qualità dell'attaccamento madre - bambino nel - Clinica Pediatrica ...
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Universita’ degli Studi di Trieste<br />
Dottorato di Ricerca in Medicina materno - infantile, Pediatria dello Sviluppo<br />
e dell’Educazione, Perinatologia<br />
XXIII Ciclo<br />
Dottoranda: Anto<strong>nel</strong>la Tripani<br />
Tutor: DSSR dott. Andrea Clarici<br />
ABC dott.ssa Rosella Giuliani<br />
QUALITÀ DELL'ATTACCAMENTO MADRE-BAMBINO NEL CASO DI MALFORMAZIONI<br />
TORACO-ADDOMINALI DIAGNOSTICATE IN UTERO:<br />
VALUTAZIONE OSSERVAZIONALE, STRUMENTALE E INTERVENTI<br />
La ricerca nasce in un’ottica di prevenzione del disagio psicologico <strong>nel</strong>le famiglie<br />
dove sia stata diagnosticata una malformazione congenita patologica e vuole verificare se<br />
sia possibile evidenziare, <strong>nel</strong> periodo prenatale e nei primi mesi di vita del <strong>bambino</strong>, dei<br />
fattori di rischio, sui quali intervenire mediante un sostegno psicologico, per prevenire il<br />
consolidarsi di importanti psicopatologie, quali la depressione postpartum <strong>nel</strong>la <strong>madre</strong>, e<br />
problemi dello sviluppo del <strong>bambino</strong>.<br />
Negli scritti di numerosi autori, tra cui Lebovici (1983), Stern (1995), Ammaniti (1995),<br />
Bydlowski (1997),Fivaz Depeursinge (1999), Missonnier (2003), si mette in luce come la<br />
donna che si prepara a diventare <strong>madre</strong> entri in uno stato psicologico particolare, definito<br />
da Stern “Costellazione Materna” ovvero una nuova organizzazione mentale dove tutto<br />
ruota attorno all’essere in attesa, con nuove rappresentazioni mentali rispetto a Sé come<br />
donna, <strong>madre</strong> e figlia.<br />
Ci siamo chiesti cosa accade <strong>nel</strong>la mente dei genitori quando si scopre che il feto è affetto<br />
da una malformazione congenita.<br />
La diagnosi prenatale di una malformazione generalmente rappresenta un momento<br />
estremamente traumatico per i genitori che improvvisamente si devono confrontare con la<br />
perdita del <strong>bambino</strong> immaginato e desiderato fino ad allora e con la ferita narcisistica che<br />
ne deriva, legata alla perdita dell’immagine di se stessi come capaci di generare un<br />
<strong>bambino</strong> sano.<br />
La letteratura riporta che un elevato livello di stress in gravidanza ha delle conseguenze<br />
sul <strong>bambino</strong> e sulla mamma che influenzano l’affettività e le capacità cognitive del<br />
<strong>bambino</strong>.<br />
Per capire cosa succede <strong>nel</strong>la mente dei genitori dopo la comunicazione di una diagnosi di<br />
malformazione abbiamo analizzato le loro rappresentazioni mentali di sé come genitori e<br />
del <strong>bambino</strong> prima e dopo la sua nascita.<br />
Ci aspettavamo di trovare <strong>nel</strong>le famiglie con diagnosi di malformazione fetale delle<br />
rappresentazioni mentali di sé e del <strong>bambino</strong> strutturate difensivamente, non integrate,<br />
disinvestite, ambivalenti; mentre dopo la nascita del <strong>bambino</strong> immaginavamo di incontrare<br />
delle difficoltà <strong>nel</strong>le interazioni familiari, delle alleanze disfunzionali con comportamenti<br />
intrusivi o distanzianti.<br />
Il campione della ricerca è costituito da 14 coppie genitoriali: 7 con una diagnosi di<br />
malformazione fetale (tre gastroschisi, un’idronefrosi, un’ernia diaframmatica, una<br />
1
pielectasia, una malformazione adenoido-cistica congenita polmonare) e 7 senza tale<br />
diagnosi.<br />
Per verificare le nostre ipotesi iniziali abbiamo adottato le seguenti procedure: una<br />
valutazione prenatale tra la 30^ e la 34^ settimana di gestazione (IRMAG, IRPAG);<br />
unavalutazione postnatale entro i primi 4 giorni di vita del neonato, ad 1 e 3 mesi dopo la<br />
nascita (Infant Observation); a 6 mesi dopo la nascita (IRMAN, IRPAN, Infant Observation,<br />
LTP).<br />
Abbiamo somministrato a tutto il campione di mamme l’IRMAG, un’intervista<br />
semistrutturata che permette di esplorare la rappresentazione materna di sé come <strong>madre</strong><br />
e del futuro <strong>bambino</strong> analizzando le narrazioni che le madri forniscono dell’esperienza della<br />
gravidanza. Si tratta di uno strumento lungo e complesso <strong>nel</strong>la somministrazione e <strong>nel</strong>la<br />
successiva codifica che però ci permette di raccogliere le informazioni sul contenuto e la<br />
struttura delle rappresentazioni materne in gravidanza che costituiscono degli indici<br />
dell’adattamento alla gravidanza stessa e al futuro ruolo genitoriale.<br />
L’IRMAG ci ha fornito dei dati sia di tipo qualitativo (intervista) che di tipo quantitativo<br />
(differenziale semantico).<br />
Alla fine di questa valutazione, è possibile individuare uno stile di parenting della <strong>madre</strong><br />
rispetto a tre stili di rappresentazione materna: integrata-equilibrata, ristretta disinvestita,<br />
non integrata-ambivalente.<br />
L’IRPAG è simmetrico all’IRMAG ma lo abbiamo somministrato ai papà.<br />
Al 6° mese del <strong>bambino</strong> abbiamo somministrato l’IRMAN e IRPAN per vedere se le<br />
rappresentazioni dei genitori rimanevano stabili o <strong>nel</strong>l’impatto con il <strong>bambino</strong> reale si<br />
modificavano<br />
Abbiamo poi voluto misurare le interazioni triadiche <strong>nel</strong>le famiglie con diagnosi di<br />
malformazione fetale. Per far questo abbiamo utilizzato il Gioco triadico di Losanna – LTP,<br />
uno strumento che permette lo studio delle dinamiche triadiche familiari in quattro diverse<br />
configurazioni interattive di gioco che vengono videoregistrate e poi analizzate e codificate<br />
secondo 10 dimensioni. Viene considerato il grado di alleanza familiare che è “funzionale”,<br />
quando le interazioni della famiglia sono coordinate, raggiungono momenti di piacere<br />
condiviso; mentre è “disfunzionale” se le interazioni diventano problematiche, sono poco<br />
coordinate, conflittuali o bloccate.<br />
Dal disegno Multivariato di analisi della varianza (ANOVA)<br />
2(genitore)X2(gruppo)X2(tempo) emerge un unico risultato significativo, rispetto alla<br />
rappresentazione materna del Sé, in cui c’è la significatività dell’interazione tempo X<br />
genitore. Troviamo, cioè, un mutamento <strong>nel</strong>le rappresentazioni del Sé <strong>nel</strong>le mamme a sei<br />
mesi di vita del <strong>bambino</strong> rispetto al periodo della gravidanza, mentre non ci sono<br />
cambiamenti significativi <strong>nel</strong>le rappresentazioni paterne, come se le mamme, a contatto<br />
con il <strong>bambino</strong> reale si sentissero maggiormente riconosciute <strong>nel</strong>la loro identità di donne.<br />
Da un’analisi qualitativa delle interviste troviamo che <strong>nel</strong> gruppo sperimentale (sia mamma<br />
che papà) l’investimento affettivo è poco focalizzato sulla gravidanza e più sul <strong>bambino</strong>,<br />
proiettato in un periodo in cui il <strong>bambino</strong> è fuori pericolo.<br />
Emerge inoltre che tre soggetti del gruppo sperimentale (una coppia e una mamma)<br />
risultano avere uno stile di parenting non integrato, in cui c’è una bassa differenziazione<br />
dalla propria <strong>madre</strong> e dal <strong>bambino</strong>, si tratta di genitori ancora invischiati in difficili relazioni<br />
con le loro famiglie d’origine, mentre tutti gli altri soggetti della ricerca risulta presentino<br />
rappresentazioni integrate-equilibrate.<br />
Dall’analisi dei dati relativi alle 10 dimensioni interattive dell’LTP non risulta nessuna<br />
differenza significativa tra gruppo sperimentale e gruppo di controllo.<br />
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Analizzando le videoregistrazioni emerge una buona cooperazione e un buon sostegno fra i<br />
genitori che si coordinano, si sostengono, collaborano con fluidità; non emergono conflitti<br />
né comportamenti di interferenza. Se c’è un disaccordo la negoziazione è raggiunta<br />
rapidamente. Dobbiamo però ricordare che i tre soggetti del gruppo sperimentale con<br />
rappresentazioni non integrate hanno rifiutato di sottoporsi all’LTP. Hanno invece portato a<br />
termine la ricerca le famiglie in cui c’era un supporto reciproco tra i genitori, un sostegno<br />
della famiglia d’origine e che avevano goduto fin dalla diagnosi prenatale di un supporto<br />
psicologico..<br />
Rispetto alle nostre ipotesi iniziali ci aspettavamo <strong>nel</strong> gruppo sperimentale delle<br />
rappresentazioni materne significativamente condizionate dalla malformazione, con<br />
conseguenti difficoltà <strong>nel</strong>le interazioni <strong>madre</strong>-<strong>bambino</strong>, sembra invece che la qualità delle<br />
relazioni familiari siano maggiormente condizionate da altri fattori, come la percezione<br />
della mancanza di un supporto da parte del partner o i conflitti della <strong>madre</strong> con il proprio<br />
mondo familiare di origine.<br />
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