œ<br />
3<br />
5<br />
5<br />
5<br />
0<br />
0<br />
5<br />
5<br />
3<br />
5<br />
5<br />
0<br />
1<br />
2<br />
2 0<br />
3 2<br />
15<br />
13<br />
10<br />
12<br />
13 10 8<br />
14 10 9<br />
10 10 10<br />
54<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
Zither Melodies<br />
tc<br />
26<br />
&<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ œ<br />
ú<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
Œ<br />
Section Four<br />
j<br />
œ œ ‰ ‰<br />
œ J œ ‰ Œ<br />
j<br />
œ<br />
0<br />
3<br />
0<br />
0<br />
0<br />
7<br />
3 6 8<br />
4 7<br />
0 0<br />
3<br />
6<br />
8<br />
5 6<br />
5 7<br />
5<br />
5<br />
5<br />
10<br />
10<br />
5 10<br />
8<br />
9<br />
29<br />
&<br />
œ.<br />
œ<br />
# # œ<br />
œ.<br />
œ<br />
œ<br />
j<br />
nœ<br />
œ.<br />
œ<br />
##<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ.<br />
œ<br />
##<br />
œ<br />
.<br />
œ<br />
œ<br />
j<br />
n n œ<br />
8<br />
9<br />
0<br />
2<br />
3<br />
3<br />
4<br />
0 0<br />
5<br />
5<br />
6<br />
7<br />
0<br />
2<br />
3<br />
7<br />
3 6 8<br />
4 7<br />
0 0<br />
5<br />
6<br />
5<br />
6 7 8 6<br />
8 9 7<br />
5 5<br />
5<br />
32<br />
&<br />
œ.<br />
œ<br />
œ œ œ œ œ<br />
œ œ<br />
œ.<br />
œ<br />
# œ œ.<br />
œ<br />
œ<br />
j<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ ‰ œ J<br />
œ œ<br />
5<br />
5<br />
5<br />
12<br />
13 12 10 8<br />
13 12 10<br />
0 0<br />
7<br />
8<br />
7<br />
8<br />
0<br />
4<br />
5<br />
5<br />
6<br />
0<br />
0<br />
5<br />
6<br />
3<br />
4<br />
0<br />
5 1 0<br />
6 3<br />
4 2 0<br />
3<br />
3<br />
35<br />
&<br />
D % AL Þ<br />
œ<br />
œ œ œ œ<br />
œ Œ<br />
2<br />
Þ<br />
ú<br />
œ<br />
2<br />
œ<br />
# œ. œ<br />
Œ<br />
œ.<br />
rallenta------ --------------------------------------------------------------<br />
œ<br />
œ<br />
j œ<br />
# œ<br />
œ<br />
ú.<br />
œ<br />
U<br />
ú<br />
1<br />
2<br />
0<br />
8<br />
5 0<br />
0<br />
1<br />
2<br />
5<br />
3<br />
0<br />
0<br />
0<br />
14<br />
15<br />
12<br />
13<br />
12<br />
2<br />
13 3<br />
5<br />
0 0<br />
0<br />
3<br />
3<br />
0<br />
0<br />
0<br />
55<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
tc<br />
T<br />
A<br />
B<br />
<br />
<br />
<br />
5<br />
0<br />
<br />
0<br />
<br />
0<br />
Studio #4 in E<br />
«Anche se siete bianchi e non avete mai lavorato in<br />
un campo di cotone, potete amare e suonare Il Blues.<br />
Non sarete mai come Robert Johnson, ma lui non sarà<br />
mai come voi.»<br />
5<br />
T<br />
Pattern 3<br />
<br />
5<br />
<br />
5<br />
<br />
5<br />
<br />
5<br />
<br />
A Ho sempre pensato che un esercizio dovesse essere<br />
B<br />
abba<strong>st</strong>anza 0interessante 0 da 0 incuriosire 0<br />
0lo <strong>st</strong>udente, 0 e<br />
abba<strong>st</strong>anza difficile da insegnare qualcosa.<br />
Ho scritto que<strong>st</strong>i esercizi per alcuni dei miei <strong>st</strong>udenti,<br />
Pattern 5<br />
perché abbiano una melodia da suonare, anche in un<br />
conte<strong>st</strong>o blues, e qualcosa con cui divertirsi mentre imparano,<br />
<br />
<br />
<br />
almeno spero.<br />
Ho mantenuto le diteggiature più semplici possibili e<br />
brani suonabili anche lentamente. Aumentare la velocità<br />
dà ad ogni pezzo un senso nuovo, così che anche un<br />
8<br />
musici<strong>st</strong>a 0più esperto 3 possa 0 divertirsi.<br />
3<br />
T<br />
A<br />
B<br />
Come introduzione e riscaldamento, cominciamo con<br />
0<br />
0 0 0<br />
0 0<br />
