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CONVEGNO REGIONALE:
SITUAZIONE E PROSPETTIVE
DELL’ORTOFRUTTICOLTURA
BIOLOGICA IN SARDEGNA
CAGLIARI, 27 MAGGIO 2004
Un corretto piano di concimazione
sulle ortive in serra:rotazioni, sovesci,
concimazioni di fondo e di soccorso
DR. STEFANO TELLARINI
STUDIO ASSOCIATO BIOLOGICO - CESENA
VIA CAVALCAVIA 242/1 - 47023 CESENA
TEL/FAX: 0547/27249 - E.MAIL: baztel@libero.it
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BREVE PRESENTAZIONE
STUDIO ASSOCIATO
BIOLOGICO
CESENA
DI CARLO BAZZOCCHI,
ANDREA ASIRELLI
& STEFANO TELLARINI
ASSOCIAZIONE PROFESSIONALE
Lo Studio Associato BIOLOGICO è nato nel 1998 per iniziativa di due tecnici, Carlo
Bazzocchi e Stefano Tellarini, attivi già dallfine degli anni Ottanta nel settore della agricoltura
biologica.Ad essi si aggiunge in seguito Andrea Asirelli
Lo Studio Associato BIOLOGICO si occupa ESCLUSIVAMENTE della consulenza nei
settori agricoli di forte connotazione ambientale:
• agricoltura biologica,
• agrobiodiversità (ovvero il settore delle vecchie varietà) e prodotti tradizionali,
• sistemi di pianificazione ambientale.
esso si rivolge come potenziali clienti, su tutto il territorio nazionale, ed all’estero.
• ad aziende private, singole od associate,
• ed agli Enti ed Agenzie pubbliche.
Ecco qui di seguito alcuni esempi di servizi già prestati dai soci sia singolarmente che
congiuntamente (naturalmente nel biologico) :
Enti in genere:
• consulenza ai progetti di alimentazione biologica nelle mense scolastiche,
• consulenza ai progetti di gestione del verde pubblico in biologico,
• Piani di Sviluppo Rurale Sostenibile,
• progettazione ed assistenza a progetti di conversione territoriale al biologico,
• consulenza per progetti di valorizzazione territoriale incentrati su prodotti
ortofrutticoli tradizionali,
• pianificazione territoriale ambientalmente sostenibile,
• assistenza nella progettazione e realizzazione progetti di ricerca e dimostrazione in
agricoltura biologica,
• docenze in Master e corsi sull’agricoltura biologica.
Privati e Associazioni
• Projecting e start-up di aziende e prodotti bio,
• Implementazione di sistemi qualità e tracciabilità ,
• Consulenza aziendale a 360 ° (dalla produzione alla distribuzione).
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Un corretto piano di concimazione sulle ortive in serra
in orticoltura biologica:
rotazioni, sovesci, concimazioni di fondo e di soccorso
Stefano Tellarini - Studio Associato BIOLOGICO - Cesena
ASPETTI LEGISLATIVI
La fertilizzazione è l’insieme di pratiche che aumentano la fertilità di un determinato suolo,
ovvero la capacità di dare produzioni più elevate.
Nel settore del biologico è determinata operativamente non solo dall’elenco positivo contenuto
nell’allegato IIA del Reg. CE 2092/91 e seguenti, ma soprattutto dalle linee guida contenute
nell’allegato I dello stesso:
….2.1 La fertilità e l’attività biologica del suolo devono essere mantenute o aumentate in primo
luogo mediante:
a) la coltivazione di leguminose, di concimi verdi o di vegetali aventi un apparato
radicale profondo nell'ambito di un adeguato programma di rotazione pluriennale,
b) l'incorporazione di letame proveniente da allevamenti biologici, nel rispetto delle
disposizioni e delle restrizioni di cui alla parte B, punto 7:1 del presente allegato;
c) l’incorporazione di altro materiale organico, compostato o meno, prodotto da
aziende che operano nel rispetto delle norme del presente regolamento.
2.2 L'integrazione con altri concimi organici o minerali di cui all'allegato II è consentita a
titolo eccezionale qualora:
- un nutrimento adeguato dei vegetali in rotazione o il condizionamento del terreno
non possano essere ottenuti con i soli mezzi indicati al precedente paragrafo, lettere
a), b) e c);
- per quanto riguarda i prodotti dell’allegato II relativi a concime e/o escrementi
animali: l’impiego di tali prodotti è consentito solo se, in combinazione con il
concime animale di cui al precedente paragrafo 2.1, lettera b), sono rispettate le
limitazioni di cui alla parte B, sezione 7.1 del presente allegato.
