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Marzo - La Piazza

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38 Libri<br />

NON HAI ANCORA LETTO<br />

“IL CODICE DA VINCI?”<br />

di Gualtiero Todini<br />

Pagine 523. Quasi dieci milioni di copie vendute negli<br />

Stati Uniti, dove sono nati il libro (nel 2003) e Dan<br />

Brown, che ne è l’autore. Tradotto in quaranta lingue.<br />

Copie vendute in Italia, dove è uscito un anno fa: oltre<br />

un milione e mezzo. Queste le cifre che fanno del<br />

romanzo “Il codice Da Vinci” (ed. Mondadori) un<br />

avvenimento narrativo. Si tratta di un libro “thriller”<br />

che - come dice la parola stessa - suscita fremiti e brividi:<br />

insomma, un giallo in piena regola, dove i personaggi<br />

che sembrano innocenti e puri sono dei raffinati<br />

criminali; e viceversa. E del romanzo giallo si respirano<br />

“suspence” e colpi di scena, tanto che la lettura ti<br />

avvince e non vedi l’ora di disporre di un po’ di tempo<br />

libero, per correre a leggerne ancora un po’ di pagine.<br />

Anche io, che di solito non mi lascio togliere il fiato dai<br />

gialli, mi sono lasciato avvincere dalla lettura del libro<br />

e pur non divorandolo, come è capitato ad altri, l’ho<br />

letto abbastanza in fretta, avendo un po’ di tempo a<br />

disposizione (ero in settimana bianca). Ed ora volentieri<br />

ve ne sto parlando, anche per soddisfare una esplicita<br />

richiesta di Salvatore, colui che ogni mese si sobbarca<br />

la dura fatica di impaginare il nostro giornale: e per<br />

questo penso proprio che se lo meriti. Comunque, sarà<br />

una recensione breve e non molto particolareggiata, per<br />

lasciare agli eventuali lettori la gioia della scoperta.<br />

Dunque, due sono i protagonisti del racconto: lo studioso<br />

Robert <strong>La</strong>ngdon e la crittologa Sophie Neveu, il cui<br />

nonno, Jacques Saunière, curatore del celebre Museo<br />

parigino del Louvre, è stato assassinato dentro il museo<br />

stesso. Saunière, però, prima di morire, è riuscito a<br />

scrivere con il suo sangue il nome di <strong>La</strong>ngdon e un<br />

crittogramma; inoltre, viene ritrovato nudo in una posizione<br />

davvero originale: braccia a “v” e gambe allargate<br />

a forma di “v” capovolta, proprio come “l’uomo<br />

di Vitruvio”, caro a Leonardo Da Vinci. Questi segnali<br />

quale segreto racchiudono? È a partire da questo interrogativo<br />

che parte la ricerca dei nostri due eroi, Robert<br />

e Sophie. Ricerca che li condurrà ad aprire, una dopo<br />

l’altra, le scatole cinesi, che racchiudono il segreto con<br />

il cui disvelamento il libro si chiude.<br />

Già: in che cosa consiste questo segreto? Questo<br />

ovviamente non sarò io a svelarlo in queste note; posso<br />

solo dire che esso riguarda il ruolo che nella storia dell’umanità<br />

e, quindi, nella storia delle religioni ha svolto<br />

l’eterno femminino; e i tentativi che sono stati messi<br />

in atto anche dal Cristianesimo ufficiale per offuscarlo,<br />

anzi cancellarlo. Ne è una riprova il fatto che delle<br />

decine di vangeli a noi tramandati sono stati privilegiati<br />

e selezionati soltanto quelli incentrati sulla figura<br />

“divina” di Cristo.<br />

<strong>La</strong> critica, piuttosto che discutere dei pregi o difetti<br />

narrativi, riscontrabili nello scorrere delle pagine, si è<br />

concentrata su questa piega che ad un certo punto prende<br />

il romanzo, appassionandosi alla disputa se il libro<br />

è solo un romanzo giallo o un pretesto per rivendicare<br />

la centralità della donna nella storia umana, costituendo,<br />

perciò, un attacco frontale al cuore della Chiesa.<br />

Una disputa che, secondo me, può avere una sua ragion<br />

d’essere in un ambito antropologico-religioso, ma che<br />

ha poco, molto poco a che fare con un confronto critico<br />

sulle qualità di un’opera narrativa.<br />

Una particolarità del romanzo, a cui voglio accennare in<br />

mezzo a tanto insistere sul sesso da parte di tanta produzione<br />

libresca e televisiva (ma in tv il sesso è spesso<br />

pura spazzatura), è che in esso non si parla di sesso. E<br />

dell’attrazione, intellettuale e sentimentale e, soltanto<br />

alla fine, anche fisica, che coinvolge i due protagonisti,<br />

si fa appena un cenno, sobrio e delicato, in una delle<br />

ultime pagine.

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