due blues patterns in tonalità di Mi.<br />
<br />
0<br />
<br />
5<br />
0<br />
<br />
0<br />
<br />
0<br />
5<br />
<br />
0<br />
5<br />
5<br />
<br />
0<br />
Daniele Bazzani<br />
<br />
<br />
5<br />
5<br />
5<br />
<br />
0<br />
<br />
5<br />
0<br />
<br />
0<br />
<br />
0<br />
<br />
0<br />
<br />
3<br />
0<br />
<br />
0<br />
<br />
5<br />
0<br />
<br />
tecnica<br />
0 5 5 5<br />
<br />
4<br />
0<br />
Pattern 4<br />
<br />
<br />
0<br />
0<br />
3<br />
<br />
0<br />
<br />
<br />
5<br />
0<br />
3<br />
<br />
0<br />
<br />
0<br />
<br />
0<br />
<br />
0<br />
<br />
0<br />
<br />
0<br />
<br />
3<br />
<br />
5<br />
<br />
0<br />
<br />
0<br />
<br />
0<br />
<br />
0<br />
<br />
0<br />
Pattern 6<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
11<br />
T<br />
A<br />
B<br />
5<br />
0<br />
3<br />
0<br />
0<br />
0<br />
3<br />
0<br />
5<br />
0<br />
0<br />
5<br />
0<br />
3<br />
0<br />
0<br />
0<br />
3 5<br />
0<br />
Blues Patterns -<br />
0<br />
Pattern 13<br />
Page 1 / 5<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
25<br />
T<br />
A<br />
B<br />
3 5<br />
0<br />
0<br />
0<br />
0<br />
0<br />
3<br />
0<br />
4 2<br />
0<br />
0<br />
0<br />
2<br />
0<br />
0<br />
0<br />
0<br />
0<br />
2 4<br />
0<br />
3<br />
0<br />
4<br />
0<br />
E concludiamo Pattern 14que<strong>st</strong>o assaggio con uno <strong>st</strong>udio avanzato, lo “Studio #4 in E”, nella tonalità regina<br />
del blues, il Mi7, con accordi e passaggi a note singole per suonare in <strong>st</strong>ile!<br />
Grazie dell’attenzione.<br />
27<br />
<br />
<br />
<br />
T<br />
<br />
<br />
<br />
3<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
0<br />
<br />
<br />
56<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici<br />
2<br />
<br />
0<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
0<br />
<br />
<br />
2<br />
<br />
<br />
3
Studio #4 in E<br />
tc<br />
(gli esempi sono tratti da: Daniele Bazzani, Finger<strong>st</strong>yle Blues Guitar, <strong>Fingerpicking</strong>.net – Carisch)<br />
<br />
Studio #4 in E<br />
Daniele Bazzani<br />
<br />
<br />
T<br />
A<br />
B<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
T<br />
A<br />
B<br />
<br />
0<br />
0<br />
<br />
3<br />
¼<br />
3<br />
<br />
<br />
0<br />
¼<br />
<br />
3<br />
0<br />
¼<br />
3<br />
¼<br />
<br />
0<br />
<br />
0<br />
<br />
<br />
0<br />
<br />
<br />
0<br />
Studio #4 in E<br />
Daniele Bazzani <br />
3<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
0<br />
<br />
0<br />
0<br />
<br />
0<br />
0<br />
0<br />
3 5<br />
3<br />
<br />
0<br />
3 5<br />
0<br />
1<br />
<br />
3<br />
<br />
1<br />
<br />
3<br />
0<br />
<br />
0<br />
0<br />
0<br />
<br />
3<br />
1<br />
<br />
3<br />
1<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
0<br />
0<br />
<br />
<br />
0<br />
0<br />
<br />
<br />
0<br />
0<br />
3<br />
<br />
<br />
T<br />
A<br />
B<br />
<br />
<br />
3<br />
<br />
<br />
T<br />
A<br />
B<br />
3<br />
¼<br />
<br />
<br />
0<br />
¼<br />
<br />
3<br />
0<br />
¼<br />
¼<br />
<br />
0<br />
<br />
0<br />
<br />
<br />
0<br />
<br />
<br />
0<br />
<br />
0<br />
<br />
0<br />
<br />
0<br />
<br />
0<br />
<br />
0<br />
<br />
0<br />
<br />
3<br />
3<br />
<br />
<br />
<br />
0 3<br />
0<br />
3<br />
<br />
0<br />
<br />
0<br />
<br />
2<br />
<br />
<br />
<br />
2<br />
0<br />
2<br />
0<br />
2<br />
<br />
1<br />
<br />
1<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