2.3 Per l'attivazione del compost possono essere utilizzate preparazioni appropriate a base di
vegetali o di microrganismi non geneticamente modificati ai sensi dell’articolo 4, punto 12.
Ai fini contemplati dal presente paragrafo e dal paragrafo 2.1 possono essere utilizzate
anche le cosiddette "preparazioni biodinamiche" a base di polveri di roccia, letame o
piante.
2.4 E’ consentita l’utilizzazione di preparazioni appropriate di microorganismi non
geneticamente modificati ai sensi dell’articolo 4, punto 12, autorizzate in agricoltura
generale nello Stato membro interessato, per migliorare le condizioni generali del terreno
o la disponibilità di nutrienti nel terreno o nelle colture, qualora la necessità di tale
utilizzazione sia stata riconosciuta dall’organismo di controllo o dall’autorità di controllo.
……….
In questo senso sembrano abbastanza chiari alcuni punti:
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• non si parla di substrato ma di suolo , per cui sotto il piano legislativo, le colture
cosiddette “fuori suolo” sono da considerarsi non consentite,
• la fertilità viene perseguita, principalmente tramite ammendamenti (sovesci, letame,
compost),
• le limitazioni di cui si parla sono relative alla origine dei vari prodotti (ad esempio il
letame come si vede dall’allegato IIA non riportato per esteso proviene da allevamenti
estensivi ai sensi del Reg. 2328/91) ed alla quantità massima per ettaro per anno,
soprattutto dell’elemento più inquinante l’azoto (direttiva 91/676/CEE, limite direttiva
Nitrati = 170) provenienti dalle deiezioni zootecniche.
Ciò pone il limite annuale di letame somministrabile annualmente attorno alle 30 – 35 t/ha.
Altri punti da porre alla attenzione generale, relativi sempre alla gestione del suolo, sono legati
però alla parte dell’allegato I che tratta della lotta alle avversità:
…..3. La lotta contro i parassiti, le malattie e le piante infestanti si impernia sul seguente
complesso di misure:
- scelta di specie e varietà adeguate;
- programma di rotazione appropriato;
- coltivazione meccanica;
- protezione dei nemici naturali dei parassiti, grazie a provvedimenti ad essi favorevoli (ad
esempio siepi, posti per nidificare, diffusione di predatori);
- eliminazione delle malerbe mediante bruciatura
Possono essere utilizzati i prodotti di cui all'allegato II soltanto in caso di pericolo
immediato che minacci le colture…….
• Preso atto che l’eliminazione delle malerbe fa riferimento nelle versioni in lingua
originale esplicitamente al pirodiserbo, non sembra trovare alcun appiglio legislativo
l’ammissibilità di una pratica del resto assai diffusa nelle colture orticole in serra : la
solarizzazione;
• in entrambe le parti (fertilizzazione e difesa) si parla di rotazione, e , specificamente di
rotazione adeguata (pur lasciando agli Organismi preposti la responsabilità di definire
cosa sia adeguato e cosa non lo sia);
• si nota che il regolamento in questione è stato pensato in ambienti settentrionali, in cui gli
aspetti della fertilità e difesa sono molto diversi da quelli presenti in ambito
mediterraneo, per cui l’attivazione di input extraziendali è da considerare,non pratica
corrente, ma evento eccezionale ed occasionale !
Naturalmente si possono usare solo ed esclusivamente matrici e prodotti commerciali in regola
con i dettati del Reg. CE 2092/91 Allegato IIA,
La Circolare MiPAF n. 8 del 13 settembre 1999 richiede alle Ditte produttrici e/o distributrici
dei fertilizzanti commercializzati con la dizione "Consentito in Agricoltura Biologica" di
depositare presso l'ISNP una specifica comunicazione ed il facsimile dell'etichetta del formulato
commercializzato.
L' ISNP, effettuate le opportune verifiche, deve aggiornare periodicamente l'elenco delle Ditte e
dei fertilizzanti per i quali è stata depositata la documentazione sopra riportata.
L'elenco pubblicato, definito "Registro dei fertilizzanti per l'agricoltura biologica", contiene i
fertilizzanti le cui comunicazioni hanno superato la fase di verifica.
Occorre sempre controllare l’etichetta dei prodotti commerciali, ed inoltre praticare un riscontro
sul Registro sopraccitato, on – line sul sito www.isnp.it .
