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Rapporti ISTISAN 09/17 ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ ...

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<strong>Rapporti</strong> <strong>ISTISAN</strong> <strong>09</strong>/<strong>17</strong><br />

su 254 pazienti ed è risultato interpretabile nell’80% dei casi. Di questi è stato possibile<br />

arruolare nello studio circa la metà, ossia 102 pazienti. In base alle proiezioni statistiche<br />

effettuate è necessario raggiungere un arruolamento di almeno 200-250 pazienti prima che lo<br />

studio possa essere decodificato e valutato in termini di risposta al trattamento, determinato in<br />

base a vari parametri.<br />

Una parte dell’attività di ricerca si è focalizzata sullo studio della popolazione cellulare con<br />

caratteristiche di staminalità all’interno della massa tumorale. Nel corso del 2008, sono stati<br />

pubblicati importanti risultati sia per il carcinoma del polmone, nel quale è stato possibile<br />

isolare cellule staminali tumorali, sia per il glioblastoma, tumore per il quale l’analisi delle<br />

cellule staminali si è rivelata un valido strumento prognostico. Inoltre, sono stati ottimizzati i<br />

modelli murini basati sull’inoculo delle cellule staminali tumorali, per cui sarà possibile non<br />

solo seguire la crescita tumorale in vivo senza sacrificare l’animale, ma anche valutare l’effetto<br />

del microambiente tumorale, grazie allo sviluppo di modelli ortotopici e metastatici.<br />

La disponibilità di cellule staminali di una varietà di tumori solidi e di modelli animali<br />

affidabili e innovativi rappresentano una tappa fondamentale per lo sviluppo di terapie<br />

antitumorali efficaci ad indurre l’eradicazione di queste cellule, che dovrebbe portare a<br />

guarigione. In tale direzione, attraverso analisi genomica, trascrittomica e proteomica, nel corso<br />

del 2008 è stato avviato uno studio in high throughput volto alla caratterizzazione di tali cellule.<br />

Su un altro fronte del Programma, sono state studiate le attività di una serie di oncogeni e<br />

oncosoppressori coinvolti nella resistenza dei tumori alle terapie antitumorali, in modo tale da<br />

ottenere informazioni rilevanti sulle strategie terapeutiche più efficaci. Questi studi sono stati<br />

affiancati dalla generazione di una serie di modelli sperimentali basati sulla alterazione delle vie<br />

del segnale responsabile dell’attività angiogenetica dei tumori. Inoltre sono stati definiti dei<br />

nuovi bersagli molecolari verso cui indirizzare la terapia citotossica e anti-angiogenetica<br />

attraverso l’impiego di nuovi farmaci molecolari e di strategie basate sull’uso di molecole con<br />

attività inibitoria su specifiche molecole di RNA.<br />

Un’ulteriore attività di ricerca è stata indirizzata sull’azione anti-angiogenica e antitumorale<br />

degli inibitori delle proteasi dell’HIV, della trascrittasi inversa e di NF-kB, che hanno<br />

dimostrato un’elevata attività antitumorale, sia in vitro che in vivo. Analogamente, è stato<br />

dimostrato che la riduzione dell’infiammazione può contribuire in modo significativo a<br />

prevenire lo sviluppo tumorale e l’insorgenza di chemio resistenza. In atto, si sta valutando<br />

l’efficacia di trattamenti combinati che mirano a bloccare simultaneamente le cellule e il<br />

microambiente tumorale, in modo da ottenere un effetto terapeutico sinergico.<br />

Attività programmata 20<strong>09</strong><br />

Data l’estrema rilevanza sul piano clinico-terapeutico dei vari filoni di ricerca del<br />

Programma e in considerazione degli ottimi risultati finora ottenuti, è auspicabile dare un<br />

seguito alle attività scientifiche condotte. A tale proposito è stata presentata all’Organo<br />

competente una richiesta di rinnovo, per la quale siamo in attesa di ricevere risposta.<br />

Registro nazionale AIDS (RAIDS)<br />

Nel 1982 è stato istituito il Registro Nazionale dei casi di AIDS presso il COA (Centro<br />

Operativo AIDS) dell’ISS.<br />

Da quella data la notifica dei casi di AIDS è stata fondamentale per guidare gli sforzi<br />

nazionali nel controllo dell’epidemia da HIV/AIDS e per attivare adeguati programmi di<br />

prevenzione e una corretta gestione dei servizi socio-sanitari.<br />

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