1<br />
<br />
1<br />
<br />
0<br />
0<br />
<br />
<br />
0<br />
0<br />
<br />
<br />
H<br />
0<br />
H<br />
0<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
2<br />
<br />
<br />
2<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
1<br />
<br />
1<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
5<br />
T<br />
A<br />
B<br />
5<br />
T<br />
A<br />
B<br />
2<br />
0<br />
2<br />
0<br />
0<br />
0<br />
0<br />
0<br />
0<br />
0<br />
0<br />
0<br />
0<br />
0<br />
3 5<br />
3 5<br />
0<br />
0<br />
3<br />
3<br />
0<br />
0<br />
0<br />
0<br />
2<br />
2<br />
0<br />
0<br />
0<br />
0<br />
0<br />
0<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
7<br />
T<br />
A<br />
B<br />
7<br />
T<br />
A<br />
B<br />
3<br />
0<br />
3<br />
0<br />
0<br />
0<br />
0<br />
0<br />
0<br />
0<br />
0<br />
0<br />
0<br />
0<br />
3<br />
3<br />
0<br />
0<br />
0<br />
0<br />
2<br />
2<br />
0<br />
0<br />
0 1<br />
0 1<br />
0<br />
0<br />
0<br />
0<br />
0<br />
0<br />
Page 1 / 3<br />
Page 1 / 3<br />
57<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
tc<br />
Studio #4 in E<br />
Studio #4 in E - Daniele Bazzani<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
1<br />
3<br />
<br />
2<br />
<br />
<br />
<br />
1<br />
3<br />
<br />
<br />
<br />
2<br />
1<br />
2<br />
<br />
<br />
1<br />
<br />
<br />
<br />
3<br />
<br />
<br />
<br />
3<br />
<br />
<br />
2<br />
<br />
<br />
<br />
3 3<br />
2<br />
1<br />
<br />
9<br />
T<br />
A<br />
B<br />
2<br />
H<br />
2<br />
0<br />
Po<br />
2 0<br />
2<br />
2<br />
0<br />
2<br />
0<br />
2<br />
0<br />
H<br />
Po Po<br />
3 2 0<br />
2<br />
0<br />
Sl<br />
2 3<br />
0<br />
3<br />
2<br />
2<br />
2<br />
0<br />
1<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
2<br />
3<br />
<br />
1<br />
<br />
3<br />
<br />
<br />
3<br />
<br />
<br />
3<br />
<br />
1<br />
<br />
2<br />
<br />
<br />
3<br />
<br />
<br />
2<br />
2<br />
<br />
<br />
0<br />
11<br />
T<br />
A<br />
B<br />
0<br />
Sl<br />
2 4<br />
0<br />
3<br />
0<br />
3<br />
Po<br />
0<br />
4 2<br />
0<br />
2<br />
0<br />
1<br />
2<br />
2<br />
0<br />
2<br />
<br />
<br />
<br />
3<br />
<br />
3 2<br />
<br />
<br />
1<br />
<br />
3<br />
<br />
3<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
3<br />
<br />
<br />
<br />
3<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
3<br />
<br />
<br />
3<br />
<br />
<br />
<br />
13<br />
T<br />
A<br />
B<br />
7<br />
0<br />
6<br />
5<br />
8<br />
0<br />
0<br />
0<br />
7<br />
0<br />
0<br />
0<br />
0<br />
7<br />
0<br />
6<br />
5<br />
8<br />
0<br />
0<br />
10<br />
0<br />
0<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
4<br />
<br />
3 <br />
1<br />
<br />
<br />
<br />
2<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
¼<br />
<br />
<br />
3<br />
<br />
3<br />
<br />
1<br />
<br />
<br />
<br />
3<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
15<br />
T<br />
A<br />
B<br />
10<br />
0<br />
9<br />
HPo<br />
7 9 7<br />
0<br />
10<br />
7<br />
0<br />
8<br />
0<br />
¼<br />
0<br />
12<br />
0<br />
Sl<br />
10 9<br />
12<br />
0<br />
11<br />
10<br />
0<br />
0<br />
Page 2 / 3<br />
58<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
Studio #4 in E<br />
tc<br />
Studio #4 in E - Daniele Bazzani<br />
<br />
<br />
3<br />
<br />
<br />
<br />
2 3<br />
<br />
<br />
1<br />
3<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
1 3<br />
<br />
<br />
1 2<br />
<br />