Rimarchiamo, tuttavia che tale sistema, non è, a nostro avviso, ancora perfettamente rodato.
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PUNTI CRITICI DELL’ECCESSO DI CONCIMAZIONI AZOTATE IN ORTICOLTURA
BIOLOGICA:
Un eccesso di concimazione azotata, pur praticata con matrici o prodotti ammessi dalla
legislazione vigente, può comunque, oltre a contribuire ad un maggior inquinamento
dell’ambiente, indurre la pianta ad un eccessiva rigoglio,
• allungando il ciclo vegetativo,
• ritardando la fioritura e di conseguenza la fruttificazione e la maturazione,
ma soprattutto
• la squilibrata composizione della linfa,
• la inefficace difesa di tessuti troppo molli e vulnerabili alle offese
causati da eccesso di azoto
possono rendere le colture maggiormente soggette in maniera impotente, all’assalto delle
avversità sia crittogame (ad esempio, botrite, ma non solo ) che insetti (soprattutto quelli ad
apparato boccale perforante – succhiatore, sia in maniera diretta che indiretta.
Complessivamente, in terreni normalmente dotati, gli apporti di azoto per ottenere normali
produzioni di ortaggi , non dovrebbero usualmente superare le 100 – 120 unità/ha/anno,
quantità che comprende anche le unità di azoto apportate con concimi organici e derivate dai
residui delle colture precedenti e le unità fornite dagli ammendanti nel corso della stagione.
Mentre per quello che riguarda gli altri macroelementi, ogni p.p.m. di fosforo o potassio in un
terreno medio corrisponde a circa 1 unità/ettaro di quegli elementi resa disponibile per la coltura
dalla mineralizzazione, e quindi raramente, soprattutto nei terreni argillosi normalmente
ammendati , e con su rotazioni equilibrate si presenta l’esigenza di specifiche concimazioni con
questi elementi.Le pochissime eccezioni riguardano terreni particolarmente sabbiosi ed acidi in
ambienti molto piovosi, tipici dell’Europa settentrionale e non dell’area mediterranea.
Ecco che allora in biologico la attenzione relativa alla fertilizzazione si sposta
sull’ammendamento della sostanza organica del suolo come fonte di ogni effetto positivo sulle
colture e non sulla nutrizione diretta della coltura in se.
Diventano quindi inadeguati gli approcci basati sulle restituzioni di macroelementi , sostituiti da
quelli basati su bilanci umici di rotazione (pluriennali).
SOSTANZA ORGANICA
Di seguito solo un paio dei vantaggi meno citati di un buon ammendamento organico:
• una migliorata struttura di un terreno ricco di sostanza organica dovuta al complesso
argillo-umico, cioè l’insieme di sostanza organica ed argilla che costituisce l’ del
terreno consente di allontanare più velocemente gli eccessi idrici nei periodi invernali e quindi
abbassare i rischi di malattie fungine del colletto e delle radici, ed al contempo di esercitare una
più efficace immagazzinamento idrico nel periodo estivo;
• l’ cioè quell’effetto che impedisce ad un agente patogeno pur
presente, di manifestarsi attivo soprattutto contro le malattie fungine del suolo ed i nematodi, è
collegato direttamente o indirettamente, almeno nell’80% dei casi a terreni ricchi di sostanza
organica e microelementi.
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AMMENDAMENTO E CONCIMAZIONE
La fertilizzazione si compone di:
a) ammendamento: miglioramento della struttura del suolo che, soprattutto attraverso la
somministrazione di sostanza organica diventa capace di conservare e cedere alle piante coltivate
una maggiore quantità di sostanze nutritive e acqua;
b) concimazione: la somministrazione di nutrienti di origine extra aziendale che vanno
direttamente a nutrire la pianta.
In agricoltura biologica si tende a privilegiare l’ammendamento, vista la sempre più frequente
povertà in sostanza organica dei terreni con cui abbiamo a che fare.
