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Chi teme i pericoli<br />

non perisce per quelli<br />

(Leonardo da V<strong>in</strong>ci)<br />

Che f<strong>in</strong>e fanno gli<br />

Inconvenienti di Volo?<br />

Filosofia della Sicurezza Volo<br />

Crew Resource Management<br />

Attività di Prevenzione nel Campo Manutentivo<br />

La Manutenzione e i suoi strumenti S.V.<br />

Incidenti e Inconvenienti di Volo<br />

Anatomia di un Incidente - Aeromobile Predator


j<br />

j<br />

Sicurezza del Volo n. 266 marzo/aprile 2008 - Anno LVI<br />

<strong>in</strong> questo numero<br />

Obiettivi e Collaborazione<br />

OBIETTIVO<br />

Contribuire ad aumentare la preparazione professionale degli equipaggi<br />

di volo, degli specialisti e, <strong>in</strong> genere, del personale dell’A.M., al<br />

f<strong>in</strong>e di prevenire gli <strong>in</strong>cidenti di volo e quant’altro può limitare la capacità<br />

di combattimento della Forza Armata.<br />

I fatti, i riferimenti e le conclusioni pubblicati <strong>in</strong> questa <strong>rivista</strong> rappresentano<br />

solo l’op<strong>in</strong>ione dell’autore e non riflettono necessariamente il punto di vista<br />

della Forza Armata. Gli scritti hanno un carattere <strong>in</strong>formativo e di studio a<br />

scopo di prevenzione: essi, pertanto, non possono essere utilizzati come<br />

documenti di prova per eventuali giudizi di responsabilità né fornire essi<br />

stessi motivo di azioni legali. Tutti i nomi, i dati e le località, eventualmente<br />

citati, sono fittizi e i fatti non sono necessariamente reali, ovvero possono<br />

non rappresentare una riproduzione fedele della realtà <strong>in</strong> quanto modificati<br />

per scopi didattici e di divulgazione. Il materiale pubblicato proviene dalla<br />

collaborazione del personale del l’A.M., delle altre Forze Armate e Corpi<br />

dello Stato, da privati e da pubblicazioni specializzate italiane e straniere<br />

edite con gli stessi <strong>in</strong>tendimenti di questa <strong>rivista</strong>.<br />

Quanto contenuto <strong>in</strong> questa pubblicazione, anche se spesso fa riferimento<br />

a regolamenti, prescrizioni tecniche ecc., non deve essere considerato<br />

come sostituto di regolamenti, ord<strong>in</strong>i o direttive, ma solamente come stimolo,<br />

consiglio o suggerimento.<br />

RIPRODUZIONI<br />

E' vietata la riproduzione, anche parziale, di quanto contenuto nella<br />

presente <strong>rivista</strong> senza preventiva autorizzazione da richiedersi per iscritto<br />

alla Redazione.<br />

Le Forze Armate e le Nazioni membri del AFFSC(E), Air Force Flight Safety<br />

Committee (Europe), possono utilizzare il materiale pubblicato senza preventiva<br />

autorizzazione purché se ne citi la fonte.<br />

DISTRIBUZIONE<br />

La <strong>rivista</strong> è distribuita esclusivamente agli Enti e Reparti dell’Aero nautica<br />

<strong>Militare</strong>, alle altre FF.AA. e Corpi dello Stato, nonché alle Associazioni e<br />

Organizzazioni che istituzionalmente trattano problematiche di carattere<br />

aeronautico.<br />

La cessione della <strong>rivista</strong> è a titolo gratuito e non è prevista alcuna<br />

forma di abbonamento. I dest<strong>in</strong>atari della <strong>rivista</strong> sono pregati di controllare<br />

l’esattezza degli <strong>in</strong>dirizzi, segnalando tempestivamente eventuali variazioni,<br />

e di assicurarne la massima diffusione tra il personale.<br />

Le copie arretrate, ove disponibili, possono essere richieste alla<br />

Redazione.<br />

COLLABORAZIONE<br />

Si <strong>in</strong>vitano i lettori ad <strong>in</strong>viare articoli, lettere e critiche <strong>in</strong> quanto solo con la<br />

diffusione delle idee e delle esperienze sul lavoro si può divulgare la corretta<br />

mentalità della sicurezza del volo.<br />

Il materiale <strong>in</strong>viato, manoscritti, disegni, fotografie, anche se non<br />

pubblicati, non si restituiscono.<br />

La Redazione si riserva la libertà di utilizzo del materiale pervenuto dando<br />

ad esso l'impostazione grafica ritenuta più opportuna nonché effettuando<br />

quelle variazioni che, senza alterarne il contenuto, possano migliorarne l'efficacia<br />

ai f<strong>in</strong>i della prevenzione degli <strong>in</strong>cidenti.<br />

E’ gradito l’<strong>in</strong>vio degli articoli unitamente alle fotografie/illustrazioni (per foto<br />

digitali è richiesta la def<strong>in</strong>izione m<strong>in</strong>ima di 300 dpi o 120 pixel/cm) su supporto<br />

<strong>in</strong>formatico (floppy/CD) oppure <strong>in</strong>oltrando i testi, redatti <strong>in</strong> <strong>formato</strong><br />

.TXT o .DOC, anche a mezzo INTERNET al seguente <strong>in</strong>dirizzo di posta<br />

elettronica: <strong>rivista</strong>sv@aeronautica.difesa.it.<br />

Al f<strong>in</strong>e della successiva corresponsione del compenso di collaborazione, si<br />

<strong>in</strong>vita ad <strong>in</strong>viare, unitamente agli articoli, anche i seguenti dati: codice fiscale,<br />

aliquota IRPEF massima applicata, Ente amm<strong>in</strong>istrante e <strong>in</strong>dirizzo del<br />

domicilio ove dovrà essere <strong>in</strong>viato detto compenso e recapito telefonico.<br />

Periodico Bimestrale<br />

fondato nel 1952 edito da:<br />

M<strong>in</strong>istero della Difesa<br />

<strong>Aeronautica</strong> <strong>Militare</strong><br />

ISPETTORATO<br />

PER LA SICUREZZA DEL VOLO<br />

Viale dell’Università, 4<br />

00185 ROMA<br />

Redazione:<br />

tel. 06 4986 6648 – 06 4986 6659<br />

fax 0649866857<br />

e-mail: <strong>rivista</strong>sv@aeronautica.difesa.it<br />

www.aeronautica.difesa.it/isv<br />

Direttore Editoriale<br />

Gen. B.A. Luca VALERIANI<br />

Direttore Responsabile<br />

Col. Pil. Enrico GARETTINI<br />

Vice Direttore<br />

Ten. Col. CTA Anton<strong>in</strong>o FARUOLI<br />

Redazione, Grafica e Impag<strong>in</strong>azione<br />

Annamaria MACCARINI<br />

M.llo Giuseppe FOTI<br />

Serg. Magg. Stefano BRACCINI<br />

Tiratura:<br />

n. 7.000 copie<br />

Registrazione:<br />

Tribunale di Roma n. 180 del 27/03/1991<br />

Stampa:<br />

Stilgrafica S.r.l. - Roma - Tel. 0643588200<br />

Foto:<br />

“Troupe Azzurra”,<br />

“Redazione S.V.”<br />

Chiuso il 29/04/2008<br />

In copert<strong>in</strong>a:<br />

Velivolo “HARRIER”<br />

Mar<strong>in</strong>a <strong>Militare</strong> <strong>Italiana</strong><br />

Realizzazione:<br />

Stefano Bracc<strong>in</strong>i<br />

6<br />

10<br />

16<br />

24<br />

30<br />

Indice<br />

2 ✍<br />

Editoriale - L’impiego di aeromobili UAV <strong>in</strong> A.M.<br />

Col. Pil. Enrico Garett<strong>in</strong>i<br />

Filosofia della Sicurezza Volo<br />

Crew Resource Management<br />

4 ✍ Dott. Carlo Enrico Paciaroni<br />

Attività di Prevenzione<br />

Che f<strong>in</strong>e fanno gli Inconvenienti di Volo?<br />

6 ✍ Col. Pil. Enrico Garett<strong>in</strong>i<br />

Attività di Prevenzione nel Controllo Spazio Aereo<br />

10<br />

Implementazione di un SMS<br />

✍ CTA Vittorio La Penna D’Orazi<br />

Attività di Prevenzione nel Campo Manutentivo<br />

La Manutenzione e i suoi strumenti S.V.<br />

16 ✍ Ten. GArn Fabio Zanelli<br />

Incidenti e Inconvenienti di Volo<br />

Anatomia di un Incidente - Aeromobile Predator<br />

24 ✍ Cap. Giovanni De Mizio<br />

L’<strong>in</strong>cidente di Garessio: le mie lesson learned<br />

30 ✍ Ten. Francesco Monetti<br />

Inconvenienti di Volo significativi - Gen/Feb 2008<br />

36 ✍ La Redazione<br />

Rubriche<br />

39<br />

Dalla Redazione<br />

Indice<br />

Sicurezza del Volo n. 266/2008<br />

Sicurezza del Volo n. 266/2008


j<br />

j<br />

Editoriale<br />

2<br />

Col. Enrico Garett<strong>in</strong>i<br />

Direttore Responsabile<br />

L’<br />

impiego degli Ae -<br />

romobili a Pilotag -<br />

gio Remoto (APR)<br />

nelle operazioni<br />

reali è ormai di -<br />

ventato una consuetud<strong>in</strong>e<br />

a causa<br />

dell’estrema utilità ed efficacia che<br />

hanno nel fornire <strong>in</strong>formazioni<br />

essenziali per lo svolgimento delle<br />

operazioni stesse.<br />

L’<strong>Aeronautica</strong> <strong>Militare</strong>, f<strong>in</strong>ora,<br />

ha utilizzato i propri APR (RQ-1A<br />

“Predator A”) prevalentemente fuori<br />

dai conf<strong>in</strong>i nazionali, tuttavia l’addestramento<br />

e l’allenamento degli<br />

equipaggi, necessario ad operare<br />

efficacemente il sistema, richiede<br />

che vengano volate missioni anche<br />

sul territorio nazionale presso la<br />

propria base madre. E’ <strong>in</strong>teressante<br />

analizzare il processo che ha<br />

permesso di regolare l’attività di<br />

volo del Predator A dell’A.M.,<br />

garan tendone un livello di sicurezza<br />

pari se non superiorie a quello<br />

dei comuni aerei <strong>in</strong> circolazione <strong>in</strong><br />

Italia.<br />

La Legge 14 luglio 2004 n. 178<br />

“Disposizioni <strong>in</strong> materia di aeromobili<br />

a pilotaggio remoto delle Forze<br />

Armate” ha autorizzato le Forze<br />

Armate italiane ad impiegare gli<br />

APR <strong>in</strong> dotazione, nell’ambito di<br />

spazi aerei determ<strong>in</strong>ati, con prestabiliti<br />

profili di missione e secondo le<br />

limitazioni e le procedure operative<br />

Editoriale<br />

Editoriale<br />

L’IMPIEGO DEGLI AEROMOBILI A PILOTAGGIO REMOTO<br />

NELL’AERONAUTICA MILITARE<br />

stabilite <strong>in</strong> un apposito documento<br />

tecnico-operativo. Tale documento<br />

è stato emesso nel 2004 a conclusione<br />

dell’attività di valutazione tecnica<br />

ed operativa effettuate dal -<br />

l’ENAC (Ente Nazionale Aviazione<br />

Civile), <strong>Aeronautica</strong> <strong>Militare</strong>, Dire -<br />

zione Generale Armamenti Aero -<br />

nautici (DGAA-M<strong>in</strong>istero della Dife -<br />

sa) ed ENAV (Ente Nazionale As -<br />

sisten za al Volo); <strong>in</strong> particolare la<br />

Forza Armata è stata identificata<br />

come Ente Operatore di APR e<br />

come Ente che adotta, congiuntamente<br />

all’ENAC, i risultati dell’atti-<br />

(1) Il Cod. Nav. (Art. 743) stabilisce che “Sono altresì considerati aeromobili i mezzi aerei a pilotaggio<br />

remoto, def<strong>in</strong>iti come tali da leggi speciali (cioè dalla Legge n.178/2004), dai regolamenti dell’ENAC e,<br />

per quelli militari, dai decreti del M<strong>in</strong>istero della Difesa”. In tal senso il M<strong>in</strong>istero della Difesa ha emesso<br />

apposito Decreto <strong>in</strong> data 23 GIU 2006 nel quale gli APR sono ammessi alla navigazione aerea se<br />

certificati ed immatricolati dalla DGAA.<br />

vità di valutazione tecnica ed operativa<br />

condotta dall’ENAC ed<br />

ENAV per determ<strong>in</strong>ati profili di missione.<br />

La DGAA del M<strong>in</strong>istero della<br />

Difesa è <strong>in</strong>vece responsabile dell’accertamento<br />

della rispondenza<br />

degli aeromobili ai requisiti tecnici<br />

contrattualmente def<strong>in</strong>iti sulla base<br />

delle esigenze operative e di conseguenza<br />

gli APR sono immatricolati<br />

a cura del M<strong>in</strong>istero della<br />

Difesa (1) .<br />

Brevemente, l’aeromobile APR<br />

“Predator A” <strong>in</strong> dotazione all’A.M. è<br />

un sistema composto da una componente<br />

aerea (aeromobile), da<br />

una componente di terra (stazione<br />

di comando e controllo), e da un<br />

sistema di comunicazione, comando<br />

e controllo (antenne e ricevitori<br />

per il collegamento radio <strong>in</strong> l<strong>in</strong>ea di<br />

vista e/o satellitare) che consente<br />

l’<strong>in</strong>terconnessione tra le due.<br />

L’aeromobile, per svolgere le<br />

funzioni operative richieste, è<br />

dotato di un sensore di bordo con<br />

capacità di ripresa elettro/ottica ed<br />

<strong>in</strong>frarossi ed un sistema di <strong>in</strong>terruzione<br />

atto a term<strong>in</strong>are il volo per<br />

mezzo di paracadute. In particolare<br />

il sistema APR dell’A.M. è composto<br />

da:<br />

- Aerial Vehicle (componente<br />

aerea);<br />

- Control Segment/Ground Control<br />

Shelter);<br />

- Ground Data Term<strong>in</strong>al (antenna e<br />

relative elettronica di controllo);<br />

- Sistema di Comunicazione sa -<br />

tel litare.<br />

Gli APR dell’A.M. devono essere<br />

impiegati nelle aree di lavoro<br />

def<strong>in</strong>ite di concerto con l’ENAV,<br />

competente per gli aspetti di gestione<br />

e controllo del traffico aereo<br />

nazionale, e pubblicate nell’AIP<br />

Italia. Tali aree, attivate a mezzo<br />

NOTAM, sono dest<strong>in</strong>ate all’attività<br />

militare APR condotta <strong>in</strong> presenza<br />

di servizio radar e <strong>in</strong>terdette ad<br />

altro traffico aereo nei periodi stabiliti<br />

dall’attivazione.<br />

L’ENAC ha elaborato l’Analisi di<br />

Rischio con la quale sono state<br />

determ<strong>in</strong>ate, a <strong>in</strong>tegrazione del<br />

Manuale di Volo applicabile, le limitazioni<br />

e le condizioni di impiego<br />

del sistema per consentire all’Aero -<br />

nautica <strong>Militare</strong> di operare <strong>in</strong> sicurezza<br />

i sistemi <strong>in</strong> dotazione, nelle<br />

aree segregate designate e per i<br />

profili di missione relativi alle attività<br />

di sperimentazione e addestramento<br />

del personale. Alcune delle limitazioni<br />

e condizioni di impiego<br />

<strong>in</strong>corporate nel suddetto documento<br />

tecnico-operativo, a titolo di<br />

esempio, sono elencate nel successivo<br />

paragrafo.<br />

LIMITAZIONI DI IMPIEGO<br />

ED EQUIPAGGIAMENTI.<br />

Le missioni devono essere<br />

effettuate secondo le seguenti condizioni<br />

e limitazioni:<br />

- prima di ogni volo deve essere<br />

verificato che sia stata programmata<br />

la procedura di emergenza<br />

<strong>in</strong> caso di lost-l<strong>in</strong>k;<br />

- l’area di emergenza <strong>in</strong> caso di<br />

lost-l<strong>in</strong>k deve essere localizzata<br />

all’<strong>in</strong>terno delle aree segregate<br />

designate, <strong>in</strong>clusa l’area aeroportuale<br />

nel caso di aeroporto militare,<br />

escludendo i corridoi di attraversamento;<br />

- tutte le operazioni normali e di<br />

emergenza devono essere effettuate<br />

garantendo il buffer stabilito<br />

rispetto alle aree segregate designate,<br />

<strong>in</strong>clusi i corridoi di attraversamento.<br />

Il buffer laterale<br />

deve essere non <strong>in</strong>feriore a 2NM,<br />

la quota massima deve essere<br />

limitata a 1.000ft al di sotto del<br />

ceil<strong>in</strong>g previsto <strong>in</strong> ciascuna delle<br />

aree segregate, e di 500ft al di<br />

sotto del ceil<strong>in</strong>g nei corridoi di<br />

attraversamento;<br />

- il velivolo vola esclusivamente <strong>in</strong><br />

presenza di positiva copertura<br />

radar;<br />

- nelle fasi di decollo-climb e avvic<strong>in</strong>amento-atterraggio,<br />