3<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
3<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
4<br />
3<br />
<br />
<br />
<br />
17<br />
T<br />
A<br />
B<br />
H<br />
13 14<br />
0<br />
12<br />
H<br />
13 14<br />
0<br />
12<br />
10<br />
12<br />
0<br />
9<br />
10<br />
0<br />
H<br />
13 14<br />
0<br />
12<br />
Sl<br />
13 14<br />
0<br />
15<br />
0<br />
0<br />
15<br />
Sl<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
4<br />
<br />
1 <br />
4<br />
<br />
1<br />
3<br />
<br />
<br />
3<br />
1<br />
<br />
3<br />
<br />
<br />
<br />
3<br />
<br />
3 1<br />
<br />
3<br />
3<br />
<br />
<br />
1<br />
<br />
<br />
<br />
1<br />
19<br />
T<br />
A<br />
B<br />
16<br />
0<br />
12<br />
15<br />
12<br />
15 14<br />
Po<br />
12<br />
14<br />
14<br />
14<br />
12<br />
1213<br />
14<br />
Po<br />
12<br />
14<br />
Sl<br />
12<br />
Sl<br />
10 11<br />
0<br />
7<br />
<br />
<br />
<br />
Capo 7th<br />
<br />
4<br />
<br />
<br />
1 3<br />
<br />
<br />
4<br />
<br />
<br />
1<br />
<br />
<br />
<br />
3<br />
<br />
<br />
1<br />
<br />
<br />
3<br />
<br />
2<br />
<br />
3<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
1<br />
<br />
3<br />
<br />
<br />
21<br />
T<br />
A<br />
B<br />
10<br />
7<br />
7<br />
9<br />
7<br />
10<br />
7<br />
7<br />
7<br />
0<br />
8<br />
0<br />
5<br />
Sl<br />
6 7<br />
0<br />
8<br />
0<br />
0<br />
6<br />
0<br />
0<br />
0<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
1<br />
<br />
<br />
2<br />
3<br />
3<br />
<br />
<br />
3<br />
<br />
<br />
3<br />
1<br />
<br />
<br />
2<br />
1<br />
3<br />
3<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
3<br />
1 2<br />
<br />
<br />
23<br />
T<br />
A<br />
B<br />
0<br />
4<br />
Po<br />
4 0<br />
5<br />
0<br />
4<br />
3<br />
0<br />
2<br />
3<br />
2<br />
Po<br />
0<br />
0<br />
6<br />
5<br />
6<br />
Sl<br />
7<br />
6<br />
7<br />
0<br />
Page 3 / 3<br />
59<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
tc<br />
tecnica<br />
Neve<br />
Luca Francioso<br />
L’idea alla base del concepimento di que<strong>st</strong>o metodo<br />
per chitarra finger<strong>st</strong>yle è molto semplice: laddove<br />
la chitarra classica e la didattica che accompagna lo<br />
<strong>st</strong>udente, durante le varie fasi del percorso di <strong>st</strong>udio,<br />
hanno una <strong>st</strong>oria di centinaia di anni e basi consolidate,<br />
altrettanto non si può dire per ciò che riguarda<br />
la chitarra acu<strong>st</strong>ica finger<strong>st</strong>yle. Il no<strong>st</strong>ro <strong>st</strong>rumento<br />
ha una <strong>st</strong>oria più recente e la didattica è frammentaria,<br />
per non dire inesi<strong>st</strong>ente, comunque affidata ai<br />
singoli insegnanti o musici<strong>st</strong>i, che di tanto in tanto<br />
pubblicano qualcosa, senza alcun riferimento a ciò<br />
che fanno gli altri.<br />
Lo <strong>st</strong>udente che si avvicina alla chitarra finger<strong>st</strong>yle<br />
ha quindi un grande problema, oltre ai molti che gli<br />
si presentano <strong>st</strong>udiando, quello di non sapere cosa<br />
suonare, soprattutto in una fase iniziale e intermedia.<br />
Più avanti il discorso cambia, perché i brani dei<br />
grandi chitarri<strong>st</strong>i sono un’ottima opportunità di crescita.<br />
Ma non si può certo partire da quelli. Il no<strong>st</strong>ro<br />
progetto è ambizioso: scrivere musica per chi <strong>st</strong>udia.<br />