I due tipi di ammendamento più frequentemente praticato in orticoltura biologica sono:
• la somministrazione di compost (a base di letame, ma non solo);
• il sovescio (a base di leguminose, ma non solo);
COMPOST
Il compost è una miscela di matrici appartenenti perlopiù a due categorie: carboniose
(soprattutto contenenti lignina: paglie, cortecce di latifoglie, legno di potatura, sanse di olive,
ecc.) od azotate (soprattutto deiezioni animali), sottoposta a fermentazione aerobica; tale
fermentazione, svolta nelle condizioni ottimali di ossigenazione ed umidità porta nel periodo di
alcuni mesi (3-18 a seconda delle condizioni di umidità , ossigenazione e natura delle matrici)
partendo soprattutto dalle catene di lignina da parte di un pool di microrganismi
alla formazione di molecole di acidi a catena lunga (soprattutto acidi umici), sufficientemente
lunga da formare lo scheletro di una struttura del suolo glomerulare, composta di microcamere
in cui le radici possono reperire facilmente nutrimento ed acqua; il letame va incorporato allo
strato più superficiale del suolo (15-20 cm) mediante una vangatura od una altra lavorazione
relativamente superficiale;
La pratica è ancora poco diffusa, per una serie di problemi:
• reperimento di materie prime ammesse: talvolta manca la matrice lignocellulosica ove
non c’è paglia di scarto, residui della lavorazione del legno naturale, panelli e sanse di semi
oleosi; talvolta manca la componente azotata ove non vi sono allevamenti o particolari industrie
alimentari;
• gestione aziendale: per rivoltare il cumulo (pratica che abbrevia il periodo necessario per
la maturazione del compost), per movimentare le matrici di partenza od il compost finale
occorrono attrezzature apposite che non sempre sono disponibili in una singola piccola azienda
SOVESCI
Il sovescio consiste nella semina di colture, soprattutto leguminose, ma non solo, destinate poi
ad essere interrate per migliorare il terreno;
è interessante ove le aziende, per motivi organizzativi di vario tipo (ad esempio la mancanza di
attrezzature di movimentazione o spandimento) non siano in condizione di gestire compost.
L’interramento del sovescio richiede condizioni di presenza di aria ed una certe dose di umidità
(almeno il 60%) per una ottimale trasformazione in sostanza organica stabile.
L’interramento quindi avviene a profondità di 8 –12 cm per avere un risultato ,in questo senso,
ottimale.
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In orticoltura si distingue il:
sovescio ammendante con interramento a fine ciclo con la coltura in uno stadio che
presenta una buona dose di lignina (spesso il ciclo autunno primaverile della miscela favino +
orzo); con ciò si ottiene sostanza organica stabile che migliora la struttura del suolo, rendendolo
più morbido, penetrabile dalle radici, in grado di immagazzinare acqua ed aria, ecc.;
sovescio concimante con interramento a fioritura in uno stadio molto “verde” che libera
un elevato livello di azoto (spesso il ciclo primaverile della senape) con cui si ottiene sostanza
organica labile, di pronta “mineralizzazione”, cioè trasformazione in elementi nutritivi
elementari disponibili per le piante come azoto, fosforo, potassio, ecc.
Altri particolari tipi di sovescio sono:
• Sovesci sideranti = con interramenti di fertilizzanti ed ammendanti alla semina ed
all’interramento
• Sovesci biocidi = le Brassicacee, ma non solo, spesso espletano una funzione biocida
utile per la disinfezione del terreno, liberando glucosinolati che idrolizzati formano
alcuni composti, alcuni dei quali, isotiocianati e nitrili, hanno dimostrato una forte
attività antifungina in particolare contro la Pytophthora (che è un parassita obbligato alla
presenza della pianta), il Verticillium, il Phythium, la Rhizoctonia, ma anche i nematodi.
In questo senso, da alcuni anni sono in corso sperimentazioni su diverse Crucifere
selezionate dall’Istituto Sperimentale Colture Industriali come piante biocide.
Il sovescio, che aiuta la lotta contro le infestanti e ripulisce il terreno da numerose avversità,
può addirittura consentire l’azzardo di venire meno ad una stretta osservanza delle regole di
massima che saranno indicate per la rotazione (esempio il ritorno più veloce della stessa coltura
sullo stesso terreno o di una coltura della stessa famiglia).
Si consigliano quindi alcune pratiche di minima :
• miscelare almeno due o più essenze per fare un sovescio che dia risultati più costanti,
• l’inserimento nella rotazione di un ammendamento almeno ogni quattro anni con
letame o sovescio ammendante autunno- vernino ,
• un sovescio breve primaverile, estivo o autunnale almeno ogni due anni.
CARATTERISTICHE AGRONOMICHE DI ALCUNE COLTURE DA SOVESCIO
IN AMBIENTE TEMPERATO - MEDITERRANEO
ESSENZA KG/HA SEME PERIODO
SEMINA
PERIODO
INTERRAMENTO
ALTRE
SPECIFICHE
favino 150-180 febbraio aprile-giugno produttiva
settembre aprile-maggio
veccia 150-180 marzo-giugno luglio-agosto effetto rinettante
settembreottobre
trifoglio
sotterraneo
30 settembrenovembre
aprile-maggio terreni neutro-acidi
(tranne alcune varietà)
non tollera
trifoglio
alessandrino
ombreggiamento
20-30 luglio ottobre crescita rapida
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lupino 150-180 nord: marzo
sud: ottobre
bianco: crescita rapida
giallo: terreni sabbiosi
ed acidi
sudangrass 50-70 maggio-giugno estivo: va irrigato
all’inizio
loietto 30-40 febbraio
ottobre
effetto rinettante; da
miscela
spinacio 25-35 marzo giugno catch crop: cattura
l’azoto nel terreno e lo
restituisce alla coltura
successiva;
mobilizza il ferro
facelia 10-15 marzo
agosto
senape bianca 10-15 marzo
agosto
giugno
novembre
giugno
novembre
FERTIRRIGAZIONE E CONCIMAZIONE FOGLIARE
crescita rapida; effetto
rinettante e
nematocida
crescita rapida; effetto
nematocida
Se è vero che la attenzione dei tecnici ed agricoltori biologici si sposta dalla pianta per
concentrarsi sulla sostanza organica del suolo, è anche vero che, su colture:
• a ciclo relativamente breve,
• dotate di elevata redditività,
• richiedenti elevata professionalità,
• a volte spesso in ambienti e/o periodi relativamente freddi in cui la mobilità dei nutrienti
del suolo è relativamente penalizzata
la fertilizzazione tradizionalmente intesa, con preparati commerciali non va completamente
annullata, si consiglia solamente la distribuzione in dosi limitate e puntuali.
E queste sono le condizioni delle colture orticole in serra.
Ecco che in questo caso fertirrigazione e concimazioni fogliari diventano un valido aiuto per
chi non vuole disperdere notevoli qualità di fertilizzanti nell’ambiente.
Un aspetto interessante da tener presente per la gestione dell’azoto è il seguente: la disponibilità
del terreno di azoto in situazioni di eccesso di acqua, da pioggia ( ma in caso di colture Serricole,
certo da irrigazione) o di elevate temperature è destinata ad essere prontamente persa
nell’ambiente almeno per un 60-70 %, che non viene intercettato dalle piante.
E’ quindi opportuno per la pianta bisognosa di concimazione azotata, tenere basse (si tratta
comunque di non di più di 20-25 unità di azoto/ha/anno) o addirittura eliminare le concimazioni
di copertura, per evitare di contribuire all’inquinamento da nitrati delle falde, ridistribuendo, ove
possibile piccole dosi di azoto in forma di fertirrigazione (cioè sciolti nell’acqua di irrigazione,
inseriti direttamente in serbatoi collegati all’impianto di irrigazione) magari utilizzando prodotti
liquidi a disponibilità pronta o semipronta , utilizzando prodotti liquidi in microdosi (da 0,5 a
max 2 unità di azoto per ettaro a seconda del numero di interventi e della disponibilità per
mineralizzazione naturale), a base di sangue, proteine idrolizzate o altri prodotti a base di
amminoacidi.
In fertirrigazione si possono distribuire anche altri nutrienti, come ad esempio il potassio,
fondamentale per alcuni aspetti qualitativi, utilizzando naturalmente altre tipologie di prodotti,
come ad esempio quelli a base di borlande.
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Una parziale interessante novità degli ultimi 4-5 anni è quella della possibilità, grazie ad una
posizione di autorizzazione presa in ambito nazionale, dell’utilizzo di acidi organici deboli già
ammessi in ambito alimentare (soprattutto acido citrico) in agricoltura biologica.
Tale autorizzazione, finalizzata al contenimento di problemi relativi a pH elevati e salinità (di
acque e terreni), ha consentito di verificare, che tale tipo di prodotto se bene gestito con
attrezzature adeguate (impianti interamente computerizzati) ha ridotto gli input di fertilizzanti
dal 30 al 70 %.
Si può concimare la pianta anche tramite concimazioni fogliari (ovvero utilizzando le
attrezzature per i trattamenti fitosanitari): tali pratiche consentono di ridurre di molto le quantità
di nutrienti somministrate e di mirare il momento più giusto per la coltura.
E’ importante fare più applicazioni a dosi basse.
