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Ricordando<br />

Bert Jansch<br />

Wizz Jones<br />

John Renbourn<br />

Robin Williamson<br />

Alex De Grassi<br />

Pierre Bensusan<br />

Gordon Giltrap<br />

Madame Guitar<br />

Pierre Bensusan<br />

Antonio Forcione<br />

Fratelli Chatelier<br />

Max Monte<br />

IN PROVA: Blueridge BG60 e BR 243, D-TAR Equinox


sommario<br />

sr<br />

Gli amici di Bert<br />

È nato tutto un po’ per caso, ma<br />

è ba<strong>st</strong>ato proprio poco per scatenare<br />

un universo di affetto intorno<br />

a Bert Jansch.<br />

Eravamo pronti con gli articoli<br />

per que<strong>st</strong>o numero di novembre.<br />

Dovevamo solo decidere la copertina<br />

ed ecco l’idea: «Dedichiamola<br />

a Bert Jansch, dedichiamogli<br />

semplicemente la foto di copertina!»<br />

Dovevamo cercare una foto<br />

originale, così Reno Brandoni ha<br />

provato a rivolgersi a Stefan Grossman,<br />

chiedendogli se avesse nel<br />

suo catalogo qualche foto di Bert.<br />

Abbiamo ricevuto diverse immagini,<br />

tra cui quella un po’ ‘inquietante’<br />

che abbiamo scelto per la<br />

copertina. Poi è ba<strong>st</strong>ato che Reno<br />

provasse a scrivere una semplice<br />

email a John Renbourn, chiedendogli<br />

se se la sentiva di scrivere<br />

un breve contributo scritto in ricordo<br />

dell’amico. E lui ha provveduto<br />

a girare il messaggio a tutti i suoi<br />

amici, così che la casella di Reno<br />

si è riempita di altri messaggi e<br />

ricordi: via via lo <strong>st</strong>esso Renbourn,<br />

poi Robin Williamson della mitica<br />

Incredible String Band, Wizz<br />

Jones, Gordon Giltrap, Alex De<br />

Grassi, Pierre Bensusan…<br />

Abbiamo dovuto spendere un<br />

po’ di tempo per tradurli, ed ecco<br />

il motivo di que<strong>st</strong>a uscita il 15 del<br />

mese. Ma siamo veramente soddisfatti<br />

di aver potuto ricordare un<br />

grande musici<strong>st</strong>a con tanta passione<br />

e affetto da parte dei suoi<br />

<strong>st</strong>essi amici di viaggio!<br />

Del re<strong>st</strong>o anche il no<strong>st</strong>ro primo<br />

numero è uscito il 15 del mese di<br />

aprile. Ed ora, a pensarci bene,<br />

ci siamo resi conto che il 15 del<br />

mese può essere proprio la data<br />

più adatta per l’uscita della no<strong>st</strong>ra<br />

rivi<strong>st</strong>a. Anche in considerazione<br />

del fatto che, a partire da gennaio,<br />

come spieghiamo all’interno di<br />

que<strong>st</strong>o numero, usciremo anche<br />

in edizione cartacea. Sì, avete<br />

letto bene: da gennaio usciremo<br />

anche in edizione cartacea!<br />

Che ne pensate? Non ci <strong>st</strong>iamo<br />

avvicinando sempre di più ai no<strong>st</strong>ri<br />

obiettivi?<br />

Andrea Carpi<br />

Editoriale<br />

Goodbye Mr. Jansch di Reno Brandoni pag. 5<br />

Notizie<br />

O<strong>st</strong>Hello Musica pag. 12<br />

Pierre Bensusan pag. 12<br />

Bob Brozman pag. 13<br />

Eric Bibb pag. 13<br />

Bourgeois Guitars Day pag. 13<br />

Blog<br />

L’ansia e il palcoscenico di Riccardo Sonzogni pag. 14<br />

Il monitoraggio nella ripresa di <strong>st</strong>rumenti acu<strong>st</strong>ici di Paolo Co<strong>st</strong>ola pag. 18<br />

Recensioni pag. 20<br />

Stefano Barbati “Acou<strong>st</strong>ic Ladyland” di Alfonso Giardino<br />

John Renbourn “Palermo Snow Shanachie” di Gabriele Longo<br />

François Sciortino “Guitare Picking” di Alfonso Giardino<br />

3<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


sr<br />

Arti<strong>st</strong>i<br />

Madame Guitar 2011 di Andrea Carpi pag. 22<br />

Intervi<strong>st</strong>a a Pierre Bensusan di Mario Giovannini pag. 28<br />

Intervi<strong>st</strong>a ad Antonio Forcione di Dario Fornara pag. 32<br />

Strumenti<br />

I fratelli Chatelier di Dario Fornara pag. 36<br />

Maxmonte Guitars di Alberto Ziliotto pag. 40<br />

Chitarra acu<strong>st</strong>ica Blueridge BG 60 E BR 243 di Mario Giovannini pag. 44<br />

Equalizzatore per chitarra acu<strong>st</strong>ica D-TAR Equinox di Daniele Bazzani pag. 48<br />

Gas Addiction pag. 50<br />

Tecnica<br />

Guitar Workshop di Stefan Grossman pag. 52<br />

Studio #4 in E di Daniele Bazzani pag. 56<br />

Neve’ di Luca Francioso pag. 60<br />

The Storms Are on the Ocean di Roberto Dalla Vecchia pag. 64<br />

www.chitarra-acu<strong>st</strong>ica.net<br />

La rivi<strong>st</strong>a viene realizzata<br />

interamente senza ricevere<br />

alcun tipo di contributo<br />

o finanziamento pubblico<br />

Direttore responsabile<br />

Andrea Carpi<br />

andrea.carpi@fingerpicking.net<br />

Editore<br />

<strong>Fingerpicking</strong>.net<br />

Via Prati, 1/10<br />

40057 Granarolo dell’Emilia (BO)<br />

info@fingerpicking.net<br />

www.fingerpicking.net<br />

Impaginazione e coordinamento web<br />

Mario Giovannini<br />

mario.giovannini@fingerpicking.net<br />

Chitarra Acu<strong>st</strong>ica è una pubblicazione mensile<br />

Regi<strong>st</strong>razione del Tribunale di Bologna<br />

n. 8151 del 07.12.2010<br />

Ammini<strong>st</strong>razione e coordinamento<br />

Reno Brandoni<br />

reno.brandoni@fingerpicking.net<br />

Pubblicità<br />

Tel. +39 349 0931913<br />

adv@fingerpicking.net<br />

Manoscritti e foto originali, anche se non pubblicati, non si<br />

re<strong>st</strong>ituiscono. È vietata la riproduzione anche parziale di te<strong>st</strong>i,<br />

documenti, disegni e fotografie.<br />

4<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


editoriale<br />

COVER<br />

STORY<br />

ed<br />

Goodbye Mr Jansch<br />

Quando suoni la chitarra, la chitarra diventa la<br />

tua famiglia. Ti sembra che tutto ciò che accade e<br />

riguarda que<strong>st</strong>o <strong>st</strong>rumento, in qualche modo ti appartenga.<br />

Ti senti parte di un mondo esclusivo fatto<br />

di amori e passioni, <strong>st</strong>udio e fatica, emozioni e silenzio.<br />

La solitudine della tua camera, in compagnia<br />

soltanto dell’ultimo spartito da imparare, appoggiato<br />

sul leggio o semplicemente abbandonato su una<br />

sedia, spesso rapisce lunghi momenti del tuo tempo<br />

e la tua mente co<strong>st</strong>ruisce un abisso di ricordi, talune<br />

volte solo viaggi della fantasia. E gli autori di quelle<br />

musiche che cerchi di imparare diventano i tuoi<br />

eroi, o semplicemente i tuoi compagni di viaggio,<br />

che non hai mai conosciuto e che forse mai conoscerai,<br />

ma che ti sembrano fratelli silenziosi, guide<br />

spirituali, immancabili presenze che partecipano<br />

con determinazione e disciplina alla co<strong>st</strong>ruzione del<br />

tuo passato, suggerendo gli alibi e le promesse per<br />

il tuo futuro. Spesso ti sembra che non possa esi<strong>st</strong>ere<br />

altro. Così, quando uno di loro scompare, senti<br />

uno <strong>st</strong>rappo interiore, senti nascere un’altra ferita<br />

che mai si rimarginerà, ma che invece incrementerà<br />

giorno dopo giorno la grande angoscia che ci portiamo<br />

dentro e che cancella, delicatamente, sempre<br />

di più, sogni e spensieratezza.<br />

La scomparsa di Bert Jansch rafforza que<strong>st</strong>o pensiero<br />

per chi, della mia età, ha vissuto l’entusiasmo<br />

di una <strong>st</strong>oria che ha regalato alla musica un’immensa<br />

ricchezza. Creatività ed eleganza hanno cambiato<br />

i canoni della musica. La sua <strong>st</strong>oria soli<strong>st</strong>ica,<br />

o in coppia con John Renbourn o in gruppo con i<br />

Pentangle, ha insegnato a un’intera generazione il<br />

piacere della ricerca musicale, ha trasmesso il folk<br />

al grande pubblico, la voglia di suonare la chitarra in<br />

modo così particolare, preciso e incisivo. Credo che<br />

que<strong>st</strong>a legenda non appartenga solo al mio passato,<br />

ma debba far parte anche del presente musicale<br />

delle nuove generazioni. Anche in que<strong>st</strong>o caso, purtroppo,<br />

sarà proprio la perdita di un grande arti<strong>st</strong>a a<br />

rilanciare la curiosità per certa musica, la corsa alla<br />

pubblicazione e alla ri<strong>st</strong>ampa degli album più significativi.<br />

Non è bello vedere quanto spesso sia resa<br />

grazia a un grande arti<strong>st</strong>a solo dopo la sua morte,<br />

riconoscendo infine lui e la sua musica immortali.<br />

Così è la no<strong>st</strong>ra generazione, alla ricerca di eroi defunti<br />

che sorprendono le masse e il mercato in ritardo,<br />

troppo in ritardo rispetto al giu<strong>st</strong>o. Ma è un’ingiu<strong>st</strong>izia<br />

alla quale siamo abituati da molto tempo.<br />

Non voglio parlare della musica o dei dischi di<br />

Bert, che ho incontrato per la prima vola in una toilette<br />

del Cambridge Folk Fe<strong>st</strong>ival nel 1978. A que<strong>st</strong>o<br />

ci penseranno i discografici. Ma vorrei invitarvi<br />

ad ascoltare in particolare “Kingfisher” da Avocet.<br />

Avevo vent’anni e nei pomeriggi, quando lo scirocco<br />

soffiava caldo lungo la co<strong>st</strong>a, il tramonto colorava<br />

il silenzio e dipingeva il mio futuro. Que<strong>st</strong>o brano<br />

era la colonna sonora del mio viaggio e Bert il mio<br />

compagno immaginario.<br />

Arrivederci Bert.<br />

Reno Brandoni<br />

5<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


ed<br />

Goodbye Mr Jansch<br />

Tributo a Bert<br />

di Wizz Jones<br />

Quando Bert Jansch è arrivato a Londra dalla<br />

Scozia all’inizio degli anni sessanta, nessuno si è<br />

accorto di que<strong>st</strong>o giovane timido che <strong>st</strong>ava tranquillamente<br />

seduto nei bar e nei caffè di Soho.<br />

Ma quando in un folk club uno del pubblico gli ha<br />

pre<strong>st</strong>ato una chitarra, è improvvisamente entrato<br />

nel vivo della scena con una performance carismatica,<br />

meravigliando tutti per la sbalorditiva esibizione<br />

di uno <strong>st</strong>ile chitarri<strong>st</strong>ico passionale e originale.<br />

Noi (la mia chitarra, tutti gli amici ed io) non avevamo<br />

mai sentito niente di simile. Seguivamo prevalentemente<br />

il no<strong>st</strong>ro attuale guru Davy Graham,<br />

ma vedere Bert fu una rivelazione. Come tutti noi,<br />

aveva ascoltato Davy e tutti i vecchi cantanti blues<br />

americani come Big Bill Broonzy, ma era andato<br />

avanti e aveva sviluppato un modo di suonare la<br />

chitarra e di scrivere canzoni che era completamente<br />

nuovo. Inoltre aveva una spiccata inclinazione<br />

per la musica folk tradizionale e suonava bellissimi<br />

arrangiamenti di canzoni come “Black Waterside”.<br />

A Londra, ma probabilmente ovunque, la vita degli<br />

aspiranti chitarri<strong>st</strong>i non sarebbe <strong>st</strong>ata più la <strong>st</strong>essa!<br />

Mi sento orgoglioso e privilegiato nel poter dire<br />

che era un amico.<br />

Pensieri su Bert<br />

di John Renbourn<br />

Tempo addietro a metà degli anni sessanta, un<br />

piccolo biglietto apparve nella vetrina del negozio<br />

di dischi Collett’s a Londra. Vi si leggeva: «Bert<br />

Jansch – il miglio blues in città». Poiché ero fortemente<br />

convinto che il miglior blues in città fosse<br />

Wizz Jones, chiesi a lui un parere. «Ma chi è que<strong>st</strong>o<br />

Bert Jansch?» domandai. «È uno giu<strong>st</strong>o» fu la rispo<strong>st</strong>a<br />

che, detta da Wizz, era proprio un gran complimento.<br />

Bert giunse a Londra con la corriera notturna da<br />

Edimburgo insieme a Robin Williamson. Entrambi<br />

si erano pagati il biglietto raccogliendo patate. La<br />

prima volta che ci siamo incontrati era fuori di un<br />

noto pub ai margini di Soho, lo Scot’s Hoose. Bert<br />

era seduto sul marciapiede e <strong>st</strong>ava recuperando le<br />

proprie forze per tornare dentro.<br />

Più tardi siamo finiti in un po<strong>st</strong>o dove tutti erano<br />

già pesantemente alticci. Diedero il benvenuto a<br />

Bert, che era piutto<strong>st</strong>o ubriaco, e gli passarono una<br />

chitarra. Lui suonò “Tinker’s Blues” e, ancora oggi,<br />

mi ricordo chiaramente quel momento. Le sue dita<br />

scivolavano lungo le corde e tiravano fuori un motivo<br />

leggero punteggiato da armonici brillanti. Nel<br />

frattempo il gattino dome<strong>st</strong>ico saltellava eccitato<br />

per il divertimento di tutti. Era ‘fatto’ come tutti. Quel<br />

6<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


Goodbye Mr Jansch<br />

ed<br />

pezzo viene spesso associato ai viandanti. Non è<br />

così. ‘Tinker’ era il gattino.<br />

Il modo di suonare di Bert era fortemente radicato<br />

negli <strong>st</strong>ili tradizionali nordamericani – il blues e il fingerpicking<br />

– ma con intriganti giri armonici e ritmici.<br />

Alcuni dei suoi pezzi hanno un vago sapore modale<br />

che sembrerebbe derivare dal suo retroterra<br />

scozzese. Altri contengono ciò che mi fa pensare a<br />

un’armonia romantica, ma non è così semplice da<br />

spiegare. Spo<strong>st</strong>amenti di accenti e complessi modelli<br />

ritmici sono in pratica un suo marchio di fabbrica.<br />

Seguire la musicalità di Bert non era quasi mai<br />

semplice. La chiave di lettura <strong>st</strong>ava nei pattern della<br />

sua mano de<strong>st</strong>ra. Invariabilmente la soluzione era<br />

la più semplice, non la più complessa. L’economia<br />

e l’immediatezza dell’espressione sono le caratteri<strong>st</strong>iche<br />

del lavoro di tutti i grandi arti<strong>st</strong>i.<br />

E Bert era un grande.<br />

Genio e lavoro<br />

di Robin Williamson<br />

Bert ed io siamo entrambi venuti fuori dalla scena<br />

musicale folk di Edimburgo intorno al 1961, allo<br />

Howff Folk Club. Tutti e due ci siamo trasferiti a Londra<br />

sulla <strong>st</strong>essa corriera notturna, avendo pagato il<br />

biglietto con i soldi guadagnati raccogliendo patate.<br />

Per diversi anni le no<strong>st</strong>re vite hanno viaggiato su<br />

binari paralleli.<br />

Era chiaro fin dall’inizio che Bert era un genio<br />

naturale sulla chitarra. Ma il genio e il duro lavoro<br />

sono due facce della <strong>st</strong>essa medaglia. Quasi mai<br />

ho vi<strong>st</strong>o Bert senza una chitarra in mano. Il suo <strong>st</strong>ile<br />

potente e la forza del tocco del suo pollice erano<br />

cose su cui ha lavorato sodo. Ha sviluppato le mani<br />

di cui aveva bisogno per manife<strong>st</strong>are l’unicità della<br />

sua musica interiore. Il dono che ha fatto alla <strong>st</strong>oria<br />

della chitarra acu<strong>st</strong>ica è di grande <strong>st</strong>atura. Con la<br />

sua voce particolare ha anche dato un contributo al<br />

canto tradizionale della Gran Bretagna e della sua<br />

Scozia nativa. Egli è <strong>st</strong>ato uno dei più grandi del<br />

suo tempo.<br />

Lo ricorderò sempre come un caro amico.<br />

7<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


ed<br />

Goodbye Mr Jansch<br />

Ricordando Bert Jansch<br />

di Alex De Grassi<br />

Durante la mia adolescenza nella seconda metà<br />

degli anni sessanta, sono rima<strong>st</strong>o alzato molte notti<br />

fino alle prime ore del mattino ad ascoltare gli album<br />

Jack Orion, Lucky Thirteen e Bert and John. Utilizzando<br />

il vecchio metodo puntina del giradischi, ho<br />

consumato un sacco di vinili cercando di imparare<br />

nota per nota le parti di chitarra di molte di quelle<br />

canzoni. Volevo anche tentare di imitare lo <strong>st</strong>ile di<br />

canto, un po’ tremolante, però modulato in modo<br />

unico e assolutamente convincente di Jansch.<br />

La mia particolare irrequietezza di adolescente<br />

fu alimentata in parte dall’assenza di un padre e<br />

da una madre devota ma superindaffarata, sofferente<br />

di problemi fisici e psichiatrici. Canzoni come<br />

“Needle of Death”, “Running from Home” e “Black<br />

Waterside” mi sono <strong>st</strong>ate vicine nella mio quieto isolamento.<br />

La musica di Jansch evocava un mondo<br />

esotico, immaginario, dove potevo fuggire dalla più<br />

banale e un po’ tormentata realtà della mia esi<strong>st</strong>enza<br />

suburbana.<br />

I pezzi <strong>st</strong>rumentali di quei dischi – “Angie”, “Veronica”<br />

e “Lucky Thirteen” – sono <strong>st</strong>ati tra i primi a<br />

entrare nel mio repertorio. La musica di Jansch,<br />

insieme a quella di Simon & Garfunkel, John Fahey,<br />

Mississippi John Hurt e del partner chitarri<strong>st</strong>ico di<br />

Bert, John Renbourn, è semplicemente diventata<br />

la ragione per la quale volevo suonare la chitarra.<br />

Da allora ho assorbito tante influenze diverse nel<br />

mio <strong>st</strong>ile personale, ma il suono e il fraseggio della<br />

chitarra di Jansch sono <strong>st</strong>ati una parte fondamentale<br />

della mia formazione casalinga di chitarri<strong>st</strong>a. Il<br />

suo uso caratteri<strong>st</strong>ico di accordi sospesi, i suoi giri<br />

armonici inaspettati e i suoi ritmi asimmetrici hanno<br />

<strong>st</strong>imolato qualcosa di profondo, che mi ha spinto a<br />

ricercare la mia personale ‘voce’ come chitarri<strong>st</strong>a e<br />

compositore.<br />

La musica ha il potere di trasportarci al di là dei<br />

confini temporali e culturali. Spesso arriva in un<br />

momento particolare della no<strong>st</strong>ra vita e continua<br />

a ricordarci chi e dove eravamo in quel momento.<br />

Quand’ero un giovane sedicenne, mai avrei immaginato<br />

che mi sarei ritrovato anni dopo in tour in circuiti<br />

simili a quelli dei miei eroi chitarri<strong>st</strong>ici, Bert e<br />

John. Il tempo cambia le no<strong>st</strong>re prospettive in molti<br />

modi, ma io ricorderò sempre Bert Jansch come una<br />

voce che mi ha tenuto compagnia nella profondità<br />

della notte e mi ha <strong>st</strong>imolato a scavare in profondità<br />

nelle mie personali esplorazioni di chitarri<strong>st</strong>a.<br />

Un grande shock<br />

di Pierre Bensusan<br />

È <strong>st</strong>ato un grande shock quando ho sentito<br />

la musica dei Pentangle nel 1973. A quei tempi<br />

cantavo con tre amici di scuola le canzoni di CSN&Y.<br />

I Pentangle sono <strong>st</strong>ati una rivelazione, un risveglio<br />

e un’ispirazione. Ho iniziato a comprare tutti gli<br />

album dei due chitarri<strong>st</strong>i di quel gruppo, Renbourn<br />

e Jansch, pubblicati dalla Transatlantic. Grazie a<br />

loro, ho conosciuto Davey Graham, Nic Jones, Nick<br />

Drake e Martin Carthy… Nel pantheon dei grandi e<br />

innovativi chitarri<strong>st</strong>i venuti fuori dal movimento beat<br />

e hippy, Bert è <strong>st</strong>ato forse quello che ho sentito più<br />

vicino. Renbourn era tempe<strong>st</strong>oso, intricato, il suo<br />

approccio molto sofi<strong>st</strong>icato, barocco. Anche Bert era<br />

barocco, ma le sue atmosfere erano insieme oscure<br />

e sensuali. Amavo la sua musicalità e il suo modo di<br />

cantare. Pensavo anche che avrebbe potuto curare<br />

di meno un sacco di cose come il marketing, le<br />

pubbliche relazioni, lo show business…<br />

Quelli erano i primi, autentici e generosi giorni…<br />

Lui era un creativo, un apripi<strong>st</strong>a, ma uno spirito<br />

solo, forse un po’ misantropo. In effetti, era riservato<br />

e timido. Un mondo reale e un universo musicale<br />

<strong>st</strong>avano nascendo dalla sua poesia. Una voce<br />

musicale ben di<strong>st</strong>inta e un modo innovativo di<br />

approcciare la chitarra. Dalla sua sua voce e dal<br />

suo modo di suonare, veniva un suono morbido e<br />

magnetico, un po’ grezzo, non rifinito, ma veramente<br />

bello. Negli anni che hanno seguito que<strong>st</strong>i inizi,<br />

ho avuto la fortuna di incontrare lui e Renbourn,<br />

condividendo con loro molti tour e palchi. Una<br />

volta ho incontrato Bert al Cambridge Folk Fe<strong>st</strong>ival,<br />

suonava con i Pentagle. Verso la fine della giornata,<br />

aveva evidentemente bevuto molto e sua moglie<br />

lo <strong>st</strong>ava letteralmente trascinando verso l’albergo.<br />

Non ho mai dimenticato quell’immagine. Quasi non<br />

mi sorprese, perché immaginavo che vivesse in<br />

uno <strong>st</strong>ile ‘flamenco’, bruciando la vita. Le <strong>st</strong>orie dei<br />

concerti di Bert annullati e dei tour cancellati sono<br />

note…<br />

Abbiamo suonato nello <strong>st</strong>essa serata a<br />

Stoccolma diversi anni dopo, ed è <strong>st</strong>ata una <strong>st</strong>rana<br />

e commovente esperienza. Mi ha detto delle cose<br />

importanti e toccanti sul mio modo di suonare, fino<br />

al punto di so<strong>st</strong>enere che lui poteva smettere di<br />

suonare, ora che c’ero io. Non ci potevo credere.<br />

Gli ho detto grazie per le centinaia di ore passate<br />

ad ascoltarlo. Essermi trovato in presenza di que<strong>st</strong>o<br />

musici<strong>st</strong>a mitico, e nono<strong>st</strong>ante ciò così vicino, è un<br />

ricordo che porto sempre con me. Dieci anni fa ci<br />

siamo incontrati al fe<strong>st</strong>ival di chitarra di South Shields<br />

in Gran Bretagna. L’ultima volta, l’ho incontrato per<br />

caso in una <strong>st</strong>rada di Londra. Eravamo entrambi<br />

talmente sorpresi che quasi non ci siamo parlati.<br />

Ricorderò sempre Bert come un genio senza<br />

compromessi. Sentiremo a lungo la sua eredità<br />

nella musica e nelle propo<strong>st</strong>e delle attuali e future<br />

generazioni di musici<strong>st</strong>i. I suoi lasciti sono <strong>st</strong>ati<br />

immensi. Grazie carissimo Bert! Sarai sempre vivo<br />

nelle mie note…<br />

Riposa in pace.<br />

8<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


Goodbye Mr Jansch<br />

ed<br />

Bert Jansch RIP<br />

di Gordon Giltrap<br />

È <strong>st</strong>ato con profonda tri<strong>st</strong>ezza personale che<br />

ho sentito della dipartita del mio caro amico Bert<br />

Jansch la mattina di mercoledì 5 ottobre 2011.<br />

La sua musica ha cambiato la mia vita quando<br />

ero un ragazzo, e la sua amicizia la ha arricchita<br />

man mano che crescevo. Guardavo a lui con timore<br />

reverenziale, quasi come al fratello maggiore che<br />

non ho mai avuto. La sua musica è <strong>st</strong>ata quasi una<br />

parte del mio DNA. Desideravo fortemente la sua<br />

approvazione, e quando la ricevevo, ciò significava<br />

più di quanto le parole possano esprimere.<br />

Con la sua scomparsa, la mia vita e quella di migliaia<br />

di persone che hanno condiviso l’amore per la<br />

sua arte non sarà più la <strong>st</strong>essa.<br />

Lasciamo che la <strong>st</strong>oria racconti della no<strong>st</strong>ra amicizia<br />

e del fortissimo rispetto che ho provato per que<strong>st</strong>o<br />

grande genio.<br />

L’ultima volta che ho vi<strong>st</strong>o Bert è <strong>st</strong>ata quando gli<br />

ho fatto visita al Charing Cross Hospital. Penso di<br />

essere <strong>st</strong>ato con lui un’ora o giù di lì e, quando finalmente<br />

ci siamo salutati e abbracciati, credo di aver<br />

capito in cuor mio che quella sarebbe <strong>st</strong>ata probabilmente<br />

l’ultima volta che lo avrei vi<strong>st</strong>o. La sua battaglia<br />

contro l’alcool è <strong>st</strong>ata ben documentata, per<br />

cui non c’è bisogno di metterla qui in evidenza. È<br />

inutile dire che la sua salute ne ha risentito molto, e<br />

che lui ha mo<strong>st</strong>rato grande coraggio nel rico<strong>st</strong>ruire<br />

la sua vita nono<strong>st</strong>ante la co<strong>st</strong>ante sofferenza.<br />

Verso la fine della sua vita, sua moglie Loren è<br />

<strong>st</strong>ata senza dubbio il fondamentale so<strong>st</strong>egno di tutti<br />

i suoi sforzi arti<strong>st</strong>ici e, senza di lei, sono sicuro che<br />

molto di ciò che ha realizzato non si sarebbe mai<br />

compiuto. Una donna veramente eccezionale, e<br />

molto simile a quella con cui ho il privilegio di vivere!<br />

Adesso, noi pensiamo alla sua vedova Loren. Coraggiosa,<br />

meravigliosa Loren. Sembra soltanto ieri<br />

quando Hilary e io condividevamo la gioia del loro<br />

anniversario di nozze.<br />

Le foto sono <strong>st</strong>ate utilizzate per gentile concessione<br />

dello Stefan Grossman’s Guitar Workshop<br />

Foto di copertina di Eddie Babbage, 1980<br />

Martin Jenkins, Bert Jansch e Nigel Portman-Smith, Ohio, 1979<br />

9<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


So<strong>st</strong>ieni la chit<br />

So<strong>st</strong>ieni<br />

Dal mondo<br />

formato<br />

di ricevere<br />

12 numeri<br />

SOTT<br />

Abb<br />

Seme<strong>st</strong>rale Euro<br />

Info: serv<br />

In formato elettronico: da gennaio Fil<br />

da aprile Sfogl<br />

LA RIVISTA, NEL FORMATO SFOGLIATORE, SARà DISPO


arra acu<strong>st</strong>ica<br />

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da GENNAIO<br />

sarà disponibile anche in<br />

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nt<br />

notizie<br />

O<strong>st</strong>Hello Musica<br />

È nato il progetto O<strong>st</strong>HELLO Musica, so<strong>st</strong>enuto<br />

dal Mini<strong>st</strong>ro della Gioventù e dall’AIG (Associazione<br />

Italiana alberghi della Gioventù), realizzato da Zona<br />

Progetti con la direzione arti<strong>st</strong>ica di Vittorio Nocenzi<br />

del Banco, la direzione didattica di Claudio Micheli
<br />

e la collaborazione dell’associazione culturale<br />

Armadillo Club di Sarzana. Le attività, riservate<br />

ai giovani dai sedici anni in poi e completamente<br />

gratuite, si protrarranno fino a luglio 2012 con diciotto<br />

appuntamenti fra clinic e seminari e ventiquattro<br />

sessioni di regi<strong>st</strong>razione.<br />

In particolare, le clinic dedicate alla chitarra sono<br />

condotte da Paolo Giordano e Davide Ma<strong>st</strong>rangelo<br />

(4-6 novembre), Andrea Braido (9-11 dicembre),<br />

Bob Brozman (16-18 dicembre), Cesareo di<br />

Elio e le Storie Tese (19-21 dicembre) e Massimo<br />

Varini (25-27 maggio). Per l’ukulele è previ<strong>st</strong>o poi<br />

Ukulollo (22-25 febbraio 2012), per il basso Michael<br />

Manring (11-13 maggio 2012) e per l’arpa<br />

Vincenzo Zitello, Lincoln Almada ed Emanuela<br />

Degli Espo<strong>st</strong>i (27-29 aprile 2012). Vi saranno inoltre,<br />

oltre a Vittorio Nocenzi per le ta<strong>st</strong>iere, Rossana<br />

Casale per il canto, Tullio De Piscopo e Chri<strong>st</strong>ian<br />

Meyer per la batteria. I seminari di liuteria sono curati<br />

da Aldo Illotta e Mirko Borghino (18-21 gennaio<br />

2012) e Paolo Coriani (11-14 aprile 2012).<br />

Infine sono previ<strong>st</strong>i corsi di fonia e di audio midi recording.<br />



Le attività si tengono presso gli O<strong>st</strong>elli ‘Due Torri<br />

S. Si<strong>st</strong>o’ di Bologna e ‘Mario Spagnoli’ di Perugia,<br />

dove sono alle<strong>st</strong>ite cinque sale di regi<strong>st</strong>razione e<br />

due sale conferenza-laboratorio, e sono a numero<br />

chiuso con un massimo di cinquanta po<strong>st</strong>i per ogni<br />

evento. Affrettatevi quindi a iscrivervi.<br />

Info: tel. +39 06 9396673, didattica.o<strong>st</strong>hello@<br />

libero.it
, www.o<strong>st</strong>hello.it (cliccare su “Musica”).<br />

Pierre Bensusan<br />

Nella sua casa in Francia nella campagna<br />

di Chateau-Thierry, un’ora ad e<strong>st</strong> di Parigi,<br />

anche que<strong>st</strong>’anno dal 7 al 13 ago<strong>st</strong>o 2012<br />

ha programmato un seminario residenziale<br />

dedicato alla chitarra acu<strong>st</strong>ica per chitarri<strong>st</strong>i<br />

dilettanti, semiprofessioni<strong>st</strong>i e professioni<strong>st</strong>i<br />

provenienti da tutto il mondo.