Perché anche chi <strong>st</strong>udia ha diritto di suonare melodie di qualità, e il no<strong>st</strong>ro intento è di produrne,<br />
che non siano troppo difficili da suonare, ma che offrano degli spunti interessanti racchiusi in<br />
piccole composizioni, non solo nei classici <strong>st</strong>udi ottimi a muovere le dita. Se pensiamo a compositori<br />
<strong>st</strong>raordinari come Mauro Giuliani, Matteo Carcassi, Ferdinando Carulli, Fernando Sor, c’è da<br />
rabbrividire a quanto noi acu<strong>st</strong>ici siamo lontani da quel livello compositivo e didattico, ma non vuol<br />
dire che non ci si possa provare.<br />
Non abbiamo la pretesa di aver scritto la musica migliore che possiate suonare, solo il tentativo<br />
di sottoporre qualcosa di utile e gradevole al tempo <strong>st</strong>esso. L’idea è di proseguire, magari con<br />
l’aiuto di altri musici<strong>st</strong>i, per creare il ‘no<strong>st</strong>ro’ percorso di <strong>st</strong>udio.<br />
Grazie dell’attenzione.<br />
Daniele Bazzani e Luca Francioso<br />
(il te<strong>st</strong>o e lo spartito sono tratti da: Daniele Bazzani e Luca Francioso, Finger<strong>st</strong>yle Guitar Easy,<br />
<strong>Fingerpicking</strong>.net – Carisch)<br />
60<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
Neve<br />
tc<br />
NEVE<br />
Luca Francioso<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
1<br />
<br />
4<br />
<br />
3<br />
<br />
<br />
2<br />
<br />
<br />
1 <br />
2<br />
<br />
3<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
2<br />
<br />
<br />
3<br />
<br />
<br />
1 3 <br />
T<br />
A<br />
B<br />
0<br />
1<br />
3<br />
3<br />
0<br />
0<br />
2<br />
0<br />
1<br />
2<br />
3<br />
3<br />
0<br />
0<br />
2<br />
0<br />
1<br />
2<br />
0<br />
0<br />
2<br />
0<br />
2<br />
0<br />
1<br />
2<br />
0<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
3<br />
<br />
2<br />
<br />
<br />
1<br />
<br />
<br />
4<br />
<br />
1<br />
<br />
<br />
<br />
2<br />
<br />
<br />
3<br />
<br />
<br />
1<br />
<br />
<br />
3<br />
1.<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
1 <br />
<br />
<br />
<br />
1 4<br />
2.<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
1<br />
<br />
3<br />
<br />
2<br />
<br />
1<br />
4 7<br />
4<br />
T<br />
A<br />
B<br />
3<br />
2<br />
0<br />
2<br />
0<br />
3<br />
1<br />
0<br />
2<br />
0<br />
2<br />
0<br />
1<br />
0<br />
3<br />
0<br />
0<br />
2<br />
0<br />
0<br />
1<br />
3<br />
0<br />
0<br />
2<br />
3<br />
2<br />
3<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
2<br />
<br />
2<br />
<br />
4<br />
1 2 <br />
1<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
4<br />
<br />
<br />
<br />
2<br />
<br />
<br />
2 <br />
<br />
2 <br />
<br />
3<br />
<br />
<br />
1 <br />
<br />
<br />
1<br />
<br />
<br />
1 2<br />
8<br />
T<br />
A<br />
B<br />
0<br />
8<br />
10<br />
4 8<br />
7<br />
8<br />
10<br />
7<br />
0<br />
8<br />
10<br />
8<br />
7<br />
8<br />
10<br />
10<br />
0<br />
8<br />
0<br />
5<br />
0<br />
2<br />
0<br />
2<br />
2<br />
<br />
3<br />
0<br />
2<br />
0<br />
5<br />
7<br />
8<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
1<br />
<br />
2 3<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
3<br />
<br />
2<br />
4 <br />
2<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
1<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
2<br />
<br />
12<br />
T<br />
A<br />
B<br />
0<br />
7<br />
8<br />
9<br />
8<br />
7<br />
8<br />
0<br />
7<br />
8<br />
