Dicembre - San Pier Giuliano Eymard

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Continua l’esposizione del significato simbolico che hanno assunto alcuni fiori nelle celebrazioni e nella liturgia cristiana, tratto da “fiori dei santi”, testi di Salvatore Domolo. La palma La palma Phoenix è un albero caratteristico delle zone calde e desertiche. Tra le sette piante della Terra Promessa (Dt8,7-8), la palma è evocata dal miele che scorre nella nuova terra; dal succo dei datteri, infatti, si produceva questo miele, nutrimento prezioso e delizioso per i popoli nomadi. Pianta di straordinaria bellezza ed utilità, in quanto si utilizza in tutte le sue parti, era considerata nell’ antichità simbolo di bellezza, di fecondità, di vitalità, di vittoria e di resurrezione. Tutti questi significati si ritrovano anche nelle simbologie e nelle ritualità bibliche: l’uomo giusto è paragonato ad una palma che cresce rigogliosa lungo i corsi d’acqua (Sal 92, 13); la sposa e lo sposo del Cantico sono paragonati alla bellezza e alla fecondità di questa pianta (Ct 5, 11; 7,8); le pareti del Tempio di Gerusalemme erano decorate con palme (1Re 6,29) così come sarà il tempio futuro ed eterno (Ez 40,16; 41,18). La festa ebraica delle Capanne, raccontata in Lv 23, 40, presentava rami di palma per benedire Dio come espressione di rinascita e vittoria, in quanto, questa celebrazione, ricordava la fine dell’esodo e l’arrivo nella Terra Promessa. <strong>Dicembre</strong> 2004 6
Il significato messianico, preannunciato nel salmo 118, “... Benedetto colui che viene nel nome del Signore... Date inizio alla cerimonia con palme fino ai lati dell’altare” (vv. 25-27), trova il suo compimento nell’entrata regale di Gesù in Gerusalemme; in quella occasione, il popolo anticipò la festa delle Capanne, che si celebrava in ottobre, benedicendo Dio con i rami di palma, per indicare la fine dell’esodo e l’avvio della definitiva Terra promessa: il Regno dei cieli. Gesù, salutato con le palme, diventa la palma della vittoria, della regalità e della resurrezione, preannunciando la nuova terra: “Io sono la Resurrezione e la Vita...” (Gv ll,25). Nell’Apocalisse, la visione di “una moltitudine immensa di ogni nazione, razza, popolo, lingua” che portava nelle mani rami di palme, indica il popolo dei salvati, di coloro che hanno ricevuto l’Albero della Vita, Gesù Cristo, e quindi celebrano la festa delle Capanne per l’eternità, perché la vittoria e la salvezza di Dio si sono realizzate per sempre, grazie al sangue sparso dell’Agnello. Per questo motivo i martiri sono raffigurati con la palma tra le mani, segno di vittoria, di regalità e di sconfitta della morte; come la palma, infatti, è indistruttibile perché risorge dalle sue stesse ceneri, così il martire risorge, con Cristo, alla vita eterna. Nella Leggenda aurea si narra della palma come annuncio, alla Madonna della sua salita al cielo; l’angelo Gabriele, infatti, tornò da Maria per consegnarle un ramo di palma come annuncio della sua prossima assunzione. . 7 <strong>Dicembre</strong> 2004
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