<br />

Info: http://www.pierrebensusan.com/<br />

modules.php?name=Content&pa=showpa<br />

ge&pid=125.<br />

12<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


nt<br />

Bob Brozman<br />

– 6 dicembre: Ramera di Mareno di Piave (TV),<br />

The Corner Inverness Live Club, (www.cornerlive.<br />

it, info@arteritmi.it);<br />

– 7 dicembre: Rivoli (TO), Maison Musique (www.<br />

maisonmusique.it, info@maisonmusique.it);<br />

– 8 dicembre: Pavia, Spaziomusica (www.spaziomusicapavia.it,<br />

info@spaziomusica.it);<br />

– 9 dicembre: Roma, Jailbreak Live Club (www.<br />

jailbreakliveclub.com, info@jailbreakliveclub.com);<br />

– 10 dicembre: Senigallia (AN), Auditorium S.<br />

Rocco (tel. 071 6629350, e.pale<strong>st</strong>rini@comune.<br />

senigallia.an.it);<br />

– 12 dicembre: Arcola (Sarzana-SP), G & G Guitar-Sound<br />

Center (tel. +39 0187 1997983, info@<br />

armadilloclub.org);<br />

– 13 dicembre: Levanto (SP), Auditorium ‘Ospitalia<br />

del Mare’ (carocci_<strong>st</strong>efano@libero.it);<br />

– 15 dicembre: Ca<strong>st</strong>iglion Fiorentino (AR), Velvet<br />

Underground Club (www.velvet-underground.it,<br />

info@velvet-underground.it);<br />

– 16-18 dicembre: Bologna, O<strong>st</strong>ello della gioventù<br />

‘Due Torri S. Si<strong>st</strong>o’, clinic residenziale (www.oshello.it,<br />

www.armadilloclub.org, zonaprogetti@alice.it);<br />

– 19 dicembre: Savignano sul Rubicone (Forlì),<br />

Bourgeois Guitars Day<br />

Eric Bibb<br />

A causa del blocco del traffico a Milano, l’evento<br />

è <strong>st</strong>ato rinviato a 
domenica 27 novembre 2011<br />

in 

via Tucidide 56 (ex Richard Ginori). Il programma<br />

della giornata prevede:<br />

– ore 15: apertura e demo;<br />

– ore 17: introduzione alla liuteria di Dana Bourgeois<br />

a cura del liutaio Lucio Antonio Carbone
;<br />

– ore 19: clinic/concerto di Davide Ma<strong>st</strong>rangelo.<br />

Info: tel. +39 0332 281355 / +39 328 74 74 911,<br />

info@440hz.it.<br />

Sidro Club (www.myspace.com/sidroclub, leo@<br />

godownrecords.com);<br />

– 20 dicembre: Savignano sul Rubicone (Forlì),<br />

Sidro Club (www.myspace.com/sidroclub, leo@<br />

godownrecords.com);<br />

– 21 dicembre: Milano, Nidaba Theatre (www.nidaba.it,<br />

theatre@infinito.it).<br />

Info: Armadillo Club, tel./fax +39 0187 626993,<br />

tour@armadilloclub.org, www.armadilloclub.org,<br />

www.bobbrozman.com.<br />

È nuovamente in Italia, accompagnato dal chitarri<strong>st</strong>a Staffan A<strong>st</strong>ner,<br />

per presentare il nuovo album Troubadour Live. Que<strong>st</strong>e le date<br />

già fissate:

<br />

– 1 dicembre: Nembro (BG), Auditorum Modernissimo; apre Robi<br />

Zonca Band in una serata dedicata alla presentazione della rivi<strong>st</strong>a<br />

Il Blues;
<br />

– 2 dicembre: Casale Monferrato (AL), Teatro
;<br />

– 3 dicembre: Cosio Valtellino fraz. Regoledo (SO), Teatro Frassati
;<br />

– 4 dicembre: Maro<strong>st</strong>ica (VI), Panic Jazz Club;
<br />

– 7 dicembre: Genova, Palazzo Ducale, Sala del Minor Consiglio
;<br />

– 8 dicembre: Lugagnano di Sona (VR), Club Il Giardino.<br />

Info: tel. +39 035 732005.<br />

13<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


l<br />

blog<br />

L’ansia e il palcoscenico<br />

Quando ero ragazzo suonavo la mia Strato in<br />

un gruppo rock di coetanei. Succedeva una cosa<br />

piutto<strong>st</strong>o antipatica: le prove rappresentavano il mio<br />

momento preferito della settimana (a meno che il<br />

sabato sera una ragazza dimo<strong>st</strong>rasse interesse nei<br />

miei confronti… ma i bookmaker davano le prove<br />

<strong>st</strong>rafavorite). Le occasioni in cui ci si esibiva in pubblico<br />

(birrerie fe<strong>st</strong>e di paese ecc.) erano il momento<br />

peggiore del mese. Cominciavo la sera prima a<br />

sentirmi agitato, il giorno <strong>st</strong>esso emergevano ansie,<br />

sensazioni di fa<strong>st</strong>idio in giro per il corpo, respirazione<br />

irregolare… più il momento si avvicinava più<br />

si facevano avanti sensazioni di accelerazione e<br />

rallentamento del tempo, tremori alle gambe, vuoto<br />

allo <strong>st</strong>omaco, sensazione di calore alle mani… e tutto<br />

l’amore per la musica diventava que<strong>st</strong>a grottesca<br />

situazione in cui avevo provato mesi per una serata<br />

che si rivelava una tortura anziché un divertimento.<br />

Se tutto que<strong>st</strong>o ti sembra assurdo puoi tranquillamente<br />

passare ad altri articoli più musicali, perché<br />

que<strong>st</strong>o è dedicato a chi ha annuito tra sé nel leggere<br />

le righe precedenti.<br />

In realtà la <strong>st</strong>essa cosa mi accadeva se dovevo<br />

parlare in pubblico, fosse anche alzare la mano e<br />

dire una cosa qualunque durante le lezioni all’università.<br />

Avevo quasi immaginato che non ci fosse<br />

nulla da fare, che quello che mi mancava era qualcosa<br />

che ti fa dire «o ce l’hai o non ce l’hai». Erano<br />

cazzate. Le cose si imparano. Ed ora, pur con tutti i<br />

miei limiti, per me<strong>st</strong>iere faccio il formatore parlando<br />

in gruppi quotidianamente, insegno all’università e<br />

tengo conferenze. E volete sapere la cosa migliore?<br />

Tutte que<strong>st</strong>e cose me le godo come un matto.<br />

E qualche anno fa l’hobby della musica mi ha fatto<br />

fare un sacco di serate con il gruppo e me le sono<br />

godute fino in fondo, <strong>st</strong>ando sul palco serenamente<br />

a fare musica e divertirmi senza il minimo problema<br />

riguardo al fatto che la gente mi guardasse.<br />

La prima domanda quindi è già chiusa. Mi riferisco<br />

a quella che chiede: «Ma alla fine devo fare i<br />

conti con il fatto che io sono fatto così, o su que<strong>st</strong>o<br />

aspetto ci si può lavorare?» Sei fatto così finché<br />

non decidi di cambiare qualcosa. La buona notizia<br />

è che è molto più semplice di quanto pensi. Però<br />

bisogna un pochino farlo davvero… non conosco<br />

magie o riti scaramantici che risolvano il problema<br />

da un momento all’altro. Ma tecniche che funzionano<br />

sì. Di quelle ne conosco e te le rivelerò al modico<br />

prezzo di 25.000 euro (que<strong>st</strong>a era solo una prova,<br />

se <strong>st</strong>avi pensando che li avre<strong>st</strong>i pagati la que<strong>st</strong>ione<br />

è seria e non ho rimedi per te).<br />

Procediamo.<br />

Il primo punto è quello di chiarire un po’ i termini<br />

della que<strong>st</strong>ione. Che cos’è quella cosa che chiamiamo<br />

ansia? Badate che que<strong>st</strong>e non sono ‘premesse’.<br />

Cose che sembra bello dire prima di arrivare al dunque.<br />

Siamo già al dunque. La prima cosa è avere<br />

Riccardo Sonzogni<br />

un po’ di chiarezza. Capire cosa ti <strong>st</strong>a succedendo<br />

quando ti succede, dare un nome alle cose. Capita<br />

che nelle que<strong>st</strong>ioni psicologiche la consapevolezza<br />

sia la prima (a volte quella decisiva) forma di terapia.<br />

Che il capire cosa ti succede sia già poterlo<br />

tenere sotto controllo e cambiarlo. Que<strong>st</strong>a prima<br />

parte in cui proviamo a capirci su cosa succede in<br />

quelle situazioni non sono premesse, ma siamo già<br />

al centro del problema. Poi passeremo a qualche<br />

ulteriore tecnica per ge<strong>st</strong>ire il tutto. Pronti via.<br />

Che cosa sono le emozioni…<br />

No, no… niente citazioni di Batti<strong>st</strong>i per favore, che<br />

mi viene l’orticaria. Niente poesia sulle emozioni,<br />

chiediamoci che cosa sono con semplicità ed un po’<br />

di consapevolezza scientifica.<br />

Va detta subito una cosa che a qualcuno suona<br />

come contraria all’evidenza: le emozioni sono un<br />

fatto del corpo prima che della mente. Il fatto, ad<br />

esempio, che quando ho paura succedono delle<br />

cose al mio corpo (allo <strong>st</strong>omaco o alle gambe, ad<br />

esempio) non è una cosa in più o che viene dopo. È<br />

l’essenza di un’emozione. Direi che quello che tu<br />

chiami paura (non il ‘pensiero dell’aver paura’,<br />

ma proprio la sensazione che chiami ‘paura’) è<br />

esattamente la tua percezione delle modificazioni<br />

fisiologiche che il tuo corpo <strong>st</strong>a attivando.<br />

Tanto per iniziare dovre<strong>st</strong>i passare da una concezione<br />

tipo «ho paura e quindi mi tremano le gambe»<br />

ad una che dica «mi tremano le gambe e quindi ho<br />

paura». La reazione fisiologica non è una conseguenza<br />

della paura, ma qualcosa che avviene prima,<br />

in funzione della quale tu senti la paura.<br />

Può sembrare una banalità, oppure una cosa teorica<br />

che non cambia niente. Ma non è così. È importante<br />

rifletterci. Tanto per iniziare, perché rende in<br />

tutta evidenza la paradossalità di una delle <strong>st</strong>rategie<br />

più frequenti che le persone usano per affrontarla:<br />

14<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


Nel 1964 era semplicemente un modo per condividere la no<strong>st</strong>ra passione.<br />

Oggi lo è ancora.<br />

Nel 1964, al soli 14 anni, Tom Bedell creava la sua linea di<br />

chitarre acu<strong>st</strong>iche per permettere alle nuove generazioni<br />

di esplorare le loro passioni musicali. Dopo quattro decadi<br />

e l’introduzione nell’IOWA Rock’n Roll Hall of Fame, Tom è<br />

di nuovo pronto a <strong>st</strong>upire con le sue nuove Bedell Guitars.<br />

I tempi cambiano. Le passioni rimangono.<br />

Negli anni 60 il rock’n roll si appre<strong>st</strong>ava a cambiare il mondo per sempre,<br />

dimo<strong>st</strong>rando che si poteva esprimere sè <strong>st</strong>essi e le proprie passioni attraverso<br />

la musica. Da teenager Tom Bedell non mancò di capire il cambiamento<br />

che <strong>st</strong>ava avvenendo e colse al volo l’opportunità di parteciparvi<br />

attivamente, presentando la sua linea di chitarre acu<strong>st</strong>iche.<br />

Oggi, dopo 40 anni, la passione di Tom per la musica è rima<strong>st</strong>a intatta e<br />

una nuova linea di chitarre acu<strong>st</strong>iche che porta il suo nome vede la luce:<br />

Bedell Guitars. Chitarre co<strong>st</strong>ruite interamente coi migliori legni massello,<br />

lavorate a mano e finemente rifinite in ogni dettaglio, create per<br />

condividere una passione senza tempo: la musica.<br />

www.bedell-guitars.com<br />

Di<strong>st</strong>ribuzione esclusiva<br />

www.frenexport.it


l<br />

convincere se <strong>st</strong>essi di non averla. Se io salgo sul<br />

palco dicendo a me <strong>st</strong>esso «Riccardo non hai paura…<br />

Riccardo non hai paura» <strong>st</strong>o semplicemente<br />

dicendo una cosa non vera. Come se cercassi di<br />

farmi passare il mal di denti dicendo «non fa male<br />

non fa male». Non funziona. Perché l’emozione di<br />

paura è lì. È concreta, <strong>st</strong>a nella tua fisiologia, non<br />

è un pensiero. Non lo fai sparire negandone l’esi<strong>st</strong>enza.<br />

Vi ricordate il film Il se<strong>st</strong>o senso? Quello in cui<br />

Bruce Willis faceva lo psichiatra e si prendeva cura<br />

di un bambino che vedeva i fantasmi. Bene. Quando<br />

il bambino ha smesso di soffrire? Non fintanto<br />

che ha avuto a che fare con gente che cercava di<br />

dirgli che quello che lui vedeva non esi<strong>st</strong>eva. Ma<br />

quando ha imparato ad accettare che i fantasmi<br />

esi<strong>st</strong>evano e volevano qualcosa da lui. Bene, non<br />

dite all’ansia «tu non esi<strong>st</strong>i», che tra l’altro poi lei<br />

si incazza, ditele «vedo che esi<strong>st</strong>i. Cosa vuoi da<br />

me?» Perché le emozioni esi<strong>st</strong>ono e sono lì per<br />

un motivo.<br />

Ora proveremo a chiederci qual è que<strong>st</strong>o motivo,<br />

nel frattempo vorrei chiarire però che l’esempio del<br />

bambino che parlava con i fantasmi andava bene<br />

come metafora per parlare delle emozioni. Se vedete<br />

dei morti e li sentite dire delle cose parlatene con<br />

il vo<strong>st</strong>ro medico. O almeno non affrettatevi a fare<br />

quello che i fantasmi vi chiedono di fare.<br />

A cosa servono le emozioni<br />

Le emozioni servono a predisporre in modo rapido<br />

il vo<strong>st</strong>ro corpo ad un comportamento che probabilmente<br />

vi servirà per salvarvi la pelle.<br />

Le emozioni di paura servono a farvi evitare situazioni<br />

rischiose o a darvi <strong>st</strong>rumenti che, nel rischio,<br />

aumentino la probabilità di sopravvivenza. Stiamo<br />

sull’esempio della paura che non solo è comodo per<br />

spiegarsi, ma è anche vicino al tema in que<strong>st</strong>ione<br />

(ricordate? Era il panico da palcoscenico).<br />

Tu sei un uomo primitivo, scendi da un albero e<br />

vedi una tigre affamata che si gira verso di te e immediatamente<br />

hai paura. Immediatamente sì, ma<br />

in quel breve i<strong>st</strong>ante sono successe delle cose che<br />

è opportuno analizzare per mettere in ordine varie<br />

categorie di fattori, ovvero lo <strong>st</strong>imolo (la tigre), fattori<br />

percettivi, cognitivi, emozionali e comportamentali.<br />

Vedrete che tutto torna.<br />

Abbiamo in sequenza:<br />

1. Uno <strong>st</strong>imolo ambientale: la tigre affamata che ci<br />

punta e vede in noi la colazione.<br />

2. La percezione dello <strong>st</strong>imolo: mi accorgo della tigre<br />

affamata.<br />

3. Una interpretazione cognitiva dello <strong>st</strong>imolo: interpreto<br />

immediatamente (molto immediatamente,<br />

cioè prima di pensarci consapevolmente) la tigre<br />

come PERICOLOSA.<br />

4. Il mio corpo si attiva: ebbene sì, que<strong>st</strong>o è un<br />

punto importante. Il corpo si attiva prima della consapevolezza.<br />

L’evoluzione ci ha dato que<strong>st</strong>a cosa<br />

fanta<strong>st</strong>ica per aumentare la no<strong>st</strong>ra probabilità di<br />

sopravvivere. A volte ci sono situazioni in cui non<br />

c’è il tempo di una reazione meditata e che forse<br />

sarebbe più precisa; c’è bisogno di una reazione più<br />

Stage Fright_by Sarah Lippett<br />

grossolana, se volete, ma immediata. Per que<strong>st</strong>o<br />

abbiamo un meccanismo fanta<strong>st</strong>ico grazie al quale<br />

a certe situazioni limite reagiamo immediatamente,<br />

prima di pensarci consapevolmente. Così, tornando<br />

alla tigre, il no<strong>st</strong>ro corpo attiva delle modificazioni<br />

che aumenteranno la no<strong>st</strong>ra probabilità di sopravvivere<br />

attivando (a scapito degli altri organi) gli organi<br />

più importanti in quella situazione. Nel no<strong>st</strong>ro caso,<br />

ad esempio, per prima cosa ci paralizzerà per un<br />

i<strong>st</strong>ante. Perché? Perché la natura sa che uno <strong>st</strong>imolo<br />

visivo è percepito innanzitutto per il suo movimento<br />

(prima che per la forma e per il colore, ad<br />

esempio), potre<strong>st</strong>i decidere che la <strong>st</strong>rategia migliore<br />

è cercare di non essere notato dalla tigre affamata,<br />

l’i<strong>st</strong>ante di paralisi dato dalla paura serve per non<br />

esserti già giocato que<strong>st</strong>a opportunità. Poi toglierà<br />

ossigeno e altri carburanti ad organi non decisivi<br />

(come lo <strong>st</strong>omaco) per attivare quelli che saranno<br />

più decisivi. In que<strong>st</strong>o caso saranno la vi<strong>st</strong>a (per focalizzare<br />

sullo <strong>st</strong>imolo in modo attento anziché su<br />

una ‘visuale panoramica’) e, soprattutto, sugli arti.<br />

Ovvero gli organi più importanti per i comportamenti<br />

possibili in quella situazione: il combattimento e/o<br />

la fuga. Il tutto magari accompagnato da scariche<br />

di adrenalina che serve per avere pre<strong>st</strong>azioni alte<br />

nell’immediato, per eccitare tutto l’organismo, diciamo.<br />

Quindi il punto 4 è esattamente que<strong>st</strong>o: il no<strong>st</strong>ro<br />

corpo attiva delle modificazioni fisiologiche.<br />

5. Percepiamo le modificazioni: noi abbiamo la sensazione<br />

fisica delle modificazioni in corso.<br />

6. Interpretiamo la percezione delle modificazioni:<br />

diamo un nome a quel pattern di modificazioni che<br />

abbiamo percepito. Chiamiamo quella sensazione<br />

‘paura’.<br />

7. Passiamo all’azione: a que<strong>st</strong>o punto dovremo<br />

fare qualcosa. La scelta di cosa fare (ad esempio<br />

provare a rimanere immobili oppure cominciare a<br />

fuggire o tentare un combattimento) sarà condizionato<br />

sia dalle scelte razionali e consapevoli che<br />

tento di fare sia dai meccanismi descritti (chiamali<br />

16<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


l<br />

i<strong>st</strong>intivi se vuoi, o semplicemente automatici).<br />

Siamo <strong>st</strong>ati un po’ lunghi ma credo servisse que<strong>st</strong>a<br />

carrellata. Preciso che forse il modello banalizza<br />

alcuni punti e non rende giu<strong>st</strong>izia alle più raffinate<br />

ricerche recenti su come funziona il no<strong>st</strong>ro cervello.<br />

Ma per i no<strong>st</strong>ri scopi è ancora molto funzionale e più<br />

che sufficiente.<br />

Se avete avuto la pazienza di leggere tutta la successione<br />

di eventi potre<strong>st</strong>e aver notato alcune cose<br />

ed esservi po<strong>st</strong>i alcune riflessioni. Ne propongo alcune:<br />

1. La correlazione tra le emozioni e certe cose assurde<br />

(come il calore alle mani o l’iperattivazione<br />

delle gambe di fronte alla paura, ad esempio. O l’idea<br />

che la paura paralizzi). C’è un senso in tutto<br />

que<strong>st</strong>o. E potete anche divertirvi ad associare modificazioni<br />

fisiologiche ad altre emozioni. Non lo faccio<br />

perché il discorso è già lungo così.<br />

2. Il fatto che que<strong>st</strong>i meccanismi sono molto arcaici<br />

e funzionano bene in un mondo fatto di alcuni pericoli<br />

chiari (le tigri o i fenomeni naturali) e alcune<br />

cose positive chiare (la propria tribù, il cibo ecc.).<br />

Ora siamo esseri molto più complessi e soprattutto<br />

molto più simbolici. Così che non sempre la<br />

connessione tra uno <strong>st</strong>imolo e la sua reazione funzionano<br />

in modo semplice. Ovvero: tutto è sembrato<br />

funzionare bene nell’esempio dell’uomo di fronte<br />

alla tigre, ma è una que<strong>st</strong>ione molto intricata di cultura,<br />

fatti simbolici ecc. che fa sì che que<strong>st</strong>o possa<br />

attivarsi in una situazione non vitale come una riunione<br />

di lavoro o una serata sul palco a suonare. Su<br />

que<strong>st</strong>o torneremo tra poco parlando dell’ansia (non<br />

dimentichiamo il punto 3. L’interpretazione cognitiva<br />

dello <strong>st</strong>imolo).<br />

3. Nono<strong>st</strong>ante que<strong>st</strong>o, il meccanismo può funzionare<br />

ancora bene e fornirci un criterio per decidere se<br />

un’emozione è sana e co<strong>st</strong>ruttiva oppure dannosa.<br />

Il criterio è molto semplice: l’emozione che <strong>st</strong>o provando<br />

è ragionevolmente collegata allo <strong>st</strong>imolo che<br />

la provoca? Migliorerà la mia pre<strong>st</strong>azione? Se la<br />

rispo<strong>st</strong>a è sì ad entrambe le domande allora l’emozione<br />

è sana e co<strong>st</strong>ruttiva. Se è no allora l’emozione<br />

è dannosa. Esempio. Sto guidando e c’è un TIR in<br />

rotta di collisione con me. In quel momento è probabile<br />

che si attivi la sequenza sopra descritta. Che<br />

io provi paura e che prima ancora di accorgermene<br />

abbia dato una manata al volante, evitando così il<br />

TIR. L’emozione di paura era ragionevolmente legata<br />

ad uno <strong>st</strong>imolo pericoloso (sì alla domanda 1)<br />

e mi ha salvato la vita (sì alla domanda 2). Ma se<br />

ho la <strong>st</strong>essa emozione prima di suonare? Rischio<br />

la vita salendo sul palco? NO (oddio dipende da<br />

quando è esigente il pubblico, eh eh). Que<strong>st</strong>a paura<br />

migliorerà la mia pre<strong>st</strong>azione? NO. L’emozione è<br />

dannosa. Punto a capo.<br />

Si può notare che in linea di massima possiamo<br />

immaginarci di intervenire su ciascuno dei sette momenti<br />

per lavorare sulla riduzione della paura. Ad<br />

esempio posso intervenire sul punto 1 semplicemente<br />

evitando la situazione che mi <strong>st</strong>imola paura.<br />

Purtroppo qualcuno sceglie que<strong>st</strong>a via e rinuncia a<br />

suonare o ad occasioni interessanti di lavoro ecc.<br />

Posso sul punto 3 imparando a considerare non<br />

pericoloso uno <strong>st</strong>imolo (suggerisco di farlo con il<br />

palco, ma non con la tigre). Posso intervenire sulle<br />

reazioni fisiologiche con un po’ di training autogeno<br />

(e ne parleremo in que<strong>st</strong>o percorso) e così via, ciascuno<br />

dei sette momenti potrebbe essere in linea di<br />

massima un punto su cui intervenire per interrompere<br />

(o ridurre) il processo.<br />

Dalla paura all’ansia<br />

Consentitemi una via breve per parlare di un fenomeno<br />

complesso come l’ansia. Non è sufficiente<br />

per chi soffra di un vero e proprio di<strong>st</strong>urbo d’ansia,<br />

ma è chiaro e sufficiente per chi ha il problema in<br />

oggetto, quello che chiamiamo magari ‘panico da<br />

palcoscenico’ e che forse <strong>st</strong>a a suo agio nel termine<br />

‘fobia sociale’, poiché il problema non è suonare,<br />

ma farlo in pubblico. Cioè in una situazione di esposizione<br />

sociale.<br />

Che cos’è l’ansia. Avrete notato che siamo partiti<br />

dall’analisi di un’emozione più primordiale, la paura.<br />

Que<strong>st</strong>o è perché ansia e paura sono <strong>st</strong>rettamente<br />

correlate, sono parenti <strong>st</strong>retti. Potremmo forse dire<br />

(qui semplifico molto, ma rende bene l’idea) che<br />

l’ansia è una forma di paura con caratteri<strong>st</strong>iche tutte<br />

sue:<br />

1. È una reazione ad uno <strong>st</strong>imolo interno più che ad<br />

uno e<strong>st</strong>erno. Infatti non mi viene quando sono sul<br />

palco, ma quando comincio a pensare a quando andrò<br />

sul palco. Non posso quindi in realtà dire che io<br />

ho paura di andare sul palco a suonare, ma dovrei<br />

più correttamente dire che reagisco con la paura<br />

all’idea di andare sul palco.<br />

2. Il punto 1 ci dà uno spunto in più. Se l’oggetto<br />

di paura è interno (immagini mentali, aspettative<br />

ecc.) emerge un ruolo maggiore dei meccanismi di<br />

interpretazione rispetto a quelli ‘oggettivi’. Ovvero<br />

è difficile negare che la tigre è pericolosa. È molto<br />

più complesso chiedermi perché mi vivo come<br />

pericoloso salire sul palco a suonare. Che cosa<br />

c’è in gioco? Cosa metto in pericolo? È chiaro che<br />

qui entriamo in pieno in una que<strong>st</strong>ione: i significati<br />

personali dati alle cose. Tratti legati all’auto<strong>st</strong>ima,<br />

ad esempio, o alle esperienze pregresse (magari<br />

quando ci co<strong>st</strong>ringevano a dire la poesia di Natale<br />

in piedi sulla sedia), <strong>st</strong>ili emozionali di ciascuno ecc.<br />

Però se hai paura di andare sul palco da qualche<br />

parte que<strong>st</strong>o ci deve essere: la percezione di un rischio<br />

imminente.<br />

Que<strong>st</strong>o ci fa dire alcune cose: si lavora molto<br />

sull’ansia in que<strong>st</strong>ione lavorando:<br />

1) sull’oggetto della paura: ovvero sulle immagini<br />

mentali ed i significati che divengono oggetto della<br />

paura;<br />

2) sulle reazioni e sulla fisiologia della paura e<br />

dell’ansia.<br />

Que<strong>st</strong>i due temi saranno oggetto dei prossimi appuntamenti,<br />

qualora fossero graditi.<br />

Riccardo Sonzogni<br />

17<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


l<br />

blog<br />

Il monitoraggio nella ripresa di <strong>st</strong>rumenti acu<strong>st</strong>ici<br />

Affrontiamo il problema del monitoraggio e delle<br />

sue implicazioni. La ripresa di <strong>st</strong>rumenti acu<strong>st</strong>ici è<br />

già impegnativa, se poi aggiungiamo degli errori di<br />

valutazione indotti da ascolti inadeguati, il risultato<br />

sarà ovviamente insoddisfacente.<br />

In particolare, la chitarra acu<strong>st</strong>ica e soprattutto<br />

quella classica hanno la tendenza a delle sgradevoli<br />

risonanze sulle frequenze basse e medio-basse<br />

(spesso tra gli 80 e i 150/200Hz), che vanno contenute.<br />

Que<strong>st</strong>e risonanze e picchi non sono purtroppo co<strong>st</strong>anti<br />

su tutte le note o posizioni del manico, e un<br />

taglio <strong>st</strong>atico con l’equalizzatore renderebbe solo<br />

lo <strong>st</strong>rumento più ‘<strong>st</strong>retto’ in tutte le altre posizioni o<br />

note non incriminate.<br />

A volte un La naturale può dare, ad esempio,<br />

grossi problemi e un La bemolle no, oppure un La<br />

quinta corda a vuoto può non darne, mentre la <strong>st</strong>essa<br />

nota al V ta<strong>st</strong>o della se<strong>st</strong>a corda può essere molto<br />

più problematica.<br />

I monitor non dovrebbero essere quindi ‘gradevoli’,<br />

ma analitici e precisi, per permetterci di capire<br />

innanzitutto che c’è un problema, e poi di verificare<br />

se cambiando microfono o posizione lo abbiamo<br />

risolto o meno. Que<strong>st</strong>o è il motivo per cui la grande<br />

maggioranza delle casse hi-fi non sono adatte<br />

al no<strong>st</strong>ro scopo, perchè hanno generalmente una<br />

gamma media poco presente e articolata.<br />

I monitor da <strong>st</strong>udio (o presunti tali) nella fascia di<br />

prezzo più bassa sono comunque da evitare: se il<br />

vo<strong>st</strong>ro budget non raggiunge almeno gli 800/900<br />

euro, risparmiate i vo<strong>st</strong>ri sudati risparmi, e indirizzatevi<br />

verso una buona coppia di cuffie.<br />

In que<strong>st</strong>o caso già con un centinaio di euro potete<br />

avere un decente <strong>st</strong>rumento di lavoro. Consigliare<br />

dei modelli specifici è sempre un argomento delicato,<br />

quindi farò una doverosa premessa. Quelle che<br />

seguono sono solo indicazioni di partenza e<strong>st</strong>remamente<br />

soggettive, quindi dimenticherò probabilmente<br />

diversi altri modelli altrettanto validi. Esorto<br />

ognuno di voi a fare le proprie valutazioni, prendendo<br />

magari i modelli da me citati come ‘pietra di paragone’<br />

durante i vo<strong>st</strong>ri acqui<strong>st</strong>i. Partendo dal co<strong>st</strong>o<br />

più basso la li<strong>st</strong>a potrebbe essere:<br />

1) AKG K141;<br />

2) AKG K240;<br />

3) Audio Technica ATH-M50;<br />

4) Sennheiser HD-25-1 II.<br />

La prossima volta prenderemo in considerazione<br />

il microfonaggio (tipologia e posizionamento) e sarà<br />

interessante ascoltare quanto possa cambiare il risultato<br />

cambiando il tipo di microfono e soprattutto<br />

la sua posizione.<br />

Tornando all’argomento odierno, vi consiglio all’inizio<br />

di evitare sedute di ascolto troppo prolungate<br />

specialmente con le cuffie, perché la <strong>st</strong>anchezza<br />

porta spesso a valutazioni errate.<br />

Se la vo<strong>st</strong>ra idea è comunque quella di utilizzare<br />

dei monitor, tenete presente un’importante considerazione:<br />

la <strong>st</strong>anza risuonerà con essi. Diventa quindi<br />

cruciale abituarsi a lavorare a volumi contenuti<br />

per due motivi:<br />

– il primo è quello di contenere la ‘partecipazione’<br />

del vo<strong>st</strong>ro ambiente al minimo;<br />

– il secondo è che i monitor economici generano di<strong>st</strong>orsioni<br />

e diversi altri problemi già a livelli di ascolto<br />

non eccessivi, quindi contenendo il volume ridurrete<br />

que<strong>st</strong>i effetti collaterali (eccessivo riverbero della<br />

vo<strong>st</strong>ra <strong>st</strong>anza, risonanze indesiderate a causa<br />

di ambienti non trattati adeguatamente, di<strong>st</strong>orsioni<br />

come già accennato delle casse <strong>st</strong>esse, ecc.).<br />

Vi fornirò ora alcune scontate regole di base riguardo<br />

al posizionamento; non sono certo arcani<br />

segreti ferocemente cu<strong>st</strong>oditi, quindi chiedo scusa<br />

ai più navigati se scadrò nell’ovvio:<br />

1) tenetevi se possibile almeno a 50-60 cm dal<br />

muro dietro ai monitor, per evitare inutili accentuazioni<br />

delle frequenze basse;<br />

2) l’altezza dell’appoggio dovrebbe essere di circa<br />

100 cm, in modo da avere il tweeter all’altezza delle<br />

vo<strong>st</strong>re orecchie o poco più;<br />

3) sarebbe opportuno usare degli <strong>st</strong>and dedicati,<br />

evitando di appoggiare i monitor sul vo<strong>st</strong>ro tavolo<br />

o scaffali, riducendo così l’effetto ‘cassa armonica’<br />

o ‘vibrante’ di supporti inadeguati. Se que<strong>st</strong>o non<br />

fosse possibile mettete almeno una base antivibrazione<br />

(ad esempio un ‘sandwich’ gomma/marmo/<br />

gomma);<br />

4. un errore molto diffuso è quello di tenere i monitor<br />

troppo separati. Ricordate, volete ridurre le turbative<br />

indotte dalla vo<strong>st</strong>ra <strong>st</strong>anza, quindi il famoso<br />

triangolo equilatero i cui vertici sono i due monitor e<br />

la vo<strong>st</strong>ra te<strong>st</strong>a andrà ridotto al minimo. Consiglierei<br />

all’inizio di non oltrepassare e di non scendere al di<br />

sotto degli 80-90 cm.<br />

Detto ciò, consigliare dei monitor diventa un argomento<br />

ancor più delicato, ma proverei comunque a<br />

proporre una li<strong>st</strong>a indicativa senza necessariamente<br />

seguire un ordine relativo al prezzo, perché alcuni<br />

li potete trovare anche usati (gli Yamaha NS10 ad<br />

esempio non sono più in produzione da tempo…):<br />

1) Yamaha NS10 con finale adeguato (fuori produzione,<br />

da cercare usati);<br />

2) KRK V6;<br />

3) Focal CSM65;<br />

4) Genelec 1030 (fuori produzione, da cercare usati);<br />

5) PMC DB1S-AII;<br />

6) ADAM S2X.<br />

Anche oggi è giunto il momento di salutarci. Se<br />

avete bisogno di chiarimenti contattatemi al mio indirizzo<br />

di po<strong>st</strong>a elettronica.<br />

Alla prossima!<br />

Paolo Co<strong>st</strong>ola<br />

regi<strong>st</strong>razione@chitarra-acu<strong>st</strong>ica.net<br />

18<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


c<br />

recensioni<br />

Stefano Barbati<br />

Acou<strong>st</strong>ic Ladyland<br />

An Acou<strong>st</strong>ic Tribute to Jimi<br />

Hendrix<br />

<strong>Fingerpicking</strong>.net<br />

Un omaggio, dunque, non un<br />

disco di semplici cover. È diverso,<br />

e que<strong>st</strong>a diversità la si comprende<br />

subito, fin dall’ascolto del<br />

primo brano, “Voodoo Chile”.<br />

Ovvio, dire<strong>st</strong>e voi, è l’uso della<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica a essere determinante<br />

nel rendere que<strong>st</strong>e versioni<br />

diverse dalle originali. Ovvio<br />

sì, direi io, e ci mancherebbe!<br />

Non facciamoci fuorviare dalle<br />

sonorità, è l’approccio adottato<br />

da Stefano, che profuma di originalità,<br />

che ci fa comprendere<br />

che non <strong>st</strong>iamo semplicemente<br />

parlando di un chitarri<strong>st</strong>a che ha<br />

voluto ‘rifare Jimi’.<br />

Di certo non gli mancherebbero<br />

i mezzi tecnici per farlo. Stefano,<br />

infatti, oltre ad essere l’apprezzato<br />

chitarri<strong>st</strong>a acu<strong>st</strong>ico che ormai<br />

tutti noi conosciamo, è anche un<br />

valente chitarri<strong>st</strong>a elettrico, come<br />

il suo metodo Suonare nello <strong>st</strong>ile<br />

di Eric Clapton, edito da Playgame<br />

Music, te<strong>st</strong>imonia.<br />

Ma oggi è la chitarra acu<strong>st</strong>ica il<br />

suo <strong>st</strong>rumento e con que<strong>st</strong>o <strong>st</strong>a<br />

percorrendo le <strong>st</strong>rade della Musica.<br />

Strade che, pur andando<br />

avanti, possono far ritrovare percorsi<br />

antichi. E allora s’incontrano<br />

nuovamente i miti della gioventù,<br />

ma, con nuova maturità, oggi si<br />

può percepire quanto allora non<br />

si coglieva.<br />

«Si è spesso parlato di Hendrix<br />

come il virtuoso interprete e<br />

geniale innovatore della chitarra<br />

elettrica, ma ci si è soffermati<br />

poco sulla bellezza di molte delle<br />

sue melodie, l’originalità delle<br />

sue soluzioni armoniche e la trascinante<br />

forza ritmica», que<strong>st</strong>o<br />

lo spunto iniziale descritto dallo<br />

<strong>st</strong>esso Barbati.<br />

Quindi, perché non provare a<br />

suonare que<strong>st</strong>e melodie, que<strong>st</strong>e<br />

armonie, trasferendole sull’acu<strong>st</strong>ica?<br />

Beatles, Michael Jackson,<br />

Steve Wonder, addirittura i Weather<br />

Report sono <strong>st</strong>ati ‘acu<strong>st</strong>icizzati’,<br />

perché non Hendrix?<br />

Ma, dicevo, <strong>st</strong>iamo parlando di<br />

un omaggio. E allora, ecco che i<br />

mitici assolo scompaiono (meglio<br />

lasciarli scolpiti nella no<strong>st</strong>ra memoria),<br />

i classici assumono nuovi<br />

colori, nuove ve<strong>st</strong>i. Un esempio<br />

per tutti: la splendida versione<br />

di “Little Wing”, con l’acu<strong>st</strong>ica in<br />

compagnia del basso acu<strong>st</strong>ico e<br />

del contrabbasso di Nicola Di Camillo.<br />

Accurata la scelta dei brani,<br />

proprio per sottolineare la versatilità<br />

del chitarri<strong>st</strong>a di Seattle,<br />

dove quelli che vedono Barbati<br />

da solo (“The Wind Cries Mary”,<br />

“Third Stone from the Sun”, “Angel”,<br />

“Voodoo Chile”), si alternano<br />

a quelli che lo vedono supportato<br />

dalle percussioni di Davide<br />

Bernaro (“Up from the Skies”, “All<br />

along the Watchtower”, “If 6 was<br />

9”). Non si poteva poi, a maggior<br />

ragione in chiusura, non rendere<br />

omaggio anche all’Hendrix<br />

cantante: ecco, quindi, “Purple<br />

Haze”, con Bernaro e la voce con<br />

basso elettrico di Ivan Abbonizio.<br />

Versioni so<strong>st</strong>anzialmente brevi,<br />

lucide, dove l’acu<strong>st</strong>ica, pur priva<br />

di effetti, grazie ad un moderato<br />

ed efficace utilizzo di tecniche<br />

percussive e accordature aperte,<br />

di cui Stefano Barbati è mae<strong>st</strong>ro,<br />

riesce ad evocare compiutamente<br />

l’indimenticata <strong>st</strong>rato mancina.<br />

Alfonso Giardino<br />

John Renbourn<br />

Palermo Snow<br />

Shanachie<br />

«I pezzi di que<strong>st</strong>a raccolta sono<br />

uniti da un tocco di romantica ar-<br />

monia.»<br />

L’incipit delle note che accompagnano<br />

la pubblicazione di que<strong>st</strong>o<br />

CD, il primo dopo tredici anni<br />

di silenzio discografico per John<br />

Renbourn, racchiudono l’essenza<br />

di tutto il suo recente lavoro. Probabilmente<br />

ciò che sottintende le<br />

sonorità meditative, dense delle<br />

tante <strong>st</strong>ratificazioni <strong>st</strong>ili<strong>st</strong>iche di<br />

cui sono permeati i dieci brani<br />

di que<strong>st</strong>a raccolta, è qualcosa<br />

che era presente in Renbourn<br />

da sempre, sicuramente da quando<br />

la <strong>st</strong>ategia protettiva della<br />

madre lo di<strong>st</strong>raeva dagli echi dei<br />

bombardamenti su Londra con le<br />

carezze sonore di Leigh Harline<br />

e di Frank Churchill, suonate sul<br />

piano di casa. Armonia, si diceva,<br />

anche nel viaggiare, attività che<br />

successivamente all‘esperienza<br />

dei Pentangle, ha ampliato i suoi<br />

orizzonti creativi, così come la<br />

sua vita di ricercatore e <strong>st</strong>udioso<br />

che, negli anni, lo ha portato fuori<br />

dall’angolo della musica celtica.<br />

Un album che rimanda in modo<br />

esplicito all’Italia, che tante volte<br />

lo ha ospitato nei suoi vari tour.<br />

Lui, eccellente e sensibile interprete<br />

del folklore inglese, capace<br />

di modellare una materia sonora<br />

in divenire, aggiungendovi<br />

sempre più elementi di apertura<br />

a linguaggi e <strong>st</strong>ili extra popolari,<br />

dal classico, al blues, al jazz,<br />

ha creato negli anni una sorta di<br />

musica totale di cui la scintillante<br />

mae<strong>st</strong>osità della sua chitarra ne<br />

è una perfetta interprete.<br />

“Palermo snow” dà il titolo al<br />

brano d’apertura e a tutto il CD.<br />

Un brano ispirato alla nevicata<br />

del 1991 sul capoluogo siciliano,<br />

di cui Renbourn fu attonito te<strong>st</strong>imone,<br />

e mirabile manife<strong>st</strong>o di ciò<br />

che sarà la sequenza successiva.<br />

Dei dieci brani, sette sono presentati<br />

in perfetta solitudine a<br />

scavare tra timbri e sugge<strong>st</strong>ioni<br />

chitarri<strong>st</strong>iche, complici le accordature<br />

aperte, il lungo peregrinare<br />

tra le musiche e i loro svariati<br />

linguaggi; tre contengono la voce<br />

del clarinetto di Dick Lee che con<br />

gu<strong>st</strong>o e discrezione amplia la tavolozza<br />

sonora a disposizione.<br />

Il peregrinare e la ricerca continuano,<br />

quindi, con una trasposizione<br />

per chitarra di una “Sara-<br />

20<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


c<br />

bande” di Erik Satie, con il famoso<br />

“Preludio per violoncello in Sol<br />

Maggiore” di Johann Seba<strong>st</strong>ian<br />

Bach e con una dimenticata composizione<br />

del piani<strong>st</strong>a afroamericano<br />

Randy We<strong>st</strong>on.<br />

A chiudere il cerchio dei riferimenti<br />

all‘Italia, “Bella terra”, della<br />

quale le note di copertina ci raccontano<br />

la genesi: «È nata da un<br />

altro viaggio in Sicilia. Il mio vecchio<br />

amico Reno Brandoni ed io<br />

<strong>st</strong>avamo attraversando lo Stretto<br />

di Messina. Era il ritorno a casa di<br />

Reno dopo un lungo tour e, mentre<br />

ci <strong>st</strong>avamo avvicinando alla<br />

splendente isola, l’ho sentito recitare<br />

una specie di mantra, “Bella<br />

terra – Bella terra”.»<br />

Un CD intenso, suonato in<br />

modo impeccabile, che trasmette<br />

passione e rigore formale al tempo<br />

<strong>st</strong>esso.<br />

Gabriele Longo<br />

pickers d’oltreoceano.<br />

<strong>Fingerpicking</strong>, abbiamo detto, e<br />

Sciortino di certo non lo nasconde<br />

(non nascondendo se <strong>st</strong>esso),<br />

non lo camuffa da finger<strong>st</strong>yle,<br />

che (confessiamolo, tra di noi<br />

possiamo) oggi come oggi sarebbe<br />

più ‘chic’ usare come termine.<br />

Sì, perché ormai fingerpicking,<br />

al di là del no<strong>st</strong>ro portale (e qui<br />

ci vorrebbe la faccina che <strong>st</strong>rizza<br />

l’occhio), richiama alla mente<br />

una tecnica un po’ superata, talvolta<br />

anche semplice (fra un po’<br />

lo <strong>st</strong>esso Tommy non sarà più à<br />

la page), addirittura naïf, come<br />

dice lo <strong>st</strong>esso Sciortino in un suo<br />

video di presentazione di que<strong>st</strong>o<br />

CD.<br />

(http://www.youtube.com/user/<br />

Ourco#p/u/30/PzJWAwMi4uU)<br />

Ma ba<strong>st</strong>erebbe ascoltare la<br />

prima traccia di Guitare Picking<br />

per smentire que<strong>st</strong>a teoria, o andare<br />

nella sezione video del sito<br />

di Sciortino e godersi i cinquanta<br />

video lì a no<strong>st</strong>ra disposizione.<br />

La tecnica usata è una cosa,<br />

i generi praticati altra. In que<strong>st</strong>o<br />

CD si va dal blues di “Le blues<br />

des campagnes” al country di<br />

“Rataboule” (dov’è l’ukulele ad<br />

imitare il fiddle), fino alle ispirazioni<br />

mariachi di “Les mélokos”,<br />

tornando alle sale da ballo parigine<br />

col valzer musette di “Monsieur<br />

Victor”, per poi ripartire per<br />

Nashville con “One for Chet”, il<br />

tutto inframmezzato da sempreverdi<br />

ragtime come “Rue Espiessac”<br />

o “Carrousel”.<br />

<strong>Fingerpicking</strong>, quindi, sinonimo<br />

anche di allegria, spensieratezza,<br />

ottimismo, che non potrebbero<br />

essere espressi meglio dalle<br />

note di “Train d’enfer”, “Sur la<br />

route de blanche” o “Jipèto”, tutte<br />

nei tradizionali solchi di “Cannonball<br />

Rag”.<br />

In tutto sedici brani, sedici<br />

composizioni originali (alcune<br />

maturate nell’arco dei dieci anni<br />

che sono trascorsi dal primo CD,<br />

Picking) che dimo<strong>st</strong>rano, nono<strong>st</strong>ante<br />

il fingerpicking (potremmo<br />

ironicamente dire), la versatilità,<br />

la padronanza delle dinamiche,<br />

la tecnica cri<strong>st</strong>allina di François<br />

Sciortino, ben so<strong>st</strong>enuta da un<br />

basso alternato sempre puntuale,<br />

sapientemente muted. Versatilità<br />

che si esprime anche nella<br />

scelta degli <strong>st</strong>rumenti: dall’acu<strong>st</strong>ica<br />

cu<strong>st</strong>om di Alain Quéguiner,<br />

alla Gretsch Country Classic e<br />

all’ukulele.<br />

Un disco che si ascolta realmente<br />

tutto d’un fiato, senza alcuna<br />

caduta di tono, ben eseguito<br />

e realizzato, che ti fa venir la<br />

voglia di imbracciare la sei corde<br />

per divertirti un po’, specialmente<br />

se sei da solo, sul divano, in totale<br />

relax.<br />

Alfonso Giardino<br />

François Sciortino<br />

Guitare Picking<br />

www.francois-sciortino.com<br />

Possiamo anche non leggere<br />

titolo ed autore di que<strong>st</strong>o CD,<br />

ba<strong>st</strong>a osservarne bene le foto.<br />

Mano de<strong>st</strong>ra in primo piano, un<br />

bel thumbpick azzurro in azione,<br />

que<strong>st</strong>a la copertina. Thumbpick<br />

che troviamo anche nelle foto interne<br />

e sul CD <strong>st</strong>esso. Una firma,<br />

una dichiarazione d’intenti, una<br />

certezza per chi si accinge ad acqui<strong>st</strong>arlo.<br />

Siamo di fronte all’ultima fatica<br />

di François Sciortino, Guitare Picking.<br />

<strong>Fingerpicking</strong> allo <strong>st</strong>ato puro,<br />

come lo conosciamo, come lo<br />

abbiamo sempre amato, come<br />

ce lo aspetteremmo da que<strong>st</strong>o<br />

mae<strong>st</strong>ro della scuola chitarri<strong>st</strong>ica<br />

francese, sempre molto influenzata,<br />

ieri come oggi, dai grandi<br />

21<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


ar<br />

arti<strong>st</strong>i<br />

Madame Guitar 2011<br />

Il gran finale della manife<strong>st</strong>azione<br />

Per il se<strong>st</strong>o anno consecutivo Madame<br />

Guitar, che si è tenuta da venerdì<br />

23 a domenica 25 settembre a<br />

Tricesimo nella periferia nord di Udine,<br />

ha chiuso in bellezza la <strong>st</strong>agione<br />

italiana dei fe<strong>st</strong>ival dedicati alla chitarra<br />

acu<strong>st</strong>ica. Una <strong>st</strong>agione conclusasi<br />

anche que<strong>st</strong>’anno, nono<strong>st</strong>ante<br />

la crisi, con un bilancio positivo, che<br />

speriamo possa tenere que<strong>st</strong>a importante<br />

‘riserva’ delle no<strong>st</strong>re passioni al<br />

riparo dai tempi difficili che ci attendono.<br />

In que<strong>st</strong>o conte<strong>st</strong>o la rassegna<br />

di Tricesimo si è guadagnata un po<strong>st</strong>o<br />

di prim’ordine, grazie soprattutto<br />

alla competenza del direttore arti<strong>st</strong>ico<br />

Marco Miconi, che attraverso la<br />

sua conduzione del Folk Club Buttrio<br />

contribuisce da vent’anni a portare in<br />

Friuli le migliori ‘musiche del mondo’.<br />

Nel tempo Madame Guitar ha sempre presentato<br />

un cartellone di concerti serali di prim’ordine, e<br />

que<strong>st</strong>a se<strong>st</strong>a edizione non ha smentito le aspettative.<br />

L’onore di aprire le danze, la sera di venerdì<br />

al Teatro Garzoni, è <strong>st</strong>ato affidato que<strong>st</strong>’anno a un<br />

duo di ex ‘arti<strong>st</strong>i locali emergenti’, che avevano già<br />

partecipato all’edizione 2008 nei concerti che si tengono<br />

di giorno nel centro del paese: i goriziani Déja,<br />

compo<strong>st</strong>i dalla cantante e autrice Serena Finatti e<br />

dal chitarri<strong>st</strong>a Andrea Varnier. Da allora i due hanno<br />

vinto nel 2009 il Singer-Songwriter Conte<strong>st</strong> al fe<strong>st</strong>ival<br />

Open Strings di Osnabrück in Germania, una<br />

delle manife<strong>st</strong>azioni più pre<strong>st</strong>igiose dedicate alla<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica a livello europeo, e inciso il loro secondo<br />

album Laila per la Acou<strong>st</strong>ic Music Records di<br />

Peter Finger. L’esibizione in ‘prima serata’ a Tricesimo<br />

ha così assunto il carattere di una presentazione<br />

ufficiale del loro recente lavoro e di una consacrazione<br />

del raggiunto <strong>st</strong>atus internazionale presso<br />

la propria gente: un’occasione vissuta naturalmente<br />

con grande emozione, ma anche con notevole professionalità.<br />

Serena è cantante molto preparata e<br />

sensibile, nonché autrice rigorosa, capace di scrivere<br />

con personalità di cose intime come delle grandi<br />

cose della vita; Andrea, che ha vinto nel 2005 il<br />

22<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


Madame<br />

Guitar 2011<br />

ar<br />

concorso emergenti New Sounds Of Acou<strong>st</strong>ic Music<br />

al Meeting di Sarzana, è un ottimo chitarri<strong>st</strong>a acu<strong>st</strong>ico<br />

di formazione moderna, persino con venature<br />

di chitarra metal, ma con un gu<strong>st</strong>o tradizionale<br />

che mo<strong>st</strong>ra di non dimenticare l’importante lezione<br />

del ‘folk baroque’. Una bella realtà veramente, per<br />

que<strong>st</strong>o genere di songwriting ‘voce e chitarra’, che<br />

ci piacerebbe veder diffondersi in misura maggiore<br />

nel no<strong>st</strong>ro paese.<br />

I Déja hanno chiuso il proprio set chiamando sul<br />

palco il grande e atipico chitarri<strong>st</strong>a ungherese Sándor<br />

Szabó, che è <strong>st</strong>ato anche il loro tecnico del<br />

suono per il disco Laila e con cui hanno <strong>st</strong>retto, in<br />

quella circo<strong>st</strong>anza, un bel rapporto di <strong>st</strong>ima reciproca.<br />

Insieme hanno suonato il brano conclusivo<br />

dell’album, “Tutto è luce”, che Szabó ha impreziosito<br />

con un assolo magi<strong>st</strong>rale. Sulle orme di Béla<br />

Bartók e Zoltán Kodály, Szabó ha intensificato in<br />

que<strong>st</strong>o periodo il suo tradizionale interesse verso<br />

il folklore musicale ungherese e orientale e – nel<br />

suo set – ha presentato in anteprima sulla chitarra a<br />

corde di nylon una <strong>st</strong>raordinaria “Hungarian Guitar<br />

Rhapsody”, suite di più di trenta motivi popolari magiari,<br />

che hanno messo in luce un’incredibile varietà<br />

e ricchezza di linee melodiche e moduli ritmici, e<br />

che co<strong>st</strong>ituiranno l’ossatura del suo prossimo lavoro<br />

discografico. Per concludere, un arrangiamento<br />

molto personale della ben nota “Birdland”.<br />

È <strong>st</strong>ata poi la volta di Eric Lugosch, che in que<strong>st</strong>o<br />

suo soggiorno a Tricesimo ha fatto realmente la<br />

parte del leone. Oltre all’esibizione previ<strong>st</strong>a in calendario,<br />

ha suonato pure nel concerto di sabato,<br />

per sopperire alla forzata assenza di Adrian Byron<br />

Burns, ed è salito sul palco per il gran finale di domenica.<br />

La sua disponibilità e partecipazione entusia<strong>st</strong>a<br />

gli ha permesso di mo<strong>st</strong>rare con tutta evidenza<br />

la va<strong>st</strong>ità e la ricchezza del suo repertorio e delle<br />

sue conoscenze musicali, che ci hanno trasportato<br />

dalle canzoni folk ai gospel, dal repertorio di Reverend<br />

Gary Davis al picking nashvilliano, dagli <strong>st</strong>andard<br />

jazz a “Both Sides Now” di Joni Mitchell e alla<br />

sua entusiasmante composizione originale “Cajun<br />

Cook”. Senza dimenticare l’attenzione verso il no<strong>st</strong>ro<br />

paese, dalle rielaborazioni di balli tradizionali<br />

emiliani come la “Furlana Pironda” e il “Valzer” di inizio<br />

secolo di Ari<strong>st</strong>eo Carpi, fino alla propria canzone<br />

scritta per la Pancreatic Cancer Society e tradotta<br />

in italiano da Franco Nasi con il titolo “Speranza”.<br />

Inoltre ha tenuto un seminario nel quale, in un’ora<br />

e mezza, ha saputo dare una fondamentale visione<br />

complessiva della funzione delle linee di basso, dal<br />

basso alternato a un uso più libero e rarefatto, fino<br />

ad un utilizzo melodico ripreso dalla tecnica banjoi<strong>st</strong>ica<br />

del double thumbing, che ha ispirato il Carter<br />

Style chitarri<strong>st</strong>ico.<br />

Per chiudere la serata nel segno dell’energia e del<br />

ritmo, il patron Marco Miconi ha infine chiamato sul<br />

Dèja<br />

Sándor Szabó<br />

Eric Lugosch<br />

John Crampton<br />

23<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


ar<br />

ar<br />

Madame<br />

Guitar 2011<br />

Tessaris e Stefanizzi<br />

Varini con gli <strong>st</strong>udenti<br />

Adewale e Forcione<br />

Ga<strong>st</strong>or de Paco<br />

palco John Crampton: una voce rauca alla Tom<br />

Waits che più rauca non si può; una National Steel<br />

Guitar <strong>st</strong>rapazzata in vario modo con le dita, il bottleneck<br />

e i colpi percussivi sul fondo; un’armonica<br />

dal suono pieno, uno <strong>st</strong>omp box e via a tutto gas<br />

con una sorta di punk blues inesauribile. Dalla work<br />

song “Pick a Bale of Cotton” al rock’n’roll “Who Do<br />

You Love”, un’ondata di vitalità e divertimento per<br />

tornare a casa con il sorriso sulle labbra.<br />

Come detto, il concerto di sabato ha subìto la defezione<br />

provocata da un’infiammazione al braccio di<br />

Adrian Byron Burns, bluesman noto per aver militato<br />

nei Rhythm Kings dell’ex Stone Bill Wyman. Gli arti<strong>st</strong>i<br />

chiamati a so<strong>st</strong>ituirlo non hanno però mancato di<br />

fare la loro parte, a cominciare dall’Acou<strong>st</strong>ic Spirit<br />

Duo, coppia di buskers formata dal chitarri<strong>st</strong>a Valter<br />

Tessaris e dal mimo Maurizio Stefanizzi. I due,<br />

nono<strong>st</strong>ante il bel successo ottenuto in piazza nell’edizione<br />

2009 del fe<strong>st</strong>ival, non sono <strong>st</strong>ati richiamati<br />

per l’edizione successiva. E qualche scaramantico<br />

ha imputato a que<strong>st</strong>a evenienza il maltempo che ha<br />

fune<strong>st</strong>ato le esibizioni all’aperto dell’anno scorso.<br />

Marco Miconi, per non saper né leggere né scrivere,<br />

oltre che per la loro innegabile bravura, ha pensato<br />

allora di riproporli que<strong>st</strong>’anno, garantendosi per la<br />

verità un tempo splendido! Non solo, ma di fronte<br />

all’assenza di Burns, ha avuto la buona idea di promuoverli<br />

sul campo dalla <strong>st</strong>rada al palco. Il concerto<br />

è così partito nel segno di una spettacolarità che<br />

il pubblico ha mo<strong>st</strong>rato subito di gradire. Tessaris<br />

è un chitarri<strong>st</strong>a acu<strong>st</strong>ico completo e al passo con i<br />

tempi, con delle buone idee che ha espresso in cinque<br />

CD autoprodotti, tra cui il recente Frammenti;<br />

intorno alla sua chitarra Stefanizzi co<strong>st</strong>ruisce un’animazione<br />

ricca di maschere, trave<strong>st</strong>imenti e lanci<br />

di bolle di sapone, insieme a un’accompagnamento<br />

musicale con armonica a bocca, didgeridoo e percussioni<br />

come il cajón e la caisa. Il risultato è <strong>st</strong>ato<br />

un set molto apprezzato, che ha dimo<strong>st</strong>rato quanto<br />

l’energia della <strong>st</strong>rada possa portare alla nicchia della<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica, in termini di condivisione con un<br />

pubblico non limitato agli appassionati del settore.<br />

Massimo Varini ha così trovato davanti a sé un<br />

pubblico già ben dispo<strong>st</strong>o, al quale ha potuto proporre<br />

in tutta tranquillità il suo caratteri<strong>st</strong>ico discorso<br />

musicale e umano. Del re<strong>st</strong>o Varini è, a suo volta,<br />

l’icona di un rapporto con la chitarra acu<strong>st</strong>ica<br />

inserito in una dimensione più ampia di musici<strong>st</strong>a<br />

pop, che intrattiene quotidianamente un rapporto di<br />

comunicazione con un pubblico più va<strong>st</strong>o. Una comunicazione<br />

che comprende anche la grandissima<br />

diffusione dei te<strong>st</strong>i e video didattici di cui è autore, in<br />

nome dei quali è <strong>st</strong>ato impegnato – in concomitanza<br />

con il fe<strong>st</strong>ival – in un interessantissimo progetto di<br />

più giorni a contatto con i ragazzi delle scuole medie<br />

dell’Udinese.<br />

Dopo il già ricordato secondo intervento di Eric<br />

24<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


Madame<br />

Guitar 2011<br />

ar<br />

Lugosch, è salito sul palco Antonio Forcione con<br />

il percussioni<strong>st</strong>a brasiliano Adriano Adewale. Anche<br />

Forcione è un musici<strong>st</strong>a che si muove in circuiti<br />

più e<strong>st</strong>esi rispetto al mondo specifico dei chitarri<strong>st</strong>i<br />

acu<strong>st</strong>ici. Era palpabile in sala come molti, tra il pubblico,<br />

erano venuti appositamente per ascoltare lui,<br />

più che per partecipare a una rassegna di chitarra<br />

acu<strong>st</strong>ica. Aggiungo d’altra parte, sbilanciandomi un<br />

po’, che a mio avviso Forcione è de<strong>st</strong>inato a diventare<br />

un punto di riferimento mondiale nella <strong>st</strong>oria<br />

della chitarra acu<strong>st</strong>ica. A lui abbiamo dedicato così<br />

un approfondimento con un’intervi<strong>st</strong>a in que<strong>st</strong>o numero.<br />

Ma quello che si può osservare qui, in particolare,<br />

è come il suo modo di inserire nello spettacolo<br />

musicale elementi di gag, sketch, duetti scenici<br />

con il suo compagno di palco, che si riallacciano ai<br />

suoi <strong>st</strong>udi giovanili di mimo, alle prime esperienze di<br />

<strong>st</strong>rada al suo arrivo a Londra e alle sue partecipazioni<br />

in varietà musicali come nel famoso Trio Olé<br />

di Paul Morocco, abbia in qualche modo riannodato<br />

un filo con l’apertura del concerto da parte dell’Acou<strong>st</strong>ic<br />

Spirit Duo, in una serata che si è rivelata<br />

veramente magica e indimenticabile.<br />

La serata finale di domenica si è invece aperta<br />

all’insegna del flamenco con il giovanissimo Ga<strong>st</strong>or<br />

de Paco, vincitore l’anno scorso a soli diciassette<br />

anni del titolo di miglior chitarri<strong>st</strong>a al Fe<strong>st</strong>ival<br />

del Cante de las Minas, che si svolge a La Unión<br />

nella regione meridionale di Murcia in Spagna ed è<br />

riconosciuto tra i più importanti dedicati alla musica<br />

flamenca. Il suo concerto è <strong>st</strong>ato preceduto in giornata<br />

da una conferenza sul tema, tenuta da José<br />

Francisco Ortega Ca<strong>st</strong>ejon, professore di didattica<br />

musicale all’Università di Murcia, direttore della rivi<strong>st</strong>a<br />

digitale di flamenco La Madrugá (http://revi<strong>st</strong>as.<br />

um.es/flamenco) e membro della commissione organizzatrice<br />

del fe<strong>st</strong>ival che ha appunto premiato<br />

de Paco. Ca<strong>st</strong>ejon ha messo in luce tutta la complessità<br />

della cultura flamenca. E in effetti, assi<strong>st</strong>endo<br />

all’esibizione del giovane chitarri<strong>st</strong>a andaluso, a<br />

parte il livello <strong>st</strong>raordinario del suo repertorio e della<br />

sua abilità <strong>st</strong>rumentale, si nota come la <strong>st</strong>essa sua<br />

immagine, la po<strong>st</strong>ura, la ge<strong>st</strong>ualità, il suo modo di<br />

ve<strong>st</strong>ire e di presentarsi riflettano tutta la potenza di<br />

una cultura tradizionale, che ha evidenti radici etnofolkloriche<br />

e che – come tale – si è urbanizzata e<br />

spettacolarizzata mantenendo viva la sua definizione.<br />

Il flamenco, come il blues, il bluegrass, il tango,<br />

lo choro, il fado o la musica manouche e tzigana,<br />

per parlare degli esempi più eclatanti, sono tutti<br />

tesori dell’umanità che segnano il passaggio dalla<br />

musica di tradizione orale alla musica ‘popolare’<br />

moderna. De Paco ha concluso la sua esibizione<br />

invitando sul palco i rappresentanti dell’associazione<br />

Viento Flamenco di Udine, molto attiva nel promuovere<br />

la cultura flamenca in tutto il Friuli-Venezia<br />

Giulia: la ballerina Lucia To<strong>st</strong>o, presidente dell’as-<br />

Rangel e Boltro<br />

3 Boxes<br />

Goran Kuzminac<br />

Max Prandi<br />

25<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


ar<br />

Madame<br />

Guitar 2011<br />

Nibs Van Der Spuy<br />

sociazione, con il chitarri<strong>st</strong>a Andrea Maurizio del<br />

gruppo Ida y Vuelta. Insieme hanno dato vita a una<br />

brillante dimo<strong>st</strong>razione di baile flamenco.<br />

Con il secondo set si passa a un’altra cultura latina,<br />

quella brasiliana, che rispetto alla cultura spagnola<br />

si è avviata prima – attraverso il movimento<br />

della bossa nova – nella direzione del modernismo,<br />

della contaminazione e della globalizzazione. Marcio<br />

Rangel è già <strong>st</strong>ato ospite di Madame Guitar nel<br />

2008, con una performance soli<strong>st</strong>a che ha riscosso<br />

grande successo. Que<strong>st</strong>’anno, portando avanti<br />

una via contemporanea al dialogo tra i generi, si è<br />

ripresentato in duo con Flavio Boltro, trombetti<strong>st</strong>a<br />

di caratura mondiale che ha collaborato tra gli altri<br />

con Lingomania, Steve Grossman, Freddie Hubbard,<br />

Joe Lovano, Michel Petrucciani, Stefano Di<br />

Batti<strong>st</strong>a. I due hanno toccato con grande spirito improvvisativo<br />

i vari aspetti della tradizione brasiliana,<br />

dal folklore norde<strong>st</strong>ino al samba e alla bossa nova,<br />

passando per il blues e un ricordo di Bruno Martino<br />

con la sua indimenticabile “E<strong>st</strong>ate”, riconosciuto<br />

<strong>st</strong>andard jazz.<br />

Ad un primo sguardo superficiale si <strong>st</strong>enterebbe<br />

a crederlo, ma i tre signori inglesi in età un po’ matura,<br />

che ora salgono sul palco, hanno fatto buona<br />

parte della <strong>st</strong>oria del folk rock inglese degli anni<br />

settanta e non solo: Clive Gregson è <strong>st</strong>ato leader<br />

della cult band Any Trouble, ha collaborato con Richard<br />

Thompson e Nanci Griffith, ha fatto parte dei<br />

Plainsong di Ian Matthews e porta avanti un’attività<br />

soli<strong>st</strong>a di singer-songwriter; Mark Griffiths, che in<br />

giornata ha tenuto un seminario dal titolo “Sviluppare<br />

un giro armonico in forma jazzi<strong>st</strong>ica”, è <strong>st</strong>ato anche<br />

lui nei Plainsong e prima ancora nei Matthews<br />

Southern Comfort, quindi per quindici anni bassi<strong>st</strong>a<br />

degli Shadows, oltre ad aver collaborato tra gli altri<br />

con Al Stewart, Everly Brothers, Peter Frampton,<br />

Duane Eddy, Mark Knopfler, Bonnie Tyler, Jeff Lynne,<br />

Gallagher & Lyle, Nina Hagen, Steve Gibbons,<br />

Cliff Richard; Andy Roberts, che ha curato a sua<br />

volta un curioso seminario dedicato a una “Sfida<br />

tra l’accordatura DADGAD e il capota<strong>st</strong>o parziale”,<br />

ha fatto pure lui parte dei Plainsong, ma anche<br />

del The Wall Tour con i Pink Floyd, e ha suonato<br />

con Richard Thompson, Kevin Ayers, Roy Harper,<br />

Maddy Prior, Ian Matthews. I tre hanno formato<br />

recentemente 3 Boxes, trio <strong>st</strong>rumentale di chitarre<br />

acu<strong>st</strong>iche che – con la produzione di una vecchia<br />

volpe come John Wood, collaboratore di Joe<br />

Boyd e produttore e tecnico del suono per Fairport<br />

Convention, Nick Drake e John Martyn – ha appena<br />

inciso il CD Strings Attached previ<strong>st</strong>o in uscita<br />

nella primavera del 2012. Il repertorio presentato a<br />

Madame Guitar si è dimo<strong>st</strong>rato molto godibile: l’approccio<br />

dei tre alla chitarra è di<strong>st</strong>ante dalla tecnica<br />

evoluta dei chitarri<strong>st</strong>i delle giovani generazioni, ma<br />

la musicalità da loro maturata in anni di esperienza<br />

produce risultati d’insieme perfettamente calibrati,<br />

volutamente di impatto immediato.<br />

Nella biografia sul suo sito, Goran Kuzminac<br />

scrive: «Sono diventato <strong>st</strong>orico e, in qualche oscuro<br />

modo, quasi un ‘Vecchio saggio’ della canzone<br />

italiana. Mi premiano continuamente per la ‘carriera<br />

luminosa’ o perché sono <strong>st</strong>ato il ‘Primo’ ad introdurre<br />

il finger<strong>st</strong>yle nella canzone d’autore italiana.<br />

Ogni giorno qualche esploratore della rete scopre<br />

che, oltre a “Stasera l’aria è fresca”, “Ehi ci <strong>st</strong>ai”,<br />

“Tempo”, “Stella del Nord”, ho scritto e scrivo anche<br />

altre decine di canzoni molto più belle». Lo dice<br />

con qualche amarezza, forse per non aver avuto la<br />

possibilità di vivere la sua vita di cantautore proprio<br />

come avrebbe voluto. Noi, per quello che ci riguarda,<br />

possiamo solo dire di essere felici che lui venga<br />

chiamato spesso a suonare nei ‘no<strong>st</strong>ri’ fe<strong>st</strong>ival di<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica, da Acou<strong>st</strong>ic Franciacorta a Ferentino<br />

Acu<strong>st</strong>ica e oggi a Madame Guitar. Perché<br />

pensiamo sinceramente che la dimensione ‘voce<br />

e chitarra’, e aggiungiamo con la chitarra suonata<br />

come si conviene, sia una dimensione molto importante<br />

per ritrovare il bandolo della matassa. Così<br />

come non ci sorprende che in un brano del suo ultimo<br />

disco Dio suona la chitarra (Hdemia, 2008) ci<br />

suoni una delle ‘no<strong>st</strong>re’ promesse, Andrea Valeri. O<br />

26<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


Madame<br />

Guitar 2011<br />

ar<br />

che nel suo sito si trovino, cliccando su “Altro”, un<br />

“Breve corso di fingerpicking” e le tablature di sette<br />

sue canzoni. Così, dopo aver ascoltato dal vivo una<br />

bella manciata di suoi pezzi vecchi e nuovi, voce e<br />

chitarra, è <strong>st</strong>ato bello vederlo celebrare il gran finale<br />

intonando “Madame Guitar” di Sergio Endrigo, con<br />

tutti gli altri musici<strong>st</strong>i saliti insieme a lui sul palco.<br />

Proprio tutti, compreso Flavio Boltro che ha suonato<br />

un bellissimo assolo di tromba.<br />

Come di consueto, nelle giornate di sabato e domenica<br />

si sono aggiunte ai concerti serali le mo<strong>st</strong>re<br />

di liuteria, di fotografia, di dischi e video, e i<br />

concerti in piazza. Tra que<strong>st</strong>i si è mo<strong>st</strong>rato come<br />

sempre particolarmente interessante e coinvolgente<br />

quello di Max Prandi, che con la sua vecchia Eko<br />

con le buche a effe, il drum set minimale con cassa<br />

e charle<strong>st</strong>on, l’amplificazione vintage ‘povera’ e il<br />

suo <strong>st</strong>ile scarno e ruvido legato alle forme più modali,<br />

ipnotiche e ‘groovy’ del downhome blues, ha<br />

passato in rassegna un repertorio di grande valore<br />

da Fred McDowell a Big Joe Williams, da Muddy<br />

Waters a John Lee Hooker, da Otis Redding a Ray<br />

Charles fino ai Creedence Clearwater Revival. Una<br />

bellissima sorpresa è <strong>st</strong>ato poi il sudafricano Nibs<br />

Van Der Spuy, approdato a Madame Guitar sulla<br />

scia dei suoi connazionali Tony Cox e Guy Buttery<br />

presenti negli anni scorsi: un cantautore-chitarri<strong>st</strong>a<br />

e<strong>st</strong>remamente interessante, con una voce discreta<br />

e velata che fa pensare a Nick Drake, un modo di<br />

comporre basato su melodie spesso di ispirazione<br />

zulù e sull’alternanza di cicli armonico-ritmici ripetitivi<br />

con incisi efficaci, con uno <strong>st</strong>ile <strong>st</strong>rumentale<br />

che incorpora accordature aperte e bottleneck sulla<br />

chitarra, so<strong>st</strong>ituita a volte dal cuatro portoricano.<br />

Un notevole successo di pubblico ha poi riscosso<br />

Stefano Barbati: la sua ultima fatica discografica<br />

Acou<strong>st</strong>ic Ladyland, tributo acu<strong>st</strong>ico a Jimi Hendrix,<br />

è del re<strong>st</strong>o un lavoro veramente importante, che inizia<br />

a dare i suoi meritati frutti.<br />

Ricordiamo infine Dario Fornara, che ha presentato<br />

anche il suo utile seminario di introduzione al<br />

tapping e alle percussioni sulla chitarra acu<strong>st</strong>ica;<br />

Lorenzo Favero, freschissimo vincitore a Sarzana<br />

del New Sounds of Acou<strong>st</strong>ic Music; Maurizio Brunello,<br />

con le sue cover virtuosi<strong>st</strong>iche condite di evoluzioni<br />

improvvisate; e Silvia & The Fishes On Friday,<br />

nuova propo<strong>st</strong>a in <strong>st</strong>ile indie acu<strong>st</strong>ico, co<strong>st</strong>ruita<br />

sulle canzoni scritte e interpretate da Silvia Guerra<br />

con l’accompagnamento di Guido Michielis alla chitarra<br />

e Mirco Tondon al contrabbasso, sulle orme di<br />

arti<strong>st</strong>i come Damien Rice e Kings of Convenience.<br />

Andrea Carpi<br />

foto di Riccardo Bo<strong>st</strong>iancich<br />

Info: Folk Club Buttrio, tel 0432 853528<br />

www.folkclubbuttrio.it<br />

Stefano Barbati<br />

27<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


ar<br />

Intervi<strong>st</strong>a a Pierre Bensusan<br />

Pochi, pochissimi arti<strong>st</strong>i, al pari di<br />

Pierre Bensusan sono in grado di<br />

mettere d’accordo tutti: tradizionali<strong>st</strong>i<br />

e sperimentatori, europei e americani,<br />

amanti del genere <strong>st</strong>rumentale e<br />

chi preferisce il cantato. Il chitarri<strong>st</strong>a<br />

parigino piace incondizionatamente<br />

a tutti. Sarà anche per que<strong>st</strong>o che<br />

è sulle scene da trentacinque anni<br />

e continua a raccogliere consensi<br />

in tutto il mondo. Tra i primi ad essere<br />

messo sotto contratto dalla<br />

Favored Nations di Steve Vai (uno<br />

che notoriamente ha l’occhio lungo)<br />

ha pubblicato solo tre dischi negli<br />

ultimi dieci anni, ma capolavori di<br />

livello assoluto. Dopo il pluripremiato<br />

Intuite (2001) e Altiplanos (2005)<br />

c’era grossa attesa per l’uscita di<br />

Vividly. Noi ce ne siamo occupati diffusamente<br />

sul numero 4 di Chitarra<br />

Acu<strong>st</strong>ica, con una bella recensione<br />

di Daniele Bazzani. Ma l’occasione<br />

di far quattro chiacchiere con Pierre,<br />

in occasione della serata conclusiva<br />

di Un Paese a Sei Corde, non ce la<br />

siamo fatta scappare.<br />

arti<strong>st</strong>i<br />

Trentacinque anni di buona musica<br />

Lidia [Robba, con Domenico Brioschi anima della<br />

manife<strong>st</strong>azione] mi ha detto che parli italiano<br />

benissimo, proviamo?<br />

[Ridendo] Meglio di no, altrimenti potrebbe essere<br />

una delle intervi<strong>st</strong>e più brevi della <strong>st</strong>oria: [in italiano]<br />

‘sì, no… buona sera’. Scherzi a parte, <strong>st</strong>o cercando<br />

imparare a dire qualcosa durante i concerti, ma per<br />

il momento non vado molto lontano.<br />

Partiamo da Vividly, il tuo ultimo disco. Come<br />

sempre, nei tuoi lavori si sentono echi di svariate<br />

influenze e contaminazioni. Come definire<strong>st</strong>i<br />

la tua musica?<br />

Buona musica [sorridendo]? Lo spero proprio.<br />

Non penso mai alla musica in categorie, non faccio<br />

qualcosa per ottenere un determinato risultato. È<br />

una cosa di cui non mi preoccupo, di cui non tengo<br />

conto. Per me la musica non è definibile a priori<br />

dall’e<strong>st</strong>erno, piutto<strong>st</strong>o è caratterizzata da qualcosa<br />

che <strong>st</strong>a dentro, all’interno del pezzo. Con Vividly ho<br />

cercato anche di andare un po’ oltre. Non mi sono<br />

allontanato dalla mia <strong>st</strong>rada, ma al tempo <strong>st</strong>esso<br />

non volevo fare un altro disco come Intuite o<br />

Altiplanos. Preferisco non soffermarmi troppo sulle<br />

<strong>st</strong>esse cose.<br />

Quanto è durata la lavorazione del disco?<br />

Ci ho lavorato per quasi due anni senza pause.<br />

Anche se alcuni dei pezzi arrivano da più lontano,<br />

nel tempo.<br />

28<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


Intervi<strong>st</strong>a a<br />

Pierre Bensusan<br />

ar<br />

Come lavori sugli arrangiamenti dei tuoi brani?<br />

Mi piace improvvisare molto sulla chitarra. Sono<br />

sempre alla ricerca del giu<strong>st</strong>o rapporto tra tecnica,<br />

comodità di esecuzione e suono… come posso<br />

spiegare… cerco di ottenere sempre il massimo<br />

dallo <strong>st</strong>rumento e, allo <strong>st</strong>esso tempo, di rendere la<br />

parte tecnica il più semplice possibile. Per cui lavoro<br />

molto sulle diteggiature dei brani. Paradossalmente,<br />

una volta fissato il pezzo sullo spartito, cerco di dimenticarlo<br />

per poter sperimentare. Alcuni brani di<br />

Vividly sono molto recenti per cui, non avendoli<br />

suonati spesso dal vivo, non sono ancora <strong>st</strong>ati sottopo<strong>st</strong>i<br />

a que<strong>st</strong>o ‘trattamento’ e sono più freschi e<br />

spontanei.<br />

Poco prima dell’uscita del disco nuovo è <strong>st</strong>ato<br />

presentato il cofanetto celebrativo per i tuoi<br />

trentacinque anni di carriera…<br />

Certo! È <strong>st</strong>ata un’idea del mio manager francese.<br />

Ha detto che dovevamo far sapere alla gente che<br />

sono in giro ormai da parecchio [sorridendo]. In effetti<br />

sono molto fiero di que<strong>st</strong>a operazione, che ha<br />

permesso anche di rimettere in catalogo dischi un<br />

po’ datati.<br />

Ti ha emozionato que<strong>st</strong>a iniziativa?<br />

Sul subito mi ha colpito molto l’idea. Poi sono <strong>st</strong>ato<br />

riassorbito dal lavoro di Vividly, che all’epoca non<br />

era ancora uscito, e mi sono concentrato esclusivamente<br />

su quello. Poi il disco è <strong>st</strong>ato pubblicato<br />

e avevo un altro ‘bambino’ [in italiano] da seguire.<br />

Ora su cosa <strong>st</strong>ai lavorando?<br />

Come sempre, <strong>st</strong>o cercando di migliorare il mio<br />

modo di suonare, di improvvisare, di interpretare<br />

i miei brani in modo da eseguirli nel miglior modo<br />

possibile.<br />

Studi ancora molto?<br />

Sempre, tutto il tempo!<br />

Su cosa ti focalizzi?<br />

Essenzialmente sull’armonia e sulla tecnica della<br />

mano de<strong>st</strong>ra. Perché penso che la mano de<strong>st</strong>ra sia<br />

la vera origine del suono e sia fondamentale per<br />

dare ai brani il giu<strong>st</strong>o colore. Sono anche molto<br />

concentrato per tentare di entrare a fondo nei brani,<br />

in modo da poter spaziare al massimo sulla ta<strong>st</strong>iera<br />

ed essere in grado di ricordare dove ottengo i risultati<br />

migliori. In modo da avere la maggior confidenza<br />

possibile con la mia musica, soprattutto per quando<br />

la eseguo dal vivo. Anche perché i concerti hanno<br />

un’intensità tale che difficilmente è riproducibile in<br />

altri conte<strong>st</strong>i. Tutto que<strong>st</strong>o penso dia ‘so<strong>st</strong>anza’ al<br />

mio modo di suonare.<br />

Come vivi que<strong>st</strong>a ‘intensità’ delle esibizioni dal<br />

vivo a solo?<br />

Molto bene. Non mi sento mai solo: ho sei corde e<br />

un pubblico… è abba<strong>st</strong>anza. A volte capita di essere<br />

un po’ nervosi, ma ho capito che mi ba<strong>st</strong>a entrare<br />

nella musica per lasciare tutto alle spalle. Se riesco<br />

ad ascoltarmi come <strong>st</strong>anno facendo le persone che<br />

29<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


ar<br />

Intervi<strong>st</strong>a a<br />

Pierre Bensusan<br />

vorando alla trascrizione di molti dei miei brani in<br />

<strong>st</strong>antard tuning. È una grossa apertura, soprattutto<br />

verso l’ambiente della musica classica, in cui molti<br />

conoscono il mio lavoro ma non lo affrontano per via<br />

dell’accordatura. In que<strong>st</strong>o modo, magari, qualche<br />

<strong>st</strong>udente potrà chiedere al proprio insegnante di<br />

vedere alcuni di que<strong>st</strong>i brani senza problemi.<br />

Ho vi<strong>st</strong>o che sul palco hai una nuova chitarra<br />

rispetto all’ultima volta che ci siamo incontrati…<br />

La mia nuova Lowden Signature! Anche se in effetti<br />

sono quasi tre anni che la uso.<br />

E la Kevin Ryan che fine ha fatto?<br />

È in vendita. Non mi piace tenere troppi <strong>st</strong>rumenti.<br />

Si, ho vi<strong>st</strong>o il prezzo sul tuo sito… mio Dio…<br />

[ridendo della grossa] Be’, non è molto lontano dal<br />

prezzo della chitarra nuova.<br />

In effetti anche quando guardo il sito della Kevin<br />

Ryan il commento è lo <strong>st</strong>esso: oh mio Dio…<br />

C’è da tenere presente anche il co<strong>st</strong>o dell’amplificazione,<br />

che al momento è quanto di meglio si<br />

possa trovare in circolazione. E poi è <strong>st</strong>ata suonata<br />

molto, moltissimo, per cinque anni: ha un timbro<br />

magnifico.<br />

ho di fronte, posso dimenticare qualsiasi tensione.<br />

Spieghi anche que<strong>st</strong>e cose durante i seminari<br />

residenziali, che tieni ogni anno a casa tua?<br />

Certo. Tra l’altro è incredibile ma ogni anno c’è<br />

sempre qualche italiano che partecipa.<br />

Hai molti fan nel no<strong>st</strong>ro paese…<br />

È sempre una bella esperienza ricevere, ospitare<br />

que<strong>st</strong>e persone a casa mia, e passare tempo<br />

assieme. E suonare, suonare, suonare… cerco di<br />

trasmettere loro, in que<strong>st</strong>o modo, un approccio alla<br />

musica molto semplice e immediato.<br />

Permettimi una piccola provocazione: ho vi<strong>st</strong>o<br />

sul tuo sito che hai una nuova muta di corde<br />

signature per la <strong>st</strong>andard tuning… cosa è successo?<br />

[ridendo] È successo che ho scoperto che un<br />

sacco di gente usava le mie corde perché… vanno<br />

bene. Ma tutta que<strong>st</strong>e persone spesso suonano<br />

anche in accordatura <strong>st</strong>andard, per cui.. perché no?<br />

Perché non usare la mia visibilità per promuovere<br />

quello che è un ottimo prodotto? Così abbiamo una<br />

muta per chi suona in DADGAD e una per tutti gli<br />

altri. Tra l’altro il mio amico Roland Gallery <strong>st</strong>a la-<br />

Le caratteri<strong>st</strong>ice della Lowden, invece, quali<br />

sono?<br />

Principalemente un suono e<strong>st</strong>remamente chiaro e<br />

definito, con una netta separazione tra le note e tra<br />

le corde. La profondità della cassa è leggermente<br />

maggiorata per compensare lo shape piccolo. Ho<br />

deciso per una small jumbo per evitare problemi alla<br />

spalla de<strong>st</strong>ra e George [Lowden naturalmente] ha<br />

fatto que<strong>st</strong>a scelta per ottenere maggiore profondità<br />

sui bassi. La cassa è in palissandro dell’Honduras,<br />

mentre la tavola è in adirondak del Canada, che per<br />

me sono una novità come scelta di materiali. Quindi<br />

sonorità completamente diverse da esplorare e da<br />

imparare a controllare.<br />

Cosa hai scelto per l’amplificazione?<br />

Monta un Highlander IP1 che miscelo con un microfono<br />

AKG davanti alla buca.<br />

In passato hai utilizzato un lap top come multieffetto,<br />

direi che hai abbandonato quel set up…<br />

Assolutamente, mai più. Ora utilizzo un mixer<br />

Soundcraft SI Compact 16, completamente programmabile,<br />

con effetti della Lexicon integrati.<br />

Te<strong>st</strong>o e foto di Mario Giovannini<br />

30<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


Paolo Bonfanti e Martino Coppo


ar<br />

arti<strong>st</strong>i<br />

Talenti fuggiti all’e<strong>st</strong>ero Intervi<strong>st</strong>a ad Antonio Forcione<br />

Talenti fuggiti all’e<strong>st</strong>ero: se ne parla<br />

tanto in ambito scientifico, ma in<br />

Italia la tri<strong>st</strong>e realtà culturale, che<br />

ruota intorno alla musica in generale,<br />

lascia ben poche prospettive di sopravvivenza<br />

anche a chi ha scelto di<br />

esprimere, senza compromessi, la<br />

propria arte attraverso una musica<br />

lontana dalla commercialità dilagante.<br />

Stiamo parlando della propo<strong>st</strong>a<br />

musicale di uno dei massimi esponenti<br />

della chitarra acu<strong>st</strong>ica contemporanea:<br />

Antonio Forcione. Ormai<br />

londinese di adozione, è uno <strong>st</strong>raordinario<br />

musici<strong>st</strong>a e performer: chi ha<br />

avuto il piacere di assi<strong>st</strong>ere ad un<br />

suo concerto di sicuro non è rima<strong>st</strong>o<br />

indifferente di fronte alla bellezza dei<br />

brani propo<strong>st</strong>i, spesso conditi da un<br />

virtuosismo portato ai massimi livelli.<br />

Propone uno spettacolo divertente, a<br />

tratti ironico, frutto di una grande preparazione<br />

e dell’esperienza maturata<br />

sui palchi e sulla ‘<strong>st</strong>rada’ di un lungo<br />

e personale percorso musicale. Abbiamo<br />

avuto l’opportunità di incontrare<br />

Antonio a Galliate, dove a settembre<br />

ha tenuto un concerto per la rassegna<br />

Un Paese a Sei Corde, organizzato<br />

in collaborazione con il fe<strong>st</strong>ival<br />

Galliate Ma<strong>st</strong>er Guitar. Un’esibizione<br />

brillante e coinvolgente, molto apprezzata<br />

da un pubblico che lo ha<br />

ricambiato con grande affetto e partecipazione.<br />

Non ci siamo lasciati<br />

scappare l’occasione di fare una bella<br />

chiacchierata.<br />

32<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


Intervi<strong>st</strong>a ad<br />

Antonio Forcione<br />

Negli ultimi anni il livello tecnico dello <strong>st</strong>rumento<br />

è cresciuto moltissimo e parecchie delle tecniche,<br />

come tapping e percussioni, che fino a<br />

qualche anno fa erano utilizzate da pochi ‘illumiar<br />

Anzitutto complimenti per il tuo concerto,<br />

davvero un grandissimo spettacolo! La prima<br />

è una domanda quasi obbligatoria: da oltre<br />

vent’anni vivi in Inghilterra, all’e<strong>st</strong>ero sei molto<br />

conosciuto e protagoni<strong>st</strong>a di una brillante carriera;<br />

vuoi raccontarci come hai iniziato e cosa<br />

ti ha spinto a lasciare il no<strong>st</strong>ro paese?<br />

Ho incominciato a suonare a dieci anni la batteria,<br />

subito dopo ho aggiunto la chitarra e il basso. Un<br />

paio d’anni dopo ero il chitarri<strong>st</strong>a soli<strong>st</strong>a della band<br />

del paese. In quegli anni dedicavo quasi tutto il mio<br />

tempo libero a que<strong>st</strong>i <strong>st</strong>rumenti. A diciannove anni,<br />

dopo aver finito gli <strong>st</strong>udi all’i<strong>st</strong>ituto d’arte di Ancona,<br />

mi sono trasferito a Roma. Su consiglio di Franco<br />

Cerri, ho preso lezioni di chitarra jazz dal mae<strong>st</strong>ro<br />

Sergio Coppotelli, che allora era il chitarri<strong>st</strong>a<br />

dell’orche<strong>st</strong>ra della Rai. In quel periodo, per mantenermi<br />

e pagare le lezioni, oltre a insegnare in un<br />

centro sociale, lavoravo come manovale nell’edilizia<br />

e ti assicuro che era dura. Ricordo ancora quelle<br />

sere che, <strong>st</strong>remato, mi addormentavo con le cuffie<br />

in te<strong>st</strong>a o il carboncino in mano, e la mattina pre<strong>st</strong>issimo<br />

mi alzavo per dedicare ancora mezz’ora ai<br />

solfeggi. Erano tempi in cui la mia scelta di voler<br />

diventare un musici<strong>st</strong>a professioni<strong>st</strong>a è <strong>st</strong>ata messa<br />

a dura prova. Oggi ripenso a quei momenti come a<br />

un importante periodo di maturazione.<br />

Riguardo alla seconda parte della tua domanda,<br />

posso dirti che Roma come citta mi è sempre piaciuta,<br />

ma non offriva un granché sul piano musicale.<br />

E così, un po’ insofferente e fru<strong>st</strong>rato, nel 1983<br />

ho deciso di partire per Londra, male che vada –<br />

ripetevo a me <strong>st</strong>esso – imparo la lingua. Il re<strong>st</strong>o è<br />

<strong>st</strong>oria… come dicono gli inglesi.<br />

Sul palco ti muovi con grande naturalezza e riesci<br />

a proporre un set coinvolgente e per certi<br />

aspetti anche divertente, con gag che sembrano<br />

arrivare più dal mondo dello spettacolo che da<br />

quello puramente chitarri<strong>st</strong>ico…<br />

È vero e c’è un motivo: in Inghilterra, dall‘83 al ‘91,<br />

avevo regi<strong>st</strong>rato cinque album (incluso quello con la<br />

Virgin Records) e mi sentivo abba<strong>st</strong>anza appagato e<br />

ben inserito nella realtà musicale di Londra. In quel<br />

periodo Paul Morrocco mi ha invitato a unirmi al trio<br />

‘Olé’. Era uno show da teatro comico-demenziale in<br />

cui il mio ruolo non si limitava solo a quello di chitarri<strong>st</strong>a,<br />

ma intervenivo anche come mimo, coreografo,<br />

compositore, ballerino, ecc. Una tela diversa,<br />

su cui usare colori e tecniche diverse, una nuova<br />

sfida personale. Il trio è apparso in programmi televisivi<br />

nazionali e ha partecipato a moltissimi fe<strong>st</strong>ival<br />

internazionali, Canada, Honk Kong, Giappone,<br />

Nuova Zelanda, Au<strong>st</strong>ralia, Italia Spagna, Geramania<br />

e cosi via… Un’esperienza bellissima, piena di<br />

viaggi intensi che mi hanno regalato l’opportunità<br />

di esplorare altre forme di espressione, facendomi<br />

riflettere non più sul piano chitarri<strong>st</strong>ico ma arti<strong>st</strong>ico<br />

e comunicativo, dove la creatività svolge un ruolo<br />

fondamentale.<br />

Chi sono <strong>st</strong>ati e chi sono oggi i tuoi riferimenti<br />

musicali?<br />

Sono in co<strong>st</strong>ante ricerca di punti di riferimento, a<br />

volte trovo ispirazione in un film o semplicemente<br />

dalle situazioni o da incontri quotidiani. Musicalmente:<br />

Jimi, Hendrix, Santana, Stevie Wonder,<br />

Coltrane, John McLaughlin, Keith Jarrett, Django<br />

Reinhardt, Herbie Hancock, Joni Mitchell, Weather<br />

Report, Oregon, Ralph Towner, Egberto Gismonti,<br />

Jan Garbarek, Charlie Haden, Pat Metheny, e tanti<br />

altri…<br />

Da anni ho una particolare attenzione verso la<br />

musica o il musici<strong>st</strong>a che ha una <strong>st</strong>oria/segreto da<br />

raccontare/svelare. Senza scimmiottare, lontano da<br />

contaminazioni commerciali. Mi interessano le radici<br />

musicali con forte e profondo impatto emotivo.<br />

In particolare, negli ultimi cinque anni, mi sono immerso<br />

nella musica del continente africano che è la<br />

fonte di ispirazione del mio ultimo lavoro Sketches<br />

of Africa, cui hanno contribuito, oltre ai componenti<br />

del mio quartetto (violoncello, percussioni, flauto e<br />

contrabasso), anche musici<strong>st</strong>i incredibili provenienti<br />

dal Senegal, Gambia, Zimbabwe e Sud Africa.<br />

L’album uscirà in primavera 2012.<br />

33<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


ar<br />

Intervi<strong>st</strong>a ad<br />

Antonio Forcione<br />

rivato e quali sono i tuoi prossimi obiettivi arti<strong>st</strong>ici?<br />

Dopo tanti anni dedicati alla composizione, alla<br />

regi<strong>st</strong>razione e a tantissimi viaggi , ‘traguardo’ non è<br />

una parola che mi passa per la te<strong>st</strong>a… Oggi posso<br />

solo confermare il mio entusiasmo per ciò che ho la<br />

fortuna di fare. Que<strong>st</strong>’anno, ad esempio, ho portato<br />

l’ultimo progetto musicale al fe<strong>st</strong>ival di Edinburgo,<br />

che ho il privilegio di frequentare ormai da vent’anni.<br />

Brani che evocano lo spirito del continente africano,<br />

eseguiti con una formazione inedita, il trio AKA: il<br />

brasiliano Adriano Adewale (percussioni), il senegalese<br />

Seckou Keita (chora) ed io.<br />

nati’ oggi sono largamente diffuse. La chitarra<br />

acu<strong>st</strong>ica ha maturato una grande libertà espressiva<br />

ed è probabile che que<strong>st</strong>o abbia contribuito<br />

non poco ad avvicinare molti giovani a que<strong>st</strong>o<br />

<strong>st</strong>rumento. Ma in que<strong>st</strong>o conte<strong>st</strong>o pensi ci sia<br />

ancora spazio in futuro per qualcosa di veramente<br />

nuovo?<br />

Il diffondersi di forme di espressione è una cosa<br />

positiva e ci sarà sempre qualcosa di nuovo da<br />

scoprire. Il tapping, ad esempio, è una tecnica antica<br />

che risale sicuramente a qualche centinaiao di<br />

anni… Oggi credo che lo sviluppo della sensibilità di<br />

nuovi pickup ha sicuramente avuto un ruolo determinante<br />

per l’allargamento e lo sviluppo delle tecniche,<br />

sopratutto percussive, sulla chitarra acu<strong>st</strong>ica.<br />

È anche importante non sottovalutare l’impatto visivo<br />

dei canali musicali come MTV e YouTube e il<br />

loro potere di persuasione. Que<strong>st</strong>i fenomeni, importanti<br />

e positivi per alcuni aspetti, come lo spettacolo<br />

visivo, hanno anche creato delle realtà dove alcune<br />

performance musicali, vendute come ‘live’, si manife<strong>st</strong>ano<br />

con uno scimmiottamento virtuale, accompagnato<br />

con vere e proprie backing track! Que<strong>st</strong>o<br />

purtroppo è un fenomeno molto tri<strong>st</strong>e per il mondo<br />

della musica, sarebbe giu<strong>st</strong>o di<strong>st</strong>inguere la musica<br />

dal vivo e con basi regi<strong>st</strong>rate.<br />

Musicalmente a che punto pensi di essere ar-<br />

Hai suonato e incontrato grandi musici<strong>st</strong>i, c’è<br />

qualche collaborazione che ti piace ricordare?<br />

Dopo una performance di John McLauglin, alla<br />

London Royal Albert Hall, ho colto l’occasione per<br />

salutarlo e per invitare Trilok Gurtu e il bassi<strong>st</strong>a Kay<br />

Egheart a regi<strong>st</strong>rare sul mio disco Ghetto Paradise:<br />

hanno accettato e l’esperienza è <strong>st</strong>ata davvero<br />

bellissima. Trilock ha ricambiato il favore invitandomi<br />

piu volte a suonare con lui in diverse occasioni,<br />

altra esperienza elettrizzante.<br />

Un’altra occasione particolare è <strong>st</strong>ata quando<br />

sono venuto a sapere che il leggendario contrabassi<strong>st</strong>a<br />

americano Charlie Haden manife<strong>st</strong>ava<br />

interesse nel regi<strong>st</strong>rare un album in duo con me.<br />

Ho ascoltato per anni la sua musica, sopratutto le<br />

sue collaborazioni con il trio: Jan Garbarek, Charlie<br />

Haden ed Egberto Gismonti. Forse è la formazione<br />

che più mi ha rapito e ispirato, da sempre. Trascorrere<br />

quei quattro giorni non solo con la leggenda,<br />

ma con l’uomo Charlie Haden che, come un ragazzino,<br />

ti racconta della sua vita, parla dell’Italia e<br />

della musica mi ha lasciato un ricordo indelebile.<br />

Mentre mi faceva ascoltare dei vinili, ricordo di avergli<br />

fatto la domanda: «Cosa cerchi dalla musica?»<br />

Lui si ferma qualche secondo, poi dietro un piccolo<br />

sorriso risponde: «The beauty».<br />

Piu recentemente ho apprezzato il lavoro con Pat<br />

Metheny. L’album Heartplay è <strong>st</strong>ato regi<strong>st</strong>rato in<br />

California, presso l’In<strong>st</strong>itute of the Art (LA), tutto in<br />

tre giorni, in diretta su na<strong>st</strong>ro <strong>st</strong>ereo senza sovraincisioni!<br />

L’album ha ricevuto ottime critiche dalle rivi<strong>st</strong>e<br />

americane e sono contentissimo che la casa<br />

discografica NAIM abbia ma<strong>st</strong>erizzato la regi<strong>st</strong>razione<br />

negli <strong>st</strong>udi di Abbey Road, dando vita anche<br />

alla versione in vinile.<br />

Vuoi dirci qualcosa sul tuo suono e sugli <strong>st</strong>rumenti<br />

che utilizzi?<br />

Uso essenzialmente tre chitarre: una Yamaha<br />

GCX-31-C con corde in nylon, una Yamaha APX-10<br />

con corde in metallo e una Admira modello Sofia,<br />

sempre corde in nylon, modificata fretless e ribattezzata<br />

da me Uddan.<br />

Potendo sceglierne uno solo, di che colore è la<br />

musica di Antonio Forcione?<br />

Color sorpresa?<br />

Dario Fornara<br />

34<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


<strong>st</strong><br />

<strong>st</strong>rumenti<br />

Quando la liuteria è un affare di famiglia<br />

I fratelli Chatelier<br />

Dario Fornara (in mezzo) in compagnia di Gérard e Philippe Chatelier<br />

Conosco i fratelli Chatelier da un<br />

paio d’anni, quando per la prima volta<br />

ho avuto il piacere di provare alcuni<br />

loro <strong>st</strong>rumenti presentati in una<br />

passata edizione dell’Acou<strong>st</strong>ic Guitar<br />

Meeting, a Sarzana. Gérard e Philippe<br />

Chatelier sono francesi (il loro laboratorio<br />

si trova nel centro di Nizza),<br />

la loro passione per la chitarra acu<strong>st</strong>ica<br />

è iniziata già da bambini, una<br />

passione che si può definire totale e<br />

che li ha pre<strong>st</strong>o avvicinati con curiosità<br />

alla liuteria. Oggi alla Chatelier<br />

si realizzano <strong>st</strong>rumenti di altissimo<br />

livello qualitativo, per co<strong>st</strong>ruzione e<br />

sonorità, adottando tecniche e soluzioni<br />

originali, senza mai rinunciare<br />

ad un gu<strong>st</strong>o e<strong>st</strong>etico sobrio, semplice<br />

ed elegante. È Gérard che si occupa<br />

principalmente della co<strong>st</strong>ruzione: una<br />

persona, come il fratello, molto cordiale<br />

e precisa. Entrambi sono anche<br />

ottimi musici<strong>st</strong>i e la cosa non gua<strong>st</strong>a,<br />

avvicinando le loro scelte co<strong>st</strong>ruttive<br />

alle reali necessità dei chitarri<strong>st</strong>i.<br />

Ne abbiamo parlato amichevolmente<br />

durante l’ultimo Galliate Ma<strong>st</strong>er Guitar,<br />

svoltosi recentemente, dove erano<br />

presenti ed era possibile te<strong>st</strong>are<br />

personalmente le loro creazioni…<br />

una ‘pericolosa’ tentazione per tutti<br />

quelli che lo hanno fatto!<br />

36<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


I fratelli Chatelier<br />

<strong>st</strong><br />

Ciao Gérard, ci si vede sempre più spesso in<br />

Italia! Come vedi la chitarra acu<strong>st</strong>ica nel no<strong>st</strong>ro<br />

paese e che differenze riscontri, rispetto alla<br />

Francia, nella propo<strong>st</strong>a musicale e liuteri<strong>st</strong>ica?<br />

Ci piace venire da voi, vi<strong>st</strong>a da Nizza (che è la più<br />

italiana fra le città francesi), l’Italia è un po’ una seconda<br />

madre patria. Abbiamo espo<strong>st</strong>o per la prima<br />

volta a Sarzana due anni fa e siamo rima<strong>st</strong>i impressionati<br />

dalla qualità dei chitarri<strong>st</strong>i italiani. Abbiamo<br />

avuto l’impressione che esi<strong>st</strong>a nel vo<strong>st</strong>ro paese un<br />

movimento intorno alla chitarra acu<strong>st</strong>ica più potente<br />

e più vivace rispetto alla Francia.<br />

Si trovano, da voi, chitarri<strong>st</strong>i molto precisi e originali,<br />

che conoscono bene le chitarre e la liuteria<br />

e che possono giudicare con competenza la loro<br />

qualità. Ci sono anche molti collezioni<strong>st</strong>i eruditi! I<br />

chitarri<strong>st</strong>i, molto spesso sanno ciò che vogliono e<br />

abbiamo trovato molto interessanti le critiche ed i<br />

suggerimenti raccolti in que<strong>st</strong>i incontri: ci permettono<br />

di progredire e di adattare le no<strong>st</strong>re creazioni ai<br />

loro bisogni.<br />

Partecipate a diverse mo<strong>st</strong>re ed eventi internazionali<br />

legati alla chitarra acu<strong>st</strong>ica: esi<strong>st</strong>e un<br />

vero ‘mercato’ per la chitarra acu<strong>st</strong>ica di liuteria?<br />

Il mercato della liuteria è una nicchia economica<br />

abba<strong>st</strong>anza ridotta. Esi<strong>st</strong>e oggi una concorrenza<br />

piutto<strong>st</strong>o forte, quella della produzione indu<strong>st</strong>riale<br />

dei paesi asiatici, capace di produrre buoni <strong>st</strong>rumenti<br />

a prezzi quasi dieci volte inferiori a quelli no<strong>st</strong>ri…<br />

e i no<strong>st</strong>ri <strong>st</strong>rumenti non sono dieci volte migliori!<br />

Assi<strong>st</strong>iamo anche al sorgere di una liuteria amatoriale,<br />

con lo sviluppo di ditte di vendita per corrispondenza<br />

di materiale per liuteria. Molti sognano<br />

di diventare liutai, ma non sono in reale concorrenza<br />

con noi. Ci sono ancora dei buoni musici<strong>st</strong>i pronti<br />

ad inve<strong>st</strong>ire finanziariamente per un timbro migliore,<br />

per un’opzione personale, per que<strong>st</strong>o ‘supplemento<br />

d’anima’ nel suono della chitarra di liuteria. Si <strong>st</strong>ringe<br />

poi sempre una relazione di amicizia tra il musici<strong>st</strong>a<br />

ed il liutaio, che sottolinea la differenza con<br />

l’oggetto indu<strong>st</strong>riale. Noi produciamo dieci-dodici<br />

chitarre l’anno che vanno a finire nelle mani di veri<br />

musici<strong>st</strong>i, ma il loro numero però non è illimitato,<br />

purtroppo.<br />

Come e quando è nata la tua passione per la liuteria?<br />

Sono un suonatore di ghironda… nessuno è perfetto!<br />

Sono <strong>st</strong>ato co<strong>st</strong>retto a co<strong>st</strong>ruire la mia prima<br />

ghironda negli anni ‘70, perché in giro non ve ne<br />

erano di suonabili. A quell’epoca Philippe, che era<br />

già chitarri<strong>st</strong>a, mi aveva fatto realizzare una copia<br />

della Martin 00-42 di Tom Paley, uno <strong>st</strong>rumento<br />

che era <strong>st</strong>ato da noi qualche giorno e che avevo<br />

37<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


<strong>st</strong><br />

I fratelli Chatelier<br />

osservato da vicino. Non ho più smesso di fabbricare<br />

<strong>st</strong>rumenti: clavicembalo, liuto, violino, mandolino,<br />

cornamusa, e soprattutto que<strong>st</strong>o particolare modello<br />

di chitarra.<br />

Cosa di<strong>st</strong>ingue una chitarra Chatelier?<br />

Niente… eccetto il suono! Assomiglia a tutte le<br />

altre chitarre, anche se il disegno della cassa è originale.<br />

È Philippe che ha realizzato il progetto, la<br />

ripartizione di volumi e l’ergonomia. Ciò che di<strong>st</strong>ingue<br />

la chitarra non è visibile a colpo d’occhio. Le<br />

vere singolarità risiedono nel principio di co<strong>st</strong>ruzione:<br />

facciamo degli <strong>st</strong>rumenti sotto tensione, un po’<br />

inspirati dai fratelli Larson.<br />

Nel ricercare una particolare sonorità adottate<br />

legni anche molto diversi, ma quanto è realmente<br />

‘prevedibile’ come suonerà una chitarra in<br />

fase di co<strong>st</strong>ruzione?<br />

Durante tutto il processo di fabbricazione percuoto<br />

i pezzi di legno (è quasi ridicolo!), ma si comincia<br />

già a sentire il timbro di uno <strong>st</strong>rumento quando se<br />

ne percuote il fondo e soprattutto la tavola, prima e<br />

dopo il montaggio delle catene, nel momento in cui<br />

la accordo togliendo tutto il legno superfluo e lavoro<br />

sulla rifinitura del suono.<br />

Il momento più importante è la percussione della<br />

cassa finita, in cui si verifica l’accordo finale che solitamente<br />

è un LA. Attualmente, su consiglio di Walter<br />

Lupi, <strong>st</strong>iamo sperimentando su un’accordatura<br />

in SOL#. Bisogna comunque riuscire a combinare<br />

le essenze giu<strong>st</strong>e!<br />

Chi sono i tuoi riferimenti per quanto riguarda<br />

la liuteria, e c’è qualcuno oggi che ha realmente<br />

qualcosa di nuovo da dire?<br />

I no<strong>st</strong>ri riferimenti sono naturalmente tutta la liuteria<br />

nord-americana, parlavo dei fratelli Larson ma<br />

anche delle marche <strong>st</strong>oriche. Al salone di Monréal,<br />

in cui abbiamo espo<strong>st</strong>o, era presente il meglio di<br />

que<strong>st</strong>a liuteria americana, ed è <strong>st</strong>ata una grande lezione<br />

vedere da vicino l’eccellenza di que<strong>st</strong>a produzione<br />

di oggi, e tutta la sua inventiva. Forse non c’è<br />

niente di nuovo, se non ciò che è <strong>st</strong>ato dimenticato,<br />

ma l’impressione è che c’è sempre del movimento<br />

nel cervello dei liutai!<br />

Linda Manzer, Michael Greenfield, Somogyi, Ken<br />

Parker e tanti altri… ho l’impressione che ciò che<br />

motiva un liutaio sia il fatto di credere che si possa<br />

fare ancora di meglio, anche se penso che i veri<br />

38<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


I fratelli Chatelier<br />

<strong>st</strong><br />

miglioramenti, per il suono della chitarra, non siano<br />

da ricercare nella spettacolarità della liuteria appariscente!<br />

Spesso sono i piccoli dettagli invisibili che,<br />

pazientemente riuniti e ben compresi, finiscono col<br />

dare una migliore coerenza alla <strong>st</strong>ruttura di una chitarra.<br />