11<br />
10<br />
12<br />
10<br />
1<br />
0<br />
1<br />
1<br />
1<br />
1<br />
0<br />
2<br />
1<br />
11<br />
61<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
62<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici<br />
NEVE - Luca Francioso<br />
<br />
<br />
<br />
T<br />
A<br />
B<br />
16<br />
<br />
<br />
0<br />
<br />
1<br />
<br />
1<br />
<br />
1<br />
<br />
1<br />
<br />
0<br />
<br />
2<br />
<br />
0<br />
<br />
3<br />
3<br />
<br />
0<br />
<br />
0<br />
<br />
0<br />
<br />
0<br />
<br />
1<br />
<br />
2<br />
<br />
0<br />
<br />
<br />
0<br />
<br />
2<br />
2<br />
<br />
0<br />
<br />
2<br />
3<br />
<br />
0<br />
<br />
3<br />
4 <br />
1<br />
1 <br />
<br />
0<br />
<br />
1<br />
<br />
1<br />
<br />
1<br />
<br />
1<br />
<br />
0<br />
<br />
2<br />
<br />
1<br />
<br />
<br />
<br />
T<br />
A<br />
B<br />
20<br />
<br />
<br />
0<br />
<br />
1<br />
<br />
1<br />
<br />
1<br />
<br />
1<br />
<br />
0<br />
<br />
2<br />
<br />
0<br />
<br />
<br />
0<br />
<br />
2<br />
<br />
0<br />
<br />
2<br />
<br />
0<br />
<br />
2<br />
2<br />
<br />
1<br />
1<br />
<br />
<br />
<br />
0<br />
<br />
<br />
2<br />
<br />
1<br />
<br />
2<br />
<br />
0<br />
<br />
3<br />
1<br />
1<br />
<br />
2<br />
2<br />
<br />
0<br />
<br />
1<br />
<br />
2<br />
<br />
1<br />
<br />
2<br />
<br />
1<br />
<br />
2<br />
<br />
1<br />
<br />
2<br />
<br />
0<br />
<br />
2<br />
<br />
1<br />
<br />
2<br />
<br />
<br />
<br />
T<br />
A<br />
B<br />
24<br />
<br />
<br />
0<br />
<br />
1<br />
<br />
2<br />
<br />
1<br />
<br />
2<br />
<br />
1<br />
<br />
2<br />
<br />
1<br />
<br />
2<br />
<br />
0<br />
<br />
2<br />
<br />
0<br />
<br />
0<br />
<br />
<br />
3<br />
<br />
0<br />
<br />
0<br />
<br />
0<br />
<br />
0<br />
<br />
0<br />
<br />
0<br />
<br />
0<br />
<br />
0<br />
<br />
1<br />
<br />
2<br />
<br />
0<br />
<br />
<br />
0<br />
<br />
2<br />
<br />
0<br />
<br />
2<br />
<br />
0<br />
<br />
3<br />
<br />
1<br />
<br />
2<br />
<br />
<br />
<br />
T<br />
A<br />
B<br />
27<br />
<br />
<br />
0<br />
<br />
1<br />
<br />
2<br />
<br />
1<br />
<br />
2<br />
<br />
1<br />
<br />
2<br />
<br />
1<br />
<br />
2<br />
<br />
0<br />
<br />
2<br />
<br />
4<br />
2 <br />
5<br />
3<br />
<br />
4<br />
<br />
0<br />
<br />
1<br />
2<br />
<br />
<br />
0<br />
<br />
1<br />
<br />
3<br />
<br />
<br />
3<br />
<br />
0<br />
<br />
0<br />
<br />
2<br />
<br />
0<br />
<br />
1<br />
<br />
2<br />
<br />
3<br />
12<br />
Neve<br />
tc
63<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici<br />
NEVE - Luca Francioso<br />
<br />
<br />
<br />
T<br />
A<br />
B<br />
30<br />
<br />
<br />
3<br />
<br />
0<br />
<br />
0<br />
<br />
2<br />
<br />
0<br />
<br />
1<br />
<br />
2<br />
<br />
0<br />
<br />
<br />
0<br />
<br />
2<br />
<br />
0<br />
<br />
2<br />
<br />
0<br />
<br />
1<br />
<br />
2<br />
<br />
0<br />
<br />
<br />
3<br />
<br />
2<br />
<br />
0<br />
<br />
2<br />
<br />
0<br />
<br />
3<br />
<br />
1<br />
<br />
<br />
<br />
T<br />
A<br />
B<br />
33<br />
<br />
<br />
0<br />
<br />
2<br />
<br />
0<br />
<br />
2<br />
<br />
0<br />
<br />
1<br />
<br />
0<br />
<br />
3<br />
<br />
<br />
0<br />
<br />
0<br />
<br />
2<br />
<br />
3<br />
<br />
2<br />
<br />
3<br />
<br />
7<br />
<br />
<br />
0<br />
<br />
8<br />
<br />
10<br />
<br />
8<br />
<br />
7<br />
<br />
8<br />
<br />
10<br />
<br />
7<br />
<br />
<br />
<br />