sotto i<br />

1.200ft AGL, deve essere garantito<br />

il sorvolo di aree disabitate o<br />

a bassa densità di popolazione;<br />

- i piloti dell’APR sono selezionati<br />

dall’A.M. tra i piloti dell’Aerona -<br />

utica <strong>Militare</strong> e della Mar<strong>in</strong>a<br />

<strong>Militare</strong> già <strong>in</strong> possesso del brevetto<br />

di Pilota <strong>Militare</strong>, abilitati al<br />

pilotaggio remoto del Predator a<br />

seguito di adeguato addestramento;<br />

- ogniqualvolta sia ritenuto necessario,<br />

e comunque non oltre ogni<br />

30 m<strong>in</strong>uti dall’<strong>in</strong>izio della missione,<br />

il Pilota dovrà stabilire con l’operatore<br />

radar dedicato un contatto<br />

radio per verificare la correttezza<br />

delle proprie <strong>in</strong>formazioni sul posizionamento<br />

dell’aeromobile;<br />

- <strong>in</strong> caso di perdita di controllo del<br />

velivolo <strong>in</strong>clusi tutti i sistemi di<br />

emergenza, viene attivato un<br />

“cont<strong>in</strong>gency plan” sotto la<br />

responsabilità di Forza Armata.<br />

I velivoli a pilotaggio remoto<br />

della classe del Predator A hanno<br />

dimensioni e prestazioni paragonabili<br />

ai normali aeroplani (tipologia<br />

da turismo) e come tali devono<br />

essere trattati. Inoltre, presentano<br />

delle peculiarità di gestione molto<br />

complesse che richiedono un particolare<br />

addestramento.<br />

Come si è potuto notare, l’Aero -<br />

nautica <strong>Militare</strong> ha messo <strong>in</strong> atto<br />

una serie di misure per rendere<br />

l’impiego di tali mezzi perfettamente<br />

compatibile con la struttura del<br />

nostro spazio aereo e con la tipologia<br />

di traffico <strong>in</strong> esso presente.<br />

Sbaglia chi pensa che tali velivoli<br />

siano semplicemente degli “aeromodelli”<br />

un po’ più grandi del normale.<br />

Il loro impiego deve essere<br />

affrontato con estrema competenza<br />

e professionalità dopo aver<br />

valutato tutte le condizioni di potenziale<br />

rischio, così come è stato illustrato<br />

precedentemente. q<br />

Editoriale<br />

3<br />

Sicurezza del Volo n. 266/2008<br />

Sicurezza del Volo n. 266/2008


j<br />

j<br />

Filosofia della Sicurezza Volo<br />

4<br />

Dott.<br />

Carlo Enrico Paciaroni<br />

Crew<br />

Resource<br />

La Compagnia Statu ni -<br />

tense United Airl<strong>in</strong>es,<br />

<strong>in</strong> collaborazione con<br />

la Scientific Method e<br />

la NASA, elaborò per<br />

prima un programma<br />

di <strong>in</strong>formazione diretto<br />

al proprio personale navigante<br />

f<strong>in</strong>alizzato al “crew coord<strong>in</strong>ation” e<br />

alla gestione delle risorse umane di<br />

bordo, che presc<strong>in</strong>deva dall’addestramento<br />

tecnico <strong>in</strong>dividuale,<br />

denom<strong>in</strong>ato Cockpit Resource<br />

Management.<br />

Il Military Airlift Command, nel<br />

1985, fu la prima organizzazione<br />

militare ad adottare il programma<br />

addestrativo <strong>in</strong>dirizzato verso il<br />

CRM ottenendo risultati al di sopra<br />

di ogni aspettativa. Nei c<strong>in</strong>que anni<br />

successivi ottenne una riduzione<br />

degli <strong>in</strong>cidenti di volo del 51%<br />

rispetto al periodo precedente.<br />

I presupposti dai quali sono scaturiti<br />

i programmi addestrativi al<br />

CRM potrebbero essere s<strong>in</strong>tetizzati<br />

come segue.<br />

La capacità di gestione delle<br />

risorse all’<strong>in</strong>terno di un cockpit ,<br />

vale a dire lo sfruttamento delle<br />

abilità, delle conoscenze e delle<br />

esperienze del personale di bordo,<br />

comporta per un Capo equipaggio<br />

il dover comprendere i meccanismi<br />

di relazione che si attivano tra i<br />

membri del gruppo, con lo scopo di<br />

stimolare il lavoro di squadra e<br />

Management<br />

d‘<strong>in</strong>crementare la collaborazione<br />

operosa, leale e conv<strong>in</strong>ta dei componenti<br />

della stessa.<br />

Il risultato che un Comandante<br />

dovrebbe conseguire è armonizzare<br />

il lavoro <strong>in</strong>dividuale con quello<br />

della squadra facendo partecipare<br />

<strong>in</strong> maniera attiva ogni membro dell’equipaggio,<br />

oltre che nel proprio<br />

settore di responsabilità, anche <strong>in</strong><br />

tutte le altre fasi del volo, permettendo<br />

ad ognuno di segnalare<br />

eventuali anomalie rilevate, accettando<br />

e recependo queste segnalazioni<br />

anche se provenienti da un<br />

subord<strong>in</strong>ato.<br />

Ne scaturisce che un<br />

Comandante, il quale dispone di<br />

una posizione di prem<strong>in</strong>enza all’<strong>in</strong>terno<br />

della squadra, deve essere<br />

consapevole che il suo comportamento<br />

è determ<strong>in</strong>ante ai f<strong>in</strong>i dei<br />

risultati da raggiungere.<br />

Per esempio un leader che non<br />

esprime un’ azione di comando e<br />

controllo efficace, che assume un<br />

ruolo da protagonista assoluto <strong>in</strong><br />

situazioni di emergenza, che ignora<br />

il parere dei propri sottoposti, ai<br />

quali non chiede quasi mai consiglio<br />

e dai quali pretende, solo<br />

quando <strong>in</strong>terpellati, il “yes Sir”,<br />

rappresenta sicuramente un cattivo<br />

esempio di applicazione di CRM.<br />

In s<strong>in</strong>tesi gli elementi significativi<br />

che devono essere presi <strong>in</strong> considerazione<br />

per ottimizzare il CRM<br />

all’<strong>in</strong>terno di un equipaggio sono:<br />

- la qualità e l’autorevolezza del<br />

leader;<br />

- la comunicazione all’<strong>in</strong>terno<br />

del gruppo;<br />

- il brief<strong>in</strong>g/debrief<strong>in</strong>g.<br />

La figura di leader si può riassumere<br />

con due def<strong>in</strong>izioni, basate<br />

sullo stile di comportamento e tra<br />

loro contrapposte, fra le quali sono<br />

comprese tutte le altre sfumature<br />

comportamentali di un “Capo”: leader<br />

dallo stile aggressivo e leader<br />

dallo stile assertivo. Il leader aggressivo<br />

si impone sugli altri con atteggiamenti<br />

autoritari, a volte sarcastici,<br />

senza alcun rispetto dei pareri altrui<br />

e <strong>in</strong> alcuni casi anche senza alcun<br />

riguardo della dignità degli altri.<br />

Questo comportamento non<br />

<strong>in</strong>crementa certo la collaborazione<br />

spontanea dei sottoposti e quando<br />

viene richiesta una collaborazione<br />

la risposta del subord<strong>in</strong>ato è fornita<br />

malvolentieri. Anzi a volte la qualità<br />

della risposta può essere di un livello<br />

talmente basso che rappresenta<br />

essa stessa un ostacolo pericoloso.<br />

Si arriva al punto, mettendo <strong>in</strong> questo<br />

modo a rischio anche la propria<br />

sicurezza, di aspettare che il “Capo”<br />

prima o poi sbagli.<br />

Il leader assertivo <strong>in</strong>vece è<br />

sicuramente più produttivo perché<br />

riesce ad ottenere la disponibilità e<br />

la collaborazione dei sottoposti <strong>in</strong><br />

maniera spontanea senza dover<br />

ricorrere ad imposizioni. I rapporti<br />

con l’equipaggio sono sicuramente<br />

sereni senza che egli debba r<strong>in</strong>unciare<br />

alla sua autorità e alle sue<br />

prerogative di Comandante. Infatti,<br />

anche se è portato ad ascoltare,<br />

comunque non abdica alle sue<br />

responsabilità e la sua autorevolezza<br />

è riconosciuta ed accettata<br />

da tutti. I risultati <strong>in</strong> questo caso<br />

sono sicuramente positivi.<br />

L’altro elemento significativo<br />

è la comunicazione. Un’errata<br />

comunicazione, dovuta sia ad una<br />

carenza di <strong>in</strong>formazioni che ad una<br />

diffusione di <strong>in</strong>formazioni non esatte,<br />

è stata riconosciuta tra le cause<br />

di numerosi <strong>in</strong>cidenti aerei .<br />

Un leader <strong>in</strong>fatti è <strong>in</strong> grado di<br />

prendere le decisioni appropriate<br />

solo se riceve una corretta <strong>in</strong>formazione<br />

sulla situazione <strong>in</strong> atto da<br />

parte dei membri del suo equipaggio<br />

e dagli Enti preposti al controllo<br />

del Traffico Aereo. I quali a loro volta<br />

devono poter comunicare tra<br />

loro e con il Comandante <strong>in</strong> maniera<br />

rapida e comprensibile. Lo stesso<br />

dicasi per la comunicazione<br />

che un leader deve far giungere ai<br />

suoi sottoposti sotto forma di<br />

disposizioni che devono subito<br />

essere comprese ed attuate.<br />

Qu<strong>in</strong>di, il primo elemento<br />

necessario per una corretta comunicazione<br />

è l’elim<strong>in</strong>azione delle<br />

barriere <strong>in</strong>terpersonali o i timori,<br />

spesso troppo reverenziali, tipici<br />

dei sottoposti nei confronti di un<br />

Comandante, che ostacolano il veicolare<br />

delle <strong>in</strong>formazioni a causa di<br />

pregiudizi personali. Un equipaggio,<br />

se affiatato e diretto da un<br />

buon leader, può rimuovere molti<br />

ostacoli di questo tipo.<br />

Successivamente è <strong>in</strong>dispensabile<br />

che un membro dell’equipaggio,<br />

il quale debba segnalare al suo<br />

Capo una non corretta decisione<br />

presa da quest’ultimo o un punto di<br />

vista diverso su un particolare argomento,<br />

sappia mantenere il proprio<br />

conv<strong>in</strong>cimento sul fatto e sappia<br />

trasmetterlo al Comandante e agli<br />

altri suffragato da argomentazioni e<br />

dati accettati e riconosciuti da tutti<br />

come validi e pert<strong>in</strong>enti.<br />

Pur sapendo, però, che mantenere<br />

il proprio conv<strong>in</strong>cimento <strong>in</strong> un<br />

confronto non significa non ascoltare<br />

le repliche altrui che potrebbero<br />

essere diverse, ma anche corrette,<br />

e potrebbero portare ad un<br />

completamento dell’<strong>in</strong>formazione<br />

rendendola più comprensibile al<br />

Capo equipaggio che verrà così<br />

messo <strong>in</strong> condizioni di decidere sul<br />

da farsi nel migliore dei modi.<br />

Inoltre bisogna essere consapevoli<br />

che affrontare una discussione,<br />

con eventuali contrapposizioni non<br />

significa che, per difendere le proprie<br />

posizioni, si scivoli nel litigio<br />

con l’<strong>in</strong>tromissione nella conversazione<br />

di elementi estranei all’argomento<br />

della discussione. Durante<br />

queste fasi, a volte difficili da controllare<br />

se si svolgono <strong>in</strong> situazioni di<br />

emergenza, deve prevalere l’autorevolezza<br />

del leader, il quale deve<br />

essere <strong>in</strong> grado di gestire con pacatezza<br />

le controversie, senza per<br />

altro urtare la suscettibilità dell’<strong>in</strong>terlocutore,<br />

evitando di snobbare con<br />

toni verbali sprezzanti e sarcastici il<br />

punto di vista del sottoposto che<br />

potrebbe essere sbagliato, ma a volte<br />

giusto, se non addirittura brillante.<br />

Sappiamo tutti che nessuno ammette<br />

volentieri di aver sbagliato,<br />

soprattutto se <strong>in</strong> buona fede ha cercato<br />

la risoluzione di problematiche<br />

operative.<br />

Ultimo elemento fondamentale<br />

del CRM è il modo e il luogo dove<br />

si tirano le somme sull’attività<br />

svolta; pertanto il brief<strong>in</strong>g/debrief<strong>in</strong>g<br />

al term<strong>in</strong>e della missione di<br />

volo, ove venga esam<strong>in</strong>ato il comportamento<br />

di tutti, assume una<br />

valenza straord<strong>in</strong>aria per la sicurezza.<br />

Un tempo il brief<strong>in</strong>g/debrief<strong>in</strong>g si<br />

svolgeva separatamente per ciascuna<br />

delle funzioni di lavoro e specialità<br />

ed aveva lo scopo anch’esso,<br />

senz’altro positivo, di accrescere<br />

l’addestramento tecnico <strong>in</strong>dividuale.<br />

Un debrief<strong>in</strong>g mirato al CRM <strong>in</strong>vece<br />

deve valutare la qualità complessiva<br />

della prestazione dell’equipaggio<br />

con lo scopo di evidenziare gli errori,<br />

se commessi, non tanto per <strong>in</strong>dividuare<br />

i responsabili, poiché è troppo<br />

facile chiedersi di chi è la colpa,<br />

quanto per scoprirne le cause e<br />

apportare i correttivi necessari. Non<br />

va dimenticato che il marg<strong>in</strong>e di<br />

errore concesso ad un equipaggio di<br />

volo è <strong>in</strong>dubbiamente meno ampio<br />

di quello concesso ad altre categorie<br />

di professionisti. Anche <strong>in</strong> questo<br />

caso la discussione deve necessariamente<br />

svolgersi <strong>in</strong> un debrief<strong>in</strong>g e<br />

deve avvenire <strong>in</strong> maniera costruttiva<br />

nel pieno rispetto dei ruoli che ogni<br />

membro assolve e delle responsabilità<br />

conseguenti. q<br />

Filosofia della Sicurezza Volo<br />

5<br />

Sicurezza del Volo n. 266/2008<br />

Sicurezza del Volo n. 266/2008


j<br />

j<br />

Col.<br />

Enrico Garett<strong>in</strong>i<br />

Che f<strong>in</strong>e<br />

fanno gli<br />

Attività di Prevenzione<br />

6<br />

<strong>in</strong>convenienti<br />

di volo?<br />

“Che f<strong>in</strong>e fanno gli <strong>in</strong>convenienti<br />

di volo?”.<br />

E’ una domanda che tutti noi ci<br />

siamo fatti. Il riporto degli eventi<br />

che possono rappresentare un<br />

pericolo per la condotta <strong>in</strong> sicurezza<br />

del volo è ormai una parte <strong>in</strong>tegrante<br />

del nostro modo di fare,<br />

della nostra cultura aeronautica.<br />

Vogliamo condividere un’esperienza<br />

negativa con altri <strong>in</strong> modo che<br />

possano imparare da quanto ci è<br />

successo (la maggior parte degli<br />

<strong>in</strong>convenienti sono a fattore<br />

umano, qu<strong>in</strong>di si può veramente<br />

parlare di “imparare dai propri errori”).<br />

L’<strong>in</strong>conveniente di volo è fondamentalmente<br />

una forma di<br />

comunicazione .<br />

Altre volte, però, gli <strong>in</strong>convenienti<br />

prendono una strada diversa,<br />

grazie anche all’<strong>in</strong>traprendenza,<br />

lungimiranza e dedizione che ca -<br />

rat terizzano il personale dell’A.M..<br />

A metà del 2005 sono stati<br />

<strong>in</strong>trodotti <strong>in</strong> l<strong>in</strong>ea i primi SF.260/EA:<br />

velivoli nuovi, con avionica aggiornata,<br />

più rispondenti alle necessità<br />

addestrative dei nuovi programmi<br />

delle scuole di volo dell’A.M..<br />

Subito ci si chiese: “Ma perché non<br />

li hanno dip<strong>in</strong>ti di arancione, come i<br />

vecchi SF.260/AM?”.<br />

La domanda era pert<strong>in</strong>ente,<br />

perché ormai si pensava che la<br />

colorazione arancione fosse una<br />

caratteristica dist<strong>in</strong>tiva dei velivoli<br />

dest<strong>in</strong>ati alle scuole di volo per<br />

l’addestramento basico. I velivoli<br />

P.148, MB.326 e SF.260/AM erano<br />

completamente arancioni.<br />

Il velivolo MB.339/A (tranne un<br />

breve periodo con livrea biancorossa,<br />

affettuosamente detta “marlboro”),<br />

il G.91/T e il MB.339/CD,<br />

essendo utilizzati per l’addestramento<br />

avanzato hanno, o avevano,<br />

solo le estremità di color arancione.<br />

In effetti qualche perplessità<br />

sulla nuova colorazione era sorta<br />

pure a noi dell’I.S.V..<br />

Già nel 2003, quando si stava<br />

portando avanti il progetto SF.260/<br />

EA, alla richiesta di un parere sulla<br />

colorazione grigia a bassa visibilità<br />

che la ditta costruttrice aveva proposto<br />

ci esprimemmo negativamente;<br />

il commento era stato poi recepito<br />

colorando solamente una fascia<br />

arancione sui lati esterni delle tip.<br />

Bene, queste erano le perplessità, i<br />

dubbi del personale co<strong>in</strong>volto nell’<strong>in</strong>troduzione<br />

del nuovo SF.260/EA<br />

(almeno sull’aspetto della colorazione).<br />

I fatti, <strong>in</strong> effetti, hanno concretizzato<br />

questi dubbi. Dal 2006 ai<br />

Fig. 1 - Velivolo T.6 U.S. Air Force<br />

Si noti la livrea del velivolo (dest<strong>in</strong>ato all’addestramento<br />

basico) a due colori, blu scuro<br />

e bianco, <strong>in</strong> forte contrasto tra loro e con lo<br />

sfondo grigio-azzurro del cielo<br />

nostri giorni, ci sono state numerose<br />

occasioni <strong>in</strong> cui la particolare colorazione<br />

“low visibilità” ha funzionato<br />

così bene da creare dei problemi<br />

nell’applicazione pratica del concetto<br />

“see and avoid” per risolvere i<br />

conflitti di traffico. Teniamo ben presente<br />

che questi velivoli sono dest<strong>in</strong>ati<br />

all’addestramento basico, vengono<br />

pilotati da allievi con poca<br />

esperienza (la 1ª solista è prevista<br />

alla 19ª sortita del programma per il<br />

conseguimento del Brevetto di<br />

Pilota di Aeroplano). Gli allievi non<br />

hanno ancora sviluppato una buona<br />

tecnica di “scann<strong>in</strong>g” per osservare<br />

lo spazio aereo circostante al velivolo;<br />

non hanno ancora una Situa -<br />

tio nal Awareness pienamente<br />

acquisita, tale da consentirgli di<br />

crearsi uno schema mentale della<br />

posizione relativa degli altri traffici<br />

ascoltando le chiamate radio.<br />

I seguenti sono gli <strong>in</strong>convenienti<br />

di volo riportati riguardanti il problema<br />

di difficoltà di acquisizione visiva<br />

del nuovo velivolo:<br />

- 12 set 2006; quota 1.350 ft, visibilità<br />

+10Km, conflitto di traffico<br />

con altro SF.260/EA;<br />

- 11 gen 2007; quota 1.500 ft, visibilità<br />

6Km, conflitto di traffico con<br />

altro SF.260/EA;<br />

- 22 feb 2007; quota 1.000 ft, visibilità<br />

+10Km, conflitto di traffico<br />

con MB.339/A.<br />

Fig. 2 - Velivolo BAE Hawk 200 Royal Air Force<br />

Attività di Prevenzione<br />

7<br />

Sicurezza del Volo n. 266/2008<br />

Sicurezza del Volo n. 266/2008


j<br />

j<br />

☛ Che f<strong>in</strong>e fanno gli <strong>in</strong>convenienti di volo?<br />