Contrariamente al violino, nel cui caso i liutai<br />

di Cremona hanno fissato la perfezione nel 18simo<br />

secolo, per la chitarra ci sono ancora vie inesplorate…<br />

o almeno, è que<strong>st</strong>a la speranza che nutro!<br />

Ho vi<strong>st</strong>o una <strong>st</strong>rana macchina nel tuo laboratorio…<br />

una via di mezzo tra un ‘girarro<strong>st</strong>o’ e una<br />

lampada abbronzante, ce ne vuoi parlare?<br />

Sì, que<strong>st</strong>o girarro<strong>st</strong>o è il no<strong>st</strong>ro ‘kebab’! È una<br />

cabina a raggi UVC, che sono i raggi del naturalmente<br />

irradiamento solare… si sa che anche i liutai<br />

di Cremona lasciavano i loro violini al sole per ossidarli<br />

e farli ‘abbronzare’! Noi ci mettiamo soprattutto<br />

le tavole armoniche: le facciamo girare lentamente<br />

davanti ai raggi UV grazie al motore di un vero<br />

girarro<strong>st</strong>o. Ciò produce l’effetto di far invecchiare<br />

e <strong>st</strong>abilizzare il legno, migliora il timbro rendendolo<br />

più ‘vintage’ e risonante, e contribuisce anche a<br />

dargli un certo colore. Ma attenzione! Non si deve<br />

far cuocere il legno, bisogna controllare bene il tempo<br />

d’esposizione. Un altro effetto dei raggi UV è che<br />

sono catalizzatori e permettono di seccare le vernici<br />

accelerando il loro processo di catalisi.<br />

Però è bene evidenziare l’aspetto pericoloso di<br />

que<strong>st</strong>o processo! Esi<strong>st</strong>ono dei gravi possibili effetti<br />

collaterali e non vorrei avere sulla coscienza la pelle<br />

di qualche appassionato che intenda replicare l’esperimento!<br />

Se vi trovate troppo pallidi, evitate l’uso<br />

del kebab!<br />

State lavorando su nuovi progetti, sviluppando<br />

nuove idee in que<strong>st</strong>o periodo?<br />

Conosco due chitarri<strong>st</strong>i italiani, di cui non voglio<br />

fare i nomi [D.F. e W.L.] che hanno intenzione di<br />

farmi impazzire! Ma ho intenzione di difendermi!<br />

No, sul serio, ci sono in prospettiva dei progetti di<br />

adattamento dei no<strong>st</strong>ri modelli agli <strong>st</strong>ili particolari di<br />

alcuni musici<strong>st</strong>i… ma que<strong>st</strong>o lavoro di collaborazione<br />

è per noi molto importante oltre che appassionante,<br />

penso che miglioreremo ancora.<br />

So che sia tu che Philippe siete validi musici<strong>st</strong>i!<br />

Ce ne vuoi parlare?<br />

Philippe è un grande appassionato di chitarra ed<br />

è un ottimo chitarri<strong>st</strong>a flatpicker, nel suo gruppo di<br />

bluegrass suona soprattutto il dobro, il mandolino e<br />

il banjo. Io suono soprattutto la ghironda e la cornamusa…<br />

quindi non proprio della musica … abbiamo<br />

tutti le no<strong>st</strong>re fru<strong>st</strong>azioni!<br />

Dario Fornara<br />

39<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


<strong>st</strong><br />

<strong>st</strong>rumenti<br />

Visita a un liutaio ‘hobbi<strong>st</strong>a’ per modo di dire<br />

Maxmonte Guitars<br />

Massimiliano Monterosso è un liutaio<br />

hobbi<strong>st</strong>a di Monteortone (Abano<br />

Terme), che ha iniziato la sua attività<br />

di co<strong>st</strong>ruzione di <strong>st</strong>rumenti musicali<br />

nel 2003, partendo dalle elettriche<br />

per poi continuare con le acu<strong>st</strong>iche.<br />

«Ho co<strong>st</strong>ruito la mia prima chitarra<br />

elettrica, su copia di una Les Paul,<br />

perché mi serviva una chitarra per la<br />

mia band, poi ho vi<strong>st</strong>o che mi era venuta<br />

bene e ho continuato a co<strong>st</strong>ruirle»<br />

sintetizza così Max l’inizio della<br />

sua passione.<br />

Max, cominciamo anzitutto a parlare della tua<br />

chitarra suonata da Muriel Anderson all’Acou<strong>st</strong>ic<br />

Franciacorta…<br />

È <strong>st</strong>ato davvero un caso che avessi con me una<br />

harp-guitar alla mo<strong>st</strong>ra. Pochi giorni prima Giorgio<br />

Cordini, organizzatore di Acou<strong>st</strong>ic Franciacorta, mi<br />

aveva accennato che Muriel <strong>st</strong>ava incontrando dei<br />

problemi con la spedizione della sua. Così sono riuscito<br />

a recuperare la mia Harp-Guitar, già data a un<br />

amico di Novara, da esporre al fe<strong>st</strong>ival, sperando<br />

Max Monte<br />

in un parere di Muriel sullo <strong>st</strong>rumento in que<strong>st</strong>ione.<br />

La domenica del weekend in cui si svolgeva il fe<strong>st</strong>ival<br />

ho avuto la conferma che Muriel non avrebbe<br />

ricevuto la sua chitarra-arpa. Giorgio si è presentato,<br />

con lei, nel pomeriggio al mio <strong>st</strong>and per farle<br />

provare la mia seconda creazione in que<strong>st</strong>o <strong>st</strong>rano<br />

mondo ibrido tra chitarra e arpa. Muriel si è subito<br />

dimo<strong>st</strong>rata interessata allo <strong>st</strong>rumento, malgrado<br />

fosse un po’ diverso dal suo, cioè con le corde in<br />

metallo mentre lei usa corde in nylon e sei bassi al<br />

po<strong>st</strong>o di sette.<br />

Così, dopo un po’ di tempo che la provava, mi<br />

ha chie<strong>st</strong>o se potevo gentilmente pre<strong>st</strong>argliela per il<br />

concerto serale. Immaginate l’orgoglio nei miei occhi<br />

nel sentire una frase del genere. La rispo<strong>st</strong>a è<br />

<strong>st</strong>ata ovviamente sì! Muriel non ha avuto il tempo<br />

di provare il si<strong>st</strong>ema di amplificazione che avevo<br />

in<strong>st</strong>allato, così al concerto l’ha suonata amplificata<br />

solo da un microfono. Il suono era bello, lei è incredibilmente<br />

brava, e i suoi brani con la harp-guitar<br />

sono arrivati al pubblico incuriosito come un piccolo<br />

ruscello che si fa <strong>st</strong>rada tra i sassi.<br />

Dopo essermi gu<strong>st</strong>ato il concerto in prima fila, ed<br />

essermi emozionato per l’accaduto, Muriel, grata<br />

del pre<strong>st</strong>ito e contenta della performance, mi ha<br />

chie<strong>st</strong>o se potevo pre<strong>st</strong>argliela per un paio di concerti<br />

che avrebbe fatto a Treviso e a Como pochi<br />

giorni dopo. Ovviamente un altro sì!<br />

40<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


Maxmonte Guitars<br />

<strong>st</strong><br />

Da quanto tempo hai que<strong>st</strong>a passione ?<br />

Ho sempre avuto una passione per la musica in<br />

generale, poi quasi per caso è nata la passione per<br />

la co<strong>st</strong>ruzione di chitarre elettriche, acu<strong>st</strong>iche e bassi.<br />

Ho iniziato a co<strong>st</strong>ruire chitarre copiando, come ti<br />

dicevo, una Gibson Les Paul. Successivamente ho<br />

co<strong>st</strong>ruito un’altra elettrica e ho vi<strong>st</strong>o che mi divertivo<br />

e venivano bene. Così mi sono lanciato anche nel<br />

mondo delle chitarre acu<strong>st</strong>iche. Non ho seguito corsi<br />

e non ho una formazione classica, per me è una<br />

grande passione a cui purtroppo dedico un tempo<br />

ri<strong>st</strong>retto della giornata. Quello che so l’ho imparato<br />

da amici liutai, soprattutto americani. Mi piace sperimentare<br />

e inventare nuove soluzioni per migliorare<br />

i miei <strong>st</strong>rumenti musicali e anche fare nuovi attrezzi<br />

che mi servono per la lavorazione del legno.<br />

Parlaci delle tue chitarre, dei materiali, della tecnica<br />

co<strong>st</strong>ruttiva…<br />

Ho a disposizione diversi legni, anche se cerco<br />

di co<strong>st</strong>ruire con materiali abba<strong>st</strong>anza <strong>st</strong>andard<br />

come palissandro indiano e abete Val di Fiemme.<br />

Mi piace molto anche il noce per fasce e fondo. Sulla<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica che <strong>st</strong>o co<strong>st</strong>ruendo in que<strong>st</strong>o<br />

momento ho fatto alcuni esperimenti: ho accordato<br />

la catenatura della tavola armonica in cedro, con il<br />

si<strong>st</strong>ema delle risonanze Chladni e ho fatto la spalla<br />

mancante che segue il profilo del tacco per evitare<br />

il fa<strong>st</strong>idioso spigolo che spesso si trova nella transizione<br />

sulla cassa. Mi piace realizzare gli <strong>st</strong>rumenti<br />

con la filosofia che, se dovrò metterci le mani per<br />

qualche riparazione o manutenzione, non dovrò impazzire<br />

o metterci più tempo del dovuto. Per que<strong>st</strong>i<br />

motivi, realizzo il manico incollando diverse essenze,<br />

di solito cinque. Per una maggiore robu<strong>st</strong>ezza,<br />

rinforzo que<strong>st</strong>’ultimo con due barrette di carbonio<br />

per tutta la lunghezza della ta<strong>st</strong>iera. Oltre a utilizzare<br />

un trussrod regolabile in entrambi i sensi, applico<br />

un si<strong>st</strong>ema di regolazione dell’action. Que<strong>st</strong>o<br />

si<strong>st</strong>ema abba<strong>st</strong>anza complesso permette di regolare<br />

l’angolazione del manico rispetto alla cassa, di<br />

conseguenza per regolare l’action non serve togliere<br />

la selletta e limarla, ba<strong>st</strong>a agire su di una vite per<br />

modificare l’altezza delle corde. Que<strong>st</strong>o metodo sviluppato<br />

da Mike Doolin è molto comodo per il setup<br />

della chitarra, una volta ottenuto l’angolo ottimale<br />

di incidenza delle corde sulla selletta per avere il<br />

suono ottimale.<br />

Come hai iniziato a co<strong>st</strong>ruire harp-guitar?<br />

È una bella <strong>st</strong>oria da raccontare. Quando il mio<br />

amico chitarri<strong>st</strong>a Francesco Faldani ha organizzato<br />

un concerto di Stephen Bennett dalle mie parti, gli<br />

ho subito chie<strong>st</strong>o se era possibile far provare una<br />

mia chitarra a Stephen. Avevo conosciuto Stephen<br />

in America grazie a un’amica liutaio che me l’ha presentato.<br />

Una volta finito il concerto, mi ha riconosciuto<br />

ed è <strong>st</strong>ato davvero gentile a provare la mia<br />

chitarra. Eravamo rima<strong>st</strong>i in pochi con Stephen,<br />

41<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici<br />

Muriel Anderson con la chitarra arpa di Max Monte


<strong>st</strong><br />

Maxmonte Guitars<br />

nell’auditorium vuoto dove si era svolto il concerto.<br />

Dopo mezzora che provava la mia chitarra senza<br />

dire una parola, si rivolge a Francesco dicendogli:<br />

«Hai trovato chi ti fa la chitarra-arpa».<br />

Qualche mese dopo ho rivi<strong>st</strong>o Francesco che mi<br />

ha chie<strong>st</strong>o se gli potevo co<strong>st</strong>ruire una chitarra-arpa.<br />

Un po’ <strong>st</strong>upito e, allo <strong>st</strong>esso tempo, incuriosito da<br />

que<strong>st</strong>o <strong>st</strong>rumento ho accettato la sfida. Non sapevo<br />

nemmeno da che parte iniziare e Francesco è<br />

mancino, ma assieme ci siamo documentati e dopo<br />

un anno la harp-guitar era nelle sue mani capaci.<br />

Siamo <strong>st</strong>ati entrambi <strong>st</strong>upiti dal gran suono, anche<br />

appena montate le corde! Ho voluto co<strong>st</strong>ruirne subito<br />

un’altra per de<strong>st</strong>ri da portare alla convention<br />

di Sarzana dello scorso maggio. Realizzata con gli<br />

<strong>st</strong>essi legni, cioè noce per le fasce e fondo e abete<br />

Val di Fiemme per la tavola con in più l’aggiunta<br />

di un poggia braccio e un ponte di nuovo disegno<br />

senza piroli, per alleggerire un po’ la tavola. Que<strong>st</strong>o<br />

è lo <strong>st</strong>rumento che ha suonato Muriel all’Acou<strong>st</strong>ic<br />

Franciacorta.<br />

Ti ispiri a qualche liutaio in particolare?<br />

Non ho un vero e proprio liutaio a cui mi ispiro.<br />

Per motivi di famiglia sono spesso in America dove<br />

ho conosciuto molti co<strong>st</strong>ruttori (Kevin Ryan, Kathy<br />

Wingert, Mike Doolin), con cui mi sento spesso per<br />

consigliarmi e confrontarmi. A mio parere, i liutai<br />

americani sono avanti a noi per quanto riguarda<br />

la chitarra acu<strong>st</strong>ica, soprattutto come tecniche co<strong>st</strong>ruttive.<br />

Mi piace molto l’approccio aperto e votato<br />

alla condivisione, anche con l’ultimo arrivato come<br />

me! Se ho qualche dubbio sono sempre disponibili<br />

a consigliarmi. Poi è bello perché a lungo andare si<br />

sono in<strong>st</strong>aurati bei rapporti di amicizia, nono<strong>st</strong>ante<br />

il loro livello! Secondo me, que<strong>st</strong>o è lo spirito giu<strong>st</strong>o<br />

che deve esserci tra colleghi, e che devo dire ho ritrovato<br />

con un gruppo di giovani italiani. Io non sono<br />

un professioni<strong>st</strong>a, per il momento, vi<strong>st</strong>i i risultati lusinghieri<br />

un pensiero lo <strong>st</strong>o facendo.<br />

Hai qualche progetto di cui vuoi parlarci?<br />

Sì, <strong>st</strong>o co<strong>st</strong>ruendo una chitarra-arpa da viaggio.<br />

Interamente smontabile, con i manici che si possono<br />

togliere con un semplice si<strong>st</strong>ema di bloccaggio<br />

e sbloccaggio pensato da me. È una sorta di travel<br />

guitar, però su <strong>st</strong>ile harp-guitar, con sei bassi in cordiera<br />

e il manico di una chitarra <strong>st</strong>andard! Si potrà<br />

suonare principalmente amplificata, date le dimensioni<br />

della cassa, con la bellezza del suono di una<br />

chitarra-arpa. Ho <strong>st</strong>udiato una camera di risonanza<br />

42<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


Maxmonte Guitars<br />

<strong>st</strong><br />

dove poter lavorare per in<strong>st</strong>allare il si<strong>st</strong>ema di amplificazione<br />

e per avere un po’ più di suono acu<strong>st</strong>ico!<br />

Que<strong>st</strong>o è un breve riassunto di quello che mi ha<br />

raccontato Massimiliano: quando parla di un suo<br />

amico liutaio o di riparazioni che ha fatto si percepisce<br />

una passione che travolge. Oltre ad averci ospitato,<br />

ci ha mo<strong>st</strong>rato il suo laboratorio e i vari attrezzi<br />

ingegnosi che si è realizzato da sé per co<strong>st</strong>ruire i<br />

suoi <strong>st</strong>rumenti. Impossibile non rimanere colpiti dalla<br />

passione che mette Max nelle sue chitarre. Una<br />

cura meticolosa per i dettagli sonori e uno sguardo<br />

sempre aggiornato alle nuove tecniche co<strong>st</strong>ruttive<br />

d’oltreoceano. Nel suo laboratorio si può ta<strong>st</strong>are<br />

con mano la qualità che contraddi<strong>st</strong>ingue i migliori<br />

liutai.<br />

Per saperne di più: www.maxmonte.com<br />

Alberto Ziliotto<br />

Un piccolo assaggio di una chitarra di Max suonata<br />

da Alberto Ziliotto:<br />

http://www.youtube.com/watch?v=C2yT_iFa3u0<br />

43<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


Blueridge BG60<br />

Lo slope-shoulder o advanced jumbo è uno shape<br />

del corpo tornato in auge in que<strong>st</strong>i ultimi tempi.<br />

Legato a una certa iconografia di <strong>st</strong>ampo cantautorale,<br />

ultimamente <strong>st</strong>a prendendo piede anche in altri<br />

ambiti, per versatilità e suonabilità. La BG 60 si rifà<br />

quindi a que<strong>st</strong>o <strong>st</strong>andard, con tavola in abete massello<br />

e fasce e fondo in laminato di palissandro bra<strong>st</strong><br />

<strong>st</strong>rumenti<br />

Chitarre acu<strong>st</strong>iche<br />

BLUERIDGE BG 60 e BR 243<br />

Eccoci di nuovo a parlare di chitarre<br />

prodotte in Cina. E, per l’ennesima<br />

volta, a prendere atto dell’enorme<br />

salto qualitativo che que<strong>st</strong>i co<strong>st</strong>ruttori<br />

sono riusciti a fare, nel giro di pochissimi<br />

anni. Sicuramente non è que<strong>st</strong>a<br />

la sede adatta, tanto meno chi<br />

scrive è in grado, per approfondire<br />

il discorso nelle sue implicazioni più<br />

profonde – e farlo in maniera esauriente<br />

- ma bisogna accettare come<br />

dato di fato che ditte come la Saga,<br />

di cui Blueridge è una emanazione,<br />

sono in grado di mettere sul mercato<br />

chitarre ben fatte, a prezzi molto<br />

interessanti. Strumenti che solo una<br />

decina di anni fa erano assolutamente<br />

inarrivabili per il principiante o il dilettante<br />

un po’ più evoluto, ora sono<br />

decisamente più a portata di mano (e<br />

di tasca).<br />

Non che la Saga sia una newcome<br />

del settore, tutt’altro. Sono in attività<br />

da più di 30 anni e si sono fatti le<br />

ossa sulla produzione di massa, de<strong>st</strong>inata<br />

a <strong>st</strong>udenti e semi pro, sempre<br />

con un occhio al prezzo. Blueridge,<br />

in que<strong>st</strong>o conte<strong>st</strong>o, negli ultimi si è<br />

specializzata nella replica di chitarre<br />

<strong>st</strong>oriche – alla fine, chissà perché, si<br />

finisce sempre a parlare di Martin o<br />

Gibson - realizzate con un certo rigore,<br />

gu<strong>st</strong>o piacevolmente vintage,<br />

buoni materiali e un ottimo rapporto<br />

qualità/prezzo. Per non far torto a<br />

nessuno, abbiamo deciso di provarne<br />

due differenti, una per tipo.<br />

44<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


Chitarre acu<strong>st</strong>iche<br />

BLUERIDGE BG 60 e BR 243<br />

<strong>st</strong><br />

Scheda tecnica BG 60<br />

siliano. La tavola è finita con verniciatura sfumata a<br />

3 tonalità, ben <strong>st</strong>esa ma abba<strong>st</strong>anza spessa da non<br />

lasciar intravedere le venature del legno. Monta un<br />

battipenna tartarugato che si armonizza bene con<br />

l’insieme. Il back, invece, viene lasciato natural ed<br />

è molto bello. Se fosse in massello, probabilmente,<br />

avrebbe il valore di una vettura di media cilindrata.<br />

Le giunzioni tra le parti del corpo sono ornate con<br />

binding crema e un profilo BWB sulla tavola. Il manico,<br />

in mogano con ta<strong>st</strong>iera in palissandro, invece<br />

ne è privo. Il ponte, dalla linea molto semplice ed<br />

essenziale - e non reverse – è in match con la ta<strong>st</strong>iera.<br />

Que<strong>st</strong>’ultima è ornata da segnata<strong>st</strong>i romboidali<br />

in perloid, eleganti e ben posati. La paletta, dal<br />

design originale, è nera con fregi bianchi e il logo<br />

banner della casa. Monta meccaniche open back,<br />

con palettina in ivoroid, che svolgono egregiamente<br />

la loro funzione. Molto particolare il dettaglio del<br />

tacco del manico dalla forma squadrata e originale.<br />

La co<strong>st</strong>ruzione della chitarra è ineccepibile: niente<br />

colla in eccesso all’interno della buca, inca<strong>st</strong>ri netti<br />

e precisi, binding e intarsi posati con senza sbavature.<br />

Malgrado le dimensioni importanti della cassa, lo<br />

<strong>st</strong>rumento è comodo da imbracciare e abba<strong>st</strong>anza<br />

bilanciato. La scala corta, il nut non troppo piccolo e<br />

con una buona spaziatura delle corte, uniti al buon<br />

set up generale, rendono molto semplice il primo<br />

approccio. Il profilo del manico a C tonda riempie<br />

bene la mano. Su una chitarra così è impossibile<br />

non cominciare impugnando un plettro, magari neanche<br />

troppo sottile. E non si re<strong>st</strong>a delusi: lo <strong>st</strong>ru-<br />

Tipo: Chitarra acu<strong>st</strong>ica<br />

Co<strong>st</strong>ruzione: Cina<br />

Importatore: Wilder s.a.s. di Eolo Willy Davoli<br />

& C. – Via Tartini, 5/A – Parma<br />

www.wilderdavoli.it<br />

Prezzo: Euro 760<br />

Top e catene: abete massello<br />

Fasce e fondo: palissandro brasiliano laminato<br />

Manico: mogano<br />

Ta<strong>st</strong>iera: palissandro<br />

Ponte: palissandro<br />

Binding: BWB<br />

Battipenna: tartarugato<br />

Meccaniche: open back con palettina in<br />

ivoroid<br />

Amplificazione: no<br />

Larghezza al capota<strong>st</strong>o: 44 mm<br />

Di<strong>st</strong>anza Mi-mi al ponte: 54 mm<br />

Scala: 648 mm<br />

Ta<strong>st</strong>i: 21<br />

45<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


<strong>st</strong><br />

Chitarre acu<strong>st</strong>iche<br />

BLUERIDGE BG 60 e BR 243<br />

Blueridge BR243<br />

Con il modello ‘triplo 0’ arriviamo invece quasi al<br />

top della gamma della casa e siamo in una fascia<br />

di prezzo ancora sotto i mille euro. La BR è realizzata<br />

interamente con legni masselli, nella classica<br />

accoppiata abete e mogano. La tavola ha una<br />

piacevole sfumatura ambrata, ricorda l’adirondack,<br />

che si sposa bene con il battipenna zebbrato/tartarugato<br />

dal sapore molto vintage. Fasce e fondo<br />

hanno fibre scure e compatte, di buona qualità. La<br />

tavola è ornata con il classico triplo filetto BWB, che<br />

non compare sulla cassa. Anche il manico è in mogano,<br />

ta<strong>st</strong>iera in ebano con segnata<strong>st</strong>i a dot, molto<br />

sobri ed essenziali. Anche in que<strong>st</strong>o caso il ponte è<br />

realizzato nello <strong>st</strong>esso materiale della ta<strong>st</strong>iera, dalla<br />

forma semplice ed elegante, abbellitto dai piroli<br />

ferma corde con inserto in perloid. La paletta è impiallacciata<br />

in mogano e impreziosita da un intarsio<br />

floreale di bell’effetto, oltre che dal logo nello <strong>st</strong>esso<br />

formato della BG. Anche in que<strong>st</strong>o caso le meccaniche<br />

sono a fondo aperto, nichelate, molto simili alle<br />

Kluson d’epoca. Tocca ripetersi, quasi parola per<br />

parola: anche in que<strong>st</strong>o caso la realizzazione dello<br />

<strong>st</strong>rumento non presenta imperfezioni di alcun tipo,<br />

oltre a mettere in evidenza una notevole cura per i<br />

dettagli e un gu<strong>st</strong>o piacevolmente rétro.<br />

Perfetto bilanciamento dei pesi, manico sottile e<br />

buon set up generale anche in que<strong>st</strong>o caso concorrono<br />

a rendere subito piacevole l’approccio allo<br />

<strong>st</strong>rumento. E, di nuovo, le aspettative non vengono<br />

tradite: chitarra ideale per il finger<strong>st</strong>yle, da suonare<br />

in punta di dita, ma non troppo. La rispo<strong>st</strong>a dinamica<br />

è pronta e abba<strong>st</strong>anza compressa, la gamma<br />

sonora ben definita e senza buchi. Ottimo il volume,<br />

che si ottiene senza forzare. Bello il riverbero naturale<br />

che permette di far emergere la melodia sui<br />

cantini senza sforzi. Overtone ricchi e caldi, senza<br />

risultare troppo invadenti. Anche con il plettro non<br />

se la cava male, anche se è evidentemente uno<br />

<strong>st</strong>rumento de<strong>st</strong>inato ad altro.<br />

Conclusioni<br />

Strumento ben realizzati, con cura e ottimi ma-<br />

mento rispetta appieno le aspettative con un suono<br />

profondo, caldo e molto ricco di armoniche. La rispo<strong>st</strong>a<br />

al tocco è pronta e molto dinamica, pur risultando<br />

nel complesso abba<strong>st</strong>anza compressa. Non<br />

necessariamente una cosa negativa, anzi. Il su<strong>st</strong>ain<br />

è corposo e prolungato. La botta che si riceve nello<br />

<strong>st</strong>omaco è notevole, piacevole e rassicurante. Rimesso<br />

il plettro nel taschino, la si scopre dotata di<br />

una bella voce anche suonata con le dita, che si<br />

giova dell’attacco immediato e dei cantini rotondi e<br />

ben definiti. Versatile, divertente, piacevole. Il tutto<br />

per poco più di 700 Euro.<br />

46<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


Chitarre acu<strong>st</strong>iche<br />

BLUERIDGE BG 60 e BR 243<br />

<strong>st</strong><br />

Scheda tecnica BR 243<br />

Tipo: Chitarra acu<strong>st</strong>ica<br />

Co<strong>st</strong>ruzione: Cina<br />

Importatore: Wilder s.a.s. di Eolo Willy<br />

Davoli & C. – Via Tartini, 5/A – Parma<br />

www.wilderdavoli.it<br />

Prezzo: Euro 960<br />

Top e catene: abete massello<br />

Fasce e fondo: mogano massello<br />

Manico: mogano<br />

Ta<strong>st</strong>iera: ebano<br />

Ponte: ebano<br />

Binding: black<br />

Battipenna: tartarugato<br />

Meccaniche: open back nickelate<br />

Amplificazione: no<br />

Larghezza al capota<strong>st</strong>o: 43 mm<br />

Di<strong>st</strong>anza Mi-mi al ponte: 55 mm<br />

Scala: 648 mm<br />

Ta<strong>st</strong>i: 21<br />

teriali. Tutte con cu<strong>st</strong>odia rigida in dotazione, che<br />

per la BR è una leggerissima Trick Case di ottima<br />

qualità. Il rapporto qualità/prezzo è notevole, sono<br />

decisamente de<strong>st</strong>inate a farsi notare sul mercato.<br />

Ottime per lo <strong>st</strong>udente evoluto quanto per chi ha<br />

‘voglia’ di provare qualcosa di diverso senza spendere<br />

un patrimonio. Ma, al tempo <strong>st</strong>esso, senza rinunciare<br />

alla qualità.<br />

Te<strong>st</strong>o e foto di Mario Giovannini<br />

47<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


<strong>st</strong><br />

<strong>st</strong>rumenti<br />

Equalizzatore per chitarra acu<strong>st</strong>ica<br />

D-TAR EQUINOX<br />

Dopo il te<strong>st</strong> sul preamplificatore<br />

Sol<strong>st</strong>ice, ecco l’altro prodotto<br />

di casa D-Tar, il marchio fondato<br />

da Seymour Duncan e Rick Turner:<br />

l’equalizzatore parametrico<br />

a cinque bande Equinox, che<br />

può funzionare come preamplificatore<br />

<strong>st</strong>and-alone o in combinazione<br />

(e qui si hanno i migliori<br />

risultati) con il dispositivo di cui<br />

sopra, il Sol<strong>st</strong>ice. Chi lavora sul<br />

palco imbracciando <strong>st</strong>rumenti<br />

acu<strong>st</strong>ici sa bene quanto una<br />

sola, fa<strong>st</strong>idiosa frequenza in<br />

eccesso possa completamente<br />

compromettere un suono, ma a<br />

volte la soluzione è più semplice<br />

di quanto si pensi: l’Equinox<br />

è una di que<strong>st</strong>e. Dotato di una<br />

serie di controlli assai utili, andiamo<br />

intanto a riassumerne le<br />

caratteri<strong>st</strong>iche.<br />

Caratteri<strong>st</strong>iche<br />

Nono<strong>st</strong>ante le molte manopole che potrebbero<br />

spaventare a un primo sguardo, la configurazione<br />

del pannello frontale è piutto<strong>st</strong>o semplice: da sini<strong>st</strong>ra<br />

abbiamo i volumi di Input e Output, il Led che<br />

segna l’eccesso di segnale, uno switch per incrementare<br />

di +20Db il segnale in ingresso (utile per<br />

<strong>st</strong>rumenti passivi) e altri due per escludere del tutto<br />

la sezione Eq o quella definita Notch. Sì, perché i<br />

re<strong>st</strong>anti potenziometri sono: quattro sulla fila superiore<br />

relativi al Notch Filter – vedremo di seguito<br />

di cosa si tratta – e nove dedicati alle tre bande<br />

di equalizzazione completamente parametriche,<br />

ognuna dotata di controlli di Frequency, Bandwidth<br />

e Gain. Il led di accensione completa il tutto, come<br />

sul Sol<strong>st</strong>ice non c’è interruttore On/Off.<br />

Sul retro abbiamo un ingresso e due uscite sbilanciate,<br />

una bilanciata XLR e uno switch Ground Lift<br />

per cercare di eliminare eventuali ronzii elettrici, più<br />

l’ingresso per l’alimentatore dedicato.<br />

Come usarlo<br />

La casa suggerisce di provarlo non solo come<br />

equalizzatore affiancato ad un preamplificatore (in<br />

quel caso il Sol<strong>st</strong>ice viene enormemente potenziato<br />

da que<strong>st</strong>o Equinox), ma come preamplificatore<br />

vero e proprio vi<strong>st</strong>o che accetta un comune segnale<br />

mono, ha volume di ingresso e di uscita, e una sezione<br />

di equalizzazione molto più potente di quelle<br />

comunemente a bordo dei normali pre.<br />

Dicevamo delle due sezioni Notch ed Eq, iniziamo<br />

da que<strong>st</strong>’ultima: tre bande parametriche con<br />

gamma di frequenze che vanno da 40 a 400Hz, da<br />

200Hz a 2KHz e da 1.8 a 20KHz. Bassi, medi e alti.<br />

Con que<strong>st</strong>e possiamo cercare una frequenza (controllo<br />

Frequency), decidere quanto sia larga e quanto<br />

influenzerà o meno le frequenze vicine (controllo<br />

Bandwidth) e regolarne infine la quantità di taglio<br />

o enfasi (controllo Gain). Sembra difficile all’inizio<br />

ma è molto più semplice di quanto appaia, esempio:<br />

una nota bassa va in feedback, tagliamo a -15Db<br />

tutto a sini<strong>st</strong>ra con il Gain, <strong>st</strong>ringiamo la banda ruotando<br />

sempre a sini<strong>st</strong>ra il Bandwidth (ampiezza di<br />

48<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


Equalizzatore per chitarra acu<strong>st</strong>ica<br />

D-TAR EQUINOX<br />

<strong>st</strong><br />

banda) e con Frequency cerchiamo la nota fino a<br />

trovarla, a quel punto sentiremo il feedback arre<strong>st</strong>arsi<br />

e il gioco è fatto. Possiamo allora provare a<br />

ridurre i vari tagli operati, perché, se una nota va<br />

in feedback, non è detto che la si debba eliminare<br />

dalla faccia della terra, magari va solo ridotta leggermente<br />

la sua portata. Tutto que<strong>st</strong>o si può fare su<br />

tre diverse frequenze, che diventano cinque grazie<br />

al Notch Filter. Que<strong>st</strong>a è in realtà la vera sezione<br />

risolutrice: l’ampiezza di banda è già fissata ed è<br />

molto <strong>st</strong>retta, possiamo cercare la nota e decidere<br />

quanto tagliarla; da notare che si può solo ridurre il<br />

Gain, da 0 a -15, non aumentarlo, scelta azzeccata<br />

perché, tanto, chi di noi vuole aumentare un problema?<br />

I due Notch vanno da 40 a 500Hz e da 80<br />

a 900Hz, notiamo che molte frequenze sarebbero<br />

addirittura sovrappo<strong>st</strong>e, ed è un’opzione intelligente<br />

perché, quando c’è un problema, non è raro averne<br />

due, spesso su note piutto<strong>st</strong>o vicine, quindi un solo<br />

Notch Filter potrebbe non risolvere le complicazioni<br />

e tutto sarebbe quasi inutile.<br />

Altra caratteri<strong>st</strong>ica interessante è quella data dai<br />

due piccoli switch che disinseriscono del tutto le sezioni<br />

Notch ed Eq, altra scelta brillante: se il suono<br />

che otteniamo è buono già solo utilizzando un<br />

Notch, possiamo completamente ‘saltare’ la sezione<br />

Eq escludendola, per un suono complessivo più<br />

pulito; è noto infatti che il segnale passa attraverso i<br />

potenziometri perdendo limpidezza anche se que<strong>st</strong>i<br />

sono in posizione centrale, a zero.<br />

Come suona<br />

Porca miseria, bene! Molto bene, come il fratellone,<br />

segno di una qualità co<strong>st</strong>ruttiva su tutti i modelli<br />

della casa. Lo abbiamo te<strong>st</strong>ato con un’acu<strong>st</strong>ica e<br />

una classica con corde in nylon, entrambe amplificate<br />

con si<strong>st</strong>emi passivi abba<strong>st</strong>anza propensi al<br />

feedback, il risultato è <strong>st</strong>ato più che soddisfacente.<br />

Lo switch +20Db si è rivelato fondamentale per dare<br />

la giu<strong>st</strong>a spinta a segnali altrimenti troppo deboli,<br />

Input e Output hanno lavorato quasi al massimo, la<br />

sezione di Eq, una volta corretti un paio di problemi<br />

(eravamo a volumi davvero alti) con il Notch Filter,<br />

era addirittura in bypass vi<strong>st</strong>o che il suono non necessitava<br />

di altre correzioni, che altro dire?<br />

Suono trasparente, cri<strong>st</strong>allino, definito, che aggettivo<br />

preferite? Le bande di equalizzazione lavorano<br />

in modo eccellente, il Notch è pensato per essere<br />

funzionale e utilizzato solo all’occorrenza, si nota in<br />

tutti i particolari la mente dei progetti<strong>st</strong>i, lucida ed<br />

essenziale.<br />

Sol<strong>st</strong>izi ed equinozi<br />

Abbiamo a più riprese scritto, su <strong>Fingerpicking</strong>.<br />

net e su Chitarra Acu<strong>st</strong>ica, dell’importanza che rive<strong>st</strong>e<br />

l’amplificazione dei no<strong>st</strong>ri <strong>st</strong>rumenti acu<strong>st</strong>ici,<br />

e dei problemi che il tutto può creare: i due modelli<br />

prodotti dalla D-Tar sono fra le macchine più complete<br />

in commercio, e si integrano alla perfezione.<br />

Perché se abbiamo due pickup montati e abbiamo<br />

la necessità di lavorare sul loro suono separatamente,<br />

una sola delle due macchine potrebbe non<br />

essere ancora sufficiente, benché il Sol<strong>st</strong>ice (preamplificatore<br />

<strong>st</strong>ereo) sia un dispositivo eccellente.<br />

Accoppiato però all’Equinox ci permette una lavorazione<br />

‘di fino’, permettendoci non solo di miscelare<br />

la quantità dei due segnali con una possibilità di<br />

equalizzazione già molto buona, ma di andare anche<br />

a intervenire sulle singole frequenze generate<br />

dalla somma dei due pickup in maniera chirurgica.<br />

Sottolineiamo que<strong>st</strong>o fatto perché trovarsi sul palco<br />

con una chitarra da diverse migliaia di euro (ma<br />

anche da molto meno!) amplificata con due si<strong>st</strong>emi<br />

non proprio economici e avere un problema di<br />

feedback, risonanza o come preferite, può essere<br />

non solo fa<strong>st</strong>idioso, ma compromettere del tutto la<br />

no<strong>st</strong>ra performance. L’Equinox, collegato al Sol<strong>st</strong>ice<br />

sul Send/Return di que<strong>st</strong>’ultimo, ci permette di<br />

lavorare sul suono dosando addirittura la quantità<br />

di intervento della macchina, con risultati eccellenti.<br />

Ci verrebbe quasi da sperare di avere un problema,<br />

per poterlo risolvere!<br />

Conclusioni<br />

Un dispositivo che possiamo abbinare a un altro,<br />

ma quasi definitivo sul palco in caso di <strong>st</strong>rumenti<br />

mono, qualità e suono eccellenti, prezzo non basso<br />

ma adeguato a una macchina di alto livello, possibilità<br />

di utilizzo come outboard anche in <strong>st</strong>udio, se<br />

si avesse necessità di un buon equalizzatore anche<br />

versatile. Il tutto condito da un look accattivante e<br />

da una e<strong>st</strong>rema maneggevolezza, che per chi lavora<br />

e deve portare in giro <strong>st</strong>rumenti a volte troppo<br />

pesanti e ingombranti non è poco. Non pensiamolo<br />

solo per la chitarra, i musici<strong>st</strong>i che utilizzano un<br />

contrabbasso o un basso acu<strong>st</strong>ico possono trarre<br />

notevoli vantaggi da un dispositivo simile.<br />

Una volta compreso il funzionamento del si<strong>st</strong>ema<br />

parametrico di equalizzazione si risolvono in un<br />

batter d’occhio problemi che a volte riteniamo insormontabili.<br />

Consigliatissimo.<br />

Daniele Bazzani<br />

Importatore: Casale Bauer, Via IV Novembre<br />

6/8, Candriano, www.casalebauer.it<br />

Prezzo: 502 euro (IVA inclusa)<br />

49<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


<strong>st</strong><br />

<strong>st</strong>rumenti<br />

Notizie di mercato<br />

dalle aziende<br />

Martin<br />

Una manciata di novità in arrivo dalla casa americana, tanto per<br />

arrivare preparati al Natale. Torna la serie 15, completamente in<br />

mogano. Disponibili come shape sia la 000 che la D, con prezzi<br />

decisamente interessanti. Sia la D-28 che la D-35 saranno<br />

messe in commercio anche nella versione P, con il profilo del<br />

manico progettato per le Performing Arti<strong>st</strong>, più sottile e con nut<br />

più largo. E, tanto per chiudere in bellezza, una OM-42 con fasce<br />

e fondo in Tasmanian blackwood assolutamente da perderci il<br />

sonno.<br />

Di<strong>st</strong>ribuite da Eko Music Group<br />

PRS<br />

Rispondendo alle preghiere di molti, PRS metterà in produzione nella<br />

serie SE anche le sue bellissime chitarre acu<strong>st</strong>iche. La prima, annunciata<br />

entro fine anno, sarà la Angelus, sia nella versione Standard che in<br />

quella Cu<strong>st</strong>om. Materiali solidi di altissima qualità – abete e palissandro<br />

– bracing a X ibrido e inlay vari in madreperla, non mancherà nulla.<br />

Re<strong>st</strong>a da definire il prezzo di mercato, che probabilmente sarà in linea<br />

con quello del settore elettrico. Quindi molto interessante!<br />

PRS è di<strong>st</strong>ribuita da Eko Music Group<br />

Greg Bennett<br />

Il catalogo di chitarre Greg Bennett si allarga<br />

con l’introduzione di due nuovi modelli acu<strong>st</strong>ici che<br />

soddisfano due diverse richie<strong>st</strong>e dei chitarri<strong>st</strong>i: la<br />

GOM100S quella di avere una chitarra acu<strong>st</strong>ica che<br />

suona forte e bene ad un prezzo assolutamente<br />

accessibile, la TT6-5 quello di avere una compatta<br />

“travelin’ guitar” con un grande suono da portare ed<br />

usare dovunque. Entrambi i modelli portano la firma<br />

di progetto di Greg Bennet e la garanzia di qualità<br />

fornita dalla produzione Samick.<br />

Sono di<strong>st</strong>ribuite da Sisme<br />

50<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


Gas Addiction<br />

<strong>st</strong><br />

Sony ICD-SX 712<br />

Più che un semplice regi<strong>st</strong>ratore. Ideale sia per la musica, regi<strong>st</strong>rata o dal vivo,<br />

sia per riunioni, intervi<strong>st</strong>e o dettature; è compo<strong>st</strong>o da un microfono bidirezionale<br />

che ti lascia tutta la libertà di muoverti durante la regi<strong>st</strong>razione. Così piccolo e<br />

maneggevole, riesce a regi<strong>st</strong>rare fino a 536 ore e supporta tutti i formati che ti<br />

servono: MP3, WMA, AAC, WAV. Anche il suo prezzo è tra i più competitivi della<br />

sua categoria!<br />

Specifiche:<br />

– Microfono bidirezionale: <strong>st</strong>ereo ottimale, centramento delle posizioni di regi<strong>st</strong>razione,<br />

acquisizione vocale da di<strong>st</strong>anze maggiori (fino a 25 m).<br />

– PCM lineare: regi<strong>st</strong>razione <strong>st</strong>ereo con qualità CD, simile all’audio originale.<br />

– Formati supportati: riproduzione mp3/WMA/AAC supportata: riproduzione tramite<br />

la cassa frontale da 150 mW.<br />

– Tempo di regi<strong>st</strong>razione: memoria integrata che consente un massimo di 536<br />

ore di regi<strong>st</strong>razione in modalità LP (mp3, 8 kbps).<br />

– Scene Select: selezionare il tipo di regi<strong>st</strong>razione da acquisire (musica, riunioni,<br />

intervi<strong>st</strong>e, dettatura) per impo<strong>st</strong>azioni ottimizzate.<br />

– Riduzione intelligente del rumore: schiarisce la voce inserendola in una gamma<br />

audio più chiara e riduce fa<strong>st</strong>idiosi rumori di fondo.<br />

– Contrassegno traccia: aggiungi più segnalibri a ciascuna regi<strong>st</strong>razione e passa<br />

alla regi<strong>st</strong>razione precedente/successiva durante la riproduzione.<br />

– Display LCD: ge<strong>st</strong>isci facilmente le regi<strong>st</strong>razioni con il nuovo e ampio display<br />

LCD e l’intuitiva interfaccia utente.<br />

– Regi<strong>st</strong>razione avanzata: memorizza e organizza le regi<strong>st</strong>razioni in cartelle,<br />

ricerca nel calendario e monitora i livelli.<br />

– Supporto di più lingue: attivazione per menu, messaggi e nomi di cartelle (EN/<br />

DE/FR/ES/IT/RU).<br />

Di<strong>st</strong>ribuito da Eko Music Group<br />

Savarez Tomatito<br />

Annunciata la nascita di una nuova serie di corde specifiche per chitarra flamenco,<br />

la Serie Tomatito che si compone di due mute in due differenti tensioni:<br />

Normale e Alta. I set sono compo<strong>st</strong>i da due alti in nylon, Sol KF Alliance e tre<br />

bassi con un nuovo multi filamento. Que<strong>st</strong>a nuova serie è <strong>st</strong>ata realizzata in collaborazione<br />

con il famoso musici<strong>st</strong>a Spagnolo José Fernández Torres ‘Tomatito’.<br />

Caratteri<strong>st</strong>iche uniche di que<strong>st</strong>e corde sono sicuramente l’immediata e precisa<br />

rispo<strong>st</strong>a, la proiezione e il sound tipico che ogni musici<strong>st</strong>a di chitarra flamenco<br />

ricerca. La velocità diventa… ‘più accessibile’, e le varie tecniche – rasgueado,<br />

alzapúa, picado, ecc. – risultano agevoli e precise. I trattamenti e i materiali utilizzati<br />

per que<strong>st</strong>e corde assicurano, come su tutti gli articoli Savarez, la massima<br />

qualità e la grande durata.<br />

Di<strong>st</strong>ribuito da Eko Music Group<br />

Lascia un commento<br />

51<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


tc<br />

tecnica<br />

Guitar Workshop<br />

di Stefan Grossman<br />

Alla ricerca di nuovo materiale<br />

da arrangiare, i chitarri<strong>st</strong>i<br />

finger<strong>st</strong>yle hanno esplorato il<br />

blues, il ragtime, gli <strong>st</strong>andard<br />

del jazz, assoli di <strong>st</strong>ride piano<br />

e melodie celtiche.<br />

Tra il 1920 e il 1930 fu di<br />

gran voga un repertorio di<br />

nuove composizioni <strong>st</strong>rumentali.<br />

Que<strong>st</strong>e composizioni presentavano<br />

una bella varietà<br />

di suoni e delle tessiture interessanti,<br />

così come delle idee<br />

musicali simpatiche suonate<br />

da orche<strong>st</strong>re e soli<strong>st</strong>i. Pochi<br />

chitarri<strong>st</strong>i hanno approfondito<br />

que<strong>st</strong>o repertorio. Negli anni<br />

settanta Ton Van Bergeyk,<br />

un timido mago del computer<br />

proveniente dall’Aia nei Paesi<br />

Bassi, passò un anno ad arrangiare<br />

alcuni di que<strong>st</strong>i <strong>st</strong>rumentali<br />

come “The Cat and the<br />

Dog”, “The Coconut Dance”,<br />

“From Soup to Nuts”, “Zither Melodies”<br />

ed altri. Que<strong>st</strong>e composizioni<br />

sono raccolte in un album<br />

intitolato Famous <strong>Fingerpicking</strong><br />

Guitar Solos from the Golden Era<br />

of America Pop Music.<br />

Ton affronta que<strong>st</strong>i arrangiamenti<br />

con la <strong>st</strong>essa abilità che<br />

si riscontra nei suoi numerosi<br />

ragtime classici per sola chitarra<br />

(contenuti nel Complete Ragtime<br />

Guitar Book pubblicato da Mel<br />

Bay). La sua capacità di catturare<br />

le emozioni di un pezzo è incredibile.<br />

E ancor più importante<br />

è il suo talento nel rendere i suoi<br />

arrangiamenti facilmente eseguibili.<br />

La suonabilità è un aspetto<br />

non sempre curato dai chitarri<strong>st</strong>i,<br />

che a volte creano arrangiamenti<br />

difficili, se non impossibili da<br />

suonare. Quando affronto que<strong>st</strong>o<br />

tipo di arrangiamenti, cerco di eliminare<br />

diteggiature scomode o<br />

modificare alcuni passaggi per<br />

rendere la musica più fluida.<br />

Ciò non capita mai con i pezzi<br />

di Ton, che sembrano essere<br />

fatti appo<strong>st</strong>a per la chitarra finger<strong>st</strong>yle.<br />

“Zither Melodies” è un vecchio<br />

valzer romantico tedesco,<br />

scritto da Carl Ganschals. Ton<br />

lo ha imparato su uno spartito<br />

e lo suona in accordatura<br />

di dropped G (D G D G B<br />

E). Si tratta so<strong>st</strong>anzialmente<br />

di un’accordatura di open G,<br />

senza abbassare però la prima<br />

corda. È un tipo di accordatura<br />

molto utile per l’esecuzione<br />

di rag classici e Ton la utilizza<br />

spesso. Come lo <strong>st</strong>esso titolo<br />

suggerisce, que<strong>st</strong>a composizione<br />

era de<strong>st</strong>inata ad essere<br />

eseguita sullo zither [cetra<br />

diffusa in Au<strong>st</strong>ria, Baviera e<br />

Slovenia, con 5 corde ta<strong>st</strong>ate<br />

e un numero variabile di corde<br />

libere da 17 a 40 – ndr]. Ton<br />

ha cercato di capire come un<br />

suonatore di zither l’avrebbe<br />

suonata, e così ha introdotto<br />

alcune tecniche e trucchi tipici<br />

di tale <strong>st</strong>rumento, come ad<br />

esempio mantenere una seconda<br />

linea melodica sotto la<br />

melodia principale.<br />

È un brano incantevole che<br />

proviene dalla vecchia Europa.<br />

Le sue tre sezioni dovrebbero<br />

rappresentare una bella<br />

sfida con cui misurarsi.<br />

Stefan Grossman<br />

52<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


Zither Melodies<br />

tc<br />

Section One<br />

q = 100<br />

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Tuning: DGDGBE<br />

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Zither Melodies<br />

Zither Melodies<br />

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Section Two<br />

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7<br />

53<br />

©1998 Shining Shadow Music. chitarra All Rights acu<strong>st</strong>ica Reserved, 8 Used duemilaundici<br />

With Kind Permission


tc<br />

Zither Melodies<br />

14<br />

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Section Three<br />

20<br />

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13 10 8<br />

14 10 9<br />

10 10 10<br />

54<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


Zither Melodies<br />

tc<br />

26<br />

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12<br />

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3<br />

3<br />

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0<br />

55<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


tc<br />

T<br />

A<br />

B<br />

<br />

<br />

<br />

5<br />

0<br />

<br />

0<br />

<br />

0<br />

Studio #4 in E<br />

«Anche se siete bianchi e non avete mai lavorato in<br />

un campo di cotone, potete amare e suonare Il Blues.<br />

Non sarete mai come Robert Johnson, ma lui non sarà<br />

mai come voi.»<br />

5<br />

T<br />

Pattern 3<br />

<br />

5<br />

<br />

5<br />

<br />

5<br />

<br />

5<br />

<br />

A Ho sempre pensato che un esercizio dovesse essere<br />

B<br />

abba<strong>st</strong>anza 0interessante 0 da 0 incuriosire 0<br />

0lo <strong>st</strong>udente, 0 e<br />

abba<strong>st</strong>anza difficile da insegnare qualcosa.<br />

Ho scritto que<strong>st</strong>i esercizi per alcuni dei miei <strong>st</strong>udenti,<br />

Pattern 5<br />

perché abbiano una melodia da suonare, anche in un<br />

conte<strong>st</strong>o blues, e qualcosa con cui divertirsi mentre imparano,<br />

<br />

<br />

<br />

almeno spero.<br />

Ho mantenuto le diteggiature più semplici possibili e<br />

brani suonabili anche lentamente. Aumentare la velocità<br />

dà ad ogni pezzo un senso nuovo, così che anche un<br />

8<br />

musici<strong>st</strong>a 0più esperto 3 possa 0 divertirsi.<br />

3<br />

T<br />

A<br />

B<br />

Come introduzione e riscaldamento, cominciamo con<br />

0<br />

0 0 0<br />

0 0<br />

due blues patterns in tonalità di Mi.<br />

<br />

0<br />

<br />

5<br />

0<br />

<br />

0<br />

<br />

0<br />

5<br />

<br />

0<br />

5<br />

5<br />

<br />

0<br />

Daniele Bazzani<br />

<br />

<br />

5<br />

5<br />

5<br />

<br />

0<br />

<br />

5<br />

0<br />

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0<br />

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0<br />

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0<br />

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0<br />

<br />

5<br />

0<br />

<br />

tecnica<br />

0 5 5 5<br />

<br />

4<br />

0<br />

Pattern 4<br />

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0<br />

0<br />

3<br />

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<br />

5<br />

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5<br />

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<br />

0<br />

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0<br />

<br />

0<br />

<br />

0<br />

Pattern 6<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

11<br />

T<br />

A<br />

B<br />

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3<br />

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0<br />

0<br />

5<br />

0<br />

3<br />

0<br />

0<br />

0<br />

3 5<br />

0<br />

Blues Patterns -<br />

0<br />

Pattern 13<br />

Page 1 / 5<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

25<br />

T<br />

A<br />

B<br />

3 5<br />

0<br />

0<br />

0<br />

0<br />

0<br />

3<br />

0<br />

4 2<br />

0<br />

0<br />

0<br />

2<br />

0<br />

0<br />

0<br />

0<br />

0<br />

2 4<br />

0<br />

3<br />

0<br />

4<br />

0<br />

E concludiamo Pattern 14que<strong>st</strong>o assaggio con uno <strong>st</strong>udio avanzato, lo “Studio #4 in E”, nella tonalità regina<br />

del blues, il Mi7, con accordi e passaggi a note singole per suonare in <strong>st</strong>ile!<br />