T<br />
A<br />
B<br />
36<br />
<br />
<br />
0<br />
<br />
8<br />
<br />
10<br />
<br />
8<br />
<br />
7<br />
<br />
8<br />
<br />
10<br />
<br />
10<br />
<br />
<br />
0<br />
<br />
8<br />
<br />
0<br />
<br />
5<br />
<br />
0<br />
<br />
2<br />
<br />
0<br />
<br />
2<br />
<br />
3<br />
<br />
0<br />
<br />
2<br />
<br />
0<br />
<br />
5<br />
<br />
<br />
7<br />
<br />
8<br />
<br />
<br />
<br />
T<br />
A<br />
B<br />
39<br />
<br />
<br />
0<br />
<br />
7<br />
<br />
8<br />
<br />
9<br />
Rall.<br />
<br />
8<br />
<br />
7<br />
<br />
8<br />
<br />
<br />
0<br />
<br />
7<br />
<br />
8<br />
<br />
11<br />
<br />
10<br />
<br />
12<br />
<br />
10<br />
<br />
<br />
13<br />
Neve<br />
tc
tc<br />
tecnica<br />
The Storms Are on the Ocean<br />
Tradizionale arrangiato da Roberto Dalla Vecchia<br />
Un esempio in Carter Style<br />
Que<strong>st</strong>o mio arrangiamento del brano tradizionale<br />
“The Storms Are on the Ocean” è una chiara illu<strong>st</strong>razione<br />
del Carter Style.<br />
La tecnica Carter Style prende il nome dalla chitarri<strong>st</strong>a<br />
Maybelle Carter della Carter Family, <strong>st</strong>orica<br />
folk band americana in auge negli anni ’30. Forse<br />
Maybelle non è <strong>st</strong>ata la prima persona ad adottare<br />
que<strong>st</strong>a tecnica, ma certamente è <strong>st</strong>ata lei a renderla<br />
popolare vi<strong>st</strong>o l’ enorme successo che la Carter<br />
Family ha avuto in quegli anni.<br />
Il Carter Style consi<strong>st</strong>e nell’eseguire una semplice<br />
linea melodica sul regi<strong>st</strong>ro più basso della chitarra,<br />
riempiendo tutti gli spazi lasciati vuoti dalla<br />
melodia con leggeri <strong>st</strong>rums sugli accordi. In que<strong>st</strong>o<br />
modo siamo in grado di eseguire, contemporaneamente<br />
in completa autonomia, sia il solo che l’accompagnamento.<br />
Per la buona riuscita dei brani, è essenziale<br />
mantenere ben di<strong>st</strong>inti i due piani sonori: quello<br />
delle note della melodia, che sono suonate più forte,<br />
e quello degli <strong>st</strong>rums, che hanno l’unico scopo<br />
di fornire un so<strong>st</strong>egno ritmico e armonico alla<br />
melodia <strong>st</strong>essa. Il pentagramma non è in grado<br />
di indicare tutto que<strong>st</strong>o, quindi, prima di provare<br />
a <strong>st</strong>udiare ogni singolo arrangiamento, è bene<br />
conoscere la linea melodica del brano in que<strong>st</strong>ione<br />
andando ad ascoltare una delle innumerevoli<br />
versioni facilmente reperibili sul web.<br />
Un altro elemento fondamentale di que<strong>st</strong>o<br />
<strong>st</strong>ile è quello di tenere la mano sini<strong>st</strong>ra ancorata<br />
sui diversi accordi il più a lungo possibile,<br />
riducendo così al minimo i movimenti. Que<strong>st</strong>o<br />
per avere il massimo su<strong>st</strong>ain possibile e di conseguenza<br />
un suono pieno e completo.<br />
Una buona conoscenza del Carter Style è<br />
basilare per poter meglio affrontare altre tecniche<br />
e soluzioni musicali che da esso traggono<br />
origine, come gli sviluppi soli<strong>st</strong>ici del flatpicking<br />
nell’arrangiamenro dei fiddle tunes.<br />
(lo spartito è tratto da: Roberto Dalla Vecchia,<br />
Flatpicking Guitar, <strong>Fingerpicking</strong>.net –<br />
Carisch)<br />
64<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
The Storms Are on the Ocean<br />