Figg. 3 - 4<br />

Velivolo Tucano Royal Air Force<br />

Velivolo T.37 U.S. Air Force<br />

Attività di Prevenzione<br />

8<br />

Il personale del 70° Stormo,<br />

forte della propria esperienza <strong>in</strong><br />

campo addestrativo (gli allievi avevano<br />

difficoltà ad acquisire i traffici<br />

<strong>in</strong> circuito) e supportato dagli<br />

<strong>in</strong>convenienti segnalati (la proposta<br />

è partita dall’<strong>in</strong>conveniente del 12<br />

set 2006, particolarmente serio ed<br />

allegato alla richiesta di modifica),<br />

ha proposto una variante alla colorazione<br />

del SF.260/EA al proprio<br />

Alto Comando.<br />

Tale proposta conteneva anche<br />

delle considerazioni su quanto fatto<br />

<strong>in</strong> proposito da altre nazioni. In particolare,<br />

la livrea del velivolo T.6<br />

(dest<strong>in</strong>ato all’addestramento basico)<br />

ha due colori, blu scuro e bianco,<br />

<strong>in</strong> forte contrasto tra loro e con<br />

lo sfondo grigio-azzurro del cielo<br />

(fig.1 alla pag<strong>in</strong>a precedente).<br />

Studi recenti effettuati dalla<br />

Royal Air Force, hanno evidenziato<br />

che il nero è il colore più<br />

visibile nel contesto della<br />

ricerca visiva dei traffici<br />

aerei e di conseguenza<br />

hanno modificato la colorazione<br />

dei loro velivoli dest<strong>in</strong>ati all’addestramento<br />

basico (figg. 2, 3 e 4).<br />

Qualche anno fa, <strong>in</strong> via sperimentale,<br />

alcuni aerei AMX erano<br />

stati dip<strong>in</strong>ti con ampie zone nere<br />

per aumentare la visibilità da parte<br />

dell’avifauna e dim<strong>in</strong>uire così la<br />

probabilità di birdstrike (fig. 5).<br />

La proposta<br />

è stata accolta<br />

dal Comando Scuole, che ha autorizzato<br />

ad <strong>in</strong>oltrare una Proposta di<br />

Modifica di Reparto (P.M.R.) al<br />

Comando Logistico, con la colorazione<br />

che si può vedere <strong>in</strong> fig. 6.<br />

La proposta è stata successivamente<br />

<strong>in</strong>viata, con parere positivo<br />

da parte del Comando Logistico,<br />

alla Direzione Centrale degli<br />

Armamenti Aerei, titolata ad emettere<br />

modifiche <strong>in</strong> merito <strong>in</strong> quanto<br />

comportano la variazione della<br />

configurazione velivolo coperta dal<br />

Certificato di Omologazione di tipo<br />

Aeromobile (Aeronavigabilità).<br />

Volendo speculare un po’, vi<br />

proponiamo una foto con due<br />

SF.260/EA da confrontare, filtrate<br />

attraverso uno schermo che simula<br />

la bassa visibilità (foschia, per<br />

esempio), una ritoccata al computer<br />

per applicare la colorazione proposta<br />

e l’altra senza ritocco (fig. 7).<br />

L’effetto è evidente.<br />

Riassumendo, come avete potuto<br />

vedere viene confermata l’utilità<br />

delle segnalazioni di <strong>in</strong>conveniente<br />

ai f<strong>in</strong>i di prevenzione nel campo<br />

della S.V.. Spesso sono degli eventi<br />

particolarmente significativi, o una<br />

serie di eventi di m<strong>in</strong>ore importanza<br />

che però <strong>in</strong>dicano una tendenza,<br />

che <strong>in</strong>nescano il processo di “cambiamento”<br />

(se vi ricordate “fare”<br />

Fig. 5 - Velivolo AMX con ampie zone dell’aereo colorate di nero per aumentarne la visibilità<br />

Fig. 6 - Velivolo SF.260/EA - Differenza tra la colorazione attuale (sopra) e quella proposta (sotto)<br />

prevenzione significa “cambiare”,<br />

altrimenti ci dobbiamo accontentare,<br />

se va bene, dello status quo).<br />

Il cambiamento viene molto<br />

spesso rilevato dagli Enti locali,<br />

prima ancora che dagli Enti centrali.<br />

A volte la segnalazione è il culm<strong>in</strong>e<br />

di una serie di micro-discrepanze<br />

o sensazioni di qualcosa che<br />

non funziona come dovrebbe.<br />

Chi lavora <strong>in</strong> prima l<strong>in</strong>ea è pienamente<br />

cosciente della frequenza<br />

di queste piccole discrepanze e del<br />

fatto che possano o meno costituire<br />

un pericolo per la loro attività.<br />

Questo riportato è un buon esempio<br />

di come si possa <strong>in</strong>nescare il<br />

“cambiamento” a partire dai Re par -<br />

ti periferici.<br />

q<br />

N.d.R.<br />

nota di redazione<br />

Un riconoscimento<br />

particolare,<br />

per l’impegno e la dedizione dimostrate,<br />

va al Magg. AArnn Pil.<br />

Raffaele La Montagna, promotore<br />

della modifica e al Com.te del 70°<br />

Stormo, Col. AArnn Pil. Francesco<br />

T<strong>in</strong>agli, per aver avallato e sostenuto<br />

l’<strong>in</strong>iziativa. BEN FATTO!<br />

Fig. 7 - Confronto di visibilità tra la colorazione proposta sul velivolo (a s<strong>in</strong>istra) e quella attuale (a destra). Se si focalizza lo sguardo sugli<br />

strumenti di bordo, la sagoma del velivolo a destra scompare<br />

Attività di Prevenzione<br />

9<br />

Sicurezza del Volo n. 266/2008<br />

Sicurezza del Volo n. 266/2008


j<br />

j<br />

Attività di Prevenzione nel Controllo Spazio Aereo<br />

10<br />

CTA<br />

Vittorio La Penna D’Orazi<br />

Implementazione<br />

di un<br />

S.M.S.<br />

(Safety Management System)<br />

L’esperienza di un Aeroporto Regionale alla luce delle nuove Direttivve ICAO<br />

La seconda Facoltà di Ingegneria <strong>Aeronautica</strong><br />

e Spaziale dell’Università di Bologna, la<br />

Società di Gestione dell’Aeroporto di Forlì<br />

SEAF e la Società ISAERS Polo Tecnologico<br />

Aeronautico Forlì nel mese di aprile 2007<br />

hanno <strong>in</strong>trapreso un percorso per gettare le basi di un<br />

Safety Management System adatto alla complessità di<br />

un aeroporto regionale quale è il Ridolfì di Forlì.<br />

L’<strong>in</strong>iziativa, unica nel panorama aeronautico italiano per<br />

aeroporti di queste dimensioni, è tanto più encomiabile<br />

come espressione di una mentalità orientata alla migliore<br />

“Safety Culture” se si considera, come sancito dalla<br />

normativa italiana (recepimento delle previsioni<br />

contenute nella regolamentazione <strong>in</strong>ternazionale), che il<br />

soddisfacimento di tale obbligo è previsto solo negli<br />

aeroporti, e l’aeroporto di Forlì non rientra tra questi, sui<br />

quali si svolge un traffico<br />

superiore a 5.000 movimenti commerciali annui (1) .<br />

Attività di Prevenzione nel Controllo Spazio Aereo<br />

11<br />

(1) E’ appena il caso di sottol<strong>in</strong>eare che è senz’altro anche <strong>in</strong>teresse di una Forza Armata come<br />

l’<strong>Aeronautica</strong> <strong>Militare</strong>, chiamata ad operare - <strong>in</strong> special modo con alcuni reparti (si pensi al 31° Stormo<br />

e alla 46 A Aerobrigata) - <strong>in</strong> aeroporti di norma aperti al solo traffico aereo civile, sapere che sono <strong>in</strong><br />

essere strumenti quali un SMS che da garanzie <strong>in</strong> merito allo standard di qualità dei servizi resi.<br />

Sicurezza del Volo n. 266/2008<br />

Sicurezza del Volo n. 266/2008


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Attività di Prevenzione nel Controllo Spazio Aereo<br />

12<br />

☛ Implementazione di un S.M.S.<br />

Il progetto è stato portato avanti,<br />

su <strong>in</strong>put del corpo docente, da<br />

quattro frequentatori del Master<br />

“Scienza dell’Aviazione Sicurezza<br />

del Volo”, tenuto nell’anno accademico<br />

2006/2007 presso la 2ª<br />

Facoltà di Ingegneria <strong>Aeronautica</strong><br />

e Spaziale dell’Università di<br />

Bologna.<br />

Le differenti professionalità e l’eterogeneo<br />

background culturale dei<br />

s<strong>in</strong>goli componenti del gruppo<br />

hanno costituito quel “quid pluris”<br />

che ha consentito di porre delle solide<br />

fondamenta alla realizzazione del<br />

programma. In particolare, la supervisione<br />

del lavoro è stata affidata a<br />

tre Comandanti della Compagnia di<br />

Bandiera, mentre la conduzione<br />

strategica e tattica è stata assegnata<br />

agli altri componenti del gruppo: due<br />

laureati <strong>in</strong> legge con un’esperienza<br />

operativa sia militare che civile alle<br />

spalle quali Controllori del Traffico<br />

Aereo, una laureata <strong>in</strong> sociologia<br />

delle comunicazioni e <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e una laureata<br />

<strong>in</strong> l<strong>in</strong>gue.<br />

Per comprendere appieno la<br />

filosofia alla base di un Safety<br />

Management System si è partiti<br />

dall’analisi delle possibili differenti<br />

strategie di gestione della Safety<br />

esistenti.<br />

La prima, la Safety Reattiva:<br />

l’approccio alla Safety che analizza<br />

e studia esclusivamente “la parte<br />

emersa dell’iceberg” (2) , ovvero l’approccio<br />

alla Safety basato sull’<strong>in</strong>vestigazione<br />

degli <strong>in</strong>cidenti e degli<br />

<strong>in</strong>convenienti gravi, <strong>in</strong> def<strong>in</strong>itiva l’approccio<br />

che fonda il suo agire sull’attesa<br />

degli eventi e che necessita<br />

qu<strong>in</strong>di di “forti stimoli esterni”.<br />

La seconda, la Safety Pro -<br />

attiva: l’approccio alla Safety che<br />

si preoccupa di analizzare e studiare<br />

“la parte dell’iceberg che stà<br />

sotto il livello del mare”, ovvero<br />

l’approccio alla Safety basato sull’<strong>in</strong>vestigazione<br />

degli <strong>in</strong>convenienti<br />

e di tutto ciò che costituisce “anomalous<br />

occurences”. Tra gli strumenti<br />

sui quali fonda il suo agire<br />

questa strategia ricordiamo <strong>in</strong> particolare<br />

i sistemi di riporto volontario<br />

e obbligatorio (3)<br />

La terza: la Safety Predittiva,<br />

ovvero l’approccio alla Safety che<br />

partendo dalla premessa che il<br />

sistema dell’aviazione civile, così<br />

come concepito, è un sistema di<br />

per sé imperfetto, mette <strong>in</strong> secondo<br />

piano “l’iceberg nel suo complesso”<br />

e focalizza la<br />

sua attenzione<br />

sul monitoraggio<br />

delle normali<br />

operazioni.<br />

E’ l’approccio<br />

basato sul concetto<br />

che la ge -<br />

stione della Sa -<br />

fety si realizza al<br />

meglio cercando<br />

i problemi, non<br />

aspettandoli. Lo<br />

strumento di Sa -<br />

fety Predittiva<br />

per eccellenza è dato dal Safety<br />

Management System, strumento<br />

che consente di andare costantemente<br />

alla ricerca d’<strong>in</strong>formazioni da<br />

una varietà di fonti che possono<br />

evidenziare rischi di Safety emergenti.<br />

Uno dei mezzi utilizzati <strong>in</strong><br />

quest’ottica è costituito dal sistema<br />

di riporto confidenziale.<br />

In accordo a quest’ultima filosofia<br />

di <strong>in</strong>tendere la Safety, il primo<br />

atto compiuto allo scopo di sviluppare<br />

un Safety Management<br />

System è stato quello di darsi un<br />

metodo di lavoro, che è stato articolato<br />

<strong>in</strong> quattro fasi: la prima di<br />

(2) Quando si parla di <strong>in</strong>convenienti ed <strong>in</strong>cidenti di volo si ricorre spesso all’analogia dell’iceberg. Per ogni <strong>in</strong>cidente<br />

grave, statisticamente, si verificano cent<strong>in</strong>aia di <strong>in</strong>convenienti più o meno gravi che passano quasi <strong>in</strong>osservati.<br />

(3) Il limite di questi due primi approcci, più o meno evidente, è quello di partire dall’assunto che il sistema dell’aviazione<br />

civile, cpsì come concepito, sia un sistema di per se perfetto.<br />

Lo strumento di<br />

Safety Predittiva per<br />

eccellenza è dato dal<br />

Safety Management<br />

System strumento che<br />

consente di andare costantemente<br />

alla ricerca<br />

d’<strong>in</strong>formazioni<br />

analisi documentale; la seconda di<br />

analisi della realtà locale; la terza<br />

caratterizzata dall’avvio del processo<br />

di strutturazione del SMS; la<br />

quarta dedicata all’approfondimento<br />

di specifiche procedure. La prima<br />

fase, quella di analisi documentale,<br />

ha visto il gruppo impegnato nello<br />

studio di una serie di documenti<br />

<strong>in</strong>ternazionali, nazionali ed aeroportuali<br />

e nell’analisi delle esperienze<br />

maturate nel campo dai paesi aeronauticamente<br />

più evoluti.<br />

Term<strong>in</strong>ata l’analisi documentale,<br />

si è passati alla seconda fase,<br />

quella di analisi della realtà locale,<br />

fase nella quale è stata effettuata<br />

una fotografia dello stato dell’arte<br />

presso l’aeroporto di Forlì; <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e<br />

dalla quale è<br />

emerso: 1) l’Ae -<br />

ro porto di Forlì<br />

ha il Manuale di<br />

Aeroporto, do -<br />

cu mento previsto<br />

da ENAC<br />

nel Rego la men -<br />

to per l’Eserci -<br />

zio e la Costru -<br />

zione degli Ae -<br />

ro porti, Rego -<br />

lamento elaborato<br />

sulla base<br />

degli standard e<br />

raccomandazioni contenute nell’emendamento<br />

4 dell’Annesso 14<br />

ICAO; il soddisfacimento di tale<br />

obbligo è previsto solo negli aeroporti<br />

sui quali si svolge un traffico<br />

superiore a 5.000 movimenti commerciali<br />

annui.<br />

Dall’esame del Manuale di<br />

Aeroporto (edizione 1° del 24<br />

novembre 2006) sono emersi - pur<br />

se solo accennati – alcuni elementi<br />

costituenti un SMS; <strong>in</strong> particolare:<br />

elementi di report<strong>in</strong>g; elementi<br />

di audit; elementi di tra<strong>in</strong><strong>in</strong>g; elementi<br />

relativi al data collection and<br />

database.<br />

Term<strong>in</strong>ata l’analisi della realtà<br />

locale, si è passati alla terza fase,<br />

quella di avvio del processo di<br />

strutturazione del SMS.<br />

Considerato il tempo a disposizione<br />

(due mesi di stage) ed i<br />

tempi previsti dall’ENAC (almeno<br />

24 mesi) per organizzare un SMS,<br />

ci si è concentrati sul 1° step: la<br />

Gap Analysis, ovvero l’analisi “dei<br />

punti di debolezza” della realta’<br />

aeroportuale di Forlì rispetto al<br />

modello di SMS fornitoci dall’ICAO<br />

e dall’ENAC. Lo schema di Gap<br />

Analysis che è stato adottato è<br />

stato estrapolato dal documento<br />

TP14343E - Safety Management<br />

System Implementation Procedures<br />

Guide pubblicato dal Transport<br />

Canada Civil Aviation, documento<br />

conforme al DOC 9859 ICAO, considerato,<br />

come già ricordato, fonte<br />

autorevole dal GASR (Group of<br />

Aerodromes Safety Regulator). La<br />

struttura del documento è stata<br />

concepita <strong>in</strong> maniera molto semplice:<br />

articolato su tre colonne, dove<br />

nella prima sono riportati i requisiti<br />

del sistema di gestione della<br />

Safety, nella seconda la possibilità<br />

di <strong>in</strong>dicare la presenza o meno del<br />

requisito (si/no), nella terza, <strong>in</strong><br />

caso di risposta affermativa, lo<br />

spazio per precisare dov’è citato il<br />

requisito e, nel caso di risposta<br />

negativa, lo spazio per registrare i<br />

processi del SMS che necessitano<br />

di un ulteriore sviluppo. Il documento<br />

contiene domande di questa<br />

natura: “Esiste una Safety Policy<br />

appropriata?”, “E’ attuata una politica<br />

che fornisca immunità da azioni<br />

discipl<strong>in</strong>ari per i dipendenti che<br />

riportano carenze, pericoli o eventi<br />

riguardanti la Safety?”, “Esiste un<br />

processo strutturato per la valutazione<br />

del rischio associato ai pericoli<br />

<strong>in</strong>dividuati, espresso <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i<br />

di magnitudo, grado di esposizione<br />

e probabilità di accadimento?”<br />

Si è passati <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, nella quarta<br />

fase, all’approfondimento di una<br />

serie di specifiche procedure, già<br />

contenute nel Manuale di Aero -<br />

porto ma non ancora completamente<br />

realizzate ed attuate.<br />

La Procedura Operativa n. 08:<br />

“Controllo dei lavori che possono<br />

avere impatto sulla sicurezza delle<br />

operazioni”, procedura per la quale<br />

sono state sviluppate due apposite<br />

Checklist: la prima, la Checklist<br />

Lavori <strong>in</strong> Airside4 (prendendo<br />

spunto dal CAP 642 Airside Safety<br />

Management).<br />

consistente <strong>in</strong> una verifica preventiva<br />

degli effetti dello sviluppo<br />

dei lavori <strong>in</strong> airside con riguardo a<br />

pert<strong>in</strong>enti criteri di salvaguardia.<br />

Documento, anche questo, la cui<br />

struttura è articolata su tre colonne,<br />

dove nella prima vengono riportati i<br />

criteri di salvaguardia, nella secon-<br />

Attività di Prevenzione nel Controllo Spazio Aereo<br />

13<br />

Sicurezza del Volo n. 266/2008<br />

Sicurezza del Volo n. 266/2008


j<br />

j<br />

Attività di Prevenzione nel Controllo Spazio Aereo<br />

14<br />

☛ Implementazione di un S.M.S.<br />

da la possibilità di <strong>in</strong>dicare la presenza<br />

o meno del criterio (si/no),<br />

ed <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e nella terza, <strong>in</strong> caso di<br />

risposta affermativa, lo spazio per<br />

precisare le azioni che necessitano<br />

di essere <strong>in</strong>traprese e le persone a<br />

cui è affidata la responsabilità delle<br />

stesse. Il documento contiene<br />

domande del tipo: “Lo sviluppo dei<br />

lavori <strong>in</strong>terferirà con i segnali<br />

dell’ILS o ogni altro aiuto alla navigazione<br />

o apparato di comunicazione<br />

presente sull’Aeroporto?”,<br />

“Sono presenti alcuni sistemi di illum<strong>in</strong>azione<br />

associati allo sviluppo<br />

dei lavori che possano distrarre gli<br />

equipaggi degli aeroplani o essere<br />

confusi con i sistemi di guida visiva,<br />

per esempio, riflettori, segnali<br />

illum<strong>in</strong>ati, illum<strong>in</strong>azioni di parcheggi<br />

o strade?”, “Esistono progetti di<br />

rimboschimento (alberi, laghi, etc.)<br />

che possano attrarre avifauna?” ed<br />

ancora “Lo sviluppo dei lavori può<br />

arrecare impedimento agli apparati<br />

di avvic<strong>in</strong>amento lum<strong>in</strong>oso o ai<br />

piani degli <strong>in</strong>dicatori di planata per<br />

avvic<strong>in</strong>amenti di precisione?”.<br />

La seconda, la Checklist Salute<br />

e Safety dei Neoassunti (presa ad<br />

esempio sempre dal CAP 642<br />

Airside Safety Management), il cui<br />

scopo pr<strong>in</strong>cipale è quello di assicurare<br />

che tutte le conoscenze e competenze<br />

di Safety siano acquisite<br />

prima di consentire che un neoassunto<br />

operi sull’Apron. Il formulario<br />

predisposto rappresenta un modello<br />

adatto alle necessità <strong>in</strong> materia di<br />

un aeroporto regionale. Il contenuto<br />

è stato concepito per illustrare il tipo<br />

di conoscenze e competenze che<br />

devono verosimilmente essere<br />

richieste allo scopo di assicurare<br />

un’adeguata sicurezza delle persone<br />

e dei velivoli e mezzi nell’area<br />

airside. Tale contenuto può e deve<br />

essere modificato per essere adattato<br />

alle peculiarità e ai cambiamenti<br />

che caratterizzano ogni aeroporto.<br />

Questa Checklist dovrebbe<br />

essere completata dal Safety<br />

Manager, o Dirigente <strong>in</strong>caricato,<br />

subito dopo che il nuovo membro<br />

dello staff sia dichiarato pronto<br />

all’impiego e prima che assuma<br />

qualsiasi <strong>in</strong>carico correlato alla<br />

Safety. E’ nella responsabilità del<br />

Safety Manager, o Dirigente <strong>in</strong>caricato,<br />

assicurare che tutti i punti di<br />

questa sorta di formulario siano<br />

stati trattati aff<strong>in</strong>ché il neoassunto<br />

abbia una conoscenza di base dei<br />

requisiti di salute e di Safety prima<br />

che <strong>in</strong>izi a lavorare. Di contro è<br />

anche importante che ogni lavoratore,<br />

come dipendente, sia consapevole<br />

delle proprie responsabilità<br />

nel badare alla sicurezza personale<br />

propria e a quella di coloro con i<br />

quali e attorno ai quali lavora. In<br />

quest’ottica è previsto che il formulario<br />

venga firmato sia dal Safety<br />

Manager o dal Dirigente <strong>in</strong>caricato<br />

sia dal neoassunto a brief<strong>in</strong>g completato<br />

per essere debitamente<br />

conservato, formalizzando <strong>in</strong> questo<br />

modo un’assunzione di responsabilità<br />

di entrambi.<br />

La Procedura Operativa n. 10:<br />

“Gestione dei piazzali e dei parcheggi<br />

e movimentazione degli<br />

aeromobili a terra”, procedura per la<br />

quale è stata sviluppata una bozza<br />

di un possibile documento di accordo<br />

tra ENAV e Società di Gestione<br />

Aeroportuale f<strong>in</strong>alizzato ad assicurare<br />

l’ord<strong>in</strong>ato movimento degli<br />

aeromobili, mezzi e persone sui<br />

piazzali ovvero f<strong>in</strong>alizzato all’Apron<br />

Management Service “AMS” <strong>in</strong><br />

applicazione di quanto pre visto<br />

dalla legge n. 265 del 2004.<br />

Documento con il quale l’ENAV<br />

S.p.A. e la SEAF S.p.A. hanno la<br />

possibilità di concordare e stabilire<br />

(con l’imprimatur del Regolatore -<br />

ENAC) le procedure di coord<strong>in</strong>amento<br />

necessarie per la istituzione<br />

e la ottimale erogazione del Ser vi zio<br />

di APRON MA NAGEMENT, nelle<br />

more dell’adozione<br />

del “Re -<br />

go lamento di<br />

Scalo”, di cui al<br />

comma 3, art.2,<br />

della Leg ge 265<br />

del 9 no vembre<br />

2004 e successive<br />

mo difi ca -<br />

zio ni e alla Cir -<br />

co lare ENAC<br />

APT 19 del 26<br />

ottobre 2005,<br />

de sti nato a di -<br />

scipl<strong>in</strong>are anche<br />

l’attività di cui sopra, nel rispetto di<br />

quanto previsto dalle disposizioni<br />

di legge circa la ripartizione di competenze<br />

per la movimentazione<br />

degli aeromobili, mezzi e persone<br />

sui piazzali.<br />

CONSIDERAZIONI E<br />

CONCLUSIONI<br />

Si è <strong>in</strong>teso riportare quest’esperienza<br />

alla quale si è partecipato <strong>in</strong><br />

prima persona nella conv<strong>in</strong>zione<br />

che possa essere un modello da<br />

seguire (da perfezionare e migliorare)<br />

per abbracciare, anche nelle<br />

realtà aeronautiche “m<strong>in</strong>ori”, la<br />

moderna filosofia che la più recente<br />

dottr<strong>in</strong>a sulla Safety a livello<br />

mondiale ha posto alla base dell’attività<br />

di volo e di tutto ciò che ad<br />

essa è correlato; filosofia che si<br />

riassume nel concetto di Resilie -<br />

nza. Concetto mutuato dalla fisica<br />

dei materiali che si identifica nella<br />

capacità di un materiale di assorbire<br />

o adattarsi a perturbazioni, traumi<br />

e cambiamenti; concetto che <strong>in</strong><br />

particolare si sta affermando sempre<br />

più rapidamente anche <strong>in</strong><br />

ambito aeronautico sotto forma di<br />

In ultima analisi<br />

possiamo affermare che<br />

il Safety Management<br />

System è il migliore<br />

strumento esistente<br />

che facilita le organizzazioni<br />

aeronautiche ad<br />

essere resilienti<br />

vera e propria scienza con la<br />

Resilience Eng<strong>in</strong>eer<strong>in</strong>g che applicandolo<br />

alle organizzazioni complesse<br />

lo identifica come la capacità<br />

di un’organizzazione (sistema)<br />

di mantenere o riguadagnare rapidamente<br />

uno stato di stabilità, cont<strong>in</strong>uando<br />

a gestire le operazioni,<br />

durante e subito<br />

dopo un grande<br />

<strong>in</strong>cidente o disastro<br />

. I tipici contesti<br />

di riferimento<br />

della Resi -<br />

lience Engi nee -<br />

r<strong>in</strong>g sono quelli<br />

della ge stione di<br />

crisi <strong>in</strong>attese. Le<br />

pr<strong>in</strong>cipali caratteristiche<br />

dei si -<br />

stemi resilienti<br />

sono: l’impegno<br />

dei Dirigenti di<br />

alto livello, la cultura giusta, la cultura<br />

dell’apprendimento organizzativo,<br />

la consapevolezza, la<br />

prontezza, la flessibilità; ed ancora<br />

l’organizzazione resiliente è un<br />

organizzazione che sa delegare, è<br />

sensibile ai segnali deboli ed ottimizza<br />

la circolazione delle <strong>in</strong>formazioni<br />

.<br />

In riferimento a quest’ultimo<br />

concetto, si parla del circolo virtuoso<br />

del sistema resiliente ovvero<br />

di quel sistema che adottando<br />

la più avanzata cultura della<br />

Safety (Safety predittiva) apprende<br />

dall’esperienza andando alla<br />

cont<strong>in</strong>ua ricerca dei cosiddetti<br />

“buchi” nei vari livelli organizzativi;<br />

il che comporta una visione<br />

sistemica dell’organizzazione da<br />

cui deriva sia la necessità di<br />

escludere la “blame-culture”, sia<br />

l’<strong>in</strong>centivo a notare e riportare<br />

l’errore facendo si che appunto il<br />

sistema apprenda dall’esperienza.<br />

In ultima analisi, per concludere,<br />

possiamo affermare che il<br />

Safety Management System è il<br />

migliore strumento esistente che<br />

facilita le organizzazioni aeronautiche<br />

ad essere resilienti. q<br />

Attività di Prevenzione nel Controllo Spazio Aereo<br />

15<br />

Sicurezza del Volo n. 266/2008<br />

Sicurezza del Volo n. 266/2008


j<br />

j<br />

Ten.<br />

Fabio Zanelli<br />

Attività di Prevenzione nel Campo Manutentivo<br />

La Manutenzione<br />

ed i suoi strumenti<br />

S.V.<br />

Attività di Prevenzione nel Campo Manutentiva<br />

16<br />

“La colpa è dell’Ingegnere,<br />

la colpa è SEMPRE dell’Ingengere…”<br />

(Pilota Anonimo)<br />

17<br />

Con questo tantra mistico viene<br />

accolto il giovane tenente GArn,<br />

con le valigie ancora <strong>in</strong><br />

Accademia, appena fa la sua<br />

apparizione presso il Reparto<br />

Operativo. Tuttavia bastano pochi giorni,<br />

forse anche solo poche ore per capire che<br />

questa goliardica cantilena non è altro che<br />

la rappresentazione nell’ambiente<br />

aeronautico dell’umana attitud<strong>in</strong>e, nonché<br />

italica passione, di affibbiare sempre le<br />

colpe agli altri.<br />

Sicurezza del Volo n. 266/2008<br />

Sicurezza del Volo n. 266/2008


j<br />

j<br />

Attività di Prevenzione nel Campo Manutentivo<br />

18<br />

☛ La Manutenzione ed i suoi strumenti S.V.<br />

E comunque l’<strong>in</strong>gegnere non è<br />

l’unico ad essere additato come<br />

cagion di tutti i mali, ma secondo<br />

alcune autorevolissime <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i,<br />

sono anche altre le figure professionali<br />

che si dividono l’onore di<br />

essere additati a colpevoli:<br />

- 51,00%: l’<strong>in</strong>gegnere o l’Ufficiale<br />

Tecnico <strong>in</strong> generale (la maggioranza<br />

assoluta);<br />

- 30,00%: il CTA (“…vuol sempre<br />

dirmi cosa devo fare…”);<br />

- 10,00%: il Commissario (“… se<br />

spendesse qualche soldo <strong>in</strong> più<br />

per me…”);<br />

- 5,00%: il Presidente della Re -<br />

pub blica (“...se non avesse promulgato<br />

quella legge potrei...”);<br />

- 03,99%: il Gregario/Co-Pilota<br />

(“…ancora non sa fare niente…”);<br />

- 00,01%: il Pilota stesso (“…non<br />

posso mica fare tutto io…”).<br />

Ma se i piloti pensano così, noi<br />

tecnici, come tutti gli altri, pensiamo<br />

esattamente l’opposto…<br />

Statistiche alla mano, vere questa<br />

volta, elaborate dalla nostra<br />

Fig. 1 - Rateo annuo di <strong>in</strong>cidenti<br />

Forza Armata, ma anche da Com -<br />

pa gnie Aeree e Forze Armate straniere,<br />

si può vedere che la situazione,<br />

nel 2007 risulta ben diversa,<br />

e sebbene la manutenzione abbia<br />

la sua parte nelle cause di <strong>in</strong>cidente,<br />

la situazione non è così catastrofica<br />

come farebbe supporre la<br />

massima all’<strong>in</strong>izio di questa trattazione.<br />

Risulta evidente come da quando<br />

il mezzo aereo si è imposto co -<br />

me mezzo di trasporto su larga<br />

scala, il rateo di <strong>in</strong>cidenti per mi -<br />

gliaia di ore di volo si sia notevolmente<br />

ridotto (fig 1).<br />

Questi gratificanti risultati sono<br />

frutto di diversi fattori quali miglioramenti<br />

tecnici, addestrativi, ma<br />

soprattutto un maggior co<strong>in</strong>volgimento<br />

del personale, a tutti i livelli,<br />

<strong>in</strong> quelli che sono gli aspetti della<br />

Sicurezza del Volo, Flight Safety <strong>in</strong><br />

<strong>in</strong>glese, che ben rende l’accezione<br />

del term<strong>in</strong>e italiano di “sicurezza”,<br />

ovvero operare riducendo le probabilità<br />

che eventi o circostanze for-<br />

tuite possano causare avvenimenti<br />

dannosi. Suddividendo le cause di<br />

<strong>in</strong>conveniente (o <strong>in</strong>cidente, che<br />

seppur rappresentano due accadimenti<br />

con esito totalmente diverso,<br />

<strong>in</strong> questa trattazione verranno usati<br />

come s<strong>in</strong>onimi), nelle due grandi<br />

categorie di causa tecnica e causa<br />

a fattore umano, si denota come<br />

dagli anni ’60 ad oggi, ci sia stato<br />

fra queste una totale <strong>in</strong>versione di<br />

tendenza (fig. 2).<br />

Questo si spiega tenendo conto<br />

di due fattori pr<strong>in</strong>cipali: il progresso<br />

tecnologico ha permesso di creare<br />

componenti molto più affidabili ed<br />

anche molto più complessi, però le<br />

capacità fisiche e mentali dell’uomo<br />

non hanno seguito gli stessi<br />

notevoli miglioramenti, e ciò non ha<br />

giovato qu<strong>in</strong>di a un analogo miglioramento,<br />

per cui gli errori a fattore<br />

tecnico sono <strong>in</strong> percentuale dim<strong>in</strong>uiti,<br />

là dove quelli a fattore umano<br />

sono aumentati.<br />

Gli <strong>in</strong>convenienti a fattore tecnico,<br />

colpa dell’<strong>in</strong>gegnere che ha<br />

progettato male l’aereo, devono la<br />

loro riduzione percentuale a due<br />

fattori pr<strong>in</strong>cipali: 1) evoluzione tecnologica;<br />

2) evoluzione<br />

della filosofia<br />

manutentiva.<br />

La prima è frutto<br />

della scoperta e<br />

dell’impiego di nu -<br />

ovi materiali e tecnologie<br />

che hanno<br />

reso i componenti<br />

sempre più affidabili,<br />

permettendo<br />

<strong>in</strong>oltre di sviluppare<br />

il se condo fattore.<br />

L’evoluzione del -<br />

la filosofia manu -<br />

tentiva ha radicalmente<br />

cambiato il<br />

modo di approcciarsi<br />

alla manutenzione<br />

e con -<br />

s i d e r e v o l m e n t e<br />

ampliato il livello di<br />

affidabilità delle<br />

macch<strong>in</strong>e.<br />

80%<br />

%<br />

cause<br />

20%<br />

Fig. 2 - Relazione fra causa tecnica e fattore umano<br />

Dapprima gli <strong>in</strong>terventi manutentivi<br />

erano <strong>in</strong>tesi come una mera<br />

attività di riprist<strong>in</strong>o dell’efficienza<br />

della macch<strong>in</strong>a da effettuarsi solo<br />

ed esclusivamente quando si verificava<br />

un guasto.<br />

In un secondo momento si fece<br />

strada il concetto di effettuare ispezioni<br />

periodiche e controlli sulle<br />

macch<strong>in</strong>e, nei quali <strong>in</strong>dipendente<br />

dalla loro effettiva condizione di<br />

efficienza i particolari venivano<br />

sostituiti, secondo tempistiche studiate<br />

su base statistica.<br />

Tuttavia tale metodologia era<br />

troppo onerosa, e ciò sp<strong>in</strong>se allo<br />

studio e implementazione di una<br />

nuova filosofia: i particolari vengono<br />

ispezionati a tempi determ<strong>in</strong>ati<br />

e sostituiti solo qualora il loro stato<br />

di efficienza non sia tale da garantirne<br />

l’impiego <strong>in</strong> sicurezza f<strong>in</strong>o al<br />

successivo <strong>in</strong>tervento manutentivo;<br />

era questa la manutenzione on<br />

condition, che nella nostra F.A. è<br />

stata <strong>in</strong>trodotta con il Tornado.<br />

A questa filosofia manutentiva è<br />

succeduta quella del monitor<strong>in</strong>g<br />

condition, ovvero i diversi apparati<br />

e particolari vengono costantemente<br />

monitorati al f<strong>in</strong>e di avere un’analisi<br />

puntuale dello stato di efficienza<br />

degli stessi e solo quando il<br />

degrado è tale da rendere le condizioni<br />

unsafe vengono sostituiti, è<br />

questo la filosofia manutentiva<br />

dell’Euro Fighter. Il fattore tecnico,<br />

che rappresenta una delle pr<strong>in</strong>cipali<br />

cause di <strong>in</strong>conveniente può essere<br />

combattuto, all’<strong>in</strong>terno della nostra<br />

organizzazione <strong>in</strong> pochi modi.<br />

Sulle macch<strong>in</strong>e attualmente <strong>in</strong><br />

servizio la lotta può essere <strong>in</strong>trapresa<br />

tramite un cont<strong>in</strong>uo scambio<br />

di <strong>in</strong>formazioni con le ditte responsabili<br />

del sistema, riportando eventuali<br />

problematiche tramite le<br />

Segnalazioni Inconvenienti, mentre<br />

<strong>in</strong> riferimento al futuro, la Difesa<br />

deve puntare su velivoli che siano<br />

all’avanguardia privilegiando quelle<br />

scelte che puntano su tecnologie<br />

più sicure, <strong>in</strong>dividuando fra le specifiche<br />

tecniche che caratterizzeranno<br />

i nuovi aerei quelle tali da<br />

premiare la sicurezza del volo.<br />

Il settore dell’Efficienza L<strong>in</strong>ea<br />

(EL), statistiche alla mano, è<br />

responsabile non solo degli errori a<br />

fattore tecnico (di cui forse è solo<br />

portatore sano), ma anche di<br />

<strong>in</strong>convenienti a fattore umano.<br />

Negli ultimi due anni, <strong>in</strong>fatti la<br />

manutenzione ha <strong>in</strong>ciso negli errori<br />

a fattore umano, rispettivamente<br />

per il 15% e il 12% (figure 3 e 4 a<br />

pag. 20).<br />

Ci si potrebbe illudere che questo<br />

sia un dato più che lus<strong>in</strong>ghiero,<br />

ma è esattamente il contrario, se si<br />

pensa che la missione della manutenzione<br />

è quella di fornire un velivolo<br />

esente da difetti, <strong>in</strong> grado di<br />

compiere la propria attività di volo <strong>in</strong><br />

totale sicurezza. E non ci si deve<br />

neanche scoraggiare se si confrontano<br />

i dati dell’ultimo biennio con<br />

quelli del 2000, anno <strong>in</strong> cui la manutenzione<br />

<strong>in</strong>cideva solo nel 4% degli<br />

<strong>in</strong>convenienti a fattore umano.<br />

Questo <strong>in</strong>vece significa che pian<br />

piano si sta facendo strada anche<br />

nell’ambito dell’EL la corretta filosofia<br />

della SV, che fa dei suoi cavalli di<br />

battaglia il riporto degli <strong>in</strong>convenienti<br />

e la segnalazione dei propri errori.<br />

Fattore<br />

Umano<br />

Fattore<br />

Tecnico<br />

1960 oggi<br />

In particolare da una più attenta<br />

analisi degli <strong>in</strong>convenienti a fattore<br />

umano nella manutenzione, andando<br />

a suddividere questi <strong>in</strong> delle casistiche<br />

più dettagliate si evidenzia<br />

come nel 2006 la maggior parte<br />

degli <strong>in</strong>convenienti erano da ricondursi<br />

a problemi di <strong>in</strong>adeguata su -<br />

per visione, omissioni/<strong>in</strong>osservan ze -<br />

/disattenzioni e mancata applicazione<br />

delle procedura (fig. 5 a pag. 23).<br />

A questo punto verrebbe spontaneo<br />

imputare la colpa di questi<br />

errori al personale tecnico autore di<br />

tali errori. Ma, tranne per i casi di<br />

mancanze volontarie, nella maggior<br />

parte dei casi la causa dell’<strong>in</strong>conveniente<br />

va ricercata <strong>in</strong> problemi<br />

di ord<strong>in</strong>e organizzativo, gestionale<br />

ed ambientale.<br />

Il verificarsi di un evento dannoso<br />

non risiede nell’autore dello<br />

stesso, ma nelle circostanze che<br />

l’anno generato, nella serie di<br />

eventi sfavorevoli che determ<strong>in</strong>ano<br />

le condizioni al contorno (anche il<br />

migliore uomo sulla terra, al suo<br />

posto, avrebbe sbagliato), le così<br />

dette latent failure, la cui <strong>in</strong>dividuazione<br />

ed elim<strong>in</strong>azione è compito<br />

dell’organizzazione stessa. E’ qu<strong>in</strong>di<br />

palese che nella <strong>Aeronautica</strong><br />

Attività di Prevenzione nel Campo Manutentivo<br />

19<br />

Sicurezza del Volo n. 266/2008<br />

Sicurezza del Volo n. 266/2008


j<br />

j<br />

☛ La Manutenzione ed i suoi strumenti S.V.<br />

Attività di Prevenzione nel Campo Manutentivo<br />

20<br />

Fig. 3 - Cause di <strong>in</strong>conveniente nel biennio 2005-06<br />

<strong>Militare</strong> le latent failure siano<br />

numerose, tuttavia è possibile<br />

combatterle, <strong>in</strong>dividuandole ed elim<strong>in</strong>andole.<br />

Per far questo, a mio avviso,<br />

sono <strong>in</strong>dividuabili due diverse vie,<br />

l’una opposta a l’altra, che però<br />

convergono verso l’unico f<strong>in</strong>e di<br />

<strong>in</strong>nalzare il livello di sicurezza del<br />

Volo, come i due bracci di una<br />

tenaglia… i due approcci sono<br />

<strong>in</strong>fatti uno, bottom-up, che richiede<br />

di agire sul personale, cercando di<br />

educare gli uom<strong>in</strong>i alla filosofia<br />

della SV; l’altro approccio è topdown,<br />

ovvero bisogna fare <strong>in</strong> modo<br />

che l’organizzazione, attraverso<br />

semplici, ma anche drastiche modifiche,<br />

ove necessario, possa diventare<br />

un’organizzazione maggiormente<br />

orientata alla S.V..<br />

La prima grande mancanza<br />

organizzativa della SV risiede proprio<br />

nella sua strutturazione gerarchica.<br />

Sebbene sia previsto che<br />

ogni Comandante di un Ente della<br />

nostra organizzazione a contatto<br />

con l’attività di volo, sia affiancato<br />

da una figura SV - il Capo di SMA,<br />

Fig. 4 - Fattore Umano<br />

ha come organo di staff l’Ispetto -<br />

rato Sicurezza del Volo, ogni Alto<br />

Comando, Comando Intermedio, e<br />

Reparto di Volo è dotato di un proprio<br />

Ufficio/Sezione SV - <strong>in</strong> ambito<br />

manutentivo non è mai stato applicata<br />

tale pratica, istituendo la figura<br />

dell’Ufficiale Tecnico - Ufficiale<br />

SV dell’Ente Manutentivo.<br />

Tale carenza non è da imputarsi<br />

al fatto che il personale di terra non<br />

viene ritenuto responsabile della<br />

Sicurezza del Volo, <strong>in</strong> quanto è già<br />

da diversi anni che Ufficiali CTA<br />

sono qualificati Ufficiali SV, e posti<br />

a capo di una Sezione SV, agiscono<br />

come staff del Comandante del<br />

Servizio CTA di ogni base.<br />

Oltretutto sono già diverse dec<strong>in</strong>e<br />

gli Ufficiali Tecnici qualificati<br />

Ufficiali SV, ma risulta comunque<br />

difficoltoso adeguare le T.O.O. dei<br />

Reparti prevedendo Sezioni SV<br />

come staff dei Direttori/Comandanti<br />

degli Enti Manutnetivi. Tuttavia è<br />

proprio di questi giorni l’approvazione<br />

delle nuova versione delle<br />

T.O.O. di un RMV, che prevede<br />

f<strong>in</strong>almente la posizione organica di<br />

un’Ufficiale SV, quale collaboratore<br />

del Direttore del Reparto, anche se<br />

come secondo <strong>in</strong>carico del Capo<br />

Ufficio Controllo Qualità della<br />

Manutenzione.<br />

Grazie a questo c’è la speranza<br />

che presto tutti gli enti manutentivi<br />

possano prevedere la figura<br />

dell’Ufficiale SV, togliendo dall’imbarazzo<br />

quegli ufficiali, che qualificati<br />

SV, si trovano ad operare,<br />

senza che il loro operato sia legittimato<br />

dalle T.O.O..<br />

La decisione di far ricoprire l’<strong>in</strong>carico<br />

di Ufficiale SV, all’Ufficiale<br />

responsabile della Qualità, rappresenta<br />

comunque una scelta molto<br />

oculata, e forse v<strong>in</strong>cente, proprio<br />

alla luce di ciò che vuol dire fare<br />

Qualità e di quelle che sono le<br />

similitud<strong>in</strong>e fra le due materie.<br />

Lavorare seguendo un sistema<br />

di Qualità <strong>in</strong>fatti significa semplicemente<br />

stabilire “chi fa cosa e<br />

come”, e proprio seguire questa<br />

semplice teoria consente di avere<br />

delle procedure che standardizz<strong>in</strong>o<br />

il lavoro della manutenzione elim<strong>in</strong>ando,<br />

<strong>in</strong> teoria, zone d’ombra e di<br />

ambiguità e consentendo una maggior<br />

efficacia del prodotto e qu<strong>in</strong>di<br />

una maggiore sicurezza. Card<strong>in</strong>e<br />

della Qualità è la realizzazione<br />

delle procedure (scritte) che regolano<br />

l’attività di lavoro, la codificazione<br />

delle registrazioni da tenere,<br />

l’istituzione di un sistema di riporto<br />

ed audit<strong>in</strong>g, e la propensione ad un<br />

miglioramento cont<strong>in</strong>uo, nonché la<br />

ferma affermazione da parte del<br />

Comandante della sua “politica di<br />

Qualità”.<br />

Tutte queste caratteristiche<br />

sono riscontrabili anche <strong>in</strong> un’organizzazione<br />

che si dichiara pro-attiva<br />

e fortemente orientata verso la<br />

Sicurezza del Volo, e la similitud<strong>in</strong>e<br />

si fa ancora più lampante quando si<br />

pensa che <strong>in</strong> analogia al Piano di<br />

Qualità lo strumento più efficace di<br />

cui si può avvalere una organizzazione<br />

orientata alla SV è il Safety<br />

Management System Program,<br />

ovvero la stesura di un programma<br />

attraverso il quale il Comandante<br />

dichiara la sua policy nei confronti<br />

della Sicurezza del Volo, riporta i<br />

suoi obiettivi e di quali mezzi si<br />

avvarrà per conseguirli (piano di<br />

prevenzione, programma di audit<strong>in</strong>g,<br />

sistema di riporto, procedure<br />

da seguire…).<br />

Il Safety Management System è<br />

stato riconosciuto da diverse compagnie<br />

aeree come lo strumento<br />

migliore per il raggiungimento dell’obiettivo<br />

della sicurezza del volo e<br />

la stessa ICAO ha emanato un<br />

documento, il Documento 9859, <strong>in</strong><br />

cui fornisce le l<strong>in</strong>ee guida per l’implementazione<br />

del SMS.<br />

Così come l’A.M. ha recepito la<br />

normativa ISO 9001, al f<strong>in</strong>e del<br />

raggiungimento di più elevati standard<br />

qualitativi, e tramite la norma<br />

AER.Q-2005 ha stabilito la necessità<br />

che tutti gli enti manutentivi<br />

debbano rispettare le norme ISO,<br />

sarebbe auspicabile che gli appelli<br />

dell’Ispettorato per la Sicurezza<br />

del Volo non riechegg<strong>in</strong>o come<br />

parole al vento e che anche la<br />

nostra F.A. comprenda la potenza<br />

dello strumento SMS e decida di<br />

farlo proprio.<br />

Attività di Prevenzione nel Campo Manutentivo<br />

21<br />

Sicurezza del Volo n. 266/2008<br />

Sicurezza del Volo n. 266/2008


j<br />

j<br />

☛ La Manutenzione ed i suoi strumenti S.V.<br />

Attività di Prevenzione nel Campo Manutentivo<br />

22<br />

Sebbene il b<strong>in</strong>omio SV-Con -<br />

trollo Qualità risulta v<strong>in</strong>cente, non<br />

posso esimermi dall’esprimere una<br />

mia considerazione personale<br />

riguardo a chi dovrebbe essere l’ufficiale<br />

SV presso i GEA.<br />

La situazione ottimale sarebbe<br />

avere un ufficiale tecnico dedicato<br />

esclusivamente a questo compito,<br />

ma <strong>in</strong> un’organizzazione come la<br />

nostra che presenta forti carenze di<br />

personale, specialmente “<strong>in</strong> periferia”<br />

tutto ciò è improponibile.<br />

Potrebbe, qu<strong>in</strong>di rappresentare<br />

una valida alternativa al suddetto<br />

b<strong>in</strong>omio, l’assegnazione del compito<br />

di Ufficiale SV, <strong>in</strong> <strong>in</strong>carico secondario,<br />

ad un altro Ufficiale Tecnico,<br />

che opera come Staff del Co man -<br />

dante del GEA: il Capo Ufficio<br />

Tecnico.<br />

Questa non è un alternativa<br />

neanche troppo errata, se si pensa<br />

che fra i compiti dell’Ufficio Tecnico<br />

figurano già quelli di gestire l’analisi<br />

statistica della manutenzione,<br />

gestire il più importante strumento<br />

di riporto della manutenzione,<br />

ovvero le Segnalazioni <strong>in</strong>convenienti,<br />

e soprattutto è compito del<br />

Capo Ufficio Tecnico affiancare il<br />

Comandante nella formulazione<br />

del programma manutentivo dell’anno<br />

e monitorarne l’andamento.<br />

Per operare bottom-up sulla<br />

prevenzione dell’<strong>in</strong>conveniente a<br />

fattore umano nella manutenzione,<br />

è <strong>in</strong>vece <strong>in</strong>dispensabile considerare<br />

che sebbene la manutenzione<br />

sia un sistema <strong>in</strong>tr<strong>in</strong>secamente<br />

orientato alla sicurezza del<br />

volo, questo avviene senza un<br />

presa di coscienza da parte del<br />

personale, che oltretutto opera<br />

senza una m<strong>in</strong>ima conoscenza<br />

degli strumenti di prevenzione esistenti<br />

e disponibili.<br />

A tal riguardo ritengo <strong>in</strong>fatti<br />

necessario doversi nuovamente<br />

ispirare al campo civile <strong>in</strong> cui l’autorità<br />

europea per la sicurezza del<br />

volo, l’European Aviation Safety<br />

Agency, ha emanato due dist<strong>in</strong>te<br />

direttive con lo scopo di facilitare la<br />

diffusione di una cultura SV nella<br />

manutenzione.<br />

Lo strumento pr<strong>in</strong>cipe per combattere<br />

l’Human Factor Error è la<br />

conoscenza dello stesso, che si<br />

esplica <strong>in</strong>dottr<strong>in</strong>ando il personale<br />

sul fattore umano, rischi e sistemi<br />

per affrontarlo, effettuando per il<br />

personale corsi Ma<strong>in</strong>tenance<br />

Resource Management, la derivazione<br />

<strong>in</strong> campo manutentivo dei<br />

concetti di CRM, e alimentando<br />

cont<strong>in</strong>uamente fra il personale tecnico<br />

la cultura della Sicurezza del<br />

Volo. Di fatti le due norme EASA<br />

prevedono che:<br />

- il personale che dovrà operare <strong>in</strong><br />

ambito manutentivo, a tutti i livelli,<br />

dovrà affrontare durante l’iter<br />

formativo, corsi sul fattore umano<br />

(EASA 66);<br />

Fig. 5 - L’errore umano nella Manutenzione<br />

- l’azienda dovrà predisporre misure<br />

concrete per la gestione dell’errore<br />

umano, ed organizzare<br />

un recurrent tra<strong>in</strong><strong>in</strong>g per il personale<br />

tecnico (EASA 145).<br />

D’altronde, se si pensa che per<br />

il personale navigante è stato stabilito,<br />

che con i nuovi iter di formazione,<br />

saranno resi obbligatori due<br />

corsi di CRM, da effettuarsi uno<br />

durante l’addestramento basico, e<br />

uno durante quello avanzato, viene<br />

spontaneo sperare che anche il<br />

Comando Logistico migliori l’iter<br />

formativo del personale specialista<br />

e degli ufficiali tecnici, rendendo<br />

obbligatori corsi di MRM, da effettuarsi<br />

verosimilmente, a livello<br />

basico presso gli istituti di formazione<br />

e <strong>in</strong> forma avanzata, tenendo<br />

anche conto del sistema d’arma su<br />

cui si opererà, durante i corsi macch<strong>in</strong>a<br />

presso gli enti deputati all’addestramento<br />

e qualificazione sulle<br />

macch<strong>in</strong>e. In def<strong>in</strong>itiva gli <strong>in</strong>cidenti<br />

avvengono, ed anche se la loro elim<strong>in</strong>azione<br />

completa è un obiettivo<br />

utopistico, si deve puntare a ridurne<br />

il più possibile la probabilità che<br />

accadano (rateo).<br />

Si può operare sul lato meramente<br />

tecnico, attraverso una maggiore<br />

s<strong>in</strong>ergia fra <strong>in</strong>dustria, ricerca e Forza<br />

Armata: specifiche tecniche più<br />

accurate e orientate alla sicurezza,<br />

segnalazione degli <strong>in</strong>convenienti.<br />

Ma d’altronde è molto più<br />

immediato operare sul fattore<br />

umano, agendo sul sistema e sugli<br />

errori latenti, migliorando l’organizzazione<br />

del settore dell’E.L., rendendola<br />

più orientata alla Sicu rez -<br />

za, <strong>in</strong>troducendo <strong>in</strong> tutti gli enti l’Uf -<br />

fi ciale SV, e riconoscendo la valenza<br />

del SMS si puo anche agire sull’uomo<br />

direttamente, rendendolo<br />

parte attiva della Sicurez za del<br />

Volo, formandolo su cosa sia una<br />

corretta filosofia della Sicurezza<br />

del Volo.<br />

q<br />

Attività di Prevenzione nel Campo Manutentivo<br />

23<br />

Sicurezza del Volo n. 266/2008<br />

Sicurezza del Volo n. 266/2008


j<br />

j<br />

Cap.<br />

Giovanni De Mizio<br />

AEROMOBILE:<br />

ORA DELL’INCIDENTE:<br />

MQ-9 PREDATOR-B<br />

03.50/Z<br />

Incidenti e Inconvenienti di Volo<br />

Anatomia di un Incidente<br />

Aeromobile MQ - 9 PREDATOR - B<br />

ORE DI VOLO DEL PILOTA A TERRA<br />

- TOTALI 3571<br />

- PREDATOR A 519<br />

- PREDATOR B 27<br />

CONDIZIONI METEO:<br />

V.M.C.<br />

Incidenti e Inconvenienti di Volo<br />

24<br />

25<br />

25 aprile del 2006 alle ore 03:50<br />

Il<br />

M.T.S. (mounta<strong>in</strong> standard time), un<br />

MQ-9 (Predator B) il cui nom<strong>in</strong>ativo<br />

era OHAMA 10, impattava il terreno a<br />

circa 10 NM a nord-ovest dell’aeroporto<br />

<strong>in</strong>ternazionale di Nogales <strong>in</strong> Arizona.<br />

Il velivolo teleguidato era di proprietà dell’ U.S.<br />

Customs and Border Protection (CBP) ed era<br />

utilizzato per uso pubblico.<br />

Il velivolo si trovava <strong>in</strong> condizioni di V.M.C.<br />

notturno ed un piano di volo IFR era stato<br />

compilato e attivato regolarmente.<br />

Sicurezza del Volo n. 266/2008<br />

Sicurezza del Volo n. 266/2008


j<br />

j<br />

☛ Anatomia di un Incidente - Aeromobile MQ-9 PREDATOR-B<br />

Incidenti e Inconvenienti di Volo<br />

26<br />

Il velivolo riportò danni sostanziali<br />

mentre non vennero danneggiate<br />

cose o persone a terra.<br />

Il velivolo era decollato da una<br />

base dell’esercito situata a Sierra<br />

Vista <strong>in</strong> Arizona (aeroporto Libby) alle<br />

18:51 del 24 aprile del 2006 e venne<br />

ritrovato alle 06:30 del giorno dopo.<br />

La figura 1, Ground Control<br />

Station (<strong>in</strong> questo caso situata sulla<br />

stessa base di Libby), contiene solitamente<br />

2 postazioni di pilotaggio<br />

PPO 1 e PPO 2 (fig. 2).<br />

La postazione n.1 è occupata<br />

dal pilota ai comandi di volo mentre<br />

nella postazione n.2 opera l’addetto<br />

alla telecamera (tipicamente un<br />

agente dell’ U.S. Border Patrol)<br />

montata sul velivolo.<br />

Benché le due consolle siano<br />

identiche, le funzioni delle leve di<br />

controllo sono totalmente diverse a<br />

seconda di quale consolle stia controllando<br />

il velivolo.<br />

Fig. 1 - Vista della Groud Control Station<br />

Quando la postazione n. 1 controlla<br />

il velivolo, la condition lever<br />

mossa <strong>in</strong> avanti apre la valvola del<br />

carburante al motore; messa nella<br />

posizione <strong>in</strong>termedia chiude la valvola<br />

stessa e qu<strong>in</strong>di causa lo spegnimento;<br />

nella posizione arretrata<br />

mette l’elica <strong>in</strong> bandiera.<br />

La stessa leva nella PPO n. 2<br />

contemporaneamente controlla l’iride<br />

della telecamera montata sul<br />

velivolo permettendogli una maggiore<br />

o m<strong>in</strong>ore apertura.<br />

Il volo era stato programmato<br />

per un decollo alle ore 17:00 ma<br />

era stato ritardato per l’impossibilità<br />

di stabilire un collegamento tra il<br />

velivolo e la postazione n. 1 e qu<strong>in</strong>di<br />

con il pilota <strong>in</strong> comando durante<br />

la fase di messa <strong>in</strong> moto.<br />

I tecnici non essendo <strong>in</strong> grado<br />

di risolvere il problema, avevano<br />

contattato la ditta costruttrice per<br />

ricevere assistenza.<br />

La ditta consigliava di <strong>in</strong>vertire<br />

le schede del processore pr<strong>in</strong>cipale<br />

della postazione n. 1 con quello<br />

della n. 2, anche se riportavano di<br />

non aver mai riscontrato prima un<br />

problema simile.<br />

I tecnici applicavano i consigli<br />

della ditta e risolvevano il problema<br />

ristabilendo il collegamento su<br />

entrambe le postazioni e sbloccando<br />

qu<strong>in</strong>di la consolle a terra e i<br />

comandi di volo.<br />

L’U.A.S. (Unmanned Aircraft<br />

System) generalmente è <strong>in</strong> volo<br />

nelle sue missioni per periodi molto<br />

lunghi per cui più di un pilota viene<br />

impegnato nella stessa missione.<br />

Generalmente si fanno turni di 2<br />

ore come pilota <strong>in</strong> comando.<br />

Il pilota che era impegnato nella<br />

prima fase del volo dell’<strong>in</strong>cidente <strong>in</strong><br />

questione, non era lo stesso che<br />

era ai comandi al momento dell’<strong>in</strong>cidente.<br />

Fig. 2 - Vista <strong>in</strong>terna della G.C.S. (Ground Control Station) con particolare sulla Condition Lever<br />

Quest’ultimo ha riportato di aver<br />

preso il comando del velivolo alle<br />

ore 03:00 ed era <strong>in</strong> programma f<strong>in</strong>o<br />

alle 05:00.<br />

Il brief<strong>in</strong>g al passaggio di consegne<br />

con il suo predecessore era<br />

stato normale e non era stato riportato<br />

niente di anomalo.<br />

Poco dopo aver preso <strong>in</strong> consegna<br />

il velivolo il pilota riportò un<br />

malfunzionamento al monitor della<br />

postazione n. 1: immag<strong>in</strong>e completamente<br />

bianca e successivamente<br />

ri com parsa, ma con i dati di telemetria<br />

bloccati.<br />

Non riuscendo a risolvere il problema<br />

decideva di passare alla<br />

consolle n. 2 chiedendo all’agente<br />

del U.S. Border Patrol di lasciare la<br />

postazione.<br />

Nello stesso tempo decideva di<br />

contattare telefonicamente un altro<br />

pilota, suo istruttore durante la fase<br />

di addestramento, per discutere<br />

con lui di ciò che stava accadendo.<br />

La procedura prevista dal<br />

check-list prevede che ci siano 2<br />

piloti alle consolle quando si effettua<br />

un cambio di postazione come<br />

<strong>in</strong> questo caso o comunque un tecnico<br />

avionico che possa assumere<br />

le funzioni di co-pilota per assistere<br />

il pilota <strong>in</strong> comando con le procedure<br />

previste.<br />

Questo non è avvenuto nella<br />

sequenza degli eventi che hanno<br />

poi portato all’<strong>in</strong>cidente e il pilota<br />

non ha usato il check-list effettuando<br />

il cambio di postazione.<br />

Il check-list prevede, prima di<br />

fare il cambio PPO, di portare le leve<br />

di controllo della postazione ricevente<br />

nella stessa posizione <strong>in</strong> cui si trovano<br />

quelle della postazione che<br />

controlla il velivolo (cedente).<br />

Il pilota ha dichiarato di essere<br />

stato molto preoccupato dalla<br />

situazione e di aver fatto tutto<br />

molto <strong>in</strong> fretta non utilizzando per<br />

niente il check-list.<br />

Al momento <strong>in</strong> cui ha effettuato<br />

il cambio passando il controllo del<br />

velivolo dalla postazione n. 1 alla<br />

n. 2 la condition lever (particolare<br />

<strong>in</strong> fig. 2) era nella posizione <strong>in</strong>termedia<br />

e qu<strong>in</strong>di, di conseguenza,<br />

attivando i controlli della PPO 2 si<br />

è avuta la chiusura della valvola<br />

del carburante e il conseguente<br />

spegnimento del motore. Il pilota<br />

non rendendosi conto di quello che<br />

stava accadendo, non riconobbe il<br />

problema e non potendo più controllare<br />

il velivolo decise di spegnere<br />

il G.D.T. (Ground Data Term<strong>in</strong>al)<br />

<strong>in</strong> modo che il velivolo <strong>in</strong>iziasse la<br />

procedura di “lost l<strong>in</strong>k”.<br />

La procedura prevede, <strong>in</strong> questo<br />

caso, che <strong>in</strong> autonomo il velivolo<br />

salga sopra i 15.000ft M.S.L. e<br />

voli una predeterm<strong>in</strong>ata head<strong>in</strong>g<br />

f<strong>in</strong>o a che non si ristabilisca il contatto<br />

con la G.C.S.. Senza la sp<strong>in</strong>ta<br />

del motore ovviamente il velivolo ha<br />

cont<strong>in</strong>uato a perdere quota anziché<br />

riguadagnarla f<strong>in</strong>o a raggiungere<br />

un’altitud<strong>in</strong>e al di sotto della quale<br />

non è stato <strong>in</strong> alcun modo possibile<br />

ristabilire il contatto con il velivolo<br />

da parte del pilota (perdita della<br />

L<strong>in</strong>e Of Sight).<br />

Incidenti e Inconvenienti di Volo<br />

27<br />

Sicurezza del Volo n. 266/2008<br />

Sicurezza del Volo n. 266/2008


j<br />

j<br />

Incidenti e Inconvenienti di Volo<br />

28<br />

☛<br />

Anatomia di un Incidente - Aeromobile MQ-9 PREDATOR-B<br />

Fig. 4 - Vista del velivolo distrutto<br />

Il velivolo ha impattato il terreno<br />

<strong>in</strong> un’area scarsamente popolata e<br />

ha riportato danni sostanziali (fig. 4).<br />

Quando il Predator perde il mo -<br />

tore, com<strong>in</strong>cia ad operare con la<br />

sola alimentazione della batteria e<br />

com<strong>in</strong>cia <strong>in</strong> automatico, a liberarsi<br />

di alcune utenze, <strong>in</strong> special modo<br />

quelle a più alto consumo di elettricità<br />

per preservare energia.<br />

Tra le varie utenze viene spento<br />

il trasponder e di conseguenza i<br />

controllori del traffico perdono il<br />

contatto radar rendendo molto<br />

complicata la separazione da altri<br />

velivoli e le ricerche nel caso di<br />

<strong>in</strong>cidente del velivolo stesso.<br />

L’<strong>in</strong>vestigazione ha rivelato che lo<br />

stesso velivolo aveva riportato già 9<br />

casi di congestione della consolle nei<br />

3 mesi precedenti e 2 casi nel giorno<br />

dell’<strong>in</strong>cidente prima del decollo.<br />

Non si è riusciti a determ<strong>in</strong>are<br />

la causa che ha generato questo<br />

tipo di problema.<br />

Il pilota era transitato da poco<br />

sul Predator B e aveva all’epoca<br />

dei fatti 27 ore di volo sul velivolo.<br />

Il pilota era autorizzato, per non<br />

aver completato l’addestramento<br />

secondo gli standard previsti dal<br />

programma ed avendo riportato<br />

risultati al di sotto della media, tra<br />

le altre cose, a volare solo se era<br />

presente nel G.C.S. un istruttore,<br />

ma ciò era stato approvato solo a<br />

livello verbale (procedura non standard).<br />

L’istruttore era <strong>in</strong> un altro edificio,<br />

non quello ospitante la C.G.S.,<br />

anche se all’<strong>in</strong>terno dell’aeroporto.<br />

La National Trasportation<br />

Safety Board ha determ<strong>in</strong>ato le<br />

cause dell’<strong>in</strong>cidente come segue:<br />

- mancata applicazione della<br />

check-list da parte del pilota, nel<br />

momento <strong>in</strong> cui ha cambiato<br />

postazione, che ha portato allo<br />

spegnimento <strong>in</strong>avvertito del<br />

motore;<br />

- mancanza di un istruttore all’<strong>in</strong>terno<br />

della G.C.S., come esplicitamente<br />

richiesto, anche se con<br />

una procedura non standard, dal<br />

C.B.P. (Customs and Border<br />

Protection) per il pilota <strong>in</strong> questione;<br />

I fattori associati con l’<strong>in</strong>cidente<br />

sono i numerosi e irrisolti problemi<br />

collegati al blocco della consolle.<br />

L’<strong>in</strong>vestigazione ha sollevato<br />

<strong>in</strong>oltre numerosi quesiti sui differenti<br />

standards costruttivi ed operativi<br />

fra i velivoli pilotati e quelli teleguidati<br />

e le implicazioni che conseguono<br />

da questa discrepanza sulla<br />

sicurezza delle operazioni di volo.<br />

La N.T.S.B. (National Traspor -<br />

ation Safety Board) ha ritenuto<br />

opportuno a seguito di questo <strong>in</strong>cidente<br />

emanare un totale di 22 raccomandazioni,<br />

pr<strong>in</strong>cipi di sicurezza<br />

ad ampio raggio che co<strong>in</strong>volgono<br />

anche l’uso civile di aerei teleguidati.<br />

Sono state evidenziate alcune<br />

aree di particolare <strong>in</strong>teresse tra cui<br />

la certificazione di questa tipologia<br />

di velivoli teleguidati, l’addestramento<br />

dei piloti, l’<strong>in</strong>tegrazione dei velivoli<br />

nella gestione del traffico aereo e i<br />

sistemi di registrazione audio strettamente<br />

legati agli U.A.S..<br />

Le più significative raccomandazioni<br />

sono di seguito riportate:<br />

a) la ditta costruttrice deve modificare<br />

gli UAS <strong>in</strong> modo che non ci<br />

possano essere spegnimenti non<br />

<strong>in</strong>tenzionali del motore e di provvedere<br />

a un sistema di warn<strong>in</strong>g visivo<br />

e sonoro che <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e di priorità<br />

presenti le differenti avarie che<br />

contemporaneamente può avere il<br />

velivolo (es. perdita motore e blocco<br />

consolle). Bisogna progettare<br />

una modifica che permetta al trasponder<br />

di funzionare anche dopo<br />

la perdita del motore perché deve<br />

assicurare la lettura del codice IFF<br />

e le <strong>in</strong>formazioni di altitud<strong>in</strong>e da<br />

parte degli enti ATC;<br />

b) sviluppare un sistema che permetta<br />

la riaccensione del motore<br />

anche quando si è nella condizione<br />

di lost l<strong>in</strong>k, magari sfruttando un<br />

sistema satellitare di back up che<br />

sia disponibile al pilota a terra;<br />

c) gli operatori di sistemi U.A.<br />

devono <strong>in</strong>contrarsi periodicamente<br />

con i controllori locali del traffico<br />

aereo per def<strong>in</strong>ire chiaramente le<br />

responsabilità e le azioni da <strong>in</strong>traprendere<br />

<strong>in</strong> caso di operazioni<br />

standard e di emergenza dei velivoli<br />

teleguidati;<br />

d) si richiede che tutte le le conversazioni,<br />

<strong>in</strong>cluse quelle telefoniche<br />

tra piloti e controllori o altri assetti<br />

che forniscono supporto, siano<br />

registrate e utilizzabili a supporto di<br />

una eventuale <strong>in</strong>vestigazione;<br />

e) identificare le cause che bloccano<br />

la consolle e apportare le giuste<br />

modifiche, implementare un programma<br />

di manutenzione documentata<br />

ed un sistema di ispezioni<br />

che identifichi, registri e risolva le<br />

varie problematiche che si possano<br />

riscontrare nella storia del sistema,<br />

le soluzioni adottate e le verifiche<br />

di funzionalità effettuate prima di<br />

riportare il velivolo <strong>in</strong> l<strong>in</strong>ea;<br />

f) sviluppare un lista di equipaggiamento<br />

m<strong>in</strong>imo (M.E.L.) da avere<br />

per mandare il velivolo <strong>in</strong> volo;<br />

g) revisionare il programma di<br />

addestramento dei piloti per assicurare<br />

<strong>in</strong> particolar modo una maggiore<br />

proficiency nell’eseguire le<br />

procedure di emergenza;<br />

h) si chiede che un secondo pilota<br />

o almeno un’altra persona che<br />

possa assicurare un livello di sicurezza<br />

equivalente sia rapidamente<br />

disponibile durante le operazioni di<br />

un sistema U.A;<br />

N.d.R.<br />

nota di redazione<br />

i) sviluppare un piano di sicurezza<br />

che assicuri che i pericoli per il<br />

sistema dello spazio aereo nazionale<br />

e alle persone a terra <strong>in</strong>trodotti<br />

da questo nuovo sistema<br />

siano identificati e che vengano<br />

poi presi i provvedimenti necessari<br />

per mitigare i rischi. Il piano<br />

dovrebbe <strong>in</strong>cludere, come m<strong>in</strong>imo,<br />

procedure di emergenza e un programma<br />

di manutenzione per<br />

m<strong>in</strong>imizzare l’impatto sulla sicurezza<br />

delle avarie che avvengono<br />

<strong>in</strong> volo, un analisi cont<strong>in</strong>ua delle<br />

avarie, <strong>in</strong>cidenti e lessons learned<br />

anche di altri operatori di simili<br />

velivoli.<br />

q<br />

Abbiamo già trattato le tematiche e le<br />

problematiche <strong>in</strong>trodotte da questi nuovi sistemi<br />

teleguidati nel numero 262 della Rivista S.V.<br />

sottol<strong>in</strong>eando proprio come il tema dal 2004 sia di estrema attualità<br />

anche per noi.<br />

L’analisi di questo <strong>in</strong>cidente può essere una importante “lesson learned”<br />

per tutti e i suggerimenti <strong>in</strong>trodotti dalla N.T.S.B. un ottimo spunto di<br />

riflessione, se riportato alla nostra realtà, per il futuro.<br />

L’<strong>in</strong>cidente <strong>in</strong> questione ci ripropone il tema dell’errore umano e della<br />

mancata applicazione delle procedure standard, che si possono<br />

presentare <strong>in</strong> una veste completamente nuova durante l’impiego di un<br />

sistema così <strong>in</strong>novativo come l’U.A.V..<br />

La fretta, la limitata capacità di attenzione ci rende passibili ad errori, ma<br />

quando non si applica una buona regola o standard siamo di fronte ad<br />

una violazione che altro non è che uno scostamento o mancato rispetto<br />

di una procedura.<br />

A volte le violazioni possono essere necessarie e risultano il miglior<br />

compromesso possibile per uscire da una situazione di impasse <strong>in</strong><br />

condizioni di maggiore sicurezza, ma quando si viola per <strong>in</strong>competenza si<br />

dimostra scarsa professionalità diventando potenzialmente pericolosi.<br />

Il pilota <strong>in</strong> questione era scarsamente addestrato sulla macch<strong>in</strong>a e<br />

addirittura necessitava di supervisione da parte di un istruttore, per cui<br />

era potenzialmente un elemento a rischio.<br />

Il fatto che l’istruttore non fosse presente ma era da tutta altra parte<br />

dimostra sicuramente scarsa professionalità.<br />

Addestramento e professionalità sono i 2 elementi essenziali alla base di<br />

una buona cultura della sicurezza.<br />

In <strong>Aeronautica</strong> <strong>Militare</strong> gli standard attuali prevedono che ai comandi di<br />

un U.A.V. ci sia sempre un “pilota militare” con pregressa esperienza di<br />

pilotaggio su velivoli tradizionali.<br />

Questa scelta ha una elevata valenza nella prevenzione <strong>in</strong>cidenti perché,<br />

oltre a garantire un consolidato “senso del volo”, fornisce anche l’apporto<br />

di standard professionali tipici di chi ha avuto addestramento, cultura ed<br />

esperienza diretta di pilotaggio.<br />

Incidenti e Inconvenienti di Volo<br />

29<br />

Sicurezza del Volo n. 266/2008<br />

Sicurezza del Volo n. 266/2008


j<br />

j<br />

Ten. Pil<br />

Francesco Moretti<br />

Incidenti e Inconvenienti di Volo<br />

30<br />

L’<strong>in</strong>cidente di<br />

Garessio:<br />

le mie lesson learned<br />

Proverò a raccontarvi l’<strong>in</strong>f<strong>in</strong>ito lasso di<br />

tempo che è trascorso tra le 17:20:59/Z<br />

e le 17:21:00/Z del 18/11/1993.<br />

In quel secondo voglio fotografare un<br />

Tornado con due “Pantere Nere” (1) a<br />

bordo ed evidenziare come fosse pilotato<br />

dall’<strong>in</strong>trecciarsi di numerosi eventi.<br />

Un secondo può essere quel momento critico,<br />

quando diversi fattori si <strong>in</strong>tersecano come nodi<br />

che vengono al pett<strong>in</strong>e e <strong>in</strong> quel tempo<br />

limitatissimo solo una decisione qualitativa può<br />

fare la differenza.<br />

Questa storia non ha un lieto f<strong>in</strong>e, parlerò di un<br />

<strong>in</strong>cidente mortale la cui analisi ha portato una<br />

Commissione d'Inchiesta ad <strong>in</strong>dividuare la causa<br />

nel “fattore umano dell'equipaggio”.<br />

Nasce qui il dovere di def<strong>in</strong>ire cosa si <strong>in</strong>tende<br />

per “fattore umano” e soprattutto perché mi trovo<br />

a parlarne.<br />

Incidenti e Inconvenienti di Volo<br />

31<br />

(1) 50° Stormo, 155° Gruppo (Piacenza)<br />

Sicurezza del Volo n. 266/2008<br />

Sicurezza del Volo n. 266/2008


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Incidenti e Inconvenienti di Volo<br />

32<br />

☛ L’<strong>in</strong>cidente di Garessio: le mie lesson learned<br />

Il term<strong>in</strong>e fattore umano si usa<br />

per <strong>in</strong>dicare l’<strong>in</strong>sieme delle componenti<br />

fisiologiche e psicofisiche<br />

che, <strong>in</strong> ogni momento ed <strong>in</strong> qualunque<br />

sistema operativo si consideri,<br />

<strong>in</strong>fluenzano il “modus operandi”<br />

dell’uomo. Lo studio del fattore<br />

umano sviluppa pr<strong>in</strong>cipalmente le<br />

modalità di <strong>in</strong>terazione dell’uomo<br />

con lo specifico ambiente lavorativo<br />

tenendo conto degli elementi<br />

uomo-macch<strong>in</strong>a-ambiente-organizzazione.<br />

Al verificarsi di un <strong>in</strong>cidente,<br />

questo quadr<strong>in</strong>omio può assumere<br />

forme complesse. In generale,<br />

quando accade un <strong>in</strong>cidente di<br />

rilievo <strong>in</strong> un’organizzazione, qualsiasi<br />

essa sia, si avvia un procedimento<br />

giudiziario penale volto ad<br />

accertare cause e responsabilità<br />

dell’evento e, eventualmente, a<br />

comm<strong>in</strong>are sanzioni.<br />

Questo tipo di <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e, <strong>in</strong>dividua<br />

una o più persone che hanno<br />

commesso un errore e che avevano<br />

“potere di controllo” sulle loro azioni,<br />

per cui devono essere sanzionate.<br />

Def<strong>in</strong>ire <strong>in</strong> quale ipotesi l’operatore<br />

abbia effettivamente “potere di controllo”<br />

non è facile ma l’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e è<br />

volta a identificare il colpevole, che<br />

spesso è <strong>in</strong>dividuato nell’anello f<strong>in</strong>ale,<br />

nell’<strong>in</strong>terfaccia uomo-macch<strong>in</strong>a<br />

che ha attivato l’<strong>in</strong>cidente.<br />

A questo si affianca un altro<br />

tipo d’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e, di natura organizzativa,<br />

il cui scopo non è determ<strong>in</strong>are<br />

responsabilità <strong>in</strong>dividuali, ma<br />

piuttosto comprendere e spiegare<br />

l’accaduto aff<strong>in</strong>ché, attraverso la<br />

conoscenza acquisita, si possa<br />

contribuire a evitare che l’evento si<br />

ripeta. In questa <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e, si prende<br />

<strong>in</strong>fatti <strong>in</strong> considerazione che il<br />

comportamento dell’anello f<strong>in</strong>ale o<br />

nel nostro caso dell'equipaggio è<br />

altresì condizionato da pregresse<br />

decisioni organizzative a livello più<br />

alto, manageriale e di progetto<br />

delle tecnologie.<br />

Trasportando questi concetti<br />

nella nostra organizzazione, quando<br />

una Commissione d'Inchiesta<br />

dell'<strong>Aeronautica</strong> <strong>Militare</strong> analizza<br />

un <strong>in</strong>cidente disancora la mente<br />

dalla logica del capro espiatorio,<br />

dalla colpa; ha una visione globale<br />

e si chiede perché, <strong>in</strong> quel secondo,<br />

una decisione qualitativa non è<br />

stata presa. Personalmente poi,<br />

trarre “lesson learned” ne vale la<br />

pena solo per il fatto che, quel fatidico<br />

secondo, capita a tutti, tante<br />

volte, <strong>in</strong> tutti i voli.<br />

Alle 17:20:59/Z il Tornado è <strong>in</strong><br />

volo da 16 m<strong>in</strong>uti circa per una missione<br />

di navigazione notturna a<br />

bassa quota che va da Piacenza a<br />

Piacenza <strong>in</strong>teressando la zona ovest<br />

della pianura padana.<br />

L’equipaggio è composto da un<br />

pilota giovane, al suo primo anno al<br />

Gruppo Volo, ma con sufficiente<br />

esperienza e qualifiche per volare<br />

quella missione e da un navigatore<br />

molto esperto con alle spalle numerose<br />

ore di volo e l'esperienza della<br />

Guerra del Golfo di qualche anno<br />

prima. La missione è la “954 I”, dove<br />

“I” sta per immediata, il programma<br />

di volo quel giorno prevedeva due<br />

alternative, la “A” e la “B” <strong>in</strong> funzione<br />

delle condizioni meteo. L’equipaggio<br />

ha pianificato di volare la rotta “A”<br />

ma poi è stato deciso di volare la<br />

rotta “B” ad un orario diverso e <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e<br />

successivamente anticipata di<br />

orario, da lì il suffisso “I”.<br />

Ma questo non è un grande<br />

problema, anche la rotta alternativa<br />

è una rotta standard, qu<strong>in</strong>di si presume<br />

già volata <strong>in</strong> passato, di cui<br />

si conoscono i problemi e le <strong>in</strong>sidie,<br />

i pericoli e i rischi, e andrà<br />

com’è andata altre volte. C’è confidence<br />

nell’aria ma questo non<br />

esime i due professionisti dal<br />

rispettare tutte le fasi previste<br />

prima del volo: a partire dalle abitud<strong>in</strong>i<br />

di vita generali f<strong>in</strong>o al crew rest<br />

del giorno stesso e poi dall’effettuazione<br />

dei brief<strong>in</strong>g meteo e prevolo<br />

f<strong>in</strong>o allo step-out <strong>in</strong> SOR.<br />

Poco, però, si ev<strong>in</strong>ce dalla relazione<br />

della Commissione d'Inchiesta<br />

sulla loro condizione emotiva del<br />

momento e soprattutto sui rapporti<br />

<strong>in</strong>terpersonali tra il pilota e il navigatore<br />

stessi. Due persone con il<br />

loro diverso background mi riportano<br />

a pensieri personali: i più giovani<br />

riconoscono doti <strong>in</strong>fallibili <strong>in</strong> seno<br />

a chi ha più esperienza volativa,<br />

forse perché tra piloti esiste un<br />

rispetto dovuto all’esperienza di<br />

volo più che al grado rivestito.<br />

Una volta a bordo del Tornado<br />

le “Pantere Nere” passano all’azione,<br />

al pane quotidiano, una volta<br />

seduti su quel Mart<strong>in</strong>-Baker la<br />

mente sembra dimenticare il resto<br />

dei problemi e si focalizza su quello<br />

che c’è da fare. Si va avanti coi<br />

controlli, tutto standard, e se c’è<br />

un'anomalia, se ne valuta la gravità,<br />

si calcola il rischio, si valuta<br />

se il rischio è accettabile (<strong>in</strong> funzione<br />

ovviamente di quanto è<br />

necessario volare quella missione)<br />

e si prende <strong>in</strong> quel poco tempo<br />

una decisione qualitativa.<br />

Quel giorno non funziona la<br />

piattaforma <strong>in</strong>erziale, ovvero il<br />

modo primario di navigazione ed è<br />

necessario richiedere l’<strong>in</strong>tervento di<br />

uno specialista avionico per <strong>in</strong>dividuare<br />

bene il problema. E' buio, c’è<br />

da volare una bassa quota e il<br />

sistema primario di navigazione<br />

non funziona. Gli eventi scorrono<br />

veloci, l’avionico aveva appena<br />

controllato l'IN (2) e chiesto all’equipaggio<br />

di attendere mentre andava<br />

a consultarsi con un altro tecnico <strong>in</strong><br />

hangar e sarebbe tornato dopo<br />

qualche m<strong>in</strong>uto. Ma quando torna<br />

<strong>in</strong>sieme al capo specialista il<br />

Tornado non c’è più. L’equipaggio<br />

<strong>in</strong>fatti, <strong>in</strong>tanto che aspettava era lì<br />

impaziente, coi motori accesi e il<br />

cervello a mille all’ora ad analizzare<br />

immediatamente la situazione e<br />

<strong>in</strong>traprendere azioni correttive.<br />

(2) Inertial Navigator, modo primario di navigazione.<br />

Il manuale dice<br />

che per quel tipo<br />

di missione è possibile<br />

anche utilizzare<br />

il modo di na -<br />

vigazione degradato<br />

(3) purchè la<br />

navigazione sia<br />

volata alla MEA.<br />

L’equipaggio è be -<br />

ne al corrente di<br />

quello che dice il<br />

manuale e per ve -<br />

locizzare gli eventi<br />

chiede conferma<br />

alla SOR e una<br />

volta autorizzato<br />

parte per il rullaggio.<br />

L’idea scaturita<br />

dalla conoscenza<br />

approfondita<br />

del manuale, <strong>in</strong><br />

una situazione non<br />

standard e <strong>in</strong> ag -<br />

giunta alla sicurezza di aver chiesto<br />

conferma anche alla SOR, dà<br />

quella sensazione di compiacimento,<br />

che f<strong>in</strong>o a quel momento le<br />

cose si stanno facendo per bene,<br />

come si deve. Infatti è cosi, l’<strong>in</strong>terpretazione<br />

è corretta, il manuale la<br />

prevedeva e l’analisi delle limitazioni<br />

del sistema degradato sono<br />

discusse all’<strong>in</strong>terno del cockpit<br />

durante il rullaggio.<br />

Ancora di più a confermare tra<br />

loro l’attenzione sul problema è il<br />

navigatore che raccomanda al pilota<br />

l’uso del Tacan come backup nel<br />

caso ci fosse poi qualche ulteriore<br />

problema.<br />

Quella spia mentale rossa<br />

“safety” che a volte si accende nel<br />

nostro pensare è dunque stata<br />

resettata, si può procedere più<br />

tranquilli.<br />

Tecnicamente, <strong>in</strong> base alla ricostruzione<br />

post <strong>in</strong>cidente, il problema<br />

è già presente, aspetta solo il<br />

momento per manifestarsi.<br />

(3) DP + SR, DOPPLER + SAHR, (Secondary<br />

Attitude and Head<strong>in</strong>g Reference) modo secondario/degradato<br />

di navigazione.<br />

(4) Procedura antirumore.<br />

Il sistema di navigazione degradato,<br />

DOPPLER + SAHR, funziona<br />

correttamente quel giorno con la<br />

grande eccezione che il SAHR è<br />

sfasato di 24 gradi rispetto alla<br />

realtà. In questo caso, l'errore è a<br />

monte e non c’è spia d’allarme che<br />

attira l’attenzione ma peggio ancora<br />

ci sono molteplici strumenti che<br />

si basano su quell’errore di fondo e<br />

tutti <strong>in</strong>sieme, coerentemente, dicono<br />

una bugia. È difficile dare torto<br />

ad uno strumento cosi sofisticato,<br />

si immag<strong>in</strong>i mettere <strong>in</strong> dubbio tutta<br />

una serie di questi.<br />

La corsa di decollo per pista 30<br />

(head<strong>in</strong>g 298°) è <strong>in</strong> realtà effettuata<br />

con gli strumenti che <strong>in</strong>dicano head<strong>in</strong>g<br />

324°.<br />

Il primo segnale di pericolo è<br />

qu<strong>in</strong>di ignorato, ma il checklist non<br />

prevedeva il controllo della head<strong>in</strong>g<br />

rispetto all’asse pista.<br />

Appena <strong>in</strong>volati la Noise<br />

Abatement Procedure (4) prevedeva<br />

una virata a destra per 320°, ma<br />

senza aver mai virato gli strumenti<br />

già dicevano più o meno 320° e il<br />

tutto si è risolto con un esclamazione<br />

“già per 320°” senza ulteriori<br />

analisi. Le occasioni ci sono, ma è<br />

troppo facile parlarne col senno di<br />

poi seduti ad una scrivania.<br />

Visto che il sistema di navigazione<br />

anche se sfasato funziona<br />

correttamente, i tempi, le prue, le<br />

velocità corrispondono a ciò che è<br />

previsto, ciò che non corrisponde<br />

sono la bussola magnetica, di solito<br />

poco considerata, l’immag<strong>in</strong>e del<br />

radar, forse mai acceso e soprattutto<br />

la posizione al suolo.<br />

Quest’ultima è un cont<strong>in</strong>uo av -<br />

vertimento che qualcosa sta an -<br />

dando storto. Purtroppo, però, il<br />

suolo piatto della pianura padana,<br />

di notte, a velocità di 420/480 nodi<br />

mentre si è impegnati a fare tante<br />

altre cose ed <strong>in</strong> più ad una quota<br />

diversa (MEA 3.500ft) rispetto a<br />

quella solita (1.000ft o 500ft) non<br />

dà risposte così chiare.<br />

Si noti quanto poco evidente<br />

sia il pericolo, e quanto subdolo si<br />

presenti.<br />

Osservando i tracciati radar<br />

della “954 I” e la rotta pianificata, è<br />

evidente che le due hanno la stessa<br />

forma ma sono sfasate di 24°,<br />

questo causa all’<strong>in</strong>izio della naviga-<br />

Incidenti e Inconvenienti di Voloo<br />

33<br />

Sicurezza del Volo n. 266/2008<br />

Sicurezza del Volo n. 266/2008


j<br />

j<br />

Incidenti e Inconvenienti di Volo<br />

34<br />

☛ L’<strong>in</strong>cidente di Garessio: le mie lesson learned<br />

fig. A<br />

zione un errore di poche miglia ma<br />

<strong>in</strong> cont<strong>in</strong>uo aumento (vedi la cart<strong>in</strong>a<br />

<strong>in</strong> fig. A). Il primo riporto di posizione<br />

è con Milano SCC/AM dove<br />

<strong>in</strong> ascolto c’è un controllore <strong>in</strong><br />

addestramento.<br />

La “954 I” dichiara che la propria<br />

posizione è 8NM a Sud di<br />

Pavia, ma <strong>in</strong> realtà Milano li vede a<br />

16NM a Sud della stessa. Non c’è<br />

seguito a questo ulteriore <strong>in</strong>dizio<br />

ma 8NM <strong>in</strong> aumento.<br />

Ora però c’è da preoccuparsi di<br />

simulare l’attacco perché è un task<br />

da portare a term<strong>in</strong>e, qu<strong>in</strong>di la<br />

navigazione passa <strong>in</strong> secondo<br />

piano. L’attacco non va a buon f<strong>in</strong>e<br />

perché senza il modo di navigazione<br />

primario l’head up display non<br />

fornisce tutte le <strong>in</strong>dicazioni necessarie<br />

e poi nascono dei dubbi sulla<br />

posizione del target.<br />

Si discute a bordo di un eventuale<br />

discostamento dalla rotta pianificata,<br />

ma tutti gli strumenti parlano<br />

chiaro, on time on track.<br />

zona di impatto<br />

A confermare i dubbi è il secondo<br />

riporto di posizione che avviene<br />

con Tor<strong>in</strong>o APP: “10 miglia a Nord<br />

di Chivasso... a 4.000 piedi... riporterà<br />

Bra” la cui risposta è “ci confermi<br />

la posizione?... noi la rileviamo…<br />

10 miglia Sud Sud-Est di<br />

Tor<strong>in</strong>o Tango Oscar Papa a 3.700”.<br />

Il navigatore ammette che potrebbe<br />

esserci un problema “abbiamo<br />

un piccolo problema al sistema di<br />

navigazione... può darsi che avete<br />

ragione voi” e <strong>in</strong> più “a noi ci risulta<br />

essere 15 miglia a Nord… 25 …20<br />

miglia a Nord di Tor<strong>in</strong>o 4.000 piedi”.<br />

Tor<strong>in</strong>o li vede completamente altrove,<br />

“eh!... negativo... siete <strong>in</strong> allontanamento<br />

verso Sud... la distanza dal<br />

VOR è di 15 miglia... state lasciando<br />

il nostro CTR... siete <strong>in</strong> grado di cont<strong>in</strong>uare,...<br />

confermate?”.<br />

In quel caso la “954 I” dichiara<br />

di essere <strong>in</strong> grado comunque di<br />

proseguire la navigazione passando<br />

nuovamente sotto il controllo di<br />

Milano e pensando che l’errore non<br />

. punti<br />

rotta pianificata<br />

rotta volata<br />

rilevati dal radar<br />

fosse cosi ampio e di essere ancora<br />

entro quella zona di sicurezza<br />

5NM a destra e 5NM a s<strong>in</strong>istra<br />

della rotta data dalla MEA. In sicurezza<br />

qu<strong>in</strong>di c’è tempo per analizzare<br />

meglio la situazione e risolvere<br />

il problema.<br />

Il seguente contatto con Milano<br />

SCC/AM avviene dopo qualche<br />

m<strong>in</strong>uto, il controllore <strong>in</strong>tanto è stato<br />

avvertito al telefono da Tor<strong>in</strong>o che<br />

la “954 I” ha lasciato il loro CTR<br />

verso Sud ma “non ha le idee chiare<br />

sulla posizione”.<br />

Il riporto di posizione da bordo è<br />

“18NM a Nord di Bra”, il controllore<br />

capisce “18NM a Sud di Bra” che<br />

co<strong>in</strong>cide con le <strong>in</strong>formazione di<br />

Tor<strong>in</strong>o, ma la richiesta del navigatore<br />

di controllare la loro posizione<br />

non può essere soddisfatta dal<br />

radar poichè il segnale è <strong>in</strong>visibile<br />

a quella quota e a quella distanza.<br />

L’”orecchio” di Milano ha sentito<br />

quello che si aspettava di sentire,<br />

l’”occhio” delle Pantere poi, truffato<br />

dagli strumenti, ha creato a terra i<br />

riferimenti che voleva vedere ma<br />

che <strong>in</strong> realtà ormai distavano più di<br />

30NM (<strong>in</strong> aumento).<br />

Il crew è impegnato a cercare<br />

punti a terra coerenti con la cart<strong>in</strong>a<br />

e gli strumenti ma a complicare<br />

ulteriormente le cose è un momentaneo<br />

IMC che non è seguito da un<br />

immediato “Emergency Pull-up”<br />

che li avrebbe portati all’EPA per<br />

fugare <strong>in</strong>tanto qualsiasi dubbio.<br />

Le nuvole f<strong>in</strong>iscono e <strong>in</strong>torno ci<br />

sono montagne più alte della<br />

quota di volo, qu<strong>in</strong>di non si è decisamente<br />

alla MEA di quel settore;<br />

il radar altimetro da 6 secondi<br />

segna 630ft AGL ma da 6 secondi<br />

non suona perchè il “bug” non è<br />

settato a 900ft.<br />

Non importa, le Pantere decidono<br />

alla f<strong>in</strong>e di salire..., purtroppo<br />

però sono le 17:20:59/Z e tra un<br />

secondo ci sarà il monte Galero<br />

sulla loro rotta...<br />

Le “cause” di un <strong>in</strong>cidente, fattori<br />

che se vengono a mancare<br />

anche s<strong>in</strong>golarmente non si verificherebbe<br />

nemmeno l'<strong>in</strong>cidente,<br />

sono <strong>in</strong>dividuate da una Commis -<br />

sione d'Inchiesta mentre, tutto il<br />

complesso dei fattori causali e<br />

latenti, le eventuali “lesson learned”,<br />

sono compito di un approfondimento<br />

personale di tutti.<br />

Riconosco una serie di fattori,<br />

prendo atto soprattutto del fatto<br />

che nel nostro caso l'equipaggio è<br />

stato <strong>in</strong>fluenzato da pregresse<br />

decisioni prese <strong>in</strong> ambito organizzativo<br />

e da pericoli latenti che lo<br />

hanno <strong>in</strong>dotto a commettere un<br />

errore. Infatti, <strong>in</strong> quell’<strong>in</strong>f<strong>in</strong>ito lasso<br />

di tempo tra le 17:20:59/Z e le<br />

17:21:00/Z la missione “954 I” era<br />

decollata da 16 m<strong>in</strong>uti con lo stress<br />

di essere stata spostata tre volte, il<br />

pilota non osava mettere <strong>in</strong> dubbio<br />

le decisioni del navigatore, perché<br />

nel contesto <strong>in</strong> cui operavano<br />

sarebbe forse stata considerata<br />

una mancanza di rispetto. Da 16<br />

m<strong>in</strong>uti il sistema primario di navigazione<br />

non funzionava e il mancato<br />

riconoscimento dello sfasamento<br />

del SAHR poteva essere causato<br />

da una mancanza di addestramento<br />

ovvero da scarsa supervisione;<br />

la causa dello sfasamento <strong>in</strong>oltre<br />

poteva essere attribuita ad un errato<br />

controllo a terra da parte del<br />

navigatore, ma più probabilmente<br />

ad un raro problema tecnico (come<br />

evidenziato da una relazione della<br />

ditta Alenia). Da 16 m<strong>in</strong>uti si volava<br />

ad una quota maggiore del solito,<br />

ma comunque bassa, che donava<br />

un’illusione di sicurezza.<br />

Le <strong>in</strong>comprensioni col Controllo<br />

del Traffico Aereo creavano pressioni<br />

esterne e ammettere via<br />

radio di non conoscere la propria<br />

posizione, <strong>in</strong> quel contesto, era<br />

considerata una situazione poco<br />

edificante. Dare una fallace im -<br />

pressione di sicurezza che il più<br />

potenziale pericolo, non è che un<br />

modo come un altro per esorcizzare<br />

o non dar a vedere il disagio o<br />

la sensazione di ansia provati nel<br />

non essere riusciti a 'capire' od<br />

'agire' <strong>in</strong> maniera consona alla<br />

figura di pilota o navigatore militare<br />

da caccia. L'esperienza e la<br />

conoscenza della macch<strong>in</strong>a e del<br />

luogo possono aumentare il livello<br />

di confidenza nelle proprie capacità<br />

facendo abbassare la guardia<br />

rispetto ai pericoli.<br />

Questo atteggiamento <strong>in</strong> alcuni<br />

casi può portarci a sottovalutare i<br />

rischi: nella maggior parte dei casi<br />

<strong>in</strong> cui si abbassa la guardia le cose<br />

vanno bene comunque, questo può<br />

<strong>in</strong>nescare un circolo vizioso che<br />

falsa la percezione del rischio. Il<br />

fatto che <strong>in</strong> situazioni analoghe non<br />

si siano verificati <strong>in</strong>convenienti non<br />

è un'<strong>in</strong>formazione significativa:<br />

“basta una volta”.<br />

Le “lesson learned” vengono da<br />

se, sono state applicate negli anni<br />

e stanno dando i risultati e ciò va di<br />

pari passo con l'espansione di una<br />

giusta cultura SV.<br />

Concludo qu<strong>in</strong>di con uno spunto<br />

di riflessione: oggi, questo <strong>in</strong>cidente<br />

si verificherebbe lo stesso? q<br />

Incidenti e Inconvenienti di Volo<br />

35<br />

Sicurezza del Volo n. 266/2008<br />

Sicurezza del Volo n. 266/2008


j<br />

dalla<br />

Redazione<br />

Partenze...<br />

Cap. Lorenzo Rispoli<br />

Il giorno 25 marzo il Cap. Lorenzo Rispoli è rientrato,<br />

causa term<strong>in</strong>e periodo di “Staff Tour”, presso il 3°<br />

RMV di Treviso, suo Reparto di appartenenza, dopo<br />

aver trascorso 9 mesi presso l’Ispettorato S.V.. Il<br />

Cap. Rispoli, assegnato al 2° Ufficio “Investigazio -<br />

ne” si è occupato di problematiche tecniche riguardanti<br />

varie l<strong>in</strong>ee di volo con particolare predilezione<br />

per quella AMX e per il Predator. Nonostante il suo<br />

veloce passaggio tutto il personale dell’Ispettorato<br />

ha apprezzato sia le sue doti caratteriali che professionali<br />

che sempre lo hanno accompagnato nelle<br />

varie attività dell’Ispettorato. Nella conv<strong>in</strong>zione di<br />

poter contare su un ulteriore collaboratore <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i<br />

SV anche <strong>in</strong> futuro, r<strong>in</strong>graziamo Lorenzo per il lavoro<br />

svolto augurandogli un grosso <strong>in</strong> bocca al lupo.<br />

Ciao e arrivederci.<br />

Rubriche<br />

39<br />

Arrivi...<br />

Cap. Paola Verde<br />

Proveniente dal Reparto Medic<strong>in</strong>a <strong>Aeronautica</strong> e Spaziale del Centro<br />

Sperimentale Volo di Pratica di Mare il giorno 15 febbraio il Cap. CSA<br />

Paola Verde è stata assegnata all’ISV per svolgere il periodo di Staff<br />

Tour. Si è occupata di medic<strong>in</strong>a aeronautica f<strong>in</strong> dai tempi dell’università<br />

discutendo tra l’altro una tesi sperimentale sugli effetti dell’ipossia acuta<br />

nell’uomo sviluppata proprio presso il C.S.V.. Si è specializzata <strong>in</strong> medic<strong>in</strong>a<br />

aeronautica presso la Royal Air Force e qu<strong>in</strong>di presso la scuola di<br />

Roma “La Sapienza”. Ha conseguito il dottorato di ricerca <strong>in</strong><br />

Neuroscienze presso l’Università di Napoli “Federico II”. In <strong>Aeronautica</strong><br />

dal 2001 è stata assegnata al 5° Stormo di Cervia, dove ha rivestito l’<strong>in</strong>carico<br />

di Capo Nucleo Pronto Soccorso e successivamente, <strong>in</strong> qualità di<br />

focal po<strong>in</strong>t per l’aerofisiologia del personale navigante, ha seguito il transito<br />

dei piloti nel passaggio dall’F.104 all’F.16, studiando le problematiche<br />

relative al G-LOC presso la Base USAF di Hollomann. Ha all’attivo missioni<br />

<strong>in</strong> teatri operativi <strong>in</strong> Bosnia, Kosovo, Albania e Afghanistan.<br />

Sicurezza del Volo n. 266/2008


Ispettore per la Sicurezza del Volo<br />

6005429<br />

Vice Ispettore S.V.<br />

6004136<br />

Nucleo Affari Vari<br />

6004146<br />

Nucleo Archivio e Prot.<br />

6006660<br />

Capo Segreteria<br />

6006646<br />

Sezione Statistica e<br />

Elaboraz. Dati - 6004451<br />

Capo 1° Ufficio<br />

Prevenzione<br />

6006048<br />

Capo 2° Ufficio<br />

Investigazione<br />

6005887<br />

Capo 3° Ufficio<br />

Giuridico<br />

6005655<br />

1 a Sezione<br />

Attività Ispettiva e Supp. Decisionale<br />

6006649 - 6006645 (Aerofisiologia)<br />

1 a Sezione<br />

Invest. Ala Fissa Aviogetti<br />

6004142<br />

1 a Sezione<br />

Normativa<br />

6004494<br />

2 a Sezione<br />

Studio, Consulenza e Info. S.V.<br />

6004138<br />

2 a Sezione<br />

Invest. Ala Fissa Convenzionali<br />

6006647<br />

2 a Sezione<br />

Consulenza<br />

6006663<br />

3 a Sezione<br />

Rivista “Sicurezza del Volo”<br />

6006648 - 6006659<br />

4 a Sezione<br />

Educazione e Formazione S.V.<br />

6005995<br />

3 a Sezione<br />

Investigazione Ala Rotante<br />

6006754<br />

4 a Sezione<br />

Investigazione Fattore Tecnico<br />

6005607<br />

isv@aeronautica.difesa.it<br />

Passante Commerciale<br />

06 4986 + ultimi 4 num. <strong>in</strong>terno<br />

Fax<br />

(Numerazione <strong>Militare</strong>) 6006857<br />

(Numerazione Civile) 06 4986 6857<br />

SMA USAM (SV-ATM) Interno 2633/2438 Fax 2653 Prefisso <strong>Militare</strong> 601 Passante Comm.le 06 2400<br />

ALTI COMANDI<br />

Interno<br />

Fax<br />

Prefisso <strong>Militare</strong><br />

Passante Comm.le<br />

Comando<br />

Squadra Aerea<br />

3124<br />

3138<br />

601<br />

06 2400<br />

Comando<br />

delle Scuole A.M.<br />

3043<br />

3157<br />

602<br />

0774 400<br />

Comando<br />

Logistico<br />

6963<br />

6963<br />

600<br />

06 4986<br />

Comando Operativo<br />

Forze Aeree<br />

2307<br />

2309<br />

630<br />

0532 828 (+ ultimi 3 num. <strong>in</strong>terno)

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