Grazie dell’attenzione.<br />

27<br />

<br />

<br />

<br />

T<br />

<br />

<br />

<br />

3<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

0<br />

<br />

<br />

56<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici<br />

2<br />

<br />

0<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

0<br />

<br />

<br />

2<br />

<br />

<br />

3


Studio #4 in E<br />

tc<br />

(gli esempi sono tratti da: Daniele Bazzani, Finger<strong>st</strong>yle Blues Guitar, <strong>Fingerpicking</strong>.net – Carisch)<br />

<br />

Studio #4 in E<br />

Daniele Bazzani<br />

<br />

<br />

T<br />

A<br />

B<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

T<br />

A<br />

B<br />

<br />

0<br />

0<br />

<br />

3<br />

¼<br />

3<br />

<br />

<br />

0<br />

¼<br />

<br />

3<br />

0<br />

¼<br />

3<br />

¼<br />

<br />

0<br />

<br />

0<br />

<br />

<br />

0<br />

<br />

<br />

0<br />

Studio #4 in E<br />

Daniele Bazzani <br />

3<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

0<br />

<br />

0<br />

0<br />

<br />

0<br />

0<br />

0<br />

3 5<br />

3<br />

<br />

0<br />

3 5<br />

0<br />

1<br />

<br />

3<br />

<br />

1<br />

<br />

3<br />

0<br />

<br />

0<br />

0<br />

0<br />

<br />

3<br />

1<br />

<br />

3<br />

1<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

0<br />

0<br />

<br />

<br />

0<br />

0<br />

<br />

<br />

0<br />

0<br />

3<br />

<br />

<br />

T<br />

A<br />

B<br />

<br />

<br />

3<br />

<br />

<br />

T<br />

A<br />

B<br />

3<br />

¼<br />

<br />

<br />

0<br />

¼<br />

<br />

3<br />

0<br />

¼<br />

¼<br />

<br />

0<br />

<br />

0<br />

<br />

<br />

0<br />

<br />

<br />

0<br />

<br />

0<br />

<br />

0<br />

<br />

0<br />

<br />

0<br />

<br />

0<br />

<br />

0<br />

<br />

3<br />

3<br />

<br />

<br />

<br />

0 3<br />

0<br />

3<br />

<br />

0<br />

<br />

0<br />

<br />

2<br />

<br />

<br />

<br />

2<br />

0<br />

2<br />

0<br />

2<br />

<br />

1<br />

<br />

1<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

1<br />

<br />

1<br />

<br />

0<br />

0<br />

<br />

<br />

0<br />

0<br />

<br />

<br />

H<br />

0<br />

H<br />

0<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

2<br />

<br />

<br />

2<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

1<br />

<br />

1<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

5<br />

T<br />

A<br />

B<br />

5<br />

T<br />

A<br />

B<br />

2<br />

0<br />

2<br />

0<br />

0<br />

0<br />

0<br />

0<br />

0<br />

0<br />

0<br />

0<br />

0<br />

0<br />

3 5<br />

3 5<br />

0<br />

0<br />

3<br />

3<br />

0<br />

0<br />

0<br />

0<br />

2<br />

2<br />

0<br />

0<br />

0<br />

0<br />

0<br />

0<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

7<br />

T<br />

A<br />

B<br />

7<br />

T<br />

A<br />

B<br />

3<br />

0<br />

3<br />

0<br />

0<br />

0<br />

0<br />

0<br />

0<br />

0<br />

0<br />

0<br />

0<br />

0<br />

3<br />

3<br />

0<br />

0<br />

0<br />

0<br />

2<br />

2<br />

0<br />

0<br />

0 1<br />

0 1<br />

0<br />

0<br />

0<br />

0<br />

0<br />

0<br />

Page 1 / 3<br />

Page 1 / 3<br />

57<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


tc<br />

Studio #4 in E<br />

Studio #4 in E - Daniele Bazzani<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

1<br />

3<br />

<br />

2<br />

<br />

<br />

<br />

1<br />

3<br />

<br />

<br />

<br />

2<br />

1<br />

2<br />

<br />

<br />

1<br />

<br />

<br />

<br />

3<br />

<br />

<br />

<br />

3<br />

<br />

<br />

2<br />

<br />

<br />

<br />

3 3<br />

2<br />

1<br />

<br />

9<br />

T<br />

A<br />

B<br />

2<br />

H<br />

2<br />

0<br />

Po<br />

2 0<br />

2<br />

2<br />

0<br />

2<br />

0<br />

2<br />

0<br />

H<br />

Po Po<br />

3 2 0<br />

2<br />

0<br />

Sl<br />

2 3<br />

0<br />

3<br />

2<br />

2<br />

2<br />

0<br />

1<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

2<br />

3<br />

<br />

1<br />

<br />

3<br />

<br />

<br />

3<br />

<br />

<br />

3<br />

<br />

1<br />

<br />

2<br />

<br />

<br />

3<br />

<br />

<br />

2<br />

2<br />

<br />

<br />

0<br />

11<br />

T<br />

A<br />

B<br />

0<br />

Sl<br />

2 4<br />

0<br />

3<br />

0<br />

3<br />

Po<br />

0<br />

4 2<br />

0<br />

2<br />

0<br />

1<br />

2<br />

2<br />

0<br />

2<br />

<br />

<br />

<br />

3<br />

<br />

3 2<br />

<br />

<br />

1<br />

<br />

3<br />

<br />

3<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

3<br />

<br />

<br />

<br />

3<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

3<br />

<br />

<br />

3<br />

<br />

<br />

<br />

13<br />

T<br />

A<br />

B<br />

7<br />

0<br />

6<br />

5<br />

8<br />

0<br />

0<br />

0<br />

7<br />

0<br />

0<br />

0<br />

0<br />

7<br />

0<br />

6<br />

5<br />

8<br />

0<br />

0<br />

10<br />

0<br />

0<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

4<br />

<br />

3 <br />

1<br />

<br />

<br />

<br />

2<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

¼<br />

<br />

<br />

3<br />

<br />

3<br />

<br />

1<br />

<br />

<br />

<br />

3<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

15<br />

T<br />

A<br />

B<br />

10<br />

0<br />

9<br />

HPo<br />

7 9 7<br />

0<br />

10<br />

7<br />

0<br />

8<br />

0<br />

¼<br />

0<br />

12<br />

0<br />

Sl<br />

10 9<br />

12<br />

0<br />

11<br />

10<br />

0<br />

0<br />

Page 2 / 3<br />

58<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


Studio #4 in E<br />

tc<br />

Studio #4 in E - Daniele Bazzani<br />

<br />

<br />

3<br />

<br />

<br />

<br />

2 3<br />

<br />

<br />

1<br />

3<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

1 3<br />

<br />

<br />

1 2<br />

<br />

3<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

3<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

4<br />

3<br />

<br />

<br />

<br />

17<br />

T<br />

A<br />

B<br />

H<br />

13 14<br />

0<br />

12<br />

H<br />

13 14<br />

0<br />

12<br />

10<br />

12<br />

0<br />

9<br />

10<br />

0<br />

H<br />

13 14<br />

0<br />

12<br />

Sl<br />

13 14<br />

0<br />

15<br />

0<br />

0<br />

15<br />

Sl<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

4<br />

<br />

1 <br />

4<br />

<br />

1<br />

3<br />

<br />

<br />

3<br />

1<br />

<br />

3<br />

<br />

<br />

<br />

3<br />

<br />

3 1<br />

<br />

3<br />

3<br />

<br />

<br />

1<br />

<br />

<br />

<br />

1<br />

19<br />

T<br />

A<br />

B<br />

16<br />

0<br />

12<br />

15<br />

12<br />

15 14<br />

Po<br />

12<br />

14<br />

14<br />

14<br />

12<br />

1213<br />

14<br />

Po<br />

12<br />

14<br />

Sl<br />

12<br />

Sl<br />

10 11<br />

0<br />

7<br />

<br />

<br />

<br />

Capo 7th<br />

<br />

4<br />

<br />

<br />

1 3<br />

<br />

<br />

4<br />

<br />

<br />

1<br />

<br />

<br />

<br />

3<br />

<br />

<br />

1<br />

<br />

<br />

3<br />

<br />

2<br />

<br />

3<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

1<br />

<br />

3<br />

<br />

<br />

21<br />

T<br />

A<br />

B<br />

10<br />

7<br />

7<br />

9<br />

7<br />

10<br />

7<br />

7<br />

7<br />

0<br />

8<br />

0<br />

5<br />

Sl<br />

6 7<br />

0<br />

8<br />

0<br />

0<br />

6<br />

0<br />

0<br />

0<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

1<br />

<br />

<br />

2<br />

3<br />

3<br />

<br />

<br />

3<br />

<br />

<br />

3<br />

1<br />

<br />

<br />

2<br />

1<br />

3<br />

3<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

3<br />

1 2<br />

<br />

<br />

23<br />

T<br />

A<br />

B<br />

0<br />

4<br />

Po<br />

4 0<br />

5<br />

0<br />

4<br />

3<br />

0<br />

2<br />

3<br />

2<br />

Po<br />

0<br />

0<br />

6<br />

5<br />

6<br />

Sl<br />

7<br />

6<br />

7<br />

0<br />

Page 3 / 3<br />

59<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


tc<br />

tecnica<br />

Neve<br />

Luca Francioso<br />

L’idea alla base del concepimento di que<strong>st</strong>o metodo<br />

per chitarra finger<strong>st</strong>yle è molto semplice: laddove<br />

la chitarra classica e la didattica che accompagna lo<br />

<strong>st</strong>udente, durante le varie fasi del percorso di <strong>st</strong>udio,<br />

hanno una <strong>st</strong>oria di centinaia di anni e basi consolidate,<br />

altrettanto non si può dire per ciò che riguarda<br />

la chitarra acu<strong>st</strong>ica finger<strong>st</strong>yle. Il no<strong>st</strong>ro <strong>st</strong>rumento<br />

ha una <strong>st</strong>oria più recente e la didattica è frammentaria,<br />

per non dire inesi<strong>st</strong>ente, comunque affidata ai<br />

singoli insegnanti o musici<strong>st</strong>i, che di tanto in tanto<br />

pubblicano qualcosa, senza alcun riferimento a ciò<br />

che fanno gli altri.<br />

Lo <strong>st</strong>udente che si avvicina alla chitarra finger<strong>st</strong>yle<br />

ha quindi un grande problema, oltre ai molti che gli<br />

si presentano <strong>st</strong>udiando, quello di non sapere cosa<br />

suonare, soprattutto in una fase iniziale e intermedia.<br />

Più avanti il discorso cambia, perché i brani dei<br />

grandi chitarri<strong>st</strong>i sono un’ottima opportunità di crescita.<br />

Ma non si può certo partire da quelli. Il no<strong>st</strong>ro<br />

progetto è ambizioso: scrivere musica per chi <strong>st</strong>udia.<br />

Perché anche chi <strong>st</strong>udia ha diritto di suonare melodie di qualità, e il no<strong>st</strong>ro intento è di produrne,<br />

che non siano troppo difficili da suonare, ma che offrano degli spunti interessanti racchiusi in<br />

piccole composizioni, non solo nei classici <strong>st</strong>udi ottimi a muovere le dita. Se pensiamo a compositori<br />

<strong>st</strong>raordinari come Mauro Giuliani, Matteo Carcassi, Ferdinando Carulli, Fernando Sor, c’è da<br />

rabbrividire a quanto noi acu<strong>st</strong>ici siamo lontani da quel livello compositivo e didattico, ma non vuol<br />

dire che non ci si possa provare.<br />

Non abbiamo la pretesa di aver scritto la musica migliore che possiate suonare, solo il tentativo<br />

di sottoporre qualcosa di utile e gradevole al tempo <strong>st</strong>esso. L’idea è di proseguire, magari con<br />

l’aiuto di altri musici<strong>st</strong>i, per creare il ‘no<strong>st</strong>ro’ percorso di <strong>st</strong>udio.<br />

Grazie dell’attenzione.<br />

Daniele Bazzani e Luca Francioso<br />

(il te<strong>st</strong>o e lo spartito sono tratti da: Daniele Bazzani e Luca Francioso, Finger<strong>st</strong>yle Guitar Easy,<br />

<strong>Fingerpicking</strong>.net – Carisch)<br />

60<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


Neve<br />

tc<br />

NEVE<br />

Luca Francioso<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

1<br />

<br />

4<br />

<br />

3<br />

<br />

<br />

2<br />

<br />

<br />

1 <br />

2<br />

<br />

3<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

2<br />

<br />

<br />

3<br />

<br />

<br />

1 3 <br />

T<br />

A<br />

B<br />

0<br />

1<br />

3<br />

3<br />

0<br />

0<br />

2<br />

0<br />

1<br />

2<br />

3<br />

3<br />

0<br />

0<br />

2<br />

0<br />

1<br />

2<br />

0<br />

0<br />

2<br />

0<br />

2<br />

0<br />

1<br />

2<br />

0<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

3<br />

<br />

2<br />

<br />

<br />

1<br />

<br />

<br />

4<br />

<br />

1<br />

<br />

<br />

<br />

2<br />

<br />

<br />

3<br />

<br />

<br />

1<br />

<br />

<br />

3<br />

1.<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

1 <br />

<br />

<br />

<br />

1 4<br />

2.<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

1<br />

<br />

3<br />

<br />

2<br />

<br />

1<br />

4 7<br />

4<br />

T<br />

A<br />

B<br />

3<br />

2<br />

0<br />

2<br />

0<br />

3<br />

1<br />

0<br />

2<br />

0<br />

2<br />

0<br />

1<br />

0<br />

3<br />

0<br />

0<br />

2<br />

0<br />

0<br />

1<br />

3<br />

0<br />

0<br />

2<br />

3<br />

2<br />

3<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

2<br />

<br />

2<br />

<br />

4<br />

1 2 <br />

1<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

4<br />

<br />

<br />

<br />

2<br />

<br />

<br />

2 <br />

<br />

2 <br />

<br />

3<br />

<br />

<br />

1 <br />

<br />

<br />

1<br />

<br />

<br />

1 2<br />

8<br />

T<br />

A<br />

B<br />

0<br />

8<br />

10<br />

4 8<br />

7<br />

8<br />

10<br />

7<br />

0<br />

8<br />

10<br />

8<br />

7<br />

8<br />

10<br />

10<br />

0<br />

8<br />

0<br />

5<br />

0<br />

2<br />

0<br />

2<br />

2<br />

<br />

3<br />

0<br />

2<br />

0<br />

5<br />

7<br />

8<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

1<br />

<br />

2 3<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

3<br />

<br />

2<br />

4 <br />

2<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

1<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

<br />

2<br />

<br />

12<br />

T<br />

A<br />

B<br />

0<br />

7<br />

8<br />

9<br />

8<br />

7<br />

8<br />

0<br />

7<br />

8<br />

11<br />

10<br />

12<br />

10<br />

1<br />

0<br />

1<br />

1<br />

1<br />

1<br />

0<br />

2<br />

1<br />

11<br />

61<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


62<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici<br />

NEVE - Luca Francioso<br />

<br />

<br />

<br />

T<br />

A<br />

B<br />

16<br />

<br />

<br />

0<br />

<br />

1<br />

<br />

1<br />

<br />

1<br />

<br />

1<br />

<br />

0<br />

<br />

2<br />

<br />

0<br />

<br />

3<br />

3<br />

<br />

0<br />

<br />

0<br />

<br />

0<br />

<br />

0<br />

<br />

1<br />

<br />

2<br />

<br />

0<br />

<br />

<br />

0<br />

<br />

2<br />

2<br />

<br />

0<br />

<br />

2<br />

3<br />

<br />

0<br />

<br />

3<br />

4 <br />

1<br />

1 <br />

<br />

0<br />

<br />

1<br />

<br />

1<br />

<br />

1<br />

<br />

1<br />

<br />

0<br />

<br />

2<br />

<br />

1<br />

<br />

<br />

<br />

T<br />

A<br />

B<br />

20<br />

<br />

<br />

0<br />

<br />

1<br />

<br />

1<br />

<br />

1<br />

<br />

1<br />

<br />

0<br />

<br />

2<br />

<br />

0<br />

<br />

<br />

0<br />

<br />

2<br />

<br />

0<br />

<br />

2<br />

<br />

0<br />

<br />

2<br />

2<br />

<br />

1<br />

1<br />

<br />

<br />

<br />

0<br />

<br />

<br />

2<br />

<br />

1<br />

<br />

2<br />

<br />

0<br />

<br />

3<br />

1<br />

1<br />

<br />

2<br />

2<br />

<br />

0<br />

<br />

1<br />

<br />

2<br />

<br />

1<br />

<br />

2<br />

<br />

1<br />

<br />

2<br />

<br />

1<br />

<br />

2<br />

<br />

0<br />

<br />

2<br />

<br />

1<br />

<br />

2<br />

<br />

<br />

<br />

T<br />

A<br />

B<br />

24<br />

<br />

<br />

0<br />

<br />

1<br />

<br />

2<br />

<br />

1<br />

<br />

2<br />

<br />

1<br />

<br />

2<br />

<br />

1<br />

<br />

2<br />

<br />

0<br />

<br />

2<br />

<br />

0<br />

<br />

0<br />

<br />

<br />

3<br />

<br />

0<br />

<br />

0<br />

<br />

0<br />

<br />

0<br />

<br />

0<br />

<br />

0<br />

<br />

0<br />

<br />

0<br />

<br />

1<br />

<br />

2<br />

<br />

0<br />

<br />

<br />

0<br />

<br />

2<br />

<br />

0<br />

<br />

2<br />

<br />

0<br />

<br />

3<br />

<br />

1<br />

<br />

2<br />

<br />

<br />

<br />

T<br />

A<br />

B<br />

27<br />

<br />

<br />

0<br />

<br />

1<br />

<br />

2<br />

<br />

1<br />

<br />

2<br />

<br />

1<br />

<br />

2<br />

<br />

1<br />

<br />

2<br />

<br />

0<br />

<br />

2<br />

<br />

4<br />

2 <br />

5<br />

3<br />

<br />

4<br />

<br />

0<br />

<br />

1<br />

2<br />

<br />

<br />

0<br />

<br />

1<br />

<br />

3<br />

<br />

<br />

3<br />

<br />

0<br />

<br />

0<br />

<br />

2<br />

<br />

0<br />

<br />

1<br />

<br />

2<br />

<br />

3<br />

12<br />

Neve<br />

tc


63<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici<br />

NEVE - Luca Francioso<br />

<br />

<br />

<br />

T<br />

A<br />

B<br />

30<br />

<br />

<br />

3<br />

<br />

0<br />

<br />

0<br />

<br />

2<br />

<br />

0<br />

<br />

1<br />

<br />

2<br />

<br />

0<br />

<br />

<br />

0<br />

<br />

2<br />

<br />

0<br />

<br />

2<br />

<br />

0<br />

<br />

1<br />

<br />

2<br />

<br />

0<br />

<br />

<br />

3<br />

<br />

2<br />

<br />

0<br />

<br />

2<br />

<br />

0<br />

<br />

3<br />

<br />

1<br />

<br />

<br />

<br />

T<br />

A<br />

B<br />

33<br />

<br />

<br />

0<br />

<br />

2<br />

<br />

0<br />

<br />

2<br />

<br />

0<br />

<br />

1<br />

<br />

0<br />

<br />

3<br />

<br />

<br />

0<br />

<br />

0<br />

<br />

2<br />

<br />

3<br />

<br />

2<br />

<br />

3<br />

<br />

7<br />

<br />

<br />

0<br />

<br />

8<br />

<br />

10<br />

<br />

8<br />

<br />

7<br />

<br />

8<br />

<br />

10<br />

<br />

7<br />

<br />

<br />

<br />

T<br />

A<br />

B<br />

36<br />

<br />

<br />

0<br />

<br />

8<br />

<br />

10<br />

<br />

8<br />

<br />

7<br />

<br />

8<br />

<br />

10<br />

<br />

10<br />

<br />

<br />

0<br />

<br />

8<br />

<br />

0<br />

<br />

5<br />

<br />

0<br />

<br />

2<br />

<br />

0<br />

<br />

2<br />

<br />

3<br />

<br />

0<br />

<br />

2<br />

<br />

0<br />

<br />

5<br />

<br />

<br />

7<br />

<br />

8<br />

<br />

<br />

<br />

T<br />

A<br />

B<br />

39<br />

<br />

<br />

0<br />

<br />

7<br />

<br />

8<br />

<br />

9<br />

Rall.<br />

<br />

8<br />

<br />

7<br />

<br />

8<br />

<br />

<br />

0<br />

<br />

7<br />

<br />

8<br />

<br />

11<br />

<br />

10<br />

<br />

12<br />

<br />

10<br />

<br />

<br />

13<br />

Neve<br />

tc


tc<br />

tecnica<br />

The Storms Are on the Ocean<br />

Tradizionale arrangiato da Roberto Dalla Vecchia<br />

Un esempio in Carter Style<br />

Que<strong>st</strong>o mio arrangiamento del brano tradizionale<br />

“The Storms Are on the Ocean” è una chiara illu<strong>st</strong>razione<br />

del Carter Style.<br />

La tecnica Carter Style prende il nome dalla chitarri<strong>st</strong>a<br />

Maybelle Carter della Carter Family, <strong>st</strong>orica<br />

folk band americana in auge negli anni ’30. Forse<br />

Maybelle non è <strong>st</strong>ata la prima persona ad adottare<br />

que<strong>st</strong>a tecnica, ma certamente è <strong>st</strong>ata lei a renderla<br />

popolare vi<strong>st</strong>o l’ enorme successo che la Carter<br />

Family ha avuto in quegli anni.<br />

Il Carter Style consi<strong>st</strong>e nell’eseguire una semplice<br />

linea melodica sul regi<strong>st</strong>ro più basso della chitarra,<br />

riempiendo tutti gli spazi lasciati vuoti dalla<br />

melodia con leggeri <strong>st</strong>rums sugli accordi. In que<strong>st</strong>o<br />

modo siamo in grado di eseguire, contemporaneamente<br />

in completa autonomia, sia il solo che l’accompagnamento.<br />

Per la buona riuscita dei brani, è essenziale<br />

mantenere ben di<strong>st</strong>inti i due piani sonori: quello<br />

delle note della melodia, che sono suonate più forte,<br />

e quello degli <strong>st</strong>rums, che hanno l’unico scopo<br />

di fornire un so<strong>st</strong>egno ritmico e armonico alla<br />

melodia <strong>st</strong>essa. Il pentagramma non è in grado<br />

di indicare tutto que<strong>st</strong>o, quindi, prima di provare<br />

a <strong>st</strong>udiare ogni singolo arrangiamento, è bene<br />

conoscere la linea melodica del brano in que<strong>st</strong>ione<br />

andando ad ascoltare una delle innumerevoli<br />

versioni facilmente reperibili sul web.<br />

Un altro elemento fondamentale di que<strong>st</strong>o<br />

<strong>st</strong>ile è quello di tenere la mano sini<strong>st</strong>ra ancorata<br />

sui diversi accordi il più a lungo possibile,<br />

riducendo così al minimo i movimenti. Que<strong>st</strong>o<br />

per avere il massimo su<strong>st</strong>ain possibile e di conseguenza<br />

un suono pieno e completo.<br />

Una buona conoscenza del Carter Style è<br />

basilare per poter meglio affrontare altre tecniche<br />

e soluzioni musicali che da esso traggono<br />

origine, come gli sviluppi soli<strong>st</strong>ici del flatpicking<br />

nell’arrangiamenro dei fiddle tunes.<br />

(lo spartito è tratto da: Roberto Dalla Vecchia,<br />

Flatpicking Guitar, <strong>Fingerpicking</strong>.net –<br />

Carisch)<br />

64<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


The Storms Are on the Ocean<br />

The Storms Are on the Ocean<br />

tc<br />

Traditional, arranged by Roberto Dalla Vecchia<br />

3<br />

q q = q e<br />

&<br />

# 4 3 œ<br />

G<br />

œ<br />

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C<br />

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G<br />

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G<br />

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0<br />

3<br />

0<br />

0<br />

0<br />

2<br />

0<br />

1<br />

0<br />

0<br />

1<br />

2<br />

0<br />

3<br />

0<br />

0<br />

2<br />

3<br />

3<br />

0<br />

0<br />

2<br />

& #<br />

5<br />

G<br />

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D<br />

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G<br />

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G<br />

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3<br />

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0<br />

3<br />

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2<br />

0<br />

2<br />

3<br />

2<br />

0<br />

3<br />

3<br />

0<br />

0<br />

3<br />

0<br />

0<br />

3<br />

0<br />

3<br />

3<br />

0<br />

0<br />

2 3<br />

& #<br />

9<br />

G<br />

œ<br />

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C<br />

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G<br />

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G<br />

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0<br />

3<br />

0<br />

0<br />

0<br />

2<br />

0<br />

1<br />

0<br />

0<br />

1<br />

2<br />

0<br />

3<br />

0<br />

0<br />

2<br />

3<br />

3<br />

0<br />

0<br />

3 0<br />

& #<br />

13<br />

G<br />

œ œ œ<br />

D<br />

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G<br />

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G<br />

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0<br />

2<br />

0<br />

2<br />

3<br />

2<br />

2<br />

3<br />

3<br />

0<br />

0<br />

3<br />

0<br />

0<br />

3<br />

0<br />

3<br />

3<br />

0<br />

0<br />

0<br />

65<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici


tc<br />

The Storms Are on the Ocean<br />

& #<br />

17<br />

C<br />

œ<br />

œ<br />

œ<br />

C<br />

œ<br />

œ œ œ<br />

G<br />

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G<br />

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œ<br />

œ<br />

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3<br />

0<br />

1<br />

0<br />

2<br />

0<br />

0<br />

1<br />

0<br />

1<br />

0<br />

2 0<br />

3<br />

0<br />

0<br />

3<br />

0<br />

3<br />

3<br />

0<br />

0<br />

0<br />

& #<br />

G<br />

œ<br />

œ<br />

œ<br />

œ<br />

D<br />

œ œ œ<br />

G<br />

œ<br />

œ<br />

œ<br />

œ<br />

œ<br />

œ<br />

œ<br />

21<br />

0<br />

3<br />

0<br />

3<br />

0<br />

0<br />

4<br />

0 2<br />

0<br />

3<br />

0<br />

0<br />

3<br />

0<br />

3<br />

0<br />

0<br />

3<br />

0<br />

& #<br />

G<br />

24<br />

œ<br />

œ<br />

œ<br />

œ<br />

C<br />

œ œ œ œ<br />

C<br />

œ<br />

œ œ œ<br />

3<br />

3<br />

0<br />

0 0<br />

2 0<br />

3<br />

2<br />

0<br />

0<br />

1<br />

0<br />

1<br />

0<br />

& #<br />

27<br />

G<br />

œ<br />

œ<br />

œ<br />

œ<br />

G<br />

œ<br />

œ<br />

œ<br />

œ<br />

G<br />

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œ<br />

œ<br />

œ<br />

œ<br />

0<br />

3<br />

0<br />

0<br />

2<br />

3<br />

3<br />

0<br />

0<br />

2<br />

0<br />

3<br />

0<br />

0<br />

3<br />

0<br />

2<br />

& #<br />

D<br />

30<br />

œ<br />

œ<br />

œ<br />

G<br />

œ<br />

œ<br />

œ<br />

œ<br />

œ<br />

œ<br />

G<br />

œ<br />

œ<br />

œ<br />

2<br />

3<br />

2<br />

2<br />

3<br />

0<br />

0<br />

3<br />

0<br />

0<br />

3<br />

0<br />

3<br />

0<br />

0<br />

0<br />

3<br />

3<br />

66<br />

chitarra acu<strong>st</strong>ica 8 duemilaundici

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