The Storms Are on the Ocean<br />
tc<br />
Traditional, arranged by Roberto Dalla Vecchia<br />
3<br />
q q = q e<br />
&<br />
# 4 3 œ<br />
G<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
C<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
G<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
G<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
0<br />
0<br />
3<br />
0<br />
0<br />
0<br />
2<br />
0<br />
1<br />
0<br />
0<br />
1<br />
2<br />
0<br />
3<br />
0<br />
0<br />
2<br />
3<br />
3<br />
0<br />
0<br />
2<br />
& #<br />
5<br />
G<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
D<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
G<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
G<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ œ<br />
0<br />
3<br />
0<br />
0<br />
3<br />
0<br />
2<br />
0<br />
2<br />
3<br />
2<br />
0<br />
3<br />
3<br />
0<br />
0<br />
3<br />
0<br />
0<br />
3<br />
0<br />
3<br />
3<br />
0<br />
0<br />
2 3<br />
& #<br />
9<br />
G<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
C<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
G<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
G<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
0<br />
3<br />
0<br />
0<br />
0<br />
2<br />
0<br />
1<br />
0<br />
0<br />
1<br />
2<br />
0<br />
3<br />
0<br />
0<br />
2<br />
3<br />
3<br />
0<br />
0<br />
3 0<br />
& #<br />
13<br />
G<br />
œ œ œ<br />
D<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
G<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
G<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
2<br />
0<br />
2<br />
0<br />
2<br />
3<br />
2<br />
2<br />
3<br />
3<br />
0<br />
0<br />
3<br />
0<br />
0<br />
3<br />
0<br />
3<br />
3<br />
0<br />
0<br />
0<br />
65<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici
tc<br />
The Storms Are on the Ocean<br />
& #<br />
17<br />
C<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
C<br />
œ<br />
œ œ œ<br />
G<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
G<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
3<br />
0<br />
1<br />
0<br />
2<br />
0<br />
0<br />
1<br />
0<br />
1<br />
0<br />
2 0<br />
3<br />
0<br />
0<br />
3<br />
0<br />
3<br />
3<br />
0<br />
0<br />
0<br />
& #<br />
G<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
D<br />
œ œ œ<br />
G<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
21<br />
0<br />
3<br />
0<br />
3<br />
0<br />
0<br />
4<br />
0 2<br />
0<br />
3<br />
0<br />
0<br />
3<br />
0<br />
3<br />
0<br />
0<br />
3<br />
0<br />
& #<br />
G<br />
24<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
C<br />
œ œ œ œ<br />
C<br />
œ<br />
œ œ œ<br />
3<br />
3<br />
0<br />
0 0<br />
2 0<br />
3<br />
2<br />
0<br />
0<br />
1<br />
0<br />
1<br />
0<br />
& #<br />
27<br />
G<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
G<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
G<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
0<br />
3<br />
0<br />
0<br />
2<br />
3<br />
3<br />
0<br />
0<br />
2<br />
0<br />
3<br />
0<br />
0<br />
3<br />
0<br />
2<br />
& #<br />
D<br />
30<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
G<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
G<br />
œ<br />
œ<br />
œ<br />
2<br />
3<br />
2<br />
2<br />
3<br />
0<br />
0<br />
3<br />
0<br />
0<br />
3<br />
0<br />
3<br />
0<br />
0<br />
0<br />
3<br />
3<br />
66<br />
chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici