Armi Chimiche e Biologiche - CNR Area della Ricerca di Bologna
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L’incontrollabilità degli effetti a lungo termine ha colpito tutta l’Europa e la sua<br />
popolazione ridotta <strong>di</strong> un terzo in pochi anni.<br />
Anche Leonardo da Vinci (1452-1519) parla <strong>della</strong> possibilità dell’uso <strong>di</strong> armi<br />
chimiche in guerra. Infatti nella lettera in cui offre i suoi servigi, come scienziato libero<br />
professionista che affronta i problemi militari, a Ludovico il Moro propone l’uso <strong>di</strong> gas<br />
tossici:<br />
“Sia gittata in fra i navili nemici con trabocchetti calcina e orpimento e<br />
verderame in polvere, e tutti quelli che nello anelito piglieranno detta<br />
polvere, coll’anelito si tramortiranno; ma guarda tu ad avere il vento che<br />
non ti man<strong>di</strong> polvere incontro, o veramente avere al naso e alla bocca una<br />
sottile pezza bagnata acciò che la polvere non passi” 4<br />
Sempre nel nostro continente nell’anno 1710 durante la guerra tra la Russia e la<br />
Svezia i primi usarono cadaveri morti per peste per colpire l’esercito nemico e per<br />
<strong>di</strong>ffondere il panico.<br />
Nel nuovo mondo la <strong>di</strong>ffusione del vaiolo tra le tribù in<strong>di</strong>ane d’America fu<br />
eseguita deliberatamente attraverso coperte infette provenenti da ospedali e donate agli<br />
in<strong>di</strong>geni (1763). Il generale inglese Sir Jeffery Amherst fu l’artefice <strong>della</strong> guerra<br />
batteriologica e il mittente dei doni.<br />
La paura delle armi chimiche portò le gran<strong>di</strong> potenze a sottoscrivere, nel luglio<br />
del 1899, il trattato dell’Aja in cui si <strong>di</strong>chiara <strong>di</strong> astenersi dall’uso <strong>di</strong> proiettili miranti a<br />
<strong>di</strong>ffondere gas asfissianti o deleteri per l’uomo, come si legge:<br />
“Le Potenze contraenti s’inter<strong>di</strong>cono l’uso <strong>di</strong> proiettili che hanno per fine<br />
unico <strong>di</strong> spandere gas asfissianti o deleteri.”<br />
Sfortunatamente però l’accordo non impedì agli stati firmatari <strong>di</strong> avvelenarsi a<br />
vicenda durante la prima guerra mon<strong>di</strong>ale. Infatti possiamo leggere le seguenti tragiche<br />
parole dalla cronaca del 25 aprile 1915:<br />
”...ai soldati <strong>di</strong> Ypres si parò <strong>di</strong>nnanzi, per la prima volta, la gialla<br />
nube mortale <strong>di</strong> cloro e fosgene, si apre un capitolo nuovo nella storia<br />
<strong>della</strong> guerra...” 5 .<br />
Il Generale Mordacq così descrive la scena allucinante:<br />
“Ovunque gente che fuggiva. Terroritoriali, zuavi, artiglieri,<br />
tiratori scelti, correvano come pazzi in tutte le <strong>di</strong>rezioni, buttando i fucili,<br />
stravolti, gettando o cercando <strong>di</strong> sbottonarsi il pastrano, col colletto <strong>della</strong><br />
camicia aperto, implorando acqua a gran voce, sputano sangue. Qualcuno<br />
si rotola per terra facendo sforzi <strong>di</strong>sperati per respirare. Non erano dei<br />
soldati che scappano, ma poveri esseri umani <strong>di</strong>venuti improvvisamente<br />
folli” 6<br />
Le morti stimate durante la guerra è circa un milione ed è stato calcolato che<br />
furono usate 124 mila tonnellate <strong>di</strong> armi chimiche.<br />
Nel 1919 il Trattato <strong>di</strong> Versailles proibì la fabbricazione e l’importazione <strong>di</strong> armi<br />
chimiche e successivamente, nel 1925, alla Conferenza <strong>di</strong> Ginevra fu firmato il<br />
4 Cit. in “Macchine da Guerra – gli scienziati e le armi” R.Fieschi e C.Paris De Renzi, Giulio Einau<strong>di</strong><br />
E<strong>di</strong>tore, Torino (1995), p. 45.<br />
5 Conferenza tenuta nella R. Università <strong>di</strong> Genova a cura del Comando <strong>della</strong> Corte Universitaria S.<br />
Giorgio il 3 febbraio 1932 dal Dr. Alberto Sol<strong>di</strong> e Pubblicata in La Chimica nell’industria<br />
nell’agricoltura nella biologia, Anno VIII, n.3 (1932) pag. 114.<br />
6 “Storia illustrata” N. 151, Anno XIV, giugno 1970, pagina 34.<br />
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