L’azione dei vari prodotti citati non va considerata solo per l’apporto di azoto, ma anche per
l’azione biostimolante: aumenta la velocità di moltiplicazione cellulare, favorisce le reazioni
biochimiche per la produzione di zuccheri, acidi organici, ecc..., incrementa la germinabilità del
polline. Possono anche essere usati come veicolanti all’interno della pianta di altre sostanze.
ESEMPIO COSTI TIPO DI FERTILIZZAZIONE (EURO) SU FRAGOLA BIO(12 MESI)
Operazione Materiali Ore Costo materiali
Min. Max. Min. Max.
ammendamento letame 2 8 200,00 350,00
sovescio essenze varie 3 6 175,00 200,00
fertirrigazioni prodotti vari 12 16 600,00 900,00
concimazioni fogliari prodotti vari 1 2 75,00 150,00
totale 18 32 1050, 00 1600,00
ROTAZIONI
Certo il Reg. CE non si esprime in maniera precisa, come si è detto sulla adeguatezza di una
rotazione, ma è altrettanto certo che le monosuccessioni, in ambito di famiglia, genere e specie,
(quando non varietà !) tanto diffuse nella orticoltura professionale mediterranea, soprattutto nel
settore serricolo, non sono rotazioni adeguate !.
ALCUNI ESEMPI DI PRECESSIONI AUSPICATE O DA EVITARE
ORTAGGIO PRECESSIONI FAVOREVOLI PRECESSIONI SFAVOREVOLI
CAVOLO pisello
INDIVIA ravanelli
LATTUGA spinacio
lattuga
porri
MELANZANA
solanacee
chenopodiacee
POMODORO
ZUCCHINO
cavoli
bietole
sovescio
cavolo
pisello, fagiolini, fave
porri
insalate
sovescio
cucurbitacee
solanacee
meloni (nematodi delle radici)
pomodoro (fusariosi, verticilliosi)
cucurbitacee: meloni, cetrioli;
pomodori
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ALCUNI PUNTI RELATIVI ALLA IRRIGAZIONE
Alcuni colleghi avanzano l’ipotesi che fra i fattori favorenti le virosi vi siano anche le modalità
di irrigazione (troppo intense, a turni troppo lunghi).
L’umidità del terreno dovrà essere sempre sotto controllo, evitare assolutamente gli squilibri
idrici, che sono causa di fisiopatie e compromettono l’uniformità di pezzatura.
RIEPILOGO PUNTI CRITICI FERTILIZZAZIONE COLTURE ORTICOLE DI SERRA
CONTROLLO/VERIF
ICA
Visuale delle piante/
controllo normalità
quantitativa e fisiologica
delle produzioni
Visuale delle piante/
controllo normalità
quantitativa e fisiologica
delle produzioni
Visuale delle piante/
controllo normalità
quantitativa e fisiologica
delle produzioni
Visuale delle piante/
controllo normalità
quantitativa e fisiologica
delle produzioni
Visuale delle piante/
controllo normalità
quantitativa e fisiologica
delle produzioni/
Monitoraggio triennale
Microflora suolo
PERICOLI CAUSE SOLUZIONI
Eccessi/ perdite di
nutrienti
Anomalie
(carenze/eccessi)
nella nutrizione
delle colture,
perdite di
produzione
commerciabile
Anomalie
(carenze/eccessi)
nella nutrizione
delle colture,
perdite di
produzione
commerciabile
Anomalie
(carenze/eccessi)
nella nutrizione
delle colture,
perdite di
produzione
commerciabile
Concentrazione di
patogeni
/stanchezza suolo
Non conoscenza
della situazione di
partenza
Scarsità di
informazioni sulla
dinamica di
nutrienti nel suolo
, correlata al
variare dei
parametri
ambientali e
biologici della
pianta.
Carenze dovute a
indisponibilità
nutrizionali
Carenze dovute a
indisponibilità
nutrizionali
In periodi critici
per la coltura
Mancanza di
rotazione
Analisi del terreno:
Prima di fare il piano di
concimazione è quindi
indispensabile conoscere,
mediante un’analisi, la
disponibilità di sostanze
nutritive presenti nel
terreno in qualità e
quantità.
Piccola sperimentazione
aziendale a dosaggi
differenziati
graduare la disponibilità
degli elementi nei vari
periodi dell’anno per
motivi di disponibilità dei
nutrienti dovuti al variare
della mineralizzazione
nelle stagioni
graduare la disponibilità
degli elementi nei varie
fasi fenologiche della
coltura di maggior
impegno metabolico delle
piante per problemi di
necessità/suscettibilità
Forti ammendamenti
organici:
aumento/differenziazione
colture in rotazione
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